infofano.it promofanocomunicazione IL GAZZETTINO DI FANO La voce dell’interlocutore trascurato Mensile gratuito - Numero 3 - Maggio 2007 Spazio e Città www.ilgazzettinodifano.it 2 IL GAZZETTINO DI FANO Stonehenge. Immagine tratta dal sito web www.amicinellarte.it. di Francesca Montanari La natura della vita ci suggerisce ad ogni istante che siamo, qui e adesso. Il movente pragmatico che guida la nostra coscienza nell’esistenza quotidiana - il fatto cioè che la nostra attenzione verso questo mondo sia soprattutto determinata da ciò che stiamo facendo, abbiamo fatto o progettiamo di fare in esso -, unito al mezzo che ci consente in maniera più immediata di fare esperienza dell’esistenza - il corpo - ci colloca di fatto in uno spazio. Esistiamo, in qualche punto di uno spazio che si eterna in tutte le Pag. 3 ..................................................................................................... Inchiesta Spazio ai giovani Pag. 6 ...................................................................................................... Attualità Per un turismo fieristico e congressuale La mobilitazione di Ponte Metauro Pag. 7 ....................................................... Amministrazione della città: il bilancio Pag. 8 .....................................................................................Voce del cittadino Pag. 9 ................................................................................................. Letteratura L’uomo: l’essere più evoluto? Pag. 10........................................................................................................ Teatro Il cerchio delle meraviglie Pag. 11...................................................................... La fantasia scende in piazza Pag. 12....................................................................................................... Musica Le strade della musica a Fano Pag. 16 ............................................................................................... Spettacolo Ma tu ci sei mai stato a Cartoceto? Pag. 17 ........................................................................................................... Arte Il progetto Water Resistance Pag. 18 ..................................................................................................... Cinema L’immagine maestra Pag. 20 .................................................................................... Giovani scrittori Defaillance Pag. 21 .................................................................................................. Ecologia Polveri sottili nell’aria: un problema di cui tutti dobbiamo prendere coscienza Pag 22 ..................................................................................................... Itinerari In viaggio nella città del momento: Valencia Pag. 23 .................................................................................................. Stogazzo Pag. 23 ..................................................................................................... Agenda L’immagine di copertina è tratta dal manifesto disegnato da Dario Fo per l’edizione 2003 del Carnevale di Fano. Da www.archivio.francarame.it. Editoriale Lo spazio sta al luogo come l’eternità sta al tempo. Joseph Joubert dimensioni in un momento determinato. Ci muoviamo, attraverso lo spazio, nell’eternità del tempo. Il movimento è l’azione, lo spazio è il luogo dell’azione. E dell’interazione: perché lo spazio, è sempre condiviso. E’ il teatro dell’incontro, dello scambio, della relazione, della comunicazione. Lo spazio è vita. Prova sociologica ne è il fatto che tutte le forme di esclusione sono prima di tutto esclusioni da uno spazio: per coloro verso i quali la collettività esprime un giudizio negativo si marcano divieti d’accesso allo spazio condiviso, si erigono muri e confini, o peggio, si costruiscono spazi ad hoc in cui relegarli per un esilio inosservato e tranquillizzante. Lo spazio, o quantomeno la percezione che di esso si ha, influisce direttamente sui comportamenti. Le modalità di organizzazione, gestione e regolazione ad esempio degli spazi urbani sono esempi eloquenti di come le facilitazioni, o le restrizioni, applicate allo spazio siano di fatto determinanti per l’atteggiamento che si frappone tra la vita e il viverla. E ancora, lo spazio è vitale: nello spazio confluisce l’energia, dallo spazio e per lo spazio essa si propaga. Ergo, l’energia ha bisogno di spazio per esprimersi; chiede aree in cui plasmarsi, temprarsi, commistionarsi; reclama zone aperte ad interventi creativi e contagiosi. Lo spazio è uno, qui e ovunque allo stesso tempo: un’infinità osservabile da una duplice angolazione. Ogni luogo vale un assedio: ci aggrappiamo a delle radici, per non scivolare via dal tempo; lo spazio è la nostra terra, lottiamo per tutelarla, valorizzarla, proteg gerla, garantirne la sopravvivenza; crediamo fermamente che non ci sia vita senza spazio. O, al contrario, nessun luogo vale un assedio: le radici, se forti, trascendono la necessità di un punto fermo e localizzato; lo spazio è qualsiasi terra, giochiamo raminghi a percorrerla per la bellezza del percorso e per il fascino del cammino; siamo certi che la vita sia in ogni spazio. La differenza tra le due scelte di fatto converge in un punto: nell’affermazione dello spazio, fisico o metaforico, quale valore positivo irrinunciabile su cui la vita fiorisce e prospera. Sommario Il Gazzettino di Fano, supplemento al periodico di comunicazione pubblicitaria e culturale Fanoshop. Registrazione presso il tribunale di Pesaro n.431 del 1/4/97. Edito da Promofano Comunicazione. Numero 3; maggio 2007. Tiratura 3.000 copie. Direttore responsabile Uberto Carradori Redattore capo Francesca Montanari Redazione Francesco Alunni, Marco Benini, Dario Bonazelli, Alberto Capuccini, Michela Carradori, Raffaella Clemente, Alvise De Sanctis, Alberto Eusebi, Ivan Gidiuli, Tommaso Panajoli, Fabio Roberti, Giovanni Roccato, Valentina Tonucci Web Editor Alessandro Albero Hanno collaborato a questo numero Massimo Ceresani, Gianni Tombari 3 IL GAZZETTINO DI FANO Inchiesta Ci sono spazio e mezzi per ogni uomo vivente. William Shakespeare Spazio ai giovani Indagine sulla gestione cittadina delle Politiche Giovanili e sulle possibilità per i giovani di vivere lo spazio pubblico di Ivan Gidiuli e Francesca Montanari Spazio: categoria che nel senso comune rappresenta, nella maggioranza dei casi, il luogo fisico dove si muovono i corpi, ma che a volte può rappresentare un’idea che prende forma, o, per dirla più semplicisticamente, un materiale intellettivo che diviene reale e prende consistenza all’interno della società e della realtà modificandone l’aspetto. E’ in questa accezione che prenderemo in esame lo spazio e tenteremo nello specifico di concentrare l’attenzione nel nostro Comune, cercando aree dedicate ai giovani e alla loro possibilità di intervento all’interno della sfera pubblica, esaminando nello specifico quegli organi che danno la giusta forza a queste voci per essere ascoltate e che creano per coloro che sono alle prime esperienze, degli ambiti nei quali potersi identificare come realtà concrete, con la loro spinta fondamentale verso il futuro. Per analizzare il problema abbiamo intervistato chi si occupa di queste tematiche quotidianamente dal punto di vista istituzionale, e che tenta di dare risposte a quelle numerose domande che altrimenti sparirebbero per la loro difficoltà di inserimento: l’Assessore alle Politiche Giovanili Mirco Carloni e chi opera nel settore attraverso i centri di aggregazione giovanile, nello specifico Mirko Cecchetelli, coordinatore della cooperativa “Crescere”, che gestisce questi centri, e Aiudi Francesco, operatore all’interno di essi. Immagine tratta dal sito web www.primomaggio.com L’Assessore: intervista a Mirco Carloni All’Assessore Mirco Carloni chiediamo anzitutto quale linea guida, dal punto di vista istituzionale, la gestione delle Politiche Giovanili, in termini di attività organizzate per i giovani e spazi ad esse adibiti. L’operato del Comune, mi spiega, si sviluppa sostanzialmente attraverso la rete territoriale dei centri giovanili: gli informagiovani, che ai giovani forniscono un servizio informativo relativo a vari ambiti – for mazione, lavoro, proposte e opportunità di carattere economico, culturale o scientifico -, e i centri di aggregazione giovanile, spazi che l’amministrazione comunale mette a disposizione di operatori che in essi gestiscono iniziative sportive, culturali, ludiche o ricreative. E’ attorno a questi ultimi, tre a Fano, che gravita la maggior parte delle iniziative organizzate da e per i giovani a livello locale. Certo, esistono iniziative organizzate direttamente dal Comune – per citarne alcuni: Velagiovane, progetto che promuove la socializzazione attraverso la barca a vela; Musicando, festival per giovani musicisti con ospiti d’eccezione e possibilità di partecipare alle selezioni di Sanremo; Fanote, concorso-vetrina per le giovani band emergenti, nato in principio proprio dall’iniziativa di uno di questi centri -, ma l’amministrazione opera generalmente sulla base delle richieste e delle proposte che nascono all’interno dei centri, in ter mini di appog gio e disponibilità. La richiesta di spazio, per saltare dai preamboli al nocciolo della questione, c’è sempre: il Comune mette a disposizione una sala polivalente – il Cubo, a San Lazzaro, di cui forse si è persa memoria data la progressiva scarsità di attività, giovanili, lì organizzate in ultimi tempi -, una sala prove – presso i locali del Liceo Pedagogico, nell’attesa che venga allestito un nuovo, e più funzionale, locale per prove e registrazione - e, appunto, i centri di aggregazione, per i giovani che volessero organizzare attività o iniziative di vario genere. Fuoco: è questo il punto su cui ci interessa soffermarci. Quali sono le possibilità per un giovane – o per un gruppo di giovani - di avere a disposizione uno spazio pubblico per sviluppare progetti, programmare iniziative o eventi? L’ambito è complesso, precisa l’Assessore. Le procedure cambiano in base alla tipologia, alla finalità e alla portata dell’attività che si intende realizzare. La via più agevole è certamente quella di operare tramite un centro di aggregazione. Sono i centri infatti che agiscono da tramite tra i giovani e le istituzioni, fornendo appoggio alle eventuali iniziative da essi proposte e intervenendo 4 IL GAZZETTINO DI FANO da mediatori nell’organizzazione: cosa questa che comporta, in primis, un notevole snellimento delle pratiche burocratiche, altrimenti necessarie ad organizzare un qualsiasi tipo di evento. Se l’iniziativa che si vuol proporre è effettuabile nello spazio del centro – o in un’area aperta ad esso limitrofa -, ed è iscrivibile nell’ambito dell’intrattenimento senza scopo di lucro – non prevede cioè un ingresso a pagamento e risponde alle restrizioni a tale ambito assegnate -, è di fatto organizzabile senza particolari oneri economici o burocratici. Le cose si complicano se l’evento che si vuole organizzare non è inseribile nell’ambito del centro di aggregazione – se ad esempio si prevede un alto numero di partecipanti, o i costi per l’organizzazione rendono necessario l’inserimento di un ingresso a pagamento -: in questo caso l’iniziativa diviene di pubblico spettacolo e sottostà alle normative che tale ambito regolano: normative complesse, che rientrano nella sfera di competenza della Polizia Amministrativa pur non essendo gestite direttamente dal Comune. Si tratta infatti di norme valide a livello nazionale, che impongono determinati e ben precisi limiti - e oneri - dal punto di vista economico e da quello legale. Una Commissione di Vigilanza, all’interno della quale il Comune collabora con altri enti nel valutare i progetti proposti, ha specificato in un regolamento tutti i requisiti che un evento di pubblico spettacolo deve possedere per essere a norma di legge, quindi di fatto organizzabile. Le norme restano le stesse per chiunque sia il promotore dell’iniziativa: un giovane, o un gruppo di giovani non ha quindi alcuna agevolazione rispetto a qualsiasi altro ente o soggetto privato. Il fatto che esistano enti e aziende specializzate in organizzazione di eventi – settore a buon titolo inserito dal mercato globale tra le sue etichette -, lascia intuire quanto complesse possano essere le procedure - in termini di permessi, licenze, e responsabilità legate al rispetto delle norme di sanità e sicurezza - necessarie all’organizzazione di un evento. Detto questo, dal nocciolo alla conclusione il passo è breve: più che legittima – con auspici di incremento - la richiesta di spazi pubblici da parte dei giovani; fondamentale la funzione dei centri di ag gregazione per appoggiare e rendere di fatto possibile, per un giovane, l’accesso e la partecipazione attiva in quegli spazi. promofano comunicazione Immagine tratta da un concerto organizzato da uno dei centri di aggregazione Nell’ambito delle politiche giovanili a Fano svolgono un ruolo fondamentale i centri di aggregazione giovanile, che sono nello specifico quello di Sant’Arcangelo in corso Matteotti 66, quello di San Cristoforo in via C.Cattaneo 11 e quello di Gimarra che ha sede presso l’ex scuola elementare Bianchini. Abbiamo ascoltato in particolare Mirko Cecchettelli coordinatore della cooperativa “Crescere” che gestisce i centri e Aiudi Francesco operatore all’interno di essi. Le domande che gli abbiamo rivolto sono le seguenti: Aiudi: I centri sono promossi dal Comune di Fano con l’Assessorato alle Politiche Giovanili. Il primo, cioè Sant’Arcangelo, è nato nel 1992, nel 1994 quello di Gimarra e successivamente, dopo altri due anni, quello di San Cristoforo. Si parla quindi di un’esperienza quindicennale. I centri oltre ad essere promossi dal Comune, sono anche finanziati dalle circoscrizioni e, nel dettaglio, quello di Gimarra viene cofinanziato dalla quarta, quello di san Cristoforo dalla seconda. Cecchettelli: Volevo aggiungere che la prima circoscrizione collabora una tantum con il centro giovani Sant’Arcangelo mentre invece, per quanto riguarda le altre due, c’è una collaborazione più stabile che copre tutto l’arco dell’anno e su cui possiamo sempre contare. Per fare un esempio, già dalla nascita del centro di San Cristoforo operavano all’interno esponenti della seconda circoscrizione. Da chi sono promosse e sovvenzionate le attività dei centri ? Quali sono le linee guida dei centri e le finalità che muovono il loro operato? I centri di aggregazione: intervista a Mirko Cecchetelli e Aiudi Francesco Sede Legale, Uffici, Magazzino: Via Filippini, 3 – 61031 BELLOCCHI di FANO (PU) Tel. 0721.85381 (10 linee r.a.) Fax 0721.855433 Centro Logistico: Via Toniolo, 10 – 61031 BELLOCCHI di FANO (PU) Tel. 0721.853849/33/88 Fax 0721.855701 Depositi: -Via Valtiberina, 81/b – 63039 S. BENEDETTO del TRONTO (AP) Tel./Fax 0735.659209/751251 -Via del Giambellino, 23 – 61100 PESARO Tel. 0721.392462 Fax 0721.398595 -Via Cappannini, 23 – 60035 JESI (AN) Tel. 0731.200245 Fax 0731.200084 -Via Pertini, 20 – 62012 