Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 Infrastrutture e territorio: una proposta di metodo di sintesi di indicatori∗ (C.Brunini, A. Messina, R. Milazzo, F. Paradisi) 1. Premessa Nell’ambito del progetto «Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08», è prevista la costruzione di una banca dati delle infrastrutture a livello provinciale e indici sintetici settoriali di infrastrutturazione. La finalità è di produrre uno strumento a supporto delle attività di programmazione delle politiche di sviluppo territoriale. Il presente documento affronta aspetti metodologici legati alla sintesi degli indicatori, e rappresenta una evoluzione del lavoro presentato dagli stessi autori in occasione della VI Conferenza Nazionale di Statistica1. Il lavoro riporta i risultati della sperimentazione del metodo sul settore Assistenza Ospedaliera per l’anno 2001. Si fa presente che il set di indicatori utilizzato è da considerasi assolutamente provvisorio in quanto ancora oggetto di confronto con gli esperti di settore. 2. Struttura della banca dati La banca dati ha il duplice obiettivo di: a) fornire un sistema di indicatori con determinate caratteristiche: articolazione settoriale dettagliata (i settori sono individuati a partire dalla classificazione delle attività ATECO 20022); disaggregazione provinciale; disponibilità in serie storica dal 1996; aggiornabile annualmente fino al 2008; costruito con dati temporalmente e territorialmente omogenei. ∗ Si ringraziano per gli importanti contributi metodologici e di conoscenza della materia: Alleva (Università La Sapienza), la Prof.ssa S. Terzi (Università RomaTre), il Prof. C. (Università RomaTre), la Prof.ssa E. Aureli Cutillo (Università La Sapienza), la Dott.ssa (Istat), Dott. A. Solipaca (Istat) 1 C.Brunini, A. Messina, F. Paradisi, L'infrastrutturazione delle province italiane: sperimentazioni, VI Conferenza Nazionale di Statistica, Roma 2002 il Prof. G. Mazziotta A. Burgio metodi e 2 Il modello di classificazione prescelto è quello che divide le infrastrutture secondo il settore di attività economica prevalente. Nello specifico si è fatto riferimento alla classificazione delle attività economiche ATECO2002. A partire da questa si sono considerati i seguenti settori: Energia e Ambiente – Trasporti e comunicazioni – Commercio – Intermediazione Monetaria e Finanziaria – Istruzione – Attività culturali – Informatica e ricerca – Turismo – Sanità. 1 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 b) produrre misure sintetiche settoriali del livello di infrastrutturazione delle province italiane: misura della dotazione fisica di infrastrutture; misura del livello di dotazione intesa come offerta di servizi infrastrutturali; misura dell’efficienza dei servizi infrastrutturali. Il livello di infrastrutturazione di un’area può essere determinato, tradizionalmente, con riferimento alla sola presenza di risorse fisiche, in tal caso si parla di dotazione infrastrutturale in senso stretto, ovvero considerando anche altri tipi di risorse (umane, apparecchiature…), nel quale caso si parla di dotazione intesa come offerta di servizi infrastrutturali. Inoltre, la misura dell’infrastrutturazione di un’area può far riferimento anche ad aspetti di efficienza dei servizi delle infrastrutture. 3. Metodologia di sintesi proposta 3.1 Introduzione Il processo di sintesi di indicatori prevede le seguenti fasi: selezione critica degli indicatori; definizione del verso di associazione al concetto; definizione di un coefficiente di accessibilità da applicare alle infrastrutture puntuali; standardizzazione degli indicatori; formulazione di un modello di sintesi degli indicatori. La selezione degli indicatori è realizzata utilizzando criteri sia concettuali che statistici; i primi per rispondere alla esigenza di non sostituibilità e di rappresentatività di un aspetto essenziale del concetto, i secondi a supporto della significatività statistica. Operazione preliminare a qualsiasi sintesi è l’attribuzione dello stesso segno a tutti gli indicatori elementari. E’ necessario cioè che gli indicatori si muovano nella