ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE "VINCENZO DANDOLO" SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA (BRESCIA) Alchechengi TESINA A CURA DI : Giannazzo Alice Lorenza CLASSE : 5 M Anno scolastico : 2013/2014 1 INDICE Introduzione generale Classificazione botanica Morfologia - Fusto - Foglie - Fiori - Frutto Origine e diffusione Semina e germinazione Esigenze pedoclimatiche Anomalie che possono verificarsi sulla pianta Conclusione La lotta biologica Organic farming Il sistema di analisi HACCP La posizione dell’agricoltore sul mercato Primo Levi “Se questo è un uomo” 3 4 6 8 9 11 12 15 17 19 20 22 24 2 INTRODUZIONE Ho deciso di trattare questo argomento ispirata e incuriosita da questo frutto, in quanto è un frutto poco diffuso in Italia e poco conosciuto. La mia curiosità è nata quando ho assaggiato questo frutto per caso sotto forma di marmellata ed il sapore subito mi è saltato al palato ; qui in Europa l’unico produttore di questo frutto si trova a Monzambano tra le colline moreniche, quindi mi sono recata sul posto per vedere dal vivo questo frutto ed ho avuto un colloquio con il produttore che mi ha dato informazioni interessantissime e molto importanti. Secondo il mio punto di vista questo frutto non va scartato o messo da parte solo perché poco conosciuto, perché è più ricco di proprietà nutritive rispetto a molti altri frutti che noi mangiamo tutti i giorni. 3 CLASSIFICAZIONE BOTANICA Famiglia: Regno: Sottoregno: Divisione: Classe: Sottoclasse: Ordine: Genere: Solanacee. Plantae. Tracheobionta. Magnoliophyta. Magnoliopsida. Asteridae. Solanales. Physalis. L’alchechengi può vivere dai 3 ai 10 anni in un clima preferibilmente umido, senza alcuna difficoltà di adattamento ai diversi livelli di PH; adatto ai giardini, può sopravvivere anche nell’eventualità in cui gli inverni siano molto rigidi, anche nei luoghi dove la temperatura bassa media annuale sfiora o va molto al di sotto dei – 10°. Di solito, comunque, predilige il clima umido. Tollera molto bene anche la siccità, ma non un eccessivo alto tasso di umidità; soffre molto i colpi di freddo; non è adatto al clima tipico del mare e non ha resistenze contro gli attacchi degli insetti; bisogna cercare di evitare qualsiasi terreno possa avere un ristagno idrico se no la pianta non si sviluppa. In autunno i frutti non sono presenti. La pianta durante l’inverno gela e poi rigetta dal fittone in base al tempo e germina tra maggio e luglio in base a quando è stata piantata. C’è solo una parte commestibile della pianta, rappresentata dalle bacche, che, in genere sono mature da settembre ed hanno la forma di una piccola 4 ciliegia; il gusto ricorda molto quello del lampone. Possono essere preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate. Se le bacche vengono seccate leggermente, possono essere messe sott'aceto o in salamoia. L’alchechengi contiene una grandissima quantità di vitamina C con un valore superiore a quella del limone, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di una marcata azione diuretica, ma non può essere considerato una pianta officinale, ma per un discorso farmaceutico si, perché si può utilizzare la foglia, il calice e il fiore per curare malattie come calcoli renali o comunque derivanti dai reni, oppure per la creazione di antifebbrifughi ,cosmetici, per curare malattie del fegato e antidepressivi. Questa pianta produce circa 2 quintali di bacche all’ettaro e in un ettaro vi sono circa 7.000 piantine, la pianta produce già il primo anno in cui viene piantata ma con una produzione minore . Si cerca di utilizzare una coltivazione tradizionale, il seme arriva dalla Francia perché in Italia non si trova, se questa pianta dovesse essere piantata al sud per esempio in Puglia si avrebbe una produzione maggiore perché la pianta produrrebbe per 4 mesi in più grazie al clima. Si vende a circa 2.500 € al quintale, per la trasformazione in prodotti secondari solitamente si ci affida a laboratori esterni. Vi sono circa 20 varietà di questo frutto io tratto la varietà FISALIS ALCHECHENGI. 5 MORFOLOGIA Ha un fusto particolarmente flessibile, eretto e angoloso. Le sue radici sono di tipo fittonanti. Le foglie sono picciolate, alterne, di forma ovale, appuntite all'estremità, con margine variabile e sono ricoperte di una sottile peluria. I fiori di colore biancoverdastro sono peduncolati, pendenti all'ascella fogliare. 