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IL GAZZETTINO DI FANO
La voce dell’interlocutore trascurato
Mensile gratuito - Numero 3 - Maggio 2007
Spazio e Città
www.ilgazzettinodifano.it
2
IL GAZZETTINO DI FANO
Stonehenge. Immagine tratta dal sito web www.amicinellarte.it.
di Francesca Montanari
La natura della vita ci suggerisce
ad ogni istante che siamo, qui e
adesso. Il movente pragmatico che
guida la nostra coscienza
nell’esistenza quotidiana - il fatto
cioè che la nostra attenzione verso
questo mondo sia soprattutto
determinata da ciò che stiamo
facendo, abbiamo fatto o
progettiamo di fare in esso -,
unito al mezzo che ci consente in
maniera più immediata di fare
esperienza dell’esistenza - il corpo
- ci colloca di fatto in uno spazio.
Esistiamo, in qualche punto di uno
spazio che si eterna in tutte le
Pag. 3 ..................................................................................................... Inchiesta
Spazio ai giovani
Pag. 6 ...................................................................................................... Attualità
Per un turismo fieristico e congressuale
La mobilitazione di Ponte Metauro
Pag. 7 ....................................................... Amministrazione della città: il bilancio
Pag. 8 .....................................................................................Voce del cittadino
Pag. 9 ................................................................................................. Letteratura
L’uomo: l’essere più evoluto?
Pag. 10........................................................................................................ Teatro
Il cerchio delle meraviglie
Pag. 11...................................................................... La fantasia scende in piazza
Pag. 12....................................................................................................... Musica
Le strade della musica a Fano
Pag. 16 ............................................................................................... Spettacolo
Ma tu ci sei mai stato a Cartoceto?
Pag. 17 ........................................................................................................... Arte
Il progetto Water Resistance
Pag. 18 ..................................................................................................... Cinema
L’immagine maestra
Pag. 20 .................................................................................... Giovani scrittori
Defaillance
Pag. 21 .................................................................................................. Ecologia
Polveri sottili nell’aria: un problema di cui tutti dobbiamo prendere coscienza
Pag 22 ..................................................................................................... Itinerari
In viaggio nella città del momento: Valencia
Pag. 23 .................................................................................................. Stogazzo
Pag. 23 ..................................................................................................... Agenda
L’immagine di copertina è tratta dal manifesto disegnato da Dario Fo per l’edizione 2003
del Carnevale di Fano. Da www.archivio.francarame.it.
Editoriale
Lo spazio sta al luogo come l’eternità sta al tempo. Joseph Joubert
dimensioni in un momento
determinato. Ci muoviamo,
attraverso lo spazio, nell’eternità
del tempo. Il movimento è
l’azione, lo spazio è il luogo
dell’azione. E dell’interazione:
perché lo spazio, è sempre
condiviso. E’ il teatro dell’incontro,
dello scambio, della relazione,
della comunicazione.
Lo spazio è vita. Prova
sociologica ne è il fatto che tutte
le forme di esclusione sono prima
di tutto esclusioni da uno spazio:
per coloro verso i quali la
collettività esprime un giudizio
negativo si marcano divieti
d’accesso allo spazio condiviso, si
erigono muri e confini, o peggio,
si costruiscono spazi ad hoc in cui
relegarli per un esilio inosservato
e tranquillizzante.
Lo spazio, o quantomeno la
percezione che di esso si ha,
influisce direttamente sui
comportamenti. Le modalità di
organizzazione, gestione e
regolazione ad esempio degli spazi
urbani sono esempi eloquenti di
come le facilitazioni, o le
restrizioni, applicate allo spazio
siano di fatto determinanti per
l’atteggiamento che si frappone
tra la vita e il viverla.
E ancora, lo spazio è vitale: nello
spazio confluisce l’energia, dallo
spazio e per lo spazio essa si
propaga. Ergo, l’energia ha
bisogno di spazio per esprimersi;
chiede aree in cui plasmarsi,
temprarsi, commistionarsi;
reclama zone aperte ad interventi
creativi e contagiosi.
Lo spazio è uno, qui e ovunque
allo stesso tempo: un’infinità
osservabile da una duplice
angolazione. Ogni luogo vale un
assedio: ci aggrappiamo a delle
radici, per non scivolare via dal
tempo; lo spazio è la nostra terra,
lottiamo per tutelarla, valorizzarla,
proteg gerla, garantirne la
sopravvivenza;
crediamo
fermamente che non ci sia vita
senza spazio.
O, al contrario, nessun luogo vale
un assedio: le radici, se forti,
trascendono la necessità di un
punto fermo e localizzato; lo
spazio è qualsiasi terra, giochiamo
raminghi a percorrerla per la
bellezza del percorso e per il
fascino del cammino; siamo certi
che la vita sia in ogni spazio.
La differenza tra le due scelte di
fatto converge in un punto:
nell’affermazione dello spazio,
fisico o metaforico, quale valore
positivo irrinunciabile su cui la vita
fiorisce e prospera.
Sommario
Il Gazzettino di Fano, supplemento al periodico di comunicazione pubblicitaria e culturale
Fanoshop. Registrazione presso il tribunale di Pesaro n.431 del 1/4/97. Edito da Promofano
Comunicazione. Numero 3; maggio 2007. Tiratura 3.000 copie.
Direttore responsabile Uberto Carradori
Redattore capo Francesca Montanari
Redazione Francesco Alunni, Marco Benini, Dario Bonazelli, Alberto Capuccini, Michela
Carradori, Raffaella Clemente, Alvise De Sanctis, Alberto Eusebi, Ivan Gidiuli, Tommaso
Panajoli, Fabio Roberti, Giovanni Roccato, Valentina Tonucci
Web Editor Alessandro Albero
Hanno collaborato a questo numero Massimo Ceresani, Gianni Tombari
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IL GAZZETTINO DI FANO
Inchiesta
Ci sono spazio e mezzi per ogni uomo vivente. William Shakespeare
Spazio ai giovani
Indagine sulla gestione
cittadina delle Politiche
Giovanili e sulle possibilità
per i giovani di vivere lo
spazio pubblico
di Ivan Gidiuli
e Francesca Montanari
Spazio: categoria che nel senso
comune rappresenta, nella
maggioranza dei casi, il luogo
fisico dove si muovono i corpi,
ma che a volte può rappresentare
un’idea che prende forma, o, per
dirla più semplicisticamente, un
materiale intellettivo che diviene
reale e prende consistenza
all’interno della società e della
realtà modificandone l’aspetto. E’
in questa accezione che
prenderemo in esame lo spazio e
tenteremo nello specifico di
concentrare l’attenzione nel nostro
Comune, cercando aree dedicate
ai giovani e alla loro possibilità di
intervento all’interno della sfera
pubblica, esaminando nello
specifico quegli organi che danno
la giusta forza a queste voci per
essere ascoltate e che creano per
coloro che sono alle prime
esperienze, degli ambiti nei quali
potersi identificare come realtà
concrete, con la loro spinta
fondamentale verso il futuro.
Per analizzare il problema
abbiamo intervistato chi si occupa
di
queste
tematiche
quotidianamente dal punto di vista
istituzionale, e che tenta di dare
risposte a quelle numerose
domande
che
altrimenti
sparirebbero per la loro difficoltà
di inserimento: l’Assessore alle
Politiche Giovanili Mirco Carloni
e chi opera nel settore attraverso i
centri di aggregazione giovanile,
nello specifico Mirko Cecchetelli,
coordinatore della cooperativa
“Crescere”, che gestisce questi
centri, e Aiudi Francesco,
operatore all’interno di essi.
Immagine tratta dal sito web www.primomaggio.com
L’Assessore: intervista
a Mirco Carloni
All’Assessore Mirco Carloni
chiediamo anzitutto quale linea
guida, dal punto di vista
istituzionale, la gestione delle
Politiche Giovanili, in termini di
attività organizzate per i giovani e
spazi ad esse adibiti.
L’operato del Comune, mi spiega,
si sviluppa sostanzialmente
attraverso la rete territoriale dei
centri giovanili: gli informagiovani,
che ai giovani forniscono un
servizio informativo relativo a vari
ambiti – for mazione, lavoro,
proposte e opportunità di
carattere economico, culturale o
scientifico -, e i centri di aggregazione
giovanile,
spazi
che
l’amministrazione comunale mette
a disposizione di operatori che in
essi gestiscono iniziative sportive,
culturali, ludiche o ricreative. E’
attorno a questi ultimi, tre a Fano,
che gravita la maggior parte delle
iniziative organizzate da e per i
giovani a livello locale. Certo,
esistono iniziative organizzate
direttamente dal Comune – per
citarne alcuni: Velagiovane, progetto
che promuove la socializzazione
attraverso la barca a vela; Musicando,
festival per giovani musicisti con
ospiti d’eccezione e possibilità di
partecipare alle selezioni di
Sanremo; Fanote, concorso-vetrina
per le giovani band emergenti,
nato in principio proprio
dall’iniziativa di uno di questi centri
-, ma l’amministrazione opera
generalmente sulla base delle
richieste e delle proposte che
nascono all’interno dei centri, in
ter mini di appog gio e
disponibilità.
La richiesta di spazio, per saltare
dai preamboli al nocciolo della
questione, c’è sempre: il Comune
mette a disposizione una sala
polivalente – il Cubo, a San Lazzaro,
di cui forse si è persa memoria
data la progressiva scarsità di
attività, giovanili, lì organizzate in
ultimi tempi -, una sala prove –
presso i locali del Liceo
Pedagogico, nell’attesa che venga
allestito un nuovo, e più
funzionale, locale per prove e
registrazione - e, appunto, i centri
di aggregazione, per i giovani che
volessero organizzare attività o
iniziative di vario genere. Fuoco:
è questo il punto su cui ci interessa
soffermarci. Quali sono le
possibilità per un giovane – o per
un gruppo di giovani - di avere a
disposizione uno spazio pubblico
per
sviluppare
progetti,
programmare iniziative o eventi?
L’ambito è complesso, precisa
l’Assessore. Le procedure
cambiano in base alla tipologia,
alla finalità e alla portata dell’attività
che si intende realizzare. La via più
agevole è certamente quella di
operare tramite un centro di
aggregazione. Sono i centri infatti
che agiscono da tramite tra i
giovani e le istituzioni, fornendo
appoggio alle eventuali iniziative
da essi proposte e intervenendo
4
IL GAZZETTINO DI FANO
da mediatori nell’organizzazione:
cosa questa che comporta, in
primis, un notevole snellimento
delle pratiche burocratiche,
altrimenti
necessarie
ad
organizzare un qualsiasi tipo di
evento. Se l’iniziativa che si vuol
proporre è effettuabile nello
spazio del centro – o in un’area
aperta ad esso limitrofa -, ed è
iscrivibile
nell’ambito
dell’intrattenimento senza scopo
di lucro – non prevede cioè un
ingresso a pagamento e risponde
alle restrizioni a tale ambito
assegnate -, è di fatto organizzabile
senza particolari oneri economici
o burocratici.
Le cose si complicano se l’evento
che si vuole organizzare non è
inseribile nell’ambito del centro di
aggregazione – se ad esempio si
prevede un alto numero di
partecipanti, o i costi per
l’organizzazione
rendono
necessario l’inserimento di un
ingresso a pagamento -: in questo
caso l’iniziativa diviene di pubblico
spettacolo e sottostà alle
normative che tale ambito
regolano: normative complesse,
che rientrano nella sfera di
competenza della Polizia
Amministrativa pur non essendo
gestite direttamente dal Comune.
Si tratta infatti di norme valide a
livello nazionale, che impongono
determinati e ben precisi limiti - e
oneri - dal punto di vista
economico e da quello legale. Una
Commissione di Vigilanza,
all’interno della quale il Comune
collabora con altri enti nel valutare
i progetti proposti, ha specificato
in un regolamento tutti i requisiti
che un evento di pubblico
spettacolo deve possedere per
essere a norma di legge, quindi di
fatto organizzabile. Le norme
restano le stesse per chiunque sia
il promotore dell’iniziativa: un
giovane, o un gruppo di giovani
non ha quindi alcuna agevolazione
rispetto a qualsiasi altro ente o
soggetto privato. Il fatto che
esistano enti e aziende specializzate
in organizzazione di eventi – settore
a buon titolo inserito dal mercato
globale tra le sue etichette -, lascia
intuire quanto complesse possano
essere le procedure - in termini di
permessi, licenze, e responsabilità
legate al rispetto delle norme di
sanità e sicurezza - necessarie
all’organizzazione di un evento.
Detto questo, dal nocciolo alla
conclusione il passo è breve: più
che legittima – con auspici di
incremento - la richiesta di spazi
pubblici da parte dei giovani;
fondamentale la funzione dei
centri di ag gregazione per
appoggiare e rendere di fatto
possibile, per un giovane, l’accesso
e la partecipazione attiva in quegli
spazi.
promofano comunicazione
Immagine tratta da un concerto organizzato da uno dei centri di aggregazione
Nell’ambito delle politiche
giovanili a Fano svolgono un ruolo
fondamentale i centri di
aggregazione giovanile, che sono
nello specifico quello di
Sant’Arcangelo in corso Matteotti
66, quello di San Cristoforo in via
C.Cattaneo 11 e quello di Gimarra
che ha sede presso l’ex scuola
elementare Bianchini. Abbiamo
ascoltato in particolare Mirko
Cecchettelli coordinatore della
cooperativa “Crescere” che
gestisce i centri e Aiudi Francesco
operatore all’interno di essi. Le
domande che gli abbiamo rivolto
sono le seguenti:
Aiudi: I centri sono promossi dal
Comune
di
Fano
con
l’Assessorato alle Politiche
Giovanili. Il primo, cioè
Sant’Arcangelo, è nato nel 1992,
nel 1994 quello di Gimarra e
successivamente, dopo altri due
anni, quello di San Cristoforo. Si
parla quindi di un’esperienza
quindicennale. I centri oltre ad
essere promossi dal Comune,
sono anche finanziati dalle
circoscrizioni e, nel dettaglio,
quello di Gimarra viene cofinanziato dalla quarta, quello di
san Cristoforo dalla seconda.
Cecchettelli: Volevo aggiungere
che la prima circoscrizione
collabora una tantum con il centro
giovani Sant’Arcangelo mentre
invece, per quanto riguarda le altre
due, c’è una collaborazione più
stabile che copre tutto l’arco
dell’anno e su cui possiamo
sempre contare. Per fare un
esempio, già dalla nascita del
centro di San Cristoforo
operavano all’interno esponenti
della seconda circoscrizione.
Da chi sono promosse e sovvenzionate le
attività dei centri ?
Quali sono le linee guida dei centri e le
finalità che muovono il loro operato?
I centri di
aggregazione:
intervista a Mirko
Cecchetelli e Aiudi
Francesco
Sede Legale, Uffici, Magazzino:
Via Filippini, 3 – 61031 BELLOCCHI di FANO (PU)
Tel. 0721.85381 (10 linee r.a.) Fax 0721.855433
Centro Logistico:
Via Toniolo, 10 – 61031 BELLOCCHI di FANO (PU)
Tel. 0721.853849/33/88 Fax 0721.855701
Depositi:
-Via Valtiberina, 81/b – 63039 S. BENEDETTO del TRONTO (AP)
Tel./Fax 0735.659209/751251
-Via del Giambellino, 23 – 61100 PESARO
Tel. 0721.392462 Fax 0721.398595
-Via Cappannini, 23 – 60035 JESI (AN)
Tel. 0731.200245 Fax 0731.200084
-Via Pertini, 20 – 62012 CIVITANOVA MARCHE (MC)
Tel. 0733.801422 Fax 0733.896942
-Via Sassonia, 28 – 47900 RIMINI
Tel. 0541.743864 Fax 0541.743724
Cecchettelli: Quello che
tentiamo di fare riguarda il
coinvolgimento di giovani in un
percorso di democrazia e di
cittadinanza attiva dando peso
soprattutto alla loro voce, ossia a
quello che vogliono ideare e
organizzare, cercando, noi
animatori, di sostenere i ragazzi nei
progetti che tentano di produrre.
