Svolgimento di Algebra I - 22 Marzo 2012 1. Nell’insieme delle frazioni F := ab | a, b ∈ Z, b 6= 0 si consideri la relazione ∼ definita ponendo: ab ∼ ab ⇔ ab = ba. i) Si dimostri che ∼ è una relazione di equivalenza in F ; ii) si provi che in Q (quoziente di F rispetto ∼) è ben definito il prodotto: a c ac · := . b d bd Svolgimento i) a b ∼ a b =⇒ a2 b2 a b ∼ a b a1 b1 ∼ . Infatti ab = ba; a b e ∼ a2 b2 a b . Infatti da ab = ba segue ab = ba; ∼ ab33 =⇒ ab11 ∼ ab33 . Infatti, per ipotesi: (1) a1 b2 = b1 a2 , (2) a2 b3 = b2 a3 . Se a2 = 0, da b2 6= 0 segue a1 = 0 e a3 = 0. Quindi a1 b3 = 0 = b1 a3 . Se a2 6= 0, moltiplicando le relazioni (1) e (2) si ottiene a1 b2 a2 b3 = b1 a2 b2 a3 . Semplificando per b2 6= 0 e a2 6= 0 si conclude a1 b3 = b1 a3 . 0 0 a0 c0 ii) bd 6= 0 perchè b 6= 0, d 6= 0. Inoltre ab ∼ ab0 e dc ∼ dc 0 =⇒ ac bd ∼ b0 d0 Infatti da ab0 = ba0 e cd0 = dc0 segue ab0 cd0 = ba0 dc0 , ossia acb0 d0 = bda0 c0 . 2. Siano (Z, +) il gruppo additivo dei numeri interi e G := Z ⊕ Z il gruppo i cui elementi sono le coppie ordinate di interi, rispetto alla somma: (a1 , b1 ) + (a2 , b2 ) := (a1 + a2 , b1 + b2 ). i) Si dimostri che l’applicazione f : Z ⊕ Z → Z definita ponendo f ((a, b)) := 4a − 11b, ∀ (a, b) ∈ Z ⊕ Z è un epimorfismo di gruppi additivi; ii) si indichino gli elementi di Kerf e si mostri che Kerf è un gruppo ciclico, determinandone un generatore. Svolgimento i) f ((a1 , b1 )) + f ((a2 , b2 )) = (4a1 − 11b1 ) + (4a2 − 11b2 ) = 4 (a1 + a2 ) − 11 (b1 + b2 ) = f ((a1 + a2 , b1 + b2 )). Quindi f è un omomorfismo. Ogni y ∈ Z ha come preimmagine, ad esempio (3y, y). Infatti f ((3y, y)) = 12y − 11y = y. Quindi f è suriettiva. ii) Ker f = {(a, b) | 4a − 11b = 0}. La coppia (11, 4) ∈ Ker f , quindi Ker f contiene il sottogruppo ciclico da essa generato, ossia h(11, 4)i = {k(11, 4) | k ∈ Z}. D’altra parte, sia (a, b) ∈ Ker f . Da 4a = 11b segue b = 4b, a = 11a. Sostituendo ad a e b tali valori si ha 4 · 11 · a = 4 · 11 · b, da cui a = b. Pertanto (a, b) = a(11, 4) ∈ h(11, 4)i. Si conclude Ker f = h(11, 4)i. 3. Nel gruppo simmetrico S9 si consideri α = (12536789)(2547)(3496). i) Si determinino gli elementi di hαi ed i relativi periodi; ii) si determini A9 ∩ hαi, dove A9 rappresenta il gruppo alterno di grado 9; iii) si dica se i laterali hαi(15679) = hαi(245)(139), motivando la risposta; iv) si definisca un epimorfismo f : (Z, +, 0) → hαi e si determini Ker f . Svolgimento i)ii) elemento α0 = id α = (12389754) α2 = (1395)(2874) α3 = (18529437) periodo ∈ A9 6∈ A9 ∈ A9 6∈ A9 1 8 4 8 elemento α4 α5 α6 α7 = (19)(27)(35)(48) = (17349258) = (1593)(2478) = (14579832) periodo ∈ A9 6∈ A9 ∈ A9 6∈ A9 2 8 4 8 iii) (15679) ((245)(139))−1 = (2679354) 6∈ hαi, quindi non coincidono. iv) f (z) := αz . Da f (z + t) := αz+t = αz αt segue che f è un omomorfismo. Chiaramente f è suriettiva. Ker f = 8Z. 4. In Z5 [x] siano a = x4 + 3x2 + 1, b = x3 − x2 − 3x − 2. i) si calcoli il massimo comun divisore monico d fra a e b e lo si esprima nella forma d = f a + gb, f, g ∈ Z5 [x]. ii) quali sono gli altri massimi comun divisori fra a e b ? iii) si decompongano a( e b in fattori irriducibili in Z5 [x] e si determinino, per ciascuno di essi, le radici e le relative molteplicità . Svolgimento i) Abbreviando MCD(a, b) in (a, b): a = b(x + 1) + 2x2 + 3; b = (x2 − 1)(x − 1) + 3x + 2. (a, b) = (b, 2x2 + 3) = (b, x2 − 1) . (b, x2 − 1) = (x2 − 1, 3x + 2) = (x2 − 1, x − 1) = x − 1 = d. Da 2x2 + 3 = a − b(x + 1) segue x2 − 1 = 3a − b(3x + 3). Da 3x + 2 = b − {3a − b(3x + 3)} (x − 1) segue x − 1 = a(−x + 1) + b(x2 + 1). ii) x − 1, 2x − 2, 3x − 3, 4x − 4. iii) a = (x + 1)2 (x − 1)2 , b = (x − 1)(x2 + 2). Tutti i polinomi di grado 1 sono irriducibili. Inoltre x2 + 2 è irriducibile in Z5 [x] perchè ha grado 2 e non ha radici in Z5 . . Svolgimento Algebra II -22 Marzo 2012 1. i) Gli elementi dell’anello quoziente A = Z3I[x] , dove I è l’ideale generato da x2 + 1, sono 9. Precisamente