6 Il frutto è una bacca sferica carnosa rossa-aranciata di color vivo, rivestita da un caratteristico involucro membranoso, simile ad una vescica reticolata,hanno un sapore accettabile e sono ricche soprattutto di vitamina C. La pianta può raggiungere un metro di altezza. 7 ORIGINE E DIFFUSIONE Origine : L'Alchechengi ha origini in Perù e in Colombia . Date le sue proprietà medicinali è coltivata fin dall'antichità. È un'erbacea perenne e si riconosce facilmente per i calici che avvolgono la bacca, simili a piccoli lampioni arancioni. Al tatto il calice ha consistenza quasi cartacea e spesso è poroso. Ci si aspetta un petalo ma se si cerca di spezzarlo è molto più tenace e resistente. Nonostante questo si apre facilmente a mani nude. Diffusione : l'alchechengi è abbastanza diffuso nell'Europa centromeridionale. Predilige i pendii sassosi, i bordi delle siepi, i boschi e le macchie, dalla pianura fino all'alta collina. 8 SEMINA E COLTIVAZIONE Come tutte le Solanacee anche l'Alchechengi non è difficile da riprodurre. La semina va effettuata in semenzaio tra fine febbraio e metà marzo. Il composto va tenuto umido e al caldo, con temperatura il più possibile costante. La percentuale di germinazione è piuttosto alta. Va evitato assolutamente nella fase di germinazione il ristagno idrico nel composto di semina e per fare ciò non bisogna esagerare con le annaffiature, aggiungendo un po' di sabbia al terriccio per potenziarne l'effetto drenante. Il terriccio di semina non va tenuto inoltre asciutto per troppi giorni, rischiando di compromettere totalmente la germinazione. La fruttificazione vera avviene nel secondo anno, quando in effetti anche lo sviluppo vegetativo della pianta è sembrato acquisire finalmente nuovo vigore. A regime i frutti si raccolgono tra il mese di luglio e fine settembre. La pianta infine può essere considerata abbastanza 9 rustica, resistendo egregiamente anche alle basse temperature. Periodi di gelo prolungati ne determinano invece la morte. 10 ESIGENZE PEDOCLIMATICHE Le giovani piantine vanno poi tenute al riparo dai raggi di sole diretti e possono essere messe a dimora in piena terra ad aprile inoltrato, cercando di scegliere sempre una posizione riparata dai venti. L'Alchechengi predilige assolutamente un'esposizione a mezz'ombra. Le piante tenute esposte al sole pieno si sono sviluppate con difficoltà. La pianta non ha particolari esigenze relativamente al terreno, è sufficiente che questo sia ben drenato e ricco di potassio e la pianta si sviluppa meglio se piantata in campi in cui prima vi era il mais. Spesso nel nostro clima le piante coltivate in serra fredda fruttificano nel secondo anno. Ma il discorso relativo alla fruttificazione rimane comunque molto variabile a seconda della situazione specifica in cui sono state ottenute le piante ed ai sistemi di coltivazione. Durante il periodo vegetativo la pianta va nutrita una volta alla settimana con del concime liquido. Non bisogna abbondare invece con le irrigazioni che vanno effettuate solo durante il periodo estivo oppure durante i periodi particolarmente siccitosi. Per quanto riguarda l’irrigazione si predilige quella a canalina o a getto durante il periodo estivo. 11 ANOMALIE CHE POSSONO VERIFICARSI SULLA PIANTA Questa pianta essendo una Salonacee non è soggetta a malattie specifiche, l’unica malattia che può temere è il marciume radicale esso è un fungo agente di marciumi su numerose essenze arboree ed arbustive, forestali ed agrarie. La sua diffusione avviene in concomitanza della presenza o meno delle piante ospiti. I sintomi dell’attacco del marciume radicale sono generalmente aspecifici e si estrinsecano in uno stato di debilitazione e di sofferenza generale: sviluppo stentato, clorosi fogliare generalizzata o localizzata, disseccamenti ed infine la morte della pianta ospite. Caratteristica è il fatto che spesso dopo la morte della pianta ospite le foglie secche non cadono subito ma rimangano per un certo periodo di tempo sui rametti. Le manifestazioni tipiche dell’attacco del marciume si estrinsecano analizzando il colletto della pianta ospite. Infatti scalzando la parte corticale sia del colletto ma anche delle grosse radici, si evidenzia il tipico feltro miceliare e con le caratteristiche rizomorfe del fungo di colore bianco-crema. Da queste ultime si avverte un penetrante odore di “fungo fresco” nel momento in cui vengono scoperte. Le rizomorfe sui tessuti infetti e colonizzati da molto tempo diventano dei filamenti viva via più scuri per diventare neri a contatto con l’aria. Ai fini della diagnosi, spesso