Sociologia G. Argomenti della settimana 5-7 marzo 2007 1. LA SOCIOLOGIA E IL SUO OGGETTO Che cosa è la sociologia? è un insieme di modi di guardare la società, che può applicarsi a diversi fenomeni e lavorare a diversi livelli: gruppi di individui, organizzazioni, territori, ecc La sociologia non lavora in esclusiva, non ha cioè il monopolio di una serie di oggetti sottratti ad altri sguardi. La sociologia lavora piuttosto all’intersezione con altri saperi: il sapere dello storico, del giurista, del me dico, e molti altri. Così, occupandosi di apprendimento, incontra formatori, allievi, presidi. Analizzando il fenomeno olimpico, si muove necessariamente su terreni già “calpestati” dagli esperti di sport e di spettacolo e altresì da coloro che progettano e sviluppano politiche territoriali; così come studiando i movimenti religiosi il ricercatore si può trovare fianco a fianco con ministri o adepti di un culto. Ma l’elenco potrebbe continuare con il sociologo della medicina che parla della malattia senza essere medico, del sociologo della devianza che argomenta dei delitti e delle pene senza essere né giudice né poliziotto, del sociologo dell’industria che non ha mai preso in mano una pinza. Questa lavoro per così dire a mezzadria con altri saperi condiziona anche il modo con cui il sociologo si pone domande circa i diversi oggetti che vuole studiare e di cui, molto spesso, molto già si sa, dal punto di vista di altre discipline e competenze. Questo procedere attraverso la critica del pregiudizio (cioè di ciò che supponiamo di conoscere senza averlo verificato), è utilizzato dalla ricerca sociologica fin dalle origini. Nella attuale fase di maturità della sociologia, l’impulso alla ricerca proviene ancora più nettamente e sistematicamente da un atteggiamento critico, cioè dal dubbio che il fenomeno che si intende indagare abbia ancora altri segreti oltre quelli già in precedenza svelati. 2. CHE COSA FANNO I SOCIOLOGI ?à lavorano nei settori - della formazione -dei servizi alla persona: ospedali, servizi sociali, ecc. - del reclutamento, della formazione manageriale, negli uffici studi, uffici stampa, uffici relazione con il personale, uffici relazioni esterne, ecc delle grandi e medie imprese -del turismo, della promozione del tempo libero e delle attività culturali -marketing e pubblicità (sondaggi su preferenze di consumo) -della pubblica amministrazione locale (programmazione, monitoraggio delle politiche, analisi dei bisogni) -bancario, assicurativo, finanziario (studi dei modelli di investimento, di risparmio, ecc.) e poi stanno all' Università… àsi occupano di -raccogliere, elaborare, divulgare informazione dentro un'organizzazione, dall'esterno e verso l'esterno -formano, reclutano, organizzano, coordinano, mettono in relazione persone dentro un'organizzazione e tra organizzazioni -fanno ricerca (analizzano le ricerche già esistenti, ne progettano delle altre, le conducono, le divulgano, ne discutono con amministratori, politici, cittadini, ecc.) 3. CHE COSA CI VUOLE PER FARE IL SOCIOLOGO? 3.1. Una società aperta àistituzioni disponibili a produrre, mantenere e a far circolare informazione e ad accettare i risultati della lettura sociologica, anche quando vadano contro aspettative o interessi preesistenti. Storicamente la società in cui nasce e si diffonde la sociologia è la società moderna nata dalla Rivoluzione Industriale della seconda metà dell'800 3.2 Una Mentalità sociologica (disposizioni, modi di guardare la realtà) -Riflettere sulle proprie esperienze collocandole nella propria epoca e pensarle come tipiche di altri uomini e donne in un certo contesto àimmaginazione sociologica ( vedi vocabolario alla fine del testo) -Dubitare delle apparenze , guardare dietro la facciata -Inquadrare qualsiasi fenomeno nei contesti in cui si genera e sviluppa (i fatti sociali come fenomeni socialmente costruiti e non naturali) -attribuire i comportamenti di singoli individui, a comportamenti tipici di gruppi, o di categorie più ampi a cui quei singoli individui possano essere riportati per posizione sociale, la condizione anagrafica, provenienza territoriale, occupazione, ecc. -Ritenere ogni fenomeno come socialmente costruito , quindi non come frutto di disposizioni innate, eredità biologica, pura casualità. Un fenomeno è socialmente costruito, quando è prodotto entro una situazione storica, in conformità a modelli culturali (modi di pensare e agire condivisi) specifici e situati nello spazio e nel tempo. àÈ naturale sposarsi e innamorarsi? No!!!! L'idea dell'amore romantico si è diffusa solo in tempi recenti in Occidente. mentre non è mai esistita in altre culture. E' soltanto in epoca moderna che l'amore, il matrimonio e la sessualità sono stati considerati strettamente legati l'uno all'altro. Nel Medioevo la gente si sposava per mantenere il patrimonio familiare oppure per allevare