Master
Terza edizione
14 gennaio-11 dicembre 2015
World Natural Heritage
Management
Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella lista del
patrimonio mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani)
Mara Passuello
Bologna Sound Waves
Trento, 11/12/2015
Sommario
1.
IDENTIFICAZIONE DEL SITO ......................................................................7
1.1.
Bologna: politiche culturali recenti ......................................................................... 7
1.2.
La candidatura City of Music UNESCO ................................................................... 9
2.
CONTESTO DELL’IDEA PROGETTUALE ................................................. 11
2.1.
Cenni storici di riferimento..................................................................................... 11
2.2.
2.2.1.
2.2.2.
Quadro teorico di riferimento................................................................................. 16
Il ruolo della cultura e del turismo per lo sviluppo locale ........................................... 17
Inclusione e qualità sociale ....................................................................................... 17
2.3.
2.3.1.
Video, storytelling e promozione ........................................................................... 19
Graphic novel e settore musicale .............................................................................. 20
3.
APPLICAZIONE PRATICA ......................................................................... 22
3.1.
Definizione del problema ........................................................................................ 22
3.2.
3.2.1.
3.2.2.
3.2.3.
Obiettivo e idea progettuale ................................................................................... 24
Attività proposta ......................................................................................................... 24
Mappa logica degli stakeholder ................................................................................. 26
Budget e cronoprogramma........................................................................................ 28
BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................... 32
SITOGRAFIA.......................................................................................................... 33
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INTRODUZIONE
La nomina Città Creativa Unesco per la Musica del 2006 sembra non essere stata
inserita a dovere in una cornice di programmi e iniziative volte da un lato
all’accrescimento della fama internazionale della Città sulla scena musicale, e dall’altro
allo stimolo alla cooperazione fra le diverse realtà operanti nel settore.
È tuttavia impossibile ignorare le numerose iniziative culturali messe in campo dalle
oltre 300 associazioni attive e che gravitano attorno alla sfera musicale locale, il
successo che riscontrano manifestazioni annuali come il Bologna Jazz Festival, il
Robot Festival o la stagione operistica della Fondazione Teatro Comunale e nemmeno
l’importanza storica detenuta dalle collezioni di strumenti Tagliavini, il patrimonio
censito di Organi Antichi, la tradizione liutaria o le numerose Chiese ospitanti nei secoli
i famosi cori di cappella.
La necessità di sopperire alla mancanza di informazione e sensibilizzazione su questo
patrimonio si unisce alla volontà di valorizzare il potenziale di un marchio (Creative
City) sotto-sfruttato.
Nasce quindi il progetto Bologna Sound Waves come un’occasione per un pubblico
vasto e diverso di affacciarsi a scoprire con curiosità e spensieratezza una ricchezza
che risiede nelle vie del centro, nei locali storici, fra mura antiche e sotto i portici: la
longeva storia musicale della Città di Bologna accompagna e scandisce le vite delle
persone che, più o meno ignare, la abitano da sempre o vi sono di passaggio.
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1. Identificazione del sito
Il Museo della Storia di Bologna, del circuito Genus Bononiae Musei diffusi nella Città,
racconta :
Bologna è da sempre città cosmopolita e provinciale, contando alla pari
tradizioni dotte e contadine. Città della tradizione, è stata in verità da
sempre pronta ad accogliere e tollerare tutto quanto avesse sapore di
vera innovazione. Città universitaria, da sempre avvezza
all’internazionalismo ed alla presenza di stranieri, a lungo sotto il dominio
papalino, che ha temprato nei secoli il sanguigno temperamento dei
bolognesi inducendoli alla nota “bonomia”, che nulla però toglie alla
propensione istintiva per le passioni violente e alla fervida
immaginazione di un popolo concreto e al contempo raffinato (…).
1.1. Bologna: politiche culturali recenti
La Città di Bologna conta circa 386.000 abitanti e si stima che ogni 10 anni la
popolazione cambi del 25%, fatto dovuto principalmente all’affluenza di migliaia di
studenti l’anno a quella che è considerata la più antica Università della civiltà
occidentale (fondata nel 1088), ma anche al fenomeno “brain drain” di cui soffre a
causa della mancanza di un solido apparato di opportunità e scivoli che facilitino il
passaggio scuola-lavoro.