CIVITANOVA MARCHE (MC) Tel. 0733.801422 Fax 0733.896942 -Via Sassonia, 28 – 47900 RIMINI Tel. 0541.743864 Fax 0541.743724 Cecchettelli: Quello che tentiamo di fare riguarda il coinvolgimento di giovani in un percorso di democrazia e di cittadinanza attiva dando peso soprattutto alla loro voce, ossia a quello che vogliono ideare e organizzare, cercando, noi animatori, di sostenere i ragazzi nei progetti che tentano di produrre. Da parte nostra questo lavoro è molto impegnativo perché , oltre a cercare ragazzi che abbiano voglia di mettersi in gioco, dobbiamo anche mediare tra le loro proposte, che non hanno un taglio professionale, ed il pubblico che usufruisce di queste iniziative (pubblico tra l’altro molto esigente). Spetta a noi dare forma ad un’idea astratta inserendola nelle istituzioni e rendendola attuabile e qualificata nel concreto. Tentiamo di avvicinare i giovani alle istituzioni, integrando questo lavoro con delle riunioni periodiche con l’Assessore, una o due volte l’anno, mettendo così in relazione l’ente pubblico con i ragazzi stessi, i quali sono i fruitori delle iniziative che proprio l’assessorato mette a loro 5 IL GAZZETTINO DI FANO disposizione; per questo ritengo corretto che l’Assessore stesso senta direttamente i giovani sull’andamento dei centri. Aiudi: Per comprendere a fondo le finalità dei centri bisogna porre l’accento sul “protagonismo”, ossia sulla partecipazione democratica sotto forma di assemblee aperte dove si decidono le linee guida in generale. I tre cardini sui quali si tenta di coinvolgere i giovani sono: musica, cinema e sport. Infatti, dopo anni di lavoro sul campo, abbiamo visto che questi sono i pilastri che uniscono un po’ tutti. Le iniziative di alto spessore sono molto importanti, questo è confermato soprattutto dalla loro durata decennale, però non bisogna trascurare il fatto che i centri hanno una funzione che si esplica mag gior mente nella quotidianità, sia con un discorso di prevenzione che con uno di integrazione sociale. Un giovane che decide di entrare nei centri decide di entrare in un luogo dove viene a contatto con altri giovani, dove ci sono delle regole che fungono da palestra per una convivenza civile nel rispetto degli altri; inoltre, avvicinandosi a questa realtà, viene a contatto con degli operatori qualificati che cercano soprattutto non di identificarlo come consumatore ma di renderlo attivo all’interno della struttura. Logicamente non intercettiamo tutti i giovani e quindi non si ha la pretesa di rappresentarli nella totalità. Molti passano durante l’anno nelle nostre sedi, ma solamente una fascia ristretta rimane come abituale; anche per questo i centri hanno validità di proposta che il Comune mette a disposizione dei cittadini, dopo spetta a questi ultimi la scelta di aderirvi o meno. Per concludere quali saranno i programmi futuri e le proposte per la prossima estate? Cecchettelli: Nel presente ci stiamo muovendo molto nell’ambito della musica, è stata attivata anni fa la sala prove all’istituto magistrale (esclusivamente prove e non registrazione), abbiamo perso la sala prove della Gimarra per problemi logistici dovuti allo spostamento del centro alla ex scuola elementare “Bianchini”. Inoltre, progetto molto importante, stiamo costruendo insieme all’Assessorato, una sala prove e una sala registrazione semiprofessionali, al centro Sant’Arcangelo, alla quale potranno accedere tutti i giovani di Fano e delle zone limitrofe e che sarà a disposizione di tutti i gruppi musicali di qualsiasi livello. Molto importante in questa ottica è la dodicesima edizione di Fanote e alcuni concerti che si terranno presso il centro Sant’Arcangelo. Una missione per i prossimi anni sarà quella di avvicinare il pubblico al privato in ambito di organizzazione di concerti, ossia una collaborazione tra noi che siamo l’ente pubblico ed il privato per cercare di organizzare degli eventi che possano mettere in contatto dei giovani che, dopo un anno di sala prove, abbiano voglia di uscire e di far sentire la propria musica. Coadiuvare questa opportunità è secondo me un nostro dovere. Molto importante è che il programma estivo per quest’anno è stato raccolto in un palinsesto che verrà divulgato dai mezzi di comunicazione e da un volantino nel quale verranno riportate tutte le iniziative. Aprirà il torneo di beach volley ed il torneo di calcio a otto arrivato alla dodicesima edizione, inoltre si sta allestendo una festa per la fine di giugno che avrà l’intento di coinvolgere in forma attiva tutti i ragazzi che frequentano i centri e che sarà aperta anche a tutta la cittadinanza. Operano insieme ai nostri due intervistati Giacomo Moretti, Enrico Mosconi e Katia Renzoni che vanno a completare lo staff della cooperativa “Crescere” che si occupa dei centri. Augurando buon lavoro e ringraziando per la disponibilità alleghiamo come integrazione all’articolo il palinsesto estivo dei centri giovani di Fano. promofano comunicazione CENTRO GIOVANI COMUNE DI FANO CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI ESTATE 2007 Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere A.S. Fortuna 78, in collaborazione con Centro Giovani Gimarra e Centro Sportivo Italiano di Fano, organizza: Torneo di calciotto – 12° Memorial “Andrea, Lorenzo e Mirko” campo sportivo di Gimarra, dal 10 giugno al 17 luglio 2007, dalle ore 20.30 Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Seconda Circoscrizione – Coop. Crescere Centro Giovani San Cristoforo in collaborazione con II Circoscrizione e Centro Sportivo Italiano Fano, organizza: Torneo Beach Volley 2x2 maschile in notturna “Centro Giovani San Cristoforo” campi in Sassonia, bagni Carlo e Gabriele, dal 20 al 25 giugno 2007 dalle ore 20,00. Premiazioni il 27 giugno Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Coop. Crescere I Centri Giovani organizzano 1ª festa dei Centri Giovani Venerdì 29 giugno 2007 Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Coop. Crescere Centro Giovani Sant’Arcangelo e Centro Documentazione Musica Fano, organizza: Rassegna Musicale Fanote - musica emergente - 12ª edizione dal 2 al 5 agosto presso la Cavea del Lido dalle 21,00 in poi. Il 6 agosto premiazioni in loco con ospite un gruppo di livello nazionale. Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere Centro Giovani Gimarra organizza: “Trash” – Rassegna cinematografica di film di serie Z – 11ª edizione mercoledì mercoledì mercoledì mercoledì 11 luglio - campo sportivo di 18 luglio - campo sportivo di 25 luglio - campo sportivo di 1 agosto - Corte Malatestiana, Gimarra, ore 21.30 Gimarra, ore 21.30 Gimarra, ore 21.30 ore 21.30 - special guest: ALVARO VITALI Comune di Fano – Assessorato alle Politiche Giovanili – Quarta Circoscrizione – Coop. Crescere Centro Giovani Gimarra – Centro Sportivo Italiano di Fano organizzano Gara podistica “Corrifano 2007” – 12ª edizione Gimarra, sabato 8 settembre, dalle ore 17.00 Per informazioni e contatti: Centro Giovani Gimarra [email protected] www.centrogiovanigimarra.it Centro Giovani San Cristoforo Tel. 0721 830685 [email protected] Centro Giovani Sant’Arcangelo e CDM Tel. 0721 828941 [email protected] Una festa per il palato La carne equina è nutriente ed energetica. E’ utile nelle cure ricostituenti. Il suo alto contenuto di ferro la rende adatta nella cura dell’anemia; non contiene colesterolo, tenera, ben digeribile, con poche calorie. Carne di Puledro Sfilacci di Cavallo Salame di Asino Bresaola di Cavallo IL GAZZETTINO DI FANO 6 Attualità Società: trucco ingegnoso per ottenere individualmente profitti senza responsabilità. Ambrose Gwinnett Bierce Per un turismo fieristico e congressuale di Uberto Carradori Nella splendida cornice del porto turistico Marina dei Cesari si è svolta, dal 25 aprile al 2 maggio, la terza edizione del Fano Yacht Festival, evento dedicato al comparto della nautica, degli accessori, dell’attrezzatura e dei servizi per il diporto, che ha di fatto mostrato tutte le potenzialità del sistema produttivo locale, orgoglio e ricchezza del territorio. Il comparto nautico regionale occupa infatti un posto di assoluto prestigio, non solo nel panorama locale ma anche in quello internazionale, nel settore della produzione di yacht, dove qualità, design, innovazione e personalizzazione dell’offerta caratterizzano la nautica made in Regione Marche. Le imprese nautiche della Regione continuano a mostrarsi forti esportatrici di imbarcazioni, riuscendo di fatto a proporsi al mercato mondiale con tutte le proprie peculiarità produttive. La manifestazione, a cui hanno presenziato migliaia di visitatori, ha promosso l’intera “cultura del mare”, sostenendo la filiera del settore nautico e del suo indotto -dalle produzioni di imbarcazioni, di accessori motoristici, di arredo e ar mamento alle tecniche innovative dei processi produttivi, e riscosso un notevole successo, permettendo alle imprese di concludere anche contratti d’affari e nuovi rapporti di business. Importante, inoltre, la presenza dell’Istituto Statale d’Arte di Fano, che risulta essere l’unico ad aver Fano Yacht Festival 2007. Veduta dell’area fieristica. avviato un corso di arredo navale per imbarcaz ioni da diporto, e dell’Istituto Professionale Volta del polo scolastico numero 3, che, nello spazio dedicato, ha presentato progetti studio. Il sistema produttivo locale della nautica e della cantieristica navale ha ad oggi raggiunto livelli di eccellenza, ma necessita, per sopravvivere alle continue sfide imposte dal mercato e dall’ormai globalizzata competizione, di specifici ed ulteriori interventi da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Ciò che le imprese lamentano è, in primis, il potenziamento delle infrastrutture portuali. Il settore congressuale e fieristico rappresenta un comparto di attività in continua crescita, a livello sia nazionale che locale. Con particolare riferimento al territorio fanese, la manifestazione svoltasi nell’ambito della Marina dei Cesari dovrebbe costituire una ghiotta occasione, non soltanto per il possibile riutilizzo delle infrastrutture per nuove iniziative che sicuramente non mancheranno, ma sopratutto per fornire alle istituzioni lo spunto di una riflessione sulla necessità di elaborare una politica appositamente destinata al turismo fieristico e congressuale. Una politica che dovrebbe svilupparsi partendo dall’elaborazione di un’identità forte e specifica del territorio, sulla base delle eccellenze –storiche, culturali, tecnologiche, enogastronomiche, artigianali ed artistiche- che lo caratterizzano; e che dovrebbe dotare la città di una serie di infrastrutture permanenti capaci di ospitare importanti fiere e mostre, di respiro anche internazionale, o eventi atti a valorizzare le specificità locali investendo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Purtroppo a Fano pare non ci sia mai stata la volontà politica di mettere a fuoco una nuova idea di città, sulla base dell’elaborazione di forme di turismo alternativo a quello estivo del sole, del mare, del brodetto o della moretta. La città avrebbe infatti potuto, in altri tempi, dotarsi di un sistema turistico fieristico e congressuale, unendo funzionalità ad un’offerta culturale e ad un tessuto urbano vivaci e di valore. Ciò implica naturalmente relazioni e forme fortemente caratterizzate in senso culturale: non è infatti possibile immaginare un cambiamento senza un forte ruolo della cultura, senza una scommessa sulla cultura, intesa sia come produzione di nuova cultura sia come tutela, conservazione, gestione e fruizione dei depositi culturali fino ad oggi accumulati. Dal punto di vista urbanistico, muoversi in questo senso significherebbe considerare il Piano Regolatore non come terra di conquista di questo o quel costruttore, o come contenitore di centri commerciali e capannoni scatolone, ma come piano di gestione e organizzazione di spazi progettati per valorizzare le specificità del territorio, pensando alla qualità del costruito e all’impatto che esso ha sul versante urbano e ambientale. Potrebbe essere a questo proposito interessante parlare, ad esempio, di un possibile sistema fieristico e congressuale, attrezzato con padiglioni e spazi appositi, nell’area dell’ormai ex zuccherificio, area che il Comune potrebbe in questo senso convertire. La mobilitazione di Ponte Metauro Circa cento firme presentate all’Amministrazione Comunale per protestare contro gli sconvolgimenti previsti nel quartiere dal nuovo Piano Regolatore di Uberto Carradori Visione aerea dell’area di Ponte Metauro con indicazione della nuova viabilità proposta dai cittadini Novantuno i fir matari di un documento, protocollato al Sindaco di Fano Stefano Aguzzi, che si oppone alle direttive stabilite dal nuovo Piano Regolatore per la zona di Ponte Metauro. Si tratta di una condanna pressoché unanime, da parte dei cittadini residenti nel quartiere, contro il Piano Regolatore e l’apparente gestione dello stesso da parte di 7 IL GAZZETTINO DI FANO Veduta dello spartitraffico lungo la Statale Adriatica quei partiti o di quei costruttori che hanno pianificato di versare migliaia di metri cubi di cemento nell’area antistante i cantieri dei carri di carnevale, a ridosso quindi del quartiere in questione. Nello specifico, la petizione firmata dai cittadini si batte sui seguenti punti: 1) Contro la decisione che prevede la realizzazione, nell’area compresa tra Via delle Brecce e gli attuali cantieri del carnevale, di capannoni artigianali; 2) Per la realizzazione di una rotatoria all’incrocio di Via Fragheto con la Statale Adriatica; 3) Per la realizzazione di una bretella che dal sottopassaggio di Via delle Brecce convogli l’insopportabile traffico di mezzi e persone proveniente dal lungomare Sassonia che, nel periodo estivo, raggiunge una densità tale da rendere l’aria irrespirabile per i residenti; 4) Per restituire agli abitanti promofano comunicazione residenti di fronte allo spartitraffico posto sulla Statale Adriatica (nello specifico per il lato sud) la loro abituale tranquillità di movimento, visto che ogni volta che si trovano ad uscire dalle proprie abitazioni corrono il rischio di essere investiti, e per trovare inoltre una modalità di circolazione che dia la possibilità a cicli e motocicli di evitare l’impossibile quadrilatero. Forse è questo il segno, unito all’alto numero di proteste relative all’applicazione del nuovo PRG anche in altre parti della città, di una perplessità crescente da parte dei cittadini: dietro ad alcuni progetti o alle spalle di talune decisioni potrebbero di fatto nascondersi interessi altri, non certo finalizzati al beneficio della comunità; l’approvazione del Piano Regolatore adottato dagli amministratori potrebbe essere viziato dalla non presa in considerazione dei diretti interessati, alias gli abitanti dei quartieri. Si azzardano vari quesiti: sono stati forse conclusi accordi sottobanco con costruttori e imprese edilizie per dare spazio a nuovi fabbricati? Per quale motivo si farà strazio di aree che potrebbero essere utilizzate per altre destinazioni? Che bisogno c’è di prevedere la costruzione di capannoni in un’area pubblica