A = {I + r0 + r1 x | r0 , r1 ∈ Z3 } = {I + 0, I + 1, I − 1, I + x, I + 1 + x, I − 1 + x, I − x, I + 1 − x, I − 1 − x} . Il polinomio x2 + 1 non ha radici in Z3 : infatti 0 + 1 = 1 6= 0 (mod 3) e (±1)2 + 1 = −1 6= 0 (mod 3). Avendo grado 2 è irriducibile in Z3 [x]. Ne segue che l’ideale I è massimale e quindi che A è un campo. ii) (I + x)0 (I + x)1 (I + x)2 (I + x)3 (I + x)4 = I + x0 = I + 1, = I + x1 = I + x, = I + x2 = I − 1, = (I + x)(I + x2 ) = I − x, = (I + x)2 (I + x)2 = I + 1. Quindi I + x ha periodo 4 nel gruppo moltiplicativoA∗ . Si conclude che, per ogni k ∈ Z, (I + x)k = (I + x)r dove r =∈ {0, 1, 2, 3} è il resto della divisione di k per 4. [x] iii) L’anello B = <xZ23−1>I non è un campo perchè ha divisori dello zero. 2 Per esempio < x − 1 > −1 + x 6=< x2 − 1 > +0 e < x2 − 1 > +1 + x 6=< x2 − 1 > +0, ma (< x2 − 1 > −1 + x)(< x2 − 1 > +1 + x =< x2 − 1 > −1 + x2 =< x2 − 1 > +0. Siccome A è un campo, non è isomorfo a B. 2. i) {0} è ideale di C. Sia I un altro ideale. Detto i un elemento non nullo di C, si ha i−1 ∈ C e, per definizione di ideale i−1 i = 1 ∈ I. Si conclude che C1 = C ≤ I. Quindi gli unici ideali di C sono {0} e C stesso. Si poteva anche limitarsi a osservare che C è un campo. Quindi, per un risultato visto in teoria, gli unici ideali sono {0} e C. ii) Consideriamo, ad esempio, gli ideali I =< (x+1) >, J =< x >. Si ha I 6= C[x] perchè i polinomi non nulli di I hanno tutti grado ≥ 1. Quindi nessun polinomio di grado 0 appartiene a I. Analogamente J 6= C[x]. D’altra parte 1 = (x + 1) − x appartiene a I + J. I alternativa Ne segue che ogni polinomio f (x) ∈ C[x] si scrive nella forma f (x) = (x + 1)f (x) + x(−f (x), dove il primo addendo appartiene a I, il secondo a J. Pertanto f (x) ∈ I + J. Si conclude C[x] = I + J. II alternativa Sappiamo, dalla teoria, che I + J è un ideale di C[x], perchè somma di 2 ideali. Quindi 1 ∈ I + J implica I + J = C[x]. 3. L’isomorfismo vale per il Teorema 5.3 pag.17 delle Dispense (decomposizione primaria). x ≡ 6 (mod 11) x ≡ 5 (mod 9) . 4. Il sistema dato è equivalente a x ≡ 3 (mod 5) Nelle notazioni delle dispense: b1 = 6, d1 = 11, t1 = 45 b2 = 5, d2 = 9, t2 = 55 b3 = 3, d3 = 5, t3 = 99. 45(1) + 11(−4) = 1 55(1) + 9(−6) = 1 99(−1) + 5(20) = 1 =⇒ y1 = 1, y2 = 1, y3 = −1. Quindi una soluzione del sistema è : c = t1 y1 b1 + t2 y2 b2 + t3 y3 b3 = 45(6) + 55(5) − 99(3) = 248 Le altre sono i numeri 248 + k(11 · 5 · 9) = 248 + k495, al variare di k ∈ Z. −8 −1 −4 4. i) ad(A) = −3 −6 −24 . −6 −12 −3 1 Aad(A) = 45I, quindi det(A) = 45. Ne segue che A−1 = 45 ad(A). ii) Una forma normale di A è A− 1AI = I. Il rango di A è 3. iv) Si ha: 1 0 1 −1 x2 − 4 6 − 3x 1 41 x = − 14 (x − 2) 1 0 1 x2 − 4x + 4 x2 − 5x + 6 0 1 4x − 8 0 4(x − 2) 0 = . 1 3 1 2 0 0 4x − 4 ∗ x + 6 4 (x − 2)(x + 2x − 12) x−2 0 Quindi una forma normale di B è N = . 0 (x − 2)(x2 + 2x − 12) Le altre si ottengono moltiplicando N per una qualunque matrice diagonale diag(q1 , q2 ) con 0 6= q1 , 0 6= q2 ∈ Q. B ha rango 2. Svolgimento Approfondimenti di Algebra -22 Marzo 2012 1. a) Sia A un gruppo abeliano di ordine 150 = 2 · 3 · 52 . Per la sequenza d1 | · · · |dt dei fattori invarianti di A si hanno le seguenti possibilità : • t = 1, d1 = 2 · 3 · 52 , A ' Z150 , annullatore di A l’ideale 150Z, minimo numero di generatori 1; • t = 2, d1 = 5, d2 = 2 · 3 · 5, A ' Z5 ⊕ Z30 , annullatore di A l’ideale 30Z, minimo numero di generatori 2. Poichè due gruppi abeliani finitamente generati sono isomorfi se e solo se hanno la stessa sequenza di fattori invarianti, a meno di isomorfismi i gruppi abeliani di ordine 150 sono Z150 e Z5 ⊕ Z30 . b) l’applicazione f : (Z, +, 0) → (Q∗ , ·, 1) tale che f (z) = 2z è un omomorfismo. Infatti f (z + t) = 2z+t = 2z 2t = f (z)f (t). È iniettiva perchè Ker f := {z | 2z = 1} = {0}. Infine Im f = {2z | z ∈ Z} = h2i. Si conclude che f è un isomorfismo da Z a h2i, quindi i due gruppi sono abeliani. Procedimento alternativo: h2i è abeliano perchè 2a 2b = 2a+b = 2b+a = 2b 2a . Il minimo numero di generatori è 1: infatti è generato da {2}. Il suo annullatore è l’ideale {0}: infatti 2z = 1 solo se z = 0. Quindi la sequenza dei fattori invarianti è d1 = 0. Poichè il gruppo additivo Z ha la stessa sequenza di fattori invrianti, i due gruppi sono isomorfi. 