Da parte nostra questo lavoro è
molto impegnativo perché , oltre
a cercare ragazzi che abbiano
voglia di mettersi in gioco,
dobbiamo anche mediare tra le
loro proposte, che non hanno un
taglio professionale, ed il pubblico
che usufruisce di queste iniziative
(pubblico tra l’altro molto
esigente). Spetta a noi dare forma
ad un’idea astratta inserendola
nelle istituzioni e rendendola
attuabile e qualificata nel concreto.
Tentiamo di avvicinare i giovani
alle istituzioni, integrando questo
lavoro con delle riunioni
periodiche con l’Assessore, una o
due volte l’anno, mettendo così in
relazione l’ente pubblico con i
ragazzi stessi, i quali sono i fruitori
delle iniziative che proprio
l’assessorato mette a loro
5
IL GAZZETTINO DI FANO
disposizione; per questo ritengo
corretto che l’Assessore stesso
senta direttamente i giovani
sull’andamento dei centri.
Aiudi: Per comprendere a fondo
le finalità dei centri bisogna porre
l’accento sul “protagonismo”,
ossia sulla partecipazione
democratica sotto forma di
assemblee aperte dove si decidono
le linee guida in generale. I tre
cardini sui quali si tenta di
coinvolgere i giovani sono:
musica, cinema e sport. Infatti,
dopo anni di lavoro sul campo,
abbiamo visto che questi sono i
pilastri che uniscono un po’ tutti.
Le iniziative di alto spessore sono
molto importanti, questo è
confermato soprattutto dalla loro
durata decennale, però non
bisogna trascurare il fatto che i
centri hanno una funzione che si
esplica mag gior mente nella
quotidianità, sia con un discorso
di prevenzione che con uno di
integrazione sociale. Un giovane
che decide di entrare nei centri
decide di entrare in un luogo dove
viene a contatto con altri giovani,
dove ci sono delle regole che
fungono da palestra per una
convivenza civile nel rispetto degli
altri; inoltre, avvicinandosi a questa
realtà, viene a contatto con degli
operatori qualificati che cercano
soprattutto non di identificarlo
come consumatore ma di
renderlo attivo all’interno della
struttura. Logicamente non
intercettiamo tutti i giovani e quindi
non si ha la pretesa di
rappresentarli nella totalità. Molti
passano durante l’anno nelle
nostre sedi, ma solamente una
fascia ristretta rimane come
abituale; anche per questo i centri
hanno validità di proposta che il
Comune mette a disposizione dei
cittadini, dopo spetta a questi
ultimi la scelta di aderirvi o meno.
Per concludere quali saranno i programmi
futuri e le proposte per la prossima estate?
Cecchettelli: Nel presente ci
stiamo muovendo molto
nell’ambito della musica, è stata
attivata anni fa la sala prove
all’istituto
magistrale
(esclusivamente prove e non
registrazione), abbiamo perso la
sala prove della Gimarra per
problemi logistici dovuti allo
spostamento del centro alla ex
scuola elementare “Bianchini”.
Inoltre,
progetto
molto
importante, stiamo costruendo
insieme all’Assessorato, una sala
prove e una sala registrazione
semiprofessionali, al centro
Sant’Arcangelo, alla quale
potranno accedere tutti i giovani
di Fano e delle zone limitrofe e
che sarà a disposizione di tutti i
gruppi musicali di qualsiasi livello.
Molto importante in questa ottica
è la dodicesima edizione di Fanote
e alcuni concerti che si terranno
presso il centro Sant’Arcangelo.
Una missione per i prossimi anni
sarà quella di avvicinare il pubblico
al privato in ambito di
organizzazione di concerti, ossia
una collaborazione tra noi che
siamo l’ente pubblico ed il privato
per cercare di organizzare degli
eventi che possano mettere in
contatto dei giovani che, dopo un
anno di sala prove, abbiano voglia
di uscire e di far sentire la propria
musica. Coadiuvare questa
opportunità è secondo me un
nostro dovere. Molto importante
è che il programma estivo per
quest’anno è stato raccolto in un
palinsesto che verrà divulgato dai
mezzi di comunicazione e da un
volantino nel quale verranno
riportate tutte le iniziative. Aprirà
il torneo di beach volley ed il
torneo di calcio a otto arrivato alla
dodicesima edizione, inoltre si sta
allestendo una festa per la fine di
giugno che avrà l’intento di
coinvolgere in forma attiva tutti i
ragazzi che frequentano i centri e
che sarà aperta anche a tutta la
cittadinanza.
Operano insieme ai nostri due
intervistati Giacomo Moretti,
Enrico Mosconi e Katia
Renzoni che vanno a completare
lo staff della cooperativa
“Crescere” che si occupa dei
centri. Augurando buon lavoro e
ringraziando per la disponibilità
alleghiamo come integrazione
all’articolo il palinsesto estivo dei
centri giovani di Fano.
promofano comunicazione
CENTRO GIOVANI COMUNE DI FANO
CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI
ESTATE 2007
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere
A.S. Fortuna 78, in collaborazione con Centro Giovani Gimarra e Centro Sportivo
Italiano di Fano, organizza:
Torneo di calciotto – 12° Memorial “Andrea, Lorenzo e Mirko”
campo sportivo di Gimarra, dal 10 giugno al 17 luglio 2007, dalle ore 20.30
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Seconda Circoscrizione – Coop. Crescere
Centro Giovani San Cristoforo in collaborazione con II Circoscrizione e Centro
Sportivo Italiano Fano, organizza:
Torneo Beach Volley 2x2 maschile in notturna
“Centro Giovani San Cristoforo”
campi in Sassonia, bagni Carlo e Gabriele, dal 20 al 25 giugno 2007 dalle ore 20,00.
Premiazioni il 27 giugno
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Coop. Crescere
I Centri Giovani organizzano
1ª festa dei Centri Giovani
Venerdì 29 giugno 2007
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Coop. Crescere
Centro Giovani Sant’Arcangelo e Centro Documentazione Musica Fano, organizza:
Rassegna Musicale Fanote - musica emergente - 12ª edizione
dal 2 al 5 agosto presso la Cavea del Lido dalle 21,00 in poi. Il 6 agosto premiazioni in
loco con ospite un gruppo di livello nazionale.
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere
Centro Giovani Gimarra organizza:
“Trash” – Rassegna cinematografica di film di serie Z – 11ª
edizione
mercoledì
mercoledì
mercoledì
mercoledì
11 luglio - campo sportivo di
18 luglio - campo sportivo di
25 luglio - campo sportivo di
1 agosto - Corte Malatestiana,
Gimarra, ore 21.30
Gimarra, ore 21.30
Gimarra, ore 21.30
ore 21.30 - special guest: ALVARO VITALI
Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere
Centro Giovani Gimarra – Centro Sportivo Italiano di Fano organizzano
Gara podistica “Corrifano 2007” – 12ª edizione
Gimarra, sabato 8 settembre, dalle ore 17.00
Per informazioni e contatti:
Centro Giovani Gimarra
[email protected]
www.centrogiovanigimarra.it
Centro Giovani San Cristoforo
Tel. 0721 830685
[email protected]
Centro Giovani Sant’Arcangelo e CDM
Tel. 0721 828941
[email protected]
Una festa per il palato
La carne equina è nutriente ed energetica. E’ utile nelle cure ricostituenti.
Il suo alto contenuto di ferro la rende adatta nella cura dell’anemia;
non contiene colesterolo, tenera, ben digeribile, con poche calorie.
Carne di Puledro
Sfilacci di Cavallo
Salame di Asino
Bresaola di Cavallo
IL GAZZETTINO DI FANO
6
Attualità
Società: trucco ingegnoso per ottenere individualmente profitti senza responsabilità. Ambrose Gwinnett Bierce
Per un turismo
fieristico e
congressuale
di Uberto Carradori
Nella splendida cornice del porto
turistico Marina dei Cesari si è
svolta, dal 25 aprile al 2 maggio,
la terza edizione del Fano Yacht
Festival, evento dedicato al
comparto della nautica, degli
accessori, dell’attrezzatura e dei
servizi per il diporto, che ha di
fatto mostrato tutte le potenzialità
del sistema produttivo locale,
orgoglio e ricchezza del territorio.
Il comparto nautico regionale
occupa infatti un posto di assoluto
prestigio, non solo nel panorama
locale ma anche in quello
internazionale, nel settore della
produzione di yacht, dove qualità,
design,
innovazione
e
personalizzazione dell’offerta
caratterizzano la nautica made in
Regione Marche. Le imprese
nautiche della Regione continuano
a mostrarsi forti esportatrici di
imbarcazioni, riuscendo di fatto a
proporsi al mercato mondiale con
tutte le proprie peculiarità
produttive. La manifestazione, a
cui hanno presenziato migliaia di
visitatori, ha promosso l’intera
“cultura del mare”, sostenendo la
filiera del settore nautico e del suo
indotto -dalle produzioni di
imbarcazioni, di accessori
motoristici, di arredo e
ar mamento alle tecniche
innovative dei processi produttivi, e riscosso un notevole successo,
permettendo alle imprese di
concludere anche contratti d’affari
e nuovi rapporti di business.
Importante, inoltre, la presenza
dell’Istituto Statale d’Arte di Fano,
che risulta essere l’unico ad aver
Fano Yacht Festival 2007. Veduta dell’area fieristica.
avviato un corso di arredo navale
per imbarcaz ioni da diporto, e
dell’Istituto Professionale Volta del
polo scolastico numero 3, che,
nello spazio dedicato, ha
presentato progetti studio. Il
sistema produttivo locale della
nautica e della cantieristica navale
ha ad oggi raggiunto livelli di
eccellenza, ma necessita, per
sopravvivere alle continue sfide
imposte dal mercato e dall’ormai
globalizzata competizione, di
specifici ed ulteriori interventi da
parte delle istituzioni locali,
regionali e nazionali. Ciò che le
imprese lamentano è, in primis, il
potenziamento delle infrastrutture
portuali. Il settore congressuale e
fieristico rappresenta un comparto
di attività in continua crescita, a
livello sia nazionale che locale. Con
particolare riferimento al territorio
fanese, la manifestazione svoltasi
nell’ambito della Marina dei Cesari
dovrebbe costituire una ghiotta
occasione, non soltanto per il
possibile riutilizzo delle
infrastrutture per nuove iniziative
che
sicuramente
non
mancheranno, ma sopratutto per
fornire alle istituzioni lo spunto di
una riflessione sulla necessità di
elaborare
una
politica
appositamente destinata al turismo
fieristico e congressuale. Una
politica che dovrebbe svilupparsi
partendo dall’elaborazione di
un’identità forte e specifica del
territorio, sulla base delle
eccellenze –storiche, culturali,
tecnologiche, enogastronomiche,
artigianali ed artistiche- che lo
caratterizzano; e che dovrebbe
dotare la città di una serie di
infrastrutture permanenti capaci di
ospitare importanti fiere e mostre,
di respiro anche internazionale, o
eventi atti a valorizzare le specificità
locali investendo nell’ottica di uno
sviluppo sostenibile. Purtroppo a
Fano pare non ci sia mai stata la
volontà politica di mettere a
fuoco una nuova idea di città, sulla
base dell’elaborazione di forme di
turismo alternativo a quello estivo
del sole, del mare, del brodetto o
della moretta. La città avrebbe
infatti potuto, in altri tempi, dotarsi
di un sistema turistico fieristico e
congressuale, unendo funzionalità
ad un’offerta culturale e ad un
tessuto urbano vivaci e di valore.
Ciò implica naturalmente relazioni
e forme fortemente caratterizzate
in senso culturale: non è infatti
possibile immaginare un
cambiamento senza un forte
ruolo della cultura, senza una
scommessa sulla cultura, intesa sia
come produzione di nuova cultura
sia come tutela, conservazione,
gestione e fruizione dei depositi
culturali fino ad oggi accumulati.
Dal punto di vista urbanistico,
muoversi in questo senso
significherebbe considerare il
Piano Regolatore non come terra
di conquista di questo o quel
costruttore, o come contenitore di
centri commerciali e capannoni
scatolone, ma come piano di
gestione e organizzazione di spazi
progettati per valorizzare le
specificità del territorio, pensando
alla qualità del costruito e
all’impatto che esso ha sul versante
urbano e ambientale. Potrebbe
essere a questo proposito
interessante parlare, ad esempio,
di un possibile sistema fieristico e
congressuale, attrezzato con
padiglioni e spazi appositi, nell’area
dell’ormai ex zuccherificio, area
che il Comune potrebbe in questo
senso convertire.
La mobilitazione
di Ponte Metauro
Circa cento firme presentate
all’Amministrazione
Comunale per protestare
contro gli sconvolgimenti
previsti nel quartiere dal
nuovo Piano Regolatore
di Uberto Carradori
Visione aerea dell’area di Ponte Metauro con indicazione della nuova viabilità proposta dai cittadini
Novantuno i fir matari di un
documento, protocollato al
Sindaco di Fano Stefano Aguzzi,
che si oppone alle direttive stabilite
dal nuovo Piano Regolatore per
la zona di Ponte Metauro. Si tratta
di una condanna pressoché
unanime, da parte dei cittadini
residenti nel quartiere, contro il
Piano Regolatore e l’apparente
gestione dello stesso da parte di
7
IL GAZZETTINO DI FANO
Veduta dello spartitraffico lungo la Statale Adriatica
quei partiti o di quei costruttori
che hanno pianificato di versare
migliaia di metri cubi di cemento
nell’area antistante i cantieri dei
carri di carnevale, a ridosso quindi
del quartiere in questione. Nello
specifico, la petizione firmata
dai cittadini si batte sui
seguenti punti: 1) Contro la
decisione che prevede la
realizzazione, nell’area compresa
tra Via delle Brecce e gli attuali
cantieri del carnevale, di capannoni
artigianali; 2) Per la realizzazione
di una rotatoria all’incrocio di Via
Fragheto con la Statale Adriatica;
3) Per la realizzazione di una
bretella che dal sottopassaggio di
Via delle Brecce convogli
l’insopportabile traffico di mezzi
e persone proveniente dal
lungomare Sassonia che, nel
periodo estivo, raggiunge una
densità tale da rendere l’aria
irrespirabile per i residenti;
4) Per restituire agli abitanti
promofano comunicazione
residenti di fronte allo
spartitraffico posto sulla Statale
Adriatica (nello specifico per il lato
sud) la loro abituale tranquillità di
movimento, visto che ogni volta
che si trovano ad uscire dalle
proprie abitazioni corrono il
rischio di essere investiti, e per
trovare inoltre una modalità di
circolazione che dia la possibilità
a cicli e motocicli di evitare
l’impossibile quadrilatero. Forse è
questo il segno, unito all’alto
numero di proteste relative
all’applicazione del nuovo PRG
anche in altre parti della città, di
una perplessità crescente da parte
dei cittadini: dietro ad alcuni
progetti o alle spalle di talune
decisioni potrebbero di fatto
nascondersi interessi altri, non
certo finalizzati al beneficio della
comunità; l’approvazione del
Piano Regolatore adottato dagli
amministratori potrebbe essere
viziato dalla non presa in
considerazione dei diretti
interessati, alias gli abitanti dei
quartieri.
Si azzardano vari quesiti: sono
stati forse conclusi accordi
sottobanco con costruttori e
imprese edilizie per dare spazio a
nuovi fabbricati? Per quale motivo
si farà strazio di aree che
potrebbero essere utilizzate per
altre destinazioni? Che bisogno c’è
di prevedere la costruzione di
capannoni in un’area pubblica nei
pressi del quartiere, quando di
capannoni è pieno il nostro
circostante, per di più molti non
utilizzati?
E ancora, saranno veramente i
cittadini a trarre vantaggio
dall’applicazione di tali direttive?
Le
norme
urbanistiche
prescrivono la consultazione
effettiva dei cittadini e vietano di
fatto l’esecuzione di progetti di
trasformazioni urbane operate
senza la partecipazione popolare.
Firmando il documento, i cittadini
hanno di fatto esercitato il loro
diritto di difesa della vivibilità
dello spazio in cui vivono.
Dichiarandosi inoltre pronti a
nuove mobilitazioni, decisi a non
farsi più ingannare dalla
“partecipazione sbandierata” a
fini, forse esclusivamente,
elettoralistici.