stessa direzione del fenomeno studiato; occorre dunque invertire il segno a quelli che si muovono in senso contrario in modo che a valori più alti dell’indicatore corrispondano sempre connotazioni positive del fenomeno oggetto di studio. Le infrastrutture puntuali sono quelle costituite da singole entità che hanno una distribuzione sul territorio discontinua e puntiforme. Tali entità hanno una localizzazione ben definita ma non una distribuzione omogenea; si può infatti verificare che sono localizzate e concentrate in alcune zone mentre sono scarsamente presenti o del tutto assenti in altre. Il problema dell’accessibilità riguarda le infrastrutture puntuali con un bacino di utenza 2 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 notevolmente più ampio dell’unità territoriale in cui è localizzata e che possono “attrarre” utenza indipendentemente dalla loro ubicazione. Il metodo prescelto per la standardizzazione degli indicatori normalizzati è la divisione del valore di ciascuna provincia per il relativo valore nazionale. L’esigenza di un “nuovo” metodo di sintesi degli indicatori, nasce a seguito della sperimentazione di varie metodologie presenti in letteratura, che ha reso individuabili punti di forza e debolezza di ognuna di esse. L’approccio ordinale non è stato considerato in quanto non fornisce una misura quantitativa del fenomeno. Ai criteri di analisi multivariata sono state preferite tecniche di selezione soggettiva degli indicatori. Ai criteri che utilizzano le distanze e quindi trasformate quadratiche, sono state preferite funzioni di sintesi lineari degli indicatori. 3.2 Orientamento alla base del metodo La media aritmetica semplice degli indicatori standardizzati, quale metodo utilizzato per il calcolo degli indici sintetici di infrastrutturazione, rappresenta il metodo più semplice tradizionalmente utilizzato. E’ noto tuttavia che una media non contiene sufficienti informazioni per caratterizzare una distribuzione. Ad esempio, due serie che hanno stessa media aritmetica possono avere diverse caratteristiche di variabilità. Sarebbe utile integrare le informazioni fornite dalla media con altre sulla variabilità; misurare di quanto differiscono tra loro le modalità con cui il carattere è presente nelle unità territoriali e favorire le unità con bassa variabilità piuttosto che quelle con variabilità alta. Oltre alla variabilità “orizzontale” tra gli n indicatori della i-esima provincia, nella matrice A (103 , n) , ad integrazione delle informazioni fornite dalla media, si propone di tenere conto anche del contesto ambientale in cui si inserisce la singola unità. Il metodo proposto corregge la media aritmetica degli indicatori standardizzarti, sottraendo una quantità proporzionale al valore della media stessa, e funzione della variabilità orizzontale. Si individuano due possibili modalità di correzione. La prima si basa sulla variabilità tra gli indici integrata con i coefficienti di correlazione; la seconda si basa sulla variabilità misurata su grandezze ordinali (ranghi). 3.3 Un primo criterio di sintesi: metodo “media aritmetica – variabilità cardinale” Alla base della costruzione del metodo vi è l’intento di privilegiare le unità territoriali con più basso grado di dispersione tra le modalità, indice di maggior equilibrio. 3 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 Si assume l’ipotesi che gli indicatori scelti per entrare nel calcolo della sintesi, siano tra loro non sostituibili e rappresentativi di un aspetto fondamentale della dimensione di appartenenza. In questa ottica il concetto di equilibrio si traduce in una presenza bilanciata di tutti gli aspetti rappresentati dagli indicatori scelti. Chiedere che gli indicatori standardizzati siano in equilibrio implica assumere che il vettore relativo all’Italia sia un insieme di valori norma. Le unità territoriali meno penalizzate sono quelle che presentano valori simili tra loro cioè in analoga proporzione rispetto al vettore nazionale. Se ad esempio in sanità una provincia ha numero di posti letto ospedalieri pari a 1,5 volte il valore italia, chiedendo che anche