è sufficiente la sola osservazione dei sintomi a livello del colletto e, in particolare, della presenza delle placche miceliari e delle rizomorfe tra corteccia e legno del colletto e/o delle radici. Generalmente gli isolamenti micologici e la successiva osservazione del patogeno in coltura si effettuano ai fini della distinzione delle singole specie di marciume radicale. Gli isolamenti micologici possono essere effettuati a partire da tessuti sintomatici preventivamente sterilizzati in superficie, su substrati agarizzati nutritivi generici e/o semiselettivi (generalmente PDA e/o MA) 12 coadiuvati da successive osservazioni al microscopio ottico. La difesa dai marciumi radicali parassitari si basa essenzialmente su misure di profilassi. Si consiglia: 1. di evitare ristagni di acqua, soprattutto in terreni argillosi, attraverso drenaggi ben eseguiti; 2. ricorrere, nel caso di nuovi impianti, a materiale di propagazione sano ed eliminare i residui vegetali (radici, ceppaie, ecc.) delle colture precedenti eventualmente suscettibili; 3. destinare il terreno, eventualmente, alla semina di graminacee per alcuni anni, se possibile, prima di procedere all’impianto; 13 4. di eliminare e distruggere le piante debilitate asportando dal suolo sia le radici infette che quella parte del terreno che può risultare contaminata. 5. prima di rimettere a dimora nuove viti in terreni che ospitavano la malattia è necessario lasciare le buche aperte per alcuni mesi procedendo eventualmente ad una distribuzione di calce viva. 14 CONCLUSIONE Penso che se gli agricoltori locali sfruttassero l’opportunità di poter coltivare l’alchechengi , ne trarrebbero vantaggi sia perché essendo che nella zona molti campi sono impiegati per la coltivazione del mais questo frutto si svilupperebbe molto bene e quindi potrebbero innalzare il proprio reddito, inoltre è un frutto che fa molto bene alla salute grazie alla presenza della vitamina C e in più può essere usato anche per curarsi naturalmente. Un altro vantaggio importante della coltivazione di alchechengi è che non ha bisogno di molte lavorazioni quindi non si ha nemmeno uno stressamento del terreno a differenza di quello che invece avviene coltivando altre culture , il terreno sarebbe più fertile e essendo che le piante non hanno bisogno di cure chimiche ne risentirebbe anche l’inquinamento del suolo che sicuramente sarebbe minore. 15 APPROFONDIMENTI SCIENZE : La lotta biologica INGLESE : Organic farming DIRITTO : Il sistema di analisi HACCP ECONOMIA DEI MERCATI : La posizione dell’agricoltura sul mercato ITALIANO : Primo Levi “Se questo è un uomo” 16 LA LOTTA BIOLOGICA La lotta biologica è una tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi. Questa tecnica si è evoluta a fini agronomici e in genere si applica in campo agroalimentare per la difesa delle colture e delle derrate alimentari, ma per estensione si può applicare in ogni contesto che richieda il controllo della dinamica di popolazione di un qualsiasi organismo. L’obbiettivo principale della lotta biologia è quello di riuscire a tenere i fitofagi sotto la soglia di intervento,l'espressione della soglia d'intervento varia da caso a caso in funzione dell'agente di danno, della coltura da proteggere, dei mezzi tecnici e della competenza a disposizione dell'agricoltore. In ogni caso si tratta di una stima basata sul monitoraggio della dinamica delle popolazioni o sul rilevamento diretto del danno su un campione rappresentativo.Gli antagonisti solitamente sono entomofagi come gli uccelli, gli insetti, i coleotteri, gli imenotteri e gli acari.La lotta biologica naturalmene ha dei limiti che sono : 1) Non è in grado di controllare tutti i parassiti delle piante,(fitofagi,fitopatogeni e erbe infestanti) ma solo gli insetti dannosi, ma non tutti. 2) Non è in grado di garantire sempre il mantenimento delle popolazioni dei fitofagi al disotto della soglia di intervento. 3) Il controllo delle popolazioni di fitofagi o di fitopatogeni non è mai immediato, ma se è ben strutturato è più duraturo nel tempo. 