2. M, M 0 moduli sull’anello R. M libero con base B = {m1 , m2 } . a) Consideriamo una applicazione f : B → M 0 . Ogni m ∈ M si scrive in modo unica nella forma m = r1 m1 + r2 m2 con r1 , r2 ∈ R. Quindi è univocamente determinato r1 f (m1 ) + r2 f (m2 ) := fb(m). Abbiamo cosı̀ definito una applicazione fb : M → M 0 . Essa è un omomorfismo di moduli (facile!). fb(mi ) = f (mi per i = 1, 2. Infine, sia g : M → M 0 un R-omomorfismo la cui restrizione a B coincide con f . Da m = r1 m1 + r2 m2 , segue g(m) = r1 g(m1 ) + r2 g(m2 ) = r1 f (m1 ) + r2 f (m2 ) = fb(g). Si conclude che fb è unica. Essa è detta l’estensione per linearità della f . b) Consideriamo B 0 = {m1 , m1 + m2 }. Da xm1 + y(m1 + m2 ) = 0M segue (x + y)m1 + ym2 ) = 0M , da cui y = 0 e x = 0. Quindi B 0 è indipendente. Ogni m ∈ M si scrive nella forma m = r1 m1 + r2 m2 . Segue m = r1 m1 − r2 m1 + r2 m1 + r2 m2 = (r1 − r2 )m1 + r2 (m1 + m2 ). Quindi B 0 genera M , pertanto è una base. 1 1 0 La matrice di passaggio da B a B è P = 0 1 3 c) Sia m ∈ M . Se mB = allora m = 3m1 −2m2 = 5m1 −2(m1 +m2 ), −2 5 0 . quindi mB −2 1 −1 3 5 −1 0 Oppure mB = P mB = = . 0 1 −2 −2 0 −1 −1 3. A = 0 0 −1 ∈ Mat3 (C) ha autovalori 2, 2i, −2i e relativi au8 −4 2 tospazi generati rispettivamente da 5 5 1 v1 = 2 , v2 = 4 − 2i v1 = 4 + 2i . −4 + 8i −4 − 8i −4 Rispetto alla base {v1 , v2 , v3 } l’applicazione lineare v 7→ Av ha matrice diagonale, infatti Av1 = 2v1 , Av2 = 2iv2 , Av3 = −2iv3 . 4. Siano A, B due matrici di Matn (Q). Sia a1 (x)| · · · |at (x) la sequenza dei fattori invarianti di A, dove ai (x) ∈ Q[x]. Analogamente sia b1 (x)| · · · |bk (x) quella di B, dove bi (x) ∈ Q[x]. Se esiste P ∈ GLn (C) tale che P −1 AP = B, esse sono coniugate in C[x], quindi hanno la stessa sequenza di fattori invarianti. Notando che Q[x] ≤ C[x], le due sequenze sopra indicate devono essere uguali. Si conclude che A e B devono essere coniugate anche in Q[x]. Svolgimento di Algebra I - 10 Aprile 2012 1. i) Soluzioni intere della congruenza 10x ≡ −7 (mod 13). 13 = 10(1) + 3 10 = 3(3) + 1 . 3 = 1(3) + 0 Quindi MCD(13, 10) = 1 = 10 − 3(13 − 10) = 10(4) + 13(−3). Da 1 = 10(4) + 13(−3) segue: 10(4) ≡ 1 (mod 13) 10(−28) ≡ −7 (mod 13). Quindi una soluzione è x0 = −28. L’insieme delle soluzioni è {−28 + k13 | k ∈ Z} = {−2 + k13 | k ∈ Z} = {11 + k13 | k ∈ Z} = ... La congruenza 14x ≡ −1 (mod 7) non ha soluzioni intere perchè , per ogni a ∈ Z, si ha 14a ≡ 0 6= −1 (mod 7). ii) Se a ≡ b (mod n), si ha a − b = nq con q ∈ Z. Ne segue (a − b)c = n(qc) ossia ac − bc = n(qc). Poichè (qc) ∈ Z, si conclude che ac ≡ bc (mod n). iii) E.g., per a = 2, b = 1, c = 3 si ha ac ≡ bc (mod 3), ma a 6≡ b (mod 3). 2. i) Nel gruppo S3 i laterali destri del sottogruppo S2 =< (12) > sono: S2 = {id, (1, 2)}, S2 (13) = {(13), (1, 3, 2)}, S2 (23) = {(23), (1, 2, 3)}. ii) S2 non è normale in S3 perchè ad esempio (13)−1 (12)(13 = (23) 6∈ S2 . 3. i) Se A, B sono sottogruppi di un gruppo abeliano G, la loro somma A + B è un sottoguppo. Infatti: • Da 0G ∈ A e 0G ∈ B segue 0G = 0G + 0G ∈ A + B. • Se a1 + b1 ∈ A + B e a2 + b2 ∈ A + B (ossia a1 , a2 ∈ A, b1 , b2 ∈ B) si ha a1 + b1 − (a2 + b2 ) = (a1 − a2 ) + (b1 − b2 ) ∈ A + B. Chiaramante A ≤ A + B, infatti ogni a ∈ A si scrve a = a + 0G , dove 0G ∈ B. Analogamente B ≤ A + B. Infine sia H è un sottogruppo di G tale che A ∪ B ⊆ H. Per ogni a ∈ A e per ogni b ∈ B si ha a, b ∈ H, da cui a + b ∈ H, essendo H un sottogruppo. Si conclude A + B ≤ H. ii) 24Z ∪ 16Z non è un sottogruppo di Z perchè , ad esempio, 24 − 16 = 8 6∈ 24Z ∪ 6Z. iii) 6Z ∪ 30Z = 6Z è un sottogruppo di Z. 4. i) x4 − 3 