gli altri indicatori (medici e infermieri) rispettino tale proporzione, si assume implicitamente l’ottima l’allocazione delle risorse a livello nazionale. Qualora questo assunto non fosse verificato nei singoli settori si renderebbe necessario sostituire il vettore dei valori nazionali con un vettore di valore norma documentati. Il metodo di sintesi proposto intende calcolare una media aritmetica “corretta” mediante un indice di sintesi delle misure della diversità di tutti i termini della distribuzione fra di loro. La differenza semplice media 3 è l’indice di variabilità che sintetizza, mediante media aritmetica semplice, le misure delle differenze tra ogni termine e tutti gli altri. In luogo della media aritmetica semplice, quale sintesi delle diversità esistenti tra i termini della distribuzione, si propone di adottare una media aritmetica ponderata i cui pesi sono posti in relazione ai coefficienti di correlazione di Bravais Pearson calcolati per tutte le coppie di serie provinciali i e j. Differenza semplice media ponderata 4 ∆ = p ∑∑ ind i j i − ind j pij ∑∑ p i ij j L’introduzione di un sistema di pesi correlato ai coefficienti di Bravais Pearson permette di attribuire un peso ai singoli elementi della differenza semplice media, proporzionale alla rispettiva correlazione: quanto più la correlazione positiva tra le serie provinciali degli indicatori i e j è elevata, tanto maggiore è il peso assegnato alla differenza tra la coppia degli indicatori stessi; quanto più la correlazione negativa è alta, tanto meno elevato è il peso assegnato. Ciò consente di tenere conto del contesto complessivo: le unità con indicatori ∑ ∑ ind i − ind j 3 4 ∆= i j n(n − 1) (G. Leti, Statistica descrittiva, Il mulino, 1983) ∆ = ∑ ∑ ind i − ind j p ij dove la somma di pij è pari a 1 (V. Castellano, Istituzioni di statistica, i j Edizioni Ilardi, 1965) 4 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 dissimili, in presenza di elevata correlazione positiva, contravvenendo alla “legge” che regola l’ambiente, vengono penalizzate più di quanto non accada in presenza di elevata correlazione negativa, dove l’unità territoriale con valori dissimili è maggiormente coerente all’ambiente. Per l’individuazione del sistema dei pesi è stato utilizzato il valore del coefficiente di correlazione nel modo seguente: Valori assunti da rij rij ∈ [− 1;1] Partizione dell’intervallo [-1;1] − 1 = t o < t1 < ..... < t k −1 < t k = 1 Indicato con Vm il valore centrale della generica classe Sm [tm-1; tm] in cui cade il valore rij, il peso pij è così determinato: p ij = 1 + Vm = 2 1+ t m −1 + t m 2 2 Si ottiene in tal modo un sistema di pesi, riportati in Tabella 2, crescenti al “crescere” della correlazione; che variano tra 0,025, in corrispondenza della classe a più alta correlazione negativa, e 0,975, in corrispondenza della classe a più alta correlazione positiva. Tabella 2: sistema dei pesi Classi di rij -1≤ r < -0,9 -0,9≤ r < -0,8 -0,8≤ r < -0,7 -0,7≤ r < -0,6 -0,6≤ r < -0,5 -0,5≤ r < -0,4 -0,4≤ r < -0,3 -0,3≤ r < -0,2 -0,2≤ r < -0,1 -0,1≤ r < 0,0 0,0≤ r < 0,1 0,1≤ r < 0,2 0,2≤ r < 0,3 0,3≤ r < 0,4 0,4≤ r < 0,5 0,5≤ r < 0,6 0,6≤ r < 0,7 0,7≤ r < 0,8 0,8≤ r < 0,9 0,9≤ r < 1,0 Valori di pij 0.025 0.075 0.125 0.175 0.225 0.275 0.325 0.375 0.425 0.475 0.525 0.575 0.625 0.675 0.725 0.775 0.825 0.875 0.925 0.975 5 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 La differenza semplice media ponderata ∆ p entra nella correzione della media aritmetica µ nel modo seguente: µ c = µ − (µ × ∆ pr ) dove ∆ pr è la differenza semplice media ponderata relativa, ottenuta dividendo la differenza semplice media ponderata per il proprio massimo teorico5. µ c = µ − µ × c ∑ ind i µ = i n ∆p nµ dopo semplici passaggi algebrici l’espressione diventa: ∑ ∑ ind i − ind j p ij i j − n ∑ ∑ p ij i j (1) Il campo di variazione della µ c è il seguente: 0 ≤ µc ≤ µ L’applicazione della formula (1) apporta le seguenti correzioni rispetto alla media aritmetica: date due unità territoriali s e t tali che µ cs < µ tc µ s = µ t si verificherà che se: ∑ ∑ ind i − ind j p ij ∑ ∑ ind i − ind j p ij i j > i j n∑ ∑ p ij n ∑ ∑ p ij i j i j t s cioè a parità di media aritmetica, la “correzione” penalizza maggiormente l’unità territoriale con più alta variabilità tra gli indicatori; date due unità territoriali s e t tali che µ s > µ t si verificherà che µ cs > µ tc se: ∑ ∑ ind i − ind j p ij ∑ ∑ ind i − ind j p ij i j = i j n∑ ∑ p ij n ∑ ∑ p ij i j i j s t 5 Il massimo teorico della differenza semplice media ponderata è pari a diseguaglianza nµ ≥ ∆ p nµ . Si dimostra infatti che la è sempre verificata ed il segno di uguaglianza vale quando tutto il carattere è concentrato in un solo termine indi ed il peso relativo alle differenze tra tutti gli indicatori diversi da indi è uguale a zero. 6 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 cioè a parità di variabilità tra gli indicatori, le unità territoriali, con diversa media aritmetica, sono penalizzate in termini assoluti nella stessa misura, ed in termini relativi in funzione della loro media (maggiormente penalizzata l’unita t-esima); date due unità territoriali s e t tali che µ cs < µ tc se µ s > µt ∑ ∑ ind i − ind j p ij ∑ ∑ ind i − ind j p ij ∑ ind i > i − i j i j n∑ ∑ p ij n ∑ ∑ p ij n i j i j t s si verificherà che ∑ ind i i − n t s cioè la provincia s-esima, posizionata sopra la provincia t-esima rispetto alla graduatoria della media aritmetica, può essere “sorpassata” da quest’ultima nella nuova graduatoria qualora è verificata la sopra indicata condizione. 3.4 Un secondo criterio di sintesi: metodo “media aritmetica – variabilità ordinale” Una seconda tipologia di correzione utilizza la seguente formula: ( µ c ' = µ − µ × k∆ r ) dove ∆ r è la differenza semplice media relativa6 calcolata sui ranghi relativi alle distribuzioni provinciali dei singoli indicatori; k è una costante che varia tra 0 e 1. In questo caso le distanze non vengono ponderate poiché i ranghi sono una misura espressione della relazione di ciascuna unità con le altre. La correzione è tanto maggiore quanto più è alta la variabilità tra le posizioni assunte in graduatoria. La costante k è introdotta per ridurre il valore del ∆ r ; nel caso dei ranghi infatti la distribuzione teorica che rende massima la variabilità produce un valore del Delta ridotto rispetto a quello prodotto dalla distribuzione massimizzante associata agli indicatori. L’introduzione di K, assicura che l’estremo inferiore di µ c' sia sempre un valore superiore a zero, infatti il suo campo di variazione è tra (1 − k )µ e µ . La scelta del valore da assegnare a k rappresenta un elemento di forte soggettività. Il massimo teorico della differenza semplice media è il valore del ∆ calcolato sulla distribuzione massimizzante composta da n/2 posizioni pari al minimo (1, nel caso dei ranghi) e n/2 posizioni pari al massimo (103, nel caso di ranghi su una distribuzione provinciale). 6 7 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 L’utilizzo dei ranghi supera l’assunto del vettore dei valori Italia quale vettore di valori norma in quanto è richiesto, affinché la correzione sia minima o nulla, che gli indicatori occupino una stessa posizione in graduatoria indipendentemente dai valori assunti. 4. Risultati della sperimentazione nel settore “Assistenza ospedaliera” Il metodo di sintesi proposto è stato applicato, in via sperimentale, al settore assistenza ospedaliera per l’anno 2001. I dati utilizzati provengono da una indagine di competenza del Ministero della Salute e pubblicati dall’Istat nella collana Informazioni (Struttura e attività degli istituti di cura). Sono disponibili in serie storica, a livello provinciale, distinti per tipo di istituto, pubblico o privato. Per misurare il livello di dotazione la distinzione tra istituti di cura pubblici e privati non è mantenuta in quanto l’offerta di servizi pubblici e privati accreditati7 può considerarsi sostituibile. Nella misura dell’efficienza, invece, gli indicatori sono calcolati separatamente per gli istituti di cura pubblici e quelli privati, in quanto le modalità organizzative e di utilizzo delle strutture sono diversificate. Inoltre in termini di posti letto, il servizio privato rappresenta una