PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
SOMMARIO
Per quest’edizione natalizia avremo un giornalino molto corposo!
Perciò, purtroppo, o magari per vostra fortuna, questo numero non conterrà quello
sproloquio che è in realtà l’editoriale!
Janitor questa volta si trattiene dal trasmettervi i suoi pensieri contorti e mette sotto il
vostro albero di Natale un magnifico giornalino, ricco non solo di notizie, ma anche di idee e
di spunti di riflessione! Ma non preoccupatevi, abbiamo previsto anche giochi (e ipse dixit!)
per rilassare le vostre menti, quindi… buona lettura, buon Natale e buone feste!
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ATTUALITÀ
1. Greenpeace, questa sconosciuta!
2. “La nostra nave nell’artico costretta ad abbandonare la rotta”
4. Una possibile soluzione ai problemi causati dai trasporti?
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MUSICA
5. Non discriminiamo la musica nelle scuole!
6. Goodbye Lou
7. Play your mind.
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VITA DEL DUCA: POST-ELEZIONI
8. La voce di una candidata.
9. La voce di un’elettrice.
11. La voce di un gruppo di studenti.
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POSTA DEL CUORE (pag 12)
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DUCA’S GOT PROJECTS
13. Immigrazione: le seconde generazioni.
14. Per non dimenticare: la strage di Lampedusa.
16. DICEMBRE: mese della prevenzione
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IPSE DIXIT (pag 17)
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SPECIALE NATALE
TRADIZIONI
18. Natale nel mondo.
19. Le migliori canzoni trash natalizie.
GIOCHI
20. KIDS AGAIN: i disegni da colorare!
OROSCOPO
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ANNO 1 NUMERO 3
ATTUALITÀ
GREENPEACE, questa sconosciuta!
Cos’è l’associazione di cui in questi giorni si sta
sentendo molto parlare? Ecco la storia di Greenpeace
spiegata dai suoi volontari.
Il 15 settembre del 1971 Jim Bohlen, Irving Stowe e
Paul Cote noleggiano il peschereccio "Phyllis
Cormack" e salpano alla volta di Amchitka, nel
Pacifico settentrionale, per protestare contro un
imminente test nucleare degli Stati Uniti. Così nasce
Greenpeace.
Due settimane dopo il peschereccio viene tratto in
arresto dalla Guardia Costiera statunitense per non
aver eseguito le necessarie operazioni doganali durante una sosta non programmata. Dopo
un periodo di rinvio la bomba esplode il 6 novembre. Greenpeace non riesce a fermare il
test, ma l'impresa del suo equipaggio compare sulle prime pagine dei giornali
nordamericani; da allora Amchitka non è mai più stata utilizzata per i test nucleari.
Greenpeace è presente in Italia dal 1986 con un ufficio centrale a Roma. Una rete di gruppi
locali, distribuiti in più di trenta città, copre buona parte del territorio nazionale.
Le attività di ogni gruppo locale sono molteplici:
lavorare a stretto contatto con l'ufficio nazionale per portare avanti le campagne di
Greenpeace Italia;
svolgere attività di ricerca;
informare sulle attività di Greenpeace e sensibilizzare i cittadini tramite stand nelle
piazze, durante eventi, concerti, manifestazioni e organizzando eventi culturali, mostre
fotografiche, incontri di educazione ambientale;
partecipare ad azioni dimostrative non violente;
raccogliere firme e nuove adesioni a Greenpeace Italia;
organizzare iniziative mirate alla raccolta fondi …e molto, molto di più!
Una campagna di Greenpeace, e le azioni che ne derivano, continuano a essere la denuncia
di un crimine contro l’ambiente o la pace, esposta con pratiche nonviolente. Questo
significa che i nostri attivisti sono addestrati e preparati a gestire ogni sorta di situazione di
stress e pericolo senza mai perdere di vista il valore fondamentale della nonviolenza. Un
attivista mette a disposizione il tempo e l’eventuale competenza. E fa tutto ciò in modo
volontario. Appesi a una ciminiera o alla guida di un gommone che affronta gli arpioni delle
baleniere giapponesi: sono queste le modalità con le quali gli attivisti di Greenpeace sono
meglio conosciuti.
Forse non tutti sanno, però, quello che c’è dietro. I volontari dei gruppi locali, secondo le
proprie competenze, si esercitano continuamente per garantire il massimo delle capacità e
della sicurezza. A partire dalle competenze "di base" - una patente nautica già acquisita, un
corso di climbing oppure un brevetto da subacqueo - i volontari si mettono alla prova in
condizioni sempre più difficili, con training continui e regolari per non lasciare niente al
caso.
Per fare questo, volontari e attivisti di Greenpeace sacrificano weekend e vacanze, senza
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ricevere in cambio nessun compenso. Se non la soddisfazione di avere agito per rendere
questo Pianeta un posto migliore.
‘‘LA NOSTRA NAVE NELL’ARTICO
COSTRETTA AD ABBANDONARE LA
ROTTA’’
Ultimamente si parla spesso di questo fatto, di
Artic30 e di Cristian D’Alessandro, delle
trivellazioni per il petrolio… ma molti di noi
non conoscono tutta la storia ed è per questo
che vi presentiamo la cronaca.
Il 18 settembre 2013, l’Arctic Sunrise, la nave
rompighiaggio in missione nei mari artici contro
le trivellazioni petrolifere, ha deciso di
allontanarsi dalla Rotta del Mare del Nord sotto
la minaccia della guardia costiera russa di
ricorrere all’uso della forza. Quella mattina la
guardia costiera russa è salita a bordo
dell’Arctic per una “ispezione” obbligatoria, a
seguito di una protesta pacifica: quattro membri della guardia costiera russa sono saliti a
bordo della nave senza alcun permesso, dopo che un gruppo di attivisti aveva aperto alcuni
banner (ndr, vessilli) “Save the Arctic” sui gommoni vicini alla nave Geolog Dmitry
Nalivkin, di proprietà dello Stato russo. La loro spedizione rappresenta i 4 milioni di persone
che vogliono difendere l’Artico e che vogliono conoscere i rischi che si nascondono dietro le
trivellazioni di petrolio: in caso di incidente sarebbero coinvolte fino a 3 mila miglia di coste.
E a pagare non sarebbe certo Gazprom (ndr, maggiore compagnia russa nell’estrazione di gas),
ma i cittadini e l'ambiente. “La nostra protesta – affermano i volontari – è interamente
sicura e pacifica, mentre l’esplorazione artica costituisce una minaccia enorme al fragile
ecosistema Artico e alle specie animali che vi dimorano”.
La settimana precedente, il governo russo aveva negato all’Arctic Sunrise il permesso di
entrare nella Rotta del Mare del Nord, nonostante la nave soddisfacesse tutti i requisiti di
sicurezza richiesti, cercando forse di soffocare le voci di coloro che criticano l’industria
petrolifera. Ma i volontari non si fanno intimidire, forti del fatto che la loro è una protesta
pacifica: nonostante il divieto, il seguente sabato mattina l’Arctic Sunrise ha fatto ingresso
nel mar Kara. La nave si appresta adesso a lasciare la sua rotta per evitare di far correre
rischi all’equipaggio, ma continueranno a testimoniare e a fare luce sulle attività delle
compagnie petrolifere nella Russia artica. Inoltre chiederanno al governo olandese, sede di
Greenpeace, di protestare formalmente con il governo russo per questa evidente violazione
non solo del diritto internazionale della navigazione ma anche di quello di espressione.
