Master Terza edizione 14 gennaio-11 dicembre 2015 World Natural Heritage Management Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella lista del patrimonio mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani) Mara Passuello Bologna Sound Waves Trento, 11/12/2015 Sommario 1. IDENTIFICAZIONE DEL SITO ......................................................................7 1.1. Bologna: politiche culturali recenti ......................................................................... 7 1.2. La candidatura City of Music UNESCO ................................................................... 9 2. CONTESTO DELL’IDEA PROGETTUALE ................................................. 11 2.1. Cenni storici di riferimento..................................................................................... 11 2.2. 2.2.1. 2.2.2. Quadro teorico di riferimento................................................................................. 16 Il ruolo della cultura e del turismo per lo sviluppo locale ........................................... 17 Inclusione e qualità sociale ....................................................................................... 17 2.3. 2.3.1. Video, storytelling e promozione ........................................................................... 19 Graphic novel e settore musicale .............................................................................. 20 3. APPLICAZIONE PRATICA ......................................................................... 22 3.1. Definizione del problema ........................................................................................ 22 3.2. 3.2.1. 3.2.2. 3.2.3. Obiettivo e idea progettuale ................................................................................... 24 Attività proposta ......................................................................................................... 24 Mappa logica degli stakeholder ................................................................................. 26 Budget e cronoprogramma........................................................................................ 28 BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................... 32 SITOGRAFIA.......................................................................................................... 33 3 INTRODUZIONE La nomina Città Creativa Unesco per la Musica del 2006 sembra non essere stata inserita a dovere in una cornice di programmi e iniziative volte da un lato all’accrescimento della fama internazionale della Città sulla scena musicale, e dall’altro allo stimolo alla cooperazione fra le diverse realtà operanti nel settore. È tuttavia impossibile ignorare le numerose iniziative culturali messe in campo dalle oltre 300 associazioni attive e che gravitano attorno alla sfera musicale locale, il successo che riscontrano manifestazioni annuali come il Bologna Jazz Festival, il Robot Festival o la stagione operistica della Fondazione Teatro Comunale e nemmeno l’importanza storica detenuta dalle collezioni di strumenti Tagliavini, il patrimonio censito di Organi Antichi, la tradizione liutaria o le numerose Chiese ospitanti nei secoli i famosi cori di cappella. La necessità di sopperire alla mancanza di informazione e sensibilizzazione su questo patrimonio si unisce alla volontà di valorizzare il potenziale di un marchio (Creative City) sotto-sfruttato. Nasce quindi il progetto Bologna Sound Waves come un’occasione per un pubblico vasto e diverso di affacciarsi a scoprire con curiosità e spensieratezza una ricchezza che risiede nelle vie del centro, nei locali storici, fra mura antiche e sotto i portici: la longeva storia musicale della Città di Bologna accompagna e scandisce le vite delle persone che, più o meno ignare, la abitano da sempre o vi sono di passaggio. 5 6 1. Identificazione del sito Il Museo della Storia di Bologna, del circuito Genus Bononiae Musei diffusi nella Città, racconta : Bologna è da sempre città cosmopolita e provinciale, contando alla pari tradizioni dotte e contadine. Città della tradizione, è stata in verità da sempre pronta ad accogliere e tollerare tutto quanto avesse sapore di vera innovazione. Città universitaria, da sempre avvezza all’internazionalismo ed alla presenza di stranieri, a lungo sotto il dominio papalino, che ha temprato nei secoli il sanguigno temperamento dei bolognesi inducendoli alla nota “bonomia”, che nulla però toglie alla propensione istintiva per le passioni violente e alla fervida immaginazione di un popolo concreto e al contempo raffinato (…). 1.1. Bologna: politiche culturali recenti La Città di Bologna conta circa 386.000 abitanti e si stima che ogni 10 anni la popolazione cambi del 25%, fatto dovuto principalmente all’affluenza di migliaia di studenti l’anno a quella che è considerata la più antica Università della civiltà occidentale (fondata nel 1088), ma anche al fenomeno “brain drain” di cui soffre a causa della mancanza di un solido apparato di opportunità e scivoli che facilitino il passaggio scuola-lavoro. Nel 2014 Bologna si è classificata prima nello Smart City Index operato da Between, totalizzando la media migliore nella somma dei benchmark per ognuna delle 9 aree tematiche (Health, Education, Mobilità Alternativa, Efficienza Energetica, Broad Band, Mobility, Government, Risorse Naturali, Energie Rinnovabili). Seppur il potenziale delle Industrie Culturali e Creative venga considerato un effettivo driver dal punto di vista economico ed innovativo solo dal 2014, in piena recessione economica, la Città è coinvolta in progetti e network nel campo culturale internazionale già da prima: si pensi ad esempio al titolo di Capitale della Cultura Europea nel 2000 o quello di Città Creativa UNESCO della musica nel 2006. All’interno di un decennio di discontinuità politica si sviluppa quello che sarebbe stato il momento più significativo nella storia dello sviluppo delle politiche culturali ovvero la presentazione della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2000. La necessità di una comunicazione e promozione integrate del sistema museale urbano (composto di 19 musei fra pubblici e privati) aveva condotto già prima del processo di candidatura al progetto di centralizzazione dei musei, attraverso iniziative come il biglietto integrato per i sei musei pubblici, l’implementazione di un programma didattico integrato, lo sviluppo di merchandising e prodotti editoriali. Il progetto si conclude solo 8 anni dopo circa, spinto anche dalla realizzazione di una nuova sede per la Galleria di arte moderna MAMbo (nell’ex Forno del pane, adiacente il parco del 7 Cavaticcio) e la creazione del marchio per il nuovo Museo della Musica, con la nascita dell’Istituzione autonoma Musei Civici. Delineati