quota bassa del totale, tale da rendere necessaria l’introduzione di una ponderazione. Per misurare l’efficienza delle strutture ospedaliere si propone quindi, di calcolare separatamente indici per il pubblico e il privato, e sintetizzarli mediante media aritmetica ponderata. Per la misura della dotazione infrastrutturale, il set di indicatori provvisorio è il seguente: posti letto ordinari negli istituti di cura pubblici e privati per 1.000 abitanti; posti letto ordinari per rianimazione e terapia intensiva negli istituti di cura pubblici e privati per 100.000 abitanti; posti letto ordinari nei reparti di medicina generale negli istituti di cura pubblici e privati per 10.000 abitanti; ecotomografi negli istituti di cura pubblici e privati per 100.000 abitanti; tac negli istituti di cura pubblici e privati per 100.000 abitanti; medici negli istituti di cura pubblici e privati per 10.000 abitanti; personale sanitario ausiliario negli istituti di cura pubblici e privati per 10.000 abitanti; 7 Gli istituti privati sono distinti tra privati non accreditati e privati accreditati; i posti letto degli istituti privati accreditati sono a livello nazionale circa il 90% del totale dei privati. 8 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 L’analisi in componenti principali condotta, con finalità esplorative, sul set di dotazione, mostra il disporsi di tutti gli indicatori lungo il primo asse fattoriale, che rappresenta il 61% dell’inerzia complessiva. Ciò farebbe escludere, sotto l’ipotesi di linearità, la presenza di variabili latenti. Gli indicatori di offerta relativi alle altre aree di specializzazione ospedaliera (ostetricia, pediatria, etc) non sono inclusi per evitare effetti distorcenti dovuti all’esistenza di zone a “vocazione”. Per le misure di efficienza delle infrastrutture gli indicatori considerati nella presente sperimentazione sono: medici negli istituti di cura pubblici per 100 posti letto; personale sanitario ausiliario negli istituti di cura pubblici 100 posti letto; tasso di utilizzo per 100 posti letto degli istituti di cura pubblici; indice di rotazione negli istituti di cura pubblici medici negli istituti di cura privati per 100 posti letto; personale sanitario ausiliario negli istituti di cura privati per 100 posti letto; tasso di utilizzo8 per 100 posti letto degli istituti di cura privati; indice di rotazione9 negli istituti di cura privati. Alcuni indicatori (posti letto disponibili per day hospital negli istituiti di cura pubblici per 100.000 abitanti, numero di apparecchiature di risonanza magnetica negli istituiti di cura pubblici e privati per 100.000 abitanti, % istituti pubblici con pronto soccorso; % istituti privati con pronto soccorso; % posti letto disponibili in day hospital negli istituti di cura pubblici; % posti letto disponibili in day hospital negli istituti di cura privati, % di migrazioni verso altra provincia) senz’altro significativi da un punto di vista concettuale, sono oggetto di ulteriori analisi per un eventuale inserimento nella sintesi. Si tratta di decidere, per la scelta del set di indicatori definitivo, se privilegiare aspetti concettuali oppure quelli prettamente statistici. Gli aspetti “qualitativi”, espressione di efficienza delle infrastrutture, erano inizialmente10 rappresentati da due dimensioni di processo e risultato, rispettivamente definite come modalità organizzative e raggiungimento degli obiettivi. Le difficoltà di rappresentazione e la non univocità di definizione di processo e risultato nei diversi settori di attività economica, suggeriscono la riduzione delle due dimensioni, ad una sola, intesa come espressione di “efficienza” e “qualità” delle infrastrutture. La formazione di una unica dimensione è 8 Il tasso di utilizzo per 100 posti letto è il rapporto tra le giornate di degenza effettive e le giornate di degenza potenziali moltiplicato per 100. Le giornate di degenza potenziali sono calcolate moltiplicando il numero di posti letto per i giorni dell’anno in cui il reparto è stato attivo. Esso esprime in percentuale l’effettiva occupazione dei posti letto rispetto alla