Nel 2014 Bologna si è classificata prima nello Smart City Index operato da Between,
totalizzando la media migliore nella somma dei benchmark per ognuna delle 9 aree
tematiche (Health, Education, Mobilità Alternativa, Efficienza Energetica, Broad
Band, Mobility, Government, Risorse Naturali, Energie Rinnovabili).
Seppur il potenziale delle Industrie Culturali e Creative venga considerato un
effettivo driver dal punto di vista economico ed innovativo solo dal 2014, in piena
recessione economica, la Città è coinvolta in progetti e network nel campo culturale
internazionale già da prima: si pensi ad esempio al titolo di Capitale della Cultura
Europea nel 2000 o quello di Città Creativa UNESCO della musica nel 2006.
All’interno di un decennio di discontinuità politica si sviluppa quello che sarebbe stato il
momento più significativo nella storia dello sviluppo delle politiche culturali ovvero la
presentazione della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2000.
La necessità di una comunicazione e promozione integrate del sistema museale
urbano (composto di 19 musei fra pubblici e privati) aveva condotto già prima del
processo di candidatura al progetto di centralizzazione dei musei, attraverso iniziative
come il biglietto integrato per i sei musei pubblici, l’implementazione di un programma
didattico integrato, lo sviluppo di merchandising e prodotti editoriali. Il progetto si
conclude solo 8 anni dopo circa, spinto anche dalla realizzazione di una nuova sede
per la Galleria di arte moderna MAMbo (nell’ex Forno del pane, adiacente il parco del
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Cavaticcio) e la creazione del marchio per il nuovo Museo della Musica, con la nascita
dell’Istituzione autonoma Musei Civici.
Delineati appositamente per la candidatura a Capitale della Cultura sono invece due
progetti di riqualifica di edifici/siti esistenti, ancora oggi oggetto di valorizzazione e
sviluppo; si parla in primis del Progetto Manifattura delle Arti con il quale si prevedeva
la riqualifica di un ex-area produttiva e manifatturiera convertendola in un distretto
culturale ospitante diverse istituzioni culturali appartenenti al Comune e all’Università e
di spicco sia dal punto turistico che dal punto di vista di miglioramento della qualità
della vita nella zona: il cinema Lumiére, la Cineteca, la Film Commission, i dipartimenti
di comunicazione e di cinema dell’Università. La Cineteca andrà assumendo un ruolo
sempre più importante all’interno della produzione culturale della Città specialmente
attraverso l’evento annuale “Sotto le stelle del cinema” di maggiore importanza ogni
edizione e le funzioni che assurge di archivistica e di restauro, di promozione e
diffusione del cinema e dell'audiovisivo, di formazione, di ricerca e di produzione
editoriale, tanto che nel 2012 diventa una Fondazione ben più autonoma.
Progetto di punta nella cornice Bologna 2000 fu la creazione della Salaborsa quale
vivace biblioteca internazionale e centro culturale all’interno del restaurato ex-mercato
finanziario della Città, enfatizzando uno dei principi cardine della candidatura cioè
«cultura come bene pubblico».
Di più ampio respiro e successivi alla candidatura in questione sono invece progetti
come il Sistema Bibliotecario Centralizzato: un’iniziativa di aggiornamento dei sistemi
informatici e di miglioramento della consultazione all’interno della rete di 15 biblioteche
comunali, che ha portato alla creazione di un Istituzione simile a quella dei Musei
Civici.
Doveroso anche citare, nonostante non siano stati realizzati, la volontà di dare vita ad
un progetto di coordinamento dei teatri della città, un comitato per i grandi eventi (di
supporto a mostre ed eventi nazionali e internazionali), una strategia di lungo periodo
per la Fondazione Teatro Comunale e da ultimo la ventilata ipotesi di istituire un
organismo preposto al coordinamento delle attività musicali di supporto, tra le altre
cose, alla preparazione della candidatura a Città Creativa UNESCO per la Musica.