appositamente per la candidatura a Capitale della Cultura sono invece due progetti di riqualifica di edifici/siti esistenti, ancora oggi oggetto di valorizzazione e sviluppo; si parla in primis del Progetto Manifattura delle Arti con il quale si prevedeva la riqualifica di un ex-area produttiva e manifatturiera convertendola in un distretto culturale ospitante diverse istituzioni culturali appartenenti al Comune e all’Università e di spicco sia dal punto turistico che dal punto di vista di miglioramento della qualità della vita nella zona: il cinema Lumiére, la Cineteca, la Film Commission, i dipartimenti di comunicazione e di cinema dell’Università. La Cineteca andrà assumendo un ruolo sempre più importante all’interno della produzione culturale della Città specialmente attraverso l’evento annuale “Sotto le stelle del cinema” di maggiore importanza ogni edizione e le funzioni che assurge di archivistica e di restauro, di promozione e diffusione del cinema e dell'audiovisivo, di formazione, di ricerca e di produzione editoriale, tanto che nel 2012 diventa una Fondazione ben più autonoma. Progetto di punta nella cornice Bologna 2000 fu la creazione della Salaborsa quale vivace biblioteca internazionale e centro culturale all’interno del restaurato ex-mercato finanziario della Città, enfatizzando uno dei principi cardine della candidatura cioè «cultura come bene pubblico». Di più ampio respiro e successivi alla candidatura in questione sono invece progetti come il Sistema Bibliotecario Centralizzato: un’iniziativa di aggiornamento dei sistemi informatici e di miglioramento della consultazione all’interno della rete di 15 biblioteche comunali, che ha portato alla creazione di un Istituzione simile a quella dei Musei Civici. Doveroso anche citare, nonostante non siano stati realizzati, la volontà di dare vita ad un progetto di coordinamento dei teatri della città, un comitato per i grandi eventi (di supporto a mostre ed eventi nazionali e internazionali), una strategia di lungo periodo per la Fondazione Teatro Comunale e da ultimo la ventilata ipotesi di istituire un organismo preposto al coordinamento delle attività musicali di supporto, tra le altre cose, alla preparazione della candidatura a Città Creativa UNESCO per la Musica. 8 1.2. La candidatura City of Music UNESCO Bologna è ancora oggi l’unica città italiana a ricevere la nomina di Città Creativa UNESCO per la Musica, avvenuta nel 2006 al termine di un processo iniziato un anno prima e conclusosi riconoscendo ufficialmente Bologna importante centro musicale grazie al suo vasto patrimonio musicale, l’alta presenza di musicisti e tecnici e la fitta ed articolata rete di associazioni attive nel campo della musica. Figure 1: Marchio Bologna Creative City UNESCO of Music Gli obiettivi alla base della candidatura furono da un lato l’intenzione di accrescere la visibilità internazionale della città attraverso la leva della nomina Unesco e dall’altro la nascita di uno stimolo alla cooperazione e alla creazione di rete tra le realtà operanti nel settore musicale cittadino, frammentato e disorganizzato. Nonostante i propositi iniziali le azioni concrete portate avanti all’interno del suddetto progetto sono state ben poche e le iniziative successive svoltesi sono state spesso disarticolate e sconnesse dal programma Creative City Unesco. Volendo puntare il dito a posteriori, sono diverse le circostanze che hanno contribuito alla scarsa azione dell’Amministrazione in questo contesto; va citata la mancanza di una leadership politica e una strategia globale di progetto dovute principalmente all’instabilità politica dell’ultimo decennio e l’effettiva assenza di un gruppo di lavoro che guidasse la candidatura nel periodo antecedente e anche successivo all’ottenimento del label Unesco. È anche importante notare la scarsa operatività dell’organizzazione internazionale nell’ambito di valutazione dell’impatto e dei risultati ottenuti: un accountability abbastanza debole secondo la quale le città dovrebbero produrre un rapporto ogni due anni, l’assenza di obiettivi specifici da perseguire e di incentivi (anche economici) di supporto alle candidate. Tutto ciò ha fatto sì che la nomina a Città Creativa Unesco si risolvesse in un’acquisizione del marchio senza alcun programma da gestire, ma come semplice riconoscimento di vitalità e contenuto nel settore musicale a livello cittadino. Lo scarso numero di eventi, la debole comunicazione e l’incapacità di promuovere e far conoscere a dovere il progetto ha determinato anche le esigue richieste del logo “Bologna, Città creativa della Musica Unesco” attraverso il quale inquadrare eventi e 9 iniziative culturali, proprio a causa della debolezza del marchio in sé: si contano solamente 20 richieste e 15 concessioni l’anno. Da ultimo va osservato come anche la parte di comunicazione attorno prima alla candidatura, e poi alla nomina sia stata debole o assente: l’insufficiente utilizzo del web e dei media, il poco coinvolgimento in tavole rotonde e workshops degli enti e delle associazioni portatrici di interesse e l’assenza di strategie di valorizzazione del marchio hanno causato la perdita dell’occasione di un marketing urbano a livello nazionale e internazionale. 10 2. Contesto dell’idea progettuale 2.1. Cenni storici di riferimento La Città di Bologna è universalmente riconosciuta come eccellenza nel campo musicale sin dal XV secolo, quando vide la nascita dei primi cori di cappella di accompagnamento alle liturgie nelle principali Chiese cittadine, spinti dalla sperimentazione delle particolari condizioni di eco e che a loro volta incoraggiarono lo sviluppo della disciplina organista. Il censimento operato dall’Associazione Organi Antichi di Bologna, istituita nel 1988, conta circa 400 organi conservati nelle Chiese del territorio bolognese. L’importanza di tale patrimonio ha spinto l’Associazione, guidata dal maestro Andrea Macinanti, a curare l’organizzazione di una rassegna concertistica all’anno nonchè, oltre al censimento del patrimonio organario, a realizzare un video divulgativo per l’avvicinamento a queste particolari sonorità per le scuole elementari e medie. Ampia fama e riconoscimento internazionale arrivano con la fondazione di diverse accademie musicali tra il 1600 e il 1700, tra cui la piu’ importante l’Accademia Filarmonica, nel 1666, costituì un’indiscussa autorità nel campo della composizione musicale e forniva di norma pareri tecnico-musicali anche ad istituzioni superiori, come la stessa Cappella Pontificia in Roma. Fu inoltre capace di istruire artisti del calibro di Corelli, Farinelli e il giovane Mozart che, sotto la guida di Padre G.B.Martini si sottopose al severo esame di ammissione nel 1770. L’attività delle accademie, i cui soci erano nobili bolognesi o musicisti