Gustavo Giovannoni_1873-1947

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA
Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura_L17
Corso di Teoria e Storia del Restauro
Il restauro nel XX secolo
G. Giovannoni e la nascita del restauro scientifico
prof. arch. Caterina Giannattasio
Restauro scientifico
 Monumento come documento ‘d’arte e di storia’.
 Contro ogni forma di falsificazione stilistica.
Per decenni l’approccio si fonda su un gran rigore, man mano i suoi
postulati sono stati messi in discussione, sia dalla drammaticità del
secondo conflitto mondiale, sia dalle nuove acquisizioni del pensiero
sull’arte, e quindi sull’architettura, evidenziandone i seguenti limiti:
1. Metodo insufficiente – secondo B. Croce – ai fini di una profonda
comprensione storica del monumento, che richiede tutto un ‘lavoro
ulteriore’ di ripercorrimento critico globale e di apprezzamento estetico;
2. Delle due istanze, la storica e l’estetica, insieme al restauro filologico,
finisce col privilegiare solo la prima;
3. Inadeguatezza delle proposte operative dal punto di vista della
creatività (stile semplificato, integrazioni neutre).
Di certo va riconosciuto anche il merito di aver promosso il rispetto del
monumento, inteso come difesa della sua complessa integrità contro i
rischi, sia dell’abbandono, che dell’artificiale rovina provocata da falsi
restauri e inganni stilistici.
Apporti innovativi a inizio secolo
 Nuova definizione di monumento, inteso non più come edificio
eccellente per dimensioni o qualità storico-artistiche, ma come
“qualunque costruzione del passato, anche modesta (…) che
abbia valore d’arte e di storica testimonianza”, ivi comprendendo
“le condizioni esterne costituenti l’ambiente” naturale o urbanistico
L’ambiente (ambiente dei monumenti) viene ad essere
considerato, almeno concettualmente, inscindibile dall’episodio
emergente del quale costituisce la ‘cornice’, e viene ad essere poi
apprezzato anche per i suoi specifici valori (monumento
d’ambiente), e non soltanto per la sua connessione con i singoli
prodotti architettonici eccezionali e più rappresentativi
 Influenza di Camillo Sitte
 Influenza di Pugin, Ruskin, Morris
Nasce una più estensiva concezione di monumento  parallela
attenzione per gli episodi più modesti, di ‘architettura minore’
Gustavo Giovannoni_1873-1947
 Storico, critico, ingegnere, architetto, restauratore, urbanista.
 Seguace di C. Boito ed iniziatore del cosiddetto restauro
scientifico.
 Attivo sia a livello accademico che professionale.
 Grande studioso, concentrandosi su temi di architettura
romana, medievale, rinascimentale.
Promotore della prima Facoltà di architettura italiana a Roma,
dove insegna rilievo e restauro dei monumenti.
 La sua attività professionale si concentra soprattutto negli anni
della giovinezza, dedicandosi in particolare alla progettazione di
strutture destinate ad attività produttive, residenze, piani regolatori
(il suo pensiero trovò scarsa applicazione, ma influenzò i piani per
il quartiere Salicotto a Siena, Bergamo Alta, il quartiere del
Rinascimento a Roma, Bari, Brescia, Forlì).
Gustavo Giovannoni_1873-1947
Il suo pensiero è sintetizzato in numerose pubblicazioni, che ne
lasciano cogliere anche l’evoluzione, fino alla piena maturità, con
la sua opera del 1945
Pubblicazioni
Vecchie città edilizia nuova_1913
La tecnica delle costruzioni presso i Romani_1925
Questioni di architettura nella storia e nella vita_1925
Saggi sull’architettura del Rinascimento_1931
Voce “Restauro” per l’Enciclopedia Italiana_1937
Restauro dei Monumenti_1945
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 Rifiuto del restauro stilistico  tale rifiuto parte da un concetto
di storia inteso come evoluzione di tipi e forme, mentre il restauro
stilistico vuole ricondurre ad unità stilistica ciò che la storia ha
creato e trasformato in molteplice e complesso.
 Rifiuto della teoria modernista  ovvero dell’architettura
contemporanea e della sua positiva capacità di intervenire
nell’opera di restauro. Essa, per quanto risponda ai principi di
distinguibilità, non garantisce armonia con l’antico.
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La costruzione è da studiare seguendo 3 fasi:
1. Lettura di documenti ‘diretti’ e ‘indiretti’
2. Rilievo accurato, sull’anatomia della fabbrica e sulla
comprensione dell’organismo strutturale
3. Raffronti stilistici
Ciò allo scopo di poter giungere con vera cognizione di causa ad
ipotesi restitutive, ovvero, con la necessaria mediazione teoretica
e tecnica, alla proposta di restauro.
Bandendo il restauro stilistico, afferma che esso è antiscientifico e
falsificante. “E se il restauro riesce bene, crea dubbi e confusioni
negli studiosi, che non possono più distinguere quello che è
autentico da quello che è nuovo” (così come affermava anche
Boito).