è irriducibile in Q[x] per il criterio di Eisenstein con p = 3. √ √ √ x4 − 3 = (x − 4 3)(x + 4 3)(x2 + 3) in R[x]. √ Il fattore x2 + 3 è irriducibile in R[x]. Infatti, in caso contrario, si avrebbe √ x2 + 3 = (ax + b)(cx + d) con a, b, c, d ∈ R, ac 6= 0. Pertanto r := −b a √ sarebbe una radice reale. Ma r2 ≥ 0, quindi r2 + 3 > 0, contraddizione. √ √ √ √ x4 − 3 = (x − 4 3)(x + 4 3)(x − 4 3i)(x + 4 3)i in C[x]. x4 − 3 = x4 + 1 = (x + 1)4 in Z2 [x]. x4 − 3 = x4 in Z3 [x]. ii) Si fa ripetutamente uso del fatto che, per il Teorema di Ruffini, α è radice di f (x) se e solo se (x − α)|f (x). Sia α radice di MCD(a(x), b(x)) := d(x). Allora (x − α)|d(x). Poichè d(x)|a(x), si ha che (x − α)|a(x). Pertanto α è radice di a(x). Analogamente α è radice di b(x). Viceversa, sia α radice comune di a(x) e b(x). Allora (x−α)|a(x) e (x−α)|b(x). Ne segue, per definizione di MCD(a(x), b(x)), che x − α divide d(x). Quindi α è radice di d(x). iii) Se α è radice di a(x) di molteplicità 3, si ha: a(x) = (x − α)3 q(x), dove (x − α) non divide q(x). Ne segue a(x)2 = (x − α)6 q(x)2 . Poichè x − α è primo e non divide q(x), non divide neanche q(x)q(x) = q(x)2 . Si conclude che α è radice di a(x)2 di molteplicità 6. Svolgimento di Algebra II - 10 Aprile 2012 1. i) In Z7 [x] si ha x4 + 3 = x4 − 4 = (x2 + 2)(x2 − 2). Pertanto l’ideale I generato da x4 + 3 è contenuto propriamente nell’ideale J generato da (x2 + 2) ( o anche in quello generato da (x2 − 2)). ii) M.C.D.(x4 +3, x2 +x−1) = 1. Quindi il laterale I +x2 +x−1 ha inverso. x4 + 3 = (x2 + x − 1)(x2 − x + 2) − 3x + 5 x2 + x − 1 = (−3x + 5)(2x + 3) + 5 Dalla prima divisione si ottiene −3x + 5 = x4 + 3 − (x2 + x − 1)(x2 − x + 2). Sostituendo tale valore nella seconda si ha 5 = (x4 + 3)(−2x − 3) + (x2 + x − 1)(2x3 + x2 + x), da cui, osservando che [5]−1 7 = [3]7 , 1 = (x4 + 3)(x − 2) + (x2 + x − 1)(−x3 + 3x2 + 3x). Si conclude che (x2 + x − 1)(−x3 + 3x2 + 3x) ≡ 1 (mod x4 + 3) −1 ossia che I + x2 + x − 1 = I − x3 + 3x2 + 3x. iii) I laterali I + x2 + 2 e I + x2 − 2 sono divisori dello zero. Infatti nessun polinomio di grado 2 appartiene a I, quindi sono diversi da I + 0. D’altra parte il loro prodotto è I + x4 − 4 = I + 0. 2. i) 6Z + 10Z = 2Z. Infatti: Sia t ∈ 6Z + 10Z, ossia t = 6x + 10y per opportuni x, y ∈ Z. Ne segue t = 2(3x + 5y) ∈ 2Z. Sia 2z ∈ 2Z. Si ha 2z = 6(2z) + 10(−z) ∈ 6Z + 10Z. Si conclude che 2Z ⊆ 6Z + 10Z. ii) L’ideale nZ è massimale se e solo se n è primo. 3. Scambiando le prime due equazioni del sistema, si trova facilmente che il sistema dato è equivalente al seguente sistema a gradini: 2x +2y −z = 17 2y −7z = 1 2y −7z = 1 a sua volta equivalente a 2x = −2y + z + 17 1+7z y = 2 x = −3z + 8 1+7z y = 2 4. A = Z14 ⊕ Z24 ⊕ Z25 ' Z2 ⊕ Z7 ⊕ Z8 ⊕ Z3 ⊕ Z25 . B= C[x] hx2 +1i ⊕ C[x] hx3 −1i ⊕ C[x] hx4 −2x2 +1i ' C[x] C[x] C[x] C[x] C[x] C[x] C[x] ⊕ ⊕ ⊕ ⊕ ⊕ ⊕ hx + ii hx − ii hx − 1i hx − ωi hx − ω 2 i h(x − 1)2 i h(x + 1)2 i dove ω := e 5. 2πi 3 . 7 5 0 i) P = 0 −4 0 . −3 0 −2 −8 8 −24 ii) Ad(B) = −4 4 −12 . 4 −4 12 Posto: 0 0 1 1 Q1 = 0 1 0 , Q2 = 2 1 0 0 5 1 1 2 0 0 0 1 0 , P2 = P1 = 0 0 0 1 si ha 0 0 1 1 0 , Q3 = 0 0 1 0 0 0 −1 0 , P3 = 4 −1 0 4 1 0 0 B ≡ Q3 Q2 Q1 BP1 P2 P3 = 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 ; −1 1 1 0 0 0 1 −1 0 0 1 B ha quindi rango 2. Non iii) −1 1 0 0 1 −7 1 0 = 7 0 0 1 0 −1 1 0 0 1 0 4 0 = 0 0 0 −5 0 forma normale di B. ha inversa. −1 0 0 1 0 0 1 0 , 0 1 −9 0 1 0 0 1 0 0 0 0 1/4 0 , 0 1 0 −1/5 1 0 −1 1 0 0 1 0 0 = 0 1 9 0 0 1 −1 0 0 = 0 1 1 0 , 1 0 . 0 Svolgimento di Approfondimenti di Algebra - 10 Aprile 2012 1. a) • • • • • Un gruppo abeliano di ordine 34 è isomorfo a uno e uno solo dei seguenti: Z81 , minimo numero di generatori 1, ideale annullatore 81Z; Z3 ⊕ Z27 , minimo numero di generatori 2, ideale annullatore 27Z; Z9 ⊕ Z9 , minimo numero di generatori 2, ideale annullatore 9Z; Z3 ⊕ Z3 ⊕ Z9 , minimo numero di generatori 3, ideale annullatore 9Z; Z3 ⊕ Z3 ⊕ Z3 ⊕ Z3 , minimo numero di generatori 4, ideale annullatore 9Z. b) Z e Z ⊕ Z sono Z-moduli (= gruppi abeliani) in forma normale. Le rispettive sequenze fattori invarianti sono 0 e 0, 0. Poichè tali sequenze sono diverse, i due gruppi non sono isomorfi. 