nei pressi del quartiere, quando di capannoni è pieno il nostro circostante, per di più molti non utilizzati? E ancora, saranno veramente i cittadini a trarre vantaggio dall’applicazione di tali direttive? Le norme urbanistiche prescrivono la consultazione effettiva dei cittadini e vietano di fatto l’esecuzione di progetti di trasformazioni urbane operate senza la partecipazione popolare. Firmando il documento, i cittadini hanno di fatto esercitato il loro diritto di difesa della vivibilità dello spazio in cui vivono. Dichiarandosi inoltre pronti a nuove mobilitazioni, decisi a non farsi più ingannare dalla “partecipazione sbandierata” a fini, forse esclusivamente, elettoralistici. Amministrazione della città: il bilancio di Uberto Carradori Esondazioni, inquinamento, conflitto di interessi: queste le nuove voci da aggiungere al curriculum del governo della nostra città. E non sono certo voci esaltanti. A Fano si cambia, si era detto, e i cittadini, di fatto, ci avevano creduto. Si era parlato di partecipazione, di sviluppo sostenibile, di miglioramento di viabilità, di tutela ambientale, di moralità, di partecipazione. Le ultime notizie riportate dalla stampa locale non appaiono certo, in questo senso, incoraggianti. Il peggio è che pare non si tratti di notizie fantasiose, ma di dati e asserzioni provenienti da fonti attendibili, quali quelle di esponenti a loro volta parte dell’attuale amministrazione cittadina. Quello che la città lamenta, ed è facile percepirlo incontrando le persone per strada e parlando nei bar, è un modo di gestire la cosa pubblica come se fosse privata: l’unica cosa di cui Fano non aveva bisogno. Lo avevano chiamato bene comune: peccato che in tutto questo di bene comune ci sia ben poco. L’azione dei dirigenti, tra rimpasti, accordi, acquisti o estromissioni di carattere squisitamente politico, ha tracciato di fatto una linea amministrativa Immagine dell’esondazione del fiume Metauro che relega gli interessi della comunità in posizione secondaria rispetto ad interessi altri, che di collettivo hanno ben poco. Un’amministrazione pubblica ha l’obbligo, come minimo, di gestire con rispetto, onestà, serietà e correttezza l’organizzazione di una città e, al di là dei valori prettamente morali, è tenuta a farlo nel rispetto dello spazio condiviso e degli inquilini che quello spazio abitano. Alcuni esempi: l’esondazione del fiume Metauro, come già precisato, fatta passare per catastrofe naturale quando dovuta invece all’incuria dell’area da parte degli amministratori competenti; l’inquinamento ambientale, in riferimento alla questione dell’ex cava Solazzi; e, dulcis in fundo, il conflitto di interessi di recente emerso nell’ambito dell’approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale, che ha causato non pochi contraccolpi interni alla mag gioranza comunale. Ora, in molti rammenteranno l’episodio, risalente a qualche anno fa, che ha visto l’amministrazione comunale stessa battersi per l’estromissione di un dirigente dall’Aset per aver assunto un proprio familiare: là era di conflitto d’interessi che si parlava. Lo stesso termine che è ora riemerso nell’ambito della discussione nata in seno alla maggioranza per l’approvazione del Piano Regolatore: con la differenza che ad essere estromessi, stavolta, non sono stati i soggetti in esso implicati, ma i soggetti che si erano limitati a denunciarlo. Nella fattispecie Davide Rossi, ora ex Assessore alla Cultura, tagliato fuori dalla maggioranza per aver denunciato un conflitto di interessi in seno al PRG, conflitto in cui si trovava implicato lo stesso Sindaco Aguzzi, di cui Rossi ha chiesto le dimissioni. La situazione si presenta tutt’ora poco chiara. Un unico punto appare però cristallino: assunto come dato di fatto che amministrare una città non sia di certo cosa facile, non è ammissibile che alla base dell’azione di un’amministrazione pubblica stiano interessi diversi dal bene che si considera, appunto, comune. Ne segue necessariamente che, nel momento in cui più di un dubbio viene sollevato sull’effettiva genuinità dell’operato di chi dell’amministrazione è alla guida, tale guida si assuma le proprie effettive responsabilità, anche se ciò dovesse implicare, per questioni di coerenza oltre che di norme, la propria estromissione. Utilizzando, del resto, lo stesso trattamento riservato agli stessi soggetti per sua mano estromessi. IL GAZZETTINO DI FANO 8 Voce del cittadino Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti. Proverbio cinese Osservazioni, domande, richieste. Grida, cori, proteste. Reclami, pensieri, avvertenze. Se cerchi una frequenza, questa rubrica sarà il tuo megafono. Se cerchi una risposta, noi ci impegneremo a trovarla. Senza peli sulla lingua, fai sentire la tua voce: scrivi la tua domanda e inviala a il [email protected]. Non dimenticare di firmarti, non potremo prendere in considerazione le lettere anonime. Se non vuoi, basta chiedere: il tuo nome non sarà pubblicato. Lettera ai medici psichiatri Ci si chiede (e umilmente vi si chiede) con che criterio, ma soprattutto con quale senso di responsabilità i medici psichiatri prescrivano gli psicofarmaci ai loro pazienti. Perché li ritengono incapaci di intendere e volere o per renderli incapaci di intendere e di volere? E inoltre: ci sembra doveroso che prima di prescrivere una cura che stravolge la vita personale del paziente e non solo, vadano almeno “sentiti” i familiari, in particolare laddove ci sono minori conviventi. Perché? Perchè le vostre cure, limitate spesso a dosi (massicce) di psicofarmaci, hanno l’effetto (oltre che di rincoglionire) di rinforzare a lungo termine i problemi senza risolverli e sconvolgere le relazioni umane. Cura non è sinonimo di medicalizzazione né di esclusione. Esistono leggi e criteri (l’ICF, la 328, la 104, i diritti del malato, la costituzione, ecc…) che vanno rispettati. Un’ultima, umana, considerazione: la definizione di “depressione” è un’invenzione indecente di tempi indecenti e il rapporto col medico che l’avvalla somiglia molto a quello tra drogato e spacciatore: ti fornisce gli psicofarmaci, ti disattiva. Per non parlare della definizione di “depressione post-partum” alla quale e per la quale le madri sarebbero pronte a fare una rivoluzione (culturale): laddove il padre svolge la sua “funzione”, proteggendo l’intimità e sostenendo la madre (vedi semplicemente il mondo animale) ciò non succede. Sarà ora di “rivedere” se stessi e cominciare a “vedere”anche gli altri? (=rispetto, amorem vita). Un gruppo di genitori Risponde lo psichiatra Massimo Mazini: Capisco e sento la rabbia e l’angoscia che colorano di scuro le domande rivolte e nel tentativo di rispondere cercherò di tenere a mente l’invito che Emily Dickinson rivolge ad un chirurgo in una sua poesia: Chirurgo, fa attenzione San Clemente, Venezia 1984. Foto di Raymond Depardon Quando prendi il coltello! Sotto quella sottile tua incisione Trasalisce il colpevole, la vita! So bene che dietro alle domande non ci sono semplici parole ma vite vissute, dolori, ferite (trasalisce il dolore delle vite dei pazienti e dei familiari). In questa cornice emotiva ho chiesto ai redattori del giornale la possibilità di incontrare i familiari che hanno pensato e scritto le domande per stabilire un dialogo, un colloquio e riportare poi nel giornale il franco e vivo resoconto dell’incontro comunicativo, ma non è stato possibile per ragioni di tempo. Ecco un tema importante, il tempo. Mentre facevo il quinto anno di medicina ero volontario all’ospedale psichiatrico di Bologna e avevo il compito di seguire una giovane, Raffaella, chiesi ad un collega anziano, esperto, famoso, cosa potevo fare e mi rispose, ma ci vuole un sacco di tempo. Ma perché ci manca sempre il tempo? Allora trovo il tempo di rispondere con calma e con tutto il tempo che ci vorrà, come gli sceneggiati che vedevo in tv da piccolo con i miei genitori, l’Odissea, i Camaleonti, Illusioni Perdute…. 8-10 puntate. Prima di interrogarsi sul perché si usano gli psicofarmaci è necessaria una premessa, per capire cosa è uno psicofarmaco. Il secolo scorso si può definire un secolo ricco di scoperte scientifiche nel campo della fisica teorica e sperimentale per chiarire la natura della materia. Ma scoprire il funzionamento dell’organo del pensiero, il cervello, è un avventura ancora in corso, forse perché è il problema numero uno che riguar- da l’uomo, cioè la comprensione delle modalità funzionali della mente. Ecco già il problema si complica, non c’è solo il cervello, ma anche la mente; due sinonimi, la mente è solo il prodotto del funzionamento del cervello, e l’anima? Certo che il ritardo della conoscenza relativa al funzionamento del cervello è spiegabile se si pensa che “quest’organo, nella specie umana, consiste in una immensa e inestricabile rete di circuiti che interconnettono un centinaio di miliardi di cellule nervose”. Ma come comunicano le cellule nervose fra loro, noi comunichiamo con le parole e loro? I nervi influenzano direttamente le cellule alle quali si connettono? Pensate un sogno contribuì alla soluzione di questo problema. Il sogno. Il protagonista del sogno è Otto Loewi, premiato con il Nobel 16 anni dopo e dopo altri due anni fu deportato dalla Gestapo perché Giudeo. Con il suo esperimento si dimostra che le cellule comunicano fra loro con una sostanza chimica, sintetizzati dentro al neurone, che poi si riserva nello spazio fra una cellula e l’altra e va ad attivare specifiche chiavi della cellula seguente. Questa teoria della trasmissione chimica dell’impulso nervoso non vale solo per i nervi periferici, ma per tutti i neuroni cerebrali. E se i neuroni comunicano fra loro con neurotrasmettitori si può dire che lo psicofarmaco è un neurotrasmettitore aggiuntivo o sostitutivo di qualcosa che possa mancare o essere alterato. In questa cornice lo psicofarmaco non è una sostanza che viene ex novo dall‘esterno, ma è già presente nel cervello. Dopo questa premessa passeremo a rispondere alle altre domande, anche se prima desidero descrivere la scoperta del primo psicofarmaco. Nel 1951 Henrj Laborit, un chirurgo dell’esercito francese, stava sperimentando un farmaco per facilitare l’anestesia delle pazienti e dei pazienti, prima di un intervento chirurgico, e si accorge che con la clorpromazina ( il famoso largactil) i malati sono più distaccati e meno tormentati dal dolore. Ne parla a cena con il suo amico Deniker, primario dell’Ospedale S. Anna di Parigi. Nei giorni successivi lo psichiatra parigino lo sperimenta e dopo pochi giorni la caposala suora si presenta e dice al Prof. “Funziona”. La notte prima del sabato di Pasqua di quell’ anno (1920), mi svegliai, accesi la luce, e scarabocchiai poche righe su un foglietto di carta. Poi mi riaddormentai. Ero consapevole, alle sei del mattino, che durante la notte avevo scritto qualcosa della massima importanza, ma non fui in grado di decifrare lo scarabocchio. La notte successiva, alle 3, la stessa idea mi ritornò. Era il disegno di un esperimento per determinare se l’ipotesi della trasmissione chimica, che avevo enunciato 17 anni prima, era corretta o meno. Mi levai immediatamente, andai al laboratorio, ed eseguii un semplice esperimento sul cuore di rana secondo il pensiero notturno… I risultati provarono inequivocabilmente che i nervi non influenzano il cuore direttamente, ma liberano dalle loro terminazioni sostanze chimiche specifiche che a loro volta causano le ben note modificazioni della funzione del cuore, caratteristiche della stimolazione dei suoi nervi. IL GAZZETTINO DI FANO 9 Letteratura Nella sua arroganza l’uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali. Charles Darwin L’uomo: l’essere più evoluto? Andiamo a conoscere sotto una nuova prospettiva Massimo Ceresani, personaggio che gode di discreta notorietà a Fano... di Francesco Alunni ...vuoi per i suoi anni di insegnamento presso le locali scuole superiori, vuoi per il suo costante impegno in iniziative sportive e sociali nella città. In questa intervista si parlerà di un libro che Ceresani ha recentemente pubblicato, dall’enigmatico titolo “L’uomo: l’essere più evoluto?”. Quale è la chiave di lettura che hai utilizzato nel tuo libro per fare una analisi riguardante, in sostanza, l’essere umano, la sua storia, il suo sviluppo e i suoi persistenti errori? Giornalmente tocchiamo con mano – con occhi o con orecchi — i tanti errori e nefandezze dell’essere umano e tutti vorremmo poterli correggere. Ma non esistono ricette da calare dall’alto; possono però esistere ricette dal dentro, di ciascuno di noi. Eccola allora la chiave di lettura, addirittura doppia: a) lo scuotimento della nostra presunzione che crea i nostri ben saldi castelli di verità, b) provocatori e mirati esempi/ raffronti col comportamento di tanti altri abitanti del pianeta. Quale è stata la scintilla che, dopo una precedente pubblicazione intitolata “Vivranno a lungo”, dedicata a personaggi rappresentativi dello sport locale, ti ha portato a voler approfondire lo studio dell’uomo attraverso una dissertazione sulla sua attuale condizione esistenziale? Il precedente libro ed i ricorrenti articoli sui due mensili locali hanno L’uomo nasce contro l’uomo. Bozzetto di Mauro Chiappa per “L’uomo: essere più evoluto?” forse creato un’idea stereotipata del Ceresani sportivo. Da qui l’esigenza di altro: di più profondamente variegato, di interesse più vasto, di pensieri e riflessioni da marcare e da fissare. Se vogliamo, poi, mettiamoci anche una sfida con la figlia antropologa. In che maniera si è sviluppato il tuo rapporto con la casa editrice “Nuovi Autori”, che ha appena pubblicato il tuo lavoro? Oggi tutti scrivono libri e non è facile trovare una casa editrice. Ovvia la ricerca tramite Internet; ma, navigando, devi selezionare l’Editore della branca specifica (nel caso, la saggistica), poi inviargli curriculum e profilo sintetico dell’opera. All’esca di un “carneade” come me ha abboccato l’Editrice milanese “Nuovi Autori” che da 27 anni pubblica e spesso “lancia” autori all’esordio. La direttrice, dott.ssa Aglieri, si è piacevolmente bevuta la mia opera nel periodo natalizio del 2005, notificandomi poi un’intera pagina di apprezzamenti, ma anche la cruda prassi editoriale: gli autori all’esordio debbono farsi carico in toto delle spese. Che sfizio – chiunque dirà – arrivare a pubblicare un proprio libro! Ma, al di là del fardello economico e del narcisismo, sono arrivati anche motivi di soddisfazione: un premio da parte di un’accademia letteraria di Catania e l’apprezzamento di alcuni critici (che hanno letto!). Cosa speri che il tuo libro sappia trasmettere a un suo lettore? Ottima, la domanda. In fondo questa è la molla che spinge un autore a scrivere. “L’uomo: l’essere più evoluto?” alla fine della lettura potrebbe forse raggiungere con un linguaggio scorrevole subdole finalità: l’introspezione e l’autocritica, il discernimento di certe negatività umane, l’apprezzamento per l’ambiente e IMPIANTI TERMOIDRAULICI ELETTRICI CONDIZIONAMENTO INSTALLAZIONE GRONDAIE PANNELLI SOLARI E FOTOVOLTAICI Via Flaminia, 2 - 61030 Lucrezia di