bambini destinati a lavorare nell'azienda familiare. Né l'amore romantico né la sua associazione con il matrimonio vanno dunque intesi come caratteristiche naturali date della vita umana. Essi dipendono da fattori sociali di più vasta portata 3.3.a. Conoscenze : capacità apprese di comporre un repertorio di informazioni organizzate a diversi livelli: notizie, resoconti, opinioni, teorie, ecc.) 2.3b. Abilità : padronanza di tecniche e di procedure di raccolta e analisi dei dati 2.3a + 2.3b =Competenze:capacità di affrontare e risolvere con successo un compito che richiede sia conoscenze che abilità sociologiche àprofessione (competenze riconosciute, esercitate e remunerate in maniera "istituzionalizzata, cioè attraverso modelli di comportamento consolidati e guidati da regole condivise 4. SOCIOLOGIA COME SCIENZA E SENSO COMUNE La sociologia come scienza si configura come un sapere codificato da regole ( le regole del metodo scientifico) Il senso comune è un sapere libero, spontaneo, non codificato da regole, che attinge all’esperienza e che può essere viziato da pregiudizi. Il senso comune lavora con euristiche (procedimenti che consentono di giungere a nuove conoscenze) che funzionano piuttosto bene, nell’accorciare il tempo necessario per una decisione, ma molto spesso possono indurre in errore. Si possono ricordare, con Nisbet e Ross, psicologi, due principali fonti di errori che commettiamo attingendo al nostro senso comune applicando certe e che si applicano nella comprensione del mondo, quando dobbiamo spingerci oltre le informazioni di cui disponiamo. a. l’euristica della disponibilità (che si traduce spesso nel bias o errore dell’ egocentrismo)à quando i soggetti si trovano a dover giudicare della probabilità di un evento possono essere influenzati dalla disponibilità o prossimità di quell’evento alla loro esperienza (il disoccupato interrogato sull’ammontare dei disoccupati, tenderà sa sovrastimarne il numero ecc.). b, l’euristica della rappresentatività ( che si traduce spesso nel bias o errore dello stereotipo. à quando i soggetti si trovano a giudicare le caratteristiche di un oggetto facendole coincidere con quelle che presumono siano le caratteristiche di una certa categoria cui tale oggetto appartiene (la persona che ha una certa idea, magari un pregiudizio, circa gli immigrati tenderà a riportare le caratteristiche di quel particolare individuo, Mohame d, immigrato, a quelle che presume siano le caratteristiche della categoria cui appartiene). 4.1. La sociologia dialoga con il senso comune , che fornisce lo stimolo ad approfondire certi argomenti, ma ovviamente deve andare oltre il senso comune Perché il senso comune non basta? Il senso comune è spesso locale, episodico, privo di riscontri generali,viziato da pregiudizi, spesso sordo alla necessità di essere rigorosi e disposti a rivedere le proprie posizioni se queste si manifestino infondate Errori o ignoranza del senso comune Esempi di affermazioni dettate dal senso comune. -E più probabile che a commettere reati siano i giovani della classe inferiore che quelli della classe media -E più probabile che le rivoluzioni scoppino quando le condizioni di vis ta si mantengono molto cattive che non quando queste stanno rapidamente migliorando -Nei conflitti domestici è più probabile che sia il marito a compiere atti violenti nei confronti della moglie che non viceversa. -i bambini delle madri che lavorano guarda no più televisione dei bambini delle madri che non lavorano. Ricerche empiriche hanno spesso capovolto risultati che apparivano scontati alla luce del senso comune. àQuando un risultato va contro il senso comune si dice che è controintuitivo 5. SOCIOLOGIA COME SCIENZA Scienza à Sapere organizzato in regole La scienza è un tipo particolare di conoscenza, che ha in sé la garanzia della propria validità. Questa garanzia, per la scienza nata in occidente nel 1600-1700, è appunto data dal seguire le regole metodo scientifico Le regole del metodo scientifico riguardano l’obbedienza a regole in diversi ambitiil linguaggio, i significati , gli obiettivi àIl linguaggio -argomentabilità (qualsiasi proposizione deve essere riconducibile ad un argomento che la fonda: “non si può pretendere di avere ragione battendo i pugni sul tavolo;non si può dire ”è così perché lo dico io”; -derivabilità delle proposizioni sul mondo empirico da altre proposizioni teoriche più o meno generali. (giustificabilità teorica). Requisito indispensabile è prima di tutto avere se non una teoria, almeno un’ipotesi (che è l’anticamera di una teoria vera e propria, è una teoria provvisoria), che giustifica a me stesso e altri appartenenti alla comunità scientifica, la rilevanza sociologica di que l fenomeno, la classe di oggetti cui appartiene, che nessi mi aspetto di trovare con altri fenomeni -l’impiego di concetti ( vedi vocabolario) rigorosamente definiti, cioè