Gustavo Giovannoni_1873-1947
Restauro dei Monumenti_1945
• Monumento non più come edificio eccellente per dimensioni o
qualità storico-artistiche, ma come “qualunque costruzione del
passato, anche modesta (…) che abbia valore d’arte e di storica
testimonianza”, ivi comprendendo “le condizioni esterne
costituenti l’ambiente” naturale o urbanistico.
• Importanza della fase conoscitiva dell’opera, sulla base di
documenti ‘diretti’ ed ‘indiretti’, e del rilievo, ai fini della
conoscenza dell’anatomia della fabbrica e del modello strutturale,
dei caratteri stilistici. Ciò come premessa per una valida proposta
di restauro.
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Il monumento, oltre agli episodi emergenti, deve comprendere
anche “l’insieme delle cose, d’importante interesse, che hanno
valore collettivo”, e che, di fatto, costituiscono la prosa
architettonica degli insediamenti urbani.
In tale prospettiva affronta anche il rapporto tra antico e nuovo,
ovvero tra edilizia storica e sviluppi contemporanei  propone di
soddisfare le necessità attuali mediante adeguamenti funzionali
tali da non ledere i caratteri degli impianti storici  è convinto che
una “città sopravvissuta” non possa diventare centro della “città
nuova” se non attraverso innaturali e profonde trasformazioni.
E propone la teoria del diradamento, assunta come principale
strumento per contrastare la pratica diffusa degli sventramenti 
“demolire in piccoli tratti staccati lasciando aree libere e
ricostruendo poco o nulla”, aprire nuove visuali, portare aria e luce
fra gli isolati “più folti e più luridi”, e provvedere all’“abbellimento
stradale”.
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Teoria del diradamento
 Vive in un momento in cui si verifica un crescente interesse per
la città, il contesto urbano, l’ambiente, soffermandosi su tale
tematica e opponendosi apertamente alla demolizione della
‘Spina di Borgo’ in Roma, oggi via della Conciliazione.
La pratica del diradamento si pone come atto di microchirurgia,
volto a migliorare le condizioni di vivibilità e visibilità di un
monumento, attraverso puntuali e controllate operazioni.
 Tra gli obiettivi principali vi è quello di garantire condizioni
igienico-sanitarie migliori e di promuovere l’abbellimento delle
strade, senza porsi il problema dell’integrazione tra parti
disomogenee della città.
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‘Spina di Borgo’ in Roma
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 Il restauro non è riconducibile a criteri generali; è operazione
scientifica – in continuità col pensiero del restauro filologico, e
soprattutto storico – volta a conservare tanto il monumento quanto
l’ambiente monumentale
 Il restauro assume dunque una funzione mediatrice 
‘posizione intermedia’ (ripresa da Boito), cercando di porre una
condizione di equilibrio tra le ragioni della storia e quelle dell’arte,
ovvero tra le tendenze puramente conservative esemplificate dalla
corrente archeologica che sostiene il mantenimento dello statu
quo e gli atteggiamenti stilistici
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Nel restauro applica un personale metodo deduttivo, fondato sia
su aspetti costruttivi che stilistici, sulla base di un attento esame
del monumento e sull’analisi delle fonti (ripresa dei metodi
dell’archeologia ottocentesca  impostazione positivistica), che
conferisce unità alla sua opera, ma che ha come risvolto negativo
il fatto che egli non riesce ad interessarsi alle tendenze
storiografiche ed ai più recenti orientamenti critici
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Teoria intermedia
 Favorire le opere di manutenzione, riparazione, restauro,
consolidamento, anche attraverso l’utilizzo della tecnica moderna
 Ridurre gli interventi di rinnovamento, effettuare il minimo
necessario e garantire l’autenticità delle strutture
 Considerare tutte le stratificazioni che contraddistinguono
un’opera
 Nelle aggiunte indicare chiaramente le date
 Adoperare linee di carattere semplice, proponendo
un’integrazione di massa più che un abbellimento decorativo
 Seguire negli eventuali completamenti dati assolutamente certi
 Avere cura per l’ambiente in cui è inserito il monumento
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Come Cloquet, distingue i monumenti in ‘vivi’ e ‘morti’
• Monumenti morti  esclude ogni pratica utilizzazione
• Monumenti vivi  ritiene opportuna una destinazione d’uso non
troppo dissimile dalla primitiva
Considera la funzionalizzazione come strumento per la
conservazione del monumento
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Divide il restauro in 5 categorie:
1. Consolidamento  intervento da compiere tramite le risorse
della tecnica
2. Ricomposizione  anastilosi con eventuali integrazioni
distinguibili
3. Liberazione  eliminazione di ‘masse amorfe’ che
danneggiano le preesistenza
4. Completamento  prevedendo aggiunte, seppure limitate, ed
escludendo rifacimenti e inserzioni attuali
5. Innovazione  rendendo lecita anche l’aggiunta di parti di
nuova concezione ed il rinnovamento di quelle esistenti
Spesso, però, nella pratica prevede interventi di ripristino ed in cui
le componenti innovative predominano sulle esigenze
conservative. Dimostra di essere più architetto che restauratorefilologo.