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La fotografia che vedete, è la prima immagine di Cristian D'Alessandro, l'attivista di
Greenpeace arrestato - insieme ad altri 30 - il 19 settembre in Russia con l'accusa di
pirateria. Il ragazzo napoletano è rimasto in custodia, in carcere, fino al 24 novembre ed è
stato poi rilasciato su cauzione. È fuori dalla sua cella, ma non ancora libero. Non può
lasciare la Russia e rischia fino a 7 anni di carcere. La
scarcerazione era stata concessa dietro il pagamento di
una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro,
cifra che è stata pagata con i fondi di Greenpeace
International.
A questo punto però potrebbe sorgere un’importante
questione. Sicuramente è sbagliato trivellare in luoghi
dal fragile ecosistema e con animali da tutelare,
laddove basta poco per provocare danni probabilmente
irreversibili alle popolazioni circostanti, ma allo stesso tempo, il petrolio che viene estratto è
un materiale che tutti noi utilizziamo tutti i giorni per spostarci, e senza il quale sarebbe
difficile condurre la vita di tutti i giorni. Io per prima come tanta altra gente non ne potrei
fare a meno, perché adoro viaggiare, andare lontano e non potrei farlo senza benzina! Ma
allora, è giusto o sbagliato quello che hanno fatto gli attivisti di Greenpeace? Chissà se io
avrei fatto lo stesso…
Michela
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ANNO 1 NUMERO 3
UNA POSSIBILE SOLUZIONE AI PROBLEMI
CAUSATI DAI TRASPORTI?
Molto spesso siamo soliti lamentarci dell’elevato
costo che richiedono i biglietti per i trasporti che
coprono le linee urbane ed extraurbane, per lo scarso
numero di corse e per le fasce orarie non coperte. Per
non parlare della moltitudine di persone accalcate
negli autobus negli orari di punta.
Che una fusione tra due società possa risolvere alcuni
di questi punti? A voi il giudizio.
Questo è ciò che si legge da “Il Mattino di Padova” del 19 Novembre 2013:“Avviato il percorso
che porterà alla nascita di Bus Italia Veneto. La nuova società di trasporto pubblico prevede che
l'azienda di trasporto del capoluogo euganeo, la Aps Holding, si fonda - attraverso il
conferimento di alcuni rami d'azienda - in una newco (ndr, New Company, una nuova azienda) con
Bus Italia, che gestisce il trasporto extraurbano nelle province di Padova e Rovigo. Gli esiti della
trattativa, portata avanti nel corso degli ultimi mesi dall'amministrazione comunale e da Aps
Holding, sono stati illustrati dal sindaco reggente Ivo Rossi ai consiglieri comunali del gruppo di
maggioranza e successivamente ai rappresentanti delle principali sigle sindacali”.
«Sono soddisfatto dell'accordo raggiunto in sede di trattativa - ha detto il sindaco Ivo Rossi - in
quanto si salvaguardano posti di lavoro e livelli salariali. Inoltre la newco con Bus Italia verrà
dotata di 100 nuovi autobus, di cui 22 già in fase di consegna a primavera. Nasce una azienda
capace in prospettiva di aggregare altre realtà venete, come l'Actv di Venezia che in questa fase
rimane sullo sfondo. Ma ho assicurazioni da parte del sindaco Orsoni - ha aggiunto Rossi - che
anche l'amministrazione veneziana guarda con grande interesse a questa operazione».
«La nuova azienda è destinata a diventare il polo aggregatore del trasporto pubblico del Veneto.
Un cambio di marcia - ha concluso - destinato a riorganizzare i servizi in ambito metropolitano,
ad integrare il trasporto urbano con l'extra urbano, a raggiungere finalmente il traguardo del
biglietto unico. Tutto ciò conservando gli attuali livelli stipendiali e soprattutto l'occupazione dei
1000 lavoratori impiegati. Entro tre anni saranno circa 39 i nuovi assunti».
Pochi giorni dopo le opinioni sembrano cambiare… Ne “Il Gazzettino” del 29 Novembre 2013,
possiamo leggere queste parole:”La fusione s'ha da fare, ma solo a determinate condizioni: è
questo il verdetto della segreteria di Filt Cgil in merito al processo di fusione tra la
municipalizzata Aps e BusItalia. Ieri i rappresentanti sindacali si sono riuniti, al termine di
diverse assemblee con i lavoratori, per chiedere ufficialmente al Comune di Padova di prendere
posizione in merito alle condizioni con le quali dovrebbe avvenire l'unione tra le due società, e di
approfondire alcune riflessioni sul futuro del trasporto pubblico locale”. «Noi siamo a favore
della fusione - ha dichiarato il segretario di Filt Cgil Padova, Romeo Barutta - ma siamo anche
consapevoli che non possa essere fatta a tutti i costi. Da una parte abbiamo BusItalia, una realtà
che arriva da un trentennio di fallimenti sulla pelle dei lavoratori, dall'altra Aps, una
municipalizzata in cui i sindacati hanno lavorato a lungo per tutelare le condizioni contrattuali
dei dipendenti, che non possono certo essere cancellate da una delibera comunale. L'ipotesi che il
Comune entri nella newco con il 40% non è delle migliori. In questo modo si lascerebbe la
governance del sistema alla gestione industriale». Relativamente alle sovrapposizioni di corse, il
sindacato ci tiene a sottolineare che i tagli preannunciati dei chilometri sono ben superiori alle
attuali sovrapposizioni di corse che andranno eliminate: «Si parla di 2 milioni di km quando noi
ne avevamo presi in considerazione al massimo 400 - prosegue Barutta -. Il tutto determinerebbe
un ulteriore peggioramento del servizio».
Alessia
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MUSICA
NON DISCRIMINIAMO LA MUSICA
NELLE SCUOLE!
Penso che sia indiscutibile il fatto che la
musica migliori la vita dell''uomo.
Fin dall'antichità essa è stata considerata
l'arte per eccellenza, capace di sussistere in
sé, di sostituire la parola e di rappresentare
ogni sentimento umano e quindi, credo che
si possa affermare con estrema convinzione
che "Senza la musica, la vita sarebbe un
errore", come già il grande Nietzsche aveva
affermato.
Ma allora, perché quest'arte così
meravigliosa dev'essere eliminata
dall'insegnamento o insegnata in modo
discontinuo solo negli studi elementari e
considerata come inferiore
rispetto alle altre discipline?
Se è vero che la musica e la
sua evoluzione nella storia
costituiscono una disciplina
in fine liberale, senza un
apparente scopo preciso, è pur vero che
essa è da considerarsi come un linguaggio,
che merita di essere studiato al pari di
quello letterario, anche perché essa ha
scandito tappe fondamentali della storia e
ha caratterizzato con la sua evoluzione ogni
momento e movimento storico.
Con ciò, non vogliamo dire che la musica
debba essere inserita nella didattica come
una disciplina pedante, rigida, piena di
infiniti nomi e titoli di opere, ma che
dovrebbe essere studiata per comprendere i
reali sentimenti dell'uomo nel tempo, i
cambiamenti e le loro ragioni.
Per fortuna nella nostra scuola, benché essa
non sia un liceo musicale, ma un liceo sociopsico-pedagogico, questa disciplina si
studia ancora… Ancora per poco, perché la
mia classe (quinta superiore) è l'ultima a
studiarla.
