Regione Campania Piano di ristrutturazione e riqualificazione della rete ospedaliera [Versione del 24/02/ 2015] REGIONE CAMPANIA Indice Premessa 4 1. I nuovi standard 8 2. I Tre livelli di complessità. Le strutture complementari 15 3. Riorganizzazione della rete ospedaliera 19 3.1 I criteri di riorganizzazione ed assetti operativi 19 3.2 Standard organizzativi nelle strutture pubbliche 3.2.1 Standard posti letto 3.2.2 Il dipartimento, gli accorpamenti funzionali e altre indicazioni operative 27 27 29 3.3 La riabilitazione intensiva ospedaliera e l’alta specialità riabilitativa – la lungodegenza postacuzie 41 3.4 I servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) 46 3.5 La riconversione delle Case di Cura neuropsichiatriche 49 3.6 Punti nascita e assistenza neonatale 51 3.7 L’offerta privata 54 3.8 Aziende ospedaliero-universitarie 58 4. Effetti della riorganizzazione della rete 60 4.1 Area delle provincie di Avellino e Benevento 64 4.2 Area della provincia di Caserta 67 4.3 Area della provincia di Napoli 70 4.4 Area della provincia di Salerno 80 5. Le reti ospedaliere 84 5.1 Le reti 84 5.2 La rete emergenza-urgenza 88 5.3 Il trattamento dell’Ictus – La rete Stroke 104 5.4 La rete per le emergenze cardiologiche 118 5.5 La rete trauma 127 2 REGIONE CAMPANIA Allegati A Tabella riepilogativa regionale B Tabella ricognitiva ruoli dei presidi C Tabelle riepilogative macro-area provincie di Avellino-Benevento D Tabelle riepilogative area provincia di Caserta E Tabelle riepilogative area Napoli 1 Centro F Tabelle riepilogative area Napoli 2 Nord G Tabelle riepilogative area Napoli 3 Sud H Tabelle riepilogative area provincia di Salerno 3 REGIONE CAMPANIA Premessa Il commissario ad acta nominato dal Consiglio dei Ministri il 24.07.2009 in attuazione dell’art. 4 del decreto legge 01.10.2007, è stato incaricato di dare attuazione al Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario regionale campano ed, in via prioritaria, di provvedere alla realizzazione di specifici interventi tra cui il “riassetto della rete ospedaliera e territoriale, con adeguati interventi per la dismissione/riconversione/riorganizzazione dei presidi non in grado di assicurare adeguati profili di efficienza e di efficacia; analisi del fabbisogno e verifica dell’appropriatezza, conseguente revoca degli accreditamenti per le corrispondenti strutture private accreditate; conseguente modifica del vigente piano ospedaliero regionale in coerenza con il Piano di rientro”. In data 24.04.2010 il Consiglio dei Ministri, a seguito dell’insediamento del nuovo Presidente della Giunta della Regione Campania, ha provveduto alla nomina dello stesso quale commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione. Nel medesimo provvedimento di nomina il Consiglio dei Ministri ha reiterato, al punto 1) lettera c), l’adempimento relativo al riassetto della rete ospedaliera e territoriale innanzi riportato. Il secondo commissario ha adempiuto al mandato adottando il nuovo piano della rete ospedaliera con decreto commissariale n. 49 del 27.09.2010. A tal fine, nella stesura della rete, per la definizione del fabbisogno di posti letto è stata utilizzata, in forza di un accordo di collaborazione stipulato nell’anno 2009, una metodologia sviluppata dall’Agenzia Sanitaria Nazionale (AGENAS) per “l’analisi della domanda e riprogettazione dell’offerta e per il calcolo del fabbisogno di posti letto per acuti, di riabilitazione e lungodegenza, quale strumento programmatico di riferimento per le regioni commissariate”, integrata con alcuni elementi di contesto peculiari della realtà campana. La base di calcolo era rappresentata dai dati di attività delle strutture di ricovero della Regione Campania dell’anno 2008, comprensiva della mobilità passiva, tenendo conto di altri elementi quali l’individuazione: ■ dei ricoveri ordinari ad elevato rischio di inappropriatezza; ■ dei ricoveri in day-hospital di tipo chirurgico con procedura non appropriata, dei ricoveri ordinari di tipo medico con una giornata di degenza, 4 REGIONE CAMPANIA ■ dei ricoveri ordinari di tipo medico di soggetti ultrasessantacinquenni, nella maggior parte ripetuti, dimessi dalle unità operative mediche con una degenza superiore a 12 giorni. Per detti ricoveri è stato previsto il trasferimento in regime più appropriato, anche ambulatoriale. Sono stati poi individuati ricoveri corrispondenti ai codici 56, 75 e 60 di riabilitazione e lungodegenza da trasferire in strutture dedicate, di cui la regione era carente. Con il sistema APR--‐DRG è stata stimata, inoltre, la quota appropriata di ricoveri ordinari per acuti con gravità non S1- M1, determinando anche specifiche soglie di ammissibilità al ricovero per i 108 DRG definiti ad alto rischio di inappropriatezza. Dal complesso delle elaborazioni e valutazioni effettuate sono derivati i seguenti dati circa i ricoveri ordinari acuti nell’anno 2008. Ricoveri ordinari per acuti, anno 2008, com prensivi della m obilità, al netto dei neonati e dei ricoveri di cui al codice 99 Tipologia ricovero Valori attuali Ricoveri "corretti" 142.120 42.636 Ricoveri 0-1 giorno Ricoveri soggetti > 65 anni e con degenza > 12 giorni 24.499 4.900 LEA 108 DRG S1-M1 175.397 66.651 Ricoveri restanti 489.072 489.072 Totale 831.088 603.259 Conseguentemente è stata prevista la realizzazione, nell’arco di un triennio, di uno standard di posti letto per riabilitazione e/o lungodegenza di 0,5 per mille abitanti (pari a 2.903 posti letto) con conseguente riduzione di 2.402 posti letto per acuti e l’incremento di 953 posti letto per riabilitazione e/o lungodegenza. Il numero di posti letto che andavano a comporre la rete diventava pari a 19.480 e rappresentava il fabbisogno “corretto” da ripartire alle singole province, tenendo conto delle discipline a valenza regionale. Ne è derivata la seguente configurazione: 5 REGIONE CAMPANIA Standard regionale di riferim ento Attuale configurazione Nuova configurazione Fabbisogno posti letto PL PL x 1.000 ab. PL PL x 1.000 ab. 20.929 3,6 19.480 3,4 1.950 0,3 2.903 0,5 18.979 3,3 16.577 2,9 di cui non acuti di cui acuti e la seguente distribuzione territoriale: Attuale configurazione Nuova configurazione Posti Letto P.L Pubblici P.L Privati Popolazione Standard AV di cui non acuti BN di cui non acuti CE di cui non acuti NA di cui non acuti SA di cui non acuti Totale P.L Provinciali di cui non acuti P.L CENTRALI di cui non acuti Totale di cui non acuti 1.802 1.132 670 439.565 4,10 149 149 0 1.189 847 342 164 4 160 2.593 1.445 1.148 255 25 230 10.360 7.045 3.261 910 78 832 4.038 2.936 1.102 292 39 253 19.982 13.405 6.523 1.770 295 1.475 1.001 821 180 180 0 180 20.983 14.226 6.703 3,60 1.950 295 1.655 0,34 0,34 288.726 4,12 0,57 904.197 2,87 0,28 3.074.375 3,35 0,30 1.106.099 3,65 0,26 Differenza Posti Letto P.L Pubblici AV di cui non acuti BN di cui non acuti CE di cui non acuti NA di cui non acuti SA di cui non acuti Totale P.L Provinciali di cui non acuti P.L CENTRALI di cui non acuti Totale di cui non acuti P.L Privati Popolazione Standard 1.546 995 551 439.565 215 140 75 1.059 759 300 174 14 160 2.623 1.490 1.133 399 102 297 9.448 6.443 3.005 1.312 285 1.027 3.687 2.712 975 623 209 414 18.363 12.399 5.964 2.723 750 1.973 1.117 937 180 180 0 180 19.480 13.336 6.144 3,40 2.903 750 2.153 0,50 P.L Totali P.L Pubblici P.L Privati 3,52 -256 -137 -119 -130 -88 -42 30 45 -15 -858 -602 -256 -351 -224 -127 -1.565 -1.006 -559 -1.449 -890 -559 0,49 288.726 3,67 0,60 904.197 2,90 0,44 3.074.375 3,07 0,43 1.106.099 3,33 0,56 E’ stato poi determinato il numero dei posti letto per disciplina moltiplicando il numero di giornate di degenza dei ricoveri “appropriati”, rilevati in ciascuna disciplina, per il coefficiente corrispondente ad un tasso di occupazione dell’80%. Per la realizzazione del piano del 2010 sono stati inoltre tenuti presenti ulteriori criteri quali la congruità dimensionale, confluenza e riconversione, riclassificazioni, nuove destinazioni ecc. Nello stesso sono stati declinati i modelli organizzativi delle Reti dell’emergenza cardiologica, dell’ICTUS, del trauma grave, delle cure psichiatriche, materno infantile, della riabilitazione e lungodegenza e, in particolare, dell’emergenza urgenza. Il progetto, così come configurato e validato dai ministeri affiancanti, ha avuto un non facile percorso di attuazione per una serie di motivi che vanno dalle classiche resistenze locali, alla carenza di risorse necessarie per gli investimenti nelle riconversioni, all’evoluzione normativa intervenuta col D.L 95/2012 che ha ridotto lo standard di posti letto, alla difficoltà di riconvertire attivando nuove discipline per impossibilità di acquisire risorse umane specialistiche a causa del blocco del turn over. 6 REGIONE CAMPANIA E’ importante evidenziare che di fatto la rete ospedaliera campana non solo era stata progettata con una offerta ben al di sotto degli standard vigenti ma anche quanto programmato è stato solo parzialmente realizzato con la conseguenza del permanere di carenze, in particolare nel sistema emergenza urgenza e nelle attività post-acuzie di riabilitazione e lungodegenza. Di contro figurano eccessi sia nella numerosità delle strutture in alcune discipline specialistiche che nel numero di posti letto con evidenti differenze tra le aree territoriali. Nel rispetto degli indirizzi in materia di organizzazione ospedaliera e di quanto programmato col Decreto Commissariale n. 49/2010 sono state, invece, disattivate numerose piccole strutture anticipando le prescrizioni del regolamento per cui il nuovo piano non può che essere un piano di potenziamento della rete finalizzato a garantire maggiore efficacia, efficienza e qualità contrastando la mobilità extra regionale. Durante il processo di pianificazione attuativa sono state proposte riconfigurazioni e modifiche di singole strutture di ricovero in ordine alle quali i ministeri hanno giustamente eccepito la necessità di procedere ad una rivisitazione complessiva. Detta riconfigurazione non poteva che avvenire nel rispetto del nuovo standard di cui al D.L 95/2012, alle indicazioni ministeriali circa il limite al numero di strutture complesse ed alla nuova ripartizione fra i posti letto per acuti e quelli post-acuzie. 7 REGIONE CAMPANIA 1. I nuovi standard Il regolamento delegato dal D.L 95/2012, da tempo predisposto dal Ministero della Salute, non ha acquisito per lungo tempo efficacia ed effettiva possibilità di attuazione. Lo stesso è stato recepito con intesa in conferenza Stato-Regioni il 05.08.2014 e, col presente atto se ne dà attuazione. Il regolamento, una volta definito il criterio di calcolo dei posti in attuazione degli standard, ha affrontato, relativamente al settore privato, la regolamentazione del limite dei posti letto quale condizione per l’accreditamento e per la stipuladei contratti e, conseguentemente, l’inclusione nel sistema di offerta ospedaliera a carico del SSN. La permanenza della disposizione originaria dei 60 posti letto, quale soglia minima di accreditamento istituzionale per le strutture di ricovero private, senza alcuna deroga, sarebbe stata devastante per alcune regioni per cui il regolamento condiviso tra Stato, Regioni e Province Autonome, ha introdottoprecisi indirizzi e deroghe al limite di 60 posti letto nonchè previsto una realizzazione in progress che, oggi, consente di elaborare una compatibile programmazione. Peraltro, nella Regione Campania, si verte in un contesto in cui le strutture private sono state verificate solo di recente ai fini dell’accreditamento definitivo rendendo più agevole la programmazione stessa. Il regolamento, in attuazione dell’art 15, c. 13, lett. c del D.L 95/2013, convertito con modificazioni dalla legge 07.08.2012, n. 135, prevede che le regioni, entro il 31.12.2014, adottino il provvedimento generale di programmazione di riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio Sanitario Regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post- acuzie, ed i relativi provvedimenti attuativi, garantendo il progressivo adeguamento agli standard nel corso del triennio 2014-2016, in coerenza con le risorse programmate per il Servizio Sanitario Nazionale, nell’ambito della propria autonomia organizzativa nell’erogazione delle prestazioni incluse nei Livelli essenziali di assistenza sanitaria di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29.11.2001 e successive modificazioni. 8 REGIONE CAMPANIA Il regolamento prevede, altresì, che siano adeguate coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici, assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni. La riduzione dei posti letto è a carico dei presidi ospedalieri pubblici peruna quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse. Nel corso della verifica del 10 aprile 2014 Tavolo e Comitato hanno richiesto l’adozione del nuovo progetto di riorganizzazione della rete, entro il 30.09.2014. Nel corso della verifica del 22.07.2014, attesa l’imminenza dell’approvazione del regolamento che avrebbe risolto alcune incertezze e che, comunque, prevedeva il termine del 31.12.2014 per l’adozione dei relativi provvedimenti, la struttura commissariale chiedeva una posticipazione del termine al 31 dicembre. Tavolo e Comitato prendevano atto della richiesta pur raccomandando la massima tempestività. La struttura commissariale, per l’elaborazione del presente documento, ha chiesto la collaborazione dell’AGENAS, richiesta che è stata accolta dall’Agenzia. Sono stati tenuti due incontri per l’esame della bozza predisposta dalla regione all’esito delle quali i rappresentanti di AGENAS si sono riservati l’invio di un documento contenente osservazioni e suggerimenti. Poiché alla data del 22.12.2014 il documento non era ancora pervenuto il Sub commissario ha comunicato ai Ministeri affiancanti la trasmissione del piano di riordino dopo il ricevimento del documento dell’AGENAS, i dovuti adeguamenti e, comunque, entro il 31.01.2015, anche al fine di tenere conto dell’incidenza della mobilità comunicata il 22.12.2014 dal Ministero della Salute. L’AGENAS ha fatto pervenire il 13.01.2015 le proprie osservazioni che hanno consentito di apportare le opportune modifiche, la realizzazione delle tabelle richieste ed una serie di chiarimenti come di seguito riportato. Conseguentemente, alla luce di quanto sopra riportato, esaminato il suddetto documento, è stato possibile procedere all’elaborazione della nuova rete nel rispetto delle indicazioni del regolamento. A tal fine si è proceduto a determinare lo standard di posti letto come segue: ■ standard ex L. 135/12 pari a 3,7 posti letto per mille abitanti applicato sulla popolazione al 1.1.2013 pari a 5.869.965 (fonte bilancio demografico ISTAT)con conseguente prima determinazione di complessivi posti letto pari a 21.719 di cui 17.610acuti e 4.109 post acuti. 9 REGIONE CAMPANIA ■ decremento di n.604p.l. per acuti e n.141p.l. per post acuti quali posti letto corrispondenti all’80% del saldo di mobilità passiva, come comunicato dal Ministero della Salute. In proposito si osserva che per le regioni in piano di rientro l’adeguamento allo standard deve avvenire nei tempi e modalità definite nei programmi operativi 2013/2015 ovvero nei piani di riorganizzazione, riqualificazione e rafforzamento del Servizio Sanitario Regionale, come ridefiniti ai sensi dell’art. 12 del nuovo patto per la salute 2014-2016. Ai fini dell’allocazione per bacini di utenza e strutture dei posti letto, quelli come sopra programmati al netto della riduzione per la mobilità, sono ricondotti allo standard per mille abitanti e corrispondono a 2,90 posti letto per acuti pari a 17.006 e 0,68 posti letto post acuzie pari a 3.968per un totale di 3,58 posti letto con riferimento alla popolazione al 31.12.2013. In totale a 20.974 posti letto. Per la determinazione dei posti letto da ridurre, corrispondenti all’80% del saldo di mobilità passiva, così come comunicato, il Ministero della Salute, ha preso in considerazione la mobilità ospedaliera dell’anno 2011 utilizzata per la compensazione tra le Regioni nel riparto 2013. Il regolamento prevede ancora che sono considerati equivalenti ai posti letto ospedalieri e, conseguentemente, rientranti nelle relativa dotazione, i posti di residenzialità presso strutture sanitarie territoriali, per i quali le regioni coprono un costo giornaliero a carico del Servizio Sanitario Regionale pari o superiore ad un valore soglia corrispondente alla tariffa regionale corrisposta per la giornata di lungodegenza ospedaliera, ad eccezione dei posti presso: le strutture sanitarie per le cure palliative e la terapia del dolore, le strutture sanitarie territoriali per la salute mentale, le strutture extraospedaliere di riabilitazione intensiva, nonché le strutture sanitarie residenziali territoriali per i pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza. A tal fine è previsto che le regioni certifichino, con riferimento ai posti di residenzialità presso strutture sanitarie territoriali, il numero dei posti con costo giornaliero inferiore al valore soglia, il numero di quelli con costo giornaliero superiore al valore soglia, il numero di quelli con specifica finalità assistenziale come definita dal presente comma. Premesso che la Regione Campania ha fissato in 146,90 € la tariffa per la lungodegenza, vanno individuati i posti letto territoriali rientranti nella dotazione standard. A tal fine si dà atto che nella Regione Campania sono operanti e programmate le seguenti tipologie di strutture residenziali extra ospedaliere per le quali sono previste le tariffe a fianco indicate. 10 REGIONE CAMPANIA Tariffe giornaliere Tipologia assistenza Riabilitazione territoriale alto medio base 183,53 150,27 141,65 RSA disabili alto medio centro diurno anziani alto medio centro diurno SUAP 131,64 107,21 77,57 121,26 105,83 64,93 179 Hospice 252,15 SIR Psich. intensiva Psich. estensiva Tossicodipendenti terapeutico riabilitativo pedagogico riabilitativo accoglienza minore tossicodipendente doppia diagnosi minore con doppia diagnosi madre bambino 142,2 126,86 43,21 27,88 80,75 105,12 111,89 123,42 115,67 Sulla base dei dati sopraindicati rientra nello standard la quota di posti letto residenziali di riabilitazione territoriale destinati a pazienti qualificati come medio e alto grado di complessità. Il numero dei posti letto residenziali relativi alla riabilitazione è stato definito sulla base delle giornate di degenza relative all’anno 2013, remunerate per tale tipologia assistenziale, come indicato nella sotto riportata tabella. Tipologia com plessità paziente alta media TOTALE GG Degenza 2013 Tasso di utilizzo Giornate annue Hyp posti letto equivalenti A B C D=(A/C)/B 66.696 78% 365 234 44.773 111.469 78% 365 156 390 Pertanto, i posti letto ospedalieri vengono decurtati di ulteriori 390 unità, per cui la percentuale destinata alla riabilitazione e lungodegenza viene ridotta a 0,61per mille abitanti di cui 0,17 destinato a lungodegenza e 0,44 destinato a riabilitazione. In tal modo i posti letto sono così definiti: 11 REGIONE CAMPANIA ■ Acuti: 17.006; ■ Post acuti: 3.578 di cui ■ Riabilitazione: 2.581; ■ Lungodegenza: 997. Per un totale di posti letto pari a 20.584, pari a 3,51 per mille abitanti, rispetto ai 21.719 corrispondenti allo standard di 3,7 p.l. per mille abitanti, con una riduzione di 1.135 posti letto. Ai fini della strutturazione della rete, fermo restando il tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti, si è prospettato un tasso di occupazione dei posti letto pari all’80% che nel tempo dovrà tendere al 90% ed una degenza nelle acuzie non superiore a 7 giorni mediamente. Nel calcolo dei ricoveri appropriati per ciascuna disciplina e della relativa degenza media, non si è tenuto conto dei ricoveri nei posti letto cosiddetti neuropsichiatrici, in quanto è in corso un complesso processo di riconversione che terminerà entro il 2015. Relativamente ai ricoveri per acuti si è tenuto conto del Decreto Commissariale n. 17/2014 che ha declinato modalità di verifica dell’inappropriatezza, soglie e obiettivi. Anche la determinazione di 390 posti letto per post-acuti costituisce altro elemento di appropriatezza finalizzato a trattare le esigenze riabilitative, sussistendone le condizioni, nella rete territoriale. Le riduzioni per inappropriatezza incidono anche sui ricoveri diurni, piuttosto elevati nella regione Campania, secondo il programma di cui al Decreto Commissariale n. 17/2014. All’esito delle suddette operazioni si è proceduto alla suddivisione dei posti letto tra strutture pubbliche e strutture private procedendo come più avanti riportato. Per quanto riguarda il settore privato, quelli delle case di cura, salvo poche eccezioni,evidenziate nell’apposito capitolo, nella prima fase vengono confermati assorbendo una quota di fabbisogno. La necessità della conferma nella prima fase è legata a due fattori fondamentali: 12 REGIONE CAMPANIA a) la conclusione del processo di accreditamento, che è avvenuto contestualmente al percorso di progettazione del riordino della rete ospedaliera, che ha comportato negli ultimi anni interventi per l’adeguamento ai requisiti strutturali, tecnologici, impiantistici e organizzativi. b) la necessità di procedere ad una rivisitazione dell’offerta privata entro il 30.09.2016, in relazione alle previsioni del regolamento riguardanti la salvaguardia delle discipline complementari nelle strutture monospecialistiche e le ipotesi di accorpamento delle strutture dotate da 40 a 60 posti letto nonché le riconversioni di dette strutture se non accorpate e di quelle con meno di 40 posti letto. Dette operazioni dovranno essere realizzate con l’obiettivo di pervenire allo standard per bacino di utenza per singole aree e discipline così come già effettuato, in questa sede, per le strutture pubbliche. Conseguentemente l’indicazione dei posti letto delle strutture private nel piano di riordino e nelle allegate tabelle è finalizzata alla garanzia del rispetto dello standard complessivo, al riconoscimento del mantenimento del numero massimo di posti letto programmati coerenti con quelli accreditati, al contributo attuale agli standard per disciplina da razionalizzare in sede di attuazione delle disposizioni del regolamento circa le strutture con meno di 60 posti letto e le discipline eccedenti lo standard. Determinato lo standard di posti letto al netto della mobilità e della residenzialità extra-ospedaliera, si è proceduto, ai fini di una valutazione comparativa,al calcolo dei posti letto sulla base del tasso di ospedalizzazione pari a 160 ricoveri per mille abitanti, come di seguito riportato,consentendosi, così, un confronto di congruità con le modalità di calcolo sopra riportate. Pertanto, considerato che il tasso di ospedalizzazione comprende i ricoveri diurni che hanno una media di accessi pari a 2 giornate e che devono tendere al 25% di tasso di ospedalizzazione rispetto al totale, il dato può così ricalcolarsi: ■ Popolazione 5.869.965 x 160/1.000 = 939.194; ■ Ricoveri attesi: 939.194 di cui - 75% ordinari, pari a 704.395; - 25% diurni, pari a 234.798; 13 REGIONE CAMPANIA ■ Posti letto necessari - ordinari, 704.395 x 7 gg = 4.930.765 / 365= 13.509 (se utilizzati al 100%); - diurni, 234.798 x 2=469.596/365 = 1.286 (se utilizzati per 365 gg. e al 100% con 2 accessi giornalieri); 13.509 sono pari a 16.886 con utilizzo all’80% ed a 15.010 con utilizzo al 90%, mentre 1.286 sono pari a 1.607 con utilizzo all’80% ed a 1.429 con utilizzo al 90%. Complessivamente risultano da 16.439 a 18.493 posti letto per acuti, che, decurtati di n. 604 p.l. per mobilità diventano 15.835 e 17.889 in coerenza con quanto programmato. Col presente piano sono programmati infatti 16.736 posti letto per acuti pari a 2,85p.letto per mille abitanti e 2.990p.letto post acuzie pari a 0,51p.letto per mille abitanti per un totale di 19.726 pari a 3,36p.letto per mille abitanti, in linea con quelli rilevati come funzionanti dai flussi HSP pari a 18.924, con un sostanziale incremento dei p.letto per post acuzie di cui si avverte la carenza. Trattasi, sostanzialmente, di una invarianza di posti letto complessivi all’interno, però, di un forte intervento di redistribuzione e razionalizzazione. Nelle tabelle non sono distinti i posti letto per acuti tra ordinari e diurni. In ogni caso, alla luce dei suddetti dati, gli stessi vanno di norma rapportati, in termini complessivi, in misura pari all’86% ordinari e 14% diurni da individuare in relazione alla specificità delle singole discipline, anche al fine di garantire la massima flessibilità possibile come, peraltro, richiesto dal regolamento. 14 REGIONE CAMPANIA 2. I Tre livelli di complessità. Le strutture complementari Utilizzando il percorso delineato dal regolamento, una volta determinato il numero complessivo di posti letto in ambito regionale, si è proceduto come segue: ■ classificazione delle strutture ospedaliere nei tre livelli di complessità previsti: – a. presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, salvo le deroghe previste nella rete di emergenza urgenza dotati di sede di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, servizio di Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità H24 di Radiologia, Laboratorio, Emoteca, nonché di letti di “Osservazione Breve Intensiva”; – b. presidi ospedalieri di I livello, con bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, sede di DEA di I livello dotati delle seguenti specialità: Medicina Interna, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia (se prevista per n. di parti/anno), Pediatria, Cardiologia con U.T.I.C., Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, con servizio di guardia attiva e/o di reperibilità oppure in rete per le patologie che la prevedono. E’ prevista la presenza attiva o disponibilità in rete H24 dei Servizi di Radiologia almeno con T.A.C. ed Ecografia, Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale. Per le patologie complesse (quali i traumi, quelle cardiovascolari, lo stroke) sono previste forme di consultazione, di trasferimento delle immagini e protocolli concordati di trasferimento dei pazienti presso i Centri di II livello. Sono dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva” e di letti per la Terapia Subintensiva (anche a carattere multidisciplinare); – c. presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, sedi di DEA di II livello, dotati di tutte le strutture previste per 15 REGIONE CAMPANIA l’Ospedale di I livello, nonché di strutture che attengono alle discipline più complesse non previste nell’Ospedale di I livello (Cardiologia con emodinamica interventistica H24, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e terapia intensiva cardiochirurgica, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Chirurgia Maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva ad elevata complessità, Broncoscopia interventistica, Rianimazione pediatrica e neonatale, Medicina Nucleare e altre eventuali discipline di alta specialità). E’ prevista la presenza H24 dei Servizi di Radiologia con almeno T.A.C ed Ecografia (con presenza medica), Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale; ■ integrazione con le strutture private, gli IRCSS privati e le strutture gestite da Enti ecclesiastici: – sulla scorta di quanto previsto nel regolamento integrano la rete ospedaliera pubblica le strutture gestite da enti ecclesiastici e le strutture private accreditate (compresi IRCCS). Le une e le altre tipologie di strutture, se in possesso dei requisiti e risultano compatibili con i bacini di utenza, rientrano nella rete di emergenza urgenza, ovvero nelle reti di specialità, anche collegate alla rete di emergenza urgenza. Le altre strutture private svolgeranno attività di elezione con compiti complementari e di integrazione della rete ospedaliera. Nel rispetto del regolamento, a partire dal 1° gennaio 2015, non sono più contrattualizzate e accreditate nuove strutture dotate di meno di 60 posti letto per acuti ad accezione delle strutture monospecialistiche. Per quanto riguarda le strutture dotate di non meno di 40 posti letto per acuti queste sono integrate nella rete ospedaliera fermo restando il processo di aggregazione previsto dal regolamento da realizzare entro il 30.09.2016 con effetto dal 01.01.2017. Diversamente le strutture dotate di un numero di posti letto inferiore a 40, se non rientranti nella deroga prevista per le monospecialistiche e se già accreditate entro il 31.10.2014, continueranno ad operare fino al 31.07.2015 in regime contrattuale con SSR nel rispetto dei tetti di remunerazione fissati dalla Regione. Al fine di assicurare gradualità nel percorso si prevede che per dette ultime strutture, la regione avvii tempestivamente il procedimento consentendo l’inoltro delle istanze di riconversione che potranno essere accolte se compatibili con le attività previste dalla programmazione e relativo fabbisogno. Prioritariamente le riconversioni di posti letto per acuti devono essere orientate al raggiungimento dello standard di posti letto per riabilitazione e lungodegenza. 16 REGIONE CAMPANIA Per quanto riguarda gli ospedali cosiddetti classificati, comunque privati, gestiti da enti religiosi viene confermata la strutturazione prevista dal Decreto Commissariale n. 49/2010, con alcune modifiche già prospettate successivamente all’adozione del suddetto Decreto Commissariale e non divenute efficaci per mancata validazione da parte dei Ministeri affiancanti. Questi ultimi, infatti, hanno valutato che dette modifiche dovevano essere effettuate all’interno di una rivisitazione generale quale è la presente. Ai fini della migliore coerenza col fabbisogno per le due strutture religiose, Fatebenefratelli di Benevento e Napoli, sono state condivise ulteriori riduzioni di posti letto per alcune discipline. Per l’ospedale S. Maria della Pietà di Casoria è stata effettuata una riprogrammazione finalizzata ad assicurare la funzione di pronto soccorso, indispensabile in un’area ad alta densità di popolazione. Nella individuazione dei punti di offerta nel rispetto dei bacini di utenza e delle soglie sono considerati tutti i presidi ospedalieri pubblici, distinti nei tre livelli della rete di emergenza urgenza, o con ruolo complementare di stabilimento funzionalmente accorpato, nonché le strutture private rientranti nella suddetta rete, quelle inserite nelle reti di specialità, gli ospedali classificati gestiti da enti ecclesiastici e gli IRCCS. Le rimanenti strutture private, pur mantenendo il loro ruolo di complementarietà, vengono considerate come punti di offerta aggregando virtualmente le discipline secondo standard dimensionali e di volumi prestazionali. Ai fini della distribuzione dei posti letto nelle aree provinciali si tiene conto della peculiarità delle aziende ospedaliero-universitarie, dell’Irccs oncologico Pascale, dell’unica azienda ospedaliera pediatrica (SantobonoPausillipon). Una notazione a parte è necessaria per quanto riguarda la II° Università di Napoli (SUN), la quale opera mediante clinicizzazione di unità operative di altre aziende, in prevalenza quella Dei Colli, come previsto dal DLgs n.517/99, in mancanza di una idonea struttura nell’azienda di riferimento. Per questa ultima è prevista l’edificazione dell’immobile nell’area territoriale della città di Caserta, tuttora in corso di realizzazione. Una quota di posti letto, attualmente non assegnata nella programmazione ma prevista nello standard, sarà assegnata successivamente al fine di garantire l’attività assistenziale, funzionale alla didattica e alla ricerca nella realizzanda struttura di riferimento della A.O.U. S.U.N. Con tale operazione sarà colmata la carenza di offerta nell’area provinciale di Caserta, in gran parte già affrontata con le previsioni del presente piano. 