Amministrazione
della città: il
bilancio
di Uberto Carradori
Esondazioni, inquinamento,
conflitto di interessi: queste le
nuove voci da aggiungere al
curriculum del governo della
nostra città. E non sono certo voci
esaltanti. A Fano si cambia, si era
detto, e i cittadini, di fatto, ci
avevano creduto. Si era parlato di
partecipazione, di sviluppo
sostenibile, di miglioramento di
viabilità, di tutela ambientale, di
moralità, di partecipazione. Le
ultime notizie riportate dalla
stampa locale non appaiono certo,
in questo senso, incoraggianti. Il
peggio è che pare non si tratti di
notizie fantasiose, ma di dati e
asserzioni provenienti da fonti
attendibili, quali quelle di esponenti
a loro volta parte dell’attuale
amministrazione cittadina. Quello
che la città lamenta, ed è facile
percepirlo incontrando le persone
per strada e parlando nei bar, è
un modo di gestire la cosa
pubblica come se fosse privata:
l’unica cosa di cui Fano non aveva
bisogno. Lo avevano chiamato
bene comune: peccato che in tutto
questo di bene comune ci sia ben
poco. L’azione dei dirigenti, tra
rimpasti, accordi, acquisti o
estromissioni di carattere
squisitamente politico, ha tracciato
di fatto una linea amministrativa
Immagine dell’esondazione del fiume Metauro
che relega gli interessi della
comunità in posizione secondaria
rispetto ad interessi altri, che di
collettivo hanno ben poco.
Un’amministrazione pubblica ha
l’obbligo, come minimo, di gestire
con rispetto, onestà, serietà e
correttezza l’organizzazione di una
città e, al di là dei valori
prettamente morali, è tenuta a
farlo nel rispetto dello spazio
condiviso e degli inquilini che
quello spazio abitano. Alcuni
esempi: l’esondazione del fiume
Metauro, come già precisato, fatta
passare per catastrofe naturale
quando dovuta invece all’incuria
dell’area da parte degli
amministratori competenti;
l’inquinamento ambientale, in
riferimento alla questione dell’ex
cava Solazzi; e, dulcis in fundo, il
conflitto di interessi di recente
emerso
nell’ambito
dell’approvazione del nuovo
Piano Regolatore Generale, che ha
causato non pochi contraccolpi
interni alla mag gioranza
comunale. Ora, in molti
rammenteranno l’episodio,
risalente a qualche anno fa, che ha
visto l’amministrazione comunale
stessa battersi per l’estromissione
di un dirigente dall’Aset per aver
assunto un proprio familiare: là
era di conflitto d’interessi che si
parlava. Lo stesso termine che è
ora riemerso nell’ambito della
discussione nata in seno alla
maggioranza per l’approvazione
del Piano Regolatore: con la
differenza che ad essere
estromessi, stavolta, non sono stati
i soggetti in esso implicati, ma i
soggetti che si erano limitati a
denunciarlo. Nella fattispecie
Davide Rossi, ora ex Assessore
alla Cultura, tagliato fuori dalla
maggioranza per aver denunciato
un conflitto di interessi in seno al
PRG, conflitto in cui si trovava
implicato lo stesso Sindaco
Aguzzi, di cui Rossi ha chiesto le
dimissioni. La situazione si
presenta tutt’ora poco chiara. Un
unico punto appare però
cristallino: assunto come dato di
fatto che amministrare una città
non sia di certo cosa facile, non è
ammissibile che alla base
dell’azione di un’amministrazione
pubblica stiano interessi diversi dal
bene che si considera, appunto,
comune.
Ne
segue
necessariamente che, nel momento
in cui più di un dubbio viene
sollevato sull’effettiva genuinità
dell’operato
di
chi
dell’amministrazione è alla guida,
tale guida si assuma le proprie
effettive responsabilità, anche se
ciò dovesse implicare, per
questioni di coerenza oltre che di
norme, la propria estromissione.
Utilizzando, del resto, lo stesso
trattamento riservato agli stessi
soggetti per sua mano estromessi.
IL GAZZETTINO DI FANO
8
Voce del cittadino
Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti. Proverbio cinese
Osservazioni, domande, richieste.
Grida, cori, proteste. Reclami,
pensieri, avvertenze. Se cerchi una
frequenza, questa rubrica sarà il
tuo megafono. Se cerchi una
risposta, noi ci impegneremo a
trovarla. Senza peli sulla lingua, fai
sentire la tua voce: scrivi la tua
domanda e inviala a il
[email protected].
Non dimenticare di firmarti, non
potremo
prendere
in
considerazione le lettere anonime.
Se non vuoi, basta chiedere: il tuo
nome non sarà pubblicato.
Lettera ai medici psichiatri
Ci si chiede (e umilmente vi si chiede) con che criterio, ma soprattutto
con quale senso di responsabilità i
medici psichiatri prescrivano gli psicofarmaci ai loro pazienti. Perché li
ritengono incapaci di intendere e
volere o per renderli incapaci di intendere e di volere?
E inoltre: ci sembra doveroso che
prima di prescrivere una cura che
stravolge la vita personale del paziente e non solo, vadano almeno
“sentiti” i familiari, in particolare
laddove ci sono minori conviventi.
Perché? Perchè le vostre cure, limitate spesso a dosi (massicce) di psicofarmaci, hanno l’effetto (oltre che
di rincoglionire) di rinforzare a lungo termine i problemi senza risolverli e sconvolgere le relazioni umane.
Cura non è sinonimo di
medicalizzazione né di esclusione.
Esistono leggi e criteri (l’ICF, la 328,
la 104, i diritti del malato, la costituzione, ecc…) che vanno rispettati.
Un’ultima, umana, considerazione:
la definizione di “depressione” è
un’invenzione indecente di tempi
indecenti e il rapporto col medico
che l’avvalla somiglia molto a quello tra drogato e spacciatore: ti fornisce gli psicofarmaci, ti disattiva.
Per non parlare della definizione di
“depressione post-partum” alla quale e per la quale le madri sarebbero
pronte a fare una rivoluzione (culturale): laddove il padre svolge la
sua “funzione”, proteggendo l’intimità e sostenendo la madre (vedi
semplicemente il mondo animale)
ciò non succede.
Sarà ora di “rivedere” se stessi e
cominciare a “vedere”anche gli altri? (=rispetto, amorem vita).
Un gruppo di genitori
Risponde lo psichiatra Massimo Mazini:
Capisco e sento la rabbia e l’angoscia che colorano di scuro le domande rivolte e nel tentativo di rispondere cercherò di tenere a mente l’invito che Emily Dickinson rivolge ad un chirurgo in una sua
poesia:
Chirurgo, fa attenzione
San Clemente, Venezia 1984. Foto di Raymond Depardon
Quando prendi il coltello!
Sotto quella sottile tua incisione
Trasalisce il colpevole, la vita!
So bene che dietro alle domande
non ci sono semplici parole ma vite
vissute, dolori, ferite (trasalisce il
dolore delle vite dei pazienti e dei
familiari).
In questa cornice emotiva ho chiesto ai redattori del giornale la possibilità di incontrare i familiari che
hanno pensato e scritto le domande per stabilire un dialogo, un colloquio e riportare poi nel giornale il
franco e vivo resoconto dell’incontro comunicativo, ma non è stato
possibile per ragioni di tempo.
Ecco un tema importante, il tempo.
Mentre facevo il quinto anno di
medicina ero volontario all’ospedale
psichiatrico di Bologna e avevo il
compito di seguire una giovane,
Raffaella, chiesi ad un collega anziano, esperto, famoso, cosa potevo
fare e mi rispose, ma ci vuole un
sacco di tempo.
Ma perché ci manca sempre il tempo?
Allora trovo il tempo di rispondere con calma e con tutto il tempo
che ci vorrà, come gli sceneggiati
che vedevo in tv da piccolo con i
miei genitori, l’Odissea, i Camaleonti, Illusioni Perdute…. 8-10 puntate.
Prima di interrogarsi sul perché si
usano gli psicofarmaci è necessaria
una premessa, per capire cosa è uno
psicofarmaco. Il secolo scorso si
può definire un secolo ricco di scoperte scientifiche nel campo della
fisica teorica e sperimentale per chiarire la natura della materia. Ma scoprire il funzionamento dell’organo
del pensiero, il cervello, è un avventura ancora in corso, forse perché è
il problema numero uno che riguar-
da l’uomo, cioè la comprensione
delle modalità funzionali della mente. Ecco già il problema si complica, non c’è solo il cervello, ma anche la mente; due sinonimi, la mente è solo il prodotto del funzionamento del cervello, e l’anima?
Certo che il ritardo della conoscenza relativa al funzionamento del cervello è spiegabile se si pensa che
“quest’organo, nella specie umana,
consiste in una immensa e
inestricabile rete di circuiti che
interconnettono un centinaio di miliardi di cellule nervose”.
Ma come comunicano le cellule nervose fra loro, noi comunichiamo con
le parole e loro?
I nervi influenzano direttamente le
cellule alle quali si connettono?
Pensate un sogno contribuì alla soluzione di questo problema.
Il sogno.
Il protagonista del sogno è Otto
Loewi, premiato con il Nobel 16
anni dopo e dopo altri due anni fu
deportato dalla Gestapo perché
Giudeo.
Con il suo esperimento si dimostra
che le cellule comunicano fra loro
con una sostanza chimica, sintetizzati dentro al neurone, che poi si riserva nello spazio fra una cellula e
l’altra e va ad attivare specifiche chiavi della cellula seguente.
Questa teoria della trasmissione chimica dell’impulso nervoso non vale
solo per i nervi periferici, ma per
tutti i neuroni cerebrali.
E se i neuroni comunicano fra loro
con neurotrasmettitori si può dire
che lo psicofarmaco è un
neurotrasmettitore aggiuntivo o sostitutivo di qualcosa che possa mancare o essere alterato. In questa cornice lo psicofarmaco non è una sostanza che viene ex novo dall‘esterno, ma è già presente nel cervello.
Dopo questa premessa passeremo
a rispondere alle altre domande,
anche se prima desidero descrivere
la scoperta del primo psicofarmaco. Nel 1951 Henrj Laborit, un chirurgo dell’esercito francese, stava
sperimentando un farmaco per facilitare l’anestesia delle pazienti e dei
pazienti, prima di un intervento chirurgico, e si accorge che con la
clorpromazina ( il famoso largactil)
i malati sono più distaccati e meno
tormentati dal dolore.
Ne parla a cena con il suo amico
Deniker, primario dell’Ospedale S.
Anna di Parigi.
Nei giorni successivi lo psichiatra
parigino lo sperimenta e dopo pochi giorni la caposala suora si presenta e dice al Prof. “Funziona”.
La notte prima del sabato di Pasqua
di quell’ anno (1920), mi svegliai,
accesi la luce, e scarabocchiai poche
righe su un foglietto di carta. Poi mi
riaddormentai. Ero consapevole,
alle sei del mattino, che durante la
notte avevo scritto qualcosa della
massima importanza, ma non fui in
grado di decifrare lo scarabocchio.
La notte successiva, alle 3, la stessa
idea mi ritornò. Era il disegno di un
esperimento per determinare se
l’ipotesi della trasmissione chimica,
che avevo enunciato 17 anni prima,
era corretta o meno.
Mi levai immediatamente, andai al
laboratorio, ed eseguii un semplice
esperimento sul cuore di rana secondo il pensiero notturno…
I
risultati
provarono
inequivocabilmente che i nervi non
influenzano il cuore direttamente, ma
liberano dalle loro terminazioni sostanze chimiche specifiche che a loro
volta causano le ben note
modificazioni della funzione del cuore, caratteristiche della stimolazione
dei suoi nervi.
IL GAZZETTINO DI FANO
9
Letteratura
Nella sua arroganza l’uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali.
Charles Darwin
L’uomo: l’essere
più evoluto?
Andiamo a conoscere sotto
una nuova prospettiva
Massimo Ceresani,
personaggio che gode di
discreta notorietà a Fano...
di Francesco Alunni
...vuoi per i suoi anni di
insegnamento presso le locali
scuole superiori, vuoi per il suo
costante impegno in iniziative
sportive e sociali nella città.
In questa intervista si parlerà di un
libro che Ceresani ha recentemente
pubblicato, dall’enigmatico titolo
“L’uomo: l’essere più evoluto?”.
Quale è la chiave di lettura che
hai utilizzato nel tuo libro per
fare una analisi riguardante, in
sostanza, l’essere umano, la sua
storia, il suo sviluppo e i suoi
persistenti errori?
Giornalmente tocchiamo con
mano – con occhi o con orecchi
— i tanti errori e nefandezze
dell’essere umano e tutti
vorremmo poterli correggere. Ma
non esistono ricette da calare
dall’alto; possono però esistere
ricette dal dentro, di ciascuno di noi.
Eccola allora la chiave di lettura,
addirittura doppia: a) lo
scuotimento della nostra
presunzione che crea i nostri ben
saldi castelli di verità, b)
provocatori e mirati esempi/
raffronti col comportamento di
tanti altri abitanti del pianeta.
Quale è stata la scintilla che,
dopo
una
precedente
pubblicazione
intitolata
“Vivranno a lungo”, dedicata
a personaggi rappresentativi
dello sport locale, ti ha portato
a voler approfondire lo studio
dell’uomo attraverso una
dissertazione sulla sua attuale
condizione esistenziale?
Il precedente libro ed i ricorrenti
articoli sui due mensili locali hanno
L’uomo nasce contro l’uomo. Bozzetto di Mauro Chiappa per “L’uomo: essere più evoluto?”
forse creato un’idea stereotipata
del Ceresani sportivo. Da qui
l’esigenza di altro: di più
profondamente variegato, di
interesse più vasto, di pensieri e
riflessioni da marcare e da fissare.
Se vogliamo, poi, mettiamoci
anche una sfida con la figlia
antropologa.
In che maniera si è sviluppato
il tuo rapporto con la casa
editrice “Nuovi Autori”, che ha
appena pubblicato il tuo
lavoro?
Oggi tutti scrivono libri e non è
facile trovare una casa editrice.
Ovvia la ricerca tramite Internet;
ma, navigando, devi selezionare
l’Editore della branca specifica
(nel caso, la saggistica), poi inviargli
curriculum e profilo sintetico
dell’opera. All’esca di un
“carneade” come me ha
abboccato l’Editrice milanese
“Nuovi Autori” che da 27 anni
pubblica e spesso “lancia” autori
all’esordio. La direttrice, dott.ssa
Aglieri, si è piacevolmente bevuta
la mia opera nel periodo natalizio
del 2005, notificandomi poi
un’intera pagina di apprezzamenti,
ma anche la cruda prassi editoriale:
gli autori all’esordio debbono farsi
carico in toto delle spese.
Che sfizio – chiunque dirà –
arrivare a pubblicare un proprio
libro! Ma, al di là del fardello
economico e del narcisismo, sono
arrivati anche motivi di
soddisfazione: un premio da parte
di un’accademia letteraria di
Catania e l’apprezzamento di
alcuni critici (che hanno letto!).
Cosa speri che il tuo libro
sappia trasmettere a un suo
lettore?
Ottima, la domanda. In fondo
questa è la molla che spinge un
autore a scrivere. “L’uomo:
l’essere più evoluto?” alla fine della
lettura potrebbe forse raggiungere
con un linguaggio scorrevole
subdole finalità: l’introspezione e
l’autocritica, il discernimento di
certe
negatività
umane,
l’apprezzamento per l’ambiente e
IMPIANTI TERMOIDRAULICI
ELETTRICI
CONDIZIONAMENTO
INSTALLAZIONE GRONDAIE
PANNELLI SOLARI E FOTOVOLTAICI
Via Flaminia, 2 - 61030 Lucrezia di Cartoceto (PU) Tel. 0721.877339 - Fax 0721.899578
P.I. 01434420418 E-mail [email protected]
per altre forme di vita terrestre,
l’invito alla sosta, in mezzo ad una
vita frenetica, ed alla riflessione sul
perché dell’esistenza; da ultimo
una libera scelta sulla individuale
ecologia comportamentale.
Massimo Ceresani è nato nel
1945 a Fano, città in cui continua
a vivere e dove ha insegnato
educazione fisica da ultimo presso
il liceo scientifico “G. Torelli”.
Pensionato, scrittore per hobby, ha
pubblicato “Vivranno a lungo”,
una ricerca su personaggi di sport
d’epoca ed una disquisizione sullo
sport odierno. Pubblica articoli
sui mensili locali “Lisippo” e “Lo
specchio della città”; è dirigente
della società di atletica locale;
triathleta per un decennio,
continua a dedicarsi con passione
alla maratona e alla corsa.