di chiara fama, consisteva essenzialmente nell’allestimento di opere in musica, tragedie, commedie, oratori e in esecuzioni strumentali amatoriali. Accanto alle accademie musicali, dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1796, vennero istituite scuole di musica cittadine come il celebre Liceo Musicale Filarmonico nel 1804. La direzione del Liceo potrà contare su personaggi illustri come Gioacchino Rossini, che promuoverà importanti iniziative come la Società del Quartetto (complesso musicale di violini e viola e violoncello formato dagli stessi docenti del Liceo) e darà una forte spinta alla fioritura dell’arte liutaria in Città, grazie all’opera di Raffaele Fiorini e Otello Bignami, maestri che ripresero e svilupparono nel capoluogo emiliano la tradizione artigiana di origine medievale, ancor oggi caratterizzante. Sede storica del Liceo Filarmonico, poi divenuto Conservatorio Statale “Gian Battista Martini”, fu il Convento di San Giacomo Maggiore, già noto nel lontano passato dell’Ordine Eremitano di Sant’Agostino come importante focolaio di cultura. Successivamente alla soppressione dell’ordine religioso in Città, gli Agostiniani rimasero custodi solo della Chiesa di San Giacomo e ad oggi contribuiscono alla scena musicale bolognese attraverso l’organizzazione del San Giacomo Festival : un’importante iniziativa a offerta libera nel suo genere, poichè permette all’ordine di sostenere la mensa quotidiana dei poveri, di far conoscere le opere di apostolato e caritative dei PP Agostiniani ed anche di avvicinare alle bellezze dell’arte attraverso i 11 vari appuntamenti concertistici e le visite alla chiesa di San Giacomo e all’Oratorio di Santa Cecilia, sedi dei concerti. Durante questo fertile periodo di sviluppo e formazione musicale la Città accoglie diverse illustri personaggi nel campo musicale europeo come Giuseppe Verdi, Richard Wagner (a cui la Città conferirà cittadinanza onoraria), Gaetano Donizetti, Ottorino Respighi, Gioachino Rossini (già “approvato” nel 1806, quattordicenne, tra i cantori dell’Accademia), Niccolò Paganini, Giacomo Meyerbeer, Franz Liszt, Johannes Brahms, Camille Saint-Saëns, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Maurice Ravel e tra le virtuose di canto Isabella Colbran, Giuditta Pasta e Maria Malibran. Grande spinta a questa produzione e attrazione culturale venne data dall’inaugurazione di numerosi teatri a partire dal Teatro Pubblico nel Palazzo del Podestà, che ospito’ spettacoli pubblici fin dal 1547 e seguirono i teatri Formagliari e Malvezzi fino ad arrivare al piu’ celebre Teatro Comunale nel 1763. Quest’ultimo si distinse subito come il maggior teatro cittadino, inaugurò con Il trionfo di Clelia di Gluck e diede ampio spazio, in contrapposizione con la tradizione operistica nazionale, alle novità dall’estero, conquistandosi l’appellativo di tempio sacro del Wagnerismo. Enorme fama inoltre derivo’ dalla messa in scena delle fortunate “prime” nazionali dell’Africana di Meyerbeer (1865) e del Don Carlo di Verdi (1867). L’istruzione musicale procede durante il ‘900 con l’introduzione del corso di Musicologia all’interno dei corsi universitari nel 1933 e la creazione del corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) nella Facoltà di Lettere e Filosofia nel 1971. Il ‘900 è infatti un secolo di grande fermento : la crescita di un ricco substrato di associazioni culturali e l’organizzazione di numerosi eventi (per lo piu’ all’aperto e gratuiti e destinati ad un pubblico giovane in una Città a vocazione universitaria) ha permesso a numerosi e diversi generi musicali di farsi conoscere e costruirsi la propria nicchia di pubblico, ma incoraggio’ anche nuove band emergenti a mettersi in gioco. Menzione speciale va fatta all’istituzione del “Piccolo Coro” presso i frati minori dell’Antoniano di Bologna, con l’obiettivo, assieme al Festival dello Zecchino d’oro, di promuovere la produzione di canzoni per bambini idonee all'infanzia, musicalmente e letterariamente del miglior livello possibile, sotto la sapiente guida di Mariele Ventre. Il fenomeno dello Zecchino d’oro insieme al Piccolo coro fu primo nel suo genere e divenne subito appuntamento annuale attesissimo. Bologna si è distinta negli anni per la sua prospera industria musicale che conta importanti studi di registrazione. I piu’ celebri e amati cantautori della Città come Lucio Dalla, Francesco Guccini, Gianni Morandi si appoggiarono allo studio di registrazione Fonoprint, che puo’ anche annoverare artisti del calibro di Fiorela Mannoia, Giorgio Gaber, Ennio Morricone, Paolo Conte, Celentano, Vasco Rossi, Sting, Mariah Carey e altri. La Città continua anche oggi a essere incubatore di talenti grazie anche a numerose etichette indipendenti che incoraggiano la produzione di band e artisti piu’ giovani ed emergenti e ne sono testimoni gli amatissimi Cremonini e Carboni. Dal punto di vista dei festival musicali, l’offerta varia dalla piu’ classica programmazione concertistica di opera, sinfonica e balletto della Fondazione Teatro Verdi, le stagioni concertistiche della Regia Accademia Filarmonica e le proposte della società concertistica Musica Insieme che, ospitando gli artisti più affermati a livello internazionale all’Auditorium Manzoni, promuove da anni una serie di concerti gratuiti per gli studenti dell’Università, gli istituti medi e superiori con introduzioni curate dai 12 principali musicologi, giornalisti, docenti di Conservatorio e festival di musica contemporanea come il MICO (Musica Insieme COntemporanea). Sempre affidata alla Fondazione Musica Insieme è l’organizzazione della rassegna Musica in Santa Cristina, ospitata appunto nella Chiesa di Santa Cristina della Fondazza. La Chiesa si propone come centro privilegiato per l’ascolto della musica poichè la forma peculiare dell'altare maggiore trasforma l'intera architettura in una sorta di strumento musicale. La Chiesa è infatti nota, sin dalla sua fondazione nel 1247, per la nitidezza acustica con cui il canto delle monache camaldolesi si propagava. Oggi Santa Cristina fa parte del percorso culturale, artistico e museale di Genus Bononiae: Musei nella Città e ospita la Schola Gregoriana Benedetto XVI, un progetto volto a promuovere la conoscenza e la diffusione del canto gregoriano. Del circuito Genus Bononiae fa parte anche l’antica Chiesa di San Colombano, restaurata profondamente nel 2005 per opera della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. San Colombano oggi ospita la rassegna Musica in San Colombano durante la quale vengono messe in valore le risorse sonore degli strumenti della Collezione Tagliavini (una collezione di strumenti antichi musicali donati dal maestro Luigi Ferdinando Tagliavini alla Fondazione). Sulla scena dei festival musicali cittadini