17 REGIONE CAMPANIA Per ultimo si precisa che non rientrano nelle qualificazioni e attribuzioni dei tre livelli di complessità i presidi destinati ad assicurare solo prestazioni post-acuzie, o presidi monospecialistici e/o funzionalmente accorpati a presidi sede di pronto soccorso o DEA. Di contro presidi di alcune Aziende Ospedaliere (Colli, AA.OO.UU. eSantobono), sono inseriti, così come alcune strutture private, nelle reti di specialità tempo dipendenti, in tal modo partecipanti al sistema di emergenza urgenza dovendo garantire la loro attività H24. Qualora tale modello non dovesse rilevarsi sufficiente ad assicurare la risposta ottimale nell’emergenza urgenza si provvederà alla riqualificazione di una delle suddette strutture in un’ottica di inserimento nella rete emergenza urgenza. 18 REGIONE CAMPANIA 3. Riorganizzazione della rete ospedaliera 3.1 I criteri di riorganizzazione ed assetti operativi La nuova impostazione della rete ospedaliera è articolata in modo da garantire ai cittadini campani: ■ facilità di accesso all’assistenza ospedaliera e garanzia della erogazione delle prestazioni nell’ambito regionale; ■ gestione efficace ed efficiente dell’ospedale garantendo appropriatezza clinica e organizzativa; ■ collegamento delle strutture ospedaliere ai servizi sul territorio, necessario all’implementazione dei percorsi assistenziali, sia nella fase di accesso che di dimissione dall’ospedale, mettendo in atto una reale integrazione fra ospedale e territorio; ■ organizzazione interna degli ospedali orientata a criteri di efficienza, qualità ed economicità. Per quest’ultima finalità, all’esito dell’allocazione dei posti letto, è possibile una compensazione tra discipline, fermo restando il limite massimo complessivo di posti letto ed il limite di quelli per acuti, sulla base di criteri epidemiologici e di accessibilità come previsto dall’intesa approvativa del regolamento. I posti letto di riabilitazione sono quantificati ai fini del fabbisognoper il 90% della loro potenzialità. Il numero totale dei posti letto calcolati sulla base di quanto previsto dal Regolamento risulta superiore all’attuale dotazione di posti letto. Trattasi in sostanza di una quota di posti letto destinata a contrastare dal 20 al 35 % dei ricoveri fruiti in mobilità passiva come contemplato dal regolamento. Inoltre risulta non assegnata una parte di posti letto rispetto allo standard di 3,51 posti letto per mille abitanti. Considerato che viene concesso alle Regioni un triennio per attuare il programma di adeguamento agli standard ospedalieri, si prevede di attribuire in una seconda fase tale restante parte dei posti letto. Allo stato è possibile delineare alcune linee direttrici, sulla base delle quali potranno essere assegnati tali posti letto, quali la conclusione dei lavori dei tavoli tecnici istituiti per la definizione dei rapporti con l’università, l’andamento dell’auspicata riduzione della mobilità passiva, la copertura di eventuali carenze che potrebbero emergere ad una prima valutazione di impatto del 19 REGIONE CAMPANIA presente piano, la riconversione di alcune strutture private, oltre a quanto già riferito per l’A.O.U. S.U.N. In particolare, data la loro valenza a carattere regionale ed interregionale, la dotazione delle strutture delle aziende ospedaliero-universitarie e degli IRCCS, è determinata dalla Regione sia attraverso le Commissioni paritetiche università-regione per le Aziende ospedaliero-universitarie, sia in relazione al procedimento di riconoscimento o conferma dell’IRCCS. Conseguentemente le dotazioni riportate nelle schede di cui agli allegati, sono individuate in relazione ai protocolli d’intesa RegioneUniversitàad oggi sottoscritti, salvo interventi modificativi già intervenuti, nonché ai provvedimenti di riconoscimento o conferma quali IRCCS, i quali sono suscettibili di rivisitazione o conferma in sede di stipula definitiva deiprotocolli d’intesa o all’interno delle procedure di conferma degli IRCCS, fermo restando il rispetto degli standard. In caso di necessità si farà ricorso all’utilizzo di posti letto all’uopo non attribuiti nella prima fase. La rete attualmente esistente comprende ancora alcuni piccoli stabilimenti pubblici che vanno inquadrati nei livelli di complessità di cui al regolamento. Va in ogni caso perseguito l’obiettivo di realizzare una rete ospedaliera tecnologicamente avanzata, costituita da una serie di ospedali classificati in relazione ai livelli di complessità ed alle funzioni assistenziali individuate per l’inserimento nelle reti di specialità. In tale ottica le dotazioni riportate per struttura ospedaliera nelle tabelle e schede, hanno come obiettivo la riconfigurazione attuale e immediata della rete, praticabile indipendentemente da interventi edilizi di rilievo, con riferimento al prossimo biennio, salvo per alcune strutture pubbliche, da integrare nelle reti, per le quali sono previsti alcuni interventi e implementazioni di attività previste dal regolamento al fine di garantire l’inserimento nei tre livelli di complessità della rete emergenzaurgenza. Altro intervento essenziale consiste nella organizzazione più razionale delle strutture ospedaliere con l’accorpamento di piccole unità operative, sia all’interno dello stesso ospedale sia con concentrazione in un unico ospedale di più strutture,al fine del rispetto dello standard regionale medio di 17,5 p.l. per struttura complessa.Inoltre va contrastata la frammentazione di posti letto e quindi di U.O. delle 20 REGIONE CAMPANIA medesima disciplina nello stesso ospedale con conseguente accorpamento in un numero inferiore di unità, utilizzo più razionale del personale e contrasto ai fenomeni di relativa carenza. Parimenti avviene, con conseguente soppressione di strutture, il contrasto alla proliferazione di U.O.C. riguardanti servizi diagnostici o direzionali. Nella elaborazione del presente documento, ed in particolare nelle tabelle dimostrative, si è proceduto a classificare le dotazioni per disciplina qualificandole quali punti di accesso. Va tenuto presente, in proposito, che nella recente adozione degli atti aziendali, le aziende sanitarie sono già tenute a rispettare lo standard di strutture complesse pari a una ogni 17,5 posti letto nonché quello delle strutture semplici secondo i precisi indirizzi emanati con apposito decreto commissariale. Inoltre la classificazione delle unità operative e la relativa valorizzazione ai fini retributivi della dirigenza è anche materia disciplinata nei CCNL oltre che strumento utile al perseguimento di strategie gestionali aziendali, promozione di attività e così via, per cui è necessario lasciare un margine, seppure ridotto e verificabile di iniziativa da parte delle aziende. Restano comunque inderogabili il vincolo complessivo, le indicazioni nell’atto di indirizzo regionale e una serie di vincoli più avanti riportati oltre che gli effetti della successiva fase di valutazione di soglie e esiti. Ponendo, quindi, come obiettivo il non superamento del numero di strutture o punti di offerta rapportati al bacino minimo di popolazione, fermo restando il rispetto del valore medio regionale di 17,5 p.l., residuano per alcune discipline ed alcune aree territoriali degli eccessi dei punti di offerta determinati prevalentemente dalla numerosità e dalla frammentazione delle Case di Cura private che dovranno essere riqualificate entro il 31.12.2016, con conseguente riduzione degli eccessi. Quanto sopra premesso, in attuazione del regolamento, gli ospedali pubblici sono così classificati. Ospedali di base sede di pronto soccorso dotati delle discipline di base secondo la seguente configurazione minima: A) senza posti letto 21 REGIONE CAMPANIA ■ Anestesia e rianimazione; ■ Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza con letti tecnici di osservazione breve intensiva; ■ Patologia clinica; ■ Radiodiagnostica; ■ Cardiologia; ■ Emoteca; B) con posti letto ■ Medicina interna; ■ Chirurgia generale; ■ Ortopedia e traumatologia; Negli ospedali di base è prevedibile la presenza della disciplina di ostetricia e ginecologia se permane il punto parto in relazione ai requisiti o in alternativa la sola ginecologia chirurgica. Deve essere garantita la gestione dei farmaci e dispositivi, la funzione amministrativa e la direzione sanitaria secondo le indicazioni del regolamento. In relazione ai fabbisogni sono prevedibili discipline a media diffusione compatibili con gli standard. DEA di I° livello Devono essere presenti le specialità di base con e senza posti letto precedentemente elencate ed in relazione alla domanda e bacini di utenza, alcune unità operative complesse con posti letto delle seguenti discipline intermedie per acuti. A) discipline senza posti letto Oltre alle specialità previste per l’ospedaledi base sede di pronto soccorso: ■ Anatomia patologica; ■ Direzione Sanitaria; ■ Farmacia ospedaliera; 22 REGIONE CAMPANIA ■ Medicina trasfusionale; ■ Presenza di TAC ed ecografia; B) discipline con posti letto, secondo fabbisogno, una o più delle seguenti oltre alle specialità di base e comunque, necessariamente, rianimazione, cardiologia con UTIC e pediatria: ■ Terapia intensiva; ■ Pediatria; ■ Psichiatria; ■ Cardiologia con UTIC; ■ Neurologia; ■ Oftalmologia; ■ Otorinolaringoiatria; ■ Urologia; ■ Oncologia; ■ Neonatologia se presente punto parto con requisito soglia; Compatibilmente con i bacini di utenza, nonché in relazione alle caratteristiche delle strutture sono, altresì, prevedibili discipline ulteriori, non previste quale requisito essenziale negli ospedali DEA di I° livello al fine di garantire la risposta alla domanda a valenza regionale, quali Endocrinologia, Neuropsichiatria infantile, Reumatologia, Dermatologia, Chirurgia pediatrica, Odontoiatria- Odontostomatologia, Malattie infettive, Gastroenterologia, Radioterapia, ecc. DEA II° livello Delle discipline di seguito elencate possono essere presenti più unità operative ma non necessariamente tutte. A) senza posti letto Oltre le specialità previste per i DEA di I° livello: 23 REGIONE CAMPANIA ■ Neuroradiologia; ■ Microbiologia e virologia; ■ Radioterapia; ■ Scienze dell’alimentazione e dietetica; ■ Medicina nucleare. B) Con posti letto Oltre le specialità di base ed intermedie: ■ Cardiologia con emodinamica interventistica; ■ Cardiochirurgia e terapia intensiva; ■ Chirurgia maxillofacciale; ■ Chirurgia plastica; ■ Chirurgia toracica; ■ Chirurgia vascolare; ■ Neonatologia con UTIN; ■ Neurochirurgia. Nella determinazione dell’assetto organizzativo delle discipline, si è tenuto conto dei seguenti ulteriori criteri: ■ analisi comparata per disciplina dello standard dei posti letto; ■ eventuale valutazione di particolari prevalenze epidemiologiche, in particolare tumori e infarto; ■ dotazione di posti letto per mille abitanti, da considerare standard per l’intera regione e per provincia o macro-area con i dovuti adeguamenti motivati anche dalle realtà esistenti da una quota di mobilità intra-regionale e dalla presenza di Aziende ospedaliere, Policlinici, ecc; ■ potenziamento nelle discipline dove maggiore è il saldo di mobilità passiva extra-regionale, laddove questa fosse legata a sottodotazione di posti letto della disciplina; ■ riequilibrio territoriale delle zone più svantaggiate. 24 REGIONE CAMPANIA Nel complesso processo di riorganizzazione della rete ospedaliera si è tenuto conto, per quanto possibile, di alcuni vincoli, che ad un’analisi più approfondita si sono rilevati delle opportunità, in quanto già coerenti con alcuni principi ispiratori del Regolamento. Ci si riferisce in particolare agli atti aziendali redatti dalle aziende sanitarie sulla base delle linee di indirizzo regionale. Infatti risultano da poco già approvatigli atti aziendali delle Aziende Ospedaliere ad eccezione delle Aziende Ospedaliero-Universitarie Federico II e SUN di Napoli per le quali si è in attesa della definizione dei protocolli di intesa nonché A.O.U. di Salerno e IRCCS Pascale, mentre è in corso l’approvazione degli atti aziendali delle ASL. Per queste se ne sospende la valutazione in modo da adeguarli alla nuova programmazione. Parimenti, risultano già definiti, con decreti commissariali approvati dai Tavoli di verifica ministeriali, alcuni sistemi assistenziali di rete elaborati sulla base del modello hub e spoke, quali la rete per le emergenze cardiologiche, la rete per l’ictus e la rete trasfusionale. Pertanto, il presente piano ha provveduto a coniugare tali atti di programmazione regionale con i criteri e standard fissati dal Regolamento. In definitiva, la manovra regionale è orientata verso la definizione di un modello di rete ospedaliera che consenta, in un sistema integrato, di accedere alle migliori competenze professionali e tecnologiche, pur se in alcune realtà distribuite diversamente sul territorio regionale. Entro il primo semestre 2016, sulla base dei dati di attività dell’anno 2015, in presenza del documento previsto al punto 4.6 del regolamento, si procederà alla valutazione delle attività svolte confrontandole con i valori soglia per volumi di attività specifici, correlati agli esiti migliori e soglie per rischi di esito. Al fine di dare piena valorizzazione alla valutazione degli esiti nell’ambito del Programma Nazionale Esiti, gestito da AGENAS per conto del Ministero della Salute, presso la la Direzione Generale Tutela della Salute e Coordinamento del SSR, attraverso la propria struttura di staff tecnico-operativo, è attivata una funzione di coordinamento dedicata al monitoraggio e al miglioramento dell’analisi e dell’utilizzo dei dati sanitari (SDO, mortalità, assistenza ambulatoriale, assistenza farmaceutica, flusso EMUR) che, con il supporto tecnico dell’ARSAN, avvierà programmi di auditing clinico ed organizzativo finalizzati a valutare la qualità dei dati e dei risultati, oltre che a fornire importanti 25 REGIONE CAMPANIA elementi conoscitivi per supportare i processi decisionali di miglioramento dell’efficacia e dell’equità del SSR. Nelle more, per le attività per le quali il regolamento prevede già soglie minime di attività e di rischio di esito, la Regione provvederà, entro 6 mesi dall’approvazione con DM del regolamento, a: ■ adottare tutte le iniziative previste dal regolamento ai fini del rispetto delle soglie; ■ ridefinire gli standard organizzativi per i quali vengono preventivamente individuati alcuni vincoli al capo che segue. 26 REGIONE CAMPANIA 3.2 Standard organizzativi nelle strutture pubbliche 3.2.1 Standard posti letto Al fine di contrastare il fenomeno della proliferazione di strutture e rispettare la soglia di U.O.C. indicata dal Ministero della Salute, soglia già peraltro rispettata dalle AASSLL e dalle AAOO nel compimento degli atti aziendali, sono individuate le seguenti dotazioni di posti letto quale riferimento di soglie minime e massime di norma da rispettare per il funzionamento delle unità operative. Deroghe possono essere previste con riferimento a particolari situazioni ed in ogni caso alla soglia massima. Il dimensionamento ottimale della capacità produttiva di ogni unità operativa in termini di posti letto, rappresenta da un canto uno degli elementi più critici in relazione ad una offerta già strutturata, dall’altro uno strumento per migliorare l’appropriatezza clinica ed organizzativa. La definizione della rete ospedaliera in termini di posti letto per singola unità operativa è stata effettuata tenendo conto, di massima, dei criteri elaborati da Agenas, pubblicati sulla rivista Monitor n.27 del 2011, coniugandoli con i vincoli programmatici già precedentemente esposti, quali gli atti aziendali e i modelli di rete già strutturati, nonché di specifiche situazioni orografiche ed epidemiologiche del territorio. La presenza di alcuni scostamenti, relativamente alle soglie inferiori, è da intendere in considerazione del percorso in atto di promozione del Day Service e PAAC, nonché di particolari situazioni di aree disagiate, così come previsto dal regolamento. Va tenuto presente, in proposito, che per numerose discipline il livello quantitativo delle attività non è legato esclusivamente al numero di posti letto, specie in un contesto di promozione di attività di tipo ambulatoriale (chirurgico o medico) svolta comunque nella medesima unità operativa. Si è considerato, pertanto tale fenomeno, allo stato, in forte avanzamento che rende inappropriati posti letto diurni. Sono prevedibili, pertanto, di norma: ■ 6-12p.l. per le unità operative di terapia intensiva/rianimazione; 27 REGIONE CAMPANIA ■ 16-40 p.l. per le unità operative delle discipline di base, fatta eccezioneper la pediatria in quanto caratterizzata da attività che possono essere gestite attraverso forme di assistenza alternative al ricovero ordinario(ambulatorio, day hospital ecc).; ■ 10-16 p.l. per le unità operative di psichiatria; ■ 12-30 p.l. per le unità operative delle discipline a bacino di utenza intermedio fatta eccezione: 1) per la oftalmologia, ORL, oncologia e la nefrologia in quanto caratterizzate da attività che possono essere gestite attraverso forme di assistenza alternative al ricovero ordinario, per le quali il minimo di posti letto è individuato in 10, salvo casi particolari di aggregazione di attività (es. nefrologia e dialisi). 2) per la neonatologia in quanto i posti letto devono essere modulati in ragione della attività della U.O. di ostetricia e ginecologia; ■ 12-30 p.l. per le discipline a bacino di utenza regionale e di alta complessità; ■ 10-30 p.l. per la cardiologia, il limite di 10 è previsto esclusivamente in abbinamento come unica U.O.C. con l’U.T.I.C. La presenza di più UU.OO. della stessa disciplina nel medesimo ospedale dovrà essere giustificata dalla specializzazione e differenziazione della attività svolte nel rispetto del numero di posti letto definiti sopra. Dette indicazioni sono, comunque, considerate di massima e riconciliate con la evoluzione scientifica, lo spostamento di attività verso DS, DH e ambulatoriale, la confluenza di attività non di ricovero nella medesima struttura (es. nefrologia e dialisi ambulatoriale, anestesia e rianimazione), oppure di terapia intensiva con la disciplina per acuti (es. cardiologia – UTIC) e così via. Eventuali previsioni di dotazioni inferiori possono determinare la classificazione come unità operativa semplice, operante quale articolazione di struttura complessa, se compatibile, ovvero all’interno di una organizzazione dipartimentale con condivisione delle risorse e nel rispetto dei volumi. Conseguentemente nelle tabelle dimostrative sono indicati i punti di accesso alla rete, ivi compresi i servizi senza posti letto costituenti unità operative, complesse o semplici, la cui individuazione avverrà nell’atto aziendale secondo l’atto di indirizzo regionale. 28 REGIONE CAMPANIA In ogni caso resta cogente il rispetto di 17,5 posti letto medi per unità su piano regionale. In ciascuna provincia o macro-area va garantita almeno la presenza di un DEA di II° livello. Ogni ospedale sede di pronto soccorso deve essere dotato almeno delle tre discipline di base oltre a garantire l’assistenza neonatale, se presente il punto parto. Gli ospedali per acuti che al momento della emanazione del piano non presentano le caratteristiche per essere configurati come pronto soccorso, devono essere oggetto di riconversione in ospedale del territorio o mono-specialistici medici e/o a ciclo diurno ovvero destinati ad attività post-acuzie, salvo che costituiscano stabilimenti accorpati di presidi rientranti nella rete con funzioni complementari evitandosi duplicazioni. 3.2.2 Il dipartimento, gli accorpamenti funzionali e altre indicazioni operative L’organizzazione dipartimentale sembra aver trovato una diffusa attivazione da parte delle Aziende Sanitarie sotto il solo aspetto formale. In realtà l’organizzazione dipartimentale deve consentire di perseguire: ■ migliore coordinamento del complesso delle attività di assistenza, ricerca e formazione; ■ qualità dell’assistenza e crescita dell’efficacia e dell’appropriatezza delle prestazioni attraverso la convergenza di competenze e di esperienze scientifiche, tecniche ed assistenziali di gruppi e di singoli operatori sanitari; ■ realizzazione di economie di scala e di gestione; ■ diffusione delle conoscenze scientifiche e sviluppo delle competenze organizzative. Il Dipartimento, in sostanza, quale aggregazione di Unità Operative Omogenee, affini o complementari fra loro, collegabili sul piano operativo, persegue comuni finalità rendendo le unità tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità organizzativa, gestionale e professionale. Il modello organizzativo dipartimentale è riportato negli indirizzi per la costituzione dell’atto aziendale. Obiettivo dell’immediato futuro è la verifica del passaggio da una visione meramente formale 29 REGIONE CAMPANIA dell’organizzazione dipartimentale, ad un modello che costituisca occasione di sviluppo del sistema sanitario. Sono previsti accorpamenti funzionali degli stabilimenti ospedalieri, al fine dell’utilizzo razionale delle risorse, in unico presidio in limitate situazioni a cui si aggiunge la fattispecie dei presidi funzionalmente accorpati nell’Azienda ospedaliera dei Colli, della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Salerno e dell’Azienda pediatrica Santobono – Pausilipon. I servizi di Radioterapia (i cui ricoveri sono effettuati in oncologia medica), Radiologia interventistica, Medicina nucleare per la radioterapia metabolica,osservazione breve, Dialisi (per i posti rene), Nido (per le culle) e odontostomatologia sono dotati di posti letto tecnici o poltrone non rientranti negli standard dei posti letto per acuti. Il servizio di Cardiologia è obbligatorio negli ospedali di base dove non sono previsti posti letto della relativa disciplina. Le unità per grandi ustionati afferiscono alle strutture di chirurgia plastica. Le unità di lungodegenza negli ospedali pubblici rientranti nella rete di emergenzadi norma sono qualificate come strutture semplici polispecialistiche aggregate alle unità di medicina interna. I servizi di Anestesia e Rianimazionese comprendenti anche posti letto di rianimazione costituiscono una unica struttura complessa, ad eccezione dei casi in cui la numerosità delle strutture operative e la complessità delle attività rendono necessaria una diversa configurazione. Le unità di Angiologiadi norma devono essere aggregate quali strutture semplici alle unità di Medicina interna o Cardiologia. Tutte le strutture di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza sono dotate di posti letto per acuti oltre chedi osservazione breve intensiva, in relazione alla qualificazione della struttura. La disciplina di allergologia e immunologia clinica è unica e svolge la propria attività a servizio delle altre unità operative, utilizzando in caso di necessità i posti letto delle U.O. di Medicina Interna. Nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie l’U.O. di Allergologia e Immunologia con posti letto risponde anche 30 REGIONE CAMPANIA a finalità didattiche e di ricerca; nelle Aziende Ospedaliere, laddove presenti, risponde a particolari situazioni epidemiologiche e locali. L’UTIC e l’UTIN fanno capo all’unica unità operativa, rispettivamente di cardiologia e neonatologia. In rare e motivate condizioni nelle quali nelle Aziende Ospedaliere si registra, una ragguardevole complessità dell’organizzazione e una rilevante attività, in termini di volumi e di esiti, è possibile prevedere un diverso assetto. Fino al raggiungimento a regime dello standard di 1.000 parti annui con obbligatoria presenza della neonatologia, nei presidi dove non è prevista detta unità l’assistenza ai neonati sani e la gestione delle culle è assicurata dalle Unità operative di pediatria. Nei presidi in cui sono previsti posti letto di neonatologia, se assente l’UTIN, le stesse unità possono essere accorpate a quelle di pediatria. All’interno delle U.O. complesse di Medicina Interna e Chirurgia Generale pubbliche possono essere destinati posti letto ad attività specialistiche organizzati per aree omogenee e/o complementari, compatibili con le stesse discipline di base non presenti nel presidio, rientranti nell’attività propria della disciplina quali unità operative semplici, la cui responsabilità deve essere affidata a personale medico in possesso dei requisiti specifici,ferma restando l’unica U.O.C.,conformemente a quanto sarà previsto nel provvedimento attuativo del presente piano da parte delle aziende sanitarie. Deve essere fortemente promossa tra le diverse unità operative la gestione comune delle risorse incluse quelle umane. In particolare, ferma restando la responsabilità tecnica operativa di ognuna delle unità operative devono essere garantite, nell’ambito del medesimo dipartimento, azioni di riorganizzazione utilizzando modelli organizzativi ad elevata flessibilità, adattabili ai diversi contesti ospedalieri. Negli ospedali DEA di I° livello possono essere attivati posti letto per pazienti critici (area critica) a disposizione delle unità operative afferenti al dipartimento; i pazienti che occupano i posti letto indistinti sono a carico delle unità operative che hanno disposto il ricovero. Possono essere attivati in ambito regionale fino a tre servizi di medicina del lavoro dotati di posti letto di Day Hospital afferenti alla Unità Operativa di Medicina Interna. (in questo contesto è 31 REGIONE CAMPANIA opportuno sviluppare linee guida e protocolli sanitari per la sorveglianza degli ex esposti a sostanze cancerogene). Nelle AA.OO. nelle quali sono presenti UU.OO. di chirurgia toracica e di pneumologia possono essere attivate unità operative autonome di terapia intensiva/sub intensiva respiratoria. Nei DEA di I e II livello, nonché nelle A.O. inserite quali HUB nelle reti tempo dipendenti e di specialità, possono essere costituite unità operative autonome di Medicina Fisica e Riabilitativa ad indirizzo cardiologico o respiratorio. Il numero dei posti rene, laddove è previsto il servizio di dialisi, è individuato nel relativo documento di determinazione del fabbisogno, ferma restando l’esigenza della adozione di un nuovo piano dialisi regionale. La relativa attività rientra nel setting ambulatoriale e i posti non rientrano nello standard per acuti. Comunque laddove presente l’U.O. di Nefrologia e il servizio dialisi questi costituiscono un’unica unità operativa. Le unità dotate di soli p.l. di DH e DSpossono essere configurate, se compatibile, come strutture semplici e aggregate alle strutture complesse di riferimento. Unità mediche e chirurgiche a solo ciclo diurno possono essere organizzate funzionalmente per area omogenea con unicità della direzione. In via eccezionale e per motivate condizioni nelle quali nelle Aziende Ospedaliere si registra, una apprezzabile complessità dell’organizzazione e una rilevante attività, in termini di volumi e di esiti, è possibile prevedere un diverso assetto. La suddivisione nelle strutture pubbliche, IRCCS e A.O.U. dei posti letto fra ordinari e diurni può essere motivatamente disposta dalle aziende in relazione all’obiettivo di promozione della deospedalizzazione mediante il raggiungimento del 25% dei ricoveri totali quali ricoveri diurni e la promozione delle attività ambulatoriali, atteso che le ultime rilevazioni evidenziano un elevato tasso di ospedalizzazione per ricoveri diurni in area medica. Per tale motivo non si ritiene operare una suddivisione tra posti letto intendendosi garantire la massima flessibilità possibile. I posti letto previsti nelle strutture gestite da ospedali classificati sono ridefiniti, come già riportato, in base a specifici accordi, nel rispetto della domanda, degli standard e dei bacini di utenza. Per tali enti classificati si impone l’indicazione di attenta valutazione del modello organizzativo mutuando i 32 REGIONE CAMPANIA criteri dettati per il sistema pubblico e promuovendo l’organizzazione dipartimentale e la riduzione delle strutture complesse al fine di tendere all’equilibrio economico. Nelle Aziende Ospedaliere dotate di unità di medicina nucleare e nell’IRCCS Pascale sono individuati p.l. protetti in base alla D.Lgs. 187/2000 sulla radioprotezione. In coerenza con le previsioni dell’accordo Stato-Regioni del 16.12.2010 e del 25.07.2012, con riferimento alle attività di preparazione e trattamento degli emocomponenti con Decreto Commissariale n. 42 del 2014 è stata definita la rete trasfusionale. La Cardiologia Pediatrica dell’A.O. Monaldi, clinicizzata dalla SUN e la Cardiochirurgia Pediatrica sono confermate quali strutture autonome di riferimento. Esse operano mediamente su un bacino di 6 milioni di abitanti. L’U.O. di Cardiologia Pediatrica è fornita di laboratorio di emodinamica e di elettrofisiologia per la diagnostica morfofunzionaleinvasiva e trattamento interventistico. Presso questa struttura sono identificati Centri di riferimento per particolari funzioni, riferite a casi di alta complessità clinico strumentale quali diagnostica prenatale, cardiopatie congenite dell’età adulta e cardiologia dello sport in età adolescenziale, malattie rare cardiovascolari. Le attività di gastroenterologia Il Decreto Commissariale n. 49/2010 ha prospettato e programmato rimodulazioni delle modalità organizzative di assistenza gastroenterologica, finalizzata a realizzare “alta integrazione” tra le strutture, mediante gestione delle urgenze in gastroenterologia e in endoscopia digestiva. Pertanto, considerato che i dati epidemiologici di prevalenza delle patologie dell’apparato gastroenterico evidenziano, in proposito, che le più comuni emergenze sono rappresentate dalle emorragie digestive, dall’ingestione di corpi estranei e dalle pancreatiti acuti biliari, si programma entro sei mesi dall’adozione del presente riordino, la realizzazione di una specifica rete per la risposta alle emergenze gastroenteriche. Questa sarà improntata sul modello di integrazione dei servizi di tipo “orizzontale”, con il fine di garantire il miglioramento della gestione di prestazioni ad elevata complessità, soprattutto se erogate in un contesto di emergenza e urgenza, in centri qualificati sia dal punto di vista strutturale e tecnologico sia da quello delle professionalità presenti. 