2. M è un R-modulo libero con base B = {m1 , m2 , m3 }. Ciò significa che ogni m ∈ M si scrive in modo unico nella forma m = r1 m1 + r2 m2 + r3 m3 , ri ∈ R. (1) a) Dimostrare che B 0 = {m1 , m1 + m2 , m1 + m2 + m3 } è base di M . 1 1 1 I modo La matrice di passaggio da B a B 0 è P = 0 1 1 . Poichè 0 0 1 1 −1 0 essa ha inversa P −1 = 0 1 −1 anche B 0 è una base di M . 0 0 1 II modo Mostriamo che ogni m ∈ M si scrive in modo unico nella forma m = x1 m1 + x2 (m1 + m2 ) + x3 (m1 + m2 + m3 ), xi ∈ R. (2) Riscrivendo (2) nella forma m = (x1 + x2 + x3 )m1 + (x2 + x3 )m2 + x3 m3 e confrontando con (1) si ha: x1 + x2 + x3 = r1 x2 + x3 = r2 x3 = r3 . Poicè questo sistema ha l’unica soluzione, x3 = r3 , x2 = r2 − r3 , x1 = r1 − r2 si conclude che B 0 è base di M . III modo Per ogni m ∈ M , utilizzando (1) si ottiene m = (r1 − r2 )m1 + (r2 − r3 )(m1 + m2 ) + r3 (m1 + m2 + m3 . Quindi B 0 genera M . Inoltre x1 m1 + x2 (m1 + m2 ) + x3 (m1 + m2 + m3 ) = 0 implica (x1 + x2 + x3 )m1 + (x2 + x3 )m2 + x3 m3 da cui x3 = 0, x2 = 0, x1 = 0 per l’indipendenza di B. 2 −1 0 3. A = 4 −2 −1 ∈ Mat3 (C). 6 −3 0 √ √ a) A ha autovalori 0, 3, − 3 con rispettivi autospazi generati dai vettori: 1√ 1√ 1 v1 = 2 , v2 = 2 − 3 , v3 = 2 + 3 . 0 3 3 La forma canonica di Jordan J e la forma canonica razionale C di A sono: 0 √0 0 0 0 0 3 0 , 1 0 3 . J = √ 0 1 0 0 0 − 3 b) Sia α : C3 → C3 l’applicazione lineare v 7→ Av. Si ha: = 0v1 +√0v2 + 0v3 α(v1 ) = Av1 = √0v1 α(v2 ) = Av2 = 3v √ 2 = 0v1 + 3v2 + √0v3 . α(v3 ) = Av3 = − 3v3 = 0v1 + 0v2 − 3v3 Si conclude che rispetto alla base B = {v1 , v2 , v3 } la matrice di α è diagonale. 4. Se A è coniugata a B esiste P tale che B = P −1 AP . Ne segue: B 2 = BB = P −1 AP P −1 AP = P −1 A P P −1 AP = P −1 A2 P. Pertanto anche A2 è coniugata a B 2 . Svolgimento Algebra I unità 21 Giugno 2012 1. i) La congruenza 6x ≡ −3 (mod 12) non ha soluzioni. Infatti 6 = M.C.D.(6, 12) non divide −3. Oppure, in modo esplicito, per ogni intero k il numero 6k + 3 = 3(2k + 1) non è divisibile per 12, essendo 2k + 1 dispari. Le soluzioni della congruenza 9x ≡ −6 (mod 15) sono 1 + k5, k ∈ Z. ii) In generale M.C.D.(a, b) 6= M.C.D.(a, a − 2b). Per esempio, per a = 2, b = 1 si ha M.C.D.(2, 1) = 1 6= M.C.D.(2, 0) = 2. 2. i) α = (15436)(15278)(347) = (1, 4, 8, 5, 2, 7, 6). di periodo 7. Gli elementi di < α > sono: α0 = id, α, α2 = (1, 8, 2, 6, 4, 5, 7), α3 = (1, 5, 6, 8, 7, 4, 2), α4 = (1, 2, 4, 7, 8, 6, 5), α5 = (1, 7, 5, 4, 6, 2, 8), α6 = (1, 6, 7, 2, 5, 8, 4). α0 ha periodo 1. Ciascuno degli altri elementi ha periodo 7. ii) l’applicazione f : (Z, +, 0) → (hαi, ·, id) tale che f (z) := αz è un epimorfismo di gruppi. Ker f = 7Z. (Si veda il Teorema 7.11 del Capitolo II delle Dispense). 3. i), I divisori dello zero di Z10 sono gli elementi non nulli [a]10 tali che MCM(10, a) 6= ±1, ossia [2]10 , [4]10 , [5]10 , [6]10 , [8]10 . Infatti: [2]10 [5]10 = [0]10 , [4]10 [5]10 = [0]10 , [6]10 [5]10 = [0]10 , [8]10 [5]10 = [0]10 . ii) Gli elementi unitari di Z10 sono gli elementi [a]10 tali che MCM(10, a) = ±1, ossia [1]10 , [3]10 , [7]10 , [9]10 . Infatti: [9]−1 [7]−1 [3]−1 [1]−1 10 = [9]10 . 10 = [3]10 , 10 = [7]10 , 10 = [1]10 , iii) Z10 non è campo perchè 10 non è primo. Del resto abbiamo appena visto che ha divisori dello zero. Z11 è campo perchè 11 è primo. 4. In Q[x] siano f (x) = x3 + x2 + 5x + 5, g(x) = x4 − 3x3 + 7x2 − 15x + 10. i) Detto d(x) il loro MCD monico, si ha: −1 2 1 2 d(x) = x + 5 = x+ f (x) + g(x). 