dotazione disponibile 9 L’indice di rotazione è il rapporto tra il numero di degenze ed i posti letto, ed esprime il numero di pazienti che mediamente occupano lo stesso posto letto nell’arco dell’anno. 10 C.Brunini, A. Messina, F. Paradisi, L'infrastrutturazione delle province italiane: metodi e sperimentazioni, VI Conferenza Nazionale di Statistica, Roma 2002 9 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 suggerita anche dall’analisi in componenti principali condotta sull’intero set di indicatori del settore assistenza ospedaliera: gli indicatori di dotazione si dispongono su di un solo asse fattoriale (il secondo), mentre quelli di processo e di risultato, al netto dell’effetto della variabile latente “natura giuridica” delle strutture, si collocano sullo stesso asse. Carta 1 Province.shp < 75 75 - 100 100 - 125 > 125 Carta 2 Province.shp < 75 75 - 100 100 - 125 > 125 Carta 3 Province.shp < 75 75- 100 100- 125 > 125 Carta 1: Indice di dotazione infrastrutturale settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica Carta 2: Indice di dotazione infrastrutturale settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica – variabilità cardianale Carta 3: Indice di dotazione infrastrutturale settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica– variabilità ordinale Le cartografie relative alla dotazione evidenziano una marcata differenziazione territoriale nella dotazione dei servizi ospedalieri, con l’usuale distinzione Nord - Sud. Nella carta 1 (metodo della media aritmetica), tutte le province del Nord si collocano nelle tre classi superiori ad eccezione di Biella, Pistoia e Prato; tutte le province del Sud appartengono alle prime due classi, escluse Cosenza, Catanzaro, Isernia, L’Aquila. L’applicazione del metodo “media aritmetica – variabilità” (carta 2 e carta 3) non modifica sostanzialmente la situazione essendo poche le province che passano ad una classe inferiore. L’applicazione del metodo, basata su una “penalizzazione” delle provincie con elevata variabilità tra gli indicatori o tra i ranghi, produce indici con valore più basso come evidenziano i colori più chiari delle carte 2 e 3. Le province che si mantengono nella stessa classe, sono quelle che presentano essenziale equilibrio negli indici di dotazione. 10 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 Carta 4 Province.shp < 75 75 - 100 100 - 125 > 125 Carta 5 Province.shp < 75 75 - 100 100 - 125 Carta 6 Province.shp < 75 75 - 100 100 - 125 Carta 4: Indice di efficienza dei servizi infrastrutturali settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica Carta 5: Indice di efficienza dei servizi infrastrutturali settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica – variabilità cardianale Carta 6: Indice di efficienza dei servizi infrastrutturali settore assistenza ospedaliera anno 2001 – metodo media aritmetica– variabilità ordinale Le carte relative all’efficienza dei servizi ospedalieri, evidenziano una rilevante omogeneità territoriale; nella carta 4 (media aritmetica) le provincie sono quasi equiripartite tra le due classi centrali (classi con valori nell’intorno della media italia). L’applicazione del metodo provoca uno slittamento di numerose province dalla terza alla seconda classe che rileva elevata variabilità negli indici di efficienza. 5. Sviluppi futuri Ulteriori passi essenziali, al fine di elaborare indici sintetici definitivi di infrastrutturazione, sono: la condivisione del set di indicatori selezionato con esperti di settore; scelta del metodo di sintesi; definizione di un indice di accessibilità da applicare alle infrastrutture puntuali; realizzazione di un software, da diffondere su supporto informatico, per l’interrogazione della banca dati. 11 Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-08 Riferimenti bibliografici Albani M. (1994) Su alcune procedure alternative di ordinamento di dati pluridimensionali con un’applicazione alle province italiane, Quaderni, serie E del Dipartimento di Statistica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, N. 16. 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