IL GAZZETTINO DI FANO
10
Teatro
L’arrivo del circo di notte, la prima volta che lo vidi, da bambino, ebbe il carattere di un’apparizione.
Questa specie di mongolfiera, preceduta da niente: pensai subito che fosse una barca sproporzionata. Una piccola tribù corsara. Federico Fellini
Il cerchio delle
meraviglie
In viaggio con Super Wally
nel paese degli artisti di
strada
di Francesca Montanari
Note sommesse da un’orchestrina.
Una mano lascia ondeggiare la sua
fisarmonica per sistemarsi il
cappello. I birilli salgono e
scendono; lui ha scarpe smisurate,
a quadri gialli e neri. Lei strizza
occhiolini e raccoglie la pallina di
pezza rossa. Ne ha altre in mano,
chissà quante in tasca, una ancora
vola. Cerchi il tendone a strisce,
ma non lo vedi. Solo trovi un
cerchio magico di persone e un
cappello che gira; al posto della
paglia un selciato di piazza. Il
luccichìo del circo e gli echi di
antichi reami negli occhi dei
bambini e nelle allucinazioni dei
passanti, mentre loro continuano
a giocare: gli artisti che fanno della
strada teatro e dell’accidente
sorpresa. Antichissimo e profano
nelle sue radici, il teatro di strada
nato fuori dai templi serpeggia
giocoso ai margini di quello
ufficiale: la sua storia è quella antica
delle tradizioni popolari, arricchita
dalle incursioni dei giullari, delle
Clown con bambino in piazza.Fotografia di Francesca Grilli. Pennabilli, 2005.
maschere della commedia dell’arte,
dei clown del circo. Mago,
acrobata, musicista, giocoliere,
pagliaccio, l’artista di strada istrione
e randagio sceglie l’assenza di un
luogo preciso e gioca con lo spazio
a disegnare il suo palco
immaginario e a dipingere un
copione con la magia di corpi e
Immagine di un’artista ospite del festival Artisti in Piazza. Pennabilli, 2004.
oggetti. Sorprende chi passa per
caso, stupisce ed arresta il tempo
che scorre: concentra la gravità nel
centro di un cerchio umano e
diverte con quello che ha
inventato, studiato, preparato,
provato e riprovato. Osa e attento
include ogni imprevisto nello
spettacolo, e il cane che passa per
caso può essere il protagonista del
prossimo numero. Il tutto perché
il filo con chi guarda non si spezzi,
il cerchio resti chiuso, e il cappello
torni pieno.
Mi propongo un viag gio in
questo paese delle meraviglie. Il
bianconiglio che mi fa strada si
chiama Super Wally, la sua tana è
a Pesaro ma ogni tanto se ne parte,
col suo camper, alla ricerca di
piazze. Lei, Valeria Lista contattabile all’indirizzo mail
[email protected] -, giocoliera e
clown, inizia per gioco cinque anni
fa. Partecipa poi a uno stage con
il signor “cinquantacinque chili”
Peter Weyel, artista tedesco, e inizia
a portare in giro per festival e
spiazzi i suoi tre spettacoli. Alcuni
comuni, mi spiega, possiedono
regolamenti, e un permesso
gratuito rilasciato dai vigili urbani
regola spazi e tempi per le
esibizioni spontanee degli artisti.
Ma non dappertutto, e molto
spesso si azzarda, essendo il
divieto il rischio mag giore.
Sebbene l’arte di strada sia per
definizione randagia e poco
istituzionalizzabile, il fatto che un
comune metta a disposizione un
regolamento risulta comunque agli
artisti molto utile. Oltre che
riconoscere il valore dello
spettacolo di strada, rende chi si
esibisce tutelabile o imputabile per
quanto fa e alimenta, regolando
spazi e tempi, il rispetto verso il
pubblico e il fondamentale
sostegno reciproco tra gli artisti,
come ovunque una minoranza ma
particolarmente ristretta in questa
zona. Che spesso si scontra con la
tendenza, ancora diffusa seppure
attenuatasi negli ultimi tempi, ad
accorpare l’artista di strada al
vagabondo e allo sbandato, senza
concedere giusta attenzione a chi
lo fa seriamente: il busker –
dall’inglese a significare l’atto di
buscarsi la pagnotta, tra i sorrisi e le
monete del pubblico di passaggio
- era infatti imputabile di reato di
accattonaggio e disturbo della
quiete pubblica in base a parti di
un articolo di legge, abrogate solo
nel 2001. Il proliferare di
manifestazioni internazionali,
scuole
specializzate
e
partecipazioni televisive degli artisti
di strada, ha di lì favorito la
rinobilitazione della loro arte
estemporanea: in quasi ogni
grande città esiste infatti una scuola
di circo più o meno importante,
anche se in Italia il punto di
maggior gravità è il Piemonte con
le tre scuole di Torino. Nelle
Marche, nessuna: nonostante
alcuni progetti siano possibili,
introdurre ad esempio la
giocoleria nelle scuole, in molti
preferiscono più che intraprendere
dal nulla nuove attività spostarsi
nelle realtà più consolidate. Il
viaggio è del resto una tra le
componenti più suggestive di
quest’arte nomade. E può
accadere, a volte, che i diversi
itinerari convergano. Quando, ad
esempio, centri o borghi a loro
regalano le pubbliche piazze con
un festival che li celebra: il Busker’s
festival di Ferrara o Artisti in piazza
11
IL GAZZETTINO DI FANO
di Pennabilli, per citarne solo
alcuni. O ancora, quando
saltimbanchi di ogni tipo si
ritrovano a festeggiare la loro arte
nella European Juggling Convention,
raduno internazionale per artisti di
strada di cui esiste anche una
versione italiana, più ristretta: lì
nessuno li spia se non nelle poche
serate aperte al pubblico, in cui il
tendone si schiude anche al resto
di questo circo di mondo.
La fantasia scende
in piazza
Dal 30 maggio al 3 giugno a
Pennabilli Artisti in piazza,
festival internazionale di arte
di strada giunto
all’undicesima edizione
di Francesca Montanari
Te lo sussurra all’arrivo, con una
frase giocosa su di un cartello fra
le colline. Pennabilli - città amica
degli artisti di strada. E al borgo
antico, là dove quasi si
confondono le terre di Marche,
Emilia Romagna e Toscana, loro
di fatto rispondono, e omaggiano
l’ospitalità gradita con una visita
colorata: arrivano da vicino e da
lontano, portandosi la propria arte
girovaga a inondare il paese per
cinque giorni all’anno. Artisti in
piazza, appunto, e non solo:
invadono strade, vicoli, spiazzi,
viottoli, più un tendone da circo
allestito per l’occasione e un teatro
che presta il suo palco a porte
aperte. Cinquanta compagnie,
selezionate tra circa un migliaio di
richieste, per un totale di circa
duecento artisti - giocolieri,
acrobati,
trampolieri,
saltimbanchi, mimi, cantastorie,
burattinai, inventori, maghi, attori,
pittori, e musicisti –, che esibiscono
se stessi in un caleidoscopio di
azione a replica continua e dal
resto del mondo portano in un
cerchio il loro talento. Artisti da
tutto il globo e spettacoli di altri
mondi, alcuni presentati in
anteprima internazionale. Una
vetrina a trecentosessanta gradi su
tutto ciò che è arte di strada, dalla
musica danzata e suonata – da
quindici a venti gruppi musicali
presenti alle ultime edizioni -, per
la giocoleria di tutte le tipologie,
fino allo spettacolo costruito di
cirque noveau, commistione eclettica
di musica, giocoleria e nuovo
circo.
Quest’anno, tra gli altri: le
marionette viventi Trukitrek,
compagnia di teatro di figura
brasiliano-spagnola; la personale
commistione di flamenco e circo
degli spagnoli Abadulake; i Lice de
Luxe, compagnia di artisti di circo
danesi traslati a Barcellona, con
una pre-anteprima del loro cirque
noveau tra acrobazie, musica,
marionette umane e teatro di
figura classico; la coppia svizzera
Rozzo Bianca, organizzatrice là di
un festival – Buskerbern, nato
proprio da una collaborazione
spontanea con Pennabilli -, col suo
spettacolo giocato attorno a
un’orchestra di robot musicali,
ricavati dall’assemblaggio di pezzi
metallici di riciclo e componenti
elettroniche: un chitarrista e un
batterista azionano strumenti veri,
mentre una fisarmonica cammina
da sola e suona, con uno scheletro
semi-automatizzato a dirigere il
La Poésie de l’art. Fotografia di Coralie Maneri. Pennabilli, 2005.
promofano comunicazione
tutto. E ancora: i burattinai
ungheresi Tintulo Tarsulas e il loro
circo per bambini; gli acrobati
kenioti Afro Jungle Jeegs; i Watinoma,
che dal Burkina-Faso collaborano
con un’associazione umanitaria
portando ovunque musiche e
danze tradizionali per convertirle
in aiuti economici al proprio paese;
i francesi del Five Quartet Trio,
giocolieri e acrobati tra bottiglie
lanciate attorno a un tavolo.
Dall’Italia, il clown impegnato
Claudio Cremonesi con il suo
spettacolo di circo e teatro e la
Piccola Scuola di Circo di Torino
con il suo Uomo Proiettile.
Il tutto accompagnato dagli stili
musicali più variopinti: dalla
musica d’autore italiana rivisitata,
al funky inciso sui sampietrini dei
ponti romani, alla pizzica salentina,
fino a sassofoni jazzisti di Sicilia;
passando per rockabilly, flamenco
fusion e percussioni inventate su
biciclette e pezzi riciclati di
computer. Esiste anche una
piccola casa discografica, la Kiu
Records, che per ogni edizione
raccoglie in un cd un tocco di
ognuno dei musicisti ospitati, con
tanto di clip video dagli spettacoli:
“si tratta – mi spiega Matteo
Cenerini, uno dei membri
dell’Associazione Culturale
Ultimo Punto, che di Artisti in
Piazza cura l’organizzazione - di
un’etichetta no-profit nata
nell’ambito del festival che opera
per produzioni di artisti di strada
ed emergenti”. Di fatto il
fermento è evidente: dall’ufficio
accanto Enrico Partisani, il
direttore artistico, con un occhio
a uno scher mo di computer
risponde a quattro mani ai telefoni
che squillano, mentre parla due
lingue insieme. In una pausa viene
ad anticiparmi le magie che è
riuscito a scovare, e ha il sorriso
felice e gli occhi entusiasti di un
clown. Poi i telefoni ricominciano.
E intanto ascolto la storia
fantastica del Tendales, un dipinto
su tela lungo oltre un chilometro,
nato da un ragazzo a cui venne un
giorno l’idea di portarlo per il
mondo a farlo dipingere da più
persone possibili: ad oggi è già
passato tra i colori di Africa e Asia,
ha raccolto disegni dall’India in
occasione di un tour a fini
umanitari, e ogni anno
letteralmente avvolge Pennabilli e
per l’intera durata del festival si
offre alla libera creatività di artisti
e passanti.
Si snoda poi per la città un
mercato di artigianato artistico di
alta qualità, che spazia
dall’oggettistica, ai mobili, ai
gioielli, alle bambole; e una mostra
fotografica a cui è legato un
concorso, Carpe Diem, per giocare
a catturare quelle favole con uno
scatto.
Chiaramente, tutto questo ha un
costo: i membri dell’associazione
lavorano volontariamente, e
l’appoggio di Comune e sponsor,
più la partecipazione attiva della
cittadinanza, non bastano a
coprire le spese necessarie ad
allestire un evento che rivoluziona
un paese. “Perciò – continua
Matteo - si è dovuto fissare, nostro
malgrado, un prezzo di entrata”:
sei euro per le serate di mercoledì,
giovedì e venerdì; otto per le
giornate di sabato e domenica.
Nato quasi per gioco, ora è nel
settore una tra le manifestazioni
principali in Italia. “E’ stata una
serie favorevole di coincidenze a
fare del festival una situazione
piacevole sia per gli artisti che per
il pubblico. Vi si crea un clima
particolare, si incontrano artisti da
tutto il mondo, si fanno scambi,
incontri inattesi: tutti hanno da
prendere e da dare”.
Forse non l’avrebbero detto,
undici anni fa, quei ragazzi che
invitarono, tra conoscenze e
passaparola, quindici artisti per le
strade di Pennabilli. Che in quelle
strade sarebbero arrivati un giorno
a trovarli in quarantamila. Chissà
se Tonino Guerra la intuiva già,
quell’aria speciale, scegliendo anni
prima quel luogo come terra
adottiva in cui stabilirsi per cantarle
poesie. Il primo manifesto di
Artisti in piazza lo ha disegnato
proprio lui.
Per informazioni e contatti:
Associazione Culturale Ultimo Punto,
0541.928003.
www.ar tistiinpiazza.com;
[email protected].
IL GAZZETTINO DI FANO
12
Musica
…qui per sognare mi tocca dormire o come sempre, suonare suonare... Premiata Forneria Marconi
Le strade della
musica a Fano
Un indagine su alcuni spazi,
privati, per produzione e
registrazione di musica, ci ha
portato ben oltre le tariffe
dell’affitto di una sala prove o
della registrazione di un
demo.
di Tommaso Panajoli
e Giovanni Roccato
Avete presente il famoso
problema della “fuga dei cervelli”
dall’Italia? Qui a Fano ne abbiamo
una versione particolare, quasi
opposta: non solo cervelli, ma
anche mani capaci, nel settore
artistico, della musica e del video,
che lavorano per buona parte qui
ma rimangono perlopiù in
disparte, traendo sostentamento
da lavoro che quasi interamente
proviene da fuori, anche oltre le
Marche, fino all’estero. Tante
potrebbero essere le sinergie tra i
governi locali e queste diverse
iniziative
private:
dalla
promozione del territorio,
all’organizzazione di eventi, fino
alla creazione di spazi per i giovani
e per l’arte. Questo prima che
fuggano anche queste abili teste,
abbandonando, come sono in
procinto di fare, ogni speranza di
lavorare anche per il nostro, e il
loro, territorio.
La ricerca di sale per prove
musicali e di studi di produzione
ci ha mostrato alcuni aspetti del
mondo attuale, sotto il profilo
musicale sicuramente, ma anche
sotto
quello
lavorativo,
tecnologico e artistico tout court,
rivelandoci alcune realtà
significative del nostro territorio.
Proprio quando sembrava
spegnersi ogni speranza di vitalità
sociale e culturale di Fano, anche
il mondo della musica riserva,
come quello cinematografico,
qualche sorpresa: giovani
imprenditori che puntando su
onerosi investimenti, passione e
professionalità, hanno aperto a
Fano luoghi di lavorazione del
suono e produzione di musica, ma
anche di fermentazione di
iniziative e promozione di nuovi
Particolare dello studio di registrazione di Suonolibero
artisti. Ciò che colpisce è
l’intraprendenza nel campo
artistico, ma anche in quello
strettamente professionale, di
alcuni ragazzi, alle prese con le
difficoltà del settore e con i
mutamenti del mondo della
musica, i suoi sviluppi tecnologici
e le sue declinazioni multimediali.
Abbiamo scelto tre dei principali
nomi a Fano di attività del genere,
ne abbiamo visitati gli spazi e
abbiamo ascoltato i loro
proprietari: sono emerse alcune
dinamiche dell’attuale panorama
musicale e alcuni modi differenti
di operare al suo interno. Sfondo
a queste imprese sono le numerose
iniziative private e “casalinghe”, in
materia di autoproduzione di
musica. E’ lo sviluppo tecnologico
del digitale, dei software e degli
hardware per l’audio, che rende
possibile oggi, insieme a una
buona dose di conoscenze,
lavorare “a casa” su produzione e
incisione di musica. Questo porta
a compiere chi invece lavora in
questo settore, delle scelte basate
sulla qualità del prodotto e
soprattutto sulla varietà delle
applicazioni tecniche e delle forme
del suono. In ultima analisi a
emergere è proprio una diversità,
per funzioni e ambienti, delle
attività che abbiamo visitato,
diversità che sembra indebolire
fortemente una presunta
concorrenza economica.
Ecco quindi dove dovete andare
a Fano se siete a caccia di sbocchi
nel mondo della musica e di ciò
che gli sta vicino, ma anche di
stimoli e iniziative che restano
purtroppo nascoste, per cattiva
infor mazione,
disinteresse
pubblico e per la solita cecità della
nostra città.