tali da non dar adito ad ambiguità nel riferirsi a una certa classe di oggetti, e inoltre l’inserimento di questi concetti - l’utilizzo di teorie (vedi vocabolario). àI significati (cioè il modo in cui guardo all’oggetto del conoscere), per cui si chiede . -assenza di significati emotivi, imperativi, esclamativi ( il discorso scientifico è diverso da quello politico, di quello personale o amicale o familiare, o dell’imposizione e del comando, o anche della persuasione occulta) àgli obiettivi : -l’intento di descrivere ( rappresentare in maniera compiuta), spiegare (individuare le causeà vedi vocabolario settimana )prossima) e, quando possibile, prevedere -il dovere di rendere pubblici gli assunti e le scoperte (la scienza non è mai un fatto privato) La metafora del tribunale o del foro evoca l’idea che la scienza deve sottoporsi a giudizio sulla base di prove, deve accettare eventuali smentite, cercare in quel caso quindi prove più convincenti e più in generale (cosa che non avviene in un’aula di giustizia), accettare di produrre verità destiniate a essere superate o rielaborate da coloro che verranno dopo. PICCOLO VOCABOLARIO Argomento. una proposizione di tipo logico, o empirico, o teorico, che convince l’interlocutore della validità di ciò che si sta affermando. Concetto à astrazione ( procedura di isolamento) che seleziona e unifica sotto uno stesso termine caratteristiche salienti di oggetti e situazioni, che sono r itenuti simili per quelle caratteristiche -Concetti possono essere generali o specifici ( cioè a minor grado di generalità) - tanto più generale un concetto tanti più elementi include. Tanto più specifico, tanto più stretta la base di riferimento ( libertàà libertà di stampa à libertà di stampa in Italiaà libertà di stampa in Italia oggi). Anche un concetto concreto, cioè che si riferisce a elementi o situazioni facilmente osservabili o oggetto di esperienza diretta, può essere enunciato come generale, quanto includa molti elementi: ad esempio il concetto di studente : è un concetto concreto, ma che così enunciato è ancora molto generale. Studenti di che ordine di studi? Di che età?, ecc - Definizione di un concetto: stabilire un’equivalenza semantica tra un termine (parola attraverso cui si esprime quel concetto) e una frase composta da un certo numero di termini. Es 1 : classe sociale àQuel raggruppamento fondato sulla comune posizione rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione ( Marx) -Nella sociologia la definizione di un concetto serve spesso a riformulare i suoi significati di senso comune (come nel caso del concetto di rete) -In sociologia uno stesso concetto può ricevere definizioni diverse (il concetto di azione sociale è diversamente usato da Parsons e Weber, il concetto di devianza in Merton e in Goffman, ecc) Definizione lessicale caratterizzata dall’individuazione del significato di un concetto secondo il lessico comune (il cui repertorio sta in un vocabolario) Definizione operativa di un concetto à insieme di operazioni che servono a riempire di contenuti osservabili un concetto (il concetto di "gioventù" è operativizzato quando stabilisco quali categorie o fenomeni entrano in questo concetto e quali ne stanno fuori: ad es. si possono considerare giovani persone dai 16 ai 34 anni, ecc.) à individuazione dei confini( per stabilire differenze rispetto ad altri concetti) à identificazione dei modi di essere all’interno di questi confini decisione circa i modi di rilevare l’informazione. Teoria. Insieme di proposizioni logicamente interconnesse che, basandosi sulla connessione tra diversi concetti, rigorosamente definiti cercano di ordinare la conoscenza di un fenomeno in termini di enunciazione di cause ed effetti. Sul problema della ricerca di cause, ovvero della spiegazione , si vedano le dispense della prossima settimana Immaginazione sociologica Il concetto di immaginazione sociologica (C.W. Mills, ) è la capacità di riflettere su se stessi liberi dalle abitudini familiari della propria vita quotidiana al fine di guardarle con occhio diverso, vedendo il riflesso dei fatti storici e sociali sul comportamento e l’atteggiamento di tutta una serie di categorie umane: la tazzina di caffè consumata al bar a metà mattina da due colleghi di lavoro è più che un semplice atto di consumo alimentare, può essere un rito che mantiene una relazione sociale entro certi binari; può essere un segnale di volontà e diritto di sottrarsi al controllo che i due colleghi di lavoro mandano al loro capoufficio …ecc. “…l’immaginazione sociologica consiste nell’idea che l’individuo possa comprendere la propria esperienza e valutare il proprio destino soltanto collocandosi dentro la propria epoca. Che può conoscere le proprie probabilità soltanto rendendosi conto di quelle di tu tti gli individui nelle sue stesse condizioni…( Mills, cit. trad.it.1962, p. 15- 16)