è opportuno dare rilievo anche alle attività dell’associazione Bologna Festival, nata nel 1982, che, negli anni, ha consolidato la sua presenza nella vita culturale cittadina, lavorando spesso in sinergia con altre importanti e storiche realtà cittadine, quali la Fondazione Teatro Comunale, il Conservatorio di Musica “G. B. Martini”, il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna, la Cineteca e il MAMbo-Museo d'arte moderna di Bologna. Oggi la programmazione si compone di diverse sezioni (la rassegna di primavera “Grandi Interpreti”, la rassegna cameristica “Talenti” e la rassegna autunnale “Il Nuovo l’Antico”) affiancate da una proposta per il giovane pubblico (“Baby BoFé”) e un progetto di educazione per le scuole elementari e medie (“Note sul registro”). Bologna vanta una lunga tradizione di passione e sperimentazione per il jazz cominciata nel secondo dopoguerra : in questo esatto periodo la città ospita una quindicina di edizioni di uno dei primi e forse più importanti festival dedicati al genere (il “Festival Europeo del Jazz”) e attrae musicisti di fama internazionale come Louis Armstrong, Duke Ellington, Earl Hines, Dizzy Gillespie, Theleonius Monk, Miles Davis, il Modern Jazz Quartet, Chet Baker e John Coltrane. Vengono istituiti al Conservatorio di Bologna un corso di musica d’uso e la cattedra di jazz al corso di Laurea in Arte Musica Spettacolo dell’Università. La Città ospita tuttora importanti rassegne presso i luoghi storici del Jazz come la Cantina Bentivoglio e il club Chet Baker ma la piu’ importante manifestazione rimane il “Bologna Jazz Festival” che dal 2006 calca la scena di via Mascarella e dei migliori teatri, club, ristoranti della Città. 13 Figure 2: Doctor Dixie Jazz Band sui tetti di Bologna Foto Guardando agli ultimi 50 anni è doveroso anche attribuire alla scena bolognese un ruolo speciale nel saper scovare e anticipare le tendenze musicali che hanno caratterizzato il panorama rock italiano. Particolare risalto va dato ai luoghi d’incontro, alle associazioni e ai festival che hanno favorito il diffondersi di tante nuove idee, di controcorrenti e controculture più o meno reazionarie ma sempre comunque impattanti e rilevanti : dai centri sociali alle esperienze multiformi come il TPO (Teatro Polivalente Occupato, laboratorio di sperimentazione, di pratiche e di linguaggi) e il parco del Dopolavoro Ferroviario (divenuto dal 2008 uno dei locali di musica live più trend: il Locomotiv), dagli spazi aperti a contaminazioni sonore come il Casalone (poi diventato l’attuale Covo Club, uno dei più longevi rock club d’Europa) alle realtà autogestite del Centro Musicale Scandellara. Con il passare del tempo la corrente di sperimentazione e reazione del rock-punk anni 70/80 ando´ concretizzandosi nei piu’ moderni generi di new rock e indie-rock, ska, new wave, grunge, hiphop, post punk ed elettronica: nel 1974 venne isituito al Conservatorio G.B.Martini (unico in Italia) un corso di musica elettronica e d’uso e in Città nacquero le sale contemporanee dell’Estragon, il Covo Club e il Link club. Come scrive Oderso Rubini in Largo all’avanguardia «potendo scattare dall’alto una fotografia di Bologna del 1977, noteremmo diverse situazioni interessanti: agli infrarossi della creatività, zone decisamente rosse » e sebbene la scena cittadina fosse 14 stata man mano scardinata da tecnologia e rete, cio’ non ha affatto inibito contatti e contaminazioni, bensi’ le distanze sono state accorciate e le collaborazioni facilitate. Arrivando ai nostri giorni il punto di convergenza tra figure professionali e creative diverse mette in risalto figure eclettiche assai interessanti, personaggi che rivestono in contemporanea ruoli di produttori, djs e musicisti. Impossibile a questo punto non citare l’annuale RoBOt Festival : una delle piu’ importanti manifestazioni sulla scena internazionale di musica elettronica e arti visuali, nata a Bologna nel 2008. Il festival è organizzato dall'Associazione Culturale Shape, con il sostegno e il patrocinio del Comune di Bologna, della Provincia, Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Teatro Comunale assieme alla Fondazione del Monte e l'Università degli studi di Bologna. Oggi questa manifestazione è ormai giunta all’ottava edizione, si sta muovendo oltreoceano ed è un esempio eloquente di come l’industria musicale possa in realtà rappresentare un industria creativa trainante e coinvolgente le arti, la musica e la tecnologia, ma soprattutto un’intero ambiente socio-culturale e amministrativo. 15 2.2. Quadro teorico di riferimento Negli ultimi decenni il mondo ha subito rapidi e strutturati cambiamenti: l’emergere di nuove tecnologie, la digitalizzazione e la globalizzazione hanno rappresentato per l'Europa e altre parti del mondo una svolta profonda, caratterizzata dall'abbandono di forme tradizionali di produzione industriale e dall’ingente importanza assunta dal settore dei servizi e dall'innovazione. Le comunità creative, la cui materia prima è la capacità di rivoluzionare, creare e innovare si stanno sostituendo progressivamente alle fabbriche classiche. Il libro verde prodotto dalla Commissione Europea COM(2010), appoggiandosi al quadro per le statistiche culturali del 2010, ha definito otto settori (patrimonio artistico e monumentale, archivi, biblioteche, libri e stampa, arti visive, architettura, arti dello spettacolo, media/multimedia audio e audiovisivi) e sei funzioni (conservazione, creazione, produzione, diffusione, commercio/vendita e istruzione) che costitutiscono il « settore cultura ». Esso raccoglie fra le industrie culturali quelle industrie che producono e distribuiscono beni o servizi che incorporino o trasmettano espressioni culturali (concetto definito in relazione alle espressioni culturali nel contesto della convenzione UNESCO sulla promozione e protezione delle diversità delle espressioni culturali 2005), mentre raggruppa sotto industrie creative quelle industrie che utilizzano la cultura come input e restituiscono un output principalmente funzionale. Le industrie culturali e creative possono di fatto contribuire alla definizione di nuove fonti di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, creando occupazione e progresso socio-economico, aiutando i Paesi dell’Unione a mettere in atto la strategia Europa 2020 e quindi un’importante chance per l’Europa di cavalcare questa evoluzione digitale è quella di creare un terreno favorevole al prosperare di creatività e innovazione in chiave imprenditoriale. Diversi studi hanno di recente messo in luce come il settore delle industrie culturali e creative sia uno dei settori piu’ dinamici d’Europa, di come contribuisca per il 2,6% al PIL dell’Unione Europea, tuttora in crescita, e offra impieghi di qualità a 5 mln di persone nei 27 paesi membri. Accanto a questi dati è importante considerare le ICC come forze motrici dello sviluppo e dell’innovazione sociale ed economica : basti pensare al contributo nella creazione e nel rinnovamento dell’immagine di un Paese, alla creazione di comunità, all’innovazione in materia di beni e servizi o alla promozione di ambienti economici sostenibili. Le conclusioni del Consiglio Europeo di dicembre 2007 sanciscono l’importanza dei settori della cultura e della creazione e pongono come obiettivo dell’Agenda Europea della cultura COM(2007) l’accesso a strumenti adeguati quali finanziamenti e competenze, la creazione di un terreno favorevole ed accogliente all’interno dei contesti economico e sociali e l’aiuto necessario a permettere alle ICC uno sviluppo nell’ambiente locale e regionale come rampa di lancio verso una presenza piu’ forte a livello mondiale. 