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1.2. La candidatura City of Music UNESCO
Bologna è ancora oggi l’unica città italiana a ricevere la nomina di Città Creativa
UNESCO per la Musica, avvenuta nel 2006 al termine di un processo iniziato un anno
prima e conclusosi riconoscendo ufficialmente Bologna importante centro musicale
grazie al suo vasto patrimonio musicale, l’alta presenza di musicisti e tecnici e la fitta
ed articolata rete di associazioni attive nel campo della musica.
Figure 1: Marchio Bologna Creative City UNESCO of Music
Gli obiettivi alla base della candidatura furono da un lato l’intenzione di accrescere la
visibilità internazionale della città attraverso la leva della nomina Unesco e dall’altro la
nascita di uno stimolo alla cooperazione e alla creazione di rete tra le realtà operanti
nel settore musicale cittadino, frammentato e disorganizzato.
Nonostante i propositi iniziali le azioni concrete portate avanti all’interno del suddetto
progetto sono state ben poche e le iniziative successive svoltesi sono state spesso
disarticolate e sconnesse dal programma Creative City Unesco.
Volendo puntare il dito a posteriori, sono diverse le circostanze che hanno contribuito
alla scarsa azione dell’Amministrazione in questo contesto; va citata la mancanza di
una leadership politica e una strategia globale di progetto dovute principalmente
all’instabilità politica dell’ultimo decennio e l’effettiva assenza di un gruppo di lavoro
che guidasse la candidatura nel periodo antecedente e anche successivo
all’ottenimento del label Unesco.
È anche importante notare la scarsa operatività dell’organizzazione internazionale
nell’ambito di valutazione dell’impatto e dei risultati ottenuti: un accountability
abbastanza debole secondo la quale le città dovrebbero produrre un rapporto ogni due
anni, l’assenza di obiettivi specifici da perseguire e di incentivi (anche economici) di
supporto alle candidate.
Tutto ciò ha fatto sì che la nomina a Città Creativa Unesco si risolvesse in
un’acquisizione del marchio senza alcun programma da gestire, ma come semplice
riconoscimento di vitalità e contenuto nel settore musicale a livello cittadino.
Lo scarso numero di eventi, la debole comunicazione e l’incapacità di promuovere e far
conoscere a dovere il progetto ha determinato anche le esigue richieste del logo
“Bologna, Città creativa della Musica Unesco” attraverso il quale inquadrare eventi e
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iniziative culturali, proprio a causa della debolezza del marchio in sé: si contano
solamente 20 richieste e 15 concessioni l’anno.
Da ultimo va osservato come anche la parte di comunicazione attorno prima alla
candidatura, e poi alla nomina sia stata debole o assente: l’insufficiente utilizzo del web
e dei media, il poco coinvolgimento in tavole rotonde e workshops degli enti e delle
associazioni portatrici di interesse e l’assenza di strategie di valorizzazione del marchio
hanno causato la perdita dell’occasione di un marketing urbano a livello nazionale e
internazionale.
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2. Contesto dell’idea progettuale
2.1. Cenni storici di riferimento
La Città di Bologna è universalmente riconosciuta come eccellenza nel campo
musicale sin dal XV secolo, quando vide la nascita dei primi cori di cappella di
accompagnamento alle liturgie nelle principali Chiese cittadine, spinti dalla
sperimentazione delle particolari condizioni di eco e che a loro volta incoraggiarono lo
sviluppo della disciplina organista.
Il censimento operato dall’Associazione Organi Antichi di Bologna, istituita nel 1988,
conta circa 400 organi conservati nelle Chiese del territorio bolognese. L’importanza di
tale patrimonio ha spinto l’Associazione, guidata dal maestro Andrea Macinanti, a
curare l’organizzazione di una rassegna concertistica all’anno nonchè, oltre al
censimento del patrimonio organario, a realizzare un video divulgativo per
l’avvicinamento a queste particolari sonorità per le scuole elementari e medie.
Ampia fama e riconoscimento internazionale arrivano con la fondazione di diverse
accademie musicali tra il 1600 e il 1700, tra cui la piu’ importante l’Accademia
Filarmonica, nel 1666, costituì un’indiscussa autorità nel campo della composizione
musicale e forniva di norma pareri tecnico-musicali anche ad istituzioni superiori, come
la stessa Cappella Pontificia in Roma. Fu inoltre capace di istruire artisti del calibro di
Corelli, Farinelli e il giovane Mozart che, sotto la guida di Padre G.B.Martini si
sottopose al severo esame di ammissione nel 1770.