Cartoceto (PU) Tel. 0721.877339 - Fax 0721.899578 P.I. 01434420418 E-mail [email protected] per altre forme di vita terrestre, l’invito alla sosta, in mezzo ad una vita frenetica, ed alla riflessione sul perché dell’esistenza; da ultimo una libera scelta sulla individuale ecologia comportamentale. Massimo Ceresani è nato nel 1945 a Fano, città in cui continua a vivere e dove ha insegnato educazione fisica da ultimo presso il liceo scientifico “G. Torelli”. Pensionato, scrittore per hobby, ha pubblicato “Vivranno a lungo”, una ricerca su personaggi di sport d’epoca ed una disquisizione sullo sport odierno. Pubblica articoli sui mensili locali “Lisippo” e “Lo specchio della città”; è dirigente della società di atletica locale; triathleta per un decennio, continua a dedicarsi con passione alla maratona e alla corsa. IL GAZZETTINO DI FANO 10 Teatro L’arrivo del circo di notte, la prima volta che lo vidi, da bambino, ebbe il carattere di un’apparizione. Questa specie di mongolfiera, preceduta da niente: pensai subito che fosse una barca sproporzionata. Una piccola tribù corsara. Federico Fellini Il cerchio delle meraviglie In viaggio con Super Wally nel paese degli artisti di strada di Francesca Montanari Note sommesse da un’orchestrina. Una mano lascia ondeggiare la sua fisarmonica per sistemarsi il cappello. I birilli salgono e scendono; lui ha scarpe smisurate, a quadri gialli e neri. Lei strizza occhiolini e raccoglie la pallina di pezza rossa. Ne ha altre in mano, chissà quante in tasca, una ancora vola. Cerchi il tendone a strisce, ma non lo vedi. Solo trovi un cerchio magico di persone e un cappello che gira; al posto della paglia un selciato di piazza. Il luccichìo del circo e gli echi di antichi reami negli occhi dei bambini e nelle allucinazioni dei passanti, mentre loro continuano a giocare: gli artisti che fanno della strada teatro e dell’accidente sorpresa. Antichissimo e profano nelle sue radici, il teatro di strada nato fuori dai templi serpeggia giocoso ai margini di quello ufficiale: la sua storia è quella antica delle tradizioni popolari, arricchita dalle incursioni dei giullari, delle Clown con bambino in piazza.Fotografia di Francesca Grilli. Pennabilli, 2005. maschere della commedia dell’arte, dei clown del circo. Mago, acrobata, musicista, giocoliere, pagliaccio, l’artista di strada istrione e randagio sceglie l’assenza di un luogo preciso e gioca con lo spazio a disegnare il suo palco immaginario e a dipingere un copione con la magia di corpi e Immagine di un’artista ospite del festival Artisti in Piazza. Pennabilli, 2004. oggetti. Sorprende chi passa per caso, stupisce ed arresta il tempo che scorre: concentra la gravità nel centro di un cerchio umano e diverte con quello che ha inventato, studiato, preparato, provato e riprovato. Osa e attento include ogni imprevisto nello spettacolo, e il cane che passa per caso può essere il protagonista del prossimo numero. Il tutto perché il filo con chi guarda non si spezzi, il cerchio resti chiuso, e il cappello torni pieno. Mi propongo un viag gio in questo paese delle meraviglie. Il bianconiglio che mi fa strada si chiama Super Wally, la sua tana è a Pesaro ma ogni tanto se ne parte, col suo camper, alla ricerca di piazze. Lei, Valeria Lista contattabile all’indirizzo mail [email protected] -, giocoliera e clown, inizia per gioco cinque anni fa. Partecipa poi a uno stage con il signor “cinquantacinque chili” Peter Weyel, artista tedesco, e inizia a portare in giro per festival e spiazzi i suoi tre spettacoli. Alcuni comuni, mi spiega, possiedono regolamenti, e un permesso gratuito rilasciato dai vigili urbani regola spazi e tempi per le esibizioni spontanee degli artisti. Ma non dappertutto, e molto spesso si azzarda, essendo il divieto il rischio mag giore. Sebbene l’arte di strada sia per definizione randagia e poco istituzionalizzabile, il fatto che un comune metta a disposizione un regolamento risulta comunque agli artisti molto utile. Oltre che riconoscere il valore dello spettacolo di strada, rende chi si esibisce tutelabile o imputabile per quanto fa e alimenta, regolando spazi e tempi, il rispetto verso il pubblico e il fondamentale sostegno reciproco tra gli artisti, come ovunque una minoranza ma particolarmente ristretta in questa zona. Che spesso si scontra con la tendenza, ancora diffusa seppure attenuatasi negli ultimi tempi, ad accorpare l’artista di strada al vagabondo e allo sbandato, senza concedere giusta attenzione a chi lo fa seriamente: il busker – dall’inglese a significare l’atto di buscarsi la pagnotta, tra i sorrisi e le monete del pubblico di passaggio - era infatti imputabile di reato di accattonaggio e disturbo della quiete pubblica in base a parti di un articolo di legge, abrogate solo nel 2001. Il proliferare di manifestazioni internazionali, scuole specializzate e partecipazioni televisive degli artisti di strada, ha di lì favorito la rinobilitazione della loro arte estemporanea: in quasi ogni grande città esiste infatti una scuola di circo più o meno importante, anche se in Italia il punto di maggior gravità è il Piemonte con le tre scuole di Torino. Nelle Marche, nessuna: nonostante alcuni progetti siano possibili, introdurre ad esempio la giocoleria nelle scuole, in molti preferiscono più che intraprendere dal nulla nuove attività spostarsi nelle realtà più consolidate. Il viaggio è del resto una tra le componenti più suggestive di quest’arte nomade. E può accadere, a volte, che i diversi itinerari convergano. Quando, ad esempio, centri o borghi a loro regalano le pubbliche piazze con un festival che li celebra: il Busker’s festival di Ferrara o Artisti in piazza 11 IL GAZZETTINO DI FANO di Pennabilli, per citarne solo alcuni. O ancora, quando saltimbanchi di ogni tipo si ritrovano a festeggiare la loro arte nella European Juggling Convention, raduno internazionale per artisti di strada di cui esiste anche una versione italiana, più ristretta: lì nessuno li spia se non nelle poche serate aperte al pubblico, in cui il tendone si schiude anche al resto di questo circo di mondo. La fantasia scende in piazza Dal 30 maggio al 3 giugno a Pennabilli Artisti in piazza, festival internazionale di arte di strada giunto all’undicesima edizione di Francesca Montanari Te lo sussurra all’arrivo, con una frase giocosa su di un cartello fra le colline. Pennabilli - città amica degli artisti di strada. E al borgo antico, là dove quasi si confondono le terre di Marche, Emilia Romagna e Toscana, loro di fatto rispondono, e omaggiano l’ospitalità gradita con una visita colorata: arrivano da vicino e da lontano, portandosi la propria arte girovaga a inondare il paese per cinque giorni all’anno. Artisti in piazza, appunto, e non solo: invadono strade, vicoli, spiazzi, viottoli, più un tendone da circo allestito per l’occasione e un teatro che presta il suo palco a porte aperte. Cinquanta compagnie, selezionate tra circa un migliaio di richieste, per un totale di circa duecento artisti - giocolieri, acrobati, trampolieri, saltimbanchi, mimi, cantastorie, burattinai, inventori, maghi, attori, pittori, e musicisti –, che esibiscono se stessi in un caleidoscopio di azione a replica continua e dal resto del mondo portano in un cerchio il loro talento. Artisti da tutto il globo e spettacoli di altri mondi, alcuni presentati in anteprima internazionale. Una vetrina a trecentosessanta gradi su tutto ciò che è arte di strada, dalla musica danzata e suonata – da quindici a venti gruppi musicali presenti alle ultime edizioni -, per la giocoleria di tutte le tipologie, fino allo spettacolo costruito di cirque noveau, commistione eclettica di musica, giocoleria e nuovo circo. Quest’anno, tra gli altri: le marionette viventi Trukitrek, compagnia di teatro di figura brasiliano-spagnola; la personale commistione di flamenco e circo degli spagnoli Abadulake; i Lice de Luxe, compagnia di artisti di circo danesi traslati a Barcellona, con una pre-anteprima del loro cirque noveau tra acrobazie, musica, marionette umane e teatro di figura classico; la coppia svizzera Rozzo Bianca, organizzatrice là di un festival – Buskerbern, nato proprio da una collaborazione spontanea con Pennabilli -, col suo spettacolo giocato attorno a un’orchestra di robot musicali, ricavati dall’assemblaggio di pezzi metallici di riciclo e componenti elettroniche: un chitarrista e un batterista azionano strumenti veri, mentre una fisarmonica cammina da sola e suona, con uno scheletro semi-automatizzato a dirigere il La Poésie de l’art. Fotografia di Coralie Maneri. Pennabilli, 2005. promofano comunicazione tutto. E ancora: i burattinai ungheresi Tintulo Tarsulas e il loro circo per bambini; gli acrobati kenioti Afro Jungle Jeegs; i Watinoma, che dal Burkina-Faso collaborano con un’associazione umanitaria portando ovunque musiche e danze tradizionali per convertirle in aiuti economici al proprio paese; i francesi del Five Quartet Trio, giocolieri e acrobati tra bottiglie lanciate attorno a un tavolo. Dall’Italia, il clown impegnato Claudio Cremonesi con il suo spettacolo di circo e teatro e la Piccola Scuola di Circo di Torino con il suo Uomo Proiettile. Il tutto accompagnato dagli stili musicali più variopinti: dalla musica d’autore italiana rivisitata, al funky inciso sui sampietrini dei ponti romani, alla pizzica salentina, fino a sassofoni jazzisti di Sicilia; passando per rockabilly, flamenco fusion e percussioni inventate su biciclette e pezzi riciclati di computer. Esiste anche una piccola casa discografica, la Kiu Records, che per ogni edizione raccoglie in un cd un tocco di ognuno dei musicisti ospitati, con tanto di clip video dagli spettacoli: “si tratta – mi spiega Matteo Cenerini, uno dei membri dell’Associazione Culturale Ultimo Punto, che di Artisti in Piazza cura l’organizzazione - di un’etichetta no-profit nata nell’ambito del festival che opera per produzioni di artisti di strada ed emergenti”. Di fatto il fermento è evidente: dall’ufficio accanto Enrico Partisani, il direttore artistico, con un occhio a uno scher mo di computer risponde a quattro mani ai telefoni che squillano, mentre parla due lingue insieme. In una pausa viene ad anticiparmi le magie che è riuscito a scovare, e ha il sorriso felice e gli occhi entusiasti di un clown. Poi i telefoni ricominciano. E intanto ascolto la storia fantastica del Tendales, un dipinto su tela lungo oltre un chilometro, nato da un ragazzo a cui venne un giorno l’idea di portarlo per il mondo a farlo dipingere da più persone possibili: ad oggi è già passato tra i colori di Africa e Asia, ha raccolto disegni dall’India in occasione di un tour a fini umanitari, e ogni anno letteralmente avvolge Pennabilli e per l’intera durata del festival si offre alla libera creatività di artisti e passanti. Si snoda poi per la città un mercato di artigianato artistico di alta qualità, che spazia dall’oggettistica, ai mobili, ai gioielli, alle bambole; e una mostra fotografica a cui è legato un concorso, Carpe Diem, per giocare a catturare quelle favole con uno scatto. Chiaramente, tutto questo ha un costo: i membri dell’associazione lavorano volontariamente, e l’appoggio di Comune e sponsor, più la partecipazione attiva della cittadinanza, non bastano a coprire le spese necessarie ad allestire un evento che rivoluziona un paese. “Perciò – continua Matteo - si è dovuto fissare, nostro malgrado, un prezzo di entrata”: sei euro per le serate di mercoledì, giovedì e venerdì; otto per le giornate di sabato e domenica. Nato quasi per gioco, ora è nel settore una tra le manifestazioni principali in Italia. “E’ stata una serie favorevole di coincidenze a fare del festival una situazione piacevole sia per gli artisti che per il pubblico. Vi si crea un clima particolare, si incontrano artisti da tutto il mondo, si fanno scambi, incontri inattesi: tutti hanno da prendere e da dare”. Forse non l’avrebbero detto, undici anni fa, quei ragazzi che invitarono, tra conoscenze e passaparola, quindici artisti per le strade di Pennabilli. Che in quelle strade sarebbero arrivati un giorno a trovarli in quarantamila. Chissà se Tonino Guerra la intuiva già, quell’aria speciale, scegliendo anni prima quel luogo come terra adottiva in cui stabilirsi per cantarle poesie. Il primo manifesto di Artisti in piazza lo ha disegnato proprio lui. Per informazioni e contatti: Associazione Culturale Ultimo Punto, 0541.928003. www.ar tistiinpiazza.com; [email protected]. IL GAZZETTINO DI FANO 12 Musica …qui per sognare mi tocca dormire o come sempre, suonare suonare... Premiata Forneria Marconi Le strade della musica a Fano Un indagine su alcuni spazi, privati, per produzione e registrazione di musica, ci ha portato ben oltre le tariffe dell’affitto di una sala prove o della registrazione di un demo. di Tommaso Panajoli e Giovanni Roccato Avete presente il famoso problema della “fuga dei cervelli” dall’Italia? Qui a Fano ne abbiamo una versione particolare, quasi opposta: non solo cervelli, ma anche mani capaci, nel settore artistico, della musica e del video, che lavorano per buona parte qui ma rimangono perlopiù in disparte, traendo sostentamento da lavoro che quasi interamente proviene da fuori, anche oltre le Marche, fino all’estero. Tante potrebbero essere le sinergie tra i governi locali e queste diverse iniziative private: dalla promozione del territorio, all’organizzazione di eventi, fino alla creazione di spazi per i giovani e per l’arte. Questo prima che fuggano anche queste abili teste, abbandonando, come sono in procinto di fare, ogni speranza di lavorare anche per il nostro, e il loro, territorio. La ricerca di sale per prove musicali e di studi di produzione ci ha mostrato alcuni aspetti del mondo attuale, sotto il profilo musicale sicuramente, ma anche sotto quello lavorativo, tecnologico e artistico tout court, rivelandoci alcune realtà significative del nostro territorio. Proprio quando sembrava spegnersi ogni speranza di vitalità sociale e culturale di Fano, anche il mondo della musica riserva, come quello cinematografico, qualche sorpresa: giovani imprenditori che puntando su onerosi investimenti, passione e professionalità, hanno aperto a Fano luoghi di lavorazione del suono e produzione di musica, ma anche di fermentazione di iniziative e promozione di nuovi Particolare dello studio di registrazione di Suonolibero artisti. Ciò che colpisce è l’intraprendenza nel campo artistico, ma anche in quello strettamente professionale, di alcuni ragazzi, alle prese con le difficoltà del settore e con i mutamenti del mondo della musica, i suoi sviluppi tecnologici e le sue declinazioni multimediali. Abbiamo scelto tre dei principali nomi a Fano di attività del genere, ne abbiamo visitati gli spazi e abbiamo ascoltato i loro proprietari: sono emerse alcune dinamiche dell’attuale panorama musicale e alcuni modi differenti di operare al suo interno. Sfondo a queste imprese sono le numerose iniziative private e “casalinghe”, in materia di autoproduzione di musica. E’ lo sviluppo tecnologico del digitale, dei software e degli hardware per l’audio, che rende possibile oggi, insieme a una