L’indice universale della radiazione UV solare (UVI) rappresenta il livello
di radiazione UV solare che
raggiunge la superficie
terrestre: al crescere del
valore dell’indice aumenta
la probabilità di danno alla
pelle ed agli occhi.
L’indice UV
L'Indice UV è stato concepito nell’ottica di aumentare la consapevolezza
della popolazione sui rischi di una eccessiva esposizione alla radiazione
solare e per indurre l’adozione di misure protettive. L’indice è stato
sviluppato nell’ambito di una collaborazione tra l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP),
l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e la Commissione
Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP).
Sono state proposte due differenti filosofie di protezione dal sole. Una si
basa sull'individuazione di una soglia dell‘indice UV oltre la quale è
consigliata la protezione dal sole. L'altra prevede una risposta graduata
al crescere dei valori dell‘indice e implica, in successione, l'uso di
differenti misure di protezione.
La comunicazione
dell’indice UV
Sebbene le basi scientifiche a sostegno di una comunicazione graduata
dell’indice siano deboli (se la protezione dal sole è necessaria, si
dovrebbe fare ricorso a tutti i mezzi protettivi, quali, indumenti, occhiali,
ombra e crema solare), un approccio graduato appare ragionevole nel
senso che a intensità più elevate della radiazione UV solare deve
corrispondere una maggiore protezione.
Nella comunicazione dei valori assunti dall’indice UV, vengono usualmente
definite delle
categorie di
esposizione a cui è
associata una scala
cromatica. La
comunicazione dei
livelli di esposizione
Rischio legato all’esposizione
Basso
Valore dell’indice UV
<2
Moderato
3–5
Alto
6–7
Molto alto
8 – 10
Estremo
> 11
e dei relativi consigli
comportamentali è
basata sulle
categorie di
esposizione.
Le categorie di
esposizione
L’indice UV non tiene conto, nella
valutazione del rischio di danno alla pelle,
delle specifiche caratteristiche dei soggetti
esposti; per stimare con maggiore
accuratezza il rischio individuale è
necessario considerare sia il livello di
esposizione che le caratteristiche
individuali (essenzialmente rappresentate
dal fototipo).
Va ricordato che il rischio di danno agli
occhi è, invece, indipendente dal fototipo.
Appendice - Il calcolo dell’indice UV
Il calcolo dell’indice UV avviene tramite la seguente formula
dove
ker è una costante (40 m2/W)
Eλ è l’irradianza spettrale solare alla lunghezza d’onda λ
ser è lo spettro di d’azione eritemale di riferimento
L’indice UV è quindi legato ad uno “spettro d’azione” che è una funzione che
pesa le varie lunghezze d’onda dello spettro per tener conto dei diversi effetti
biologici propri di ogni frequenza. In particolare, per l’indice UV lo spettro
d’azione considerato è quello eritemale, quello cioè legato al manifestarsi
dell’eritema. Esistono però anche altri spettri d’azione. Nella figura sotto è
riportato a mo’ di esempio, accanto allo spettro d’azione eritemale, quello per il
danneggiamento del DNA.