Naive Studio
Il Naive Recording Studio nasce
circa un anno fa come sala di
registrazione e produzione
musicale. Parlando con Francesco
De Benedittis, titolare dello studio,
emergono,
oltre
che
un’interessante biografia artistica,
tanti motivi validi per parlarne.
Infatti…la faccia non è nuova e ci
riporta a forse più di dieci anni fa,
quando suonava nei Lineamenti
con Stefano Fucili, noto cantante
fanese pop. Di strada da allora ne
ha fatta Francesco: prima un
diploma alla School of Audio
Engineering a Milano, poi
un’incontro con Paul Manners a
Rimini nello studio del produttore
inglese, con cui, insieme all’amico
e collega Davide Esposito,
instaura una lunga collaborazione.
Scrive per la cantante francese
Kelly Joice “Vivre la vie”, brano
di grande successo non solo Italia
(ricordate a striscia la notizia?). Da
qui parte la sua proficua attività
con alcune cantanti francesi, ultima
Sylvie Vartan, che ha seguito anche
in una tournè internazionale come
musicista. Ha lavorato anche per
Mediaset per poi decidere di
tornare nella sua Fano e aprire uno
studio in cui portare avanti la sua
attività di ingegnere del suono
insieme a quella di compositore e
arrangiatore. Da qui inizia il suo
racconto sulla nascita del Naive:
13
IL GAZZETTINO DI FANO
“ero abituato agli scantinati bui di
Milano, io volevo creare un ambiente
confortevole per la registrazione di
musica. E’ necessario uno spazio
rilassante e illuminato, che renda il
faticoso lavoro dell’incisione più gradevole
e meno stressante per i musicisti; questo
è importante per la scelta dello spazio,
così come la gestione, a cui ho
meticolosamente lavorato io stesso, del
materiale per il trattamento acustico delle
sale.” Lo studio di Francesco nasce
al primo piano di un edificio,
sopra un noto centro commerciale
di elettrodomestici nella zona
industriale di Bellocci; un’ampia
sala per le perfor mance
strumentali e due sale di regia
riempiono lo spazio illuminato e
raffinato del Na¿ve. Insiste sulla
scelta della qualità del prodotto
sonoro Francesco, scelta che ha
richiesto cospicui investimenti e
che determina le esigenze cui lo
studio può rispondere: “capitano
persone che prendono un po’
superficialmente la produzione di un disco;
a questi non posso venire incontro. E’
vero che oggi si può bene o male avere a
casa gli strumenti tecnici per fare un disco,
ma qui si parla di un livello tecnico
superiore e di un approccio professionale
alla produzione. Da un lato è positivo
l’aumento di possibilità economiche nei
confronti delle tecnologie del suono, ma
certo fare un disco a casa e farlo in uno
studio con tecnologie per decine di migliaia
di euro non è lo stesso. Lavorando, capisci
quanta qualità passa tra un prodotto
audio serio e l’universo sterminato degli
mp3. Non solo. A noi in Italia mancano
anche le accortezze per combattere la crisi
del mercato discografico davanti a mp3
e Internet. In Francia i dischi costano
meno e portano spesso insieme un buono
per un concerto, comunque un incentivo
promofano comunicazione
Regia principale del Naive Recording Studio
per la vendita. Qua i dischi costano,
mascherano spesso una qualità scadente
e alla fine, spesso, non trovi neanche i
testi allagati al CD.” Veniamo
all’aspetto della multimedialità:
anche voi avete cominciato a
lavorare con materiale video?
“Oggi è importantissimo saper lavorare
sul suono di qualsiasi materiale video,
da un cortometraggio, (lavoriamo adesso
per il corto di E. Secchiaroli sulla
sicurezza), a uno spot pubblicitario, fino
a suoni per videogiochi.” Ci mostra
infatti un piccolo cortometraggio
pubblicitario di cui lui e il suo
collega Fulvio Mennella hanno
realizzato l’intera parte audio, dalla
musica ai suoni. Soddisfatto,
Francesco ci racconta i vari modi
ingegnosi con cui il soundengineer
ricrea in studio suoni di pistole che
cadono, o altri dettagli del video,
con incredibile fedeltà. Magari con
questo esplodere di fanesi che
lavorano nel campo dell’immagine
voi potete trovare lavoro e
Sala principale per le performance sonore del Naive Recording Studio
collaborazioni anche Fano?
“Lavoriamo molto poco con Fano. Non
che non mi interessi, ma ci sono poche
opportunità per questi livelli di
produzione. A me piacerebbe fare
qualcosa per Fano. In futuro registreremo
dei brani come premio per il concorso
fanese ‘Musicando’. Poi penso al massimo
a una tre giorni di porte aperte per
accogliere e dare opportunità anche alla
varie realtà musicali del territorio, a
prescindere dal livello…”
La storia di Francesco ci è
sembrata singolare: un giovane che
necessariamente deve lasciare Fano
per accedere a studio e lavoro nel
campo della musica, prima;
passione e professionalità che
tornano a casa dopo e provano a
trovare qua lo spazio e i mezzi per
creare uno studio del suono
professionale. Chiaramente
un’attività del genere non può
contare, momentaneamente, di
vivere legandosi esclusivamente
alla nostra zona, ma colpisce il
fatto che non si veda nessun
rapporto di valorizzazione
reciproca tra questa e il territorio.
Suonolibero
Anche la storia di Suonolibero è
molto interessante. Anche qui due
giovani di Fano e dintorni:
Emanuele Canu e Marcello Piva, i
padri del progetto, da tecnici del
suono decidono di aprire un loro
studio musicale. Anche in questo
caso
l’ambientazione
è
fondamentale: una ex chiesa nel
pieno centro storico fanese. “Ci
ho messo un anno a trovare un posto
adatto – dice Marcello - questo mi
sembra ideale prima di tutto per motivi
acustici. Bisognava poi creare la giusta
atmosfera per lavorare con la musica.
In parole semplici: se il posto è buio e
brutto le sensazioni che vanno a tradursi
in musica saranno negative, se invece il
posto è famigliare, accogliente e colorato,
il risultato saranno vibrazioni musicali
positive.”
Lo spazio è molto ampio: due
piani, una sala regia audio e una
video, una grande sala al piano
terra e una sala nel soppalco
riempita di chitarre e dei più
svariati strumenti. Infine uno
spazio che era destinato alle prove
musicali ma ormai non lo è più.
“Che ne è stato?” gli chiediamo
noi. Così si spiega Emanuele: “Mi
sentirei di dire che non c’è tutta questa
domanda di una sala per provare.
Veniva gente a provare, ma nelle
occasioni di emergenza. La mancanza
di continuità ci ha portato a eliminarla,
lasciando lo spazio per altri usi utili alla
registrazione”.
Anche qua i ragazzi mi mostrano
la portata delle tecnologie
utilizzate e sostengono che “è vero,
tutti possono fare un disco a casa e questo
è un fatto positivo. Ciò non toglie che per
lavorare professionalmente ser ve
comunque uno studio come questo e i suoi
mezzi.” Parlando di queste cose
Emanuele finisce per svelarci le
14
IL GAZZETTINO DI FANO
loro intenzioni: “penso che la
registrazione stia diventando sempre più
solo un aspetto della nostra impresa.
Tutti possono fare un disco, bene o male;
noi vogliamo fare molto di più. Vorremo
diventare un sorta di etichetta, che
produce dischi ma che anche li promuove,
si prende cura degli artisti, dei concerti e
quindi dell’intero percorso musicale. Non
guardiamo più solo all’aspetto
dell’incisione. Adesso stiamo facendo un
disco per una cantante, lavoriamo agli
arrangiamenti, alla sua promozione ma
anche ai concerti e addirittura al video.
Vogliamo che chi viene da noi non sia
per solo un aspetto tecnico e professionale.
A noi sta a cuore il rapporto umano.
Chi viene da noi è perché apprezza il
nostro modo di fare e perché trova in noi
qualcosa in più di un supporto tecnico.”
Anche Suonolibero trova
sostentamento dal lavoro che
spesso proviene da fuori il nostro
territorio e quando chiediamo i
legami e le iniziative con Fano e
dintorni, i due non nascondono
una certa insoddisfazione. “Appena
avviati, circa tre anni fa, ci siamo
presentati all’Assessorato alle Politiche
Giovanili. Facemmo presente la nostra
iniziativa e le possibilità di
collaborazioni fruttuose con il Comune.
La risposta? La più totale indifferenza.
Eravamo
stati
coinvolti
nell’organizzaz ione del concorso
“Musicando” ma dopo averci lavorato e
aver presentato un progetto, la nostra
proposta è stata di fatto lasciata cadere.
Non solo. Anche per la costituzione di
una sala audio e video da parte del
Comune avevamo offerto le nostre
capacità per realizzarla e magari gestirla.
Anche in questo caso, a un finto
interessamento iniziale è seguito un pietoso
silenzio. Si vedrà questo spazio del
Comune? Mmm….” Il risultato,
traspare da facce e parole di
Emanuele e Marcello, è ormai un
naturale scetticismo nei confronti
della politica culturale del nostro
territorio e dell’Assessorato alle
Politiche Giovanili. Il loro ultimo
lavoro che guarda al territorio è
una compilation di brani di artisti
promofano comunicazione
Registrazione di un concerto a Suonolibero
della nostra Provincia e delle
Marche. Hanno curato la
masterizzazione e per alcuni brani
la stessa l’incisione.
Anche a Suonolibero hanno
incominciato a trattare materiale
video, dal suono di cortometraggi
fino a Dvd pubblicitari, con
l’intento appunto di curare tutti gli
aspetti della produzione musicale.
Infatti, aggiunge Emanuele, “un
Dvd rimane oggi difficile da fare a casa,
per questo noi intendiamo curare anche
questa parte, sempre per il fatto che
guardiamo oltre la registrazione di un
CD.”
Emanuele e Marcello sono stati
selezionati dalla Provincia per un
ottenere un finanziamento, dopo
aver presentato un accurato
progetto
incentrato
su
Suonolibero. Premiati come
giovani imprenditori, è stata
riconosciuta la validità della loro
iniziativa che sta crescendo in un
settore così difficile. “Un settore in
cui è sempre complicato mantenersi
economicamente” dice Marcello.
“Questo anche considerando –
aggiunge il collega - che non ci
sentiamo in competizione con nessuno a
Fano, proprio per l’identità specifica che
sta assumendo la nostra attività.”
Insomma di cervelli da far fuggire
ce ne sarebbero e la politica
antigiovanile, e per certi aspetti
anticulturale, qua da noi ci prova
sistematicamente a farlo,
disincentivando o semplicemente
ignorando queste attività frutto di
giovani iniziative e di talento. Nel
caso di Emanuele e Marcello poi,
la rabbia e la disillusione sono
ormai predominanti. Anche qui
mancano sinergie e reciprocità che
sarebbero troppo belle per essere
vere, promotrici di troppe
iniziative musicali e non, per poter
essere prese in considerazione
dalla nostra apatica politica.
Crazy House
Intervista a Nicola Guadagno,
presidente del Circolo ARCI
Crazy House di Fano.
Dammi notizie generali sul Crazy
House, quando è nato, se ha avuto
finanziamenti, se nasce da una tua
idea, da una tua passione.
Uno dei numerosi angoli colmi di strumenti a Suonolibero
“Erano parecchi anni che oltre a coltivare
la mia passione per la musica avevo in
mente di creare un locale del genere, un
posto che fosse incentrato sulla musica…
Ma un’idea concreta si è sviluppata alla
fine del 2004. Ero stanco del lavoro che
facevo e avevo voglia di poter mantenermi
conciliando il mio lavoro con quella che è
la mia più grande passione, cioè la
musica.”
Quando avete aperto?
“Il 26 di marzo del 2005 è nato il
Crazy House, sentivamo (parla della
sorella Laura, vice presidente del locale)
la necessità di creare un ambiente diverso,
ci eravamo resi conto che a Fano
mancava qualcosa del genere, che
mancava un posto incentrato sulla musica
dal vivo, che potesse offrire spazi anche
ai nostri piccoli gruppi emergenti, che si
distaccasse dai normali canoni secondo i
quali sono concepiti e gestiti i locali in
zona. Fondamentalmente il Crazy
House è nato dalla mia passione per la
musica e dalla voglia di creare una
parentesi diversa in cui potessero
riconoscersi tutti quei clienti che cercavano
qualcosa di diverso.”
Finanziamenti?
“Neanche uno, ho partecipato a diversi
bandi per ricevere delle agevolazioni e
pur avendo tutte le caratteristiche per
poter rientrare nel target ideale di
soggetto avente diritto a finanziamento
non ho avuto nessun genere di aiuto,
tantomeno economico.”
Comunque il Crazy House è un
Arci?
“Sì.”
IL GAZZETTINO DI FANO
15
promofano comunicazione
“Prevalentemente tratto con gente fanese
o comunque locale; come ti ho detto il
Crazy House ha un’attenzione
particolare per i gruppi emergenti ancora
non conosciuti quindi ho scelto di creare
uno spazio che fosse il più accessibile per
tutti, offrendo quindi la possibilità di
lavorare sia con professionisti che con
clienti meno preparati, in modo da poter
incoraggiare i giovani musicisti a credere
nelle loro capacità, inseguendo le proprie
aspirazioni.”
Cosa pensi della scena musicale
fanese?
Sala prove del Crazy House
Quali sono gli svantag gi e i
vantaggi del gestire un Arci?
ad altri progetti o lavori in modo
autonomo?
Come avviene la selezione dei
gruppi che suonano?
“Ci sono dei vantaggi fiscali, ma lo
svantaggio è che potendo entrare solo con
la tessera si escludono molte persone che
magari non sono clienti abituali ma
vengono solo a vedere un concerto o a
fare una bevuta. A volte la tessera diventa
un impedimento, anche se il circolo è un
circolo musicale, quindi la tessera stesse
permette di accedere a tutte le attività.”
“Sì, lavoriamo in modo autonomo e per
quanto riguarda gli eventi miriamo sì
ad andare incontro ai gusti delle persone,
cercando però di mantenere viva una
nostra identità; con i concerti diamo
spazio sia ai gruppi emergenti della scena
musicale locale sia a gruppi più conosciuti
che vengono da fuori. Organizziamo
annualmente anche un concorso musicale
che ha come premio una registrazione
nello studio.”
“Ascoltiamo il materiale che ci inviano
tramite internet o posta e poi in tre o
quattro persone decidiamo chi chiamare
a suonare. Questo vale sia per il concorso
sia per tutte le altre serate.”
Ecco appunto, parlami delle
attività offerte dal circolo.
Per quanto riguarda la sala prove
e lo studio di registrazione, i tuoi
clienti sono di Fano o vengono
anche da fuori?
“Oltre al bar e alla sala concerti
abbiamo una sala prove provvista di
strumentazione completa e uno studio di
registrazione; inoltre in quella che è la
sala concerti diamo la possibilità di fare
mostre, lasciamo esporre ai giovani artisti
che lo desiderano le loro opere. Il Crazy
House è sì un circolo musicale ma non
solo, è stato concepito anche come circolo
con finalità sociali, che desse la possibilità
a chi lo desideri di far sentire la propria
voce, che sia sotto forma di note, o di
pennellate in un dipinto o di scultura…
Sono convinto che la comunicazione senza
censura e l’aggregazione tra più persone
siano il fondamento di quello che conta
di più oggigiorno e il mio locale vorrebbe
essere un veicolo per potersi esprimere e
per poter stare insieme. Organizziamo
anche tornei di biliardino e di play
station… Ci fa piacere far divertire la
gente, comprese quelle persone che
ricercano qualcosa di alternativo alle solite
proposte.”
Come organizzi gli eventi musicali?
Ci sono collaborazioni, partecipi
Scena da un concerto sul palco del Crazy House
“Anche se la città di Fano in fin dei
conti si possa considerare abbastanza
attenta al panorama musicale penso che
da questo punto di vista sia abbastanza
morta, ma non per una questione di
tipologia di città, il fatto è che i gusti del
pubblico stanno cambiando e sono sempre
più direzionati verso la musica
campionata quindi sia gli eventi che i
locali che propongono musica elettronica
raccolgono più consensi. Mi spiego, la
richiesta di suonare dal vivo c’è ancora
ed è abbondante, i gruppi ci sono, è il
pubblico ad essere sempre più scarno.