Personalmente ritengo che lo studio della
musica nelle scuole sia molto utile e che
potrebbe essere reinserito nei prossimi anni
anche nelle scuole superiori, per avvicinare
i giovani alla musica e a ciò che essa può
portare di benefico anche dal punto di vista
pratico. Mi riferisco allo studio delle basi
della musicoterapia, ma ricordo anche che
in musica si riscontrano infiniti esempi di
spiegazioni matematiche, fisiche, ecc.
Ci si lamenta continuamente che i giovani
passano le loro giornate con le cuffiette
attaccate alle orecchie, ascoltando spesso
successioni di suoni rimbombanti senza una
logica, un testo, un sentimento: ma non è
forse questa anche una conseguenza del
mancato insegnamento e
avvicinamento alla musica?
Per poter ascoltare e apprezzare
un concerto non serve essere
musicisti, basta avere qualche
informazione di base e molta
passione. La passione però si acquista a
poco a poco vedendo e ascoltando il bello.
E come può un ragazzo parcheggiato in un
teatro, senza nessuna formazione,
apprezzare davvero un'opera di cui non sa
nulla?
Bisognerebbe trovare un compromesso tra
scuola, musica, modernità e non escludere
qualche genere musicale - anche moderno a priori, ma confrontarlo con quelli passati,
per capirne le ragioni e la bellezza con
competenza e capacità critica.
"Non sarebbe la musica una lingua
perduta, della quale abbiamo dimenticato
il senso, e serbato soltanto l'armonia?" - si
chiese Massimo D'Azeglio.
Ecco, forse dovremmo recuperare anche
quel senso che è andato perduto,
quell'amore per la bellezza, quella modalità
di comunicare ed esprimersi.
Milaneschi Rebecca V A
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Goodbye Lou
“Chi era Lou Reed?”. Non è una domanda a
cui è semplice rispondere. È domenica 27
Ottobre, sul tardo pomeriggio (alcuni lo
definiscono il momento peggiore della
settimana) e sto studiando latino. Mi dicono
che è morto Lou Reed. Scende la lacrimuccia.
Non che sia ipersensibile o una sua fan
sfegatata, però Lou mi aveva tenuto
compagnia con la sua musica, nel modo in cui
un amico ti ascolta mentre gli racconti come
stai, sai che ti è vicino, che
comprende il tuo stato
d’animo. Il lunedì a scuola
sento il bisogno di
commentare con qualcuno
l’accaduto, o almeno, di far
sapere che avevo passato
una brutta domenica. Ma il
tentativo fallisce. Lou è
sconosciuto. “Conosci I
Velvet Underground?
Quello che ha scritto Walk
On the Wild Side?” “No”,
“Hai presente la pubblicità dell’Enel? La
canzoncina di sottofondo che fa ‘Sunday
morning?’”, “Ah sì, ho capito”. Lou però non
è solo la “canzoncina dell’Enel”, è una
leggenda del rock’n roll, è un cantautore, un
poeta, un’icona, un uomo di strada, un
artista.
Lou è nato a New York negli anni ’40 da una
famiglia di origine ebraica, agiata e attaccata
agli ideali borghesi. E’ un bambino espansivo
che diventa un adolescente ribelle, bizzarro,
allergico alle convenzioni e alle autorità,
soprattutto a quella familiare e scolastica.
Naturalmente, si innamora del rock’n roll,
che lo rappresenta totalmente, nella sua
natura forte e scomoda.
Quando inizia a manifestare tendenze
omosessuali e avere atteggiamenti
provocatori, i genitori si rivolgono ad uno
psichiatra che lo sottopone a diversi
elettroshock. Il rapporto con la famiglia
viene compromesso definitivamente e il
trauma avuto lo segnerà per tutta la vita.
Ma come? Madre e padre, gente “per bene”,
cosa avranno mai fatto di male per avere un
figlio così, colpevole solo di rifiutare
l’ipocrisia? Fortunatamente Lou trova
rifugio nella musica e nell’arte. Inizia a
frequentare i poeti della “beat generation”
quelli che descrivono il
degrado nella strada con
un linguaggio oscuro e
gergale, ma con un
sottofondo autoironico, che
lascia spazio ad un
ottimismo di fondo. Nel
1966 studia all’università
giornalismo, scrittura
creativa e regia
cinematografica e stringe
una speciale amicizia con il
poeta Delmore Schwartz, il
quale lo influenzò enormemente, dando a
Lou le basi per costruire quello che sarebbe
stato il suo progetto artistico, cioè “portare
la sensibilità della letteratura nella musica
Rock”. Egli dirà: “È così che volevo scrivere,
con parole semplici che suscitassero emozione, e
accompagnandole con i miei tre accordi.
Sarebbe fantastico poter ascoltare un rock'n'roll
che fosse all'altezza di un romanzo, ma con il
divertimento della musica”.
Ottenuta la laurea si trasferisce a New York
dove conosce John Cale, con il quale nel 1966
fonderà i Velvet Underground. Questa band,
che durerà solo quattro anni, porterà grandi
cambiamenti nella concezione del rock. Lou
utilizza la chitarra elettrica in modo
innovativo (Ostrich guitar) e inizia a togliere
tutto ciò che non è essenziale, come gli assoli
lunghissimi e le tastiere oppressive che
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PINK FREUD
rendevano il rock un genere poco vicino alla
gente comune e spesso incomprensibile.
Negli anni ’70 Lou cade nel giro dell’eroina
da cui però riesce a salvarsi, regalandoci
brani come “Walk on the Wild Side”,
“Perfect Day”, “Berlin” e “Coney Island
Baby”. Lou, inoltre, collaborerà con i più
grandi pionieri della Pop Art come Andy
Wharol, David Bowie e Patti Smith.
La cosa che più mi colpisce e affascina di
Lou, è che i soggetti della sua arte sono le
persone scomode, i diversi, che ci descrive
introspettivamente con piccole storie.
Tossicodipendenti, omosessuali, considerati i
rifiuti della società, diventano il mezzo per
andare all’essenziale delle cose, per
emozionare il pubblico con un linguaggio
semplice e conciso. Dirà, infatti:"Mi piace
scrivere di cose che rappresentano l'umanità.
Non conosco altro argomento più importante di
questo".
È per questo che il mondo, il 27 ottobre 2013,
ha perso un grande artista, che ha lasciato un
enorme vuoto ma anche un’eredità
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straordinaria. Lou non è morto davvero, le
sue canzoni non smetteranno di essere
passate alla radio tra qualche anno, perché
sono dei capolavori e in quanto tali,
rimarranno eterni. Preferisco, quindi,
salutarlo con un “Arrivederci”. Goodbye Lou
e grazie!
“Il rock'n'roll è una cosa talmente grande che la
gente dovrebbe cominciare a morire per esso.
Voi non capite. La musica ti restituiva il tuo
stesso battito, e ti permetteva di sognare.
Un'intera generazione che correva insieme a un
basso Fender.La gente doveva solo morire per la
musica. Tanto muoiono per qualsiasi altra
cosa, perché non per la musica? Muori per lei.
Non è carino? Non moriresti volentieri per
qualcosa di carino? Forse sono io che dovrei
morire. In fondo tutti i grandi del blues sono
morti. Ma la vita va meglio, oggi.
Io non voglio morire. Giusto?”
- Lou Reed.
RAVIVA
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VITA DEL DUCA: POST-ELEZIONI
LA VOCE DI UNA CANDIDATA
DOPO IL FUMO DELLA PROPAGANDA,
L’ARROSTO DELLA LISTA “LISTEN”
Al Duca d’Aosta, come in tutte le scuole di Padova, domenica 17 e lunedì 18 novembre
2013 si sono tenute le elezioni delle componenti docenti, ATA e studenti del Consiglio
d’Istituto.