33 REGIONE CAMPANIA La rete per le emorragie digestivesarà composta dalle unità di gastroenterologia con endoscopia digestiva organizzate secondo il sistema HUB, presenti di norma nei presidi DEA di II° livello, come riportato nelle tabelle allegate. Istituzione Centro Regionale di riferimento infettivologico per il trattamento dell’insufficienza epatica acuta Il Decreto Commissariale n. 49/2010 ha evidenziato che l’insufficienza epatica acuta, nelle sue espressioni cliniche di epatite fulminante e di insufficienza epatica acuta su malattia epatica cronica, sebbene non frequente (aspettativa in Campania rispettivamente 10-15 e 75-100 casi/anno), costituisce una condizione di estrema gravità, ma tuttavia reversibile, in cui l’efficacia e la qualità dei trattamenti sono determinanti ai fini della prognosi. Un’esperienza consolidata e un approccio di tipo intensivo e polispecialistico, che metta insieme le competenze dell’infettivologo – epatologo e dell’interventista – rianimatore che operano in stretto collegamento con il Centro di Trapianti Epatici, costituiscono presidi terapeutici insostituibili e rendono razionale, anche in ragione della esiguità di casi, la centralizzazione. In Campania, la quasi totalità delle epatiti fulminanti, a causa della eziologia infettiva della maggioranza di esse, viene riferita all’Ospedale Cotugno dove, dal 1997, è stata strutturata una Unità Operativa dedicata che opera in organica collaborazione con la terapia intensiva epatologica e con il centro trapianti epatici dell’A.O.R.N. Cardarelli, e creata una rete tra le Unità operative campane di Malattie infettive, per il riferimento di tale patologia. Pertanto si conferma l’istituzione del centro di riferimento regionale per il trattamento dell’insufficienza epatica acuta e se ne individuano, come componenti le seguenti strutture: ■ unità operative di malattie infettive per il trattamento dell’insufficienza epatica acuta dell’Ospedale Cotugno; ■ unità di terapia intensiva epatologica dei trapianti di fegato (UTIF) della A.O.R.N. Cardarelli; ■ unità operativa laparoscopica specialistica epatica e Trapianti di fegato della A.O.R.N. Cardarelli; ■ unità operativa di Fisiopatologia epatica della A.O.R.N. Cardarelli; 34 REGIONE CAMPANIA ■ unità operativa per le neuropatie infettive dell’ospedale Cotugno; ■ laboratorio di riferimento regionale per malattie parassitarie dell’ospedale Cotugno. L’attività trapiantologica La Regione Campania ha dato attuazione agli indirizzi nazionali in materia di rete dei trapianti con Decreto Commissariale n. 30 e n. 103 del 2013. Con i suddetti atti con la collaborazione del Direttore del Centro Nazionale Trapianti è stato costituito il Dipartimento Regionale Trapianti. E’ prevista la nomina del direttore del dipartimento il quale opera su 3 diversi piani: ■ programmatorio; ■ gestionale / amministrativo; ■ operativo e di controllo. Per la funzione programmatoria l’obiettivo è la definizione della programmazione annuale delle attività di donazione e trapianto a livello regionale ed a livello delle singole Aziende Sanitarie in base alle attività effettuate all’interno di ciascuna. Il piano di programmazione viene discusso con l’Assessorato e con la Conferenza dei Direttori Generali che rendono disponibili le risorse necessarie ad attuare quanto concordato. Per le funzioni gestionale ed amministrativa gli interlocutori sono le Direzioni Generali delle Aziende coinvolte, che utilizzando le risorse rese disponibili dall’Assessorato, rendono operativi gli indirizzi decisi con l’Assessorato Regionale in sede di Conferenza. A livello della singola Azienda la programmazione e gli indirizzi gestionali del Direttore di Dipartimento vengono resi operativi dal Direttore Generale che inserisce nella propria programmazione e nella propria gestione quanto indicato dal Direttore del Dipartimento. La programmazione regionale non perde di unitarietà, ma acquisisce una flessibilità legata alle attività trapiantologiche nelle diverse Aziende. I Direttori delle singole unità operative per quanto riguarda la programmazione e le problematiche gestionali relative all’attività trapiantologica interagiscono con il Direttore di dipartimento. Le attività di donazione e trapianto vengono inserite negli obiettivi che l’Assessorato indica annualmente per i Direttori Generali. 35 REGIONE CAMPANIA L’interlocuzione tra il Direttore di Dipartimento e i Direttori Generali, sia in sede di Conferenza, sia singolarmente, riguarda la gestione del personale ed in particolare il problema del precariato. In ordine temporale i primi obiettivi del Dipartimento riguardano il monitoraggio del personale precario e l’utilizzazione dei fondi assegnati e non spesi negli anni precedenti alla costituzione del Dipartimento. Le funzioni di carattere operativo e di controllo riguardano le unità operative coinvolte nelle attività di donazione e di trapianto organi. Sentito il Comitato di Dipartimento e in base al relativo Regolamento il Direttore di Dipartimento gestisce il coordinamento operativo delle attività di trapianto ed il controllo sia sulle attività operative sia sulle attività amministrative e su quelle gestionali delle unità operative coinvolte nell’attività. In modo analogo a quanto avviene per la gestione delle attività a livello aziendale, la funzione del Direttore di Dipartimento non riguarda attività che non attingono alle attività di donazione e trapianto. Le funzioni di centro regionale previste dalla legge 91 e dalle Direttive europee sono integralmente assorbite e gestite dal Dipartimento (esempio l’immissione in lista e la scelta dei candidati) vengono effettuate dai centri chirurgici sulla base di indirizzi verificabili precedentemente concordati, la gestione delle liste e l’assegnazione degli organi ai Centri di Trapianto vengono effettuati dal Dipartimento che si avvale del laboratorio di Microbiologia per l’esecuzione della ricerca dei marker infettivi, ecc.. Il Dipartimento effettua anche attività di controllo sull’attività delle singole unità operative coinvolte e sugli standard di personale assegnato a ciascuna unità operativa. Il direttore di Dipartimento contratta il budget delle unità operative afferenti e assegna specifici obiettivi ai Responsabili delle Unità operative. Le funzioni di supporto alle attività di organi vengono effettuate dal Dipartimento che si avvale del coordinatore alle Donazioni e del personale del Dipartimento. Le relazioni con i Direttori Generali delle Aziende per le donazioni riguardano tutte le Aziende con Reparti di Rianimazione. In una prima fase temporale l’attenzione del Dipartimento sarà concentrata sulle Aziende con reparti neurochirurgici. Per i coordinatori, per i primari di Rianimazione e per i Direttori Generali verrà definita una specifica programmazione e specifici obiettivi annuali. Verrà inoltre valorizzata la relazione con la Direzione Sanitaria alla luce delle funzioni organizzative ed operative che si svolgono per le donazioni ed i prelievi di organi al di fuori delle rianimazioni. 36 REGIONE CAMPANIA Le strutture coinvolte sono le seguenti: ■ l’A.O. Cardarelli quale Centro Trapianti di fegato e Centro Trapianti di rene e pancreas; ■ l’A.O.U Federico II quale Centro Trapianti di rene; ■ l’A.O.U. Ruggi di Salerno quale Centro Trapianti di rene; ■ l’A.O. Monaldiquale Centro Trapianti di cuore; ■ il laboratorio di immunogenetica presso la Seconda Università di Napoli. Al Dipartimento è demandato la valutazione dell’opportunità di specializzare un settore per attività di trapiantologia pediatrica con la partecipazione dell’A.O. Santobono. Polo Regionale oncologico pediatrico In regione Campania, a fronte di circa 1.4 milioni di individui in età pediatrica, vi è una incidenza di patologia neoplastica infantile pari a 150-180 nuovi casi/anno dei quali circa il 50% sono rappresentati da neoplasie liquide (leucemie e linfomi), circa il 20% da neoplasie del Sistema Nervoso Centrale e circa il 30% da altre neoplasie solide. I Centri di oncologia pediatrica di III livello operanti in Campania sono il Dipartimento di Oncologia della A.O. Santobono-Pausilipon e la Unità Operativa di Oncologia Pediatrica in seno al Dipartimento di Pediatria della II Università di Napoli. Circa il 25% dei pazienti oncologici pediatrici campani ricevono diagnosi fuori regione, e la migrazione extra regionale complessiva per le patologie oncologiche pediatriche è superiore al 30%. L’allocazione delle risorse umane e tecnologiche in due diversi HUB rende problematico, dal punto di vista organizzativo, gestionale e dei necessari investimenti, non solo il recupero della migrazione, ma il mantenimento stesso degli attuali livelli assistenziali. La stessa dispersione delle attività in due HUB, ed il numero complessivo relativamente piccolo dei casi da trattare, non consente la sostenibilità dei servizi di supporto necessari al mantenimento in autonomia e sicurezza di servizi oncologici pediatrici dedicati. 37 REGIONE CAMPANIA I servizi oncologici pediatrici sono sostanzialmente concentrati nella città di Napoli, imponendo alla grande maggioranza dell’utenza una migrazione intra-regionale, ove pure l’iter diagnostico e terapeutico della maggior parte delle patologie oncologiche pediatriche prevede anche fasi potenzialmente gestibili in Centri non specialistici ma esperti, decentrati, anche non dotati della organizzazione diagnostico-assistenziale e della tecnologia tipici dei Centri di III livello. Con successivo atto sarà costituito un tavolo tecnico che dovrà consentire in tempi brevi di valutare l’opportunità di: ■ costituire, entro dodici mesi, un HUB regionale per l’oncologia pediatrica attraverso l’unificazione in una sola sede dei Centri regionali di riferimento per la Oncologia Pediatrica della SUN e della AORN Santobono-Pausilipon; ■ garantire tale unificazione, con il coordinamento degli Uffici regionali e l’azione delle Aziende interessate, ricorrendo a forme innovative di integrazione organizzativa e gestionale, tra i quali anche la eventuale istituzione di un Dipartimento Interaziendale; ■ costituire, entro trentasei mesi, attraverso azioni di formazione, organizzazione ed integrazione dei percorsi assistenziali, con la direzione del neo-istituito HUB unico regionale, di articolazioni spoke in ciascuna delle province campane; ■ integrare, nella logica di rete ed in coordinamento con le ASL, di altre funzioni relative all’iter diagnostico terapeutico, anche appartenenti ad altri ambiti assistenziali (Pediatria di Libera Scelta, funzione di salvaguardia della fertilità, funzione di Assistenza Domiciliare, funzione di Terapia del Dolore e cure Palliative/Hospice, funzione di sorveglianza dei “fuori terapia”, attività del volontariato). Punti di Primo Intervento (PPI) Il regolamento prevede che esclusivamente a seguito della riconversione dell’attività di un ospedale per acuti in un ospedale per la post-acuzie oppure in una struttura territoriale, potrebbe rendersi necessario prevedere, per un periodo di tempo limitato, il mantenimento nella località interessata di un Punto di Primo Intervento, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne. Qualora gli accessi superino le 6.000 unità anno la responsabilità clinica e organizzativa 38 REGIONE CAMPANIA ricade sul DEA di riferimento, che potrà avvalersi di risorse specialistiche, con adeguata formazione, presenti nella struttura. La mission dei punti di primo intervento è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118, implementando la attività territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria. Nei punti di primo intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente. I punti di primo intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. Tale modello organizzativo, previsto in alcune strutture per le quali è programmata la riconversione, evolverà gradualmente verso l’assetto definitivo entro il 31.12.2016. Nella fase di transizione verso la gestione del 118, la loro funzione per le urgenze si limita unicamente ad ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Di seguito si riportano, come indicazioni di massima, salvo diverse esigenze, le attività minime da garantire nei punti di primo intervento: ■ visita medica; ■ controllo parametri vitali; ■ stabilizzazione funzioni vitali; ■ prelievo di sangue venoso; ■ prelievo di sangue arterioso; ■ incannulamento di vena periferica; ■ controllo glicemico; ■ cateterismo vescicale; ■ medicazione di ferita; 39 REGIONE CAMPANIA ■ emostasi di ferita sanguinante; ■ sutura di ferita; ■ bendaggio fratture – lussazioni; ■ medicazione di ustione; ■ rimozione di corpo estraneo dai tessuti molli con incisione. 40 REGIONE CAMPANIA 3.3 La riabilitazione intensiva ospedaliera e l’alta specialità riabilitativa – la lungodegenza post-acuzie Lo standard regionale di riabilitazione intensiva è quantificato in posti letto 2.581 di cui n.140 di alta specialità neuro-riabilitativa cod. 75 e n. 60 di unità spinale cod. 28 così ripartiti, complessivamente pari a 0,44 p.l. per mille abitanti. ASL AV-BN CE NA SA TOTALE Cod. 56 Fabbisogno 269 376 1.285 451 2.381 Cod. 75 Cod. 28 Fabbisogno Fabbisogno 30 15 20 10 65 25 25 10 140 60 TOTALE 314 406 1.375 486 2.581 La allocazione dei posti letto presso le strutture private tiene conto: ■ dei posti letto accreditati, di quelli per i quali viene programmata la riconversione dei posti letto di Riabilitazione cod. 56 in posti letto di alta specialità neuro-riabilitativa cod. 75 e spinale cod. 28. ■ dei posti letto delle strutture neuropsichiatriche per acuti da riconvertire in posti letto di riabilitazione, lungodegenza post-acuzie e territoriale, come disposto a seguito di accordo con le strutture interessate con Decreto Commissariale n. 94 del 2014. Ad oggi la allocazione dei posti letto di riabilitazione intensiva ospedaliera risulta essere una prerogativa quasi esclusiva del settore privato. Tre strutture private rappresentano oltre il 50% dell’offerta. Nel complesso la Regione è sottodotata di posti letto di riabilitazione essendone stati previsti solo 1.936 col Decreto Commissariale n.49/2010. Il presente riordino pur confermando le dotazioni del settore privato anche implementandole a seguito delle riconversioni dei posti letto delle strutture neuropsichiatriche, punterà ad implementare, per la parte carente, le strutture pubbliche. Nel complesso nel corrente biennio vengono assegnati 2.187 posti letto di riabilitazione riservando l’ulteriore quota di standard alla realizzazione delle riconversioni del settore privato. 41 REGIONE CAMPANIA Per quanto riguarda i modelli organizzativi e la tipologia di pazienti eleggibili a detto setting assistenziale, si fa riferimento alle linee guida ministeriali del maggio 1998, come integrate con le linee guida pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del febbraio 2011. L’alta specialità neuro-riabilitativa e la riabilitazione spinale Per garantire un adeguato percorso assistenziale/riabilitativo nella fase immediatamente post acuta per i pazienti con disabilità grave, alto livello di dipendenza e potenziale elevato di recupero funzionale (alta valenza riabilitativa) si è reso necessario intervenire sull’assetto programmatico del citato Decreto Commissariale n.49/2010 e riparametrare il fabbisogno di posti letto di neuroriabilitazione(codice disciplina 75) e di unità spinale (codice disciplina 28) al fine di rendere l’offerta più rispondente ai bisogni della popolazione residente e colmare la carenza assistenziale emersa in particolare dall’analisi della mobilità passiva e l’alto tasso di occupazione dei posti letto. A tale obiettivo programmatico si è pervenuti con l’adozione del Decreto Commissariale n.77/2013 col quale si è provveduto a modificare quanto stabilito del Decreto Commissariale n.49/2010 in ordine al fabbisogno di posti letto regionale di neuro-riabilitazione e di unità spinale fissando uno standard di 0,024 p.l. per 1.000 abitanti di neuro-riabilitazione (cod. 75) e uno standard di 0,01 p.l. per 1.000 abitanti di unità spinale (cod. 28). Tali standard sono confermati all’interno di quello complessivo previsto per la riabilitazione intensiva ospedaliera. Gli stessi sono stati anche ripartiti tra le diverse provincie garantendo una distribuzione territoriale per quanto possibile omogenea, nonché considerando l’allocazione delle strutture che attualmente garantiscono la continuità delle cure per i pazienti che presentano le caratteristiche definite. Il Decreto Commissariale n.77/2013, a cui si fa rinvio, ha adottato anche il documento contenente: 1) la definizione delsetting assistenziale destinato ad assicurare l’assistenza al paziente con grave cerebropatia acquisita (GCA); ■ i criteri di individuazione del fabbisogno neuro-riabilitativo; ■ i criteri di appropriatezza dei ricoveri e in dettaglio 42 REGIONE CAMPANIA – provenienza e tipologia del paziente; – l’adeguatezza dell’allocazione al codice 75; – l’intervento riabilitativo; – il piano annuale dei controlli esterni e gli indicatori di audit; 2) la lesione al paziente con mielolesione – il fabbisogno di posti letto cod. 28; – i criteri di appropriatezza dei ricoveri in unità di riabilitazione cod. 28; – il piano annuale dei controlli esterni e gli indicatori di audit. La costruzione di una rete sul territorio dell’alta specialità riabilitativa Nel Decreto n. 77/2013 “ridefinizione fabbisogno e linee di indirizzo riabilitazione post acuzie di alta specialità”, è stato evidenziato il sottodimensionamento della dotazione di posti letto nonché il forte sbilanciamento territoriale in cui è particolarmente evidente la concentrazione di 100 posti letto presso la CdC Santa Maria del Pozzo di Somma Vesuviana, della cui presenza in regime di accreditamento va valutata la compatibilità sia sul piano formale che sostanziale. Con lo stesso decreto si è provveduto alla ridefinizione della dotazione e di una omogenea distribuzione territoriale per provincia. In relazione a quanto sopra, i posti letto per provincia, tenuto conto delle relative possibilità di implementazione nel sistema pubblico e ferma restando l’esigenza di prevederne comunque la presenza, si programma la seguente distribuzione . Cod. 75 Macro-area Pubblico AV-BN Cod. 28 Privato Totale 30 30 Pubblico CE 10 10 20 10 NA 16 49 65 10 SA 10 15 25 10 TOTALE 36 104 140 30 Privato Totale 15 15 10 15 25 10 30 60 43 REGIONE CAMPANIA Nella macro-area Avellino-Benevento i posti letto sono in dotazione dell’IRCCS Maugeri (15 cod. 75 e 15 cod. 28) in provincia di Benevento e della fondazione Don Gnocchi operante nel presidio di S. Angelo dei Lombardi in provincia di Avellino. Nella provincia di Caserta sono programmati nella A.O.R.N. S. Anna e S. Sebastiano DEA di II° livello (10 cod. 28 e 10 cod. 75), mentre gli altri 10 letti potranno essere assegnati all’unica struttura privata mediante riconversione di p.letto di riabilitazione intensiva cod. 56. Nella provincia di Napoli 26 letti (16 cod. 75 e 10 cod. 28) sono già programmati nel realizzando Ospedale del Mare DEA di II° livello, mentre gli altri 64 (15 cod. 28 e 49 cod. 75) potranno essere assegnati alla CdCS.Maria del Pozzo, se confermata in accreditamento nella ASL NA3, ead altra struttura privata mediante riconversione di posti letto di riabilitazione intensiva cod. 56 nella ASL NA1. Nella provincia di Salerno erano già programmati 6 posti letto cod. 75 nell’A.O.U. Ruggi d’Aragona che vengono portati a 10 per garantire volumi di attività sufficienti in abbinamento a quelli cod. 56, mentre i rimanenti 15 posti potranno essere assegnati all’unica struttura privata mediante riconversione di posti letto di riabilitazione intensiva cod. 56. Alla A.O.U. di Salerno sono, altresì, assegnati 10 p.l. cod. 28 essendo destinata al ruolo di C.T.S. L’A.O. SantobonoPausillipon nella quale è programmata l’attivazione di p.letto di Riabilitazione intensiva produrrà un progetto sulla base di evidenze, circa la necessità di specializzare alcuni posti per il trattamento di cerebrolesioni in età pediatrica (cod. 75), per un massimo di 8 posti letto integrativi di quelli di cui al DC 77/2013. La lungodegenza post-acuzie Il fabbisogno di lungodegenza da regolamento è pari a 0,17 posti letto per 1.000 abitanti, pari a 997 p. letto. Residua un consistente numero di posti letto da programmare nelle strutture pubbliche di cui 54 già attivi, ed assegnare una parte residua per finalità di riconversione di p. letto per acuti. L’attività di lungodegenza ospedaliera post-acuzie è stata oggetto di apposite linee guida di cui al Decreto Commissariale n. 17/2012 a cui si fa rinvio. 44 REGIONE CAMPANIA La constatazione del perdurare del sovraffollamento dei pronto soccorso, anche per patologie non acute, sovente per ricoveri ripetuti, e lo scarso tasso di utilizzo dei posti letto di lungodegenza rende opportuna una rivisitazione delle linee guida ipotizzando accessi non necessariamente a seguito diretta dimissione dal ricovero per acuzia. Anche per quanto riguarda la lungodegenza post-acuzie si pone il problema del rafforzamento dell’offerta pubblica, mediante un duplice livello di iniziative. La prima attiene al completamento del percorso di riconversione delle strutture ospedaliere prive dei requisiti del presidio di base nella rete di emergenza urgenza, la seconda deve realizzare l’obiettivo di completare il percorso assistenziale negli ospedali per acuti, al fine di migliorare il turn over dei relativi posti letto. Anche per la lungodegenza, a fronte di uno standard di 997 posti letto ne vengono assegnati 803 riservando l’ulteriore assegnazione alle riconversioni. 45 REGIONE CAMPANIA 3.4 I servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) Il Decreto Commissariale n. 49 del 2010 aveva posto in evidenza la drammaticità dei ricoveri nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), specie in regime di TSO, in un contesto di urgenza/emergenza psichiatrica, per la storia personale dell’individuo che è limitato nell’autodeterminazione e sottoposto all’obbligo di un problematico ricovero che deve essere espletato nel minor tempo possibile e tendenzialmente nel presidio ospedaliero di riferimento. In presenza di una rete dei posti letto del tutto inadeguata, che genera una notevole mobilità tra le ASL, con episodi di indisponibilità dei posti letto, soprattutto in determinati periodi dell’anno, veniva anche evidenziata una notevole variabilità. Il Decreto Commissariale n. 49 ha, pertanto, avviato un percorso tendente a migliorare l’offerta portando i posti letto, che nel 2008 erano in numero di 151, ad una configurazione di seguito riportata. Provincia AV BN CE NA SA TOTALE Presidio Ospedaliero PO Landolfi (Solofra) PO Ariano Irpino Rummo (BN) San Sebastiano (CE) PO San Rocco (Sessa Aurunca) PO Moscati (Aversa) Osp. Monaldi (NA) San Gennaro (NA) San G. Bosco (NA) Osp. Del Mare (NA) S.M. delle Grazie (Pozzuoli) S.G. di Dio (Frattamaggiore) S.Giuliano (Giugliano) S.M. della Pietà (Nola) PO Boscotrecase Ruggi D'Aragona (SA) PO Umberto I (Nocera) PO L.Curto (Polla) PO San Luca (Vallo della Lucania) PL program m ati per PO 16 16 16 16 10 10 8 15 12 8 15 8 10 16 16 10 16 8 8 234 PL program m ati per provincia Pop. Residente PL program am ti/pop. Res. * 10.000 ab. 32 439.565 0,73 16 288.726 0,55 36 904.197 0,40 108 3.074.375 0,35 42 1.106.099 0,38 234 5.812.962 0,40 Il Decreto prevedeva che per la funzionalità degli SPDC allocati nelle aziende ospedaliere fossero stipulati dei protocolli di intesa tra la AO e la ASL nel cui territorio questa insiste al fine di definire: ■ la delimitazione del bacino di utenza dei posti letto al territorio in cui la AO insiste; ■ l’attribuzione del personale collocato nella AO al Dipartimento di salute mentale dell’ASL; 46 REGIONE CAMPANIA ■ l’imputazione delle dotazioni strutturali e di supporto logistico amministrativo alla AO in cui il SPDC è allocato; ■ l’utilizzo, da parte della AO di prestazioni consulenzialispecialstiche, offerte dagli operatori assegnati al SPDC. Alla fine del 2013, come da HSP 2013, risultano funzionanti nelle strutture pubbliche n. 196 posti letto così distinti. Provincia AV BN CE NA SA Azienda / Presidio Ospedaliero PL HSP 2013 PO Landolfi (Solofra) Ospedale S.Angelo dei Lombardi Rummo (BN) San Sebastiano (CE) PO San Rocco (Sessa Aurunca) PO Moscati (Aversa) San G. Bosco (NA) San Gennaro (NA) S.G. di Dio (Frattamaggiore) S.Giuliano (Giugliano) S.M. delle Grazie (Pozzuoli) Ospedali riuniti golfo vesuviano (Maresca) AO Dei Colli - Monaldi AO Dei Colli - Cotugno SUN SUN Federico II Ruggi D'Aragona (SA) PO Umberto I (Nocera) P.O. S.Francesco D'Assisi (Oliveto Citra) PO L.Curto (Polla) TOTALE 16 2 12 10 10 9 10 10 6 6 15 16 8 4 6 12 12 8 12 4 8 196 Tale risposta allo specifico bisogno risulta ancora non sufficiente per cui, con la rimodulata programmazione, implementando le strutture non ancora attivate, elevando almeno allo standard minimo i posti letto per unità e integrando altre unità. Il settore necessita, pertanto, di un intervento di revisione/razionalizzazione considerando lo standard ottimale dei posti letto previsto e che la relativa attività non può prescindere dalla riflessione in corso circa le case di cura neuropsichiatriche che, ad oggi, stanno ancora operando nell’ambito ospedaliero e che, come sarà evidenziato nel capitolo seguente, hanno in corso un procedimento di riconversione in attività territoriali di tipo psichiatrico ed altre attività post-acuzie non psichiatriche. 47 REGIONE CAMPANIA I p. letto programmati col presente piano diventano 390 con evidente possibilità di idonea risposta alla domanda. Rinviando alla successiva trattazione del tema delle case di cura neuropsichiatriche, in questa sede va richiamata l’attenzione sull’esigenza della continuità assistenziale nel settore sia in termini di presa in carico nel territorio, sia in termini di continuità dopo la fase acuta. 48 REGIONE CAMPANIA 3.5 La riconversione delle Case di Cura neuropsichiatriche Il Decreto Commissariale n. 49 del 2010 aveva programmato la riconversione delle Case di Cura neuropsichiatriche provvisoriamente accreditate che, nel 2008, rappresentavano un’offerta di posti letto pari a 1,5 posti letto per 10.000 abitanti. Trattasi di strutture che erogano prevalentemente prestazioni di tipo psichiatrico o neuropsichiatrico codificate, nel sistema informativo sanitario come prestazioni ospedaliere per acuti. Era evidente che, nella maggior parte dei casi, un’ alta dotazione di posti letto nelle singole strutture, determina un’elevata concentrazione di degenti con disturbi psichici in una stessa struttura, riproponendo modelli aboliti espressamente dalla normativa vigente. Per garantire la risposta al bisogno attraverso i S.P.D.C., il Decreto Commissariale n. 49 del 2010 prospettò detta riconversione, secondo criteri che tenessero conto del contesto e della conseguente necessità di un approccio di cura più appropriato, attribuendo a dette strutture uno specifico ruolo assistenziale, esclusivamente di tipo post acuto. A tal fine fu programmato di allocare: ■ 300 posti in strutture residenziali psichiatriche terapeutico riabilitative nella fase intensiva,; ■ 300 posti in strutture residenziali psichiatriche terapeutico riabilitative nella fase estensiva; ■ 100 posti in RSA per disabili con alta intensità assistenziale; ■ 100 posti in RSA per ultra-sessantacinquenni con alta intensità assistenziale. Il percorso, fino all’anno 2013 non si è perfezionato nonostante ripetuti richiami dei Ministeri affiancanti di procedere così come, peraltro, programmato sugli obiettivi dei programmi operativi 2013/2015. Nel frattempo è stata monitorata la dotazione di posti letto in provvisorio accreditamento nelle strutture interessate che è risultata essere di n. 881 anziché 800 come quantificato nel Decreto Commissariale n. 49 del 2010. 49 REGIONE CAMPANIA Il 2.07.2014, dopo una serie di confronti ed ipotesi di riorganizzazione, si è pervenuti, con le associazioni di categoria e le singole strutture, ad un accordo per la riconfigurazione delle stesse. L’accordo ha tenuto conto della grave carenza in Regione di posti letto di riabilitazione ospedaliera e lungodegenza post-acuzie (cod. 56 e 60 non psichiatriche), nonché della necessità di garantire una idonea risposta alla domanda di soggetti con problemi neuropsichiatrici da assicurare tramite S.I.R. Il quadro delle riconversioni è di seguito riportato: ASL AV CE NA1 NA3 SA TOTALE PL riconvertiti di cui PL ospedalieri * di cui PL territoriali 150 82 332 37 280 881 48 22 170 0 108 348 102 60 162 37 172 533 * Trattasi di posti letto ospedalieri di riabilitazione e lungodegenza post-acuzie non psichiatrici. L’offerta così come programmata evidenzia una riduzione di 348 posti letto al servizio di pazienti neuropsichiatrici in fase acuta non derivanti da TSO ed immediata sub-acuta. Necessita pertanto un intervento ulteriore per garantire idonea risposta al bisogno e continuità assistenziale. Una percentuale pari circa il 40% dei 533 p.l. riconvertiti in attività territoriali saranno qualificati come elevata attività intensiva assistenziale clinica e riabilitativa con la previsione di specifici requisiti di personale, per pazienti in diretto trasferimento da SPDC ovvero su disposizione del dipartimento di salute mentale per pazienti dimessi nei 30 gg. precedenti. 50 REGIONE CAMPANIA 3.6 Punti nascita e assistenza neonatale Con deliberazione della giunta regionale n.532 del 29.10.2011 la Regione Campania ha recepito l’accordo in conferenza unificata sul documento concernente le linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della quantità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. In tale accordo si è convenuto di procedere alla razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1.000 / anno. Nella Regione sono presenti ancora punti nascita che nell’anno hanno assicurato meno di 500 parti, dopo le numerose dismissioni già intervenute.Per tale settore di intervento viene programmato un percorso tendentea realizzare entro il 31.12.2015 una rete di offerta costituita da punti parto che assicurano almeno 1.000 parti / anno fatte salve specifiche deroghe. Considerato che le chiusure già intervenute e quelle programmate determineranno un migliore afflusso nelle restanti strutture, il percorso non potrà che avere un carattere graduale partendo, salvo le deroghe (zone difficilmente accessibili e isole), dal limite inferiore dei 500 parti. Per quanto riguarda, in particolare, le strutture private, attesi i requisiti per l’accreditamento, i punti parto che non raggiungono lo standard di 500 partisono statigià disaccreditaticon decorrenza dal 01.01.2015. Sono previste le seguenti deroghe: ■ nella Provincia di Avellino per il PO di Ariano Irpino, per il quale il numero dei parti presenta un andamento pressoché costante nel decennio (circa 350), si conferma il punto nascita in considerazione della particolare collocazione geografica del comune e della natura del territorio (altitudine pari a 800 metri e difficoltà di comunicazione; ■ per l’area della Provincia di Caserta, considerato che sono già intervenuti il trasferimento a Marcianise del punto parto di Maddaloni e la chiusura del punto parto della Casa di Cura Santa Maria della Salute, si prevede una deroga fino al 31.12.2015 per il PO di Piedimonte Matese (183 parti nel 2013), in considerazione della collocazione geografica del comune, della natura del territorio e del ruolo quale ospedale sede di pronto soccorso, nonché per il P.O. di Sessa Aurunca per la carenza di altre strutture nella vasta area di competenza. 51 REGIONE CAMPANIA Nell’area provinciale di Napolii punti nascita dei PP.OO. Loreto Mare (884 parti), S. Gennaro (457) e Incurabili (605), confluiranno nel realizzando “Ospedale del Mare” mentre quello del presidio S.Gennaroè stato soppresso dall’1.1.2015. Viene mantenuto il punto parto di Ischia per la caratteristica disagiata insulare. Per quanto riguarda l’ospedale Capilupi di Capri è necessaria una configurazione particolare che contempli il presidio di pronto soccorso di area particolarmente disagiata con 20 letti di medicina e, comunque, la presenza di ginecologi in guardia attiva o reperibilità per far fronte a situazioni particolari di non trasferibilità a causa di condizioni metereologiche con utilizzo, in caso di necessità, di posti letto dedicati in medicina. Per l’area della provincia di Salerno si prevede: ■ la deroga per il mantenimento fino al 31.12.2015 dei punti parto di Sapri e Vallo della Lucania, per le difficoltà di collegamento. Dopo il 2015 si dovrà valutare l’andamento del punto parto di Vallo della Lucania in funzione del ruolo di DEA di I° livello e della posizione geografica. In generale a chiusura del 2015 si dovrà valutare la redistribuzione della domanda in precedenza orientata verso i punti nascita soppressi ed aggiornare la programmazione in relazione al nuovo standard di 1.000 parti. Ad oggi, rispetto ai 68 punti nascita attivi al 31.12.2013 ne sono funzionanti 60 mentre altri 6 saranno accorpati nel corso dell’anno. Considerato che il trend è di circa 54.000 neonati anno (53.796 nel 2013) a fine 2015 la media per punto nascita è di oltre mille parti. Al tema dei punti nascita è strettamente collegato quello della Assistenza neonatale e connesso servizio di trasporto neonatale. Infatti la scarsa concentrazione dei punti nascita è causa di non compatibilità della presenza di neonatologie e terapie intensive neonatali nonché dell’eccesso di trasporti neonatali. In Campania sono attivi tre Servizi di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN) che connettono i punti nascita di primo livello con le Terapie Intensive Neonatali (TIN) della Regione lavorando in modo non uniforme. Nel settore occorre intervenire integrando il personale oggi carente per numero e molto 52 REGIONE CAMPANIA spesso precario e avviando programmi di adeguamento delle dotazioni tecniche già esistenti (ambulanze, ventilatori) o per l’acquisizione delle nuove tecnologie ormai disponibili (ipotermia, ossido nitrico). Anche le TIN sono numerose e sottodimensionate. La concentrazione dei punti nascita e delle unità neonatali e di terapia intensiva contribuirà efficacemente a contrastare la morbilità e mortalità neonatale. A tal fine col presente piano vengono ridotti i punti di accesso per neonatologia e T.I.N. ma aumentati i posti letto. 