Una serata Goa o House o Techno per
esempio attira sicuramente più pubblico
di un concerto, valido che sia.”
Organizzate serate del genere?
“Il venerdì dopo i concerti vengono dei dj
di musica elettronica, quasi
prevalentemente di Goa o Drum&Bass;
come ti ho detto ci sembra giusto offrire
un panorama vasto di scelte, che possa
accontentare le esigenze di più gente
possibile, senza porre dei limiti o
preconcetti che in qualche modo vadano
a penalizzare gusti o modi di essere.”
16
IL GAZZETTINO DI FANO
Spettacolo
L’uomo è ciò che mangia. Ludwig Feuerbach
Ma tu ci sei mai stato a Cartoceto?
Breve presentazione del Festival “Meringhe Rosa”, che si
svolgerà sabato
3 giugno.
Per la seconda volta il
Comune propone l’evento-idea di Elena Rapa e… poi non dire
che non c’è mai niente da fare!
di Valentina Tonucci
Cartoceto dista dieci km da Fano
quindi dovresti esserci già stato e
se così fosse sicuramente respirando quell’aria di borgo, di paese
dell’entroterra immerso nella calma e in un’atmosfera un po’ antica ne sarai rimasto affascinato e
avrai piacere a ritornare. Ma se tu
a Cartoceto non ci sei ancora passato, bhè ti si propone uno stravagante “dolce incontro diabetico”
con questa realtà. Questa è la seconda edizione di Meringhe Rosa,
da quest’anno l’evento è entrato
nel circuito provinciale di arte contemporanea “SPAC” acquisendo
maggior visibilità, e come ci spiega con soddisfazione Elena Rapa,
“nasce dall’idea di portare nuove
realtà artistiche in un territorio
come quello dell’entroterra
marchigiano,
lontane
e
decontestualizzanti rispetto la
linearità della vita di paese”. Il dolce
accompagnamento diabetico che
parte dalle 17:00 e giunge alla tarda serata propone a chi passerà di
là una personale di arte contemporanea firmata Lucilla
Candeloro, giovane emergente
artista abruzzese, che riuscirà a toccare le corde emotive del fruitore
attraverso la sua elaborata poetica
visiva fatta di visi e grafite. Questa
artista lega l’iperpulizia dello spazio in cui sono inserite le sconosciute persone-oggetto a visi molto sofferti che portano segni graffiati, pelle rovinata, vissuta. Scrive
Melena Rusikova nel testo critico
della mostra: “Questo lavoro meccanico, e quasi seriale, di insistere
sui volti senza porsi un termine,
risulta quindi un faticoso tentativo
– e disperato – di contenere il fastidioso senso di dispersione con
il quale tutti sono obbligati a convivere, semplicemente esistendo.”
Sarà inaugurata anche la mostra di
illustrazione “Water Resistance”
Il Teatro del Trionfo di Cartoceto allestito per Meringhe Rosa. Foto di Marco Bargnesi
a cura di Elena Rapa e del gruppo
musicale jazzcore Neo di
Terracina.
Per la musica, altro elemento
costitutivo del festival, verranno
proposti 14 video musicali di autori di nove diverse nazionalità,
dalla Finlandia all’ Austria, dalla
Francia all’ Argentina, che rappresentano Il nuovo cd di Christian
Rainer “Turn love to hate”.
Questi videomaker mostrano la
musica in immagini fondendo lo
stile del video musicale a quello del
video d’arte. Lo stesso Christian
Rainer insieme a Karin Andersen
è autore del video dal titolo
“Stranger” molto apprezzato dal
pubblico di Meringhe Rosa dell’anno scorso, pluripremiato nel
corso di quest’anno, verrà
riproposto a “Meringhe Rosa”.
Subito dopo In prossimità del bel
Teatro del trionfo di Cartoceto in
una performance si potrà ammirare “TRONKY” nuova creazione del duo maceratese
Nardi_Scopetta, che sono soliti
stupire. Alle 19:00 tutti potremo
assistere, come tutto il resto gratuitamente, allo Spettacolo Teatrale “Variazioni sul tema”, coccolati dalla bella voce di David
Quintili, idea in collaborazione con
il musicista Gianluca Gentili.
L’intento che Elena si propone di
trasmettere è: “che la manifestazione, proprio perché a fine divulgativo, nasce con la voglia di
rendere tutto gratuito, al fine di
rendere lo spettatore libero di
muoversi, sentendosi appunto liberi di scegliere, entrando ed
uscendo dall’evento per tutta la
giornata.
E con il languorino siamo giunti
alla cena negli stand della proLoco
di Cartoceto, allestiti nella piazza
del Municipio, in occasione della
tradizionale
“Festa
dei
Vincisgrassi”, a cui Merighe Rosa
quest’anno farà da cornice. Per il
dopo cena suonano per tutti coloro che hanno voglia di divertirsi
due gruppi musicali in piazza.
Dalle ore 22:30 in poi musica a
tutto campo: da Bologna a
Cartoceto il concerto del gruppo
musicale “Signorine Taytituc”,
nome che ricorda una piccola principessa vanitosa africana, costituito da tre simpatiche amiche, Erica, Claudia e Serena. Dicono di
essere bellissime, confezionate dentro la nuova divisa-abitino rosso
con mele a pois, ci faranno divertire con i loro coretti a tre accordi
e colpi secchi sui tamburi, il tutto
alla maggiore velocità possibile.
Potrebbero rientrare in quella
commistione di generi definita Indie-Hardcore-Gospel, citando tra
le loro influenze i Descendents. A
seguire The Tunas, quintetto costituito da due chitarre, basso, batteria e non stop dancing girl Erica
Gogo. Ragazzi che propongono
canzoni tra il garage punk anni 60
e il rock’n’roll deviato, risultato?
Brani ritmati e schegge impazzite.
Dicono di essere venuti dal pianeta “Caracollo”, noi sappiamo che
si sono conosciuti sui banchi del
Liceo Artistico ma chissà… sul
loro spazio di “my space” David
Linch ha scritto che fanno
cagare… vedremo. Il programma
vi ha convinto? Ci vediamo il 3
Giugno a … Cartoceto!
Per
informazioni:
[email protected]
Per approfondimenti:
http://profile.myspace.com/
meringherosa;
www.christianrainer.com;
www.myspace.com/
nardiescopetta;
www.myspace.com/
tunabomber;
www.myspace.com/
signorinetaytituc
17
IL GAZZETTINO DI FANO
Arte
L’arte deve disturbare, la scienza deve rassicurare. Georges Braque
Progetto “Water
Resistance”
Per questo mese uno strappo
alla regola, non due parole di
scambio con un giovane artista ma, intorno ad una mostra
collettiva che partendo da
Cartoceto girerà l’Italia seguendo il gruppo musicale
“Neo” di Terracina: “Water
Resistance”.
di Valentina Tonucci
Si inaugura il 3 giugno all’interno
della cornice artistica del festival
“Meringhe Rosa” una giovane e
amena mostra collettiva di illustrazione, arte digitale e fumetto. A
Cartoceto l’anteprima della mostra che inizierà il suo giro d’Italia
nel 2008, con l’uscita dell’ultimo
disco del gruppo Jazzcore di
Terracina “Neo”. Hanno risposto
all’invito di Elena Rapa una trentina di artisti, che lei definisce semplicemente “amici”. Persone che
influenzano l’opera e il lavoro di
Elena, anche lei artista, di riflesso,
come capita a tutti noi quando a
contatto con le persone emotivamente vicine ci accorgiamo di
averle “interiorizzate”. Gli artisti
che hanno risposto all’invito hanno sviluppato come tema e filo
conduttore l’acqua (tema quest’anno approfondito anche dal Napoli Comicoon), e in particolare
la resistenza a questo elemento. Le
tavole, su carta, di formato quadrato, si sviluppano attraverso tre
colori: il nero, il bianco e un punto
di azzurro cenere. I generi e gli stili artistici attraverso cui si sviluppa
questa particolare “resistenza”
sono i più differenti e vari. Dall’atmosfera nostalgica di Karin
Andersen in cui un essere
antropomorfo-futuristico trascina
una tartaruga sul pelo dell’acqua,
foto che è stata rielaborata in digitale, a MaicoleMirco, che inscenano bicromaticamente con un
tratto molto lineare e semplice un
incontro-scontro tra un polpo e
un sottomarino. Poi troviamo da
Ale Staffa, “AgitPop” il cui mot-
L’opera di Karin Andersen
to è “idee zero, contenuti meno”,
fumettista underground della vecchia generazione, ad alcuni esponenti della nuova, come
Rathinger, cofondatore della rivista Donna Bavosa e di
SuperAmici, pieno di idee e mostruosità,
o
Cesko
Fintersphooner, il cui messaggio
ci appare truce, esplosivo e molto
punk. Illustratori per l’infanzia
come il fanese Luca Caimmi e la
vicentina Milena Zanotelli, rappresentanti di uno stile più dolce,
di ispirazione fotografica maggiormente legato alla realtà. Gli
artisti che hanno preso parte al
progetto sono una trentina, la stessa Elena Rapa esporrà una tavola del suo nuovo personaggio
“Lucilla Testagrossa”. Tanti gli altri e molto importanti, è proprio
per questo che invitiamo tutti.
Alcuni siti per approfondire:
www.littlelittletony.com;
http://nicozbalboa.free.fr/
bio.php;
www.ratigher.altervista.org;
www.lamette.it; www.inguine.net;
www.agitpop.info;
www.karinandersen.com;
www.cesko-finterspoone.com;
www.jazzcoreinc.org.
Coloro che già hanno aderito al
progetto sono:
Ale Staffa, Ratigher, Paper
Resistence, Elena Rapa, Christian
Rainer, Karin Andersen,
MaicoleMirco, Little Tony, Nino
Terremoto, Giacomo Podestà,
Luca Caimmi, Mirka Pretrelli,
Marina Bolmini, Erica Preli, Rocco
Lombardi, Nardi_Scopetta,
Nicoz, Anna Tufano, Michael Rotondi, Milena Zanotelli, , Cesko,
T.H.I.inc., Francesca Komel, Alez
Frassanito, Giovanni Zuanelli,
testo introduttivo di Remo
Remotti.
Se vuoi avere uno spazio in questa
rubrica
contattami:
[email protected].
Mondo bizzarro, di Cesko Fintersphooner.
Pesci volanti, di Paolo Moretti.
L’opera di Rocco Lombardi
18La vita è una trgaedia in primo piano, ma una commedia in campoCinema
lungo. Charlie Chaplin
IL GAZZETTINO DI FANO
L’immagine maestra
Come la finzione entra nella realtà: “Tragedie collaterali”, uno
spot di Henry Secchiaroli.
di Dario Bonazelli
… “quattro sono morti mentre
uno è stato operato e si trova in
ospedale in gravi condizioni.
L’incidente è avvenuto intorno a
mezzanotte su una strada nei pressi
di Appignano (Ascoli Piceno).”
“Deceduto il bambino coinvolto
ieri nell’incidente sulla A14, tra
Pesaro e Fano…”
“Ancora una volta la stanchezza,
l’abuso d’alcool, la velocità, la
guida nel cuore della notte in
condizioni di non sicurezza hanno
provocato la morte di due
giovanissime, che vanno ad
aggiungersi alla lista infinita delle
vittime delle stragi del sabato
sera...”
Sono stralci, questi, di alcuni articoli
di giornali locali reperiti sul web
su un totale di 517mila risultati alla
voce ‘stragi del sabato sera’. Fra
tutti i sistemi di trasporto, il
trasporto su strada è di gran lunga
quello più pericoloso e che paga
il prezzo più alto in termini di vite
umane.
Il programma d’azione 20032010 dell’Unione Europea punta
forte sulla prevenzione con
l’ambizioso obiettivo di ridurre
della metà il numero delle vittime;
la situazione è allarmante quanto
sfuggevole e il Governo non è
palesemente capace di tenere in
pugno la situazione. Il limite viene
sempre superato, sia di velocità,
sia di alcool, sia di morti.
Il tema è scottante e l’opinione
pubblica arroventata: è infatti in
corso un processo mediatico fatto
di campagne di sensibilizzazione,
talk show, prime pagine dei
giornali e di ogni media contro
l’eccesso del sabato, che è poi
anche quello del venerdì e della
domenica,
del
giovedì
universitario e di qualsiasi giorno
di festa. Le istituzioni
promuovono leggi di prevenzione
che sventolano limiti e restrizioni
alzando e abbassando le pene a
seconda del vento politico che
tira, senza mai prendere di petto
il problema. Se ne parla, ci si
confronta, si dibatte nelle varie
tavole rotonde inquadrati da
telecamere che sembrano
vanificare qualsiasi significazione
reale della parola detta.
Occorre (ri)partire dal basso
colpendo al cuore e non al cervello
delle persone, risvegliando la
volontà di partecipazione alla
vita attiva, lo strumento più
potente in nostre mani, per poter
investire tutto il potenziale
collettivo sul futuro, leg gasi:
educazione.
Occorre impegnarsi nella propria
rete di possibilità, chi è insegnante
in primis, ma nella stessa maniera
di un pescatore o di un geometra,
di un politico o di un artista che
sia.
Noi abbiamo seguito passo a
passo le riprese di uno spot, il
secondo
di
una
serie
commissionata
da
Sany
Technology srl al fotografo e
regista fanese Henry Secchiaroli,
che punta il dito proprio verso i
giovani e che verrà fatto circolare
in tutti gli ospedali d’Italia e
nelle scuole. Un segnale
importante a livello locale che
dimostra quanto l’audiovisivo
possa essere uno strumento
efficace per coinvolgere e
sensibilizzare gli altri.
“No grazie”, questo il titolo del
primo spot (sceneggiatura dei
fanesi Luca Caprara e Fabio
Roberti), parla della storia di sei
ragazzi coinvolti in un losco giro
di droga, fumo e alcool mentre
“Tragedie collaterali”, in
lavorazione e scritto da Federica
Scena tratta da Tragedie Collaterali. Fotografia di Luigi Angelucci.
Biondi, vede protagonista una
giovane coppia che decide di
prendersi una bella sbronza
proprio prima di montare sulla
propria auto. E quanti se ne
vedono la notte! Il trait d’union
tra i due film è rappresentato da
un angelo che interviene per far
vedere il futuro e cosa potrebbe
succedere se… permettendo al
protagonista di vedere il dramma
e riflettere.
Non ci troviamo di fronte ad una
produzione cinematografica di
grido, ma semplicemente ad una
squadra di ragazzi, come ama
definirla Henry, che con passione
e mezzi propri lavora all’unisono.
Se l’alta qualità del video viene
assicurata dall’utilizzo dell’HDV,
High Definition Video (telecamera
di Metis Film), Henry ha potuto
SOSTIENI IL NOSTRO PROGETTO !!!
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rendere al meglio ogni singola
scena grazie all’utilizzo della
strumentazione del già citato
Giacomo Giardini (il Gazzettino di
Fano n.2). Operatore di camera è
Giovanni Saviano, fedelissimo di
Henry, mentre il macchinista è un
giovane fanese, Luca Longarini, che
ha già tanta esperienza sulle spalle
ed è ora impegnato a specializzarsi
come operatore di un mezzo
innovativo, la steadycam. Le
riprese si sono svolte nel mese di
aprile in varie residenze private,
per le strade di Fano, set davvero
ideale a detta di Henry, e nel bar
Swan e Milly dove i protagonisti si
scolano Capirinhe una dietro
l’altra e nei pressi dei quali è stato
simulato l’incidente, con tanto di
automobile cappottata ed effetti
speciali. Per l’occasione hanno
19
IL GAZZETTINO DI FANO
promofano comunicazione
Henry Secchiaroli alla macchina da presa durante la lavorazione di C’era una volta.
partecipato alle scene la Polizia
Stradale, i Vigili del fuoco e la
Croce Azzurra di Fano la quale
ha messo a disposizione una
propria autoambulanza per
compiere delle riprese dall’interno
del mezzo, simulando, o meglio
recitando, un vero e proprio
Pronto Soccorso. Curiosissimo è
stato vedere all’opera lo Special
make-up di Andrea Giomaro, altro
fanese doc, che ha ricostruito sul
volto di un’attrice l’esito
traumatico dell’incidente, quindi
tagli, vetri, sangue e ancora sangue
con una verosimiglianza
sbalorditiva. Fotografo di scena è
Luigi Angelucci e aiuto-operatore
Tomas Lunghi.