L’attività delle accademie, i cui soci erano nobili bolognesi o musicisti di chiara fama,
consisteva essenzialmente nell’allestimento di opere in musica, tragedie, commedie,
oratori e in esecuzioni strumentali amatoriali.
Accanto alle accademie musicali, dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1796,
vennero istituite scuole di musica cittadine come il celebre Liceo Musicale Filarmonico
nel 1804. La direzione del Liceo potrà contare su personaggi illustri come Gioacchino
Rossini, che promuoverà importanti iniziative come la Società del Quartetto
(complesso musicale di violini e viola e violoncello formato dagli stessi docenti del
Liceo) e darà una forte spinta alla fioritura dell’arte liutaria in Città, grazie all’opera di
Raffaele Fiorini e Otello Bignami, maestri che ripresero e svilupparono nel capoluogo
emiliano la tradizione artigiana di origine medievale, ancor oggi caratterizzante.
Sede storica del Liceo Filarmonico, poi divenuto Conservatorio Statale “Gian Battista
Martini”, fu il Convento di San Giacomo Maggiore, già noto nel lontano passato
dell’Ordine Eremitano di Sant’Agostino come importante focolaio di cultura.
Successivamente alla soppressione dell’ordine religioso in Città, gli Agostiniani
rimasero custodi solo della Chiesa di San Giacomo e ad oggi contribuiscono alla scena
musicale bolognese attraverso l’organizzazione del San Giacomo Festival :
un’importante iniziativa a offerta libera nel suo genere, poichè permette all’ordine di
sostenere la mensa quotidiana dei poveri, di far conoscere le opere di apostolato e
caritative dei PP Agostiniani ed anche di avvicinare alle bellezze dell’arte attraverso i
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vari appuntamenti concertistici e le visite alla chiesa di San Giacomo e all’Oratorio di
Santa Cecilia, sedi dei concerti.
Durante questo fertile periodo di sviluppo e formazione musicale la Città accoglie
diverse illustri personaggi nel campo musicale europeo come Giuseppe Verdi, Richard
Wagner (a cui la Città conferirà cittadinanza onoraria), Gaetano Donizetti, Ottorino
Respighi, Gioachino Rossini (già “approvato” nel 1806, quattordicenne, tra i cantori
dell’Accademia), Niccolò Paganini, Giacomo Meyerbeer, Franz Liszt, Johannes
Brahms, Camille Saint-Saëns, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Maurice Ravel e tra
le virtuose di canto Isabella Colbran, Giuditta Pasta e Maria Malibran.
Grande spinta a questa produzione e attrazione culturale venne data
dall’inaugurazione di numerosi teatri a partire dal Teatro Pubblico nel Palazzo del
Podestà, che ospito’ spettacoli pubblici fin dal 1547 e seguirono i teatri Formagliari e
Malvezzi fino ad arrivare al piu’ celebre Teatro Comunale nel 1763.
Quest’ultimo si distinse subito come il maggior teatro cittadino, inaugurò con Il trionfo di
Clelia di Gluck e diede ampio spazio, in contrapposizione con la tradizione operistica
nazionale, alle novità dall’estero, conquistandosi l’appellativo di tempio sacro del
Wagnerismo. Enorme fama inoltre derivo’ dalla messa in scena delle fortunate “prime”
nazionali dell’Africana di Meyerbeer (1865) e del Don Carlo di Verdi (1867).
L’istruzione musicale procede durante il ‘900 con l’introduzione del corso di
Musicologia all’interno dei corsi universitari nel 1933 e la creazione del corso di laurea
in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) nella Facoltà di Lettere
e Filosofia nel 1971.
Il ‘900 è infatti un secolo di grande fermento : la crescita di un ricco substrato di
associazioni culturali e l’organizzazione di numerosi eventi (per lo piu’ all’aperto e
gratuiti e destinati ad un pubblico giovane in una Città a vocazione universitaria) ha
permesso a numerosi e diversi generi musicali di farsi conoscere e costruirsi la propria
nicchia di pubblico, ma incoraggio’ anche nuove band emergenti a mettersi in gioco.