53 REGIONE CAMPANIA 3.7 L’offerta privata Al fine di qualificare la partecipazione del settore privato alla rete ospedaliera e, per quanto necessario, nello specifico, alle reti di specialità, è previsto che alcune strutture, sussistendone le condizioni, sono confermate nella rete emergenza urgenza o inserite nelle reti di specialità. Il Decreto Commissariale n. 49/2010 non aveva contemplato nelle reti di specialità il settore privato, fatta salva la presenza di due strutture dotate di pronto soccorso, pur in presenza di condizioni per una possibile integrazione, rinviando questa al percorso di accreditamento istituzionale. Tale percorso è ormai completato e dallo stesso emergono situazioni di eccedenza di dotazioni rispetto al fabbisogno contemplato nel Decreto Commissariale n.49/2010, eccedenze compensate da carenze sterilizzate all’interno della nuova programmazione espressacon il presente piano sulla base degli standard fissati dal regolamento. Secondo quanto già anticipato, in una prima fase, il fabbisogno viene considerato soddisfatto dall’insieme dell’offerta pubblico-privato procedendosi: ■ alla soppressione delle discipline nelle strutture pubbliche non compatibili con i bacini di utenza e volumi nonchè lo standard di strutture complesse e semplici; ■ alle necessarie integrazioni, nelle medesime strutture, di discipline ai fini dell’inserimento nelle reti di specialità; ■ alla riclassificazione delle strutture pubbliche secondo i tre livelli di complessità e le deroghe previste dal regolamento per le aree disagiate, a cui si aggiungono le strutture non pubbliche integrate nelle reti; ■ alla previsione delle riconversioni di attività che risulteranno eccedenti nel settore privato in attività carenti. La situazione dei posti letto, a seguito del percorso di accreditamento, risulta essere la seguente: 54 REGIONE CAMPANIA ASL AV BN CE NA1 NA2 NA3 SA TOTALE PL accreditati Case di Cura 489 345 1.145 1.049 399 1.114 952 5.493 IRCCS Maugeri 180 Ospedali Religiosi 211 359 115 180 685 Per la CdC Pineta Grande dell'ASL CE i PL accreditati allo stato attuale sono 150, la nuova programmazione prevede 249 PL a seguito del processo di accorpamento descritto nell'apposito capitolo. Per quanto riguarda la provincia di Avellino, all’interno dell’area delle provincie di Avellino e Benevento, è riportata la Casa di Cura Malzoni per la quale il procedimento ètuttora in corso. Nella provincia di Caserta sono già riportate 3 case di cura per le quali è in atto un contenzioso con la ASL circa la individuazione delle discipline accreditabili all’interno del numero complessivo di posti letto non contestato. Le case di curavengono, prudenzialmente, comunque riportate secondo la configurazione operativa valutata positivamente dalla commissione di verifica dei requisiti ai fini dell’accreditamento definitivo. Fermo restando il numero dei posti letto complessivi, rientranti nello standard programmato, la configurazione riportata per singola casa di cura come da accreditamento non costituisce dato di programmazione regionale ma la articolazione consentita fino al 30 settembre 2016, data entro la quale si dovrà procedere a riconversioni o aggregazioni all’esito delle quali le dotazioni dovranno confluire entro i limiti e range programmati, salvo particolari situazioni territoriali ed epidemiologiche ovvero compatibili compensazioni fra territori. Tema fondamentale da affrontare nei rapporti con il settore privato della case di cura è infattiquello dei limiti previsti per l’accreditabilità ed i contratti in relazione al requisito dimensionale e delle discipline specialistiche, come già in precedenza riportato, secondo le previsioni del regolamento. In particolare la questione riguarda le strutture con meno di 60 posti letto e quelle con meno di 40 posti letto se non mono-specialistiche. Per queste ultime alla Regione è demandata la valutazione 55 REGIONE CAMPANIA circa la complementarietà delle discipline presenti che non alterano la configurazione della struttura come mono-specialistica. Conformemente a quanto stabilito dal Regolamento per tali strutture sono previsti processi di riconversione e/o di fusione attraverso la costituzione di un unico soggetto giuridico, al fine di favorire l’efficientamento della rete ospedaliera. In tali processi va comunque tenuto conto dell’eccesso di offerta di alcune discipline per cui deve ritenersi prioritario l’accorpamento con riconversioni in discipline carenti. Per le strutture con meno di 40 posti letto l’eventuale percorso di riconversione in discipline monospecialistiche o in attività territoriali dovrà avviarsi subito per essere concluso entro il 30.06.2015, atteso che dal 01.07.2015 non è più consentita la sottoscrizione dei contratti, fatte salve modifiche cronologiche in sede di adozione del DM di recepimento del regolamento. Per quelle da 40 a 60 posti letto il termine per l’accorpamento è previsto al 30.09.2016. Qualora la struttura intenda optare per riconversione in mono-specialistica e/o attività post-acuzie è possibile ed opportuno avviare il percorso dopo l’adozione del presente provvedimento. Va, infine, tenuto presente che nel complessol’area delle provincie di Avellino e Benevento è caratterizzata da un eccesso di offerta per cui le iniziative da assumere devono tendere ad un avvicinamento allo standard mentre va potenziata la dotazione di Caserta. In tale ottica una prima positiva iniziativa è realizzabile accogliendo la proposta di una società (la Nuova Domiziana Spa) che gestisce 4 case di cura, di cui una in provincia di Avellino (Villa Esther) e una in provincia di Napoli (Villa Bianca), dotate rispettivamente di 54 e 49 posti letto, che cessano la loro attività. Questa viene concentrata nelle altre due strutture che operano nella provincia di Caserta. In tale contesto, interviene una rimodulazione, a parità di posti letto, che riduce anche diversi posti letto delle discipline eccedenti. Detta ipotesi, seppure già recepita nel presente piano e riportata nelle tabelle, può ritenersi operativa solo dopo validazione del presente documento e recepimento con apposito decreto. 56 REGIONE CAMPANIA All’interno di questo percorso, da concludere entro il 30.09.2016, si procederà anche alla introduzione del criterio di valutazione delle soglie minime di volumi ed esiti previsti dal regolamento ai fini delle riconversioni e della conferma dell’accreditamento ovvero, qualora dovessero sussistere le condizioni di carenze di offerta, ai fini dei nuovi accreditamenti nell’ottica del perseguimento degli obiettivi di qualità, efficacia e appropriatezza. Va tenuto presente, in proposito, che, in attuazione delle disposizioni normative regionali si è proceduto all’accreditamento delle case di cura private anche in eccesso rispetto al fabbisogno definito dal Decreto Commissariale n. 49/2010, eccesso che nella prima fase viene parzialmente compensato con il riordino del sistema pubblico e, nell’arco temporale contemplato, riassorbito. In sintesi si programma una seconda fase che dovrà tenere in considerazione la residua eventuale offerta in eccesso, tenendo conto dei volumi ed esiti accettabili, ai fini dell’applicazione dell’art. 8 quater, c. 8 del DLgs n. 502/92 e s.m. e i. 57 REGIONE CAMPANIA 3.8Aziende ospedaliero-universitarie Secondo le previsioni del D.Lgs. 517/99, l’attività assistenziale necessaria per lo svolgimento dei compiti istituzionali delle Università è determinata nel quadro della programmazione regionale secondo specifici protocolli d’intesa tra Regione e Università, in modo da assicurare la funzionalità e la coerenza con le esigenze della didattica e della ricerca. Resta fermo che le attività assistenziali delle aziende ospedaliero-universitarie, fatte salve le esigenze di carattere didattico e di ricerca, devono, comunque, uniformarsi ai criteri e ai parametri di appropriatezza che hanno ispirato la complessa riorganizzazione della rete ospedaliera, anche assicurando la coerenza con lo standard previsto per le strutture complesse e semplici, e dovranno integrarsi nelle grandi reti, in primo luogo quelle per patologie tempo-dipendenti. Nella Regione Campania sono previste tre aziende ospedaliero-universitarie e precisamente l’A.O.U. Federico II di Napoli e la Seconda Università di Napoli (SUN), derivanti da due ex policlinici a gestione diretta, e l’A.O.U. Ruggi d’Aragona di Salerno di recente costituzione per la presenza del triennio clinico della locale facoltà di medicina e chirurgia secondo le indicazioni di cui al DLgs 517/99. Per le due aziende presenti a Napoli è in itinere un percorso per il rinnovo dei protocolli d’intesa Università–Regione, che devono ridefinire le dotazioni di strutture compatibili con i vincoli del Regolamento e le esigenze della didattica e ricerca delle università da assicurare attraverso la funzione assistenziale, nonché le esigenze del sistema emergenza urgenza. Nella presente riconfigurazione della rete ospedaliera sono riportate, di norma, le dotazioni di cui all’ultimo protocollo sottoscritto con alcuni ineludibili adattamenti resi necessari dai nuovi indirizzi e standard organizzativi. Considerato che un quantum di posti letto previsto dallo standard non viene assegnato alle strutture sarà possibile, in sede di stipula dei nuovi protocolli, procedere ad eventuali integrazioni. Per quanto riguarda l’A.O.U. Ruggi di Salerno il protocollo d’intesa ha rinviato la precisa configurazione all’atto aziendale, in via di approvazione e di cui si tiene già conto nel presente riordino. Per quanto riguarda l’A.O.U. S.U.N. si è già chiarito l’attuale modello organizzativo incentrato in parte su clinicizzazione di altre strutture nell’attesa della disponibilità di idonea struttura in via di edificazione a Caserta. 58 REGIONE CAMPANIA 59 REGIONE CAMPANIA 4. Effetti della riorganizzazione della rete Premessa Il regolamento prevede un bacino di utenza di 80/150.000 abitanti per la presenza di un presidio di base, 150/300.000 per un DEA di I° livello e 600/1.200.000 per un DEA di II° livello. Le indicazioni vanno interpretate nel senso che ognuno di tre livelli di complessità costituisce, comunque, un punto di accesso alla rete e soddisfa la risposta al bacino. In tal senso i DEA assorbono anche le funzioni del pronto soccorso. Complessivamente nella Regione Campania, in relazione alla popolazione, sono prevedibili da un minimo di 5 ad un massimo di 9 DEA di II° livello, da 20 a 39 DEA di I° livello e, comunque, fino ad un massimo di 73 punti di accesso alla rete, comprensivi dei tre livelli. Nella fase iniziale, al fine di evitare riflessi negativi del riordino, i 5 DEA di II° livello insistenti in numero di uno in ciascuna provincia,corrispondenti a 5 Aziende ospedaliere di cui una, quella di Salerno A.O. universitaria, vengono confermati sia per sopperire alle carenze delle zone confinanti con l’area della provincia di Napoli (NA2 e NA3) che alle criticità geografiche delle province di Avellino e Benevento. A questi si aggiungerà nell’area della provincia di Napoli successivamente l’ospedale del Mare, una volta completato, che insieme al Cardarelli dovranno servire l’intera provincia con oltre tre milioni di abitanti. Allo stato, quindi, complessivamente solo 5 DEA di II° livello, numero che rappresenta il minimo previsto dal regolamento. Anche per i DEA di I° livello sussistono criticità nel senso che, con opportuni interventi, è possibile configurare non più di 9 presidi, peraltro per alcunicon necessarie implementazioni, quindi anche per questi il numero minimo indispensabile. I presidi di base sede di pronto soccorso, sono in numero di 32. 60 REGIONE CAMPANIA Complessivamente i punti di accesso alla rete sono 46 e si attestano mediamente in numero di uno ogni 127.608 abitanti. La identificazione del ruolo, all’interno della rete emergenza-urgenza, dei singoli presidi è avvenuta sulla base delle considerazioni riportate nel capitolo che segue, contenente il dettaglio degli effetti della riorganizzazione della rete per singole aree o macro-aree provinciali. L’analisi dell’attuale offerta e l’elaborazione dell’ipotesi di riprogrammazione sulla base dell’offerta esistente e di quanto realizzabile entro un triennio non consente di articolare una rete che sia pienamente soddisfacente a dare risposta alla domanda. In particolare si deve rilevare una notevole carenza nelle aree a sud e a nord di quella metropolitana. Le ASL NA2 e NA3 hanno standard di posti letto molto bassi e assolutamente insufficienti. La loro implementazione deve necessariamente essere oggetto di una programmazione di medio lungo periodo che contempli: a) ASL NA3 1) un potenziamento dell’offerta all’esterno della zona rossa vesuviana mediante valorizzazione dei due presidi di Castellamare e Nola programmando interventi edilizi di ampliamento e/o nuova edificazione;fermo restando la necessità di meglio organizzare e ristrutturare le strutture esistenti nell’area interessata. 2) realizzazione dell’ospedale della penisola sorrentina, ipotesi già prospettata e apprezzata dalle comunità locali. b) ASL NA2 1) interventi strutturali sul presidio di Pozzuoli e avvio di un percorso per la realizzazione di una nuova struttura che integri le offerte carenti nell’area interna della ASL; 2) velocizzazione della realizzazione del pronto soccorso dell’ospedale S. Maria della Pietà di Casoria; 61 REGIONE CAMPANIA 3) collegamenti funzionali interaziendali con la confinante zona nord rientrante nella provincia di Caserta, dove si prospetta la valorizzazione dell’ospedale di Aversa e della Casa di Cura Pineta Grande. Detti interventi devono consentire di drenare il flusso che dalla ASL NA2 si riversa sulle strutture insistenti nella città di Napoli, che, oggi, evidenziano gravi sofferenze nei periodi di maggior accesso, in particolare quelli invernali. Nella provincia di Caserta, come sarà più avanti evidenziato, il presente piano contempla un primo fondamentale passo verso la realizzazione di un’offerta in linea con gli standard. Il completamento del processo avverrà con la realizzazione del nuovo policlinico a Caserta che ospiterà le attività assistenziali della Seconda Università di Napoli. Nell’Area interessata di presidi di Maddaloni, Marcianise e S. Maria Capua Vetere va comunque valutata la prospettiva di realizzazione di una unica nuova struttura moderna e tecnologicamente avanzata integrata nell’azienda ospedaliera di Caserta. Nella provincia di Salerno resta valida l’ipotesi di realizzazione di un ospedale unico nella Valle del Sele. Passando ad una analisi della articolazione delle discipline per bacini di utenza, l’esame dell’esistente da flussi HSP evidenzia eccessi e carenze di offerta nonché proliferazione di piccole unità operative. Col presente piano sono contemplate due fasi. La prima consistente nella riarticolazione del settore pubblico e alcuni interventi in quello privato, allo stato già programmabili. Tali interventi già consentono un notevole avvicinamento agli standard per bacini di utenza. La seconda nella riformulazione delle dotazioni dei policlinici, necessariamente di intesa con le università, nonché nel processo di riconversione delle case di cura private come meglio specificato nell’apposito capitoloche potrà consentire di sterilizzare le ulteriori eccedenze. 62 REGIONE CAMPANIA Va sottolineato, comunque, che non potendosi nel breve periodo rivoluzionare radicalmente il sistema, potranno residuare eccessi, seppure non rilevanti in alcune aree compensati da carenze nelle aree confinanti, ovvero di discipline in relazione a specifiche caratteristiche epidemiologiche o a obiettivi di contrasto della mobilità. Nelle allegate tabelle sono riportate le situazioni risultanti alla data del 31.12.2013, come da flussi informativi HSP, le previsioni della precedente programmazione come da DC 49/2010 e l’attuale programmazione nel rispetto del regolamento, messi a confronto anche con la quantificazione dei posti letto derivanti dalla domanda così come rilevata dai ricoveri del 2013 utilizzando un tasso di utilizzo dell’80%. E’ da evidenziare che i posti letto per acuti programmati per alcune discipline sono inferiori rispetto a quelli risultanti dalla domanda per il necessario contrasto all’inappropriatezza e in particolare per lo spostamento di attività dai ricoveri di giorno ad attività ambulatoriale. Per quanto riguarda i posti letto per post-acuti, questi vengono implementati in presenza di un bisogno non espresso e/o non soddisfatto per storica cronica carenza nella regione Campania a cui non si è fatto fronte neanche con il precedente piano ospedaliero risultando operativi, a fine 2013 circa il 60% dei posti letto risultanti dallo standard. Tanto precisato e tenuto conto dell’articolazione delle reti di specialità tempo dipendenti individuate nel regolamento o collegate alla rete emergenza-urgenza, di seguito si riportano gli effetti del presente riordino nelle singole aree. 63 REGIONE CAMPANIA 4.1Area delle provincie di Avellino e Benevento La provincia di Avellino ha una popolazione pari a 430.214 abitanti e quella di Benevento pari a 283.763. Data la contiguità dei territori sia ai fini della individuazione degli standard che della partecipazione alle reti, le due ASL vengono considerate come un’unica macro-area con un totale di 713.977 abitanti. Come anticipato, per l’estensione territoriale, la difficile viabilità e gli scarsi collegamenti, nella prima fase, viene mantenuto il ruolo già affidato col DC 49/2010 dei due DEA all’interno di un unico Dipartimento Integrato dell’Emergenza (DIE) con unificazione delle centrali operative. La dotazione di posti letto programmati, distinti per disciplina, come riportata nelle apposite tabelle, è pari a 2.662 posti letto (3,73 per mille abitanti) a fronte di uno standard di 2.504 posti letto e di un fabbisogno tarato sulla domanda di ricovero quantificabili in 2.794 posti letto per effetto della mobilità attiva infra-regionale. La programmazione di un numero di posti letto intermedio tra lo standard e la domanda tiene conto del tasso tendenziale di utilizzo vero il 90% , del riequilibrio territoriale dell’offerta, della presenza di due centri di riabilitazione comprensivi di alta specialità (IRCCS Maugeri e Don Gnocchi). In ogni caso i posti letto programmati si riducono necessariamente rispetto a quelli risultanti dai flussi HSP. Il bacino di utenza di più di 700.000 abitanti rende compatibile la presenza di un numero di presidi, nella rete di emergenza urgenza, da 5 a 8. All’esito del percorso di riorganizzazione nella macro-area sono previsti n. 7 punti di accesso pari ad uno ogni 102.000 abitanti circa. ■ un DEA nell’AO Rummo di Benevento che funge anche da centro traumi di zona, hub di I° livello nella rete cardiologica e hub nella rete ICTUS; ■ un DEA nell’AO Moscati di Avellino che funge anche da centro traumi di zona, hubdi II° livello nella rete cardiologica, hub nella rete ICTUS. 64 REGIONE CAMPANIA ■ 5 pronto soccorso allocati in provincia di Avellino negli ospedali Landolfi di Solofra, Ariano Irpino e S. Angelo dei Lombardi, quest’ultimo perché insistente in area disagiata con difficoltà di comunicazione eFateBenefratelli di Benevento e S. Alfonso Maria dei Liguori di S. Agata dei Goti in provincia di Benevento. Non vi sono altri ospedali candidabili nella rete dell’emergenza urgenza. In ogni caso, in relazione alla configurazione delineata, possono ritenersi sufficienti i sei punti di riferimento della rete. Il presidio ospedaliero di S. Angelo dei Lombardi (AV) viene confermato anche come struttura di Riabilitazione. All’interno del presidio opera la fondazione Don Gnocchi che gestisce l’attività di riabilitazione intensiva anche con destinazione di 15 letti all’alta specialità neuro-riabilitativa. In assenza del bacino di utenza minimo per la conferma del presidio di base e attesa la posizione geografica si giustifica la necessità di deroga, come previsto dal regolamento per le areedisagiate. La struttura privata Montevergine di Avellino dotata di cardiochirurgia e cardiologia interventistica è inserita come hub di I° livello nella rete cardiologica. Il P.O. di Ariano Irpino è confermato quale hub di I° livello nella rete cardiologica e spoke nella rete ICTUS. Il punto nascita viene confermato per la posizione geografica (800 m di altitudine), anche in deroga ai limiti tendenziali. L’Ospedale Classificato Fatebenefratelli di Benevento è individuato quale centro spoke nella rete cardiologica. Le strutture S. Maria delle Grazie di Cerreto Sannita, San Giovanni di Dio di Sant’Agata dei Goti e di San Bartolomeo in Galdo, originariamente destinate ad attività ospedaliera, sono confermate quali strutture territoriali polifunzionali per la salute. L’IRCCS di diritto privato “Fondazione Salvatore Maugeri”, operante in Telese (BN), è confermato quale struttura di riabilitazione, anche di alta specializzazione per il trattamento delle gravi cerebrolesioni e mielolesioni. 65 REGIONE CAMPANIA Lo stabilimento di Bisaccia, già convertito in struttura territoriale, viene integrato con la presenza di letti di ospedale di comunità a gestione dei medici di medicina generale e infermieristica, secondo le indicazioni del regolamento, di uno o più moduli di RSA, un Hospice e attività ambulatoriale chirurgica. Complessivamente si è detto, la macro-area Avellino-Benevento presentava un eccesso di offerta rispetto al fabbisogno che viene riadeguato. In particolare la programmazione prevede uno standard di 0,79 posti letto per mille abitanti per post-acuti che non è patologico in quanto, sia nella provincia di Avellino (S. Angelo dei Lombardi) che in quella di Benevento (Maugeri Telese), insistono centri di riabilitazione intensiva e di alta specialità neuroriabilitativa e per mielolesioni a valenza regionale al servizio dell’intera regione. Per quanto riguarda i punti di accesso e i posti letto per disciplina emergono eccessi in alcune discipline quali la chirurgia generale, l’ostetricia e ginecologia, la cardiologia, l’oncologia e la pneumologia. Tali eccessi sono in gran parte sterilizzati col percorso delle strutture private con la prospettata chiusura della Casa di Cura Villa Esther e il suo accorpamento alla Casa di Cura Pineta Grande in zona carente della provincia di Caserta. Con la realizzazione di detto percorso saranno affrontate altre eventuali situazioni di eccesso salvo piccole osmosi di discipline, laddove compatibili, nel rispetto dello standard. 66 REGIONE CAMPANIA 4.2Area della provincia di Caserta Come già evidenziato nel Decreto Commissariale n.49/2010, l’area della provincia di Caserta ha la più bassa dotazione di posti letto per mille abitanti nella regione, con presenza di elevati fenomeni di mobilità. La rete ospedaliera dell’area della provincia di Caserta, pertanto, è destinataria di una integrazione di discipline con incremento di posti letto in quanto tale territorio è stato da sempre caratterizzato da un basso indice di posti letto pubblici. Va tuttavia rilevata la circostanza che sono in corso i lavori per la realizzazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria della Facoltà di Medicina della II Università di Napoli che sarà dotata di ca. 400/500 posti letto. Pertanto, la rimodulazione della rete provinciale si è sostanziata in una riqualificazione e riorganizzazione dell’offerta esistente che interessa i presidi ospedalieri della ASL, considerando non brevi i tempi di realizzazione dell’AOU. L’area della provincia di Caserta conta 923.113 abitanti con un bacino di utenza che giustifica la presenza di quasi tutte le discipline, fatta eccezione di quelle a bassissima diffusione per le quali è previsto un bacino di oltre un milione di abitanti. I posti letto programmati sono 2.852 pari a 3,09 per mille abitanti a fronte di una attuale presenza di 2.333 posti letto, pari a 2,53 posti letto per mille abitanti,con un incremento di 519 posti letto, con conseguente notevole avvicinamento allo standard previsto pari a 3.237, attesa anche la futura implementazione di ulteriori posti letto destinati al nuovo policlinico. Il bacino giustificherebbe la presenza da 6 a 11 presidi con pronto soccorso, di cui 1 DEA di II° livello e da 3 a 6 DEA di I° livello all’interno della rete di emergenza e, comunque, non meno di 6 punti di accesso al sistema. La programmazione prevede: Un DEA di II° livello è individuato nell’A.O. di Caserta, ed uno di I° livello nel P.O. di Aversa, con i dovuti adeguamenti per quest’ultimo, mentre i presidi ospedalieri di Marcianise, Maddaloni, di 67 REGIONE CAMPANIA Sessa Aurunca, di S. Maria Capua Vetere ePiedimonte Matese sono sedi di Pronto Soccorso a cui si aggiunge la struttura privata Pineta Grande di CastelVolturno. Quest’ultima elevata a DEA di I° livello, previo adeguamento dei requisiti. Per la struttura ospedaliera di Maddaloni, funzionalmente accorpata ex DC 49/2010 al presidio di Marcianise sede di pronto soccorso, per la quale si prevedono attività complementari, si procederà a valutazione della fattibilità e utilità di accorpamento all’Azienda Ospedaliera di Caserta presso la quale, nelle more della realizzazione del nuovo policlinico, potranno essere avviate attività assistenziali della Seconda Università di Napoli, da prevedersi nel nuovo protocollo di intesa. Complessivamente 6 punti di accesso alla rete emergenza-urgenza corrispondenti al minimo compatibile con lo standard. L’A.O. S.Sebastiano di Caserta, DEA di II° livello, è hub nella rete ictus e hub di II° livello nella rete cardiologica, nonché sede di centro traumi di alta specialità nella rete traumatologica che serve anche l’area Avellino-Benevento e nord della provincia di Napoli. Il presidio di Aversa, dopo l’attivazione della neurologia, è inserito nella rete ICTUS come spoke, mentre accede al ruolo di hub di I° livello nella rete cardiologica previa attivazione dell’emodinamica e funge da pronto soccorso per traumi (PST). La struttura privata S. Michele di Maddaloni, dotata di emodinamica, è integrata nella rete cardiologica come hub di I° livello. La Casa di Cura Pineta Grande è inserita come hub di I° livello nella rete cardiologica, spoke nella rete ICTUS e Pronto Soccorso per traumi (PST) nella rete traumatologica. La stessa Casa di Cura può essere riqualificata come DEA di I° livello con modici adeguamenti ai requisiti anche utilizzando l’opportunità del programmato accorpamento di due case di cura dotate di meno di 60 posti letto come già previsto. I presidi di Piedimonte Matese, Sessa Aurunca e S. Maria Capua Vetere, sede di pronto soccorso, sono individuati quali centrispoke per la rete cardiologica. 68 REGIONE CAMPANIA Il presidio ospedaliero di Teano è riconvertito in una struttura territoriale con cessazione di tutte le attività per acuti. La struttura ospedaliera di San Felice a Cancello è confermata quale struttura ospedaliera ad indirizzo riabilitativo e potrà ospitare la struttura polifunzionale per la salute con ospedale di comunità. Il presidio F. Palasciano di Capuacessa l’attività ospedaliera e confluisce nella struttura ospedaliera San Giuseppe e Melorio di Santa Maria Capua Vetere, e gli spazi resisi disponibili saranno destinati ad una struttura polifunzionale per la salute (SPS). Nel complesso nell’area della provincia di Caserta non si rilevano particolari situazioni di eccessi/carenze nel rispetto degli standard per discipline, in termini di punti di accesso e posti letto, facilmente superabili con la soppressione dei punti parto e le riconversioni delle case di cura private entro i termini previsti. La individuazione dei punti di accesso alla rete emergenza-urgenza è condizionata dalla carenza di offerta con la necessità della conferma di quelli esistenti con l’esigenza di implementazione dell’ortopedia nel P.O. di S. Maria Capua Vetere. 69 REGIONE CAMPANIA 4.3Area della provincia di Napoli La provincia dove insiste il capoluogo della regione con relativa area metropolitana, è riferimento per la allocazione delle discipline di alta specialità ed a bassissima diffusione, queste ultime con bacini di utenza oltre un milione di abitanti, che svolgono attività potenzialmente rivolta all’intero territorio regionale. Essa è anche l’attuale sede di due AA.OO.Universitarie e di tre aziende ospedaliere di rilievo nazionale. In totale insistono cinque aziende ospedaliere, nonché l’unico IRCCS pubblico. Le tre ASL, nelle quali è ripartita la provincia, hanno tutte una popolazione intorno al milione di abitanti, fortemente concentrata al punto che, di fatto, l’intera provincia, con 3.127.390 di cittadini può essere considerata un’unica macro-area. Nella complessiva area provinciale è giustificabile la presenza da 3 a 5 DEA di II° livello, da 11 a 20 DEA di I° livello e comunque da un minimo di 20 e fino a un massimo di 38 punti di accesso al pronto soccorso. Di fatto una programmazione di carattere biennale, o al massimo triennale, consente di individuare la dotazione minima di 20 punti di accesso alla rete emergenza-urgenza, che viene integrata dai ruoli affidati ad altri presidi nelle reti di specialità tempo dipendenti. Per quanto riguarda la complessiva dotazione di posti letto i flussi informativi danno atto dell’attuale presenza di 9.919 posti letto pari a 3,17 posti letto per mille abitanti che diventano 10.437 pari a 3,34 per mille abitanti, a fronte di uno standard di 10.967 posti letto pari a 3,51 posti letto per mille abitanti. Tale gap sarà affrontato con gli interventi riguardanti le aree delle ASL NA2 e NA3 caratterizzate da carenze strutturali. Si riporta, di seguito, la situazione in ciascuna delle tre ASL. ASL NAPOLI 1 CENTRO L’ASL Napoli 1 centro è l’ASL della città di Napoli, nella cui zona collinare sono concentrate le strutture di maggior livello di complessità. In particolare esistono nell’area le AA.OO. Cardarelli, l’A.O. dei Colli, costituita da tre presidi (Monaldi-Cotugno–CTO), le due AA.OO.UU., Federico II e Seconda Università di Napoli e IRCCS Pascale. 