Per quanto riguarda il cast artistico
la produzione Hego Film si è
avvalsa della collaborazione del
Casting Manager Max Callàri
(Roma) per trovare in Federica
Miniati, Pietro Caramia e Patrizia
Gaglianone tre giovani emergenti
con i quali Henry ama lavorare per
l’impegno e la passione che
profondono rispetto ad attori con
maggiore esperienza. Tra gli altri
attori: Paolo Birri, Simonetta Fragassi,
Isabella Heleni, Roberto Pensa, Andrea
Montesi.
“Correre ai ripari -così commenta
Henry Secchiaroli- questo
problema va raccontato e
sensibilizzato. Cultura, scuola e
campagne mirate devono fornire
alle nuove generazioni una
consapevolezza che manca. E
l’audiovisivo, da questo punto di
vista, è un mezzo privilegiato”.
Henry Secchiaroli nasce a Fano
(PU) il 28 marzo 1968 e fin da
piccolissimo
manifesta
chiaramente la sua passione nei
confronti delle arti visive. Entra a
contatto con il mondo della
fotografia, del cinema e delle
immagini animate grazie
all’influenza e alle spinte creative
del padre Bruno, da sempre fotocine amatore.
Benchè soltanto adolescente
Henry capisce che la fotografia è
la sua strada trovando primo
glorioso compimento in una
mostra personale alla giovane età
di 15 anni.
Henry ha già le idee molto chiare:
senza troppi dubbi si iscrive
all’Istituto Statale d’Arte di
Urbino, prestigiosa scuola a livello
nazionale, per la quale consegue il
diploma nel 1987 optando per la
specializzazione in fotografia ed
arte pubblicitaria.
Il “salto” avviene nel 1994: un
balzo di entusiasmo, giustificato
dai recenti e continui successi, lo
Scena tratta dal backstage de Il Profumo del cuore.
porta a fondare il Picture Media
Studio, una vera e propria agenzia
di spettacolo a 360 gradi che
intende muoversi con piglio sicuro
tra fotografia, video e
multimedialità.
Dopo alcuni anni arriva il primo
significativo
lavoro:
la
partecipazione al progetto
discografico “Kelly Joyce”,
all’interno del quale l’abile
fotografo fanese si prende cura
dell’immagine complessiva
dell’astro inglese nascente,
realizzando direttamente alcuni
video di presentazione e numerosi
servizi fotografici.
Mai “sazio” d’arte, si diletta a
suonare le tastiere, cercando al
contempo di essere costantemente
aggiornato sulle nuove tendenze
e le nuove sonorità. Henry non
può fare a meno di fondere tra
loro la musica e la luce. Questa la
produzione artistica dell’anno
corrente:
- Regia e Direzione della
Fotografia in “The Mission”
Cortometraggio (Mini DV)
- Regia e Direzione della
Fotografia in “Il Profumo del
cuore” Cortometraggio (HDV)
(in produzione)
- Regia e Direzione della
Fotografia
in
“Tragedie
Collaterali” Cortometraggio
educativo (HDV) (in produzione)
Contatti: e.mail
[email protected]
Sito internet
www.henrysecchiaroli.com
Se lavori con l’audiovisivo ma
vorresti esprimerti anche a
parole…contattami:
[email protected]
Copyright 2007 © Rcs Quotidiani Spa
Defaillance
di Gianni Tombari
Un sospiro.
Gocce di sudore si perdono nel tuo
corpo caldo ed eccitato.
I capelli arricciati si agitano e vanno
per i fatti loro, e qualche volta ti
infastidiscono, coprendo il tuo
campo visivo.
Ma così non va bene: lo sguardo,
come il tatto, è una componente
troppo importante.
Silenzio.
Un silenzio che ti avvolge.
Un silenzio che intoppa le tue
orecchie ovattate, rotto soltanto da
quell’inconfondibile rumore
ridondante e da urla di piacere, da
urla di dolore, da urla di fatica.
Da urla di soddisfazione.
Il lungo, e il corto, hanno
un’importanza fondamentale.
Stupidi coloro che continuano a
sostenere il contrario, arrancando nei
propri limiti e avallando la durata
come sola componente necessaria.
La durata, e basta.
Nonononono.
La durata è certo fondamentale, ma
solo per chi ha la resistenza e la
tenacia di mantenere la propria
prestazione al medesimo livello.
Continuare a fare su e giù con la
stessa
grinta,
la
stessa
determinazione, la stessa passione,
certo.
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Leggi, rileggi e pondera. Proverbio italiano
www.promofanocom.it
Immagine tratta dal sito web www.corriere.it.
Sbattendosi,
agitandosi,
dimenandosi, senza mostrare
cedimento alcuno.
Certo.
Ma con le spalle coperte da
peculiarità innate, però: sennò,
amico, è davvero inutile.
Ma qualcosa, oggi, va storto.
Le palle sembrano essere troppo
dure per il tuo partner, davvero
troppo dure persino per chi è
abituato ad affrontarle tutti i santi
giorni.
Si fanno largo nelle geometrie
perfette, si insinuano laddove
spesso non dovrebbero capitare e
colpiscono,
colpiscono
violentemente, colpiscono anche
troppo forte provocando dolore,
cazzo, provocando dolore.
I muscoli si contraggono, il corpo
si irrigidisce, si arriva persino a
qualche crampo per le posizioni
scomode assunte troppo a lungo.
Percepisci la sua chiara difficoltà e
ti stupisci, sorpreso da quella
reazione.
Non sai come comportarti, non sai
che fare, ma continui il tuo lavoro,
continui ad accompagnare il
movimento del tuo corpo con
qualche sbuffo di fatica e di piacere,
continui a spingere, a spingere fino
all’estremo, a spingere fino alla
morte.
ll tuo partner è stremato, e a te non
resta che smorzarla appena un poco
in attesa del tripudio.
Un tripudio che puntualmente
esplode, con l’urlo liberatorio che
lo accompagna in tutto il suo
fragore.
Ti avvicini a rete, stringi la mano
all’arbitro e fai comunque i
complimenti al tuo avversario:
vincere una finale di tennis non è
mai stato facile come questa volta.
Giovani scrittori
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IL GAZZETTINO DI FANO
20
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21
IL GAZZETTINO DI FANO
Ecologia
Ciò che non fa bene all’alveare non può far bene alle api. Marco Aurelio
Polveri sottili nell’aria: un problema di
cui tutti dobbiamo prendere coscienza
Solo nei primi tre mesi del 2007 le concentrazioni di polveri
nell’aria sono state per 52 giorni superiori al limite di legge
di Alberto Capuccini
Facendo una passeggiata in città,
andando al lavoro in bicicletta,
mentre si è in fila in macchina nei
pressi di una rotatoria o in un
qualunque altro momento in cui
ci troviamo all’aperto, a chi non è
mai capitato di respirare a pieni
polmoni e sentire nell’aria un
odore, un non so che, di
innaturale?
Purtroppo “quel non so che” ha
un nome e si chiama “polveri
sottili”, le famose, quanto
ignorate, pm10, ossia particelle fini
respirabili con un diametro
inferiore a 10 micrometri e quindi
in grado di penetrare nel tratto
superiore
dell’apparato
respiratorio (dal naso alla laringe).
Nella nostra bella città il problema
che riguarda le pm10 è più serio
che mai.
La leg ge stabilisce che la
concentrazioni di polveri nell’aria
non deve oltrepassare per più di
35 volte in un anno il valore di 50
microgrammi per metro cubo;
per darvi un’idea della condizione
dell’aria che respiriamo, riflettete
sul fatto che solo nei primi tre mesi
del 2007 questa soglia è gia stata
superata ben 52 volte!
Questa problematica è stata
studiata dall’ASUR (azienda
sanitaria unica regionale), la quale
ha condotto uno studio relativo
agli anni 2003/04 sull’impatto che
queste polveri hanno sull’ambiente
e sulla salute di noi cittadini fanesi,
arrivando a delle conclusioni che
non possono lasciare i lettori
indifferenti, ed è proprio per
questo che ve le voglio proporre.
Secondo le loro stime nel 2003 nel
comune di Fano ben 21 decessi
sarebbero stati provocati dalla
presenza di pm10, mentre altre 30
persone si sarebbero ricoverate
per cause derivanti da queste, quali
problemi respiratori e circolatori.
Nel 2004 le conseguenze sulla
salute
dei
cittadini
ammonterebbero invece a 17
decessi e 30 ricoveri.
Viene inoltre rilevato che, un
bambino nato nel 2004 a Fano, in
base alla struttura della
popolazione e al tasso di mortalità
generale, ha una speranza di vita
di 83 anni, di questi però lo 0.57
% viene perduto a causa
dell’esposizione ai livelli di
inquinamento da pm10 del 2004.
A questo punto porci qualche
Immagine tratta dal sito web www.antoniodipietro.com
Aria Killer. Campagna della Consulta per l’ambiente del Comune di Brescia.
domanda è d’obbligo: cosa ha
portato la nostra aria a ridursi
così? Come possiamo fare per
limitare i danni e cercare di ridurre
l’emissione di pm10?
Al primo quesito possiamo
rispondere tutti semplicemente
facendo un esame di coscienza sui
nostri stili di vita, i quali, in quanto
a comodità, non hanno eguali
mentre in quanto ad impatto
ambientale lasciano molto a
desiderare…
La risposta alla seconda domanda
apre un dibattito di non facile
soluzione.
Il metodo migliore sarebbe
iniziare a bloccare il traffico
cittadino, un controllo a tappeto
di caldaie casalinghe e impianti
industriali, il potenziamento delle
viabilità pedonali e ciclabili e, non
per ultimo, un potenziamento dei
servizi di trasporto pubblico.
In teoria le linee politiche da
seguire sarebbero queste, ma dalla
teoria alla pratica il passo è lungo,
poiché molti di questi interventi
risulterebbero di elevata
impopolarità e di difficile
realizzazione (si pensi al blocco
della statale che attraversa la città),
ed è proprio qui che il mondo
politico e cittadino si divide.
Se da una parte vi è chi ritiene che
questo problema sia grave, ma
non debba assumere tanta
rilevanza da paralizzare la viabilità
e lo stile di vita cittadino, dall’altra
vi sono le associazioni
ambientaliste e tutte le persone che
sono state direttamente coinvolte
dal problema che chiedono invece
l’adozione al riguardo di un piano
strategico pluriennale, il quale
preveda, se necessario, misure
impopolari e che si ponga come
obbiettivo primario il risanamento
dell’aria.
Certo è che, nel momento in cui
una qualche situazione richieda una
presa di posizione impopolare da
parte di un’istituzione, queste non
faranno certo la fila per essere
etichettate come coloro che hanno
recato disagio alla cittadinanza.
L’assessore
all’ambiente
Gabbianelli, interrogato sulla
questione, ritiene che il primo
passo debba essere fatto dalla
Regione, la quale dovrebbe
emanare regolamenti che riescano
ad uniformare, su questa tema, le
politiche di tutti i comuni e che
possano condurre ad un piano
d’azione che operi sulle
infrastrutture. Dall’altro lato, la
Regione stessa, punta il dito
contro l’assessore all’ambiente, il
quale viene accusato di non aver
preso misure adeguate alla
soluzione del problema.
Insomma a livello politico questa
è una questione per la quale
nessuna istituzione sente l’obbligo
di agire, ma per la quale tutti
paghiamo le conseguenze derivanti
dalle suddette negligenze.
Siamo noi cittadini dunque che
dobbiamo iniziare a prendere
coscienza del problema e a
renderci conto che, se certe
questioni arrivano a toccare la
nostra salute, e di conseguenza
quella pubblica, niente può
esimerci dal porre domande, dal
proporre interventi, dal far sentire
la propria voce, perché se della tua
salute e delle problematiche che ti
vedono coinvolto non ti occupi
tu, credi che lo farà qualcun altro?
IL GAZZETTINO DI FANO
22La geografia è più importante della storia perchè la contiene. Guillermo
Itinerari
Cabrera Infante
In viaggio nella
città del momento:
Valencia
Un viaggio tra tradizione e
modernità
Di Raffaella Clemente
E’ la città del momento. E’ la città
il cui nome oggi appare su tutti i
giornali per il via alla 32esima
edizione dell’America’s Cup.
Parliamo di Valencia.
Ogni anno oltre quattro milioni di
turisti visitano la Comunidad
Valenciana, di cui Valencia è il
capoluogo. Negli ultimi dieci anni
la città è stata trasformata con
creatività e vigore; si è estesa così
tanto che i giornali spagnoli hanno
parlato di una explocion valenciana.
Quest’anno poi la sua fama è
diventata mondiale grazie proprio
all’America’s Cup, gara che si sta
svolgendo in questi mesi nelle
acque valenciane.
Terza città della Spagna in ordine
di grandezza, Valencia è una città
solare, vivace ed accogliente che
merita di essere visitata e vissuta.
Il letto del Rio Turia, fiume
deviato a causa di passate
inondazioni e ora trasformato a
grande parco, divide la città in due
parti che equivalgono alle sue due
anime: la Valencia antica, storica e
colta, si distingue dalla Valencia
moderna, caotica e avanguardista.
Quest’ultima, proiettata nel futuro,
è stata resa famosa soprattutto
dalla Ciudad de las artes y la ciencias,
progettata dall’architetto Santiago
Calatrava, il figlio più illustre della
città, che già nel 1995 aveva
realizzato sul letto prosciugato del
Valencia. Plaza de toros.
Valencia. Ciudad de las artes y la ciencias.
Rio Turia uno dei più futuristici
ponti europei.
La Ciudad de las artes y la ciencias
richiama ogni anno milioni di turisti
provenienti da tutto il mondo.
Questa città nella città è divisa in
quattro parti: l’Hemisferic, struttura
che comprende un planetario e un
cinema IMAX; il Museo de las
Ciencias Principe Felipe, museo delle
scienze interattivo; l’Oceanografic,
uno degli acquari più grandi
d’Europa; e infine il Palau de les
Artes Reina Sofia, spettacolare
auditorium dove si svolgeranno i
più importanti spettacoli di opera,
danza e concerti sinfonici.
Pur proiettata nel futuro però,
Valencia non vuole rinunciare alla
sua anima più storica, con le sue
altrettanto radicate tradizioni. La
parte più antica della città è
chiamata el Barrio del Carmen.
Percorrendo le sue strette vie si
può arrivare facilmente a Plaza de
la Virgen, piazza alla spalle della
maestosa Cattedrale, dove si dice
sia custodito quello che secondo
alcuni potrebbe essere il Santo
Graal.
Tra i monumenti storici, una
struttura affascinante è senza
dubbio La plaza de toros, arena
dove in agosto è possibile assistere
ad una delle più grandi tradizioni
spagnole: la corrida.
I valenciani sono molto
tradizionalisti, basti pensare alla
tenacia con la quale sostengono il
dialetto valenciano, lingua della
Comunidad
che
obbligatoriamente viene fatta
studiare sin dalle scuole inferiori.
Ma per entrare nella più antica
tradizione valenciana è necessario
assistere ad una delle feste più
sentite e rinomate della città: Las
Fallas. Questa festa, che si tiene a
marzo in onore di San Josè, è
paragonabile al nostro carnevale:
ogni quartiere costruisce la propria
falla, enor me pupazzo di
cartapesta, che rappresenta
personaggi o temi tratti dalla
realtà valenciana. Dal 15 al 19
marzo tutti gli abitanti della città
sono in festa e vivono questa
tradizione coinvolgente che si
conclude con la cremà, la bruciatura
di tutte le fallas.
Per chi va a Valencia non è
possibile non farsi trascinare dalla
movida e dall’entusiasmo con il
quale i valenciani vivono la loro
città, fieri della sua crescita e della
sua innovazione degli ultimi anni.
Per chi ama addentrarsi nella
quotidianità del posto, ci si può
immergere nel Mercado Central,
grande mercato in cui i colori e i
profumi dei cibi locali rimarranno
sicuramente impressi.