Menzione speciale va fatta all’istituzione del “Piccolo Coro” presso i frati minori
dell’Antoniano di Bologna, con l’obiettivo, assieme al Festival dello Zecchino d’oro, di
promuovere la produzione di canzoni per bambini idonee all'infanzia, musicalmente e
letterariamente del miglior livello possibile, sotto la sapiente guida di Mariele Ventre. Il
fenomeno dello Zecchino d’oro insieme al Piccolo coro fu primo nel suo genere e
divenne subito appuntamento annuale attesissimo.
Bologna si è distinta negli anni per la sua prospera industria musicale che conta
importanti studi di registrazione. I piu’ celebri e amati cantautori della Città come Lucio
Dalla, Francesco Guccini, Gianni Morandi si appoggiarono allo studio di registrazione
Fonoprint, che puo’ anche annoverare artisti del calibro di Fiorela Mannoia, Giorgio
Gaber, Ennio Morricone, Paolo Conte, Celentano, Vasco Rossi, Sting, Mariah Carey e
altri.
La Città continua anche oggi a essere incubatore di talenti grazie anche a numerose
etichette indipendenti che incoraggiano la produzione di band e artisti piu’ giovani ed
emergenti e ne sono testimoni gli amatissimi Cremonini e Carboni.
Dal punto di vista dei festival musicali, l’offerta varia dalla piu’ classica
programmazione concertistica di opera, sinfonica e balletto della Fondazione Teatro
Verdi, le stagioni concertistiche della Regia Accademia Filarmonica e le proposte della
società concertistica Musica Insieme che, ospitando gli artisti più affermati a livello
internazionale all’Auditorium Manzoni, promuove da anni una serie di concerti gratuiti
per gli studenti dell’Università, gli istituti medi e superiori con introduzioni curate dai
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principali musicologi, giornalisti, docenti di Conservatorio e festival di musica
contemporanea come il MICO (Musica Insieme COntemporanea).
Sempre affidata alla Fondazione Musica Insieme è l’organizzazione della rassegna
Musica in Santa Cristina, ospitata appunto nella Chiesa di Santa Cristina della
Fondazza. La Chiesa si propone come centro privilegiato per l’ascolto della musica
poichè la forma peculiare dell'altare maggiore trasforma l'intera architettura in una sorta
di strumento musicale. La Chiesa è infatti nota, sin dalla sua fondazione nel 1247, per
la nitidezza acustica con cui il canto delle monache camaldolesi si propagava.
Oggi Santa Cristina fa parte del percorso culturale, artistico e museale di Genus
Bononiae: Musei nella Città e ospita la Schola Gregoriana Benedetto XVI, un progetto
volto a promuovere la conoscenza e la diffusione del canto gregoriano.
Del circuito Genus Bononiae fa parte anche l’antica Chiesa di San Colombano,
restaurata profondamente nel 2005 per opera della Fondazione Cassa di Risparmio in
Bologna. San Colombano oggi ospita la rassegna Musica in San Colombano durante la
quale vengono messe in valore le risorse sonore degli strumenti della Collezione
Tagliavini (una collezione di strumenti antichi musicali donati dal maestro Luigi
Ferdinando Tagliavini alla Fondazione).
Sulla scena dei festival musicali cittadini è opportuno dare rilievo anche alle attività
dell’associazione Bologna Festival, nata nel 1982, che, negli anni, ha consolidato la
sua presenza nella vita culturale cittadina, lavorando spesso in sinergia con altre
importanti e storiche realtà cittadine, quali la Fondazione Teatro Comunale, il
Conservatorio di Musica “G. B. Martini”, il Dipartimento di Musica e Spettacolo
dell’Università degli Studi di Bologna, la Cineteca e il MAMbo-Museo d'arte moderna di
Bologna. Oggi la programmazione si compone di diverse sezioni (la rassegna di
primavera “Grandi Interpreti”, la rassegna cameristica “Talenti” e la rassegna autunnale
“Il Nuovo l’Antico”) affiancate da una proposta per il giovane pubblico (“Baby BoFé”) e
un progetto di educazione per le scuole elementari e medie (“Note sul registro”).