6 3 6 ii) Ricordiamo che in K[x], dove K è un qualsiasi campo, tutti i polinomi di grado 1 sono irriducibili. D’altra parte un polinomio di grado 2 è irriducibile se e solo se non ha radici in K. In Q[x] si ha: f (x) = (x + 1)(x2 + 5), g(x) = (x − 1)(x − 2)(x2 + 5). (x2 + 5) è irriducibile in Q[x] perchè ha grado 2 e non ha radici razionali: infatti α2 + 5 ≥ 0 + 5 = 5 per ogni α ∈ Q. In C[x] si ha: √ √ f (x) = (x + 1)(x + 5i)(x√ − 5i), √ g(x) = (x − 1)(x − 2)(x + 5i)(x − 5i). √ iii) f (x) ha in Q l’unica radice −1. Le radici di f (x) in C sono √ −1, ± 5i. g(x) ha in Q le radici 1, 2. Le radici di g(x) in C sono 1, 2, ± 5i. Tutte le radici, di entrambi i polinomi, hanno molteplicità 1. Svolgimento di Algebra II unità 21 Giugno 2012 1. Sia I è l’ideale di Z5 [x] generato da f (x) = x3 − 2x + 1 = (x − 1)(x − 2)2 . i) Ogni elemento dell’anello quoziente A := Z5 [x] I si scrive in modo unico nella forma I + r0 + r1 x + r2 x2 con ri ∈ Z5 . Quindi A ha ordine 53 = 125. A non è un campo: infatti l’ideale I non è massimale, essendo f (x) riducibile. ii) MCD(f (x), x2 −2x+2) = 1 = −2f (x)+(x2 −2x+2)(2x−1). Segue I+1 = −1 I + x2 − 2x + 2 (I + 2x − 1), quindi I + x2 − 2x + 2 = I + 2x − 1; iii) la decomposizione primaria di A, determinata dai fattori di f (x) che Z5 [x] Z5 [x] ⊕ h(x−2) sono potenze di irriducibili, è : A ∼ hx−1i 2i . 2. x −2y −5z −t = 1 4x −2y +z +2t = −3 , −3x −5y −4t = 2 x −2y −5z −t y + 27 z +t 47 +4t 2 z x −2y −5z y + 27 z z x −2y −5z −t = 1 6y +21z +6t = −7 −11y −15z −7t = 5 1 x −2y −5z −t = −7 7 −7 = y + 2 z +t = 6 6 47 47 47 = −6 z +4t = − 2 6 −8 1 −t = 1 z = 47 t − 3 −19 +t = −7 y = 6 47 t 1 8 −31 + 47 t = − 3 x = 47 t − 23 = 1 3. i) −1 2 0 −24 4 −4 24 0 0 7 −2 0 2 −2 = 0 24 0 . A (ad A) = 0 0 −5 −2 0 −5 −7 0 0 24 Ne segue det A = 24. 1 0 0 ii) N = 0 1 0 è una forma normale di A in Mat3 (Z). Le forme 0 0 24 λ1 0 0 0 con λi = ±1. normali di A in Mat3 (Z) sono 8, ossia: 0 λ2 0 0 24λ3 iii) Le matrici X, Y ∈ GL3 (Z) tali che XAY = N non sono uniche. Per ottenerle si può , ad esempio, procedere cosı̀ : −1 2 0 −1 2 0 1 0 0 0 7 −2 0 1 0 = 0 7 −2 0 −5 −2 0 0 1 0 −5 −2 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 7 −2 0 1 −2 = 0 1 0 . 0 −5 −2 0 3 −7 0 −11 24 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 1 0 0 1 0 = 0 1 0 . 0 11 1 0 −11 24 0 0 24 −1 2 −4 1 0 0 In tal caso si ottiene X = 0 1 0 , Y = 0 1 −2 . 0 3 −7 0 11 1 È importante notare che X, Y ∈ GL3 (Z) perchè hanno determinante ±1, che ha inverso in Z. iv) A ha non ha inversa in Mat3 (Z) perchè det A = 24 6∈ Z∗ . A ha rango 3. 1 ad A = A−1 ∈ Mat3 (Q)). Ne segue che ha inversa in Mat3 (Q). (Oppure 24 4. Sia < f (x) > +a(x) un elemento non nullo di A := Posto d(x) := MCD(f (x), a(x)), sia m = deg (d(x). K[x] <f (x)> . Caso 1 m = 0. Esistono g(x), b(x) ∈ K[x] tali che 1 = f (x)g(x) + a(x)b(x). Ne segue < f (x) > +b(x) = (< f (x) > +a(x))−1 . Infatti: (< f (x) > +a(x)) (< f (x) > +b(x)) :=< f (x) > +a(x)b(x) =< f (x) > +1, Caso 2 m > 0. Essendo < f (x) > +a(x) non nullo, f (x) non divide a(x). Quindi m < deg (f (x)). Posto f (x) = d(x)f (x), si ha che < f (x) > +f (x) è non nullo. D’altra parte, essendo a(x) = d(x)a(x), si ha: < f (x) > +f (x) (< f (x) > +a(x)) =< f (x) > +f (x)a(x) =< f (x) > +0. Svolgimento di Approfondimenti di Algebra - 21 Giugno 2012 1. a) S = 2, 37 è dipendente su Z. Infatti 7·2−6· 7 = 0. 3 S non genera Q perchè tutti gli elementi di < S >= 2a + 73 b | a, b ∈ Z hanno il denominatore che divide 3. Quindi, ad esempio, 12 6∈< S >. n o mk 1 , . . . , b) Q non è finitamente generato come Z-modulo. Infatti, sia S = m n1 nk un sottoinsieme finito di Q e sia 1 ≤ n = mcm(n1 , . . . , nk ). Ogni combinazione lineare di elementi di S, a coefficienti interi, ha il denominatore che 1 divide n. Quindi, ad esempio, n+1 6∈< S >. 2. 0 −1 3 1 . 1) P = 0 1 2 0 −1 x x −1 y = y =P 2) z z B [x + y]6 ! x + y + 4z 1 −2x + 6y . 8 2x + 2y [x]6 ! [y]6 ! = + = f (x) + f (y). [x + y]8 [x]8 [y]8 Quindi f è uno Z-omomorfismo. Z Ker f = 24Z. Ne segue che Im f ∼ 24Z = Z24 ha ordine 24. Pochè , d’altra parte, Z6 ⊕ Z8 ha ordine 48, la f non è suriettiva. 