buona dose di conoscenze, lavorare “a casa” su produzione e incisione di musica. Questo porta a compiere chi invece lavora in questo settore, delle scelte basate sulla qualità del prodotto e soprattutto sulla varietà delle applicazioni tecniche e delle forme del suono. In ultima analisi a emergere è proprio una diversità, per funzioni e ambienti, delle attività che abbiamo visitato, diversità che sembra indebolire fortemente una presunta concorrenza economica. Ecco quindi dove dovete andare a Fano se siete a caccia di sbocchi nel mondo della musica e di ciò che gli sta vicino, ma anche di stimoli e iniziative che restano purtroppo nascoste, per cattiva infor mazione, disinteresse pubblico e per la solita cecità della nostra città. Naive Studio Il Naive Recording Studio nasce circa un anno fa come sala di registrazione e produzione musicale. Parlando con Francesco De Benedittis, titolare dello studio, emergono, oltre che un’interessante biografia artistica, tanti motivi validi per parlarne. Infatti…la faccia non è nuova e ci riporta a forse più di dieci anni fa, quando suonava nei Lineamenti con Stefano Fucili, noto cantante fanese pop. Di strada da allora ne ha fatta Francesco: prima un diploma alla School of Audio Engineering a Milano, poi un’incontro con Paul Manners a Rimini nello studio del produttore inglese, con cui, insieme all’amico e collega Davide Esposito, instaura una lunga collaborazione. Scrive per la cantante francese Kelly Joice “Vivre la vie”, brano di grande successo non solo Italia (ricordate a striscia la notizia?). Da qui parte la sua proficua attività con alcune cantanti francesi, ultima Sylvie Vartan, che ha seguito anche in una tournè internazionale come musicista. Ha lavorato anche per Mediaset per poi decidere di tornare nella sua Fano e aprire uno studio in cui portare avanti la sua attività di ingegnere del suono insieme a quella di compositore e arrangiatore. Da qui inizia il suo racconto sulla nascita del Naive: 13 IL GAZZETTINO DI FANO “ero abituato agli scantinati bui di Milano, io volevo creare un ambiente confortevole per la registrazione di musica. E’ necessario uno spazio rilassante e illuminato, che renda il faticoso lavoro dell’incisione più gradevole e meno stressante per i musicisti; questo è importante per la scelta dello spazio, così come la gestione, a cui ho meticolosamente lavorato io stesso, del materiale per il trattamento acustico delle sale.” Lo studio di Francesco nasce al primo piano di un edificio, sopra un noto centro commerciale di elettrodomestici nella zona industriale di Bellocci; un’ampia sala per le perfor mance strumentali e due sale di regia riempiono lo spazio illuminato e raffinato del Na¿ve. Insiste sulla scelta della qualità del prodotto sonoro Francesco, scelta che ha richiesto cospicui investimenti e che determina le esigenze cui lo studio può rispondere: “capitano persone che prendono un po’ superficialmente la produzione di un disco; a questi non posso venire incontro. E’ vero che oggi si può bene o male avere a casa gli strumenti tecnici per fare un disco, ma qui si parla di un livello tecnico superiore e di un approccio professionale alla produzione. Da un lato è positivo l’aumento di possibilità economiche nei confronti delle tecnologie del suono, ma certo fare un disco a casa e farlo in uno studio con tecnologie per decine di migliaia di euro non è lo stesso. Lavorando, capisci quanta qualità passa tra un prodotto audio serio e l’universo sterminato degli mp3. Non solo. A noi in Italia mancano anche le accortezze per combattere la crisi del mercato discografico davanti a mp3 e Internet. In Francia i dischi costano meno e portano spesso insieme un buono per un concerto, comunque un incentivo promofano comunicazione Regia principale del Naive Recording Studio per la vendita. Qua i dischi costano, mascherano spesso una qualità scadente e alla fine, spesso, non trovi neanche i testi allagati al CD.” Veniamo all’aspetto della multimedialità: anche voi avete cominciato a lavorare con materiale video? “Oggi è importantissimo saper lavorare sul suono di qualsiasi materiale video, da un cortometraggio, (lavoriamo adesso per il corto di E. Secchiaroli sulla sicurezza), a uno spot pubblicitario, fino a suoni per videogiochi.” Ci mostra infatti un piccolo cortometraggio pubblicitario di cui lui e il suo collega Fulvio Mennella hanno realizzato l’intera parte audio, dalla musica ai suoni. Soddisfatto, Francesco ci racconta i vari modi ingegnosi con cui il soundengineer ricrea in studio suoni di pistole che cadono, o altri dettagli del video, con incredibile fedeltà. Magari con questo esplodere di fanesi che lavorano nel campo dell’immagine voi potete trovare lavoro e Sala principale per le performance sonore del Naive Recording Studio collaborazioni anche Fano? “Lavoriamo molto poco con Fano. Non che non mi interessi, ma ci sono poche opportunità per questi livelli di produzione. A me piacerebbe fare qualcosa per Fano. In futuro registreremo dei brani come premio per il concorso fanese ‘Musicando’. Poi penso al massimo a una tre giorni di porte aperte per accogliere e dare opportunità anche alla varie realtà musicali del territorio, a prescindere dal livello…” La storia di Francesco ci è sembrata singolare: un giovane che necessariamente deve lasciare Fano per accedere a studio e lavoro nel campo della musica, prima; passione e professionalità che tornano a casa dopo e provano a trovare qua lo spazio e i mezzi per creare uno studio del suono professionale. Chiaramente un’attività del genere non può contare, momentaneamente, di vivere legandosi esclusivamente alla nostra zona, ma colpisce il fatto che non si veda nessun rapporto di valorizzazione reciproca tra questa e il territorio. Suonolibero Anche la storia di Suonolibero è molto interessante. Anche qui due giovani di Fano e dintorni: Emanuele Canu e Marcello Piva, i padri del progetto, da tecnici del suono decidono di aprire un loro studio musicale. Anche in questo caso l’ambientazione è fondamentale: una ex chiesa nel pieno centro storico fanese. “Ci ho messo un anno a trovare un posto adatto – dice Marcello - questo mi sembra ideale prima di tutto per motivi acustici. Bisognava poi creare la giusta atmosfera per lavorare con la musica. In parole semplici: se il posto è buio e brutto le sensazioni che vanno a tradursi in musica saranno negative, se invece il posto è famigliare, accogliente e colorato, il risultato saranno vibrazioni musicali positive.” Lo spazio è molto ampio: due piani, una sala regia audio e una video, una grande sala al piano terra e una sala nel soppalco riempita di chitarre e dei più svariati strumenti. Infine uno spazio che era destinato alle prove musicali ma ormai non lo è più. “Che ne è stato?” gli chiediamo noi. Così si spiega Emanuele: “Mi sentirei di dire che non c’è tutta questa domanda di una sala per provare. Veniva gente a provare, ma nelle occasioni di emergenza. La mancanza di continuità ci ha portato a eliminarla, lasciando lo spazio per altri usi utili alla registrazione”. Anche qua i ragazzi mi mostrano la portata delle tecnologie utilizzate e sostengono che “è vero, tutti possono fare un disco a casa e questo è un fatto positivo. Ciò non toglie che per lavorare professionalmente ser ve comunque uno studio come questo e i suoi mezzi.” Parlando di queste cose Emanuele finisce per svelarci le 14 IL GAZZETTINO DI FANO loro intenzioni: “penso che la registrazione stia diventando sempre più solo un aspetto della nostra impresa. Tutti possono fare un disco, bene o male; noi vogliamo fare molto di più. Vorremo diventare un sorta di etichetta, che produce dischi ma che anche li promuove, si prende cura degli artisti, dei concerti e quindi dell’intero percorso musicale. Non guardiamo più solo all’aspetto dell’incisione. Adesso stiamo facendo un disco per una cantante, lavoriamo agli arrangiamenti, alla sua promozione ma anche ai concerti e addirittura al video. Vogliamo che chi viene da noi non sia per solo un aspetto tecnico e professionale. A noi sta a cuore il rapporto umano. Chi viene da noi è perché apprezza il nostro modo di fare e perché trova in noi qualcosa in più di un supporto tecnico.” Anche Suonolibero trova sostentamento dal lavoro che spesso proviene da fuori il nostro territorio e quando chiediamo i legami e le iniziative con Fano e dintorni, i due non nascondono una certa insoddisfazione. “Appena avviati, circa tre anni fa, ci siamo presentati all’Assessorato alle Politiche Giovanili. Facemmo presente la nostra iniziativa e le possibilità di collaborazioni fruttuose con il Comune. La risposta? La più totale indifferenza. Eravamo stati coinvolti nell’organizzaz ione del concorso “Musicando” ma dopo averci lavorato e aver presentato un progetto, la nostra proposta è stata di fatto lasciata cadere. Non solo. Anche per la costituzione di una sala audio e video da parte del Comune avevamo offerto le nostre capacità per realizzarla e magari gestirla. Anche in questo caso, a un finto interessamento iniziale è seguito un pietoso silenzio. Si vedrà questo spazio del Comune? Mmm….” Il risultato, traspare da facce e parole di Emanuele e Marcello, è ormai un naturale scetticismo nei confronti della politica culturale del nostro territorio e dell’Assessorato alle Politiche Giovanili. Il loro ultimo lavoro che guarda al territorio è una compilation di brani di artisti promofano comunicazione Registrazione di un concerto a Suonolibero della nostra Provincia e delle Marche. Hanno curato la masterizzazione e per alcuni brani la stessa l’incisione. Anche a Suonolibero hanno incominciato a trattare materiale video, dal suono di cortometraggi fino a Dvd pubblicitari, con l’intento appunto di curare tutti gli aspetti della produzione musicale. Infatti, aggiunge Emanuele, “un Dvd rimane oggi difficile da fare a casa, per questo noi intendiamo curare anche questa parte, sempre per il fatto che guardiamo oltre la registrazione di un CD.” Emanuele e Marcello sono stati selezionati dalla Provincia per un ottenere un finanziamento, dopo aver presentato un accurato progetto incentrato su Suonolibero. Premiati come giovani imprenditori, è stata riconosciuta la validità della loro iniziativa che sta crescendo in un settore così difficile. “Un settore in cui è sempre complicato mantenersi economicamente” dice Marcello. “Questo anche considerando – aggiunge il collega - che non ci sentiamo in competizione con nessuno a Fano, proprio per l’identità specifica che sta assumendo la nostra attività.” Insomma di cervelli da far fuggire ce ne sarebbero e la politica antigiovanile, e per certi aspetti anticulturale, qua da noi ci prova sistematicamente a farlo, disincentivando o semplicemente ignorando queste attività frutto di giovani iniziative e di talento. Nel caso di Emanuele e Marcello poi, la rabbia e la disillusione sono ormai predominanti. Anche qui mancano sinergie e reciprocità che sarebbero troppo belle per essere vere, promotrici di troppe iniziative musicali e non, per poter essere prese in considerazione dalla nostra apatica politica. Crazy House Intervista a Nicola Guadagno, presidente del Circolo ARCI Crazy House di Fano. Dammi notizie generali sul Crazy House, quando è nato, se ha avuto finanziamenti, se nasce da una tua idea, da una tua passione. Uno dei numerosi angoli colmi di strumenti a Suonolibero “Erano parecchi anni che oltre a coltivare la mia passione per la musica avevo in mente di creare un locale del genere, un posto che fosse incentrato sulla musica… Ma un’idea concreta si è sviluppata alla fine del 2004. Ero stanco del lavoro che facevo e avevo voglia di poter mantenermi conciliando il mio lavoro con quella che è la mia più grande passione, cioè la musica.” Quando avete aperto? “Il 26 di marzo del 2005 è nato il Crazy House, sentivamo (parla della sorella Laura, vice presidente del locale) la necessità di creare un ambiente diverso, ci eravamo resi conto che a Fano mancava qualcosa del genere, che mancava un posto incentrato sulla musica dal vivo, che potesse offrire spazi anche ai nostri piccoli gruppi emergenti, che si distaccasse dai normali canoni secondo i quali sono concepiti e gestiti i locali in zona. Fondamentalmente il Crazy House è nato dalla mia passione per la musica e dalla voglia di creare una parentesi diversa in cui potessero riconoscersi tutti quei clienti che cercavano qualcosa di diverso.” Finanziamenti? “Neanche uno, ho partecipato a diversi bandi per ricevere delle agevolazioni e pur avendo tutte le caratteristiche per poter rientrare nel target ideale di soggetto avente diritto a finanziamento non ho avuto nessun genere di aiuto, tantomeno economico.” Comunque il Crazy House è un Arci? “Sì.” IL GAZZETTINO DI FANO 15 promofano comunicazione “Prevalentemente tratto con gente fanese o comunque locale; come ti ho detto il Crazy House ha un’attenzione particolare per i gruppi emergenti ancora non conosciuti quindi ho scelto di creare uno spazio che fosse il più accessibile per tutti, offrendo quindi la possibilità di lavorare sia con professionisti che con clienti meno preparati, in modo da poter incoraggiare i giovani musicisti a credere nelle loro capacità, inseguendo le proprie aspirazioni.” Cosa pensi della scena musicale fanese? Sala prove del Crazy House Quali sono gli svantag gi e i vantaggi del gestire un Arci? ad altri progetti o lavori in modo autonomo? Come avviene la selezione dei gruppi che suonano? “Ci sono dei vantaggi fiscali, ma lo svantaggio è che potendo entrare solo con la tessera si escludono molte persone che magari non sono clienti abituali ma vengono solo a vedere un concerto o a fare una bevuta. A volte la tessera diventa un impedimento, anche se il circolo è un circolo musicale, quindi la tessera stesse permette di accedere a tutte le attività.” “Sì, lavoriamo in modo autonomo e per quanto riguarda gli eventi miriamo sì ad andare incontro ai gusti delle persone, cercando però di mantenere viva una nostra identità; con i concerti diamo spazio sia ai gruppi emergenti della scena musicale locale sia a gruppi più conosciuti che vengono da fuori. Organizziamo annualmente anche un concorso musicale che ha come premio una registrazione nello studio.” “Ascoltiamo il materiale che ci inviano tramite internet o posta e poi in tre o quattro persone decidiamo chi chiamare a suonare. Questo vale sia per il concorso sia per tutte le altre serate.” Ecco appunto, parlami delle attività offerte dal circolo. Per quanto riguarda la sala prove e lo studio di registrazione, i tuoi clienti sono di Fano o vengono anche da fuori? “Oltre al bar e alla sala concerti abbiamo una sala prove provvista di strumentazione completa e uno studio di registrazione; inoltre in quella che è la sala concerti diamo la possibilità di fare mostre, lasciamo esporre ai giovani artisti che lo desiderano le loro opere. Il Crazy House è sì un circolo musicale ma non solo, è stato concepito anche come circolo con finalità sociali, che desse la possibilità a chi lo desideri di far sentire la propria voce, che sia sotto forma di note, o di pennellate in un dipinto o di scultura… Sono convinto che la comunicazione senza censura e l’aggregazione tra più persone siano il fondamento di quello che conta di più oggigiorno e il mio locale vorrebbe essere un veicolo per potersi esprimere e per poter stare insieme. Organizziamo anche tornei di biliardino e di play station… Ci fa piacere far divertire la gente, comprese quelle persone che ricercano qualcosa di alternativo alle solite proposte.” Come organizzi gli eventi musicali? Ci sono collaborazioni, partecipi Scena da un concerto sul palco del Crazy House “Anche se la città di Fano in fin dei conti si possa considerare abbastanza attenta al panorama musicale penso che da questo punto di vista sia abbastanza morta, ma non per una questione di tipologia di città, il fatto è che i gusti del pubblico stanno cambiando e sono sempre più direzionati verso la musica campionata quindi sia gli eventi che i locali che propongono musica elettronica raccolgono più consensi. Mi spiego, la richiesta di suonare dal vivo c’è ancora ed è abbondante, i gruppi ci sono, è il pubblico ad essere sempre più scarno. Una serata Goa o House o Techno per esempio attira sicuramente più pubblico di un concerto, valido che sia.” Organizzate serate del genere? “Il venerdì dopo i concerti vengono dei dj di musica elettronica, quasi prevalentemente di Goa o Drum&Bass; come ti ho detto ci sembra giusto offrire un panorama vasto di scelte, che possa accontentare le esigenze di più gente possibile, senza porre dei limiti o preconcetti che in qualche modo vadano a penalizzare gusti o modi di essere.” 