Come tutti gli anni, quelle degli studenti sono state le più attese e desiderate, forse perché
questo incarico ha per gli alunni un grande fascino: non è insignificante essere i portavoce
di ottocentoquarantaquattro ragazzi.
E, come tutti gli anni, vi sono stati retroscena elettorali impegnativi, ma anche
divertenti: le strategie di propaganda per far conoscere agli studenti votanti i componenti
di ciascuna lista e i rispettivi programmi.
Quest’anno le liste erano due : la “Listen” di Virginia Libero, Anna Morbiato Sofia
Boaretto, Alessandro Toso e Marta Dragone, alunni di terza e quarta, e la “Bengozzi” di
Mattia d’Angelo e Teofilo Goldin, entrambi frequentanti la classe quinta.
I candidati si sono sfidati in un’avvincente gara propagandistica, nella quale hanno fatto
emergere la loro creatività per colpire gli studenti e per convincerli a votare per loro.
Per esempio i componenti della prima lista hanno promosso le loro idee servendosi di
internet e social network e si sono pubblicizzati con simpatiche foto, creative e divertenti.
I ragazzi della seconda lista, invece, hanno divulgato le proprie idee tramite volantini e
cartelli affissi in tutta la scuola e in luoghi strategici come l’area macchinette del caffè e i
bagni.
Si sono poi tenute assemblee nel corso di due giornate, durante le quali i componenti delle
due liste hanno avuto l’occasione di farsi conoscere da tutti gli studenti della centrale e
delle succursali.
Da alcune interviste è emerso che si era creata un po’ di competitività tra i componenti
delle due liste, tanto che alcuni studenti dicono di aver sentito i candidati della lista 1
prendere in giro i candidati della lista2 “Bengozzi” chiamandoli “pan di stelle” per il loro
motto “Il cielo stellato sopra di noi, la legge morale dentro di noi”.
Altre voci di studenti hanno smentito la vicenda, affermando che la competitività era solo
finzione, poiché i candidati si trovavano tutti insieme a fare colazione allegramente prima
delle assemblee.
Dopo settimane di propaganda hanno avuto luogo le votazioni, i cui esiti sono stati resi
noti 46 ore dopo la chiusura dei seggi: vittoria clamorosa della lista 1 con seicento voti,
contro i soli duecento della lista2!
I candidati della lista “Listen” sono riusciti a guadagnare tutti i quattro posti della
rappresentanza studentesca, superando ogni aspettativa.
Prima delle votazioni le ragazze della lista 1 erano intimorite dai “Bengozzi” poiché
pensavano che due bei ragazzi avrebbero potuto riscuotere successo in una scuola
prettamente femminile.
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Alla fine, però, ha vinto senza mezze misure la lista che aveva delineato un programma
più ricco e più concreto.
I neoeletti Virginia, Sofia, Anna e Alessandro si siederanno in Consiglio d’Istituto . Sono
tre ragazze e un ragazzo e rappresentano una scuola composta per tre/quarti da ragazze.
Questa sì che si chiama giustizia,una giustizia che era venuta a mancare negli anni
precedenti.
Il termine “candidato” deriva dal latino “candidatus”, che significa “colui che indossa una
toga candida”. Infatti, gli antichi romani, che si presentavano alle elezioni, dovevano
indossare una toga bianca per distinguersi e anche perché il bianco richiama al valore
della purezza.
I neorappresentanti del” Duca d’Aosta” si sono rivelati validi candidati e si sono distinti
anche senza abiti bianchi, tanto che ora sono la voce di tutti gli studenti della loro scuola.
È d’obbligo augurare buon lavoro a questi ragazzi che si sono messi in gioco, dimostrando
interesse per la loro scuola e attivandosi per cambiarla in meglio con la purezza della
sincerità e della trasparenza.
Anna Morbiato 4C
LA VOCE DI UN’ELETTRICE
Elezioni Rappresentanti di Istituto al Liceo delle Scienze Umane “Duca d’Aosta”
FESTA PER LA LISTA
“LISTEN”
“La tua idea, la nostra voce”: lo slogan che vive tra gli studenti.
PADOVA – Ieri mattina, mercoledì 20 novembre, sono usciti i risultati delle elezioni
dei rappresentanti degli studenti dell’Istituto “Duca d’Aosta” di Padova: a guidare
il Liceo quest’anno sono quattro giovani ragazzi della stessa lista. I 791 votanti tra
gli 844 studenti della scuola hanno decretato l’esito finale: a vincere è la lista
“Listen: la tua idea, la nostra voce”, con candidati Virginia Libero (16 anni, con
324 voti), Sofia Boaretto (17 anni, con 244 voti), Alessandro Toso (per il secondo
anno rappresentante; 17 anni, con 234 voti) e Anna Morbiato (17 anni, con 227 voti).
Quinto membro di “Listen”, non eletto, è Marta Dragone (18 anni). I candidati
avversari erano Mattia D’Angelo Palladino (19 anni) e Teofilo Goldin (19 anni), che
hanno presentato la lista “Bengozzi. Il cielo stellato sopra di noi, la legge
morale dentro di noi!”.
È sorprendente il fatto che quest’anno i neoeletti rappresentati provengano tutti
dalla stessa lista e viene da chiedersi perché. Che cosa ha spinto la maggioranza del
Liceo delle Scienze Umane padovano a votare questi ragazzi? Il 13 e il 14 novembre
si sono svolte 14 assemblee di Istituto nelle tre sedi (la centrale in via del Santo, la
succursale al Bassanello e la succursale al “Gramsci”). Entrambe le liste
apparentemente presentavano programmi con proposte interessanti e
argomentazioni innovative, ma sostanzialmente c’era una differenza: “Listen” ha
portato idee più concrete, alcune delle quali già avviate, proposte realizzabili e
spunti interessanti, mentre la lista “Bengozzi” stilava un elenco di buoni propositi e
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bei valori, ma nessun progetto pensato al fine della loro realizzazione. “Listen” ha
colpito e incuriosito gli studenti del “Duca” con proposte come la Giornata dell’Arte
in collaborazione con la prof.ssa Calore, la Giornata “Porta e Prendi” all’insegna
dello scambio, dell’incontro e della condivisione di beni e pensieri, la proposta di
corsi di formazione con tematiche specifiche per ogni anno scolastico (es: corsi sui
crediti in terza, sull’orientamento universitario in quarta e quinta, sui diritti e
doveri degli studenti in prima, ecc.). Sono valide anche le loro idee riguardo alla
cogestione, alla festa di fine anno e alle felpe d’Istituto. Tutti questi sono punti a
favore per “Listen” che vittoriosa vede i nuovi rappresentanti già con le maniche
rimboccate in vista di un bell’anno da passare insieme.
<<Mi è piaciuto parlare faccia a faccia con gli studenti, anche se è stato faticoso
dato che in tutto noi candidati abbiamo tenuto 14 assemblee; infatti, a causa dello
spazio ridotto abbiamo parlato con poche classi alla volta. – dice la rappresentante
Anna Morbiato (alunna in 4^C) – Nelle assemblee con una o due classi c’è stato un
rapporto diretto, e quindi più libero, di scambio di idee; invece durante le assemblee
con più studenti (tre o quattro classi) c’è stato più imbarazzo e quindi una minore
partecipazione. Ho riscontrato maggior partecipazione nelle classi prime e seconde,
nelle quali le ragazze erano molto curiose, attente e ci hanno posto varie domande.