70 REGIONE CAMPANIA Le due aziende ospedaliero universitarie, l’azienda ospedaliera Santobono e l’Ospedale Cotugno oltre ad essere centro di riferimento a valenza regionale, integrano l’offerta per l’area della provincia di Napoli, così come l’intera Azienda Dei Colli e l’A.O.R.N. Cardarelli. L’A.O.R.N. Cardarelli ha sempre svolto il ruolo di ospedale di riferimento per l’emergenza, tanto da essere caratterizzato da periodi di iper-afflussi al pronto soccorso con eccessivo utilizzo di barelle e tempi di attesa. Pur in presenza delle suddette strutture si rilevano obiettive difficoltà nella provincia ed anche nella stessa area metropolitana nella risposta alle situazioni di emergenza urgenza per carenza di strutture intermedie dotate di idonei requisiti. Il presente documento, nel delineare la nuova rete ospedaliera, dovrà affrontare preliminarmente, come già detto, la criticità dell’emergenza. Le prospettive passano attraverso la conferma di alcune previsioni già ipotizzate con il Decreto Commissariale n. 49/2010,che non hanno trovato attivazione per criticità connesse ad esigenze di risorse per investimenti e carenze organiche a causa del contestuale blocco del turnover o mancata attivazione di modelli organizzativi. Così è avvenuto, ad esempio, con la previsione di potenziamento di alcuni presidi, che oggi, se realizzato, avrebbe loro consentito di svolgere il ruolo di DEA di I° livello e con la tempistica dell’attivazione dell’Ospedale del Mare. Considerato che detta attivazione è prevista per la seconda metà del 2015, la programmazione deve necessariamente contemplare due fasi: quella fino alla completa attivazione del nuovo ospedale e quella a regime dopo il suddetto avvio. In tale ottica, va fatta una separata valutazione del ruolo dei P.O. Ascalesi, S. Gennaro, Incurabili e Loreto Mare. Il DC 49/2010 prevedeva che il P.O. Loreto Mare assicurasse la funzione di pronto soccorso nella rete dell’emergenza, fino alla confluenza nel nuovo ospedale del Mare che fungerà da DEA di II° livello al servizio anche dell’area sud della provincia di Napoli (ASL Napoli 3 sud), carente di offerte di discipline di alta specialità. L’analisi delle suddette criticità nella rete di emergenza-urgenza impone due riflessioni: l’opportunità di un trasferimento parziale del P.O. Loreto Mare nell’Ospedale del Mare mantenendo la funzione di pronto soccorso e la velocizzazione del percorso di realizzazione del filtro mediante la rete territoriale. 71 REGIONE CAMPANIA Per quanto riguarda le altre strutture, considerata la popolazione della ASL, vanno individuati almeno due DEA di I° livello. Per caratteristiche, dotazioni e livelli di attività svolte i due DEA possono essere individuati nei P.O. San Paolo e S. Giovanni Bosco. Nessuno dei due assicura in pieno le dotazioni di discipline previste dal regolamento, per cui la loro configurazione viene opportunamente riformulata con l’auspicio che le deroghe o la cessazione del blocco del turnover consenta effettivamente tale riconfigurazione, cosa che non è avvenuta nel passato. Altro aspetto da prendere in considerazione è quello del ruolo delle AA.OO.UU. e della azienda ospedaliera dei Colli. La loro allocazione nella stessa area del DEA di II° livello Cardarelli, al momento non suggerisce una duplicazione di pronto soccorso, in un contesto di reale funzionamento delle reti di specialità, in particolare per patologie tempo dipendenti, operanti, comunque, H24. Pertanto tale valutazione può essere rivista una volta che il presente piano sarà a regime. Allo stato il loro inserimento nelle reti tempo dipendenti, come HUB, farà sì che per le emergenzeurgenze direttamente connesse alle attività dei centri HUB individuati nelle citate aziende, i pazienti non debbano più transitare per il pronto soccorso dell’AO Cardarelli ma saranno indirizzati, dalla centrale del 118 che va anche riorganizzata, direttamente ai detti HUB che assicureranno l’accettazione H24. Chiarito il modello organizzativo, la rete di emergenza dell’ASL Napoli 1 è configurata in maniera che i DEA di II° livello Cardarelli e Ospedale del Mare, siano di riferimento anche per i DEA di I° livello e per i Pronto Soccorso delle aree a nord e a sud della città di Napoli. Pertanto ferma restando la configurazione di macro-area dell’intera provincia la rete dell’ASL Napoli 1 si configura come segue: ■ DEA II° livello – A.O.R.N. Cardarelli, hub nella rete Ictus, CTZ nella rete trauma e hub di I° livello nella rete cardiologica; 72 REGIONE CAMPANIA ■ DEA I° livello –S.Giovanni Boscohub di I° livello nella rete cardiologica eS.Paolospoke nella rete cardiologica. I due presidi sono anche spoke nella rete Ictus e PST nella rete traumatologica. ■ Pronto Soccorso – Fatebenefratelli (Ospedale Religioso), Villa Betania (Ospedale Religioso), Ospedaledei Pellegrini, che fungono anche da spoke nella rete cardiologica. L’ospedale dei Pellegrini è anche PST nella rete traumatologica. L’ospedale Loreto Mare è sede di pronto soccorso e fino alla parziale confluenza nell’Ospedale del Mare assicurerà anche il ruolo di HUB di primo livello nella rete cardiologica e spoke nella rete ICTUS e PST nella rete traumatologica. A regime quindi due DEA di II° livello, due DEA di I° livello e quattro Pronto Soccorso.Complessivamente otto punti di accesso a cui si aggiunge la funzione di HUB dei presidi delle A.O.U. e A.O.R.N. come di seguito riportato. Va rilevato che il ruolo di DEA o P.S. dei presidi S. Giovanni Bosco, San Paolo, Loreto Mare, Pellegrinie Fatebenefratelli è giustificato dalla media di accessi al pronto soccorso. L’A.O.U. Federico II è individuata come HUB di II° livello nella rete cardiologica e hub nella rete ictus, l’Azienda Ospedaliera dei Colli quale HUB di II° livello, col presidio Monaldi, nella retecardiologica e Spokecol CTO nella rete ICTUS in collegamento col Cardarellinonchè CTZ col CTO nella rete traumatologica.L’Ospedale Monaldi assolve anche il ruolo di centrale operativa per la rete cardiologica per l’intera provincia. Prosegue pertanto il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera pubblica nella c.d. “zona ospedaliera” della città di Napoli, dove sono concentrate, in un territorio di circa 6 km quadrati, ben cinque strutture ospedaliere pubbliche di grandi dimensioni. Nel complesso il processo di razionalizzazione deve creare le condizioni già prospettate nel Decreto Commissariale n.49/2010, per garantire la confluenza operativa di alcuni servizi di pertinenza di ciascuna delle cinque strutture ospedaliere in dipartimenti interaziendali finalizzati alla gestione integrata delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche, che rappresentino l’evoluzione del modello organizzativo già in corso di realizzazione nelle strutture pubbliche per le prestazioni di diagnostica di laboratorio, dei servizi trasfusionali e dei trapianti. Per la realizzazione di tale obiettivo, estensibile ad altre realtà regionali, sarà necessaria l’assunzione dell’onere dell’iniziativa da parte della regione al 73 REGIONE CAMPANIA fine di concretizzare la stipula dei protocolli di intesa, nel rispetto delle prerogative e delle funzioni specifiche di ciascuna istituzione, per la regolazione dei reciproci rapporti in tema di utilizzazione del personale, ripartizione dei costi e condivisione delle modalità organizzative. Una attenzione particolare è riservata all’unica Azienda Ospedaliero Pediatrica della Regione “SantobonoPausillipon”, che svolge il ruolo di Pronto Soccorso Pediatrico di riferimento regionale. Le relative strutture Santobono e Pausillipon sono oggetto di valorizzazione con la previsione aggiuntiva rispetto all’esistente di un modulo di riabilitazione pediatrica con individuazione di posti letto di alta specialità riabilitativa pediatrica, di posti letto per la degenza di neuro-psichiatria infantile e di posti letto tecnici collegati al ruolo di hub nella rete della terapia del dolore. Le attività attualmente svolte nello stabilimento SS Annunziata vengono concentrate nelle predette due strutture, con la conseguenza di riassegnare all’ASL Napoli 1 detto stabilimento a fini di riconversione in attività territoriale. Nella configurazione delle reti di specialità va riconsiderata la presenza di strutture religiose o private che possono coerentemente ed efficientemente concorrere a migliorare la risposta ospedaliera. E’ il caso delle strutture Fatebenefratelli e Villa Betania già citate e della CdCMediterranea nella rete cardiologica quale hub di I° livello. Una notazione a parte è necessaria per quanto riguarda il presidio presente nell’isola di Capri. Trattasi di un’isola dotata di circa 15.000 abitanti, con enorme afflusso in sei mesi dell’anno, per la quale è necessario prevedere deroghe ai vincoli degli standard e ai bacini di utenza. Trattasi della fattispecie che il regolamento definisce come “presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”. Nell’isola, dotata di elisuperficie, va mantenuta la funzionalità dell’eliambulanza e rivisitata la configurazione, come da regolamento, che prevede: ■ una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Trattandosi di strutture a basso volume di attività con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, con un numero di casi troppo basso per garantire la sicurezza dei ricoveri anche in relazione ai volumi per il mantenimento dello skill e delle competenze e che incidono pesantemente sulle tipologie di investimento richieste dalla 74 REGIONE CAMPANIA sanità moderna, queste devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di: – un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; – una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi di Daysurgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell’equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; – un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo. Va assicurata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche, con trasmissione di immagine collegata in rete, al centro HUB o SPOKE più vicino e indagini laboratoristiche in pronto soccorso. All’interno della reta di emergenza va previsto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’isola al centro SPOKE o HUB. E’ prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato anche a rotazione dai DEA di I° livello e pronto soccorso dell’ASL. Per quanto riguarda il punto nascita si richiama quanto riportato nell’apposito capo. Con l’avvio dell’Ospedale del Mare e il funzionamento a regime delle reti di specialità, alcuni presidi dovranno avviare o completare il percorso di rifunzionalizzazione verso la funzione post-acuzie o territoriale, con valorizzazione delle relative attività anche mediante interventi di rinnovo tecnologico. E’ il caso dei presidi S.Gennaro, Incurabili eAscalesi. 75 REGIONE CAMPANIA Una valutazione è stata necessaria, come già detto con riferimento alla destinazione dell’ospedale Loreto Mare a causa dell’ insufficiente risposta nell’area sud di Napoli con mantenimento di una funzione di pronto soccorso. Dall’ASL Napoli 1 l’attenzione va spostata verso le due ASL a nord (ASL Napoli 2 nord) e a sud (ASL Napoli 3 sud). Trattasi di due bacini, con oltre un milione di abitanti ciascuno e con una offerta ospedaliera carente e poco razionale, tanto da non potersi programmare più di 1,39 e 2,03 posti letto per mille abitanti, rispettivamente. Come si è accennato, in un’ottica di unica area provinciale con popolazione altamente concentrata e conseguente notevole densità,le carenze dovranno essere sopperite dalle struttureinsistenti nella ASL Napoli 1 e a sud da quelle della confinante ASL di Salerno con una organizzazione che deve consentire di evitare l’iper-afflusso nelle relative strutture. Ciò presuppone, necessariamente, una attenta valutazione sulle necessità di potenziamento e valorizzazione di alcuni presidi. ASL NAPOLI 2 NORD A nord della città di Napoli sono presenti alcuni presidi in grado di assicurare la funzione di pronto soccorso e uno solo che, opportunamente valorizzato in tema di risorse umane e tecnologie, può assumere il ruolo di DEA di I° livello e precisamente l’ospedale S.Maria delle Grazie di Pozzuoli, dotato di circa 260 posti letto e dei requisiti e discipline previsti. L’Ospedale è anche individuato quale spoke nella rete ICTUS e HUB di I° livello nella rete cardiologica. Integrano la rete di pronto soccorso i presidi ospedalieri S. Giuliano di Giugliano e S.Giovanni di Dio di Frattamaggiore, a cui si aggiungeil Pronto Soccorso della CdC Villa dei Fiori (già funzionante). Il presidio di Giuliano è identificato quale spoke nella rete Ictus ed entrambi PST nella rete trauma così come quello di Pozzuoli. Resta scoperta una area particolarmente popolata che fa capo al Comune di Casoria, priva di risposta all’emergenza-urgenza. Il P.O. di Santa Maria della Pietà di Casoria, ospedale classificato, una volta realizzati i requisiti richiesti per l’attività di pronto soccorso, può costituire un eccellente filtro verso l’area metropolitana per cui se ne programma l’inserimento nella rete. 76 REGIONE CAMPANIA LE ISOLE Anche l’ASL Napoli 2 nord è caratterizzata dalla presenza di strutture sanitarie insistenti nelle isole. In particolare il presidio Rizzoli, situato nell’isola di Ischia dove risiede una popolazione di circa 60.000 abitanti. Per tale struttura, sede di Pronto Soccorso, va prevista una deroga ai vincoli dei bacini con mantenimento dell’attuale funzionalità, atteso peraltro che per la presenza di turisti per almeno 8 mesi all’anno si verificano oltre 20.000 accessi al pronto soccorso.L’ospedale funge anche da centro spoke nella rete cardiologica. Diverso discorso è quello dell’ospedale di Procida. Nell’isola di Procida, con circa 10.000 abitanti, insiste un presidio ospedaliero dotato di nove posti letto, di cui sei di ricovero ordinario, distinti in due posti letto per ciascuna delle discipline di medicina, chirurgia e ostetricia. Tale organizzazione è stata determinata dal rischio di impossibilità di trasporto sia via mare che via aerea in caso di gravi condizioni climatiche, situazione che ha reso necessario il mantenimento della struttura. La scelta programmatoria è quella della presenza di un punto di primo intervento con posti letto di osservazione, attività di chirurgia elettiva in regime ambulatoriale ed un ospedale di comunità con assistenza infermieristica, gestito dai medici di medicina generale. Dovranno comunque essere previsti percorsi di presa in carico delle donne in gravidanza e trasferimento delle partorienti sia in condizioni programmate che in caso di emergenza. ASL NAPOLI 3 SUD Anche nella ASL Napoli 3 sud (circa 1.150.000 abitanti) vi è carenza di strutture idonee per una ottimale risposta per l’emergenza-urgenza. Nella stessa ASL insiste la penisola sorrentina che presenta forti criticità nella viabilità, con conseguenti difficoltà di accesso alle strutture sanitarie. Nell’immediato, col dovuto potenziamento, i presidi di Nola e Castellamare di Stabia assumono la funzione di DEA di I° livello, e spoke nella rete Ictus, Castellamare HUB di I° livello nella rete cardiologica nonché PST nella rete traumatologica; previa implementazione di necessarie integrazioni di dotazioni. La numerosità della popolazione presupporrebbe almeno altri sei presidi sede di pronto soccorso. Allo stato attuale ai due DEA si aggiungono i pronto soccorso previsti nei seguenti presidi: 77 REGIONE CAMPANIA ■ P.O. di Sorrento, con ruolospoke nella rete cardiologica; ■ P.O. di Vico Equense; ■ P.O. Torre del Greco (87.000 abitanti nella sola città); ■ P.O. di BoscoTrecase-Torre Annunziata, con ruolo spoke nella rete cardiologica. La qualificazione come sede di pronto soccorso è motivata dal bacino di utenza e dal numero di accessi. Va considerato che nella ASL è presente un punto di accesso ogni 191.000 abitanti. Di contro, l’area a confine con la provincia di Salerno può usufruire della possibilità di ripristino del pronto soccorso di Scafati e della presenza del DEA di I° livello di Nocera. Con l’entrata a regime dell’Ospedale del Mare nell’ASL NA1 ed una prima verifica dei flussi si potrà procedere ad una rivalutazione dell’offerta dell’area, valutando l’opportunità di nuova realizzazione all’esterno della zona rossa vesuviana quale alternativa, seppure parziale, agli attuali presidi ivi insistenti. L’assistenza ospedaliera nell’area sorrentina, oggi assicurata dai presidi di Sorrento e Vico Equense, va, comunque, ripensata nel medio periodo, nell’ottica della realizzazione dell’unico presidio della penisola sorrentina in relazione alla quale è in corso la valutazione della progettualità. Il P.O. Cav. Raffaele Apicella di Pollena Trocchia è riconvertito in struttura ospedaliera per postacuzie. Il Decreto Commissariale n.49/2010 prevedeva anche la destinazione a plesso del P.O. Santa Maria della Pietà di Nola per le attività di ricovero medico chirurgico in regime diurno. Alla luce della regolamentazione intervenuta in materia di spostamento di attività ospedaliere in attività ambulatoriali (PACC-Day service e chirurgia ambulatoriale), il plesso sarà riorientato verso dette attività. La riorganizzazione programmata dei punti nascita ha previsto per il P.O. Maresca di Torre del Greco la disattivazione del punto nascita, confluito nel presidio di Boscotrecase. In mancanza del rispetto dello standard, anche per il punto nascita di Boscotrecase è prevista la disattivazione entro il 31.12.2015. 78 REGIONE CAMPANIA 79 REGIONE CAMPANIA 4.4Area della provincia di Salerno L’area della provincia di Salerno conta 1.105.485 abitanti, a cui corrisponde secondo standard una dotazione di 3.877 posti letto. Nella provincia sono previsti 3.775 posti letto pari a 3,41 posti letto per mille abitanti, praticamente sovrapponibili, nel totale, a quelli esistenti come da flussi informativi pari a 3.710. Nella città di Salerno, insiste l’ospedale di riferimento dell’A.O.U. Ruggi, costituita dai presidi funzionalmente accorpati di S. Leonardo di Salerno, Fucito di Mercato S.Severino, Da Procida di Salerno, Cava dei Tirreni e Castiglione di Ravello. Il Decreto Commissariale n.49/2010 per Cava dei Tirreni prevedeva il solo trasferimento delle funzioni all’A.O. e la proprietà del presidio rimaneva in capo alla ASL. Tale ibrida previsione va risolta con il completo trasferimento all’A.O.U. Il bacino di utenza giustifica la presenza da un minimo di 8 a un massimo 13 punti di accesso al sistema emergenza urgenza. L’estensione del territorio, la difficile viabilità in alcune zone, la necessità di integrare la risposta alla domanda proveniente dalla zona sud-ovest della provincia di Avellino e dall’ASL NA3, come già riferito, sono tutti elementi che inducono a prevedere il maggior numero di accessi alla rete dell’emergenza urgenza. Tanto premesso l’A.O.U.è il DEA di II° livello al servizio dell’intera provincia e funge da hub nella rete Ictus, hub di II° livello nella rete cardiologica nonché centrale operativa CTS in quella traumatologica. Data la vastità e variabilità del territorio è necessario individuare almeno due DEA di I° livello di cui uno nella zona sud della provincia e precisamente a Vallo della Lucania e uno al nord nella struttura di Nocera Inferiore,il primospoke e il secondo hub nella rete Ictus e entrambihubdi I° livello nella rete cardiologica, oltre che CTZ nella rete traumatologica. La rete dei pronto soccorso deve poter coprire il territorio garantendo l’accesso nei tempi previsti. Sono quindi configurati come pronto soccorso e spoke nelle reti i seguenti: 80 REGIONE CAMPANIA ■ P.O. Villa Malta di Sarno, spoke nella rete cardiologica; ■ P.O. di Scafati; ■ P.O. di Polla S.Arsenio, spoke nella rete Ictus e cardiologica; ■ P.O. di Battipaglia; ■ P.O. Eboli, hub di I° livello nella rete cardiologica; ■ P.O. S. Maria della Speranza di Sapri,spoke nella rete cardiologica; ■ Stabilimento Fucito di Mercato S.Severino; ■ Stabilimento di Cava de Tirreni; ■ P.O. di Oliveto Citra. Il plesso di Castiglione di Ravello, sia per aspetti logistici che funzionali è configurato quale Punto di Primo Intervento con posti letto di osservazione, attività medica e chirurgica elettiva in regime ambulatoriale. Tale organizzazione è determinata dalle difficoltà di trasporto che caratterizzano tale area. Dovranno comunque essere previste specifiche modalità e percorsi atti a garantire i trasferimenti in emergenza-urgenza. Per tali motivi il P.P.I. di Castiglione di Ravello rimane annesso all’A.O.U. Ruggi di Salerno. Lo stabilimento Da Procida di Salerno non svolge ruoli nelle reti di specialità ma una funzione complementare per garantire le funzioni di didattica e ricerca attraverso quella assistenziale dell’A.O.U. I due plessi di Mercato S.Severino e Cava dei Tirrenipermangono come sede di pronto soccorso collegati al DEA di Ruggi, facendo fronte a ca. 155.000 accessi annui complessivamente, di cui 900.000 dal Ruggi. Va peraltro, considerato che la struttura di riferimento Ruggi di Salerno e gli stabilimenti accorpati devono garantire i posti letto valutati come essenziali alle attività di didattica ricerca e assistenza. Presso il P.O. di Scafati è ripristinata la funzione di pronto soccorso, ferma restando la permanenza della funzione riabilitativa. La funzione di pronto soccorso è giustificata dal bacino di utenza esteso al sud della ASL NA3. 81 REGIONE CAMPANIA Nell’area a sud della provincia per i presidi ospedalieri di Oliveto Citra, Roccadaspide, Eboli e Battipaglia era prevista la conferma in una unica struttura ospedaliera, la cui realizzazione doveva prevedersi nel programma di interventi per l’edilizia sanitaria ex art. 20 L.67/88, (Ospedale dalla Valle del Sele). Ad oggi non si sono realizzate le condizioni per dare avvio a detta programmazione che, in ogni caso, sarebbe stata di medio-lungo periodo, e che può ritenersi in tale ottica confermata, per cui occorre procedere ad una riprogrammazione di breve e medio periodo. Il P.O. di Roccadaspide, per la posizione logistica è configurato come pronto soccorso in zona particolarmente disagiata dotato di 20 letti di medicina. Il P.O. di Oliveto Citra è confermato quale ospedale con pronto soccorso insistendo in zona disagiata e comunque tenuto conto del numero di circa 15.000 accessi nel 2013. I due stabilimenti di Eboli e Battipaglia, restano due presidi sede di pronto soccorso al servizio di un’ampia popolazione, orientati il primo prevalentemente all’area cardiologica ed il secondo all’area chirurgica materno infantile. Il presidio di Eboli, dotato di emodinamica, è hub di I° livello nella rete cardiologica, mentre Battipaglia è sede di pronto soccorso e PST nella rete traumatologica. Detti P.O. hanno fatto fronte nel 2013 ad oltre 40.000 accessi al pronto soccorso ciascuno. Il P.O. di Agropoli è stato di recente riconvertito in centro ambulatoriale ad indirizzo oncologico ed in struttura residenziale per cure palliative (hospice) e altre attività territoriali. Attesa la collocazione in zona turistica e difficilmente raggiungibile necessiterà un potenziamento del sistema di emergenza nel periodo estivo, fermo restando il punto di primo intervento. Il P.O. di Polla-S.Arsenio conferma il suo ruolo di presidio di pronto soccorso della rete dell’emergenza ed è identificato quale hub di I° livello per l’Ictus cerebrale e spoke per l’emergenza cardiologica. Garantisce oltre 20.000 accessi/anno al pronto soccorso. Il P.O. di S.Luca di Vallo della Lucania, DEA di I° livello, è individuato quale hub di I° livello per l’emergenza cardiologica e per l’Ictus cerebrale, al servizio della vasta area sud della provincia. 82 REGIONE CAMPANIA Il P.O. di S.Maria della Speranza di Sapri, sede di pronto soccorso, anche per la posizione in area disagiata, costituisce spoke per l’emergenza cardiologica e per l’Ictus cerebrale. Tutti assicurano la funzione di PST nella rete traumatologica. Complessivamente 13 punti di accesso alla rete emergenza urgenza (1 DEA di II° livello, 2 DEA di I° livello, 9 pronto soccorso a cui si aggiunge quello di zona particolarmente disagiata (Roccadaspide). Mediamente 1 punto di accesso ogni 92.000 abitanti (ogni 85.000 se si considera Roccadaspide). 83 REGIONE CAMPANIA 5. Le reti ospedaliere 5.1 Le reti All’interno del quadro riportato, configurato sulla base dell’articolazione dei presidi per livelli di complessità secondo i criteri della rete dell’emergenza-urgenza, è prevista la costruzione delle reti per patologia che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale, secondo le indicazioni del regolamento, nonché il collegamento, particolarmente per quanto riguarda le reti per patologie tempo-dipendenti, alla rete emergenza-urgenza. Le reti previste sono: ■ rete infarto; ■ rete ictus; ■ rete traumatologica; ■ rete dell’emergenza per i pazienti con emorragie gastro-intestinali; ■ rete neonatologica e punti nascita; ■ rete medicine specialistiche; ■ rete oncologica; ■ rete pediatrica; ■ retetrapiantologica; ■ rete terapia del dolore; ■ rete malattie rare; ■ rete trasfusionale. Le reti sono costruite secondo il modello hub e spoke anche se a volte previste su due livelli parimenti denominati, altre volte definiti hub di I° e II° livello ed ancora articolate su tre livelli. Indipendentemente dalla denominazione letterale, che può anche mutare, il modello organizzativo non muta. 84 REGIONE CAMPANIA Nell’ambito delle reti delle medicine specialistiche sarà prevista, come già riportato, una rete per le emorragie gastriche acute. Ulteriore provvedimento riguarderà la rete regionale di terapia del dolore prevista nei P.O. 2013-2015 e che sarà formalizzato a breve. Per tale finalità si è già provveduto al censimento delle strutture in possesso dei requisiti mediante schede di rilevazione in coerenza con le previsioni dell’Intesa Stato-Regione e P.A. del 25.07.2012. Dalla rilevazione effettuata sulle attività delle strutture pubbliche è emersa una mappa dei servizi varia e non uniforme sul territorio regionale che può consentire in questa prima fase di implementazione della rete di individuare i centri hub e i centri spoke di terapia del dolore fra quelli in possesso dei requisiti richiesti dalle indicazioni ministeriali. Tale situazione non consente di realizzare in pieno le finalità della rete. Data la disomogeneità e frammentarietà attuale della rete il programma di implementazione potrà articolarsi in più fasi: 1) identificazione dei centri attualmente operanti e in possesso dei requisiti per hub e per spoke così come richiesti dalle indicazioni ministeriali; 2) identificazione, coerentemente con i programmi operativi, di ulteriori centri che consentiranno di completare il sistema di offerta regionale in relazione al fabbisogno degli utenti e al bacino di area geografica individuato. Nel presente piano di riordino sono programmate sia due strutture con posti letto, sia quelle non dotate di posti letto. Nei capitoli successivi viene riportata l’articolazione della rete emergenza-urgenza che è alla base della costruzione della rete ospedaliera, e in allegato le reti tempo-dipendenti che saranno affiancate in prosieguo con con successivi atti dalle altre reti di specialità. Il Decreto Commissariale n.49/2010 e successivi atti attuativi, hanno declinato oltre alla rete dell’emergenza urgenza, anche la rete per l’infarto nonché indirizzi e determinazioni per il trattamento di altre patologie ovvero per la costruzione delle relative reti. 85 REGIONE CAMPANIA Tali documenti che, peraltro, non sempre hanno trovato piena attuazione da parte delle aziende sanitarie, seppure coerenti con le linee guida nel tempo disponibili, vanno rivisitati. IL PERCORSO ASSISTENZIALE L’integrazione del percorso di presa in carico del paziente tra contesto territoriale di riferimento e ospedale, appare oggi ancora un aspetto critico del sistema. E’ necessario migliorare i livelli di raccordo oggettivo tra strutture ospedaliere e sistema urgenzaemergenza 118. Le risorse del territorio inoltre vanno raccordate al loro stesso interno con coinvolgimento della medicina generale, degli specialisti ambulatoriali, del sistema di trasporto infermi, delle stesse continuità assistenziali, anche immaginando una completa riorganizzazione del percorso di presa in carico. Ottimizzazione del raccordo tra operatori e strutture coinvolti richiede: ■ una lettura della attuale organizzazione e delle risorse presenti sul territorio quale premessa fondamentale per una programmazione più efficiente ed efficace; ■ creazione ed efficientamento di un sistema di rete integrato con costituzione di un fascicolo sanitario elettronico per la gestione costante e aggiornata dei dati sanitari; ■ formazione permanente degli operatori coinvolti nel sistema secondo il livello di intervento richiesto ad ognuno; ■ utilizzo di un sistema di indicatori in continuo per la valutazione del servizio, in termini di risposte organizzative e delle procedure seguite, nonché in termini di esiti sanitari degli interventi effettuati. L’aspetto della formazione permanente con adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche e capacità organizzative degli operatori, rappresenta ancora una criticità per la Regione Campania; pertanto vanno creati percorsi di formazione interamente dedicati all’ acquisizione delle competenze necessarie all’interno di un sistema complesso quale è quella della gestione delle emergenze sanitarie. 86 REGIONE CAMPANIA Altra ulteriore sottolineatura è la distinzione tra riorganizzazione del territorio e dell’ospedale, prevedendo in via preliminare che la gestione territoriale del 118 sia affidata interamente alle centrali operative. 87 REGIONE CAMPANIA 5.2 La rete emergenza-urgenza Il regolamento ministeriale in materia di emergenza-urgenza, declina il modello organizzativo del sistema che opera attraverso le centrali operative 118, la rete territoriale di soccorso e la rete ospedaliera. Per quanto riguarda le centrali operative e la rete territoriale il regolamento fornisce indicazioni di seguito riportate sinteticamente e recepite nell’articolazione organizzativa della rete. La centrale operativa effettua la valutazione del grado di complessità dell’intervento necessario, definendo il grado di criticità dell’evento e, conseguentemente, attiva l’intervento più idoneo, utilizzando i codici colore gravità. Le centrali operative gestiscono, con procedure condivise, le postazioni di elisoccorso, le idroambulanze, le ambulanze medicalizzate con medico ed infermiere a bordo, le ambulanze non medicalizzate con l’infermiere e l’autista soccorritore a bordo e le automediche. Il regolamento prevede, altresì, criteri per la ridefinizione della distribuzione dei mezzi di soccorso nel rispetto degli standard che verranno indicati, dalla Conferenza Stato-Regioni. Allo stato, viene ritenuta percorribile una revisione organizzativa che preveda una centrale operativa con un bacino di riferimento orientativamente non inferiore a 0,6 milioni e oltre di abitanti. Il regolamento indica, ancora, per quanto riguarda la rete territoriale di soccorso, l’esigenza di un potenziamento delle attività sul territorio e della realizzazione di una rete ospedaliera dedicata alle patologie complesse, con collegamenti capaci di garantire una reale continuità dell’assistenza, anche attraverso la gestione tempestiva dei trasferimenti secondari urgenti in carico al 118 e la trasmissione di immagini e dati. Il fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio regionale viene individuato in un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350 Kmq, applicando un necessario correttivo specifico per la copertura nelle zone di particolare difficoltà di accesso, per garantire l’adeguata funzionalità dei percorsi clinico-assistenziali. Il regolamento chiarisce la funzione dei Punti di Primo Intervento previsti esclusivamente a seguito della riconversione dell’attività di un ospedale per acuti in un ospedale per la post-acuzie, oppure in una struttura territoriale, per un periodo di tempo limitato, e la successiva trasformazione in postazione medicalizzata del 118. Nei Punti di Primo Intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente. 88 REGIONE CAMPANIA Punti di Primo Intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. L’attuale organizzazione del Sistema del Trasporto Infermi 118 ha messo in evidenza che la proporzione di ambulanze medicalizzate è piuttosto alta. L’attuale tendenza nazionale e internazionale va, invece, nella direzione di demedicalizzare almeno in parte tale servizio, ottimizzando le risorse disponibili, rendendole così utilizzabili nei compiti previsti per il Medico Unico dell’Emergenza nell’ambito dei servizi del sistema di emergenza-urgenza, previa la necessaria formazione. La seguente tabella mostra la situazione esistente ed il fabbisogno calcolato secondo le indicazioni del Regolamento sugli Standard, relativamente ai Mezzi di Soccorso Avanzato. In considerazione del fatto che lo stesso regolamento ha previsto l’applicazione di necessari correttivi per la copertura ottimale nelle zone a particolare difficoltà di accesso e tenuto conto della particolare conformazione orografica di alcune aree geografiche (Cilento, Alta Irpinia, Calore, Alto Casertano) lo scostamento tra l’esistente ed il programmato appare notevolmente contenuto. Il Coordinamento Operativo Regionale del Sistema Integrato dell’Emergenza-Urgenza realizzerà la riorganizzazione del sistema regionale del trasporto infermi, realizzando la parziale demedicalizzazione del servizio con l’uso di auto mediche e di Mezzi di Soccorso di Base, ed armonizzandolo con gli attuali PSAUT (postazioni fisse del sistema 118 dotati di ambulanza medicalizzata, tutti attualmente al di sotto di 6.000 interventi l’anno), da riconvertire in Punti di Primo Intervento Mezzi di Soccorso Avanzato: fabbisogno - esistente COT AV BN CE NA1 NA2 NA3 SA 1-2 TOTALE Popolazione 430.214 283.763 923.113 1.003.174 1.050.301 1.073.915 1.105.485 5.869.965 Superficie Fabbisogno 2.791,64 8 2.070,63 6 2.639,38 15 16 1.171,13 17 18 4.917,47 18 13.590,25 98 Esistente 15 10 19 12 12 20 25 113 Previsto l'accorpamento delle COT Salerno 1 e Salerno 2 89 REGIONE CAMPANIA ASL AV BN CE NA1 NA2 NA3 SA TOTALE PSAUT 1 2 3 3 1 2 5 17 Il fabbisogno di basi operative di elisoccorso, è calcolato in un numero di mezzi diurni pari a uno per una previsione media di interventi compresi tra 400 e 600 anno per ogni base operativa, in relazione, motivata, alla numerosità dei mezzi a terra e alla definizione della rete ospedaliera e per i mezzi notturni, un servizio di elisoccorso integrato con il sistema integrato con il sistema di soccorso a terra tramite adeguata reti di eli superfici notturne a servizio delle destinazioni sanitarie, ed eli superfici a servizio di comunità isolate o aree disagiate, che impieghi un numero di mezzi notturni pari a uno per una previsione media di interventi compresa tra 350 e 550 anno per ogni base operativa in relazione, motivata, alla numerosità dei mezzi a terra, alla definizione della rete ospedaliera ed alla rete di eli superfici notturne. Di seguito è riportata la rete delle elisuperfici organizzata secondo il modello Hub e spoke. 