16 La partecipazione e il coinvolgimento delle comunità locali sembra essere al centro anche dell’approccio Creative Europe nell’ottica di conquista di una identità culturale forte e dinamica delle comunità in primis e dei Paesi a livello globale. 2.2.1. Il ruolo della cultura e del turismo per lo sviluppo locale Rimane comunque recente il progressivo abbandono della concezione dell’ «arte per l’arte» a fronte di una visione della cultura come «motore attraverso il quale perseguire uno sviluppo di livello qualitativamente più elevato» per la crescita economica di una società. La letteratura in questo ambito di ricerca interpreta il patrimonio culturale come una risorsa economica, da attivare per lo sviluppo locale, di tipo diretto attraverso il turismo e di tipo indiretto in quanto, attraverso creatività e innovazione, fa da driver verso la qualità sociale. Il rapporto tra patrimonio culturale e turismo si concretizza nella pratica del turismo culturale, ma anche in un contributo allo sviluppo sostenibile connesso all’etica del turismo responsabile. A questo punto è doveroso introdurre il concetto di itinerario culturale che si fonda sulla relazionalità tra beni culturali e fruizione turistica e del quale ruolo si ha spesso diversa interpretazione a seconda del soggetto che lo promuove. Da un lato il Consiglio d’Europa intende dimostrare come l’itinerario culturale, in veste di percorso trasversale nello spazio e nel tempo, definisca il patrimonio culturale un patrimonio comune e perciò strumento di scambio culturale tra le nazioni, ma anche di consolidamento di un’identità europea. Dall’altro lato l’Unione Europea percepisce gli itinerari come strumento di sviluppo economico, in quanto attivatori di forme di turismo sostenibile in zone rurali, piccoli centri o comunque luoghi finora poco valorizzati. Da ultimo l’individuazione e sviluppo di itinerari culturali affidato da UNESCO al Comitato CIIC (Comitato Internazionale per gli Itinerari Culturali) pone come obiettivo la conservazione e la valorizzazione del bene storico e monumentale in primis. Al netto di queste interpretazioni la comunità scientifica si attesta sulla visione dell’itinerario culturale come un legame, una relazione viva e dinamica, che segue e interpreta le trasformazioni sociali dei luoghi del turismo culturale. In questo senso il turismo culturale puo’ essere considerato elemento strategico nei processi di sviluppo sostenibile a livello territoriale e regionale dove le reti degli attori culturali possono contribuire all’efficienza e alla competitività delle imprese locali coinvolte, conducendo allo sviluppo economico, al recupero delle identità territoriali e al miglioramento della qualità sociale. 2.2.2. Inclusione e qualità sociale Come accennato in precedenza, attraverso la strategia Europa2020 e la programmazione finanziaria 2014-2020, l’UE si pone l’obiettivo di diventare un’economia intelligente, sostenibile e solidale. Una grande novità che porta la strategia è la nuova centralità assegnata alla dimensione urbana che con specifiche allocazioni assegna un ruolo sempre più importante ai Sindaci e alle Pubbliche Amministrazioni. 17 In questo contesto si inseriscono programmi come il Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020 che individua nelle aree urbane luogo chiave per cogliere le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Inclusione sociale, identità territoriale e culturale sono dunque principi ispiratori della proposta di project work di oggi e vedono nell’innovazione e creatività della produzione culturale e nel turismo culturale attivatore di politiche territoriali, significativi elementi chiave per uno sviluppo sostenibile. 18 2.3. Video, storytelling e promozione La fruizione dell’arte si è evoluta nel tempo e di recente ha ampiamente assistito all’affermarsi del bene esperienziale tra i prodotti culturali piu´richiesti. Realizzare ed offrire un experience good significa rendere fruibili servizi e contenuti andando a sollecitare recettori simbolici ed emozionali nel pubblico, evocando immagini profonde e offrendo un’esperienza unica, appassionante e che crei dipendenza. Di conseguenza ha assunto sempre maggiore importanza tra le strategie di marketing (culturale e territoriale) quella dell’experience comunication che mira a trasmettere l’esperienza che vivrebbe il fruitore, le emozioni che proverebbe e la soddisfazione che ne deriverebbe dal suo consumo. Con questi propositi il videoracconto si dimostra un metodo vincente nella creazione di engajement in quanto in grado, attraverso velocità, semplicità e immediatezza della comunicazione, di lasciare una traccia indelebile nella mente del possibile fruitore facendo leva sulle sensazioni. Un esempio di video di sensibilizzazione ad un bene culturale più o meno noto è quello commissionato dalla Fondazione Cineteca Bologna (promosso dal Comune e da Anec) per raccontare l’importanza delle sale del centro storico e la funzione sociale e culturale che svolgono. Il video intitolato “chi ama il cinema brilla di luce propria” programmato in tutti i cinema di Bologna in occasione dei CinemaDays (12-15 ottobre) vince con una grafica semplice e un’animazione non troppo elaborata e rappresenta in maniera diretta e sincera un messaggio comprensibile a tutti perchè vicino alla nostra esperienza quotidiana. Figure 3: Immagine catturata dal teaser promo "Chi ama il cinema brilla di luce propria" È facile imbattersi in recenti esempi di utilizzo di illustrazioni (o strisce di illustrazioni sotto forma di fumetto) con scopo informativo e di sensibilizzazione nei riguardi di una tematica, una vicenda o un personaggio preciso. Senza allontanarsi dall’Emilia Romagna, un esempio può ritrovarsi nella graphic novel Pasolini creata dal fumettista Davide Toffolo (cantante e chitarrista del gruppo rock italiano “Tre allegri ragazzi morti”) in occasione del 40esimo