16 IL GAZZETTINO DI FANO Spettacolo L’uomo è ciò che mangia. Ludwig Feuerbach Ma tu ci sei mai stato a Cartoceto? Breve presentazione del Festival “Meringhe Rosa”, che si svolgerà sabato 3 giugno. Per la seconda volta il Comune propone l’evento-idea di Elena Rapa e… poi non dire che non c’è mai niente da fare! di Valentina Tonucci Cartoceto dista dieci km da Fano quindi dovresti esserci già stato e se così fosse sicuramente respirando quell’aria di borgo, di paese dell’entroterra immerso nella calma e in un’atmosfera un po’ antica ne sarai rimasto affascinato e avrai piacere a ritornare. Ma se tu a Cartoceto non ci sei ancora passato, bhè ti si propone uno stravagante “dolce incontro diabetico” con questa realtà. Questa è la seconda edizione di Meringhe Rosa, da quest’anno l’evento è entrato nel circuito provinciale di arte contemporanea “SPAC” acquisendo maggior visibilità, e come ci spiega con soddisfazione Elena Rapa, “nasce dall’idea di portare nuove realtà artistiche in un territorio come quello dell’entroterra marchigiano, lontane e decontestualizzanti rispetto la linearità della vita di paese”. Il dolce accompagnamento diabetico che parte dalle 17:00 e giunge alla tarda serata propone a chi passerà di là una personale di arte contemporanea firmata Lucilla Candeloro, giovane emergente artista abruzzese, che riuscirà a toccare le corde emotive del fruitore attraverso la sua elaborata poetica visiva fatta di visi e grafite. Questa artista lega l’iperpulizia dello spazio in cui sono inserite le sconosciute persone-oggetto a visi molto sofferti che portano segni graffiati, pelle rovinata, vissuta. Scrive Melena Rusikova nel testo critico della mostra: “Questo lavoro meccanico, e quasi seriale, di insistere sui volti senza porsi un termine, risulta quindi un faticoso tentativo – e disperato – di contenere il fastidioso senso di dispersione con il quale tutti sono obbligati a convivere, semplicemente esistendo.” Sarà inaugurata anche la mostra di illustrazione “Water Resistance” Il Teatro del Trionfo di Cartoceto allestito per Meringhe Rosa. Foto di Marco Bargnesi a cura di Elena Rapa e del gruppo musicale jazzcore Neo di Terracina. Per la musica, altro elemento costitutivo del festival, verranno proposti 14 video musicali di autori di nove diverse nazionalità, dalla Finlandia all’ Austria, dalla Francia all’ Argentina, che rappresentano Il nuovo cd di Christian Rainer “Turn love to hate”. Questi videomaker mostrano la musica in immagini fondendo lo stile del video musicale a quello del video d’arte. Lo stesso Christian Rainer insieme a Karin Andersen è autore del video dal titolo “Stranger” molto apprezzato dal pubblico di Meringhe Rosa dell’anno scorso, pluripremiato nel corso di quest’anno, verrà riproposto a “Meringhe Rosa”. Subito dopo In prossimità del bel Teatro del trionfo di Cartoceto in una performance si potrà ammirare “TRONKY” nuova creazione del duo maceratese Nardi_Scopetta, che sono soliti stupire. Alle 19:00 tutti potremo assistere, come tutto il resto gratuitamente, allo Spettacolo Teatrale “Variazioni sul tema”, coccolati dalla bella voce di David Quintili, idea in collaborazione con il musicista Gianluca Gentili. L’intento che Elena si propone di trasmettere è: “che la manifestazione, proprio perché a fine divulgativo, nasce con la voglia di rendere tutto gratuito, al fine di rendere lo spettatore libero di muoversi, sentendosi appunto liberi di scegliere, entrando ed uscendo dall’evento per tutta la giornata. E con il languorino siamo giunti alla cena negli stand della proLoco di Cartoceto, allestiti nella piazza del Municipio, in occasione della tradizionale “Festa dei Vincisgrassi”, a cui Merighe Rosa quest’anno farà da cornice. Per il dopo cena suonano per tutti coloro che hanno voglia di divertirsi due gruppi musicali in piazza. Dalle ore 22:30 in poi musica a tutto campo: da Bologna a Cartoceto il concerto del gruppo musicale “Signorine Taytituc”, nome che ricorda una piccola principessa vanitosa africana, costituito da tre simpatiche amiche, Erica, Claudia e Serena. Dicono di essere bellissime, confezionate dentro la nuova divisa-abitino rosso con mele a pois, ci faranno divertire con i loro coretti a tre accordi e colpi secchi sui tamburi, il tutto alla maggiore velocità possibile. Potrebbero rientrare in quella commistione di generi definita Indie-Hardcore-Gospel, citando tra le loro influenze i Descendents. A seguire The Tunas, quintetto costituito da due chitarre, basso, batteria e non stop dancing girl Erica Gogo. Ragazzi che propongono canzoni tra il garage punk anni 60 e il rock’n’roll deviato, risultato? Brani ritmati e schegge impazzite. Dicono di essere venuti dal pianeta “Caracollo”, noi sappiamo che si sono conosciuti sui banchi del Liceo Artistico ma chissà… sul loro spazio di “my space” David Linch ha scritto che fanno cagare… vedremo. Il programma vi ha convinto? Ci vediamo il 3 Giugno a … Cartoceto! Per informazioni: [email protected] Per approfondimenti: http://profile.myspace.com/ meringherosa; www.christianrainer.com; www.myspace.com/ nardiescopetta; www.myspace.com/ tunabomber; www.myspace.com/ signorinetaytituc 17 IL GAZZETTINO DI FANO Arte L’arte deve disturbare, la scienza deve rassicurare. Georges Braque Progetto “Water Resistance” Per questo mese uno strappo alla regola, non due parole di scambio con un giovane artista ma, intorno ad una mostra collettiva che partendo da Cartoceto girerà l’Italia seguendo il gruppo musicale “Neo” di Terracina: “Water Resistance”. di Valentina Tonucci Si inaugura il 3 giugno all’interno della cornice artistica del festival “Meringhe Rosa” una giovane e amena mostra collettiva di illustrazione, arte digitale e fumetto. A Cartoceto l’anteprima della mostra che inizierà il suo giro d’Italia nel 2008, con l’uscita dell’ultimo disco del gruppo Jazzcore di Terracina “Neo”. Hanno risposto all’invito di Elena Rapa una trentina di artisti, che lei definisce semplicemente “amici”. Persone che influenzano l’opera e il lavoro di Elena, anche lei artista, di riflesso, come capita a tutti noi quando a contatto con le persone emotivamente vicine ci accorgiamo di averle “interiorizzate”. Gli artisti che hanno risposto all’invito hanno sviluppato come tema e filo conduttore l’acqua (tema quest’anno approfondito anche dal Napoli Comicoon), e in particolare la resistenza a questo elemento. Le tavole, su carta, di formato quadrato, si sviluppano attraverso tre colori: il nero, il bianco e un punto di azzurro cenere. I generi e gli stili artistici attraverso cui si sviluppa questa particolare “resistenza” sono i più differenti e vari. Dall’atmosfera nostalgica di Karin Andersen in cui un essere antropomorfo-futuristico trascina una tartaruga sul pelo dell’acqua, foto che è stata rielaborata in digitale, a MaicoleMirco, che inscenano bicromaticamente con un tratto molto lineare e semplice un incontro-scontro tra un polpo e un sottomarino. Poi troviamo da Ale Staffa, “AgitPop” il cui mot- L’opera di Karin Andersen to è “idee zero, contenuti meno”, fumettista underground della vecchia generazione, ad alcuni esponenti della nuova, come Rathinger, cofondatore della rivista Donna Bavosa e di SuperAmici, pieno di idee e mostruosità, o Cesko Fintersphooner, il cui messaggio ci appare truce, esplosivo e molto punk. Illustratori per l’infanzia come il fanese Luca Caimmi e la vicentina Milena Zanotelli, rappresentanti di uno stile più dolce, di ispirazione fotografica maggiormente legato alla realtà. Gli artisti che hanno preso parte al progetto sono una trentina, la stessa Elena Rapa esporrà una tavola del suo nuovo personaggio “Lucilla Testagrossa”. Tanti gli altri e molto importanti, è proprio per questo che invitiamo tutti. Alcuni siti per approfondire: www.littlelittletony.com; http://nicozbalboa.free.fr/ bio.php; www.ratigher.altervista.org; www.lamette.it; www.inguine.net; www.agitpop.info; www.karinandersen.com; www.cesko-finterspoone.com; www.jazzcoreinc.org. Coloro che già hanno aderito al progetto sono: Ale Staffa, Ratigher, Paper Resistence, Elena Rapa, Christian Rainer, Karin Andersen, MaicoleMirco, Little Tony, Nino Terremoto, Giacomo Podestà, Luca Caimmi, Mirka Pretrelli, Marina Bolmini, Erica Preli, Rocco Lombardi, Nardi_Scopetta, Nicoz, Anna Tufano, Michael Rotondi, Milena Zanotelli, , Cesko, T.H.I.inc., Francesca Komel, Alez Frassanito, Giovanni Zuanelli, testo introduttivo di Remo Remotti. Se vuoi avere uno spazio in questa rubrica contattami: [email protected]. Mondo bizzarro, di Cesko Fintersphooner. Pesci volanti, di Paolo Moretti. L’opera di Rocco Lombardi 18La vita è una trgaedia in primo piano, ma una commedia in campoCinema lungo. Charlie Chaplin IL GAZZETTINO DI FANO L’immagine maestra Come la finzione entra nella realtà: “Tragedie collaterali”, uno spot di Henry Secchiaroli. di Dario Bonazelli … “quattro sono morti mentre uno è stato operato e si trova in ospedale in gravi condizioni. L’incidente è avvenuto intorno a mezzanotte su una strada nei pressi di Appignano (Ascoli Piceno).” “Deceduto il bambino coinvolto ieri nell’incidente sulla A14, tra Pesaro e Fano…” “Ancora una volta la stanchezza, l’abuso d’alcool, la velocità, la guida nel cuore della notte in condizioni di non sicurezza hanno provocato la morte di due giovanissime, che vanno ad aggiungersi alla lista infinita delle vittime delle stragi del sabato sera...” Sono stralci, questi, di alcuni articoli di giornali locali reperiti sul web su un totale di 517mila risultati alla voce ‘stragi del sabato sera’. Fra tutti i sistemi di trasporto, il trasporto su strada è di gran lunga quello più pericoloso e che paga il prezzo più alto in termini di vite umane. Il programma d’azione 20032010 dell’Unione Europea punta forte sulla prevenzione con l’ambizioso obiettivo di ridurre della metà il numero delle vittime; la situazione è allarmante quanto sfuggevole e il Governo non è palesemente capace di tenere in pugno la situazione. Il limite viene sempre superato, sia di velocità, sia di alcool, sia di morti. Il tema è scottante e l’opinione pubblica arroventata: è infatti in corso un processo mediatico fatto di campagne di sensibilizzazione, talk show, prime pagine dei giornali e di ogni media contro l’eccesso del sabato, che è poi anche quello del venerdì e della domenica, del giovedì universitario e di qualsiasi giorno di festa. Le istituzioni promuovono leggi di prevenzione che sventolano limiti e restrizioni alzando e abbassando le pene a seconda del vento politico che tira, senza mai prendere di petto il problema. Se ne parla, ci si confronta, si dibatte nelle varie tavole rotonde inquadrati da telecamere che sembrano vanificare qualsiasi significazione reale della parola detta. Occorre (ri)partire dal basso colpendo al cuore e non al cervello delle persone, risvegliando la volontà di partecipazione alla vita attiva, lo strumento più potente in nostre mani, per poter investire tutto il potenziale collettivo sul futuro, leg gasi: educazione. Occorre impegnarsi nella propria rete di possibilità, chi è insegnante in primis, ma nella stessa maniera di un pescatore o di un geometra, di un politico o di un artista che sia. Noi abbiamo seguito passo a passo le riprese di uno spot, il secondo di una serie commissionata da Sany Technology srl al fotografo e regista fanese Henry Secchiaroli, che punta il dito proprio verso i giovani e che verrà fatto circolare in tutti gli ospedali d’Italia e nelle scuole. Un segnale importante a livello locale che dimostra quanto l’audiovisivo possa essere uno strumento efficace per coinvolgere e sensibilizzare gli altri. “No grazie”, questo il titolo del primo spot (sceneggiatura dei fanesi Luca Caprara e Fabio Roberti), parla della storia di sei ragazzi coinvolti in un losco giro di droga, fumo e alcool mentre “Tragedie collaterali”, in lavorazione e scritto da Federica Scena tratta da Tragedie Collaterali. Fotografia di Luigi Angelucci. Biondi, vede protagonista una giovane coppia che decide di prendersi una bella sbronza proprio prima di montare sulla propria auto. E quanti se ne vedono la notte! Il trait d’union tra i due film è rappresentato da un angelo che interviene per far vedere il futuro e cosa potrebbe succedere se… permettendo al protagonista di vedere il dramma e riflettere. Non ci troviamo di fronte ad una produzione cinematografica di grido, ma semplicemente ad una squadra di ragazzi, come ama definirla Henry, che con passione e mezzi propri lavora all’unisono. Se l’alta qualità del video viene assicurata dall’utilizzo dell’HDV, High Definition Video (telecamera di Metis Film), Henry ha potuto SOSTIENI IL NOSTRO PROGETTO !!! Se vuoi pubblicare inserzioni pubblicitarie sul Gazzettino di Fano, Se vuoi ricevere il Gazzettino di Fano in abbonamento direttamente a casa tua, Se vuoi far sentire la tua voce, CONTATTACI !!! Scrivi a [email protected] o telefona allo 0721.863209 Se vuoi sottoscrivere un contributo per far vivere il nostro giornale contatta la nostra redazione e ti comunicheremo gli estremi per effettuare un versamento www.ilgazzettinodifano.it rendere al meglio ogni singola scena grazie all’utilizzo della strumentazione del già citato Giacomo Giardini (il Gazzettino di Fano n.2). Operatore di camera è Giovanni Saviano, fedelissimo di Henry, mentre il macchinista è un giovane fanese, Luca Longarini, che ha già tanta esperienza sulle spalle ed è ora impegnato a specializzarsi come operatore di un mezzo innovativo, la steadycam. Le riprese si sono svolte nel mese di aprile in varie residenze private, per