Al contrario le quarte e le quinte non hanno proferito parola: o c’era meno interesse
o avevano capito tutto. Noi preferiamo convincerci della seconda possibilità!>>.
Dall’intervento di Anna Morbiato emerge che nelle classi di studenti più grandi non
c’è stata una partecipazione soddisfacente durante le assemblee, ma i nuovi
rappresentanti tengono molto all’idea di una scuola unita e con le loro iniziative si
augurano che siano numerosi i ragazzi coinvolti. Gli studenti si aspettano di essere
ascoltati, vogliono essere informati, avere la possibilità di esprimersi in quanto
persone e non solo alunni, numeri sugli elenchi nei registri.
Con dei rappresentanti così, esempi di vivacità, voglia di fare, disponibilità,
creatività, impegno, il “Duca d’Aosta” continua quest’anno con belle aspettative e
non poca curiosità. Intanto, per ora, lasciamo che i nuovi rappresentanti festeggino
nelle loro classi e con gli altri studenti; oggi non mancavano i dolci, condivisi insieme
ai sorrisi dei ragazzi. Una cosa è certa: è bello vedere che tra i ragazzi non mancano i
valori dell’unione, della collaborazione, della fiducia e dell’aiuto reciproco!
Toffanin Lucia, 4^C
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LA VOCE DI ALCUNI STUDENTI
LE APPARENZE INGANNANO:
UN ALTRO PUNTO DI VISTA
Siamo alcuni studenti a cui non interessa dare giudizi o dichiarare una lista migliore
di un’altra. Siamo semplicemente alcuni studenti di quinta che credono di aver
partecipato, ma forse non abbastanza, e allora vogliono dare un contributo
maggiore, vogliono raccontare una storia.
La storia inizia quando un puro e trasparente candidato di una delle due liste si è
presentato alla redazione del giornalino per chiedere un piccolo favore: sminuire gli
avversari nelle interviste, dando una brutta impressione di loro, in qualche modo.
Perche gente del genere non era certo adatta a rappresentare gli studenti.
Questo candidato ha preso in disparte un membro della redazione, ha voluto parlare
senza nessun testimone, ma il caso ha voluto che qualcun altro sentisse lo stesso.
La persona che ha ricevuto questa richiesta è rimasta basita, ma ha bluffato. Si è
tenuta l’accaduto per sé, fino ad un certo punto. Poi lo ha raccontato a noi, gruppo
di studenti.
Certo sbagliare capita, a quest’età la competizione è molto sentita, per cui l’episodio
è stato confinato in un cassetto della memoria, nonostante le perplessità sul da farsi.
La lista che ha cercato di corrompere il mass media di turno ha poi effettivamente
vinto le elezioni – un motivetto che sembra ripetersi spesso fuori dal mondo
scolastico.
Dopo la vittoria sono state dette tante parole, come “lealtà”, “purezza”,
“trasparenza”, parole che ad alcuni sono piaciute e ad altri, come noi, hanno
risvegliato il ricordo di un certo episodio. Un episodio che con quei termini non ha
nulla a che fare.
Possiamo sembrare controcorrente, magari ci diranno che abbiamo fatto la spia, ma
il nostro intento è questo: denunciare quello che è successo e sperare che serva a
qualcosa, perché non è accettabile che all’interno di un’istituzione che ci educa siano
tollerati sotterfugi di questo genere e lodate le persone che li compiono.
Alcuni studenti
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
La posta del
Non ti chiamerò con il tuo nome, non servirà.
Capirai che io sono io,
e che tu sei tu.
Sappi che ti amo da lungi,
ma non te lo dissi mai,
mai sul serio, ma davvero, io
ti amo.
A parte gli scherzi.
La mia lettera è indirizzata a te,
ricciona della 3G,
che tanto mi fai sbellicare
sia nell'aula che fuori.
(ormai soprattutto fuori,
dato che non puoi più allietarmi durante le lezioni,
vista la lontananza di tavoli,
Sedie e zaini,
anche se io ho una borsa).
Tu di borse, ne hai due,
sempre,
sotto gli occhi,
sotto i tuoi occhi giganti e le tue ciglia ricce,
di cui mi burlo
di quando in quando,
quando tu ti burli del mio viso,
e del mio riso.
Scusa i ninnoli e i vezzi di questo scritto,
ma sai che io sono un'appassionata d'altri tempi.
-The Gnome P.F.
Paolo di 5H, quando ti vedo per i
corridoi mentre ridi e scherzi
allegramente e mentre passi con
quei pantaloni stretti, con quelle
magliette attillate e con quel
sorriso smagliante e contagioso, mi
si apre proprio il cuore.
Alla mia compagna di banco, che
dopo tutto questo tempo riesce
ancora a sopportarmi nonostante i
miei mille sbalzi d'umore, ad
ascoltarmi e a prestarmi la
cancellina, grazie di cuore. una delle
poche ragioni per cui riesco ad
affrontare la scuola con il sorriso è
sapere che ogni giorno sei lì seduta
vicino a me.
Alla mia Giambidungus (non
preoccupatevi se non riuscite a
leggerlo).
Ciao Giambidungus della 3^G.
Sei proprio una ragazza speciale
sai? Con te ho condiviso moltissime
cose senza mai essere giudicata! TI
VOGLIO BENE! Sei una ragazza
formidabile e adoro come te ne
freghi di tutto. Beh, oddio, in
effetti, per alcune cose sei proprio
paranoica! Ahahaha =) Ciao
boccolosa/hippy del mio cuore!
La tua Fusilla.
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
DUCA’S GOT PROJECTS
IMMIGRAZIONE: LE SECONDE
GENERAZIONI.
A volte la gente è cattiva. Giudica senza
persone giungono in Italia vengono a
sapere, senza conoscere, senza pensare.
realizzarsi svariate forme di
Non considera tutte le ipotesi e preferisce
discriminazione che inizialmente ho citato.
attaccare. Procura così dolore, un dolore
Affrontano situazioni dure, vivono in
che non andrà via, che è destinato a
maniera inaccettabile, attendono diversi
rimanere, forse in eterno. La gente
anni per ottenere la cittadinanza e come
discrimina e crede di essere migliore
loro anche i loro figli. Oggi, in Italia la
rispetto agli altri.
cittadinanza è determinata da una rigida
Questa piccola premessa allude alla
regolamentazione che prescrive le
situazione attuale del mondo. Esistono
modalità con cui si diventa cittadini: gli
società, ovvero insiemi di individui aventi
extracomunitari possono chiedere la
una stessa cultura, lingua, tradizioni, che
cittadinanza solo dopo dieci anni di
si ritengono superiori ad altre, come per
permanenza e di lavoro e i loro figli
esempio quelle africane. Questa idea
diventano cittadini italiani solo se al
razzista inizia a svilupparsi a partire
compimento della maggiore età e se sono
dall’XVIII secolo con lo scopo di
sempre vissuti in Italia.
classificare gli individui.
Personalmente sostengo che
Il razzismo giustifica
ogni persona nata in Italia
eventi storici come la
da genitori stranieri abbia il
tratta degli schiavi, il
diritto di acquisire la
colonialismo, la
cittadinanza
tragedia della Shoah, in
immediatamente come noi,
cui morirono 6 milioni
figli di italiani, evitando così
di ebrei, zingari e
situazioni di discriminazione
omosessuali.
sviluppatesi a seguito di un
Paula Vivanco durante un intervento.