anno dalla scomparsa del cineasta e saggista, che narra la fantastica vicenda di un certo signor Pasolini 19 palesatosi, a distanza di ventisette anni dalla sua morte, sulle pagine del web con l’esplicita richiesta di voler essere intervistato. Figure 4: Copertina romanzo illustrato Pasolini di Davide Toffolo Il genere editoriale della graphic novel, che in italiano può essere resa con “romanzo grafico”, può essere definito come una varietà dell’arte del fumetto il cui obiettivo è la racconto. Convenzionalmente viene attribuita al fumettista statunitense Will Eisner la paternità di questo innovativo prodotto a metà strada tra le arti grafiche e la narrazione, con un’opera (Contratto con Dio) divisa in quattro racconti che all’epoca rappresentò una piccola rivoluzione: fino ad allora il fumetto, specialmente quello americano, era perlopiù legato a storie di scarso spessore, mentre con questo testo entrava in gioco un nuovo modo di narrare la religione, la società, la politica, la vita quotidiana, l’interiorità delle persone. Un successivo momento importante per lo sviluppo e la definizione del genere di graphic novel fu il 1986, quando uscì il volume Maus di Art Spiegelman, opera che narra la vicenda della Shoah mettendo in scena le figure antropomorfe di topi (per rappresentare gli ebrei) e di gatti (per i nazisti). Come spiega Goffredo Fofi, la pubblicazione del volume «ebbe come effetto, graduale ma rapido, in molti paesi e in particolare nel nostro, la nobilitazione di un campo della creatività artistica, il riconoscimento della sua validità, della sua diversità ma anche del suo intreccio con le altre arti e forme d’espressione e con altri campi del sapere». 2.3.1. Graphic novel e settore musicale Il project work di sensibilizzazione e promozione, oggetto di questa presentazione, vuole puntare il riflettore, attraverso il racconto di una storia, sul patrimonio culturale musicale della Città di Bologna. Un racconto che esuli dalla sola celebrazione dei palazzi e musei storici di questo patrimonio ma che passi attraverso la narrazione delle vicende e luoghi simbolo di questa eredità culturale (siano essi scuole, osterie, accademie, vie del centro o club) e ponga lo spettatore in una posizione di nuova centralità, creando un contatto col quotidiano e con l’esperienza personale. Vicende storiche, musica e narrazione illustrata sono principi ispiratori dell’ultimo libro di Massimo Palma, Happy Diaz, con illustrazioni di Tuono Pettinato, uno dei fumettisti 20 più stimati in Italia, che racconta le vicende del G8 del 2001 attraverso la formazione musicale della generazione che vi partecipò, tracciando i ritratti dei frontmen delle rock band più influenti del periodo (dagli Oasis, ai Blur, fino agli Smiths, i new Order e altri ancora). L’accostamento tra i settori musicale e delle arti grafiche nella forma di fumetto non è da intendersi esclusivamente per generi musicali relativamente recenti e dedicati ad un pubblico giovane. Di fatto l’appeal e l’incisività dell’immagine come veicolo di informazione è riconosciuto su un pubblico diverso e vasto, tanto che proprio dal 28 novembre al 24 gennaio il Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano ospiterà la mostra “Giovanna d’Arco: una supereroina nella Guerra dei Cent’Anni” a cura di Enrico Ercole. L’esposizione propone un viaggio nel mito della Pulzella d’Orleans, con illustrazioni, fumetti ed elementi cinematografici raccolti in occasione dell’inaugurazione della Stagione Lirica del Teatro alla Scala, che quest’anno vede allestita l’opera “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi. Figure 5: Copertina di Happy Diaz di Massimo Palma, edito nel 2015 Figure 6: Giovanna d'Arco vista da Milo Manara 21 3. Applicazione pratica 3.1. Definizione del problema La Città di Bologna è riconosciuta dal punto di vista musicale a livello internazionale grazie a due aspetti che ne caratterizzano vitalità e unicità in questo campo; da un lato l’enorme patrimonio culturale , testimone di successi ed eccellenze sin dal XVsec; dall’altro la persistente atmosfera creativa mantenuta vitale e diffusasi, grazie al processo tecnologico e comunicativo, in maniera sia capillare che ambiziosamente estensiva e che ha visto nascere e cresciuto artisti indipendenti in diversi generi musicali e tecnici e aziende operanti nel settore. L’offerta di eventi, festival e concerti spazia tutti i generi musicali e la fervida creatività in questo settore risiede proprio nell’offerta diversificata che si è susseguita negli ultimi anni, in periodi più o meno difficili. A Bologna i luoghi emblema della storia musicale sono sparsi per le vie del centro storico e la musica fa parte della vita di ogni giorno grazie a un ricco substrato di associazioni culturali. Figure 7: Associazioni culturali registrate al Consiglio Comunale di Bologna Img. tratta dal documento “Bologna, Italy City of Music” cittadellamusica.comune.bologna.it Delle oltre 500 associazioni culturali presenti in Città, 122 sono coinvolte nella promozione di eventi musicali, 138 nelle attività teatrali e 63 nel settore dello spettacolo, per un totale di 320 che si occupano di attività legate al mondo della musica. È importante notare come alcune di queste contribuiscano allo scenario dell’istruzione musicale in Città che vede i principali attori in istituzioni come l’Accademia Filarmonica, 22 il Conservatorio G.B. Martini e il corso di Laurea di DAMS (Discipline di Arti, Musica e Spettacolo). Questo panorama contribuisce ad alimentare l’industria musicale locale. L’impatto economico delle attività musicali non può essere semplicemente misurato in termini di turismo culturale durante le manifestazioni di diverso genere poiché la Città mette in campo attività musicali e genera introiti durante tutto l’anno grazie appunto all’operato delle diverse associazioni e delle imprese private di settore (da una preliminare ricerca si può infatti stimare 30m euro all’anno per un totale minimo di 1150 dipendenti coinvolti). Attraverso documentazione redatta mediante ricerche sul campo, attraverso interviste e analisi di siti web, condotte nel 2013 di supporto alla rivista Aedon è possibile stabilire come per quanto riguarda il cittadino emerge una grande mancanza di consapevolezza a proposito delle innumerevoli iniziative culturali e opportunità provenienti dai diversi attori e associazioni operanti nel settore; d’altro canto anche in ambito turistico è immediato notare poca consapevolezza della varietà e longevità della storia musicale della Città; accade così che manifestazioni e festival incentrati su un particolare genere musicale, poco incoraggino alla scoperta dell’intero percorso di successi ed eccellenze che hanno permesso a Bologna di arrivare ad ottenere il label di Creative