Bologna vanta una lunga tradizione di passione e sperimentazione per il jazz
cominciata nel secondo dopoguerra : in questo esatto periodo la città ospita una
quindicina di edizioni di uno dei primi e forse più importanti festival dedicati al genere (il
“Festival Europeo del Jazz”) e attrae musicisti di fama internazionale come Louis
Armstrong, Duke Ellington, Earl Hines, Dizzy Gillespie, Theleonius Monk, Miles Davis,
il Modern Jazz Quartet, Chet Baker e John Coltrane.
Vengono istituiti al Conservatorio di Bologna un corso di musica d’uso e la cattedra di
jazz al corso di Laurea in Arte Musica Spettacolo dell’Università. La Città ospita tuttora
importanti rassegne presso i luoghi storici del Jazz come la Cantina Bentivoglio e il
club Chet Baker ma la piu’ importante manifestazione rimane il “Bologna Jazz Festival”
che dal 2006 calca la scena di via Mascarella e dei migliori teatri, club, ristoranti della
Città.
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Figure 2: Doctor Dixie Jazz Band sui tetti di Bologna Foto
Guardando agli ultimi 50 anni è doveroso anche attribuire alla scena bolognese un
ruolo speciale nel saper scovare e anticipare le tendenze musicali che hanno
caratterizzato il panorama rock italiano.
Particolare risalto va dato ai luoghi d’incontro, alle associazioni e ai festival che hanno
favorito il diffondersi di tante nuove idee, di controcorrenti e controculture più o meno
reazionarie ma sempre comunque impattanti e rilevanti : dai centri sociali alle
esperienze multiformi come il TPO (Teatro Polivalente Occupato, laboratorio di
sperimentazione, di pratiche e di linguaggi) e il parco del Dopolavoro Ferroviario
(divenuto dal 2008 uno dei locali di musica live più trend: il Locomotiv), dagli spazi
aperti a contaminazioni sonore come il Casalone (poi diventato l’attuale Covo Club,
uno dei più longevi rock club d’Europa) alle realtà autogestite del Centro Musicale
Scandellara.
Con il passare del tempo la corrente di sperimentazione e reazione del rock-punk anni
70/80 ando´ concretizzandosi nei piu’ moderni generi di new rock e indie-rock, ska,
new wave, grunge, hiphop, post punk ed elettronica: nel 1974 venne isituito al
Conservatorio G.B.Martini (unico in Italia) un corso di musica elettronica e d’uso e in
Città nacquero le sale contemporanee dell’Estragon, il Covo Club e il Link club.
Come scrive Oderso Rubini in Largo all’avanguardia «potendo scattare dall’alto una
fotografia di Bologna del 1977, noteremmo diverse situazioni interessanti: agli
infrarossi della creatività, zone decisamente rosse » e sebbene la scena cittadina fosse
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stata man mano scardinata da tecnologia e rete, cio’ non ha affatto inibito contatti e
contaminazioni, bensi’ le distanze sono state accorciate e le collaborazioni facilitate.
Arrivando ai nostri giorni il punto di convergenza tra figure professionali e creative
diverse mette in risalto figure eclettiche assai interessanti, personaggi che rivestono in
contemporanea ruoli di produttori, djs e musicisti. Impossibile a questo punto non citare
l’annuale RoBOt Festival : una delle piu’ importanti manifestazioni sulla scena
internazionale di musica elettronica e arti visuali, nata a Bologna nel 2008. Il festival è
organizzato dall'Associazione Culturale Shape, con il sostegno e il patrocinio del
Comune di Bologna, della Provincia, Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Teatro
Comunale assieme alla Fondazione del Monte e l'Università degli studi di Bologna.
Oggi questa manifestazione è ormai giunta all’ottava edizione, si sta muovendo
oltreoceano ed è un esempio eloquente di come l’industria musicale possa in realtà
rappresentare un industria creativa trainante e coinvolgente le arti, la musica e la
tecnologia, ma soprattutto un’intero ambiente socio-culturale e amministrativo.