90 REGIONE CAMPANIA DIE Napoli 1 Centro Classificazione HUB II per emodinamica e interventistica HUB I per emodinamica interventistica Struttura Elisuperfici approvate ENAC Manuale di rotta in uso Elisuperfici occasionali (H12) AOU Federico II Cardarelli H24 Non presenti A.O. Cardarelli P.O. Loreto Mare Osp. San Paolo SPOKE HUB II Napoli 2 Nord HUB I SPOKE HUB II Napoli 3 sud HUB I SPOKE Avellino HUB II SPOKE Benevento HUB II HUB I SPOKE Osp. Dei Pellegrini Osp. Fatebenefratelli Fondazione Villa Betania A.O. Monaldi SUN P.O. Loreto Mare A.O. Cardarelli Osp. Santa Maria delle Grazie (Pozzuoli) Osp. San Giuliano (Giugliano) Osp. San Giovanni di Dio (Frattamaggiore) A.O. Monaldi SUN Osp. San Giovanni Bosco Osp. San Leonardo di Castellamare Osp. S.M. Della Misericordia (Sorrento) Osp. S.M. Della Pietà (Nola) Osp. Boscotrecase (NA) AO Moscati Osp. Ariano Irpino (AV) H24 SI (all'interno dell'ospedale) 2 1 2 1 S.P.S. Bisaccia (H24) Caserta HUB II HUB I SPOKE AO Moscati (AV) AO Rummo Osp Fatebenefratelli (BN) Osp S.Alfonso Maria dei Liguori (S. Agata dei Goti – BN) 2 H24 1 A.O. S.A. E San Sebastiano (CE) Osp. S.G. Moscati (Aversa) Osp. Piedimonte Matese Osp. Sessa Aurunca 2 (di cui 1reggia CE) 1 1 sito di atterraggio Osp S. Giuseppe e Melorio (S.M.Capua Vetere) HUB II A.O. S. Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona HUB I Pontecagnano H 12 Osp. Umberto (Nocera) 1 campo sportivo Valle del Sele (Eboli, Battipaglia, Roccadaspide, Olivetro Citra) 1 sito di atterraggio (Eboli) Salerno 1 1 sito di atterraggio a Battipaglia 1 della Protezione Civile (Foce Sele) 1 sito di att. A Roccadaspide 1 eli occasionale a Agropoli 1 occ. c/o osp Olivetro Citra SPOKE HUB II Salerno 2 Osp. Sarno A.O. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona HUB I Osp. S. Luca (Vallo della Lucania SA) SPOKE Osp. Polla- S.Arsenio Osp. Dell'Immacolata (Sapri) 1 (Centola prot. Civ) 1(Casalvelino Scalo) 1 (campo sportivo) 1 (campo sportivo) E’ prevista la possibilità di riduzioni dei parametri in relazione alla necessità di erogare il servizio per situazioni peculiari, quali l’assistenza alle isole minori o a comunità isolate, dove l’integrazione con il soccorso ordinario presenti difficoltà non altrimenti superabili. 91 REGIONE CAMPANIA Viene prevista l’adozione di un piano complessivo di interventi che possa trovare graduale applicazione nel tempo, relativamente ad una rete integrata di siti collegati all’attività di elisoccorso, individuati a diversi livelli, in adesione a quanto già previsto nella normativa nazionale. La Regione Campania, in attuazione del Decreto Commissariale n.49/2010, ha già adottato un modello di sistema di emergenza-urgenza, molto vicino a quello delineato nel regolamento, con l’obiettivo di assicurare: ■ il coordinamento dei vari sottosistemi dell’emergenza al fine di ottimizzare l’integrazione della richiesta di soccorso con la risposta del sistema (soccorsi territoriali e risposta ospedaliera); ■ la gestione integrata del personale medico e infermieristico operante nell’area di emergenzaurgenza; ■ la partecipazione dei medici di continuità assistenziale alle attività di emergenza nei Pronto Soccorso, limitatamente all’assistenza dei codici bianchi, con la costituzione di ambulatori ad essi dedicati H24; ■ il raccordo funzionale tra centrali operative e le strutture ospedaliere, gerarchicamente organizzate nei tre livelli di assistenza, secondo il modello “hub” e “spoke”. Tenuto conto dei suddetti presupposti e delle indicazioni rivenienti dal regolamento viene definita la seguente organizzazione del servizio. DIPARTIMENTO INTEGRATO DELLE EMERGENZE I Dipartimenti Integrati delle Emergenze (DIE), sono programmati in modo tale da governare tutte le componenti territoriali ed ospedaliere del S.I.R.E.S. (Sistema Integrato Regionale Emergenza Sanitaria), che ricomprende le funzioni di Allarme Sanitario, di Trasporto Infermi, Servizio di Urgenza Territoriale e le Attività di Emergenza Ospedaliera per il territorio della Centrale Operativa (C.O.) Ad oggi sono stati istituiti i DIE provinciali di Avellino, Benevento e Caserta e quelli sub-provinciali di Napoli 1 Centro, Napoli 2 Nord, Napoli 3 Sud, Salerno 1 e Salerno 2. 92 REGIONE CAMPANIA Entro dodici mesi dall’approvazione del presente provvedimento, tenuto conto del bacino di utenza previsto dal regolamento, con decreto del Commissario ad acta saranno accorpati i DIE di Salerno 1 e Salerno 2. Entro lo stesso termine, con decreto del Commissario ad acta, che ne stabilirà le modalità amministrative, sarà assegnata alle Aziende territoriali la diretta gestione delle risorse umane e strumentali delle rispettive Centrali Operative Territoriali, assicurando comunque l’utilizzo del sistema tecnologico esistente nell’ambito del sistema dell’emergenza territoriale. Nel caso di dipartimenti interaziendali è previsto che sia sottoscritto preliminarmente il formale atto d’intesa, il cui schema è stato approvato con DCA 57/2012, prevedendo che l’Azienda che investe una maggior quantità di risorse sia considerata prevalente, quindi con maggior capacità decisionale. Con la concentrazione del governo del 118 nella centrale operativa, il consiglio del DIE sarà costituito dai responsabili delle seguenti strutture: ■ della U.O. della Centrale Operativa; ■ delle U.O.P.S. ed Osservazione breve, ovvero delle U.O.P.S. osservazione breve e Medicina d’Urgenza; ■ dei dirigenti dei Servizi Infermieristici. Tramite l’elisoccorso viene garantita un’assistenza sanitaria ad alto livello di intensività con tempi di intervento molto rapidi, specie in località isolate o remote. Tale modalità di trasporto consente inoltre, una veloce ospedalizzazione presso la struttura ospedaliera ritenuta più idonea, anche se questa è distante dal luogo dell’evento. Il trasporto aereo risulta più confortevole e potenzialmente molto meno rischioso per i pazienti affetti da trauma grave; in questi casi il trasporto aereo, rispetto a quello in ambulanza specie su strade di montagna, riduce notevolmente le sollecitazioni cinetiche, rappresentando, quindi, un elemento di maggiore sicurezza per la vittima trasportata. Pertanto al fine di rendere più tempestivi, ove necessario, i trasporti dei pazienti critici e ridurre così i tempi di intervento ottimizzando l’organizzazione del modello “hub e spoke”, si sta potenziando la rete esistente delle eli superfici già presenti sul territorio campano, in tutte le tipologie previste dalla normativa vigente, realizzandole in aree critiche per accessibilità dovuta alla rete viaria e/o a 93 REGIONE CAMPANIA particolari caratteristiche geomorfologiche del territorio e nelle aree prospicienti gli ospedali della rete dell’emergenza. In particolare, almeno per le A.O. provinciali, si provvederà a garantire la presenza di eli superfici predisposte per il volo notturno. Il direttore del DIE, scelto tra i responsabili delle unità operative che lo costituiscono, è nominato dal Direttore Generale dell’Azienda competente su proposta del Consiglio di Dipartimento. Nel caso di DIE interaziendale la nomina avverrà d’intesa tra i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie competenti. Tutte le funzioni previste dalla normativa vigente, se non diversamente esplicitate, sono demandate al DIE. Il DIE, avvalendosi delle proprie componenti integrate e ripartendo tra di esse i compiti previsti, deve: ■ garantire la necessaria mobilità del personale (per adeguamento alle necessità di intervento) e l’opportuna sua rotazione sulle varie articolazioni del servizio (al fine di ridurre il rischio di burn out e riproporzionare i carichi di lavoro); ■ garantire la realizzazione di percorsi territorio/ospedale per le patologie a più alta incidenza di morbilità e mortalità (cardiovascolari, neurologiche, traumatiche, ecc.); ■ garantire gli standard strutturali, operativi e clinici definiti dall’Assessorato alla Sanità; ■ garantire la corretta gestione dei flussi informativi istituzionali; ■ applicare le linee guida diagnostico/terapeutiche sui percorsi del paziente; ■ effettuare le valutazioni qualitative dell’attività svolta; ■ attuare i programmi di formazione miglioramento della qualità definiti dall’Assessorato alla Sanità; ■ verificare il possesso ed il mantenimento dei requisiti e degli standard organizzativo /clinici degli Enti e Associazioni che collaborano nell’attività di emergenza; ■ approntare piani di gestione delle emergenze intra e extra-ospedaliere; ■ eseguire esercitazioni di gestione delle emergenze intra e extra-ospedaliere. 94 REGIONE CAMPANIA ORGANIZZAZIONE DEL SOCCORSO SANITARIO Il Sistema Sanitario per l’emergenza–urgenza è costituito da una componente “territoriale” e da una “ospedaliera”. La prima è costituita dal sistema di allarme sanitario C.O. 118 e dalle attività territoriali di soccorso. La seconda è costituita da servizi e presidi ospedalieri, funzionalmente differenziati e organizzati in maniera gerarchica. Le due componenti operano in conformità ai contenuti del DPR 27 marzo 1992 e dell’Atto di Intesa Stato-Regioni del 17.05.1196 e successive integrazioni, nonché al regolamento di cui all’Intesa Stato Regioni e P.A. del 05.08.2014. CENTRALE OPERATIVA DEL 118 PER L’EMERGENZA TERRITORIALE Ha funzioni prevalentemente tecnico-organizzative, svolge compiti di processazione delle chiamate, identificazione codice d’intervento sulla base della gravità/urgenza del caso, invio del mezzo più idoneo, guida fino al luogo dell’evento. Coordina tutti gli interventi di urgenza/emergenza nell’ambito territoriale di competenza. Gestisce operativamente tutti i mezzi di soccorso disponendo eventuali movimentazioni estemporanee, qualora se ne ravvedesse la necessità per situazioni contingenti che si possano presentare, al fine di ottimizzare le risorse e rispondere agli obiettivi del sistema di emergenzaurgenza (riduzione del free therapyinterval, risposta adeguata alla richiesta di soccorso). Assicura anche attività di collegamento in rete con le altre centrali operative, con altri settori di emergenza (VVF, Protezione Civile, UCR, ecc.), il coordinamento delle emergenze locali intra ed extra-ospedaliere. E’ responsabile, nell’ambito del Dipartimento, della programmazione aziendale della localizzazione dei mezzi di soccorso sul territorio in base alle esigenze sanitarie, ai tempi di percorrenza ed alla rete stradale. 95 REGIONE CAMPANIA Garantisce il soccorso territoriale con mezzi di soccorso il cui equipaggio sia formato dalle risorse umane dipendenti della centrale operativa, a rotazione. Garantisce che il soccorso territoriale, per i pazienti eleggibili per trattamenti specialistici di cui è individuata la rete , nel rispetto dello specifico protocollo, trasporta il paziente nell’ospedale in cui è prevista la struttura specifica. Il soccorso extraospedaliero viene svolto con personale dipendente (infermiere, autista soccorritore, medico). Laddove il servizio sia ancora affidato in convenzione, si dovrà tendere all’impiego esclusivo di personale sanitario infermieristico e medico dipendente, attraverso il recupero delle risorse già disponibili. I mezzi di soccorso e gli autisti soccorritori delle Associazioni e di Enti pubblici e privati possono essere utilizzati ad integrazione del STI in misura non superiore al 50% del contingente dei mezzi base, a regime. Le Centrali Operative controllano che tutti i mezzi e il personale devono possedere i requisiti previsti dalla normativa, compresi quelli convenzionati con Enti e associazioni. Le centrali operative operano in stretto collegamento funzionale con le altre strutture del Dipartimento, sulla base di comuni linee guida e protocolli operativi, per realizzare la continuità terapeutica tra il territorio e l’ambiente ospedaliero. La deliberazione della Giunta Regionale n.1268 del 16/07/2009, con la quale sono stati definiti l’organizzazione dell’emergenza territoriale, le norme per l’utilizzo del personale e si è individuato il numero di postazioni attivabili presso ogni ASL , rimane in vigore per quanto compatibile col presente documento. Nel contempo il Coordinamento del Sistema Integrato dell’Emergenza provvederà al suo aggiornamento. Il personale medico dell’emergenza, gli autisti e gli infermieri vengono assegnati alla centrale operativa che provvede alla rotazione nei vari servizi di urgenza ed emergenza ospedalieri, con le modalità concordate nel DIE. 96 REGIONE CAMPANIA COORDINAMENTO REGIONALE DEL SISTEMA INTEGRATO EMERGENZA-URGENZA Presso la Direzione Generale Tutela della Salute e Coordinamento del SSR, la struttura di staff tecnico-operativo, viene individuata quale Coordinamento Operativo Regionale del Sistema Integrato dell’Emergenza-Urgenza. Tale struttura, limitatamente all’espletamento di detti compiti, coordina le attività delle UOD 04 Assistenza Territoriale e 06 Assistenza Ospedaliera e delle eventuali altre strutture per le rispettive competenze; essa si avvale del supporto tecnico di tre tavoli permanenti, territoriale, ospedaliero e distrettuale, a cui partecipano rispettivamente i responsabili aziendali delle COT, i responsabili dei Pronto Soccorso, rappresentativi delle varie aree aziendali e con il numero maggiore di accessi annui, e i responsabili dei servizi centrali aziendali per il coordinmento delle attività distrettuali. Il Coordinamento regionale svolge attività nelle seguenti materie: ■ definizione, con il diretto coinvolgimento dei Direttori Generali, degli obiettivi, delle risorse economiche, strutturali e strumentali da affidare ai DIE, in rapporto ai volumi quali quantitativi di attività e valutazione dei risultati; ■ definizione degli standard strutturali, operativi e clinici, nonché degli indicatori di qualità; ■ definizione delle modalità di rapporto con gli Enti ed Associazioni di Volontariato (emanazione schema regionale di convenzione, comprensiva di standard di operatività e requisiti); ■ definizione delle linee guida diagnostico/terapeutiche sui percorsi del paziente; ■ individuazione dei finanziamenti specifici (deve essere identificato il budget destinato da ciascuna Azienda all’attività del sistema); ■ definizione di programmi di formazione certificati dalla Regione Campania e miglioramento della qualità secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regione rep. Atti 1711 del 22 maggio 2003; ■ definizione di linee di indirizzo per attività integrate emergenza-continuità assistenziale, secondo quanto previsto dai CCNL specifici e con il diretto coinvolgimento delle componenti interessate; ■ adeguamento e implementazione del sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’ambito dell’assistenza sanitaria in emergenza-urgenza, previsto dal DM 17 dicembre 2008; ■ definizione dell’organizzazione dei presidi di emergenza-urgenza territoriale (118); 97 REGIONE CAMPANIA ■ definizione protocolli operativi dei mezzi speciali del Servizio Trasporto Infermi; ■ coordinamento, in collegamento con l’Unità di Crisi regionale, delle attività programmate e in corso di maxiemergenza, secondo i piani operativi dei dipartimenti precedentemente approvati. RETE DEI PRESIDI OSPEDALIERI DELL’EMERGENZA La modalità di risposta all’emergenza-urgenza si deve articolare su tre livelli funzionalmente differenziati ma organizzati in maniera gerarchica, tale da comprendere strutture ospedaliere di base, DEA di I° e II° livello. Le componenti costitutive minime per tale tipologia di presidi sono quelle riportate nel regolamento e recepite col presente riordino della rete ospedaliera. In particolare la rete ospedaliera dell’emergenza è organizzata su diversi livelli di operatività: ■ ospedale di pronto soccorso, previsto per un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, un tempo di percorrenza inferiore a 60 minuti verso il DEA di riferimento e numero di accessi superiore a 20.000. E’ deputato ad effettuare in emergenza-urgenza procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure stabilizzazione clinica e trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo i protocolli concordati per patologia. Le discipline previste sono quelle già riportate per gli ospedali di base. Il pronto soccorso deve essere dotato di letti di Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.) proporzionali al bacino di utenza e alla media degli accessi. Può essere prevista la funzione di PS, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000. ■ presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate. Sono presidi ospedalieri di base prevedibili in zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso). In questi presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna, di chirurgia ridotta con 98 REGIONE CAMPANIA funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, integrati nella rete ospedaliera di area disagiata e dotati indicativamente di: - un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; - una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Daysurgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina; - un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo. ■ ospedale sede di DEA di I° livello. Esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di PS e svolge funzioni di pronto soccorso e accettazione in emergenza-urgenza per patologie di maggiore complessità, di osservazione breve intensiva e di medicina di urgenza e, ove necessario, trasferisce in continuità di assistenza al DEA di II° livello (hub) per livello superiore di cura. La struttura sede di DEA di I° livello serve un bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti con un numero di accessi annui appropriati superiore a 45.000 e deve essere dotato delle strutture già riportate al cap. 3, par. 3.1. ■ ospedale DEA di II° livello (hub). Esegue tutti gli interventi previsti nell’ospedale sede di DEA di I° livello ed è sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua le funzioni di pronto soccorso e accettazione in emergenza-urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità (Centro ustioni, Centro trapianti, Unità spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia). La struttura sede di DEA di II° livello serve un bacino d utenza compreso tra 600.00 e 1.200.000 abitanti, con numero di accessi annui appropriati superiore a 70.000 e deve essere dotato delle strutture già riportate al cap. 3, paragro 3.1. Ad ogni livello, il triage sarà lo strumento di valutazione della tipologia e della priorità di intervento, così come previsto dal DCA 57/2012. 99 REGIONE CAMPANIA ■ rapporti con il servizio di continuità assistenziale. Dovranno essere messe a disposizione della continuità Assistenziale le dotazioni tecnologiche delle centrali Operative e l’integrazione con i medici di medicina generale, con ottimizzazione degli interventi, monitoraggio delle attività e riduzione dei tempi di attesa dell’utenza. Il servizio di continuità assistenziale viene organizzato anche tenendo conto di quanto previsto dall’art. 1 decreto legge 13 settembre 2012, n. 158. I servizi di Pronto Soccorso-osservazione breve e Pronto Soccorso–osservazione e Medicina d’Urgenza sono UU.OO. autonome che gestiscono l’emergenza avendo assegnato personale medico dell’emergenza territoriale e Medici Ospedalieri da inquadrare nella figura del Medico Unico d’emergenza, impegnati a rotazione. A tutti deve essere garantito un percorso formativo specifico e adeguato. I trasferimenti di pazienti, in urgenza, dagli ospedali di livello inferiore verso quelli di livello superiore, potranno avvenire solo in relazione a specifici trattamenti, non previsti negli ospedali di partenza, tenendo conto di una corretta distribuzione dei posti letto. Gli Ospedali di livello superiore non potranno rifiutare pazienti riconosciuti affetti da patologie di loro competenza (Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Terapie intensive, ecc.) per i pazienti provenienti dall’ambito territoriale di pertinenza, anche in carenza di posti letto. Resta fermo l’obbligo da parte delle U.O. non specificamente inserite nei DIE di riservare il 15% dei posti letto per l’emergenza. Il modello programmato, quindi, si propone una organizzazione in rete in grado di realizzare un proficuo scambio di conoscenze, nonché di attuare un processo di razionalizzazione delle prestazioni ospedaliere, anche con l’obiettivo di spostare il baricentro dall’ospedale, competente solo per le patologie acute, al territorio, ed elevare, in questo modo, la qualità dei servizi offerti. Pur non prevedendosi la presenza di pronto soccorso generale, partecipano alle attività di assistenza in emergenza-urgenza, mediante inclusione nelle reti di specialità, in particolare per patologie tempo dipendenti a cui si fa rinvio, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II e dell’ospedale V. Monaldi dell’Azienda Ospedaliera Monaldi – Cotugno – 100 REGIONE CAMPANIA CTO, allo scopo di superare una criticità che da sempre ha connotato l’attività di tali presidi le cui funzioni di alta specialità sono, ancora oggi, prevalentemente svolte in elezione. Tale scelta programmatica, ha un valore particolarmente strategico per la rete dell’emergenza ospedaliera dell’area metropolitana di Napoli, in quanto contribuisce a decongestionare il pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera Cardarelli che registra mediamente 300 accessi /die. La tabella che segue riporta gli ospedali rientranti nella rete emergenza urgenza, secondo i tre livelli di complessità. Macro-Area Avellino-Benevento Tipo Struttura A.O. Moscati di Avellino DEA II° livello A.O. Rummo di Benevento Ospedale Landolfi di Solofra Ospedale di Ariano Irpino PS Ospedale religioso FateBeneFratelli di Benevento Ospedale Criscuoli di S.Angelo dei Lombardi Ospedale S.Alfonso Maria de Liguori di S. Agata dei Goti Macro-Area Caserta Tipo Struttura DEA II° livello A.O. S.Sebastiano di Caserta DEA I° livello P.O. di Aversa CdC Pineta Grande di CastelVolturno P.O. Marcianise P.O. di Sessa Aurunca PS Ospedale S.Giuseppe e Melorio di S.Maria Capua Vetere P.O. di Piedimonte Matese P.O. di Maddaloni Macro-Area Napoli 1 Centro Tipo DEA II° livello DEA I° livello Struttura A.O.R.N. Cardarelli Ospedale del Mare (a regime) P.O. S.Giovanni Bosco - NA EST P.O. S.Paolo - NA OVEST Ospedale dei Pellegrini PS Ospedale religioso FateBeneFratelli di Napoli P.O. Loreto Mare Ospedale religioso Villa Betania 101 REGIONE CAMPANIA E' previsto un pronto soccorso di area particolarmente disagiata con 20 posti letto di medicina presso l’ospedale Capilupi di Capri. Macro-Area Napoli 2 Nord Tipo Struttura DEA I° livello Ospedale S.Maria delle Grazie di Pozzuoli P.O. S. Giuliano di Giugliano P.O. S.Giovanni di Dio di Frattamaggiore PS CdC Villa dei Fiori Istituto di Cura S. Maria della Pietà di Casoria (ospedale religioso) P.O. Rizzoli di Ischia Macro-Area Napoli 3 Sud Tipo DEA I° livello Struttura P.O. di Castellamare di Stabia P.O. di Nola P.O. di Sorrento PS P.O. De Luca e Rossano di Vico Equense P.O. Torre del Greco P.O. BoscoTrecase Macro-Area Salerno Tipo Struttura DEA II° livello A.O.U. Ruggi di Salerno DEA I° livello Ospedale S.Luca di Vallo della Lucania P.O. Umberto I di Nocera Inferiore P.O. Villa Malta di Sarno P.O. Fucito di Mercato S.Severino P.O. di Polla-S.Arsenio P.O. Eboli PS P.O. Battipaglia P.O. Cava dei Tirreni P.O. S. Maria della Speranza di Sapri P.O. di Scafati P.O. Oliveto Citra E’ previsto un pronto soccorso con 20 posti letto di medicina in zona particolarmente disagiata a Roccadaspide. Nel primo trimestre dell’anno 2016 sarà effettuata una valutazione dell’operatività dei suddetti presidi, con riferimento all’anno 2015, al fine di verificare il numero di accessi e valutarne la compatibilità con 102 REGIONE CAMPANIA gli standard pari a 20.000 accessi per il pronto soccorso, 45.000 per il DEA di I° livello e 70.000 per il DEA di II° livello. 103 REGIONE CAMPANIA 5.3 Il trattamento dell’Ictus – La rete Stroke PREMESSA Con DGR n. 257 / 2005 la Regione Campania ha emanato un primo documento “ Linee guida per il trattamento dell’ictus cerebrale” propedeutico alla progettazione della rete stroke. Negli anni successivi però l’atto non ha trovato alcuna attuazione. Il DCA n. 49/2010 di riordino della rete ospedaliera descrive la rete dell’ictus cerebrale acuto, descrive i livelli funzionali (unità ictus di 2° livello , unità ictus di 1° livello, aree dedicate all’ictus ), le funzioni, gli schemi operativi organizzativi, ed individua i centri (ospedali) interessati. Nel 2012 il Sub-Commissario ad Acta è ritornato sulla problematica ed ha attivato un Gruppo di Lavoro regionale con il compito di rielaborare le linee guida per il trattamento dell’ictus cerebrale ed una proposta di rete, anche in relazione a quanto definito nel DCA 49/2010 di riordino della rete ospedaliera. Sulla base delle proposte elaborate del Gruppo di Lavoro è stato elaborato il modello di Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per l’ictus cerebrale acuto. In applicazione delle direttive contenute nel Regolamento è stato elaborato il modello di rete per la cura dell’ictus cerebrale acuto come di seguito riportato. ANALISI DEI DATI – IL CRITERIO CLINICO PER DEFINIRE OBIETTIVI REGIONALI E DIMENSIONE DELLA RETE L’analisi dei casi incidenti per l’anno 2013 , sostanzialmente sovrapponibili a quelli del 2011 e 2012 , è rappresentata nella tabella A. La tabella A include le diagnosi associabili all’ictus cerebrale e permette di aggregare patologie con differente percorso terapeutico : i casi di emorragia cerebrale , i casi di ictus trombotico, i casi di TIA ( ischemie transitorie ), ed i casi di vasculopatie cerebrali acute e subacute senza danno immediato del tessuto nervoso. Al fianco delle aggregazioni di patologie sono indicate le relative degenze medie ed 104 REGIONE CAMPANIA il numero di posti letto necessari per l’assistenza con un indice di occupazione dell’85% ; ed infine i posti letto programmati nelle unità ictus spoke – hub. Le diagnosi utilizzate per definire i casi di ictus, concordate con i rappresentanti locali delle Società Scientifiche mediche , sono numerose e non tutte strettamente specifiche per le forme acute e gravi di vasculopatie cerebrali, ma funzionali a non escludere casistica mal codificata seppur con l’effetto di includere anche casi non proprio attinenti, per cui ne deriva un calcolo di posti letto più che sufficienti rispetto a quelli realmente necessari. Nella stessa tabella A il numero di posti letto programmati per spoke – hub è stato elaborato in funzione degli obbiettivi regionali di cura per l’ictus: ■ trattare chirurgicamente o per via endovascolare il 30% dei casi di emorragia cerebrale , incluso l’ESA ; ■ effettuare la trombolisi sistemica e/o endovascolare al 10% dei casi di ictus trombotico; ■ assicurare adeguata assistenza in ambiente idoneo a tutti i casi di ictus e TIA. Il dato 2013 evidenzia che il tasso regionale chirurgico delle emorragie cerebrali è di poco superiore al 20% dei casi ricoverati; la trombolisi negli ictus con trombosi è inferiore all’1%, ma il dato ufficiale è sottostimato perché alcune unità di neurologia non hanno segnalato sulla SDO la procedura di trombolisi . L’analisi del dato, per quanto suscettibile delle imprecisioni della codifica delle SDO, permette una valutazione sufficientemente precisa della frequenza degli ictus cerebrali e dei correlati ricoveri ospedalieri, consente il calcolo dei posti letto associati ed il disegno di una rete stroke , congrua per le esigenze assistenziali di questi ammalati. MODELLO ORGANIZZATIVO E REQUISITI STRUTTURALI La rete stroke della regione Campania prevede livelli assistenziali diversi per dotazione strutturali e capacità assistenziali, ed utilizza un modello organizzativo con hub e spoke. 105 REGIONE CAMPANIA Nella terminologia correntemente utilizzata nella relazione gli hub corrispondono alle Unità Ictus di 2° livello, propriamente identificate come Stroke Unit, costituite da aree di assistenza semiintensiva, in ospedali dotati di unità operative di neurologia, neuroradiologia e neurochirurgia, con consolidata esperienza nella trombolisi sistemica e nell’approccio chirurgico sia endovascolare neuroradiologico sia vascolare neurochirurgico, ed assicurano competenze di chirurgia vascolare, fisioterapia, logopedia, assistenza psicologica. Le unità ictus sono inserite di norma nell’ambito delle unità di neurologia e sono allocate in ospedali sede di dipartimento di emergenza (D.E.A. di 2° livello). Per le emorragie cerebrali, ed in particolare per l’ESA, si prevedono posti letto dedicati, che in relazione ai volumi di attività ed ai modelli organizzativi aziendali, possono essere allocati in neurochirurgia o nelle unità stroke. I centri Spoke, generalmente ubicati nei D.E.A. di 1° livello, sono dotati di aree di degenza con parte dei letti monitorati, preferibilmente dislocate nelle unità di neurologia ed autorizzati alla trombolisi sistemica. Il team stroke deputato all’assistenza di questi pazienti prevede la presenza di specialisti neurologi. Tutti gli ospedali con pronto soccorso, ai quali giungono autonomamente la maggior parte dei casi di ictus, sono funzionalmente integrati nella rete stroke. Questi ospedali sono connessi, in via telematica per la trasmissione delle immagini, ai centri ictus spoke o hub, ai quali trasferiscono i pazienti selezionati dagli stessi. I pazienti non trasferiti sono ricoverati nelle degenze di medicina o geriatria. RETE E RAPPORTI FUNZIONALI Il principio guida nella organizzazione della rete deve essere quello di selezionare i pazienti da indirizzare alle unità ictus (hub - spoke), perché suscettibili di terapia chirurgica, endovascolare o farmacologica, assistendo gli altri pazienti, che sono la gran maggioranza, in aree di degenze a minor specializzazione. I posti letto delle unità ictus devono essere utilizzati, prioritariamente ma non esclusivamente, dagli ammalati che possono trarre beneficio dalla tecnologia degli stessi centri , e questo richiede una selezione precisa e rapida dei pazienti . 