3. f (x + y) = 4. √ √ a) Il polinomio caratteristico di A è (x − 3)(x + 3)(x − 2)2 . Pertanto gli autovalori sono: √ * 5− 3 + √ 2 , 3, con relativo autospazio 0 0 √ 5 + 3 + * √ 2 , − 3, con relativo autospazio 0 0 * 0 + 0 2, con relativo autospazio 1 . 0 Considerando il polinomio caratteristico di A, si vede per i suoi invarianti di similarità ci sono due possibilià : √ √ (1) d1 (x) = (x − 2), d2 (x) = (x − 3)(x + 3)(x − 2) = min(A), oppure √ √ (2) d1 (x) = (x − 3)(x + 3)(x − 2)2 . √ √ Si verifica direttamente che (A − 3I)(A + 3I)(A − 2I) 6= 0. Ne segue che A ha un unico fattore invariante, coincidente con il suo polinomio caratteristico. Quindi una forma canonica di Jordan J e la forma canonica razionale C di A sono rispettivamente: √ 3 0 0 0 0 0 0 12 √ 0 − 3 0 0 , C = 1 0 0 −12 . J = 0 0 1 0 −1 0 2 0 0 0 1 4 0 0 1 2 A non è diagonalizzabile. 3 5 3 1 sono coniugate avendo la e B = b) Le matrici A = 0 3 0 3 stessa forma canonica di Jordan J := At . Svolgimento di Algebra I-12 Luglio 2012 1) x = 2 + 19h , h ∈ Z. y = 1 + 8h La seconda non ha soluzioni perchè , per ogni x, y ∈ Z, il primo membro è divisibile per 5, mentre il secondo membro non lo è . i) La prima equazione diofantea ha soluzioni ii) Per definizione l’insieme S := {8x − 19y | x, y ∈ Z} è contenuto in Z. In realtà S = Z. Per dimostrare questo fatto bisogna mostrare che S ⊆ Z. Si poteva procedere direttamente, notando che 1 = 8 · (−7) − 19 · (−3) e quindi, per ogni a ∈ Z, a = 8 · (−7a) − 19 · (−3a), da cui a ∈ S. Alternativamente si poteva rifarsi alla teoria delle equazioni diofantee, osservando che MCD(8, 19) = 1. Poichè 1 divide ogni intero a ∈ Z, l’quazione diofantea 8x − 19y = a ha soluzioni intere per ogni a ∈ Z. 2) H = h(23)i. i) Laterali sinistri di H in S3 : • id H = {id, (23)}; • (12)H = {(12), (123)}; • (13)H = {(13), (132)}. ii) Laterali destri di H in S3 : • H id = {id, (23)}; • H(12) = {(12), (132)}; • H(13) = {(13), (123)}. iii) H non è normale in S3 perchè , ad esempio (123)−1 (23)(123) = (12) 6∈ H. iv) H è abeliano perchè i suoi due elementi commutano. Infatti id(23) = (23)id (oppure perchè è ciclico). 3) La funzione f : Z9 → Z9 tale che [a]9 7→ [4]9 [a]9 = [4a]9 è un omomorfismo di gruppo additivo. Infatti, per ogni [a]9 , [b]9 ∈ Z9 si ha: f ([a]9 + [b]9 ) = f ([a + b]9 ) = [4(a + b)]9 = [4a + 4b]9 = [4a]9 + [4b]9 = f ([a]9 ) + f ([b]9 ) . La funzione g : Z9 → Z9 tale che [a]9 7→ [7]9 [a]9 = [7a]9 è inversa di f , infatti ∀ [a]9 ∈ Z9 : gf ([a]9 ) = [28a]9 = [a]9 , f g ([a]9 ) = [28a]9 = [a]9 . Quindi f ha inversa. Ne segue, in particolare, che è iniettiva e suriettiva. 4) Eseguendo la divisione si ottiene x4 − 3x2 + 12 = (x2 + 3)(x2 − 6) + 30. Ne segue che i primi p per i quali (x2 +3) ∈ Zp [x] divide x4 −3x2 +12 ∈ Zp [x] sono quelli per cui 30 ≡ 0 (mod p), ossia p = 2, 3, 5. Per tali valori di p, la scomposizione di x4 − 3x2 + 12 in fattori irriducibili e le sue radici in Zp sono rispettivamente: • p = 2. x4 − 3x2 + 12 = x4 + x2 = x2 (x + 1)2 . Radici: 0, 1, entrambe con molteplicità 2. • p = 3. x4 − 3x2 + 12 = x4 . Radice: 0 con molteplicità 4. • p = 5. x4 − 3x2 + 12 = x4 + 2x2 + 2 = (x − 1)(x + 1)(x2 − 2). x2 − 2 è irriducibile in Z5 [x] perchè ha grado 2 e non ha radici in Z5 . Radici di x4 − 3x2 + 12: 1 e −1, entrambe con molteplicità 1. Svolgimento di Algebra II-12 Luglio 2012 1. In Z3 [x] si consideri l’ideale I = hx2 + x + 2i. i) x2 + x + 2 è irriducibile in Z3 [x], perchè ha grado 2 e non ha radici in Z3 . Ne segue che l’ideale I è massimale e quindi l’anello quoziente A := Z3I[x] è un campo. ii) Gli elementi di A si scrivono in modo unico nella forma I + a + bx, con a, b ∈ Z3 . Quindi |A| = 3 × 3 = 9. Pertanto A∗ = A \ {I + 0} ha ordine 9 − 1 = 8. Per il Teorema di Lagrange tutti gli elementi di (A∗ , ·, I + 1) hanno periodo che divide 8. Da (I + x)4 = I + x4 = I − 1 6= I + 1 segue che il periodo di I + x è diverso da 1, 2, 4. Conclusione: I + x ha periodo 8, quindi genera A∗ . a 2a 2. Nell’anello