La tematica del
ingenuo e primitivo
razzismo viene a fondersi con quella
etnocentrismo. L’Italia dovrebbe essere
dell’emigrazione. Molti individui, infatti,
anche il loro paese. Dovrebbe esistere uno
emigrano al fine di raggiungere una
Stato meno ipocrita, meno cattivo e con
condizione di vita migliore rispetto a
un maggiore buon senso. Queste persone
quella esistente nel loro luogo d’origine.
sono come noi, svolgono le nostre stesse
Tuttavia, è importante sottolineare come
attività, ridono e piangono con noi, amano
nella maggioranza dei casi l’arrivo da
il nostro paese in egual modo.
parte dei migranti al luogo predestinato,
Il 18 ottobre 2013 ho partecipato ad una
come avviene in Italia (scelta sviluppatasi
conferenza in cui si discuteva riguardo alla
a causa di un’idea utopica di stato
situazione dei figli di stranieri, denominati
italiano), si verifica clandestinamente:
“seconda generazione”. È stato
pensiamo, ad esempio, ai traghetti che
interessante poter ascoltare testimonianze
sbarcano a Lampedusa. Nonostante ciò,
e pensieri a proposito. La partecipazione
non bisogna generalizzare, perché vi sono
di Sandra Agyei, laureata con Master
anche individui che riescono a viaggiare
sull’immigrazione, di segretari, del
regolarmente. Nel momento in cui queste
Presidente ACS e appartenenti al
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PINK FREUD
dipartimento FISPPA (ndr, Dipartimento
di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e
Psicologia applicata) dell’Università degli
Studi di Padova è stata assai gradita.
Sandra ha esposto l’attività svolta nel
tirocinio di ricerca, in cui ha indagato
l’ingresso nel mondo del lavoro dei figli e
delle figlie di immigrati che hanno
concluso il loro percorso scolastico a
Padova e provincia. I figli degli immigrati
assumono modelli di adattamento diversi
rispetto ai loro genitori, vi sono differenze
a livello educativo, linguistico, psicologico.
Mentre i genitori spesso svolgono mansioni
pesanti, pericolose, poco pagate, i figli,
cresciuti in Italia, mirano a qualcosa di
più appagante, non accettando la
“discriminazione economica” subita dalle
loro famiglie. La ricerca si è sviluppata
ANNO 1 NUMERO 3
con metodi qualitativi, ovvero attraverso
interviste registrate che abbiamo potuto
guardare. Hanno partecipato all’indagine
sei figli di immigrati, che hanno parlato
della loro storia, dei loro sacrifici e dei loro
problemi.
Sono rimasta positivamente colpita dalle
parole della giornalista cilena Paula
Vivanco, de “La Repubblica”. In un
discorso drammatico, ma al contempo
quasi ironico, è riuscita ad attirare la mia
attenzione. Ha parlato dei dispiaceri
affrontati, della cittadinanza che non
riusciva ad arrivare, del lavoro che non le
veniva concesso in quanto priva di
quell’importante foglio bianco: la
cittadinanza.
Clelia Clima
Per non dimenticare… la strage di Lampedusa.
“Verso le quattro l’assistente del capitano ha preso un bastone e ci ha sollevato un lenzuolo.
Sul fondo della barca c’era gasolio ovunque, ha immerso il bastone col lenzuolo, lo ha
sollevato e gli ha dato fuoco. Quando lo ha alzato, il gasolio in fiamme è colato lungo il suo
braccio e lo ha scottato. La sua reazione è stata immediata; ha gettato la torcia che è caduta
davanti a lui, in mezzo alla gente, in una pozza di gasolio. Ha cominciato a scatenarsi
l’incendio. Chi era vicino alle fiamme si è spaventato. Si è spostato da una parte e la barca
ha cominciato ad inclinarsi sempre di più. So nuotare e, quando ho capito che ci stavamo
rovesciando, mi sono buttato in acqua. E da lì ho visto tutto: la barca non è affondata
subito. Prima di andare a fondo ha girato su se stessa tre volte. La prima volta io e gli altri
che sapevano nuotare abbiamo raccolto le donne, i bambini e quelli che stavano annegando
e li abbiamo spinti sullo scafo rovesciato. Sembravano al sicuro. Intrappolate nella stiva,
però, c’erano centinaia di altre persone; da dentro si sentiva un grande trambusto. Dopo
pochi istanti la barca si è inclinata di nuovo e si è rovesciata buttando ancora tutti a mare.
Abbiamo cercato di recuperare nuovamente donne e bambini e li abbiamo avvicinati al
relitto perché si aggrappassero a qualcosa e non affogassero. Ma in poco tempo la barca si è
rigirata su se stessa nuovamente e subito dopo ha cominciato ad andare a fondo. A quel
punto ho capito che non c’era più nulla da fare.”
È questo il racconto di Aladin Idriss Mahmoud, eritreo 26enne, uno dei superstiti della
tragedia, avvenuta il 3 ottobre 2013. Questa è una delle poche voci disperate che
fortunatamente si sono salvate. Ma perché l’animo umano deve essere risvegliato solo da
questi episodi?
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
Da più di vent’anni giungono barconi di immigrati da paesi in guerra, che per paura sono
costretti ad intraprendere un viaggio, anche se pericoloso. “Molti ragazzi, uomini e donne
non sapevano assolutamente di essere arrivati a Lampedusa - dice Accomodo, psicologo
dell’Equipe dell’Istituto Nazionale Migrazioni e Povertà - addirittura alcuni erano convinti
di poter arrivare in Canada. Tanti sono completamente inconsapevoli di ciò che sta
accadendo loro’’. Per loro l’importante è fuggire da un pericolo certo di morte o sofferenza
per raggiungere ciò che rappresenta una possibilità. Possibilità che per molti rimane solo
un’idea remota.
Purtroppo la situazione rimane la stessa, anche se non se ne parla; la mancanza di controllo
del flusso migratorio scatena, in molti casi, l’intolleranza degli italiani e l’accrescimento di
un razzismo stereotipato e fuorviante. E la politica? “Alte personalità dello Stato che
approdano per manifestare il proprio sdegno – scriveva C. Gatti ne ‘Il Giornale’ – che
quando tornano a Roma hanno tutt’altro per la testa; a Lampedusa servono opere di bene
concrete che migliorino la situazione attuale”.
Alessia & Michela
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
DICEMBRE: mese della
prevenzione
Oltre ad essere il mese delle festività
natalizie, è anche un mese davvero
importante, perché, dal 1988, il primo giorno
di Dicembre viene celebrata la Giornata
Mondiale per la lotta contro l’AIDS,
malattia la cui trasmissione è
principalmente per via sessuale. Da pochi
anni a questa parte sono state riprese le
campagne informative, coinvolgendo come
testimonial un grande attore e regista
italiano: Raul Bova. Altrettanto si fa nelle
scuole secondarie superiori, attraverso progetti-salute, solitamente svolti nel corso del
terzo anno scolastico. Alcuni esperti trattano l’argomento dell’AIDS e dei suoi numerosi
risvolti, anche dei più impensati. In Italia ogni anno muoiono circa 1700 persone malate
di AIDS, mentre 140 mila italiani sono sieropositivi, ovvero sono entrati in contatto con
il virus, che devono combattere giorno per giorno,
attraverso l’uso di farmaci, affinché la malattia non
peggiori.