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2.2. Quadro teorico di riferimento
Negli ultimi decenni il mondo ha subito rapidi e strutturati cambiamenti: l’emergere di
nuove tecnologie, la digitalizzazione e la globalizzazione hanno rappresentato per
l'Europa e altre parti del mondo una svolta profonda, caratterizzata dall'abbandono di
forme tradizionali di produzione industriale e dall’ingente importanza assunta dal
settore dei servizi e dall'innovazione. Le comunità creative, la cui materia prima è la
capacità di rivoluzionare, creare e innovare si stanno sostituendo progressivamente
alle fabbriche classiche.
Il libro verde prodotto dalla Commissione Europea COM(2010), appoggiandosi al
quadro per le statistiche culturali del 2010, ha definito otto settori (patrimonio artistico e
monumentale, archivi, biblioteche, libri e stampa, arti visive, architettura, arti dello
spettacolo, media/multimedia audio e audiovisivi) e sei funzioni (conservazione,
creazione, produzione, diffusione, commercio/vendita e istruzione) che costitutiscono il
« settore cultura ».
Esso raccoglie fra le industrie culturali quelle industrie che producono e distribuiscono
beni o servizi che incorporino o trasmettano espressioni culturali (concetto definito in
relazione alle espressioni culturali nel contesto della convenzione UNESCO sulla
promozione e protezione delle diversità delle espressioni culturali 2005), mentre
raggruppa sotto industrie creative quelle industrie che utilizzano la cultura come input e
restituiscono un output principalmente funzionale.
Le industrie culturali e creative possono di fatto contribuire alla definizione di nuove
fonti di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, creando occupazione e progresso
socio-economico, aiutando i Paesi dell’Unione a mettere in atto la strategia Europa
2020 e quindi un’importante chance per l’Europa di cavalcare questa evoluzione
digitale è quella di creare un terreno favorevole al prosperare di creatività e
innovazione in chiave imprenditoriale.
Diversi studi hanno di recente messo in luce come il settore delle industrie culturali e
creative sia uno dei settori piu’ dinamici d’Europa, di come contribuisca per il 2,6% al
PIL dell’Unione Europea, tuttora in crescita, e offra impieghi di qualità a 5 mln di
persone nei 27 paesi membri.
Accanto a questi dati è importante considerare le ICC come forze motrici dello sviluppo
e dell’innovazione sociale ed economica : basti pensare al contributo nella creazione e
nel rinnovamento dell’immagine di un Paese, alla creazione di comunità,
all’innovazione in materia di beni e servizi o alla promozione di ambienti economici
sostenibili.
Le conclusioni del Consiglio Europeo di dicembre 2007 sanciscono l’importanza dei
settori della cultura e della creazione e pongono come obiettivo dell’Agenda Europea
della cultura COM(2007) l’accesso a strumenti adeguati quali finanziamenti e
competenze, la creazione di un terreno favorevole ed accogliente all’interno dei
contesti economico e sociali e l’aiuto necessario a permettere alle ICC uno sviluppo
nell’ambiente locale e regionale come rampa di lancio verso una presenza piu’ forte a
livello mondiale.
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La partecipazione e il coinvolgimento delle comunità locali sembra essere al centro
anche dell’approccio Creative Europe nell’ottica di conquista di una identità culturale
forte e dinamica delle comunità in primis e dei Paesi a livello globale.
2.2.1. Il ruolo della cultura e del turismo per lo sviluppo locale
Rimane comunque recente il progressivo abbandono della concezione dell’ «arte per
l’arte» a fronte di una visione della cultura come «motore attraverso il quale perseguire
uno sviluppo di livello qualitativamente più elevato» per la crescita economica di una
società.
La letteratura in questo ambito di ricerca interpreta il patrimonio culturale come una
risorsa economica, da attivare per lo sviluppo locale, di tipo diretto attraverso il turismo
e di tipo indiretto in quanto, attraverso creatività e innovazione, fa da driver verso la
qualità sociale.