le strade di Fano, set davvero ideale a detta di Henry, e nel bar Swan e Milly dove i protagonisti si scolano Capirinhe una dietro l’altra e nei pressi dei quali è stato simulato l’incidente, con tanto di automobile cappottata ed effetti speciali. Per l’occasione hanno 19 IL GAZZETTINO DI FANO promofano comunicazione Henry Secchiaroli alla macchina da presa durante la lavorazione di C’era una volta. partecipato alle scene la Polizia Stradale, i Vigili del fuoco e la Croce Azzurra di Fano la quale ha messo a disposizione una propria autoambulanza per compiere delle riprese dall’interno del mezzo, simulando, o meglio recitando, un vero e proprio Pronto Soccorso. Curiosissimo è stato vedere all’opera lo Special make-up di Andrea Giomaro, altro fanese doc, che ha ricostruito sul volto di un’attrice l’esito traumatico dell’incidente, quindi tagli, vetri, sangue e ancora sangue con una verosimiglianza sbalorditiva. Fotografo di scena è Luigi Angelucci e aiuto-operatore Tomas Lunghi. Per quanto riguarda il cast artistico la produzione Hego Film si è avvalsa della collaborazione del Casting Manager Max Callàri (Roma) per trovare in Federica Miniati, Pietro Caramia e Patrizia Gaglianone tre giovani emergenti con i quali Henry ama lavorare per l’impegno e la passione che profondono rispetto ad attori con maggiore esperienza. Tra gli altri attori: Paolo Birri, Simonetta Fragassi, Isabella Heleni, Roberto Pensa, Andrea Montesi. “Correre ai ripari -così commenta Henry Secchiaroli- questo problema va raccontato e sensibilizzato. Cultura, scuola e campagne mirate devono fornire alle nuove generazioni una consapevolezza che manca. E l’audiovisivo, da questo punto di vista, è un mezzo privilegiato”. Henry Secchiaroli nasce a Fano (PU) il 28 marzo 1968 e fin da piccolissimo manifesta chiaramente la sua passione nei confronti delle arti visive. Entra a contatto con il mondo della fotografia, del cinema e delle immagini animate grazie all’influenza e alle spinte creative del padre Bruno, da sempre fotocine amatore. Benchè soltanto adolescente Henry capisce che la fotografia è la sua strada trovando primo glorioso compimento in una mostra personale alla giovane età di 15 anni. Henry ha già le idee molto chiare: senza troppi dubbi si iscrive all’Istituto Statale d’Arte di Urbino, prestigiosa scuola a livello nazionale, per la quale consegue il diploma nel 1987 optando per la specializzazione in fotografia ed arte pubblicitaria. Il “salto” avviene nel 1994: un balzo di entusiasmo, giustificato dai recenti e continui successi, lo Scena tratta dal backstage de Il Profumo del cuore. porta a fondare il Picture Media Studio, una vera e propria agenzia di spettacolo a 360 gradi che intende muoversi con piglio sicuro tra fotografia, video e multimedialità. Dopo alcuni anni arriva il primo significativo lavoro: la partecipazione al progetto discografico “Kelly Joyce”, all’interno del quale l’abile fotografo fanese si prende cura dell’immagine complessiva dell’astro inglese nascente, realizzando direttamente alcuni video di presentazione e numerosi servizi fotografici. Mai “sazio” d’arte, si diletta a suonare le tastiere, cercando al contempo di essere costantemente aggiornato sulle nuove tendenze e le nuove sonorità. Henry non può fare a meno di fondere tra loro la musica e la luce. Questa la produzione artistica dell’anno corrente: - Regia e Direzione della Fotografia in “The Mission” Cortometraggio (Mini DV) - Regia e Direzione della Fotografia in “Il Profumo del cuore” Cortometraggio (HDV) (in produzione) - Regia e Direzione della Fotografia in “Tragedie Collaterali” Cortometraggio educativo (HDV) (in produzione) Contatti: e.mail [email protected] Sito internet www.henrysecchiaroli.com Se lavori con l’audiovisivo ma vorresti esprimerti anche a parole…contattami: [email protected] Copyright 2007 © Rcs Quotidiani Spa Defaillance di Gianni Tombari Un sospiro. Gocce di sudore si perdono nel tuo corpo caldo ed eccitato. I capelli arricciati si agitano e vanno per i fatti loro, e qualche volta ti infastidiscono, coprendo il tuo campo visivo. Ma così non va bene: lo sguardo, come il tatto, è una componente troppo importante. Silenzio. Un silenzio che ti avvolge. Un silenzio che intoppa le tue orecchie ovattate, rotto soltanto da quell’inconfondibile rumore ridondante e da urla di piacere, da urla di dolore, da urla di fatica. Da urla di soddisfazione. Il lungo, e il corto, hanno un’importanza fondamentale. Stupidi coloro che continuano a sostenere il contrario, arrancando nei propri limiti e avallando la durata come sola componente necessaria. La durata, e basta. Nonononono. La durata è certo fondamentale, ma solo per chi ha la resistenza e la tenacia di mantenere la propria prestazione al medesimo livello. Continuare a fare su e giù con la stessa grinta, la stessa determinazione, la stessa passione, certo. Se vuoi pubblicare i tuoi racconti contattaci ai numeri 340.9340963, 348.7042790 o scrivi a [email protected]. Attendiamo con entusiasmo! Leggi, rileggi e pondera. Proverbio italiano www.promofanocom.it Immagine tratta dal sito web www.corriere.it. Sbattendosi, agitandosi, dimenandosi, senza mostrare cedimento alcuno. Certo. Ma con le spalle coperte da peculiarità innate, però: sennò, amico, è davvero inutile. Ma qualcosa, oggi, va storto. Le palle sembrano essere troppo dure per il tuo partner, davvero troppo dure persino per chi è abituato ad affrontarle tutti i santi giorni. Si fanno largo nelle geometrie perfette, si insinuano laddove spesso non dovrebbero capitare e colpiscono, colpiscono violentemente, colpiscono anche troppo forte provocando dolore, cazzo, provocando dolore. I muscoli si contraggono, il corpo si irrigidisce, si arriva persino a qualche crampo per le posizioni scomode assunte troppo a lungo. Percepisci la sua chiara difficoltà e ti stupisci, sorpreso da quella reazione. Non sai come comportarti, non sai che fare, ma continui il tuo lavoro, continui ad accompagnare il movimento del tuo corpo con qualche sbuffo di fatica e di piacere, continui a spingere, a spingere fino all’estremo, a spingere fino alla morte. ll tuo partner è stremato, e a te non resta che smorzarla appena un poco in attesa del tripudio. Un tripudio che puntualmente esplode, con l’urlo liberatorio che lo accompagna in tutto il suo fragore. Ti avvicini a rete, stringi la mano all’arbitro e fai comunque i complimenti al tuo avversario: vincere una finale di tennis non è mai stato facile come questa volta. Giovani scrittori www.infofano.it www.portodifano.it www.fanofotoreport.it www.fanoshop.com Promofano Comunicazione IL GAZZETTINO DI FANO 20 Promofano Comunicazione Corso Gui 4, Fano Tel e fax 0721.863209 21 IL GAZZETTINO DI FANO Ecologia Ciò che non fa bene all’alveare non può far bene alle api. Marco Aurelio Polveri sottili nell’aria: un problema di cui tutti dobbiamo prendere coscienza Solo nei primi tre mesi del 2007 le concentrazioni di polveri nell’aria sono state per 52 giorni superiori al limite di legge di Alberto Capuccini Facendo una passeggiata in città, andando al lavoro in bicicletta, mentre si è in fila in macchina nei pressi di una rotatoria o in un qualunque altro momento in cui ci troviamo all’aperto, a chi non è mai capitato di respirare a pieni polmoni e sentire nell’aria un odore, un non so che, di innaturale? Purtroppo “quel non so che” ha un nome e si chiama “polveri sottili”, le famose, quanto ignorate, pm10, ossia particelle fini respirabili con un diametro inferiore a 10 micrometri e quindi in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe). Nella nostra bella città il problema che riguarda le pm10 è più serio che mai. La leg ge stabilisce che la concentrazioni di polveri nell’aria non deve oltrepassare per più di 35 volte in un anno il valore di 50 microgrammi per metro cubo; per darvi un’idea della condizione dell’aria che respiriamo, riflettete sul fatto che solo nei primi tre mesi del 2007 questa soglia è gia stata superata ben 52 volte! Questa problematica è stata studiata dall’ASUR (azienda sanitaria unica regionale), la quale ha condotto uno studio relativo agli anni 2003/04 sull’impatto che queste polveri hanno sull’ambiente e sulla salute di noi cittadini fanesi, arrivando a delle conclusioni che non possono lasciare i lettori indifferenti, ed è proprio per questo che ve le voglio proporre. Secondo le loro stime nel 2003 nel comune di Fano ben 21 decessi sarebbero stati provocati dalla presenza di pm10, mentre altre 30 persone si sarebbero ricoverate per cause derivanti da queste, quali problemi respiratori e circolatori. Nel 2004 le conseguenze sulla salute dei cittadini ammonterebbero invece a 17 decessi e 30 ricoveri. Viene inoltre rilevato che, un bambino nato nel 2004 a Fano, in base alla struttura della popolazione e al tasso di mortalità generale, ha una speranza di vita di 83 anni, di questi però lo 0.57 % viene perduto a causa dell’esposizione ai livelli di inquinamento da pm10 del 2004. A questo punto porci qualche Immagine tratta dal sito web www.antoniodipietro.com Aria Killer. Campagna della Consulta per l’ambiente del Comune di Brescia. domanda è d’obbligo: cosa ha portato la nostra aria a ridursi così? Come possiamo fare per limitare i danni e cercare di ridurre l’emissione di pm10? Al primo quesito possiamo rispondere tutti semplicemente facendo un esame di coscienza sui nostri stili di vita, i quali, in quanto a comodità, non hanno eguali mentre in quanto ad impatto ambientale lasciano molto a desiderare… La risposta alla seconda domanda apre un dibattito di non facile soluzione. Il metodo migliore sarebbe iniziare a bloccare il traffico cittadino, un controllo a tappeto di caldaie casalinghe e impianti industriali, il potenziamento delle viabilità pedonali e ciclabili e, non per ultimo, un potenziamento dei servizi di trasporto pubblico. In teoria le linee politiche da seguire sarebbero queste, ma dalla teoria alla pratica il passo è lungo, poiché molti di questi interventi risulterebbero di elevata impopolarità e di difficile realizzazione (si pensi al blocco della statale che attraversa la città), ed è proprio qui che il mondo politico e cittadino si divide. Se da una parte vi è chi ritiene che questo problema sia grave, ma non debba assumere tanta rilevanza da paralizzare la viabilità e lo stile di vita cittadino, dall’altra vi sono le associazioni ambientaliste e tutte le persone che sono state direttamente coinvolte dal problema che chiedono invece l’adozione al riguardo di un piano strategico pluriennale, il quale preveda, se necessario, misure impopolari e che si ponga come obbiettivo primario il risanamento dell’aria. Certo è che, nel momento in cui una qualche situazione richieda una presa di posizione impopolare da parte di un’istituzione, queste non faranno certo la fila per essere etichettate come coloro che hanno recato disagio alla cittadinanza. L’assessore all’ambiente Gabbianelli, interrogato sulla questione, ritiene che il primo passo debba essere fatto dalla Regione, la quale dovrebbe emanare regolamenti che riescano ad uniformare, su questa tema, le politiche di tutti i comuni e che possano condurre ad un piano d’azione che operi sulle infrastrutture. Dall’altro lato, la Regione stessa, punta il dito contro l’assessore all’ambiente, il quale viene accusato di non aver preso misure adeguate alla soluzione del problema. Insomma a livello politico questa è una questione per la quale nessuna istituzione sente l’obbligo di agire, ma per la quale tutti paghiamo le conseguenze derivanti dalle suddette negligenze. Siamo noi cittadini dunque che dobbiamo iniziare a prendere coscienza del problema e a renderci conto che, se certe questioni arrivano a toccare la nostra salute, e di conseguenza quella pubblica, niente può esimerci dal porre domande, dal proporre interventi, dal far sentire la propria voce, perché se della tua salute e delle problematiche che ti vedono coinvolto non ti occupi tu, credi che lo farà qualcun altro? IL GAZZETTINO DI FANO 22La geografia è più importante della storia perchè la contiene. Guillermo Itinerari Cabrera Infante In viaggio nella città del momento: Valencia Un viaggio tra tradizione e modernità Di Raffaella Clemente E’ la città del momento. E’ la città il cui nome oggi appare su tutti i giornali per il via alla 32esima edizione dell’America’s Cup. Parliamo di Valencia. Ogni anno oltre quattro milioni di turisti visitano la Comunidad Valenciana, di cui Valencia è il capoluogo. Negli ultimi dieci anni la città è stata trasformata con creatività e vigore; si è estesa così tanto che i giornali spagnoli hanno parlato di una explocion valenciana. Quest’anno poi la sua fama è diventata mondiale grazie proprio all’America’s Cup, gara che si sta svolgendo in questi mesi nelle acque valenciane. Terza città della Spagna in ordine di grandezza, Valencia è una città solare, vivace ed accogliente che merita di essere visitata e vissuta. Il letto del Rio Turia, fiume deviato a causa di passate inondazioni e ora trasformato a grande parco, divide la città in due parti che equivalgono alle sue due anime: la Valencia antica, storica e colta, si distingue dalla Valencia moderna, caotica e avanguardista. Quest’ultima, proiettata nel futuro, è stata resa famosa soprattutto dalla Ciudad de las artes y la ciencias, progettata dall’architetto Santiago Calatrava, il figlio più illustre della città, che già nel 1995 aveva realizzato sul letto prosciugato del Valencia. Plaza de toros. Valencia. Ciudad de las artes y la ciencias. Rio Turia uno dei più futuristici ponti europei. La Ciudad de las artes y la ciencias richiama ogni anno milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Questa città nella città è divisa in quattro parti: l’Hemisferic, struttura che comprende un planetario e un cinema IMAX; il Museo de las Ciencias Principe Felipe, museo delle scienze interattivo; l’Oceanografic, uno degli acquari più grandi d’Europa; e infine il Palau de les Artes Reina Sofia, spettacolare auditorium dove si svolgeranno i più importanti spettacoli di opera, danza e concerti sinfonici. Pur proiettata nel futuro però, Valencia non vuole rinunciare alla sua anima più storica, con le sue altrettanto radicate tradizioni. La parte più antica della città è chiamata el Barrio del Carmen. Percorrendo le sue strette vie si può arrivare facilmente a Plaza de la Virgen, piazza alla spalle della maestosa Cattedrale, dove si dice sia custodito quello che secondo alcuni potrebbe essere il Santo Graal. Tra i monumenti storici, una struttura affascinante è senza dubbio La plaza de toros, arena dove in agosto è possibile assistere ad una delle più grandi tradizioni spagnole: la corrida. I valenciani sono molto tradizionalisti, basti pensare alla tenacia con la quale sostengono il dialetto valenciano, lingua della Comunidad che obbligatoriamente viene fatta studiare sin dalle scuole inferiori. Ma per entrare nella più antica tradizione valenciana è necessario assistere ad una delle feste più sentite e rinomate della città: Las Fallas. Questa festa, che si tiene a marzo in onore di San Josè, è paragonabile al nostro carnevale: ogni quartiere costruisce la propria falla, enor me pupazzo di cartapesta, che rappresenta personaggi o temi tratti dalla realtà valenciana. Dal 15 al 19 marzo tutti gli abitanti della città sono in festa e vivono questa tradizione coinvolgente che si conclude con la cremà, la bruciatura di tutte le fallas. Per chi va a Valencia non è possibile non farsi trascinare dalla movida e dall’entusiasmo con il quale i valenciani vivono la loro città, fieri della sua crescita e della sua innovazione degli ultimi anni. Per chi ama addentrarsi nella quotidianità del posto, ci si può immergere nel Mercado Central, grande mercato in cui i colori e i profumi dei cibi locali rimarranno sicuramente impressi. Oggi, in occasione dell’America’s cup, milioni di turisti affollano il nuovo porto, costruito magnificamente per l’occasione, ma frequentano anche le lunghe spiagge con i suoi numerosissimi locali e ristoranti. Valencia, infatti, va fiera anche per essere conosciuta in tutto il mondo culinario grazie al suo piatto tipico: la paella. Nata tanti anni fa, questa ricetta antica è diventata la più richiesta da tutti i turisti e non solo. Piacevole e accogliente per ogni tipo di viaggiatore, Valencia è sicuramente una città da visitare immergendosi nelle sue profonde tradizioni, ma anche nella sua coinvolgente modernità. 