4) Esplica la sua azione con successo se l’intervento ha dimensioni almeno comprensoriali, più che aziendali. Questo è vero se si opera in pieno campo e se l’intervento biologico 17 prevede l’uso di determinati organismi come insetti e acari allevati e lanciati in campo. La lotta biologica diventa complessa nell’applicazione interventi, le due linee fondamentali sono : degli 1. Protezione e potenziamento degli antagonisti presenti in natura; 2. Uso degli antagonisti presenti in natura. I fitofagi e fitopatogeni fanno parte dell’ecosistema e solo quando la densità della popolazione aumenta diventano dannosi. La lotta biologica agisce incrementando la presenza di nemici naturali dei parassiti attraverso queste metodologie : Metodo inoculativo : consiste nella messa in atto di accorgimenti per migliorare un meccanismo di controllo ecologico, in pratica si determina il ripopolamento con immissine periodica di organismi già introdotti ma presenti in basse soglie o danneggiati da interventi fitoiatrici non selettivi. Metodo propagativo : consiste nel mantenere e potenziare zone di rifugio per ospiti dell’insetto utile alternativi al fitofago ( esempio siepi vicino ai campi coltivati). La seconda linea di azione agisce mediante l’utilizzo di agenti biotici che vengono immessi nell’ambiente per controllare la popolazione del parassita. Gli agenti biotici (virus,batteri e funghi) non riducono immediatamente la popolazione del fitofago o del fitopatogeno. Questo aspetto si divide in controllo permanente e temporaneo nel tempo, usando due metodologie. Metodo propagativo : consiste nell’introdurre nell’ambiente un antagonista naturale esotico (che nel suo paese controllava la stessa avversità), per il controllo permanente dell’avversità. La finalità di questo metodo è il controllo permanente. Metodo inondativo : si rilascia nell’ambiente un gran numero di entomofagi (coccinelle) già presenti o che non sono attesi, per il controllo temporaneo dell’avversità. 18 ORGANIC FARMING Organic farming is farming without chemicals. Actually organic farming does use chemicals, though naturally derived. However, it is a system which tries to avoid the routine use of chemicals and to exploit natural resources. The principles of organic farming are: To To To To To To To produce food of high nutritional quality; work with natural systems; enhance natural cycles; maintain and increase the fertility of the soil; use renewable resources; work with organic matter; avoid all forms of pollution. Organic farming systems rely on crop rotation, crop residues, animal manures, legumes, green manures and aspects of biological pest control to mantain soil productivity. 19 IL SISTEMA DI ANALISI HACCP La sigla HACCP sta per Hazard Analysis Critical Control Points, che può essere tradotta in analisi del risco e punti critici di controllo. L’haccp consiste in una metodologia di analisi che permette l’idividuazione dei punti critici dell’igiene degli ambienti lungo tutto il ciclo di produzione, rendendo cosi possivile l’attuazione di specifiche misure di controllo. Attraverso tale sistema si possono identificare i potenziali rischidi natura chimica (es. i pesticidi), biologica (es. microrganismi) o fisica (es.materiali estranei) associati ad un alimento e individuare gli strumenti più idoneiper prevenirli o eliminarli; essa sostituisce il metodo tradizionale di controllo sul prodotto finito con quyelli di prevenzione dei rischi alimentari. Le aziende vengono responsabilizzate durante tutte le fasi della diliera alimentare in quanto hanno la possibilità di ottenere informazioni immediate sui potenziali difetti dei prodotti e, pertanto, di intervenire tempestivamente garantendo così la qualità dei beni. La corretta attuazione del sistema haccp prevede, per le aziende, la possibilità di adozione di appositi Manuali di corretta prassi igienica e l’obbligo di designare un responsabile dell’haccp, che può essere l’imprenditore o un terzo, tecnico del settore. Il sistema haccp si basa sull’applicazione di sette principi fondamentali che devono essere preceduti dalla predisposizione di cinque fasi preliminari. Le fasi sono le seguenti : 1. Formazione dell’ haccp-team; 2. Descrizione del prodotto; 3. Identificazione della destinazione d’uso; 4. Costruzione del diagramma di flusso (rappresentazione grafica delle procedure e delle metodologie usate); 5. Conferma in campo del diagramma di flusso. 