In questo periodo dell’anno viene appuntato sugli
abiti un fiocco rosso, divenuto il simbolo universale
della lotta contro l’AIDS e della solidarietà alle
persone sieropositive. Il fiocco forma una piccola A
per evocare, appunto, l’iniziale di AIDS e viene
indossato dalla parte del cuore.
Anche se siamo nel 2013, purtroppo, le persone
affette da questa malattia, devono combattere una
lotta importante, oltre a quella contro malattia:
quella contro la discriminazione.
Ci sembrerà strano, ma ci sono persone che si rifiutano di offrire un posto di lavoro,
oppure licenziano; in altri casi non permettono di frequentare la palestra più comoda,
vicino a casa. Tutto questo perché si è malati.
A questo proposito vorrei fare un appello a queste persone: non sarà di certo una stretta
di mano, un saluto, un abbraccio a far ammalare di AIDS, ma ben altro!
Invito, quindi, tutti voi a riflettere in merito a questa mia considerazione: a volte
crediamo di sapere tutto e invece qualche particolare ci sfugge e, in alcuni casi, questi
particolari fanno la differenza. Siamo noi le generazioni del futuro, siamo noi che
cambieremo il mondo, e siamo sempre noi che lotteremo contro questa discriminazione.
Giorgia Vettore
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
IPSE DIXIT
È un protone nudo senza atomo.
“Il professore entra in classe e vede i
ragazzi che si giocano a lanciarsi i panini”.
Avanti Crista.
Attualmente non ci sono foto della nascita
della nostra Terra.
Le cellule hanno una barriera, infatti io
finisco ad un certo punto.
Io sono una professoressa alternativa, ma
non alternativa sessualmente.
Infatti, quando uno si suicidia..
Ultimamente... Dopo l'origine della vita...
Sapete la barzelletta della bambina... Che
quando la mamma torna a casa con il
nuovo
fratellino fa:"Simpatico il nuovo fratellino,
quand'è che torna a casa sua?".
Toccia e spatoccia.
V:"Gentile viene ucciso da un gruppo di
partigiani".
Prof:"Credevo di studenti".
C'è la figura del volontario, che non è un
professionista -pausa- però è un
professionista!
Serve uno psicologo fisso... Quando
schizza l'alunno, quando schizza
l'insegnante, quando schizzano i bidello...
Qui schizzano tutti!
Parlando del tema dell'ineffabilità nella
cantica del Paradiso.
Prof:"Dante dice eheheh!"
Facendo lezione mentre gli studenti della
Pascoli sono in cortile a fare baldoria.
Prof:"Ma chi s'avvede che i
vivi...BASTAAAA RAGAAAZZIIII!!".
Questa è la mia tangente, questo è il mio
coseno, questo è il mio seno...no, non il
mio.
Prof:"Quando si tratta di voto si
arrotonda sempre per difetto".
Alunni:"Nono, per eccesso!".
Altro alunno:"Eccezionalmentissimamente
cesso!".
Dopo che G. aveva finalmente finito
un'espressione alla lavagna.
M:"Brava G., fai sempre più schifo".
Quando il mulo maschio sposa la mula
femmina, non riescono ad avere muletti.
Mentre si legge un paragrafo sulla
Rivoluzione Francese, V. starnutisce
ripetutamente. Interpellato dalla prof, V.
risponde:"È l'allergia ai francesi prof".
Pare di essere in Egitto, vedo solo i profili.
Prof:"...è una madre-piovra".
V:"Si, madre piovra e padre seppia".
Nessuno che scrive, tutti che contano le
mosche.
Passato remoto: fu, in passato e poi più!
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
SPECIALE NATALE
NATALE NEL MONDO
È ormai cominciato il countdown delle tanto attese vacanze
invernali. Natale è ormai imminente e la redazione ha deciso di
anticiparvi l’atmosfera natalizia accompagnandovi in un breve
viaggio alla scoperta di tradizioni e piatti popolari internazionali. Anche se spesso
trascuriamo le festività vivendole in maniera superficiale, ancora particolarmente sentite
sono le tradizioni finlandesi. I devoti di San Nicola infatti, si preparano alle festività
decorando le loro case con materiali ecologici (come lana e paglia). La sera della vigilia verrà
servito il Joulukinkku (prosciutto cotto) al merluzzo bollito, con verdure e salsa: un piatto
che attendono di mangiare da un anno. Solo dopo il cenone i finlandesi addobberanno
l’albero (un abete vero). I danesi, a differenza dei finlandesi che mangiano il piatto tipico
solo per il cenone della vigilia, per tutto il mese di dicembre gusteranno i dolci tipici della
festività come i biscotti allo zenzero e quelli alla vaniglia accompagnati da un vino rosso
caldo arricchito di brandy e spezie. Per la Vigilia però il piatto che va per la maggiore è
anatra ripiena alle mele e prugne, servita con patate bianche dolci, cavolo rosso e
marmellata di mirtillo, e budino di riso con salsa alle ciliegie per dessert. È da attribuire alla
Germania, invece, la tradizione legata alla “corona d’avvento”. Deriva infatti da un’antica
tradizione nordica l’usanza di accendere quattro candele una per ogni domenica che precede
il giorno di Natale. Rigorosamente le famiglie tedesche termineranno il cenone a base di
brodo di carne o pesce prima della mezzanotte, ma se per il 24 tengono d’occhio le calorie,
per il pranzo del 25 questo non ha più importanza. Ricordiamo come esempi culinari
tradizionali l’arrosto d’oca imbottito di castagne (chiamato Martinsgans) e i kloe (grossi
gnocchi di patate) con i quali verrà servito l’arrosto. Gli inglesi, a differenza degli altri paesi
prima citati, prestano più attenzione alle superstizioni e per questo l’albero di natale resterà
addobbato solo per 12 giorni. Non vantano di una particolare tradizione culinaria ma nel
periodo natalizio preparano soprattutto tacchino ripieno con mirtilli e il Christmas Pudding
(nato come un modo per conservare la carne di manzo e montone e successivamente
arricchito di uova, frutta secca e alcool).
E se invece nel giorno di Natale la gente indossasse maniche corte e le infradito al posto dei
goffi cappotti invernali? E se invece di immaginare Babbo Natale farsi strada nel bel mezzo
di una bufera di neve lo pensassimo a bordo di una canoa? Gli australiani, abituati a
quest’atmosfera natalizia, festeggiano con un barbecue a base di pesce. Il dolce tipico,
invece, è il Rich Fruit a base di frutta che necessita di un mese di preparazione ma che può
essere conservato per più di due mesi. “Last but not least” è il Natale americano. La
tradizione più consolidata per il giorno di Natale nelle case americane è quella del Potluck. Il
concetto è alquanto insolito per un italiano: il 25 dicembre, negli Stati Uniti, è dedicato alle
visite ad amici e parenti, visite durante le quali ciascuno è libero di portare a casa dell'ospite
ciò che preferisce, senza che esista una pianificazione in materia dei piatti e delle ricette da
preparare. Queste, senza troppe cerimonie, vengono depositate su un tavolo insieme alle
altre e ciascuno degli invitati è libero di servirsene. Non mancano mai i dolci (in particolare i
classici biscotti al pan di zenzero) e l'Eggnog (zabaione prodotto con latte, uova e panna).
Considerando il viaggiare con la fantasia un modo alternativo di scoprire usanze straniere,
ma non poi così lontane dalla nostra, speriamo di avervi trasmesso l’atmosfera e la voglia di
vivere a pieno questi giorni di festa.