City. 23 3.2. Obiettivo e idea progettuale Il progetto Bologna Sound Waves si colloca tra l’enorme potenziale dell’industria culturale e creativa legata alla sfera della produzione musicale bolognese e la necessità di consapevolezza e informazione del pubblico, residente o turista, e degli attori e operatori del settore. L’obiettivo del Project Work riprende in considerazione i principi ispiratori della candidatura del 2005, di creazione di network (all’interno del panorama di associazioni culturali, istituti di formazione universitari, privati e accademie, il circuito museale Musei Civici e la rete di Teatri Pubblici) e di visibilità su scala locale e internazionale; non può dunque prescindere da un’azione di rivalorizzazione e promozione del marchio City of Music, scarsamente comunicato e sfruttato in passato. La scelta del logo Bologna Sound Waves intende sottolineare il forte supporto all’identità territoriale operata dal progetto, attraverso la promozione di un quadro di eccellenze strettamente legato alla storia della Città e per questo motivo si è deciso di associare all’andamento di un’onda sonora quello della skyline tipica bolognese, dove le due celebri torri sono protagoniste. Figure 8: Grafica logo Bologna Sound Waves 3.2.1. Attività proposta La riuscita nello scopo di sensibilizzazione e informazione del project work Bologna Sound Waves è strettamente legata al raggiungimento di un pubblico vasto e diversificato (per età, formazione ed attività). Il successo coinciderà con la capacità di catturare l’attenzione di chi ascolta, ma anche di stimolare la curiosità ad approfondire la tematica trattata. Come spiegato precedentemente (cap.2.3: Video, storytelling e promozione del territorio) l’experience comunication, con cui si promuove la fruizione di servizi e contenuti nella forma di experience goods, detiene un posto di primaria importanza in ambito di marketing culturale e promozione del territorio. Lo strumento del video racconto si rivela vincente nella creazione di engajement, nel trasmettere emozioni e 24 nel non perdere l’attenzione del pubblico, grazie all’incisività del messaggio multisensoriale che cattura senza pretendere troppo tempo o concentrazione. Nel caso del progetto Bologna Sound Waves si è scelto di creare consapevolezza riguardo la storia musicale della Città, la conquista del label Creative City incorniciata nella visione della cultura come asset di sviluppo strategico e la presenza attiva di Bologna nella scena musicale internazionale, attraverso la realizzazione, in collaborazione col settore Promozione ed Economia del Comune di Bologna, di un video promo animato e la sua successiva trasmissione attraverso diversi canali e occasioni di visibilità all’interno del contesto culturale cittadino. La durata del video non dovrà superare i 50 sec./1 min. , proprio per non rischiare di perdere l’attenzione di un pubblico che dovrà essere semplicemente stuzzicato e incuriosito ad approfondire il tema proposto. Il contenuto del promo sarà realizzato attraverso l’animazione di illustrazioni (presentate al principale portatore di interesse, il Comune di Bologna, nello stile di graphic novel) che narrino le tappe che hanno segnato il percorso della Città dal XV secolo ad oggi. Lo stile dei disegni é semplice per raggiungere un’ampia fascia di pubblico, ma si propone, attraverso richiami all’interno delle vignette, di interpretare il racconto con un’ironia adatta a tutte le età. Verrà mantenuto lo stile bianco e nero per le illustrazioni, in modo da utilizzare il colore per mettere in risalto particolari aspetti o dettagli su cui si desidera lo spettatore soffermi lo sguardo e l’attenzione. Quella che nella vignetta della graphic novel viene realizzata come una pennellata di colore, nel video diventerà un tratto continuo durante il susseguirsi delle scene, a significare lo scorrere del tempo ma anche a rappresentare come il successo della Città di oggi è stato possibile grazie a un contributo sinergico di tutti gli attori nei diversi generi musicali nel passato e invita a proseguire questa cooperazione anche, e soprattutto, oggi. Di seguito un esempio dello stile utilizzato in vignetta: Figure 9: Illustrazione tipo, con breve didascalia esplicativa 25 La realizzazione della colonna sonora, concepita come jingle inedito creato ad hoc per il progetto, dovrà interpretare lo scorrere del tempo e delle vicende, legando i diversi generi che si affacciano sulla scena musicale cittadina. 3.2.2. Mappa logica degli stakeholder Una prima suddivisione dei portatori di interesse, nell’ambito della realizzazione di Bologna Sound Waves come strumento di sensibilizzazione e promozione di un bene culturale, va fatta tra i soggetti realizzatori e i soggetti fruitori dell’iniziativa, i partner che principalmente collaborano alla realizzazione (attori primari) e i soggetti che in qualche modo verranno a contatto con il progetto o con le sue ricadute (attori secondari). Per quanto riguarda il progetto in oggetto, non vi è committenza in quanto la proposta proviene direttamente dal project manager (Mara Passuello) e dal team di progetto (l’illustratrice Silvia Venturi) che pone in autonomia le basi per la realizzazione dell’iniziativa. In un secondo momento arriva il main partner (il Comune di Bologna, settore economia e promozione) del progetto, coinvolto dal project manager a cui spetterà il compito di creare il contesto di visibilità, prendere i primi contatti con eventuali funders e sarà anche il primo beneficiario della riuscita dell’iniziativa. In prima istanza si pensa di rivolgersi per la richiesta di fondi ad un unico interlocutore che è Bologna Welcome: si tratta di un servizio di accoglienza turistica nazionale e internazionale, gestito dal punto di vista istituzionale e informativo dal Comune di Bologna e per quanto riguarda la parte dei servizi di incoming dalla società Bologna Welcome Srl, che raggruppa i soci di Bologna Congressi e che si candida come soggetto promotore della Città e responsabile dello sviluppo e gestione delle attività turistiche. La richiesta dei finanziamenti per la realizzazione del prodotto video è stilata sulla base del business plan redatto insieme ai successivi componenti del team di progetto ovvero: - Chiara Spallotta, graphic designer dell’animazione delle illustrazioni e illustratrice freelance, incaricata - Pink Elephant Recording Firm, studio di registrazione incaricato della realizzazione del jingle di accompagnamento Accanto al main partner si collocano soggetti che collaborano alla realizzazione del lavoro fornendo contatti e network come ad esempio l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa, la Cultural Route Mozart Ways, presente sul territorio tramite l’Accademia Filarmonica che proprio nel 