Mat2 (Q) si consideri I := | a, b ∈ Q . b 2b i) I è un ideale sinistro. Infatti: • per a = b = 0 si ottieneche lamatrice a I; appartiene nulla a − c 2(a − c) c 2c a 2a ∈ I. = − • per ogni a, b, c, d ∈ Q: b − d 2(b − d) d 2d b 2b ax + by 2(ax + by) a 2a x y ∈ I. = − • per x, y, z, t, a, b ∈ Q: az + bt 2(az + bt) b 2b z t 0 0 I non è ideale destro perchè , ad esempio, ∈ I, ma 1 2 0 0 0 1 0 0 6∈ I. = 2 1 1 0 1 2 ii) Sia J un ideale sinistro di Mat2 (Q) tale che {0} < J ≤ I e sia c 2c d 2d una matrice non nulla di J. Se c 6= 0, per ogni a, b ∈ Q si ha a−d a 2a 1 c 2c c = b−d ∈ J. b 2b d 2d 1 c Quindi J = I. 0 1 d 2d d 2d Se c = 0, allora d 6= 0. Osservando che = ∈ J, 1 0 c 2c c 2c ci si riconduce al caso precedente. Conclusione: non esistono ideali sinistri di Mat2 (Q) contenuti propriamente in I. 3. L’insieme delle soluzioni intere del sistema di congruenze lineari (mod 11) 10x ≡ −2 7x ≡4 (mod 9) 3x ≡1 (mod 5) è {277 + 495h | h ∈ Z} = [277]495 . 4. i) 1 0 0 1 0 0 0 1 0 A := 0 1 3 , B := 0 −2 0 , C := 0 0 1 , D := ABC. 0 0 1 0 0 π 1 0 0 1 1 0 0 := 0 1 −3 , B −1 := 0 0 0 0 1 A−1 0 −1 2 0 0 0 1 0 0 , C −1 := 1 0 0 . 1 0 1 0 π D−1 = C −1 B −1 A−1 . ii) In Mat2 (Q[x]) la matrice C= ha forma normale N = Posto 1 −4 + x si ha XCY = N . si ha X −1 = x−4 0 x2 − 8x + 16 16 − x2 x−4 0 . 0 16 − x2 1 0 X= , 4−x 1 0 ∈ Mat2 (Q[x]). Essendo XC = N , per Y = I 1 Svolgimento di Approfondimenti di Algebra-12 Luglio 2012 4 1 1. (i) S = { , }. −1 3 Considerando Q2 come Q-modulo, gli elementi di < S > sono le combinazioni lineari a coefficienti razionali dei suoi due vettori. Ne segue che S è una base di Q2 , come Q-modulo. Infatti, per ogni a, b ∈ Q si ha: 3a − b a + 4b 1 a 4 = + . b −1 3 13 13 a+4b 2 Da a, b ∈ Q segue 3a−b 13 , 13 ∈ Q. Quindi hSi = Q . Inoltre 4 1 0 4x + y = 0 x = 0 x +y = =⇒ =⇒ −1 3 0 −x + 3y = 0 y = 0 quindi S è indipendente. Considerando Q2 come Z-modulo, gli elementi di < S > sono le combinazioni lineari a coefficienti interi dei suoi due vettori. Essi hanno componenti intere. Ne segue che < S >≤ Z2 < Q2 . Si conclude che S non genera Q2 come Z-modulo. (ii) Per ogni anello A, il modulo regolare A A è libero, con base 1A . In particolare lo Z5 -modulo regolare Z5 Z5 è libero. Invece il gruppo abeliano (Z5 , +, [0]5 ) non è libero come Z-modulo. Infatti è di torsione, avendo annullatore 5Z. 2. (i) Una base di V := B= Q[x] hx2 +5i come Q-modulo è x2 + 5 + x0 , x2 + 5 + x . La matrice, rispetto a B, della applicazione lineare µx: V → V tale che 2 0 −5 . x + 5 + f (x) 7→ x2 + 5 + xf (x) è C = 1 0 12 0 9 3. Il polinomio caratteristico di A = 0 3 0 ∈ Mat3 (C) è (x−3)3 . −9 0 −6 Pertanto A ha l’unicoautovalore 3. Ilrelativo autospazio ha dimensione 2, 1 0 essendo generato da 0 e 1 . Ne segue che la forma canonica di −1 0 Jordan J di A consta di 2 blocchi J(1, 3) e J(2, 3), che il polinomio minimo di A è (x−3)2 , e che i fattori invarianti di A sono di conseguenza d1 (x) = x−3, d2 (x) = (x − 3)2 . Pertanto 3 0 0 3 0 0 J = 0 3 0 , C = 0 0 −9 . 0 1 3 0 1 6 A−1 è coniugata a J −1 . Infatti esiste P ∈ GL(3, C) tale che P −1 AP = J. Passando agli inversi si ottiene: 1 0 0 3 P −1 A−1 P = J −1 = 0 13 0 . 0 − 19 13 J −1 ha chiaramente il solo autovalore 13 con relativo autospazio he1 , e3 i. Poichè matrici coniugate hanno gli stessi autovalori e relativi autospazi della stessa dimensione, A−1 ha l’unico autovalore 13 con relativo autospazio di dimensione 2. Pertanto non è diagonalizzabile. 4. Siano A coniugata ad A0 , B coniugata a B 0 . Per ipotesi, esistono P e Q invertibili tali che P −1 AP = A0 e Q−1 BQ = B 0 . −1 P 0 P 0 (i) X := ha inversa . Si ha 0 Q 0 Q−1 X −1 A 0 0 B X= P −1 0 0 Q−1 A 0 0 B P 0 0 Q = A0 0 0 B0 0 A 0 A 0 e sono coniugate. 0 B 0 B0 (ii) Elevendo al quadrato entrambi i membri di P −1 AP = A0 si ha P −1 AP P −1 AP = (A0 )2 , Quindi da cui, associando P P −1 = I, deriva P −1 A2 P = (A0 )2 . Si conclude che A2 è coniugata ad (A0 )2 . .