Giulia Boscaro
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
LE MIGLIORI CANZONI TRASH NATALIZIE
Il Natale è alle porte! Lucette colorate, negozi sempre aperti, maglioni con le renne,
panettoni a tre euro, le tipiche canzoni natalizie… ma, un momento, avete bisogno di
risentire “Last Christmas” degli Wham o “All I want for Christmas is you” per entrare nel
clima natalizio? Davvero volete accettare con serenità che ci sia ogni anno la stessa colonna
sonora per questo “magico momento”? Non volete un’alternativa ai campanellini? In
fondo, noi studenti usciamo da un trimestre che ci ha risucchiato le ultime energie, insieme
ai ricordi felici, come un dissennatore. Più che del “mondo dorato” abbiamo bisogno di
riprendere il contatto con la realtà, che in sintesi significa: abbiocchi e devasto. Perché
accettare il pacchetto natalizio preconfezionato dalle case discografiche e dalle
multinazionali che ci spingono al consumismo? Non è automatico che scatti in noi la voglia
di ribellione? Non lo so, ma se quest’anno volete una Playlist alternativa per stupire i vostri
amici e parenti, dimostrando a tutti che voi rifiutate le convenzioni, ecco una selezione di
Hit molto Trash che vi permetteranno di guardare il Natale in modo meno scontato, perché
sì, al peggio non c’è mai fine. Buon Natale Trash a tutti!
1. “Please Daddy, Don’t Get Drunk For Christmas” – John Denver
Vi piace il Country? Le chitarre e lo stile anni ’60? Eccovi questa chicca natalizia che
trasmette, in maniera molto gioiosa, la disperazione di una bambino che per Natale
non vuole il padre sbronzo con annesse lacrime della madre!
2. “Christmas List” - Simple Plan
Viva il Pop-punk! I Simple Plan di tre minuti e trenta di canzone, ne passano tre ad
elencare regali del tipo “due ragazze nel mio letto, la play-station…”, canzone
perfetta per chi ammette di essere un materialista senz’anima.
3. “All I Want For Christmas Is My Two Front Teeth” – Donald Yetter Gardner
Anche a Natale, ognuno continua a portare la sua croce! Questa simpatica bambina
soffre molto per il fatto che non riesce a dire “Merry Christmas” ai suoi cari dal
momento che le mancano i due denti davanti: vai piccolina siamo con te!
4. “Christmas Conga” – Cindy Lauper
Ok, lei resta un mito, ma questa canzone sembra la sigla di un programma in
seconda serata di Rete Veneta, ma se vi piace scatenarvi, allora “Bonga, bonga,
bonga, do the Christmas conga”!
5. “Grandma Got Run Over By A Reindeer” – Elmo and Patsy
Un Natale in lutto per questa famiglia! La nonna disgraziatamente, ha mangiato
troppo zabaione e, appena uscita di casa, è stata investita da una renna! I toni vivaci
fanno pensare soprattutto al povero nonno che, anche se molto addolorato dentro,
riesce a riprendersi con la birra e le carte da gioco.
6. “Funky, Funky Christmas” – New Kids On The Block
Eh gli ormoni! Anche a Natale sono in subbuglio, il funky è ritmo incalzante ed
eccitazione! Questo è il sottofondo perfetto per giocare con la prozia a tombola, dopo
il pranzo natalizio!
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
7. “Heavy Metal Christmas” – Twisted Sister
Non c’è molto da dire: è il Metal! Per i veri duri!
I MIGLIORI: “Noviy Noviy God”- StekloVata
Sono gli zii russi degli One Direction! Non mi sento in grado di descrivervi la canzone in
questione, finirei per limitarla. Diciamo solo che questa boy-band degli anni ’90, ha
raggiunto, soprattutto con il video, la vetta dell’anticonformismo natalizio.
RAVIVA
KIDS AGAIN! ;)
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PINK FREUD
PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
ANNO 1 NUMERO 3
ARIETE
BILANCIA
21 marzo-20 aprile
23 settembre-22 ottobre
Prenditi una
pausa, hai
voglia di
divertirti.
Sfrutta le
vacanze
natalizie per
ripossarti e pensare di più a te!
Sotto l’albero musica e amici!
La tua
creatività
non ha
limiti, con
te si può
affrontare
qualsiasi argomento. Approfittane
per parlare con il tuo partner del
vostro futuro. Sotto l’albero
spensieratezza e affetto!
Il tuo eros
sta
ripartendo,
puoi
prendere
l’iniziativa con la persona che ti
interessa. Solo così sotto l’albero
troverai tante sorprese, anche
inaspettate!
CANCRO
CAPRICORNO
LEONE
22 giugno-22 luglio
22 dicembre-20 gennaio
23 luglio-23 agosto
La scuola
non ti dà
pensieri, sai
donare
allegria.
Questo
periodo di vacanze potrà essere il
momento giusto per ritrovare i
legami persi. Sotto l’albero tanti
dolci!
TORO
Attenzione
con lo
stress; devi
riposare!
L’amore non
è al centro
del tuo
universo.
Sotto l’albero un letto morbido!
21 aprile-20
maggio
Supererai le tue
sfide al meglio.
Il Natale non
farà altro che
aumentare la
tua autostima e
sotto l’albero potresti trovare
qualche riconoscimento!
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PINK FREUD
PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
ANNO 1 NUMERO 3
SCORPIONE
GEMELLI
SAGITTARIO
23 ottobre-22 novembre
21 maggio-21giugno
23 novebre-21 dicembre
Vuoi
risolvere
i misteri
sulle
persone
e sui
fatti, ma l’unica cosa imporatante
è parlare. Atmosfera natalizia e
nevicate ti aiuteranno ad
affrontare le tua paure.
Stai
passando
un
periodo
duro, ma
riuscirai
bene anche nelle situazioni più
complicate. Sotto l’albero
cioccolate calde con gli amici!
Sei in pace
con il mondo
intero,
l’amore ha il
sapore del
miele e del
peperoncino. Sotto l’albero, tanti
regali… qualcuno inutile!
ACQUARIO
VERGINE
PESCI
21 gennaio-29 febbraio
24 agosto-22 settembre
20 febbraio-20 marzo
Non perdi
tempo in
frivolezze,
riesci a
tener fede a
tuoi
impegni.
Sotto
l’albero gratitudine dagli amici!
Hai preoccupazioni
per il futuro, ma
il tuo senso
pratico sarà
efficace sugli
inutili stati
d’ansia. Quindi
keep calm and enjoy Christmas!
Sei aperto e
socievole, il
tuo spirito
critico è alto.
Sotto l’albero
il principe
azzurro.
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PINK FREUD
ANNO 1 NUMERO 3
HANNO PARTECIPATO A QUESTO
NUMERO…
Giorgia Vettore 3^A
Giulia Boscaro 3^A
Michela Galeazzo 3^B
Alessia Chiarini 3^B
Celeste Giacometti 3^G
Tamara Zancato 5^A
Marta Chiarato 3^G
Sofia Levorato 5^A
Chiara Bagarello 5^A
Marta Marcato 5^A
Benedetta Binotto 5^A
Clelia Clima 4^H
Rebecca Milaneschi 5^A
Anna Morbiato 4^C
Lucia Toffanin 4^C
Sofia Candeo 1^G
Laura Mazzucco 1^L
Giulia Comito 3^A
Gruppo di studenti di 5^
Redattrice:
Marta Marcato
Viceredattrice:
Tamara Zancato
Copertina:
Benedetta Binotto
Impaginazione:
Marta Marcato
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