20 I principi fondamentali invece sono : 1. Individuazione dei pericoli ed analisi del rischio (lungo le fasi del ciclo produttivo e distributivo); 2. Individuazione dei CCP (punti critici di controllo)(individuare ogni singola fase in punti crtici in cui si possono verificare dei rischi di alterazione o contaminazione del prodotto e valutare la gravita degli eventuali danni); 3. Definizione dei limiti critici; 4. Definizione delle attività di monitoraggio (individuare e applicare specifiche procedure di controllo dei punti critici e sorvegliarli e monitorarli costantemente); 5. Definizione delle azioni correttive ( definire e pianificare le azioni correttive e gli interventi da atturare tempestivamente nel caso in cui un parametro esca dai limiti critici stabiliti così da riportarlo alle normali condizioni di sicurezza); 6. Definizione delle attività di verifica per confermare che il sistema HACCP stia funzionando efficacemente (predisporre un piano di procedure di verifica che forniscano informazioni circa l’adeguatezza dei sitemi di controllo adottati; 7. Gestione della documentazione ( documentare le operazioni effettuate in modo da permettere il controllo esterno delle autorità competenti). 21 LA POSIZIONE DELL’AGRICOLTORE SUL MERCATO Una delle caratteristiche principali del settore agricolo è quella che riguarda la condizione di atomizzazione dell’offerta dei prodotti di fronte ad una domanda concentrara in un nume di operatori molto limitato. L’agricoltore si trova in una condizione di scarso potere contrattuale, dicesi potere contrattuale la capacità di un operatore commerciale di trattare per stabilire accordi a lui più favorevoli, nonché di poter influire sui mutamenti , orientandoli nella direzione voluta. La commercializzazione dei prodotti agricoli è legata: 1. Ad una traformazione del processo di distribuzione che consenta agli sgricoltori di collocare il prodotto con maggiore sicurezza; 2. Al perseguimento dell’obiettivo della concentrazione dell’offerta tramite una politica di associazionismo. Lo stato in seguito a questa cresita da parte del settore agricolo ed al fine di tutelare l’interesse non solo degli agricoltori ma anche dei consumatori, ha attuato una serie d’interventi tra i quali ricordiamo : Le norme a tutela della genuinità di alcuni prodotti; Interventi a favore del potenziamento delle strutture di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; Disciplina dei prezzi al fine di stabilire i mercati; Aggevolazioni a favore delle costruzione di associazioni di produttori per regolare l’immissione dei prodotti sui mercati. Qui entrano in gioco i contratti di produzione, il contratto di produzione può essere definito come l’impegno temporale di un’impresa a predurre un determinato prodotto per un’altra impresa che si impegna a sua volta ad acquistare il prodotto stesso; le due imprese rimangono comunque indipendenti. Questo 22 tipo di rapporto reca vantaggi a entrambe le parti in quanto assicura : All’agricoltore : - Reddito sicuro ; - Assistenza alla produzione ; - Possibilità di un finanziamento. All’industria : - La certezza di approvvigionamento; - La possibilità di ricevere il prodotto a flussi costanti e determinato; - La possibilità di controllare la qualità del prodotto. Attraverso questi contratti si instaura un rapporto tra agricoltori ed imprese di distribuzione o di trasformazione dei prodotti. Per mezzo di questi contratti l’acquirente assicura la fornitura del prodotto in quantità, qualità e prezzo prestabiliti, mentre l’agricoltore si assicura la collocazione del prodotto ancor prima di averlo ottenuto. 23 PRIMO LEVI “SE QUESTO E’UN UOMO” Di tutti gli autori Neorealisti trattati Primo Levi è quello che mi ha colpita di più, soprattutto con la sua poesia “Se questo è un uomo” tratta dal suo libro. Egli era un chimico, deportato ad Auschwitz, dove rimane per circa un anno riuscendo a sopravvivere anche perché utilizzato in una fabbrica chimica nei pressi del campo, ma Levi successivamente decide di dedicarsi oltre che alla chimica anche alla scrittura e in pochi mesi completa il libro “Se questo è un uomo” che pubblica nel 1947. E’ un autore molto vicino a noi e le sue vicende sono cosi realistiche e cosi toccanti che nel leggerle mi hanno suscitato varie emozioni, sembrava quasi di rivivere i terribili momenti che vivevano coloro che erano nei campi di concentramento. 24 “ Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.” Primo Levi 25 Sitografia e bibliografia “ Www.wikipedia.com Physalis alkekengi - Wikipedia” “New challenger in agriculture” (Edagricole) “Ecologia applicata 1“ (Edagricole) “Diritto e legislazione agraria” Il sistema di analisi HACCP Organic Farming La lotta biologica (Simone per la scuola) “Economia dei mercati agricoli” La posizione dell’agricolture sul mercato. (Edagricole) “Difesa delle colture 2, Parte Anomalie che possono verificarsi sulla pianta applicativa” “Testi e contesti moduli di letteratura e cultura 2” (Paolo Di Sacco) 26