106 REGIONE CAMPANIA I criteri di cui sopra sono coerenti con le indicazioni contenute nei “Quaderni ministero della salute n. 14 marzo-aprile 2012 “Criteri di appropriatezza strutturale, tecnologica e clinica per la prevenzione, diagnosi e cura della patologia cerebrovascolare”; Criteri di appropriatezza dei ricoveri per ictus (cap 5, parag 2.3) Il modello organizzativo della fase di primo soccorso, sia sul territorio che ospedaliera , deve essere preciso e chiaro , ogni dipendente impegnato nella rete deve sapere esattamente cosa fare all’atto del soccorso dell’ammalato ; allo stesso modo integrazioni e percorsi tra le diverse strutture devono essere precisi e rapidi. L’organizzazione del primo soccorso, il cosiddetto “percorso Ictus” è quindi il fattore chiave per selezionare ed indirizzare i pazienti verso il centro giusto, e va accuratamente predisposto in ogni singola ASL. Tutto il percorso assistenziale per l’ictus trombotico deve tendere ad assicurare l’inizio della terapia entro 4.30 ore dall’ inizio dei sintomi; per le forme emorragiche la tempistica dell’intervento è variabile, ma è comunque opportuno ridurre a tempi strettamente necessari la fase di diagnosi e dell’eventuale trasferimento del paziente, entro le sei ore dall’inizio dei sintomi. Nel caso di trasporto con il 118, la centrale operativa stabilisce la sede di ricovero più opportuna come da raccomandazioni contenute nell’allegato P.D.T.A.; tuttavia la prevalenza dei pazienti viene trasportata con mezzi propri e quindi quasi sempre raggiunge l’ospedale più vicino. Questi ospedali, in relazione a specifiche condizioni cliniche, possono trasferire i pazienti, previo accordo, ai centri ictus ovvero assisterli nelle proprie degenze di medicina o geriatria. Qualsiasi trasferimento di pazienti con ictus al centro ictus (spoke-hub) di riferimento, dal 118 o da altri ospedali, deve essere preventivamente autorizzato dal centro stesso; il centro ictus (spoke-hub) non può rifiutare il trasferimento di pazienti suscettibili di terapia trombolitica o chirurgica dall’area di proprio competenza. Trasferire pazienti, che non hanno possibilità di giovarsi della tecnologia delleunita’stroke (spokehub), senza l’autorizzazione del centro (spoke-hub) rischia di produrre un intasamento ed un malfunzionamento degli stessi e quindi di vanificare la funzione stessa della rete. 107 REGIONE CAMPANIA Nella fase attuativa della rete ictus delle singole aree territoriali può tornare utile definire una unità ictus (spoke-hub ) di riferimento ma anche una unità ictus di seconda opportunità nel caso di indisponibilità della prima. LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA – LE RETI PROVINCIALI La attuale situazione delle unità operative delle discipline interessate alla cura dell’ictus, per la grave carenza di organico medico ed infermieristico, ha reso impossibile la piena attuazione del Decreto n. 49 / 2010 del Commissario ad Acta che prevedeva per la Regione 11 Unità Ictus di 2° livello (HUB di 2° livello o Stroke Unit), 4 Unità Ictus di 1° livello (HUB di 1° livello) e 11 Aree dedicate all’ictus (Centri Spoke), distribuiti sul territorio. Il presente modello di rete ictus, elaborato secondo le indicazioni del Regolamento, e basato sullo studio della incidenza annuale di casi di malattia, ritiene sufficienti per le esigenze regionali 8 unità ictus (strokeunit) in hub e 12 unità ictus (strokeunit) in spoke. Gli ospedali con pronto soccorso sono connessi con le predette unita’stroke, alle quali hanno la possibilità di trasferire pazienti selezionati, assistendo gli altri casi nelle degenze di neurologia, medicina e geriatria. I criteri con cui sono stati identificati i centri stroke sono: ■ la dimensione provinciale per la rete ictus, e la rispondenza alla rete dell’emergenza-urgenza con particolare riferimento alla distribuzione dei dipartimenti integrati delle emergenze (DIE); ■ il numero dei ricoveri per patologia cerebrovascolare acuta mediamente effettuati negli ultimi tre anni: unita’ ictus hub nelle strutture che effettuano 500 o più ricoveri annui; unita’ ictus spoke nelle strutture che effettuano 300 ricoveri annui; ■ l’accessibilità alla rete in relazione alle finalità di: adeguare l’offerta di servizi alla densità di popolazione; assicurare tempi di trasporto brevi, 60 minuti come riferimento, per raggiungere un centro stroke da un qualsiasi punto della regione. 108 REGIONE CAMPANIA In adesione ai predetti criteri si prevedono: 9 unità stroke in hub, due per la macro-area AvellinoBenevento, una per la ASL di Caserta, quattro nella Provincia di Napoli, e due nella ASL di Salerno, nonchè 11 unità stroke in spoke idonee per la trombolisi sistemica, distribuite nel territorio regionale. I tempi di attuazione previsti per l’implementazione della rete stroke sono da 6 a 18 mesi, in relazione alle condizioni strutturali e di organico dei vari centri previsti. La messa in funzione della rete avviene per gradi successivi, con avvio differenziato a partire dalle ASL-Province che completano le specifiche necessarie. Seguendo questo schema per ogni ASL è stato predisposto un prospetto relativo alla frequenza dei ricoveri per ictus dei propri residenti, corredato della stima dei posti letto necessari e dei livelli organizzativi opportuni. Inoltre sono state elaborate tabelle sui flussi migratori intra-regionali dei ricoveri per ictus , in modo da inquadrare con precisione le attività svolte dai singoli presidi erogatori e le popolazioni ad essi afferenti, con la finalità di rappresentare bacini di utenza per HUB e SPOKE secondo linee di percorsi interaziendali. Tali percorsi sono essenziali per la fase di avvio della rete stroke che parte in contesti di profonde carenze strutturali ed in contemporaneità del blocco di assunzioni. Non tutte le Aziende Sanitarie sono in grado di offrire una assistenza completa ai malati di ictus, né sono in grado di adeguare la propria offerta in tempi brevi. MACRO-AREA PROVINCE AVELLINO – BENEVENTO Le Provincie di Avellino e Benevento sono aggregate in una unica macro-area con un numero di abitanti sufficiente a soddisfare i criteri del Regolamento per una adeguata assegnazione delle varie discipline mediche e chirurgiche ai presidi ospedalieri dell’area. La macro-area conta 713.977 abitanti, è territorialmente estesa, prevalentemente collinare e montuosa ed a bassa densità di popolazione soprattutto nelle aree interne. 109 REGIONE CAMPANIA La tabella AV-BN illustra l’incidenza dei casi con diagnosi di patologia vascolare cerebrale nell’anno 2013 nell’area in oggetto. Si ritiene congrua per soddisfare le necessita assistenziali la seguente dotazione : ■ una unità strokehub nell’A.O. Moscati di Avellino con4 p.l.; ■ una unità strokehub nell’A.O. Rummo di Benevento con 4 p.l.. Ambedue le unità sono già funzionanti. ■ una unità strokespoke presso l’ospedale di Ariano Irpino con 4 p.l. PROVINCIA-ASL CASERTA La Provincia-ASL di Caserta ha circa 923.113 abitanti, ha ampia estensione territoriale con aree a diversa densità di popolazione. La TAB CE evidenzia l’incidenza delle varie diagnosi di patologia rilevata nel 2013 nella ASL in questione. Dalla tabella specifica della Provincia di Caserta si valutano necessarie una unità strokehub e almeno 2 unità spoke, dislocati rispettivamente nell’A.O. S.Sebastiano di Caserta (6 pl), nell’ospedale Moscati di Aversa (4 pl) e nella CdC Pineta Grande di CastelVolturno (4 pl). L’analisi dei dati dimostra inoltre che la Provincia di Caserta è quella in cui vi è la maggiore dispersione dei ricoveri per ictus, con una notevole mobilità anche verso ospedali di ASL vicine, fenomeno che dovrebbe scomparire con il potenziamento e la dislocazione dell’offerta prevista nelle rete stroke. Attualmente nessuna delle strutture ospedaliere individuate è in grado di assicurare la completa assistenza per le forme emorragiche, in particolare per l’assenza della neuroradiologia nell’A.O. S. Sebastiano; per il tempo necessario alla attivazione delle predette specialità, è necessario stabilire una connessione funzionale con l’hub dell’ A.O. Cardarelli per il consulto ed il trasferimento dei casi trattabili della predetta patologia. 110 REGIONE CAMPANIA PROVINCIA – ASL SALERNO La ASL di Salerno ha circa 1.105.485 abitanti, con più aree distinte, l’area dell’agro nocerino-sarnese e quella della città di Salerno e della costa fino a Capaccio con elevata densità di popolazione, e le aree del Cilento e del Vallo di Diano a bassa densità di popolazione. La TAB SA evidenzia l’incidenza delle varie diagnosi di patologia rilevata nel 2013 nella ASL in questione. In termini organizzativi l’area della città di Salerno e tutta l’area a sud fa capo al centro strokehub del Ruggi (6 p.l.) ed a due centri spoke di Vallo della Lucania (4 p.l.) e di Polla (4 p.l.); l’area nord dell’agro nocerino-sarnese si riferisce all’ospedale di Nocera Inferiore (4 p.l.) che accoglie anche pazienti della ASL NA 3. Per l’ospedale di Nocera è proponibile l’attivazione di una strokehub utilizzando a pieno le divisioni di neurologia , neuroradiologia e neurochirurgia , già presenti nell’ospedale e opportunamente rinforzate nell’ organico di personale, in considerazione del fatto che il bacino di utenza si estende alla confinante ASL NA3 , nella quale non esistono centri con competenze chirurgiche specifiche. Nel futuro l’apertura dell’Ospedale del Mare, con annessa unità stroke, potrebbe attrarre l’utenza della ASL NA3 al momento indirizzata verso l’ospedale di Nocera Inferiore, che quindi ridimensionerebbe il proprio bacino di attrazione e il ruolo nell’ambito della rete stroke. PROVINCIA DI NAPOLI La Provincia di Napoli include la ASL NA 2 Nord con 1.044.569 residenti, la ASL NA 1 Centro con 998.132 residenti, e la ASL NA 3 Sud con 1.084.689 residenti, e si caratterizza per l’elevata densità di abitanti soprattutto in alcune aree, e per la concentrazione dell’offerta assistenziale ospedaliera nella città di Napoli. Difatti l’intera provincia gravita sulle strutture cittadine, per cui è opportuno strutturare una rete unica per l’intera provincia. 111 REGIONE CAMPANIA La ASL NA2 Nord non ha nei propri ospedali alcuna divisione di neurologia; ne è prevista una all’ospedale S.M. delle Grazie di Pozzuoli, dove è già funzionante una neurochirurgia, ed un’altra all’ospedale di Giuliano. Attualmente i ricoveri per ictus sono effettuati nelle divisioni di medicina degli ospedali di Giugliano, Pozzuoli e Frattamaggiore ed in buona parte negli ospedali napoletani, principalmente al Cardarelli. Anche per questa ASL è notevole la dispersione dei punti di ricovero per l’ictus. Nell’immediato la possibilità più semplice e concreta è il trasferimento dei casi di ictus suscettibili di trattamento, farmacologico o chirurgico, dai presidi locali all’ospedale Cardarelli. Tecnicamente le attività del Cardarelli per i pazienti della ASL NA2 non dovrebbero aumentare di molto se la selezione di quelli trasferibili avviene correttamente negli ospedali di primo accesso. In tempi rapidi l’attivazione di due centri ictus spoke presso l’ ospedale di Pozzuoli (6 pl) e di Giugliano (4 pl) consentirebbe il trattamento di trombolisi sistemica in loco, per cui al Cardarelli sarebbero inviati solo i casi di emorragie cerebrali suscettibili di trattamento chirurgico e/o endovascolare. La ASL NA1 Centro non ha difficoltà per l’organizzazione della rete ictus, poiché i suoi residenti si ricoverano negli ospedali cittadini, in particolare negli ospedali Cardarelli, Loreto Mare, San Paolo, S. Giovanni Bosco, ed inoltre nel CTO dell’A.O. dei Colli e nell’ A.O.U. Federico II. Semmai difficoltà può esservi nella canalizzazione della domanda verso i centri ictus, posto che gli accessi ai presidi avvengono per la maggior parte direttamente anziché con i mezzi del 118. Nell’area metropolitana sono previsti: ■ un centro hub presso l’ospedale del Mare (8 pl ), attualmente localizzato nell’ospedale Loreto Mare (4 pl). La dislocazione dell’Ospedale del Mare è periferica rispetto alla città ed a ridosso di rapide vie di comunicazione, per cui l’area di drenaggio per la patologia in oggetto potrebbe estendersi a tutta l’area sud-est della città e della Provincia, inclusa la zona sub vesuviana (Acerra), interna (Nola), e la zona costiera (Torre Del Greco, Castellammare di Stabia); 112 REGIONE CAMPANIA ■ un centro hub presso l’A.O. Cardarelli, che è il primo centro regionale per i ricoveri per ictus, e quello in assoluto con la maggiore casistica chirurgica per le emorragie cerebrali di qualunque tipo. Questo ospedale è punto di riferimento per i pazienti della città di Napoli e della ASL NA 2, ma riceve pazienti anche dalla ASL NA 3 e dall’area casertana. Nell’ospedale è prevista un centro stroke con 12 posti letto, ed altri 12 sono previsti nella neurologia e nella medicina dello stesso ospedale per i casi non necessitanti di ricovero nella unità stroke. Nell’ambito della rete regionale il Cardarelli funge da centro di riferimento per la città di Napoli, per l’ASL NA2 Nord, e per l’ASL di Caserta per alcune tipologie di emorragie cerebrali finchè l’A.O. San Sebastiano di Caserta non attiva l’unità di neuroradiologia. ■ un centrohub presso l’A.O.U. Federico II (4 pl); ■ un centro spoke presso l’ospedale S. Paolo (4 pl) , che ha una neurologia ben funzionante e ricovera circa 300 casi di ictus per anno, e con le dovute integrazioni può attivare una unità ictus idonea per la trombo lisi sistemica; ■ un centro spoke presso l’ospedale S. Giovanni Bosco (4 pl), attualmente tra i primi centri regionali per numero di interventi endovascolari per emorragie cerebrali, che dotato di una neurologia (per trasferimento nell’ambito della stessa ASL) diviene un centro spoke. La ASL NA 3 Sud non è allo stato dotata di nessuna delle specialità necessarie per la istituzione di unità stroke per la cura dell’ictus. I pazienti affetti da ictus trovano ricovero negli ospedali locali, principalmente nei presidi di Nola e Castellammare ed in quelli di Nocera Inferiore e Napoli (Loreto Mare e Cardarelli). La rete ictus di questa ASL prevede quindi due centri spoke, attrezzati per la trombolisisistemica : ■ presso l’ospedale di Castellammare (6 pl), che funge da riferimento per l’area vicina ed in particolare della costiera sorrentina che viceversa risulterebbe isolata; ■ presso l’ospedale di Nola (4 pl) per la popolazione dell’area interna. 113 REGIONE CAMPANIA La patologia emorragica va indirizzata, seguendo flussi già esistente, al centro Hubdell’ospedale di Nocera Inferiore per le aree interne, ed all’ospedale Loreto Mare per la zona contigua alla città di Napoli e della fascia costiera. L’Ospedale del Mare, allorché in funzione, tenderà a sostituire entrambi data la posizione geografica e la facilità di accesso. L’Azienda Ospedaliera dei Colli è dotata nell’ospedale CTO di neurologia con annessa unità stroke, di neurochirurgia e neuroradiologia (unità clinicizzate della S.U.N.) oltre che di rianimazione e di riabilitazione. L’Azienda è in grado di fornire assistenza completa, con personale dedicato e qualificato, al paziente con ictus cerebrale dalla fase acuta alla fase riabilitativa sino al rientro al domicilio. La funzione assegnata al CTO (4 pl) come centro spoke è di sostegno all’ospedale Cardarelli per la ricezione di pazienti con ictus in caso di completamento della capacità ricettiva di quest’ultimo, inviati unicamente dalla centrale operativa del 118, e regolata da apposito atto di convenzione fra le due Aziende. Rete Unità ICTUS Regione Cam pania Unità ICTUS HUB 8 ASL AV Moscati AV Rummo BN ASL CE S. Sebastiano ASL NA1 Unità ICTUS SPOKE 12 ASL BN Ariano Irpino ASL NA2 Cardarelli Federico II Loreto Mare - Ospedale del Mare ASL SA Ruggi Nocera Inferiore Aversa CdC Pineta Grande ASL NA3 CTO Pozzuoli Giugliano S.G. Bosco S.Paolo Castellamare Nola Vallo della Lucania Polla ALLEGATO 114 REGIONE CAMPANIA SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA RETE STROKE INDICATORI PROCESSO-ESITI DALLA SDO E’ opportuno mettere a punto una griglia di indicatori che permetta di valutare il funzionamento della rete stroke. Allo stato attuale sono disponibili i soli dati dei ricoveri ospedalieri (flusso SDO) che sarà necessario integrare con poche e mirate informazioni. I dati di specialistica ambulatoriale, farmaceutica, assistenza territoriale ed attività residenziali, anagrafe e mortalità non sono per il momento utilizzabili allo scopo. ■ RAPPORTO FRA DATA-ORA RICOVERO E DATA-ORA ESECUZIONE TAC-RMN Nel percorso di cura dell’ictus è fondamentale eseguire l’esame diagnostico ,TAC o RMN, prima possibile per avere conferma della diagnosi e del tipo di ictus ( emorragico o trombotico) e per definire il successivo percorso assistenziale. La diagnostica TAC / RMN deve essere eseguita immediatamente all’arrivo in ospedale, nel limite massimo di pochi minuti per restare nei tempi di una eventuale procedura trombolitica. I Dati presenti sulla SDO permettono di definire se l’esame diagnostico è stato eseguito nella stessa giornata di ricovero ma non informano sugli orari degli eventi; questa prima informazione, corrispondenza data ricovero con data esame TAC o RMN e sufficiente per una valutazione approssimativa, per cui controlli più precisi possono essere eseguiti sulla cartella clinica ad opera dei gruppi di controllo delle ASL. ■ PERCENTUALE DI CASI TRATTATI CON TROMBOLISI SISTEMICA La percentuale di casi trattati con trombolisi è un indicatore primario del funzionamento della rete; l’obbiettivo regionale è di eseguire la trombolisi sistemica nel 10% dei soggetti ricoverati con ictus trombotico. IL dato è rilevabile dal flusso SDO se viene riportata la procedura della trombolisi. ■ PERCENTUALE DI INTERVENTI CHIRURGICI SIA PER EMORRAGIE SIA PER TROMBI La percentuale di interventi chirurgici, endovascolari o a cielo aperto, sia per le emorragie, e più raramente per la trombosi, è un indicatore primario del trattamento delle patologie anzidette e della 115 REGIONE CAMPANIA efficienza della rete ictus. L’obbiettivo regionale è di trattare chirurgicamente il 30% dei ricoveri per emorragia cerebrale. Il dato è rilevabile dal flusso SDO. ■ TRASFERIMENTI SPOKE-HUB Il numero di trasferimenti da centri spoke agli hub di riferimento è la dimostrazione che le connessioni della rete sono funzionanti. Non vi sono valori attesi predefiniti ma sarà valutata la percentuale di trasferimenti dai vari centri ( rapportata al tipo e numero di ricoveri ) rispetto a medie regionali. Il dato è rilevabile dal flusso SDO. ■ TEMPO FRA LA DIMISSIONE DAL REPARTO PER ACUTI AL RICOVERO IN RIABILITAZIONE -INIZIO TERAPIA RIABILITATIVA La terapia riabilitativa nei pazienti con ictus dovrebbe iniziare prima possibile, già nella fase di ricovero acuto, e proseguire senza interruzioni. Il DCA 44 / 2013 prevede che non vi siano tempi vuoti tra la dimissione dal reparto per acuti e l’inizio della riabilitazione, con il trasferimento diretto nella degenza riabilitativa ovvero nel percorso riabilitativo territoriale. La valutazione del lasso di tempo fra ricovero in acuto e trasferimento in ricovero riabilitativo, che secondo jl DCA 44 / 2013 dovrebbe essere diretta , indica il rispetto di tale regola. Più complesso invece la valutazione del percorso territoriale per carenza di flusso informativo diretto. Il dato è disponibile dal flusso SDO per le attività eseguite in ricovero; per le attività in regime territoriale sarà necessario sperimentare un linkage di fonti informative. ■ RECIDIVA ICTUS - RECIDIVA TIA / ICTUS La recidiva di un evento acuto cerebrale, emorragia - trombosi, rispetto ad un primo episodio simile o anche di TIA può essere un indicatore di inefficace assistenza sanitaria. ■ MORTALITA’ INTRAOSPEDALIERA Indicatore generico, necessitante di ulteriori dati per eventuali valutazioni. 116 REGIONE CAMPANIA REGIONE CAMPANIA RICOVERI PER RESIDENTI PER PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI ACUTE 5.869.965 ABITANTI ACUTI RICOVERI ORDINARI > 1 gg urgenti EMORRAGGIA CEREBRALE OCCLUSIONE VASCOLARE CON INFARTO CEREBRALE STENOSI VASCOLARE SENZA INFARTO TIA TOTALE N. RIC. 1.379 5837 1163 2389 10.768 D.M. 15 10 8 6 P.L. 85% 48 142 21 36 247 TABELLA AV-BN ACUTI RICOVERI ORDINARI > 1 gg urgenti EMORRAGGIA CEREBRALE OCCLUSIONE VASCOLARE CON INFARTO CEREBRALE STENOSI VASCOLARE SENZA INFARTO TIA TOTALE 104 P.L. 713.977 ABITANTI N. RIC. 210 957 92 263 1.522 D.M. 10 10 8 6 P.L. 85% 9 21 2 4 36 TABELLA CE ACUTI RICOVERI ORDINARI > 1 gg urgenti STD REGIONE DOTAZ. HUB-SPOKE CH 30% TROMB 10% STD REGIONE DOTAZ. HUB-SPOKE CH 30% TROMB 10% 12 P.L. 923.113 ABITANTI N. RIC. D.M. P.L. 85% EMORRAGGIA CEREBRALE 220 15 8 CH 30% OCCLUSIONE VASCOLARE CON INFARTO CEREBRALE 987 11 25 TROMB 10% STENOSI VASCOLARE SENZA INFARTO 174 8 3 434 6 TIA TOTALE 1.815 6 42 TABELLA NA ACUTI RICOVERI ORDINARI > 1 gg urgenti STD REGIONE DOTAZ. HUB-SPOKE 14 P.L. 3.127.390 ABITANTI N. RIC. D.M. P.L. 85% 635 14 20 CH 30% 2.514 7 61 TROMB 10% 715 5 13 TIA 1.064 6 TOTALE 4.928 EMORRAGGIA CEREBRALE OCCLUSIONE VASCOLARE CON INFARTO CEREBRALE STENOSI VASCOLARE SENZA INFARTO 16 110 TABELLA SA ACUTI RICOVERI ORDINARI > 1 gg urgenti STD REGIONE DOTAZ. HUB-SPOKE 60 P.L. 1.105.485 ABITANTI N. RIC. D.M. P.L. 85% 314 15 11 CH 30% 1.379 11 35 TROMB 10% STENOSI VASCOLARE SENZA INFARTO 182 8 3 TIA 628 7 10 EMORRAGGIA CEREBRALE OCCLUSIONE VASCOLARE CON INFARTO CEREBRALE TOTALE 2.503 59 STD REGIONE DOTAZ. HUB-SPOKE 18 P.L. 117 REGIONE CAMPANIA 5.4 La rete per le emergenze cardiologiche PREMESSA La sindrome coronarica acuta (SCA) e le altre emergenze cardiologiche (scompenso cardiaco ed aritmie) costituiscono condizioni di alta frequenza e mortalità che presuppongono trattamenti di elevata complessità, che hanno nelle Unità intensive coronariche (UTIC), nei Servizi di Emodinamica interventistica (EI) e nelle UO di Cardiochirurgia i loro cardini assistenziali fondamentali. In particolare i Pazienti con SCA in accordo con le linee guida internazionali, si giovano di trattamenti intensivi, che includono la trombolisi farmacologica e, nella maggioranza dei casi, in tempi brevi o brevissimi, procedure invasive di pertinenza delle EI, quali la coronarografia ed interventi di rivascolarizzazione. I documenti di consenso delle Società scientifiche e la Società Europea di Cardiologia sottolineano come per la gestione ottimale del paziente con IMA sia necessario un modello organizzativo coordinato di assistenza territoriale in rete. Tale organizzazione rappresenta il sistema organizzativo per la gestione dell’emergenza IMA, che integra i sistemi di intervento di emergenza-urgenza tra il territorio e ospedali a diversa complessità assistenziale, con interconnessione assicurata da un adeguato sistema di trasporto. Si tratta di una rete di intervento che parte dal territorio e si coniuga efficacemente con un’organizzazione interospedaliera, applicando protocolli diagnostico-terapeutici e percorsi differenziati (diretti, intra- e inter-ospedalieri) concordati, utilizzando Servizi ed Ospedali con funzioni differenziate per livelli di competenza e di risorse, e valorizzando l’importanza e la “pari dignità” di ogni ruolo e di ogni intervento. La Rete ha lo scopo di garantire a tutti i pazienti con STEMI pari opportunità di accesso alle procedure salvavita di riperfusione coronarica, adottando strategie diagnostico-terapeutiche condivise e modulate, da un lato sul profilo di rischio del paziente e dall’altro sulle risorse strutturali e logistiche disponibili. Le principali finalità sono: ■ ottenere il numero più elevato possibile di riperfusioni coronariche nell’IMA attraverso l’utilizzo di angioplastica coronarica o trombolisi; 118 REGIONE CAMPANIA ■ utilizzare il sistema di riperfusione più efficace per il paziente su tutto il territorio regionale; ■ assicurare il trattamento interventistico con angioplastica al maggior numero di pazienti, in particolare a quelli con shock cardiogeno ed a più alto rischio, ed ai pazienti con controindicazioni alla trombolisi; ■ ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti con IMA attraverso una diagnosi precoce e l’utilizzo ottimale dei sistemi di teletrasmissione Elettrocardiografica a distanza in primis da parte del 118; ■ migliorare la prognosi dei pazienti con IMA; ■ razionalizzare l’impiego delle risorse. IL MODELLO ORGANIZZATIVO Il modello organizzativo adottato è quello di una rete di intervento territoriale imperniato sul Servizio di Emergenza del 118 a cui si affianca una rete interospedaliera coordinata di tipo HUB & SPOKE; tale modello garantisce l’equità dell’accesso a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui si manifesti il bisogno di assistenza. Esso si fonda sull’interazione e sulla complementarietà funzionale dei presidi e delle strutture indipendentemente dalla loro collocazione fisica ed amministrativa. L’applicazione pratica di questa organizzazione, secondo il modello “Hub&Spoke” presuppone da un canto l’individuazione delle relazioni e delle gerarchie fra i punti di produzione dei servizi classificati, in funzione della complessità, in“spoke” (UTIC senza Emodinamica Interventistica), in hub di 1° livello (UTIC con Emodinamica Interventistica) ed in hub di 2° livello (UTIC con Emodinamica Interventistica e Cardiochirurgia) e dall’altro l’attivazione di schemi organizzativi e di una centrale cardiologica, coordinata con la centrale operativa del 118, che siano in grado di facilitare la costruzione del percorso assistenziale sulle esigenze del paziente e la ricerca di strumenti di comunicazione che in modo rapido mettano in connessione i vari punti del sistema. Il modello Hub&Spoke prevede la valutazione delle potenzialità dei vari centri, la concentrazione della produzione più complessa nei centri di eccellenza e la definizione delle procedure di invio dai centri periferici di minore specializzazione in base a protocolli concordati, condivisi e formalizzati, nel caso in cui i pazienti superino la soglia di complessità predefinita degli interventi possibilmente effettuabili in sicurezza in quel centro; tali accessi del paziente verso strutture di complessità maggiore avviene 119 REGIONE CAMPANIA anche in carenza di posti letto. L’integrazione diviene quindi fondamentale per sfruttare al massimo le potenzialità di risposta dei vari punti mantenendo l’omogeneità su tutto il territorio della qualità della prestazione erogata poiché in questo modo, in qualunque punto si acceda al sistema, le tecnologie e le professionalità messe a disposizione saranno le medesime. La definizione dei percorsi assistenziali per fornire una risposta globale alle esigenze del paziente è un obiettivo fondamentale del Governo Clinico ed è relativo alla definizione di una serie di azioni cliniche e assistenziali, basate sulle evidenze presenti nella letteratura scientifica, logicamente correlate e svolte con tempi definiti che devono essere realizzate da un insieme di professionisti funzionalmente integrati indipendentemente dalla struttura di appartenenza. In questo caso l’integrazione del sistema diviene necessaria per favorire la formazione di gruppi multidisciplinari trasversali rispetto ai settori di lavoro e per assicurare continuità, efficacia, efficienza e qualità della risposta. L’individuazione di più rapidi strumenti condivisi di comunicazione tra tutti gli operatori che si avvicendano su percorso assistenziale del paziente è un elemento prezioso per elevare il livello di qualità della risposta e favorire il confronto tra gli esperti. In tal caso l’integrazione costituisce il modello vincente per permettere l’omogeneizzazione dei sistemi e dei linguaggi e favorire il confronto tra professionisti sui casi trattati. L’integrazione diviene inoltre una necessità, in tempi di risorse scarse, anche dal punto di vista economico. Sinergia significa efficienza, eliminazione di percorsi ridondanti, utilizzo dei servizi senza duplicazioni inutili e deleterie. Programmare l’integrazione rappresenta quindi anche la modalità più corretta e appropriata di restituire ai cittadini valore aggiunto – in termini di servizi resi – rispetto al prelievo dalla fiscalità generale. Nella rete per l’emergenza cardiovascolare, l’UTIC, di qualsiasi livello, è il perno attorno al quale ruota l’organizzazione dell’assistenza al paziente cardiopatico acuto. Vanno collegati in rete ospedali con differenti livelli di complessità, ponendo al centro le relazioni tra le diverse unità operative, per poter centralizzare o decentrare il paziente ricoverato, secondo le necessità di ciascuno. 