Oggi, in occasione dell’America’s
cup, milioni di turisti affollano il
nuovo
porto,
costruito
magnificamente per l’occasione,
ma frequentano anche le lunghe
spiagge con i suoi numerosissimi
locali e ristoranti. Valencia, infatti,
va fiera anche per essere
conosciuta in tutto il mondo
culinario grazie al suo piatto tipico:
la paella. Nata tanti anni fa, questa
ricetta antica è diventata la più
richiesta da tutti i turisti e non solo.
Piacevole e accogliente per ogni
tipo di viaggiatore, Valencia è
sicuramente una città da visitare
immergendosi nelle sue profonde
tradizioni, ma anche nella sua
coinvolgente modernità.
23Ricorda sempre di non bere mai più di quanto tu possa caricarti sulle
Stogazzo
spalle. Proverbio cinese
IL GAZZETTINO DI FANO
di Alberto Eusebi
Finalmente è arrivato, nessuno lo
aspettava ma è arrivato, l’angolo
dedicato ai lettori, hai una
domanda nella testa e non hai
voglia di cercare la risposta?
Curiosità sulla vita quotidiana o
storia Fanese? Vuoi sapere perchè
lo stercorario fa quello che fa?
Vuoi conoscere i segni di briscola?
Il numero di telefono della
redattrice? Qualsiasi domanda tu
voglia porci noi la leggeremo e le
migliori troveranno risposta sul
gazzettino.
Scrivi
a
[email protected].
Su un altro periodico del vasto
panorama intellettuale fanese,
è uscito un articolo intitolato
Come essere felicemente
trendy in cui si spiega come
vestirsi per un aperitivo: i
consigli che danno sono giusti;
ma si adattano proprio a tutti i
bar e/o locali fanesi?
Questa domanda casca a fagiuolo,
mentre stavo leggendo l’articolo
stavo pensando: sì, va bene, ma
se fossimo al bar Arcobaleno…
sì, va bene, ma se a Carrara una
ragazza arriva troppo carina… in
definitiva mi sento di suggerire
un’alternativa per lui e per lei
sull’aperitivo carrarese, che si
CINEMA
L’opera che visse due volte. Cinema e letteratura nella cultura del ‘900. Seminario sul cinema
ad Urbino fino al 31 maggio. In
programma: 10 maggio Senso
(1954), di Luchino Visconti, presentazione di Bianca Maria
Marchetti; 15 maggio Jules et Jim
(1962), di François Truffaut, presentazione di Margaret Amatulli e
Anna Bucarelli;17 maggio
Apocalypse now (1979), di Francis
Ford Coppola, presentazione di
Marco Dorati; 22 maggio Il deserto dei Tartari (1976), di Valerio
Zurlini, presentazione di Bernardo
Valli; 24 maggio Il signore delle mosche (1963), di Peter Brook, pre-
distacca un po’ da quello trendy
fanese: non che sia meglio o
peggio, però è diverso.
PER LUI: portare soldi in quantità
tali da potersi permettere di
pagare l’aperitivo a lei ed
eventualmente un giro di bevute
per acquietare i ruspanti animi
carraresi alla vista della pulzella.
Essere possibilmente ben piazzato
e pronto alla rissa. Non toccare
gli stuzzichini se un signore più
anziano di te è a meno di un metro
da essi, si rischia la mano. Ordinare
un frizzantino della Zonin prima
e dopo l’aperitivo. Come aperitivo
Campari con vino è molto ben
visto dagli abitanti del luogo.
Rispettiamo le culture diverse.
Non occupare il bancone per un
tempo superiore a quello
necessario ad ordinare da bere,
riceverlo, pagare e spostarsi.
Durante l’aperitivo è consigliabile
praticare lo sport della briscola; in
alternativa scopa o scala 40 sono
egualmente ben accetti. Il vestito
di lui non ha importanza alcuna se
non per la ragazza, c’è da dire però
che se ella accetta un aperitivo
all’arcobaleno, il vestito non è di
nessuna importanza neppure per
lei.
PER LEI: vestito sobrio e ben
coperto, al 15 di agosto si consiglia
sentazione di Marco Dorati; 29
maggio L’uomo che amava le donne
(1977), di François Truffaut, presentazione di Margaret Amatulli e
Anna Bucarelli; 31 maggio A funny
thing happened on the way to the forum
(1966), di Richard Lester, presentazione di Roberto M. Danese. Per
i n f o r m a z i o n i :
[email protected]
o
[email protected].
MOSTRE
Miravigliosamente Mirò. Opere grafiche dal 1948 al 1971.
Gradara, Palazzo Rubini. Dal 15
aprile al 4 novembre 2007. Il borgo medievale di Gradara si apre
all’arte contemporanea e ospita
“Miravigliosamente Mirò, mostra
maglione di lana nera a collo alto,
jeans larghi e poco sexy, occhiali
scuri, cappello di paglia, anfibi di
cuoio con suola antiscivolo. Un
rossetto rosso può essere usato
con cautela. Non portare soldi in
quanto se anche il vostro lui sarà
in ritardo (cosa tra l’altro
fatalmente errata) si troveranno
dozzine di uomini pronti a
soddisfare la vostra voglia di
aperitivo inducendovi anzi a
proseguire le bevute fino a che
non sarete pronte per il secondo
fine. Altre regole per le ragazze
non esistono, avete potere
illimitato sul bar.
PER LUI E PER LEI: essere già
molto innamorati, molto, non fare
questo nel primo semestre di
appuntamenti.
Il 13 del mese scorso era
venerdì… è vero che porta
sfortuna? Non era il 17?
Si tratta di una superstizione che
prende
il
nome
di
parascavedecatriafobia
o
friggatriscaidecafobia. Alcuni
sostengono che la credenza sia
nata venerdì 13 ottobre 1307,
giorno in cui Filippo il Bello fece
arrestare tutti i Templari sul
territorio francese, confiscando i
loro beni e consegnandoli
all’Inquisizione. Fatto che causò
probabilmente la rapida caduta
dell’ordine in circostanze
veramente misteriose. Secondo
altri, la scaramanzia è legata invece
alla tragica fine del tredicesimo
commensale dell’ultima cena,
Giuda, che tradisce Gesù, il quale
proprio di venerdì muore sulla
croce. Tanto che si dice che
quando si è in 13 a tavola il primo
ad alzarsi sarà il primo a morire.
Venerdì è anche il giorno in cui
Adamo ed Eva peccarono
nell’Eden ed in cui ebbe inizio il
dedicata all’opera grafica del geniale artista spagnolo. Per info e
prenotazioni: tel. 0541.964673; fax
0 5 4 1 . 8 2 3 3 6 4 ;
w w w. g r a d a r a i n n o v a . c o m ;
[email protected].
MUSICA
Jazz in the countryside. Rassegna di musica jazz in programma
a San Costanzo fino al 25 maggio. Al via la rassegna di musica
afroamericana in programma ogni
venerdì a Cerasa di San Costanzo:
il jazz va in collina e porta il meglio dei musicisti della regione
n e l l ’ e n t r o t e r r a .
Grazie alla collaborazione del
Fano Jazz in’n club, ogni venerdì
jazz marchigiano nello scenario
Diluvio Universale. La credenza
si è diffusa anche in Italia, ma nel
nostro Paese resistono tuttavia
credenze di segno opposto che
ritengono fortunato il numero 13
e sfortunato il venerdì 17. Però il
Gazzettino si è informato troppo
sul 13 e adesso il 17 non gli
interessa più.
A proposito di questo mese
invece, com’è nata la festa della
mamma?
La festa della mamma fu istituita
nel 1914 negli Stati Uniti su
proposta di
Anna M. Jarvis la quale era molto
legata alla madre.
Dopo la morte della mamma,
Anna si impegnò inviando lettere
a ministri e membri del congresso
affinché venisse celebrata una festa
nazionale dedicata a tutte le
mamme.
Grazie alla sua tenacia e
determinazione, la prima festa
della mamma fu celebrata a
Grafton e l’anno dopo a Filadelfia:
era il 10 maggio 1908.
Nel 1914 il presidente Wilson
annunciò la delibera del Congresso
per festeggiare questa festa la
seconda domenica di maggio,
come espressione pubblica di
amore e gratitudine per le madri
del Paese.
In Italia, e a Fano, la Festa della
mamma si festeggia la seconda
domenica di maggio perchè noi
non potevamo non avere una
festa che gli Stati Uniti hanno.
Si sta anche discutendo se
festeg giare il 4 luglio ma al
momento non si trova un valido
motivo, i più accesi sostenitori
continuano imperterriti sulla tesi
del: perchè no?
Agenda
naturale delle colline fanesi: presso l’Agriturismo DivinAmore di
Cerasa di San Costanzo dalle ore
21.30. Venerdì 11 mag gio il
Cirano 5tet; venerdì 18 maggio
Ippolito Lamedica quintet; venerdì 25 maggio concerto di chiusura con Gandinga e Sadunga.
Ingresso ai concerti gratuito; sconto del 15% sui servizi
dell’agriturismo DivinAmore. Per
informazioni e prenotazioni :
0721-935011.
CONCORSI
MMS Photo Festival. Concorso che ricerca, valorizza e promuove la creatività inedita espressa tramite la nuova tecnologia dei
telefoni con fotocamera, nato nel-
IL GAZZETTINO DI FANO
l’ambito del primo festival europeo di MMS, che si terrà il prossimo novembre a Terni nell’ambito
del 2° CortoFonino Film Festival,
festival nazionale di cortometraggi
girati con il telefonino. Le foto sono
a tema libero: possono essere artistiche, realiste, comiche, di
reportage, purchè siano inedite e
il peso dell’MMS non sia superiore ai 100 KByte. E’ possibile partecipare con non più di un’immagine dal 10 marzo al 10 ottobre
2
0
0
7
.
I 20 lavori finalisti saranno esposti
a Palazzo Primavera a Terni il 10
novembre prossimo e il migliore
vincerà la pubblicazione dell’MMS
sulla rivista Exibart (sia cartacea che
o n l i n e ) .
L’MMS Photo Festival persegue il
fine del CortoFonino Film Festival,
fare in modo cioè che la tecnologia diffusa possa essere usata per
scopi desueti ed esprimere le proprie capacità creative, e confina con
l’SMS Script Festival, altra sezione
del CortoFonino 2007 riservata al
miglior messaggio. Info e bandi
s
u
www.cortofoninofilmfestival.eu
e
www.liberailota.eu.
IN ITINERE
Cartoniadi. La sfida all’ultimo
cartone tra le città di Ancona,
Fano, Fermo e Macerata. Durerà un mese, al vincitore 30.000
Euro. Comieco in collaborazione con la Regione Marche indice
un’iniziativa di sensibilizzazione alla
raccolta differenziata che mira a
diffondere l’abitudine di separare
carta, cartone e cartoncino dal resto dei rifiuti. Tra il 1 e il 31 maggio tutti i residenti nei Comuni di
Ancona, Fano, Fermo e Macerata
sono invitati ad avviare al riciclo
quanti più imballaggi di carta e
cartone possibili. Al comune vincitore Comieco metterà a disposizione 30.000 euro per un pro-
24
getto di riqualificazione del territorio. Per maggiori informazioni
www.cartoniadi.org.
TerraFutura 2007. IV edizione
della mostra-convegno internazionale delle buone pratiche
di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Una rassegna
espositiva in cui saranno presenti
associazioni e realtà del non profit,
imprese eticamente orientate, enti
locali e istituzioni, reti e coordinamenti a testimoniare come comportarsi in modo “alternativo” sia
possibile in ogni ambito dell’abitare, del produrre, del coltivare,
dell’agire, del governare, a livello
sia locale che mondiale. Con appuntamenti culturali, workshop e
laboratori. Tre giorni per comprendere come agire in pratica per
garantire un futuro alla terra e
come costruire un modello di sviluppo diverso, più equo e sostenibile, incontrando progetti, esperienze ed esempi concreti che
spaziano dalla tutela dell’ambiente
alle energie alternative rinnovabili,
dall’impegno per la pace alla cooperazione internazionale, dal rispetto dei diritti umani alla finanza etica, dal commercio equo al
turismo responsabile, dalla mobilità sostenibile all’agricoltura biologica e biodinamica, dalla
bioedilizia alla salute. Dal 18 al 20
maggio 2007 a Firenze presso la
Fortezza da Basso. Ingresso libero dalle 9.00 alle 20.00. Info su
w w w. t e r r a f u t u r a . i t .
Ci Siamo. III meeting internazionale delle Politiche Giovanili. A Urbino dal 9 al 12 maggio 2007. Incontro internazionale
dedicato ai temi della partecipazione e della rappresentanza giovanile: numerosi gruppi di giovani, a livello sia italiano che europeo che extraeuropeo, porteranno le loro esperienze e testimonianze di partecipazione attiva,
promofano comunicazione
confrontandosi tra loro, oltre che
con istituzioni ed “addetti ai lavori”, che saranno in posizione di
ascolto e avranno un’occasione
importante per “capirne di più”
dalla viva voce degli interessati
messi a confronto. Assemblee,
workshop e una serie di iniziative
collaterali trasformeranno Urbino
per una quattro giorni all’insegna
dell’impegno giovane e del contagio tra diverse e interessanti realtà.
Il Gazzettino di Fano parteciperà al Meeting sia nell’ambito del
confronto di esperienze tra i giovani, la mattina del 10 maggio, sia
nella redazione di un quotidiano
interno al Meeting. Per informazioni Segreteria Organizzativa:
Provincia di Pesaro e Urbino, Piazza della Repubblica 3; Tel:
0721359697 Fax: 0722373087; Em
a
i
l
:
[email protected].
E’Naturale. “Non perdere i
sensi”. L’Associazione Culturale
Rari Ramarri Rurali e l’Associazione Ambientalista La Lupus in
Fabula
propongono
una
riscoperta dei luoghi e dei momenti più vicini alla natura e ai suoi
preziosi segreti. Prossimi appuntamenti: lunedì 14 maggio, ore
17,30, presso l’Aula Magna I.T.C.
Cesare Battisti, via XII settembre,
Fano, Presentazione dell’ultimo libro di Giuseppe Altamore I PADRONI DELLE NOTIZIE
(Edizioni B. Mondadori, 2006), IL
SENSO DELL’INDECENZA;
martedì 15 maggio ore 17,30,
presso l’Aula Magna I.T.C. Cesare Battisti, il convegno: ACQUE
MINERALI: QUALCUNO
VUOL DARCELA A BERE…;
domenica 20 maggio IL SENSO
DEL COLORE, escursione al
Parco Naturale del Monte San
Bartolo. Per info: La Lupus in
Fabula, tel 347.0515010,
w w w. l a l u p u s i n f a b u l a . i t ,
[email protected]; Rari
Ramarri Rurali, tel. 338 8660553.
…La valle incantata. La valle
inquinata… Viaggio dentro e
fuori la Valle del Metauro. Ultimo appuntamento del ciclo di incontri promossi dall’associazione
culturale Sconfini con il patrocinio
del
Comune
di
Montemaggiore. Ultimo appuntamento venerdì 11 maggio alle
ore 21 presso la sala conferenze
del centro civico di Villanova di
Montemaggiore al Metauro intervento del prof. Nino Finauri, Arte
profetica e rifiuti: 100 anni di immondizia nell’opera creativa degli
artisti occidentali. A seguire lectio
magistralis di Laura Puppato, sindaco di Montebelluna. Per info
Comunità Montana del Metauro,
tel. 0721 74291.
Festa del Nino.
Continua il baccanale suino che
porta a spasso per le terre
marchigiane i sapori della mensa.
Prossimi appuntamenti: venerdì 11
maggio Adagio con Gusto, presso il ristorante Cascina delle rose;
13 maggio L’antico dolce del
miele, presso il museo Casa della
Mina a san Giorgio di Pesaro; 19
maggio Toonino e Gustavo alla
ricerca della ricetta perduta, a
Pergola presso il Teatro Comunale Angelo dal Foco; 19 maggio:
mai a letto – la notte bianca,
rosa è la notte, a Sant’Andrea di
Suasa. In parallelo escursioni
naturalistiche con A spasso per le terre
del nino 2007: sabato 19 maggio
Al cospetto del Patriarca, itinerario al Monte Catria. Per finire
Tipicando con IoNino 2007, itinerari nel gusto guidati dall’associazione culturale Percorsi Paralleli: il 19 maggio I castelli del
Bianchello, degustazioni e visite
guidate a San Costanzo. Per informazioni: [email protected];
tel 0721.778818.