Un sogno che attraversa il tempo e lo spazio
l’Ncpa (National Center for Performing Arts,) di Pechino copre una superficie di 21.75
m².
La struttura principale è modellata a forma di guscio ed è circondata da un
lago artificiale che si estende su una superficie di 3.55 m². Una perla brillante sopra le
acque, intarsiata nella zona di Piazza Tiananmen. Il 22 dicembre 2007 l’Ncpa ha
ufficialmente aperto il sipario. Attualmente è il centro dedicato alle arti dello spettacolo
più grande del mondo, ospitando un complesso di quattro spazi teatrali: il Teatro
dell’Opera, la Sala dei Concerti, il Teatro degli Spettacoli ed il Piccolo Teatro.
È considerata la struttura nazionale più eminente in merito alle arti dello spettacolo e
un organismo di produzione artistica particolarmente dinamico. Sin dalla sua apertura
ha sempre conservato una vigorosa forza propulsiva. Fino al 2014 l’Ncpa ha realizzato
5.980 spettacoli con una percentuale media di vendita dell’ 80% , per un totale di
6.536.000 spettatori che sono entrati ad ammirare un’arte raffinata di alto livello. Oltre
alle rappresentazioni legate alla biglietteria, l’Ncpa si è dedicato alla produzione e
commercializzazione di un proprio repertorio di spettacoli. In sette anni ha prodotto e
creato un totale di 47 spettacoli di repertorio, mettendo in scena 728 performance che
comprendono generi artistici differenti, tra cui l’Opera lirica, l’Opera di Pechino, la
Prosa, il Balletto, il Dramma musicale e così via. Quasi 800.000 spettatori hanno
constatato la qualità e l’eccellenza del repertorio delle produzioni che l’Ncpa ha
mandato in scena. Guardando in retrospezione la sua storia sin dall’apertura, come
Centro Nazionale per le arti dello spettacolo, che crea coesione tra le aspettative e i
sogni delle generazioni nate dopo la fondazione della Nuova Cina, l’Ncpa dimostra
chiaramente la tenace vitalità di un’istituzione artistica, stabilendo un’eccellente
immagine di marchio:《Produzione della Grande Opera di Pechino》.
Il Balletto « Marco Polo » rappresenta la prima occasione di collaborazione tra l’Ncpa
e la Compagnia di canto e danza del PLA/ Dipartimento politico generale. Un
capolavoro autentico, nonché il risultato di cooperazione tra i due enti competenti. Da
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molto tempo ormai Marco Polo è considerato il personaggio emblema dell’intersezione
tra la civiltà orientale e quella occidentale. Più di 700 anni fa partì da Venezia, la sua
città natale, percorrendo l’antica Via della Seta, si svelarono al suo sguardo immagini
incantevoli, così come la cultura splendente dell’antica Cina. Da allora le sue memorie
di viaggio divennero la fonte primaria su cui si basò l’immaginario collettivo della
gente di tutto il mondo in merito dell’antico e misterioso paese orientale, la Cina. Nel
2014 le trombe della “Via della Seta marittima” e della “cintura economica per
rilanciare la Via della Seta” hanno risuonato nuovamente. Il Balletto « Marco Polo »
ha eretto un ponte tra storia e attualità, tra oriente e occidente; ha guidato gli spettatori
lungo un sentiero reale e immaginario ripercorrendo i passi di Marco Polo; ha ridato
vita ad un’antica civiltà che è durata fino ad oggi e ad uno spirito umanistico che non
sfiorirà mai nel tempo.
Il Balletto « Marco Polo » mette in scena un giovane di oggi che, nel bel mezzo di un
sogno, si impersonifica in Marco Polo e torna alle fattezze della Cina antica, narrando
storie e dando espressione alle emozioni. Dal punto di vista di un occidentale, guarda
in retrospezione la tradizione umanistica e la civiltà eterna di un Oriente antico. Infine
emerge il tema del “grande amore illimitato” tema che si sposa con l’aspirazione eterna
e l’instancabile ricerca della nazione cinese, fin dall’antichità, di uno stato di pace. Dal
punto di vista della trama, spunti innovativi e creativi lasciano più spazio
all’immaginazione e più margine allo sviluppo artistico.
La Cadenza del Balletto « Marco Polo » mostra…
(lettura delle danze tramite la proiezione di didascalie scorrevoli sotto lo schermo)
Marco Polo, considerato dai Mongoli “uomo dagli occhi colorati”, divenne un ospite
d’onore alla corte imperiale di Kublai Khan. Per accogliere gli ospiti onorevoli
provenienti da lontano, al banchetto di palazzo, splendente di oro e giada, i mongoli
che sapevano danzare e cantare si esibivano in calorosi balli di benvenuto per esprimere
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la loro felicità. Splendide e complesse danze delle dita d’oro, calorose e poderose danze
dell’equitazione, danze delle ciotole dalle superbe abilità artistiche .
La danza dell’equitazione: nel cuore dei mongoli, il cavallo non rappresenta soltanto
un valido aiuto nella vita e a livello di produzione, ma anche un simbolo di prosperità
e di incarnazioni sacre e fortunate. La danza dell’equitazione esibisce la vigorosità
degli uomini delle praterie, l’orgoglio mongolo libero e audace. Mette in risalto il
valore dell’uomo mongolo ed il temperamento mascolino. I cavallerizzi mongoli
girano vorticosamente sul palco abbandonandosi a se stessi. Riappare in un balzo lo
spirito eroico descritto come “cavalli di ferro, di alabarde d’oro”, spirito proprio della
Gran Mongolia dell’epoca.
La danza hada: le “hada” in mongolo vengono chiamate “hadaga”. Sono oggetti
essenziali nell’etichetta sociale mongola. Quando viene offerto con rispetto un hada,
la parte piegata deve essere rivolta a chi lo riceve. Quando viene proposto un brindisi
all’ospite, la tazza del vino è posta sopra l’hada e con la mano destra si porge all’ospite,
come buon auspicio. Ci sono hada blu, bianchi, gialli, verdi, rossi. Tra questi, il blu che
rappresenta il cielo è simbolo di rispetto, mentre l’hada bianco, il colore delle nuvole,
è il più comune. L’hada che Marco Polo aveva tra le mani simboleggiava la stima e
l’ammirazione che la corte imperiale mongola nutriva nei suoi confronti.
La danza dell’agopuntura: nel 2014 l’agopuntura viene inserita nella lista
dell’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La danza dell’agopuntura
mescola le tecniche dell’agopuntura nell’ambito della medicina tradizionale cinese di
“roteare gli aghi”, “sollevare e spingere gli aghi” ecc. con le movenze della danza. Il
metodo di guarigione tramite l’agopuntura fu inventato nel periodo dei Tre Augusti e
Cinque Imperatori. Secondo la leggenda, Fuxi “provò 100 medicine e costruì 9 aghi”.
In questo balletto tale metodo viene associato alla danza, insieme ad un’ interpretazione
vivida e originale.
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