120 REGIONE CAMPANIA Una componente fondamentale dell’assistenza al cardiopatico ischemico post acuto e post chirurgico è la cardiopatia riabilitativa post acuta. Tale attività degenziale è infatti in grado di garantire una gestione più idonea dei reparti per acuti cardiologici e cardiochirurgici, consentendo, a minori costi, una dimissione precoce ma protetta ed un più agile turnover di posti letto. La titolarità delle attività di cardiologia riabilitativa è da attribuire allo specialista cardiologo. L’iter procedurale ad oggi condotto per l’attivazione operativa della rete cardiologica in Regione Campania è ormai in fase di completamento. Infatti il Coordinamento Regionale del sistema Integrato dell’Emergenza, con il supporto del tavolo tecnico istituito con DCA n.23 del 9/3/1012 ha realizzato il documento “Rete dell’Infarto Miocardico Acuto – Protocollo clinico-organizzativo ai sensi del DCA n.49 del 27/9/2010”, approvato con DCA n.29 del 15/3/2013, che contiene i protocolli operativi per il funzionamento della rete (i cui centri hub&spoke sono stati individuati con il DCA n. 49/2010), nonché le caratteristiche tecnologiche necessarie per la trasmissione dei referti, comprese le relative modalità di acquisto. Nel contempo lo stesso tavolo tecnico ha elaborato e predisposto tutto il materiale necessario per l’attuazione della formazione regionale prevista. Il Coordinamento Regionale del sistema integrato dell’Emergenza ha attivato i tavoli tecnici provinciali previsti dal DCA n. 63 del 19/6/2012 delle Province di Avellino e Benevento, territori prescelti per l’avvio della sperimentazione attuativa che comprende una fase di formazione del personale. Nel frattempo, nel mese di ottobre, è stata aggiudicata la gara presso So.Re.Sa. per l’acquisto delle tecnologie necessarie per la trasmissione dei referti (elettrocardiografi-defibrillatori per i mezzi di trasporto, attrezzature per la trasmissione delle immagini, attrezzature informatiche per il collegamento tra le Centrali operative, tablet per l’acquisizione delle informazioni NSIS a bordo dei mezzi di trasporto). Pertanto entro il 31/1/2015 è previsto l’avvio della fase di sperimentazioine e la contestuale attivazione delle procedure operative nelle altre province. Nel contempo la Direzione Generale Tutela della Salute e Coordinamento del SSR, attraverso la propria struttura di staff tecnico-operativo che svolge compiti di Coordinamento Operativo Regionale del Sistema Integrato dell’Emergenza-Urgenza, provvederà a definire, a completamento di quanto già realizzato e tenuto conto delle criticità strutturali legate al tema della riabilitazione, un protocollo operativo per l’organizzazione della riabilitazione cardiologica. DEFINIZIONE DEI CENTRI PARTECIPANTI ALLA RETE 121 REGIONE CAMPANIA L’Intesa Stato Regioni n. 98 del 5/8/2014 definisce con esattezza la metodologia per il calcolo del fabbisogno di strutture da prevedere sul territorio regionale in base alla popolazione servita. Per quanto riguarda le discipline da ricomprendere nella rete dell’emergenza cardiologica il fabbisogno per la Regione Campania è il seguente: ■ una emodinamica interventistica/300.000 – 600.000 abitanti: per la Campania da 10 a 20; ■ una UTIC/150.000 – 300.000 abitanti: per la Campania da 20 a 39 (di cui da 10 a 20 provviste di emodinamica interventistica). Per la ottimale funzionalità alla rete regionale tutte le emodinamiche interventistiche programmate devono garantire il funzionamento H24. Tale obiettivo, in parte già realizzato, deve essere completato entro 6 mesi dall’approvazione del presente piano. Il precedente piano ospedaliero (DCA 49/2010) ha definito la rete cardiologica individuando complessivamente 15 Hub (emodinamiche) e 19 spoke (UTIC), per complessive 34 strutture. Tenuto conto della necessaria integrazione con le strutture private già accreditate, e considerata la residua disponibilità del complessivo fabbisogno si ritene di dover integrare nella rete cardiologica quelle strutture private accreditate dotate di emodinamica interventistica e di cardiochirurgia, individuandole come centri hub 1. Alle strutture non dotate di Pronto soccorso il paziente potrà accedere tramite 118. Alla luce di questa opportuna integrazione la rete regionale per l’emergenza cardiologica risulta costituita, nel pieno rispetto del calcolo del fabbisogno regionale secondo l’Intesa Stato Regioni n. 98 del 5/8/2014, da 38 UTIC, di cui 19 dotate di emodinamica interventistica, con 5 centri Hub2 e 14 centri Hub1, e con 19 Spoke, così distribuite per territorio provinciale: Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno TOTALE Hub 2 1 0 1 2 1 5 Hub 1 1 1 3 6 3 14 TOT Hub TOT spoke 2 1 1 1 4 3 8 10 4 3 19 18 122 REGIONE CAMPANIA Identificazione delle Centrali Operative con i relativi centri Spoke di riferimento e i centri per emodinamica interventistica (HUB 1) e cardiochirurgia (HUB 2): CENTRALE OPERATIVA NAPOLI – D.I.E. NAPOLI 1 CENTRO Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ AOU Università Federico II – Napoli Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ A.O. Cardarelli ■ P.O. Loreto Mare * ■ CdC Clinica Mediterranea - Napoli Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. San Paolo – Napoli (a regime) ■ Osp. dei Pellegrini – Napoli ■ Osp. Fatebenefratelli – Napoli ■ Fondazione Evangelica Betania – Napoli CENTRALE OPERATIVA NAPOLI OVEST – D.I.E. NAPOLI 2 NORD Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ A.O. Monaldi - SUN Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ P.O. Loreto Mare * ■ A.O. Cardarelli - Napoli ■ Osp. S.Maria delle Grazie – Pozzuoli (NA) (a regime) * Svolgerà tale funzione sino alla confluenza nella nuova AO “Ospedale del Mare” che a regime costituirà il centro HUB 1 di riferimento territoriale di pertinenza Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: 123 REGIONE CAMPANIA ■ Osp. San Giuliano - Giugliano (NA) ■ Osp. S.Giovanni di Dio – Frattamaggiore (NA) ■ Osp. “Rizzoli” di Ischia (NA) CENTRALE OPERATIVA NAPOLI EST – D.I.E. NAPOLI 3 SUD Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ A.O. Monaldi - SUN Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ Osp. S. Giovanni Bosco ■ Osp. S. Leonardo Castellamare (a regime) Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. S.Maria della Misericordia - Sorrento (NA) ■ Osp. S.Maria della Pietà – Nola (NA) ■ Osp. Boscotrecase (NA) CENTRALE OPERATIVA AVELLINO - D.I.E. AVELLINO Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ A.O. San Giuseppe Moscati – Avellino Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ CdCMontevergine – Mercogliano (AV) Centro SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. Ariano Irpino (AV) CENTRALE OPERATIVA BENEVENTO - D.I.E. BENEVENTO Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia (HUB 2): ■ A.O. San Giuseppe Moscati – Avellino 124 REGIONE CAMPANIA Centro di riferimento per emodinamica interventistica e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 1): ■ A.O. Rummo - Benevento Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli – Benevento CENTRALE OPERATIVA CASERTA - D.I.E. CASERTA Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ A.O. Sant’Anna e San Sebastiano – Caserta Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ Osp. S. G. Moscati – Aversa (CE) (a regime) ■ CdC Pineta Grande – Castel Volturno (CE) ■ CdC San Michele – Maddaloni (CE) Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. Piedimonte Matese (CE) ■ Osp. S.Rocco Sessa Aurunca (CE) ■ Osp. S. Giuseppe e Melorio – S. Maria Capua Vetere (CE) CENTRALE OPERATIVA SALERNO - D.I.E. SALERNO Centro per emodinamica interventistica e cardiochirurgia e centrale operativa cardiologica di riferimento (HUB 2): ■ A.O.I.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Salerno Centro di riferimento per emodinamica interventistica (HUB 1): ■ Osp. Umberto I di Nocera I. (SA) ■ Osp. Eboli (SA) ■ Osp. San Luca Vallo della Lucania (SA) 125 REGIONE CAMPANIA Centri SPOKE presenti nel bacino d’utenza: ■ Osp. Sarno (SA) ■ Osp. Polla - S.Arsenio (SA) ■ Osp. dell'Immacolata – Sapri (SA) 126 REGIONE CAMPANIA 5.5 La rete trauma PREMESSA Il trauma nei Paesi occidentali è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori e la prima causa nella popolazione al di sotto dei 45 anni e, poiché interessa prevalentemente le fasce di popolazione attiva, costituisce un enorme costo sociale. Inoltre in molti traumatizzati residuano condizioni invalidanti che aggravano ulteriormente le sequele negative sia sul piano umano che economico per il paziente ed i suoi familiari. La Sezione I del Consiglio Superiore di Sanità su indicazione del Ministro della Salute ha esaminato in un documento del luglio 2004 la problematica dell’assistenza al trauma maggiore, individuando le seguenti condizioni al fine di garantire un’assistenza adeguata durante tutte le fasi del soccorso: ■ la necessità di un primo inquadramento generale dell’infortunato sul campo con riconoscimento preliminare delle lesioni e delle priorità terapeutiche; ■ la capacità di istituire sul campo e durante il trasporto le eventuali manovre di supporto di base ed avanzato della funzione respiratoria e circolatoria; ■ l’avvio del paziente alla struttura ospedaliera più adeguata, in grado di offrire un trattamento efficace e definitivo delle lesioni (che non è necessariamente quella più vicina al luogo dell’incidente); ■ la connessione operativa dei servizi per la gestione in fase acuta con le strutture riabilitative allo scopo di assicurare, secondo un principio di continuità terapeutica, la presa in carico precoce del paziente da parte dei sanitari deputati alla riabilitazione. Questi aspetti sono già stati affrontati nell’ambito dell’accordo Stato Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano del 4 aprile 2002 sulle “Linee guida per l’organizzazione di un sistema integrato di assistenza ai pazienti traumatizzati da mielolesioni e/o cerebrolesioni”, che ha individuato la necessità di sistemi integrati extra-intraospedalieri di assistenza ai soggetti colpiti da traumatismo (detti Sistemi Integrati per l’Assistenza al Trauma Maggiore, SIAT) imperniati su strutture ospedaliere specificamente competenti nella cura del trauma definite “Centri Trauma” o “Trauma Centers” e sui Centri di Riabilitazione. Più recentemente il Regolamento “Definizione degli standard qualitativi, 127 REGIONE CAMPANIA strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’Assistenza ospedaliera”, approvato con Intesa Stato Regioni n. 95 del 5 agosto 2014, ha esplicitamente previsto la necessità di costituire sistemi integrati extra-intraospedalieri di assistenza ai soggetti colpiti da traumatismo detti SIAT. Il Centro Traumi è organizzato secondo il modello di un’unità operativa funzionale ed interdisciplinare all’interno di un Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA) di un Ospedale (Trauma Team), con funzioni di coordinamento delle varie competenze specialistiche che, pur mantenendo l’appartenenza alle singole unità operative, quando necessario, convergono e vengono finalizzate alla gestione del traumatizzato secondo protocolli prestabiliti e condivisi. La vittima di un trauma maggiore si giova non solo di una gestione multidisciplinare in urgenza/emergenza volta al trattamento delle lesioni prodotte dal trauma, ma anche di una tempestiva presa in carico da parte degli Specialisti di Riabilitazione che deve iniziare già in fase acuta con la formulazione di un progetto riabilitativo individuale, finalizzato al recupero del grado di funzione il più elevato possibile. L’introduzione nel Trauma Team degli specialisti di riabilitazione consente la valutazione precoce dei pazienti destinati ad un percorso riabilitativo e la messa in atto immediata di provvedimenti che favoriscono il successivo recupero funzionale. SISTEMA INTEGRATO PER ASSISTENZA AL TRAUMA – SIAT Le esperienze condotte negli Stati Uniti, in Canada e negli altri Paesi europei hanno dimostrato che l’istituzione di sistemi integrati di assistenza ai soggetti colpiti da trauma denominati “Trauma System” o Sistema integrato per l’assistenza al trauma – SIAT consentono una riduzione dei decessi evitabili per trauma. La finalità di un SIAT è quella di assicurare la cura definitiva del paziente con trauma maggiore nel minor tempo possibile e nel luogo più adatto. Si definisce trauma maggiore un evento in grado di determinare lesioni mono o poli distrettuali tali da causare almeno in un settore un rischio immediato o potenziale per la sopravvivenza del paziente. Tali condizioni vengono definite sulla base di un valore superiore a 15 del punteggio anatomico InjurySeverity Score (ISS). I traumi cosiddetti minori, che cioè non soddisfano i criteri pre-ospedalieri di severità, possono afferire all’Ospedale più vicino dotato di un Pronto soccorso, indipendentemente dalla sua appartenenza e dal suo livello nell’ambito del SIAT. Se a seguito della valutazione medica tali pazienti vengono 128 REGIONE CAMPANIA considerati affetti da lesioni potenzialmente a rischio per la sopravvivenza, deve essere possibile attivare un trasferimento presso i centri trauma del SIAT (trasporti secondari urgenti a carico del 118). Si identifica quindi un modello di rete ospedaliera che si dota, tra le altre funzioni, di un’organizzazione specifica per la cura del trauma maggiore con la partecipazione degli altri Ospedali non compresi nella rete ma deputati alla cura dei traumi minori. Secondo il modello SIAT tutti i traumi con criteri di triage indicativi di trauma maggiore devono essere trasportati al centro trauma in relazione alla tipologia delle lesioni e alla necessità di eventuali alte specialità al fine di rispettare il più possibile il principio di Centralizzazione primaria, cioè del trasporto immediato al luogo di cura definitiva. In caso di impossibilità al controllo e al trattamento in sede extraospedaliera dell’instabilità respiratoria o circolatoria da parte del personale sanitario, il paziente deve essere trasportato, indipendentemente dal tipo di lesioni, al più vicino centro trauma per la stabilizzazione iniziale per poi essere trasferito, se necessario, alla struttura di livello superiore, una volta ottenuto il controllo della funzione cardiorespiratoria (Centralizzazione secondaria utilizzando la Centrale Operative 118 di competenza che sarà adeguatamente dotata delle risorse per la gestione diretta dei Trasporti Secondari Urgenti,così come anche previsto per altre reti - STEMI e STROKE - avvalendosi di tecnologie per la trasmissione di immagini e dati. I concetti di centralizzazione e di inclusività sono strettamente correlati alla possibilità di: ■ attivare un rapporto di collaborazione, tra le strutture, per l’assistenza al paziente critico al fine di intervenire tempestivamente ed efficacemente evitando la congestione solo dei centri a elevata intensità di cure; ■ uso della telemedicina che consente la rapidità di trasferimento delle immagini tra strutture per formulare la diagnosi precisa e decidere il percorso assistenziale migliore; ■ implementazione sul sistema 118 della gestione dei trasporti secondari urgenti; ■ introduzione sistematica dell’Audit clinico quale mezzo per implementare le linee guida e per verificare l’attività svolta tra i professionisti dei diversi centri (propedeutico all’istituzione del Registro Regionale Trauma in accordo con i flussi informativi ministeriali). 129 REGIONE CAMPANIA Il principio operativo di centralizzazione permette non solo di ottenere la concentrazione della patologia maggiore in poche sedi ove vengono predisposte le risorse specifiche (con quindi evidente contenimento dei costi del sistema), ma anche di consentire un addestramento adeguato e continuativo delle équipe di sanitari. Il CTS (Centro Traumi ad alta Specializzazione) funge da ospedale di riferimento per i traumi della sua area di competenza e deve essere in grado di accogliere pazienti provenienti dal resto del SIAT con problematiche polidistrettuali o che necessitino di alte specialità, qualora non presenti presso gli altri Ospedali della rete: CTZ (Centro Traumi di Zona), PST (Presidi di Pronto Soccorso per Traumi). Il CTS, per il suo ruolo specialistico, deve sempre avere a disposizione letti in area critica per accettare i pazienti provenienti da tutto il SIAT, che richiedano le sue attrezzature e competenze. È quindi indispensabile che vengano predisposti protocolli concordati di trasferimento in uscita dalle terapie intensive del CTS verso terapie intensive-subintensive di altre o strutture della rete, proponibili per pazienti che hanno superato la fase acuta e che necessitano di trattamenti erogabili anche in sedi diverse dal CTS. Bisogna tener presente che la gestione efficace del trauma maggiore prevede un riconoscimento rapido e tempestivo, a partire dal momento stesso dell’evento, della causa che lo ha provocato. Pertanto è necessario che gli operatori sanitari che operano in emergenza sul territorio utilizzino la definizione di trauma maggiore su indicata. Poiché l’ISS non può essere calcolato in sede pre-ospedaliera, vengono convenzionalmente considerati colpiti da evento traumatico maggiore i pazienti che presentano, sul campo, almeno uno dei seguenti criteri di selezione (triage): ■ alterazione delle funzioni vitali: pressione sistolica < 90 mmHg, alterazione della coscienza (Glasgow Coma Scale < 14), frequenza respiratoria > 29 o < 10 (Revised Trauma Score < 11); ■ anatomia della lesione: ferite penetranti di testa, collo, torace, addome, arti prossimali a livello del gomito o ginocchio; lembo toracico mobile; sospetto clinico di frattura di bacino o di due o più ossa lunghe prossimali; paralisi di un arto; amputazione prossimale a polso o caviglia; associazione lesione traumatica con ustione di 2° o 3°; ■ indicatore di alta energia: eiezione da veicolo, morte di un occupante del veicolo, caduta oltre cinque metri, investimento auto-pedone o auto-ciclista, rotolamento del veicolo, estricazione>20 minuti, caduta di motociclista con separazione dal mezzo, alta velocità (deformazione esterna >60 cm, intrusione >40 cm, strada extraurbana o velocità >40 km/h, abbattimento di ostacolo fisso); 130 REGIONE CAMPANIA ■ traumi avvenuti in soggetti a rischio per età (età <5 e >55 anni), patologia cronica preesistente nota o evidente, gravidanza nota o evidente. Nella maggior parte dei casi i pazienti traumatizzati gravi hanno un trauma cerebrale e/o midollare, in questi casi i pazienti devono essere trasferiti in neurochirurgia e curati prima che vadano in coma. Questo spiega il ruolo principale della neurochirurgia all’interno di sistema integrato di gestione dei pazienti traumatizzati gravi (Sistema integrato per l’assistenza al trauma – SIAT). A causa della elevata frequenza di pazienti traumatizzati gravi con un trauma cerebrale e/o midollare è necessario prevedere il ruolo principale della neurochirurgia all’interno di sistema integrato di gestione dei pazienti traumatizzati gravi (Sistema integrato per l’assistenza al trauma – SIAT). Tale sistema è costituito da una rete di strutture ospedaliere tra loro funzionalmente connesse e classificate sulla base delle risorse e delle competenze disponibili in: ■ Centri Traumi di alta Specializzazione (CTS), afferenti a DEA di II livello con Trauma Team del Dipartimento di Emergenza dedicato alla gestione del Trauma maggiore, in grado di accogliere pazienti con problematiche polidistrettuali o che necessitino di alte specialità, qualora non presenti presso gli altri Ospedali della Rete (CTZ, PST). Tali centri identificano e trattano 24 ore su 24, in modo definitivo, qualsiasi tipo di lesione mono o poli-distrettuale e garantiscono le cure intensive necessarie, salvo alcune funzioni particolarmente specifiche svolte in centri regionali (Centro Grandi Ustionati, Unità Spinale Unipolare e Riabilitazione del cranioleso, Camera Iperbarica, Centro Antiveleni). I CTS sono individuati presso: – CTS Campania Centro - Ospedale del Mare, per il bacino d’utenza afferente alla Provincia di Napoli; – CTS Campania Nord - AO S. Anna e S. Sebastiano di Caserta per il bacino d’utenza afferente alle Province di Caserta, Benevento ed Avellino; – CTS Campania Sud - AO S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, per il bacino d’utenza afferente alla Provincia di Salerno. ■ Centri traumi di zona (CTZ), individuati presso DEA di I o II livello che garantiscono H24 il trattamento in modo definitivo di tutte le lesioni tranne quelle connesse con tutte o alcune alte specialità. I CTZ sono individuati presso: 131 REGIONE CAMPANIA – AO Cardarelli e PO CTO dell’AO dei Colli, afferenti al CTS Campania Centro; – AO Rummo di Benevento e AO Moscati di Avellino afferenti al CTS Campania Nord; – PO Umberto I di Nocera e PO S. Luca di Vallo della Lucania della ASL di Salerno afferenti al CTS Campania Sud. ■ presidi di Pronto Soccorso per Traumi (PST), individuati in tutti gli altri DEA di I livello e presso gli ospedali pubblici e privati accreditati dotati di Pronto Soccorso generale, che garantiscono il trattamento immediato, anche chirurgico, delle lesioni con instabilità cardio-respiratoria prima di un eventuale trasferimento ad una struttura di livello superiore. Tale classificazione si basa sul modello di rete integrata “Hub e Spoke”, modello che prevede la concentrazione della casistica più complessa o che richiede sistemi organizzativi più complessi, in un numero limitato di centri CTZ (Hub) che sono fortemente integrati, attraverso connessioni funzionali tra di loro e con il Centro Traumi ad Alta Specializzazione (CTS) nonchè con i centri periferici PST (Spoke o PS) i quali assicurano l’assistenza per i restanti casi. La modulazione dell’assistenza secondo livelli di complessità, con centralizzazione dei casi più complessi in poche sedi, favorisce l’efficienza del sistema e presuppone l’esistenza di un percorso clinico assistenziale nell’emergenza per il paziente con trauma grave che consenta un riconoscimento tempestivo a partire dal momento stesso dell’evento che lo ha provocato. Per garantire la massima ricettività possibile da parte del CTZ, devono essere previsti protocolli concordati per la precoce presa in carico da parte del PST dei pazienti che hanno risolto presso il CTZ la fase acuta e non richiedono più trattamento specialistico. È necessario inoltre ricordare che il modello così configurato deve assicurare anche l’integrazione con le Strutture di riabilitazione in modo da garantire con tempestività sia la precoce riabilitazione del soggetto gravemente traumatizzato nella fase del ricovero in acuzie che la successiva presa in carico, in rapporto alla situazione clinica del paziente, da parte delle strutture che operano nella fase postacuta (Unità spinali, U.O. Medicina riabilitativa). Requisiti dei nodi della rete 132 REGIONE CAMPANIA Presidio di Pronto soccorso per traumi (PST): devono essere disponibili le risorse sufficienti a garantire il trattamento immediato delle lesioni determinanti instabilità cardio-respiratoria prima di un eventuale trasferimento ad una struttura di livello superiore. Tale struttura si identifica con un Pronto soccorso generale. Centro traumi di zona (CTZ), deve essere collocato in una struttura sede di DEA di I o di II livello e avere: ■ disponibilità 24 ore su 24 delle specialità di Chirurgia generale, Anestesia e Rianimazione, Medicina d’urgenza, Ortopedia, nonché di infermieri addestrati alla gestione del trauma, del tecnico di radiologia, medico radiologo 7-23, reperibilità del medico radiologo 23-7; ■ un settore per l’arrivo delle ambulanze direttamente collegato all’area di accettazione; ■ un’area attrezzata di accettazione comprendente un numero minimo di due postazioni per la stabilizzazione respiratoria e circolatoria (dotate quindi di tutte le attrezzature per il supporto vitale intensivo) e per le procedure chirurgiche di emergenza di controllo della via aerea, delle sindromi da occupazione del cavo pleurico (pneumotorace o emotorace) e delle emorragie esterne o interne (shock room), O.B.I. (Osservazione Breve Intensiva) e area semintensiva. ■ la radiologia deve essere disponibile nelle adiacenze dell’area di accettazione per garantire esami radiografici standard, ecografia e TAC ( possibilmente macchine da almeno 16 banchi). La radiologia deve essere in linea con i sistemi di trasmissione a distanza delle immagini per consentire le attività di tele gestione previste nell’ambito del SIAT (secondo i protocolli ISS); ■ la risonanza magnetica deve essere modulata sulle reali necessità e riservata ai casi individuati come necessari dal Medico Radiologo sulla base degli altri accertamenti diagnostici effettuati; ■ un laboratorio d’urgenza e un Centro trasfusionale attivi 24 ore su 24; ■ due sale operatorie contigue multifunzionali, dove poter svolgere interventi di Chirurgia generale d’urgenza e Chirurgia ortopedica più eventuali specialità connesse con il trattamento del traumatizzato. Centro traumi ad alta specializzazione (CTS): oltre alle caratteristiche di minima definite per i CTZ devono essere disponibili tutte le risorse necessarie ad identificare e trattare 24 ore su 24 in modo definitivo qualsiasi tipo di lesione, e a garantire le cure intensive ai pazienti con problematiche poli- 133 REGIONE CAMPANIA distrettuali. Tali centri devono registrare un volume di attività per trauma non inferiore ai 400-500 casi/anno e con una quota di traumi gravi superiore al 60% dell’intera casistica trattata. Nell’attuale ordinamento il CTS è collocabile presso un DEA di II livello in cui siano presenti anche specialità quali neurochirurgia, chirurgia maxillo-facciale, chirurgia plastica. Inoltre, gli standard di riferimento del Committee of Trauma dell’American College of Surgeons, ripresi dal Consiglio Superiore di Sanità indicano un CTS e due CTZ ogni due milioni di abitanti. Rete per l’emergenza-urgenza traumatologica pediatrica Il trauma rappresenta la principale causa di morte e di gravi sequele nella popolazione pediatrica dopo il primo anno di vita. In particolare il 44% dei decessi tra 1-4 anni è dovuto a un trauma. L'ipossia, il trauma cranico severo e l'emorragia massiva costituiscono le più frequenti cause di decesso. La prognosi di un bambino politraumatizzato, fatta eccezione per i traumi più devastanti, può essere favorevolmente influenzata da un adeguato e tempestivo trattamento attuato nei primi minuti dall'evento. La disponibilità di un efficiente sistema di emergenza territoriale che sia in grado di stabilizzare la vittima sul luogo dell’evento, ove possibile, e di trasportarlo rapidamente ed in “sicurezza” ad un centro ad alta specializzazione può risultare quindi decisivo per migliorare la prognosi finale del paziente. Al di là dei necessari progetti di prevenzione, le conseguenze dei traumi sono riducibili attraverso l’istituzione di modelli di assistenza integrata tra territorio ed ospedale (Sistema Integrato per l’Assistenza al Trauma o SIAT), finalizzati a garantire l’arrivo del paziente nel tempo più rapido possibile all’Ospedale in grado di erogare la cura definitiva. Inoltre, occorre garantire anche per il paziente pediatrico la tempestiva presa in carico dei pazienti traumatizzati gravi da parte delle strutture di riabilitazione (accordo Stato-Regioni 4 aprile 2002 e 29 aprile 2004). CTS pediatrico per la gestione del trauma maggiore in età pediatrica La gestione del trauma maggiore pediatrico (0-14 anni) richiede conoscenze ed abilità specifiche. Poiché il numero di traumi maggiori nel bambino è molto esiguo, tali competenze si acquisiscono solo 134 REGIONE CAMPANIA attraverso elevate casistiche d’interventi e trattamenti intensivi anche non traumatologici. Si ritiene pertanto necessario centralizzare il più possibile la gestione di questi casi. La presenza nella struttura di una terapia intensiva pediatrica è ritenuta condizione essenziale ai fini del buon trattamento del bambino critico. Il C.T.S. a valenza pediatrica, si avvale della stessa tipologia di risorse dedicate all’adulto: devono essere quindi disponibili anche per il livello pediatrico in stretta sinergia con quelle operanti per la elezione presso l’ospedale pediatrico, le Strutture ed il personale del CTS in guardia attiva di Chirurgia Generale e d’Urgenza, Anestesia-Rianimazione, Ortopedia, Medicina per D.E.A., Neurochirurgia, Radiologia, servizi di Laboratorio e di Medicina Immunotrasfusionale e Banca dei Tessuti da espletarsi nell’ambito delle omologhe reti regionali. In disponibilità devono essere presenti le funzioni di altre specialità, quali: Chirurgia Vascolare, Cardiologia, Cardiochirurgia, Chirurgia Plastica e Grandi Ustionati, Chirurgia Maxillo Facciale, Chirurgia della mano e dei reimpianti, Radiologia interventistica (presenti nel Polo anche mediante accordi interaziendali con reperibilità sovra zonali o attraverso la gestione multidisciplinare dipartimentale). Il team multidisciplinare del CTS, che si attiva all’arrivo del trauma severo nell’ambito del trauma team, e’ costituito da Medici appartenenti alle diverse Strutture Operative. Il C.T.S. e’ sede di riferimento per il trattamento delle gravi ustioni. Per rendere ottimale la gestione del bambino traumatizzato è necessaria la condivisione di percorsi diagnostico assistenziali che dal territorio all’ospedale pediatrico ai centri di riabilitazione indichino con chiarezza come gestire questi pazienti. Anche per quanto riguarda i CTZ deve essere attivata, qualora non già presente, l’integrazione nel team dedicato agli adulti con valenze pediatriche specifiche esistenti nel CTZ. In Campania il CTS pediatrico per l’intera Regione è individuato l’AO Santobono – Pausilipon. Protocolli di trasferimento Le strutture assistenziali dedicate della rete sono dislocate sul territorio in modo da ottimizzare le connessioni funzionali tra ospedali periferici e centri di riferimento e condividono protocolli di trasferimento e percorsi clinico-assistenziali. 135 REGIONE CAMPANIA Al fine di poter governare le relazioni funzionali tra i nodi della rete, La Direzione Generale Tutela della Salute e Coordinamento del SSR, attraverso la propria struttura di staff tecnico-operativo che svolge compiti di Coordinamento Operativo Regionale del Sistema Integrato dell’EmergenzaUrgenza, nell’ambito dei compiti ad esso assegnati, coordinerà i tavoli territoriale ed ospedaliero per concordare procedure/protocolli interaziendali di gestione del trauma grave e neurotrauma in emergenza; tali protocolli devono essere sottoposti ad aggiornamento e verifica periodica e in particolare, in essi, i centri Hub devono definire, in accordo con gli Spoke, le modalità di selezione dei pazienti da trattare nel centro di alta specialità per evitare l’inappropriatezza dei trasferimenti interospedalieri. L’intervento del Servizio di Emergenza Territoriale 118 nella gestione dei trasporti secondari protetti Per Trasporto Secondario Protetto si intende il trasferimento assistito di un paziente critico da un ospedale ad un altro per ricovero o esecuzione di accertamenti diagnostici e/o trattamenti terapeutici urgenti che non possono essere effettuati nell'ospedale richiedente. A seguito sono descritte le modalità operative per la risposta da parte del Servizio di Emergenza Territoriale 118 a richieste di gestione dei trasporti secondari protetti in regime di emergenza/urgenza riguardanti i pazienti che accedono ai DEA dei presidi ospedalieri richiedenti. Le richieste di Trasporto Secondario che vengono inoltrate alla C.O. 118 da parte dei Presidi Ospedalieri, possono comprendere casi di emergenza/urgenza dovuti a: ■ mancanza di posto letto in Rianimazione/Unità Coronarica/Terapia Intensiva Specialistica/Terapia Intensiva Neonatale; ■ assenza di reparto di Rianimazione/Unità Coronarica/Terapia Intensiva Specialistica/Terapia Intensiva Neonatale; ■ indagine Specialistica/Diagnostica urgente; ■ intervento Specialistico urgente; Timing del trasporto 136 REGIONE CAMPANIA ■ Trasporti d’Urgenza/Emergenza: da effettuarsi nel minor tempo possibile. Il trasporto secondario d’urgenza/emergenza, riguarda pazienti acuti in immediato pericolo di vita o con quadri patologici la cui prognosi è legata al tempo di instaurazione di una terapia specifica (tempo limite indicativo di 30’ per l’attivazione) ed è effettuato dal sistema 118. ■ Trasporti d’Urgenza/Differibili: da effettuarsi con tempistiche programmabili. Il trasporto secondario differibile riguarda pazienti gravi che non necessitano di trattamento specifico a breve termine. Tale trasporto riveste caratteristiche di programmabilità e dovrà essere espletato dall’azienda con le proprie risorse organizzative. Pianificazione attuativa Al fine di rendere operativi i presenti indirizzi regionali verrà emanato un Decreto Commissariale di nomina di uno specifico Gruppo di lavoro per il Trauma, composto da un rappresentante di ciascuna delle discipline coinvolte (radiologia, medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, rianimazione pediatrica, ortopedia, neurochirurgia, laboratorio, medicina trasfusionale, chirurgia plastica, medicina fisica e riabilitazione) e dell’ARSAN, e afferente al Coordinamento Regionale del Sistema di Emergenza-Urgenza e con esso integrato per la specifica competenza, a quest’ultimo sono assegnati i seguenti compiti: ■ definizione del protocollo clinico-organizzativo per la gestione del paziente con trauma grave. ■ definizione di programmi regionali di formazione; ■ programmazione degli interventi per l’uso della telemedicina, al fine di consentire la rapidità di trasferimento delle immagini tra strutture per formulare la diagnosi precisa e decidere il percorso assistenziale migliore; ■ conduzione di audit clinici per l’implementazione ed il periodico aggiornamento di tale protocollo. ■ verifica dell’attività svolta. Presso l’Osservatorio Epidemiologico Regionale, e con il supporto tecnico dell’ARSAN, è istituito il Registro Regionale Trauma in accordo con i flussi informativi ministeriali, con il compito di definire, popolare ed aggiornare gli indicatori utili alla Direzione Generale per le attività di audit del Comitato Trauma, in raccordo funzionale con il Programma Nazionale Esiti. 137