23Ricorda sempre di non bere mai più di quanto tu possa caricarti sulle Stogazzo spalle. Proverbio cinese IL GAZZETTINO DI FANO di Alberto Eusebi Finalmente è arrivato, nessuno lo aspettava ma è arrivato, l’angolo dedicato ai lettori, hai una domanda nella testa e non hai voglia di cercare la risposta? Curiosità sulla vita quotidiana o storia Fanese? Vuoi sapere perchè lo stercorario fa quello che fa? Vuoi conoscere i segni di briscola? Il numero di telefono della redattrice? Qualsiasi domanda tu voglia porci noi la leggeremo e le migliori troveranno risposta sul gazzettino. Scrivi a [email protected]. Su un altro periodico del vasto panorama intellettuale fanese, è uscito un articolo intitolato Come essere felicemente trendy in cui si spiega come vestirsi per un aperitivo: i consigli che danno sono giusti; ma si adattano proprio a tutti i bar e/o locali fanesi? Questa domanda casca a fagiuolo, mentre stavo leggendo l’articolo stavo pensando: sì, va bene, ma se fossimo al bar Arcobaleno… sì, va bene, ma se a Carrara una ragazza arriva troppo carina… in definitiva mi sento di suggerire un’alternativa per lui e per lei sull’aperitivo carrarese, che si CINEMA L’opera che visse due volte. Cinema e letteratura nella cultura del ‘900. Seminario sul cinema ad Urbino fino al 31 maggio. In programma: 10 maggio Senso (1954), di Luchino Visconti, presentazione di Bianca Maria Marchetti; 15 maggio Jules et Jim (1962), di François Truffaut, presentazione di Margaret Amatulli e Anna Bucarelli;17 maggio Apocalypse now (1979), di Francis Ford Coppola, presentazione di Marco Dorati; 22 maggio Il deserto dei Tartari (1976), di Valerio Zurlini, presentazione di Bernardo Valli; 24 maggio Il signore delle mosche (1963), di Peter Brook, pre- distacca un po’ da quello trendy fanese: non che sia meglio o peggio, però è diverso. PER LUI: portare soldi in quantità tali da potersi permettere di pagare l’aperitivo a lei ed eventualmente un giro di bevute per acquietare i ruspanti animi carraresi alla vista della pulzella. Essere possibilmente ben piazzato e pronto alla rissa. Non toccare gli stuzzichini se un signore più anziano di te è a meno di un metro da essi, si rischia la mano. Ordinare un frizzantino della Zonin prima e dopo l’aperitivo. Come aperitivo Campari con vino è molto ben visto dagli abitanti del luogo. Rispettiamo le culture diverse. Non occupare il bancone per un tempo superiore a quello necessario ad ordinare da bere, riceverlo, pagare e spostarsi. Durante l’aperitivo è consigliabile praticare lo sport della briscola; in alternativa scopa o scala 40 sono egualmente ben accetti. Il vestito di lui non ha importanza alcuna se non per la ragazza, c’è da dire però che se ella accetta un aperitivo all’arcobaleno, il vestito non è di nessuna importanza neppure per lei. PER LEI: vestito sobrio e ben coperto, al 15 di agosto si consiglia sentazione di Marco Dorati; 29 maggio L’uomo che amava le donne (1977), di François Truffaut, presentazione di Margaret Amatulli e Anna Bucarelli; 31 maggio A funny thing happened on the way to the forum (1966), di Richard Lester, presentazione di Roberto M. Danese. Per i n f o r m a z i o n i : [email protected] o [email protected]. MOSTRE Miravigliosamente Mirò. Opere grafiche dal 1948 al 1971. Gradara, Palazzo Rubini. Dal 15 aprile al 4 novembre 2007. Il borgo medievale di Gradara si apre all’arte contemporanea e ospita “Miravigliosamente Mirò, mostra maglione di lana nera a collo alto, jeans larghi e poco sexy, occhiali scuri, cappello di paglia, anfibi di cuoio con suola antiscivolo. Un rossetto rosso può essere usato con cautela. Non portare soldi in quanto se anche il vostro lui sarà in ritardo (cosa tra l’altro fatalmente errata) si troveranno dozzine di uomini pronti a soddisfare la vostra voglia di aperitivo inducendovi anzi a proseguire le bevute fino a che non sarete pronte per il secondo fine. Altre regole per le ragazze non esistono, avete potere illimitato sul bar. PER LUI E PER LEI: essere già molto innamorati, molto, non fare questo nel primo semestre di appuntamenti. Il 13 del mese scorso era venerdì… è vero che porta sfortuna? Non era il 17? Si tratta di una superstizione che prende il nome di parascavedecatriafobia o friggatriscaidecafobia. Alcuni sostengono che la credenza sia nata venerdì 13 ottobre 1307, giorno in cui Filippo il Bello fece arrestare tutti i Templari sul territorio francese, confiscando i loro beni e consegnandoli all’Inquisizione. Fatto che causò probabilmente la rapida caduta dell’ordine in circostanze veramente misteriose. Secondo altri, la scaramanzia è legata invece alla tragica fine del tredicesimo commensale dell’ultima cena, Giuda, che tradisce Gesù, il quale proprio di venerdì muore sulla croce. Tanto che si dice che quando si è in 13 a tavola il primo ad alzarsi sarà il primo a morire. Venerdì è anche il giorno in cui Adamo ed Eva peccarono nell’Eden ed in cui ebbe inizio il dedicata all’opera grafica del geniale artista spagnolo. Per info e prenotazioni: tel. 0541.964673; fax 0 5 4 1 . 8 2 3 3 6 4 ; w w w. g r a d a r a i n n o v a . c o m ; [email protected]. MUSICA Jazz in the countryside. Rassegna di musica jazz in programma a San Costanzo fino al 25 maggio. Al via la rassegna di musica afroamericana in programma ogni venerdì a Cerasa di San Costanzo: il jazz va in collina e porta il meglio dei musicisti della regione n e l l ’ e n t r o t e r r a . Grazie alla collaborazione del Fano Jazz in’n club, ogni venerdì jazz marchigiano nello scenario Diluvio Universale. La credenza si è diffusa anche in Italia, ma nel nostro Paese resistono tuttavia credenze di segno opposto che ritengono fortunato il numero 13 e sfortunato il venerdì 17. Però il Gazzettino si è informato troppo sul 13 e adesso il 17 non gli interessa più. A proposito di questo mese invece, com’è nata la festa della mamma? La festa della mamma fu istituita nel 1914 negli Stati Uniti su proposta di Anna M. Jarvis la quale era molto legata alla madre. Dopo la morte della mamma, Anna si impegnò inviando lettere a ministri e membri del congresso affinché venisse celebrata una festa nazionale dedicata a tutte le mamme. Grazie alla sua tenacia e determinazione, la prima festa della mamma fu celebrata a Grafton e l’anno dopo a Filadelfia: era il 10 maggio 1908. Nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso per festeggiare questa festa la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri del Paese. In Italia, e a Fano, la Festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio perchè noi non potevamo non avere una festa che gli Stati Uniti hanno. Si sta anche discutendo se festeg giare il 4 luglio ma al momento non si trova un valido motivo, i più accesi sostenitori continuano imperterriti sulla tesi del: perchè no? Agenda naturale delle colline fanesi: presso l’Agriturismo DivinAmore di Cerasa di San Costanzo dalle ore 21.30. Venerdì 11 mag gio il Cirano 5tet; venerdì 18 maggio Ippolito Lamedica quintet; venerdì 25 maggio concerto di chiusura con Gandinga e Sadunga. Ingresso ai concerti gratuito; sconto del 15% sui servizi dell’agriturismo DivinAmore. Per informazioni e prenotazioni : 0721-935011. CONCORSI MMS Photo Festival. Concorso che ricerca, valorizza e promuove la creatività inedita espressa tramite la nuova tecnologia dei telefoni con fotocamera, nato nel- IL GAZZETTINO DI FANO l’ambito del primo festival europeo di MMS, che si terrà il prossimo novembre a Terni nell’ambito del 2° CortoFonino Film Festival, festival nazionale di cortometraggi girati con il telefonino. Le foto sono a tema libero: possono essere artistiche, realiste, comiche, di reportage, purchè siano inedite e il peso dell’MMS non sia superiore ai 100 KByte. E’ possibile partecipare con non più di un’immagine dal 10 marzo al 10 ottobre 2 0 0 7 . I 20 lavori finalisti saranno esposti a Palazzo Primavera a Terni il 10 novembre prossimo e il migliore vincerà la pubblicazione dell’MMS sulla rivista Exibart (sia cartacea che o n l i n e ) . L’MMS Photo Festival persegue il fine del CortoFonino Film Festival, fare in modo cioè che la tecnologia diffusa possa essere usata per scopi desueti ed esprimere le proprie capacità creative, e confina con l’SMS Script Festival, altra sezione del CortoFonino 2007 riservata al miglior messaggio. Info e bandi s u www.cortofoninofilmfestival.eu e www.liberailota.eu. IN ITINERE Cartoniadi. La sfida all’ultimo cartone tra le città di Ancona, Fano, Fermo e Macerata. Durerà un mese, al vincitore 30.000 Euro. Comieco in collaborazione con la Regione Marche indice un’iniziativa di sensibilizzazione alla raccolta differenziata che mira a diffondere l’abitudine di separare carta, cartone e cartoncino dal resto dei rifiuti. Tra il 1 e il 31 maggio tutti i residenti nei Comuni di Ancona, Fano, Fermo e Macerata sono invitati ad avviare al riciclo quanti più imballaggi di carta e cartone possibili. Al comune vincitore Comieco metterà a disposizione 30.000 euro per un pro- 24 getto di riqualificazione del territorio. Per maggiori informazioni www.cartoniadi.org. TerraFutura 2007. IV edizione della mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Una rassegna espositiva in cui saranno presenti associazioni e realtà del non profit, imprese eticamente orientate, enti locali e istituzioni, reti e coordinamenti a testimoniare come comportarsi in modo “alternativo” sia possibile in ogni ambito dell’abitare, del produrre, del coltivare, dell’agire, del governare, a livello sia locale che mondiale. Con appuntamenti culturali, workshop e laboratori. Tre giorni per comprendere come agire in pratica per garantire un futuro alla terra e come costruire un modello di sviluppo diverso, più equo e sostenibile, incontrando progetti, esperienze ed esempi concreti che spaziano dalla tutela dell’ambiente alle energie alternative rinnovabili, dall’impegno per la pace alla cooperazione internazionale, dal rispetto dei diritti umani alla finanza etica, dal commercio equo al turismo responsabile, dalla mobilità sostenibile all’agricoltura biologica e biodinamica, dalla bioedilizia alla salute. Dal 18 al 20 maggio 2007 a Firenze presso la Fortezza da Basso. Ingresso libero dalle 9.00 alle 20.00. Info su w w w. t e r r a f u t u r a . i t . Ci Siamo. III meeting internazionale delle Politiche Giovanili. A Urbino dal 9 al 12 maggio 2007. Incontro internazionale dedicato ai temi della partecipazione e della rappresentanza giovanile: numerosi gruppi di giovani, a livello sia italiano che europeo che extraeuropeo, porteranno le loro esperienze e testimonianze di partecipazione attiva, promofano comunicazione confrontandosi tra loro, oltre che con istituzioni ed “addetti ai lavori”, che saranno in posizione di ascolto e avranno un’occasione importante per “capirne di più” dalla viva voce degli interessati messi a confronto. Assemblee, workshop e una serie di iniziative collaterali trasformeranno Urbino per una quattro giorni all’insegna dell’impegno giovane e del contagio tra diverse e interessanti realtà. Il Gazzettino di Fano parteciperà al Meeting sia nell’ambito del confronto di esperienze tra i giovani, la mattina del 10 maggio, sia nella redazione di un quotidiano interno al Meeting. Per informazioni Segreteria Organizzativa: Provincia di Pesaro e Urbino, Piazza della Repubblica 3; Tel: 0721359697 Fax: 0722373087; Em a i l : [email protected]. E’Naturale. “Non perdere i sensi”. L’Associazione Culturale Rari Ramarri Rurali e l’Associazione Ambientalista La Lupus in Fabula propongono una riscoperta dei luoghi e dei momenti più vicini alla natura e ai suoi preziosi segreti. Prossimi appuntamenti: lunedì 14 maggio, ore 17,30, presso l’Aula Magna I.T.C. Cesare Battisti, via XII settembre, Fano, Presentazione dell’ultimo libro di Giuseppe Altamore I PADRONI DELLE NOTIZIE (Edizioni B. Mondadori, 2006), IL SENSO DELL’INDECENZA; martedì 15 maggio ore 17,30, presso l’Aula Magna I.T.C. Cesare Battisti, il convegno: ACQUE MINERALI: QUALCUNO VUOL DARCELA A BERE…; domenica 20 maggio IL SENSO DEL COLORE, escursione al Parco Naturale del Monte San Bartolo. Per info: La Lupus in Fabula, tel 347.0515010, w w w. l a l u p u s i n f a b u l a . i t , [email protected]; Rari Ramarri Rurali, tel. 338 8660553. …La valle incantata. La valle inquinata… Viaggio dentro e fuori la Valle del Metauro. Ultimo appuntamento del ciclo di incontri promossi dall’associazione culturale Sconfini con il patrocinio del Comune di Montemaggiore. Ultimo appuntamento venerdì 11 maggio alle ore 21 presso la sala conferenze del centro civico di Villanova di Montemaggiore al Metauro intervento del prof. Nino Finauri, Arte profetica e rifiuti: 100 anni di immondizia nell’opera creativa degli artisti occidentali. A seguire lectio magistralis di Laura Puppato, sindaco di Montebelluna. Per info Comunità Montana del Metauro, tel. 0721 74291. Festa del Nino. Continua il baccanale suino che porta a spasso per le terre marchigiane i sapori della mensa. Prossimi appuntamenti: venerdì 11 maggio Adagio con Gusto, presso il ristorante Cascina delle rose; 13 maggio L’antico dolce del miele, presso il museo Casa della Mina a san Giorgio di Pesaro; 19 maggio Toonino e Gustavo alla ricerca della ricetta perduta, a Pergola presso il Teatro Comunale Angelo dal Foco; 19 maggio: mai a letto – la notte bianca, rosa è la notte, a Sant’Andrea di Suasa. In parallelo escursioni naturalistiche con A spasso per le terre del nino 2007: sabato 19 maggio Al cospetto del Patriarca, itinerario al Monte Catria. Per finire Tipicando con IoNino 2007, itinerari nel gusto guidati dall’associazione culturale Percorsi Paralleli: il 19 maggio I castelli del Bianchello, degustazioni e visite guidate a San Costanzo. Per informazioni: [email protected]; tel 0721.778818.