2016 festeggerà il 350 anni dalla sua fondazione. Si identificano nei principali fruitori dell’offerta (trattandosi della creazione di un mezzo di sensibilizzazione e creazione di consapevolezza) i cittadini e i turisti. Tra i potenziali futuri stakeholders, si comprendono le associazioni culturali in campo musicale (promotrici a loro volta di eventi a carattere musicale)come la Fondazione Musica Insieme, l’associazione Bologna Festival, l’Associazione Organi Antichi , la Fondazione Teatro Comunale, le associazioni che gestiscono i più longevi club cittadini e gli Istituti di istruzione storici, come il Conservatorio G.B. Martini e l’Accademia Filarmonica, e più recenti, come il Corso di Laurea DAMS dell’Università Alma Mater 26 Studiorum, che in quanto partner secondari contribuirebbero a dare visibilità all’iniziativa. È importante citare fra i portatori di interesse anche il Circuito Museale cittadino Genus Bononiae che annovera il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, la collezione di strumenti antichi Ferdinando Tagliavini e la Schola Gregoriana Benedetto XVI. Da ultimo vengono considerati potenziali stakeholders anche le attività commerciali collegate al sistema di produzione e fruizione del prodotto musicale come ad esempio gli studi di registrazione e le etichette indipendenti, le sale concertistiche, i club e le arene per concerti, i negozi di rivendita e produzione di strumenti musicali con annesse tutte le professionalità specifiche coinvolte e per completezza tutte le attività commerciali trasversali. È importante notare che, trattandosi di un progetto con scopo promozionale per la Città, per gli operatori all’interno della sfera musicale, per gli eventi e le iniziative promosse dall’Amministrazione, tutti gli attori saranno sia partner (in quanto contribuiranno a loro modo alla visibilità dell’iniziativa) che beneficiari poiché la riuscita del progetto coinciderà con la loro presenza nella scena musicale e turistica della Città, locale e internazionale. Figure 10: Infografica stakeholders di progetto 27 3.2.3. Budget e cronoprogramma L’ideazione e lo sviluppo (sotto forma di graphic novel) del soggetto grafico e del logo è stata affidata all’illustratrice Silvia Venturi. Silvia Venturi Freelance Illustrator silviaventuri-oh.tumblr.com Idea grafica Studio del logo € 150 Sequenza illustrata con stile vignetta BW utilizzando il colore per dare movimento all’interno della narrazione e valorizzare il particolare. L’ironia è discreta e mai forzata, con dei richiami da individuare all’interno dell’immagine. Fissando all’inizio del mese di ottobre 2015 l’inizio dei lavori, le seguenti fasi di progetto hanno necessitato di rispettivamente due e un mese di lavoro al professionista, tuttavia la lavorazione è stata estimata economicamente a corpo e non a tempo. Al termine dei primi due mesi di lavoro, durante i quali la proposta progettuale è stata redatta nella forma di idea grafica, brand e business plan, viene inviata la richiesta di approvazione del lavoro al Settore Promozione ed Economia del Comune di Bologna. Una volta determinata la validità della proposta, il Comune stesso si incaricà della richiesta formale di finanziamenti con i soggetti designati (nella fattispecie Bologna Welcome Srl, soggetto responsabile dello sviluppo e della gestione delle attività turistiche, nonché della promozione della città di Bologna e del territorio dell’area metropolitana sia a livello nazionale che internazionale). Si stima di dover attendere circa un mese per ricevere un feedback dal Comune e una risposta dal soggetto finanziatore, al termine del quale si può far coincindere l’inizio della seconda fase di produzione, durante la quale animazione e audio traccia vengono realizzati e montati. 28 L’animazione e il montaggio video è stato affidato alla graphic designer Chiara Spallotta. Chiara Spallotta Freelance graphic designer & Illustrator chiaraspallotta.tumblr.com Impostazione storyboard, sceneggiatura, regia € 150 Riprese con modello per lo studio del movimento € 200 25 disegni x 50 secondi = 1.250 disegni (1.250 x €2,00 a disegno) € 2500 Montaggio e finalizzazione video € 300 Tot. (iva esclusa) € 3150 Corto di animazione tradizionale di 50 secondi, a 25 disegni al secondo. Animazione più utilizzata nelle animazioni brevi e negli spot, poiché più fluida e gestibile. Il tratto è pulito ed emula le vignette (un esempio può essere la sigla di Fandango, di Luigi Toccafondo). La realizzazione della colonna sonora è stata affidata al neo-nato studio di registrazione milanese Pink Elephant. PINK ELEPHANT Recording Firm Jingle durata 50” (no voice-over) € 500 www.pink-elephant.it Sebbene la realizzazione del jingle non necessiti di tre mesi di lavoro continuativo, la necessità di adattare i suoni ai passaggi di scena lega le tempistiche dello studio di registrazione a quelle della composizione del video e implica una necessaria collaborazione tra le parti. 29 Al termine della seconda (ed ultima) fase di produzione e montaggio del video promozionale, si apre una terza fase di diffusione del prodotto. Ci si aspetta di trasmettere il video in occasione di manifestazioni culturali cittadine di diverso genere: in primo luogo in apertura di stagioni ed eventi concertistici (stagione musicale e operistica dei Teatri Comunali, della Fondazione Musica Insieme, delle Chiese appartenenti al Circuito Genus Bononiae); in secondo luogo si pensa di sfruttare come canali di divulgazione manifestazioni culturali di diverso genere ma con buona audience (Cinema sotto le stelle in Piazza Maggiore, stagioni cinematografiche organizzate dalla Fondazione Cineteca); da ultimo, ma nondimeno, si prevede la divulgazione del prodotto attraverso gli appuntamenti musicali (di impronta locale ed internazionale) presso i club, le arene concerti e i Festival con cadenza annuale ospitati dalla Città. 30 31 Bibliografia Commissione Europea, “Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, COM(2010) 2020, 2010. Commissione Europea, “LIBRO VERDE – le industrie culturali creative, un potenziale da sfruttare”, COM(2010) 183, 2010. Comune di Bologna, “REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI”, 2014. Consiglio d’Europa, “Resolution CM/Res (2010)52 on the ruels for the award of the Cultural Route of the Council of Europe certification”, 2010. Mariotti A., “Sistemi Locali, Reti e Competitività Internazionale”, Alma Tourism, n.5, 2012. Morelli, Ugo e De Fino, Gabriella, “Management dell’arte e della cultura”, Franco Angeli, Milano 2010. OECD, “The Impact of Culture on tourism”, OECD, 2009. Rubini O., “Largo all’avanguardia”, Brossura, Bologna, 2014. Santagata, Walter, “Il governo della cultura”, il Mulino, Bologna 2014. 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