Il rapporto tra patrimonio culturale e turismo si concretizza nella pratica del turismo
culturale, ma anche in un contributo allo sviluppo sostenibile connesso all’etica del
turismo responsabile. A questo punto è doveroso introdurre il concetto di itinerario
culturale che si fonda sulla relazionalità tra beni culturali e fruizione turistica e del quale
ruolo si ha spesso diversa interpretazione a seconda del soggetto che lo promuove.
Da un lato il Consiglio d’Europa intende dimostrare come l’itinerario culturale, in veste
di percorso trasversale nello spazio e nel tempo, definisca il patrimonio culturale un
patrimonio comune e perciò strumento di scambio culturale tra le nazioni, ma anche di
consolidamento di un’identità europea.
Dall’altro lato l’Unione Europea percepisce gli itinerari come strumento di sviluppo
economico, in quanto attivatori di forme di turismo sostenibile in zone rurali, piccoli
centri o comunque luoghi finora poco valorizzati.
Da ultimo l’individuazione e sviluppo di itinerari culturali affidato da UNESCO al
Comitato CIIC (Comitato Internazionale per gli Itinerari Culturali) pone come obiettivo la
conservazione e la valorizzazione del bene storico e monumentale in primis.
Al netto di queste interpretazioni la comunità scientifica si attesta sulla visione
dell’itinerario culturale come un legame, una relazione viva e dinamica, che segue e
interpreta le trasformazioni sociali dei luoghi del turismo culturale. In questo senso il
turismo culturale puo’ essere considerato elemento strategico nei processi di sviluppo
sostenibile a livello territoriale e regionale dove le reti degli attori culturali possono
contribuire all’efficienza e alla competitività delle imprese locali coinvolte, conducendo
allo sviluppo economico, al recupero delle identità territoriali e al miglioramento della
qualità sociale.
2.2.2. Inclusione e qualità sociale
Come accennato in precedenza, attraverso la strategia Europa2020 e la
programmazione finanziaria 2014-2020, l’UE si pone l’obiettivo di diventare
un’economia intelligente, sostenibile e solidale. Una grande novità che porta la
strategia è la nuova centralità assegnata alla dimensione urbana che con specifiche
allocazioni assegna un ruolo sempre più importante ai Sindaci e alle Pubbliche
Amministrazioni.
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In questo contesto si inseriscono programmi come il Programma Operativo Nazionale
Città Metropolitane 2014-2020 che individua nelle aree urbane luogo chiave per
cogliere le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.
Inclusione sociale, identità territoriale e culturale sono dunque principi ispiratori della
proposta di project work di oggi e vedono nell’innovazione e creatività della produzione
culturale e nel turismo culturale attivatore di politiche territoriali, significativi elementi
chiave per uno sviluppo sostenibile.
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2.3. Video, storytelling e promozione
La fruizione dell’arte si è evoluta nel tempo e di recente ha ampiamente assistito
all’affermarsi del bene esperienziale tra i prodotti culturali piu´richiesti.
Realizzare ed offrire un experience good significa rendere fruibili servizi e contenuti
andando a sollecitare recettori simbolici ed emozionali nel pubblico, evocando
immagini profonde e offrendo un’esperienza unica, appassionante e che crei
dipendenza.
Di conseguenza ha assunto sempre maggiore importanza tra le strategie di marketing
(culturale e territoriale) quella dell’experience comunication che mira a trasmettere
l’esperienza che vivrebbe il fruitore, le emozioni che proverebbe e la soddisfazione che
ne deriverebbe dal suo consumo.
Con questi propositi il videoracconto si dimostra un metodo vincente nella creazione di
engajement in quanto in grado, attraverso velocità, semplicità e immediatezza della
comunicazione, di lasciare una traccia indelebile nella mente del possibile fruitore
facendo leva sulle sensazioni.
Un esempio di video di sensibilizzazione ad un bene culturale più o meno noto è quello
commissionato dalla Fondazione Cineteca Bologna (promosso dal Comune e da Anec)
per raccontare l’importanza delle sale del centro storico e la funzione sociale e
culturale che svolgono.
Il video intitolato “chi ama il cinema brilla di luce propria” programmato in tutti i cinema
di Bologna in occasione dei CinemaDays (12-15 ottobre) vince con una grafica
semplice e un’animazione non troppo elaborata e rappresenta in maniera diretta e
sincera un messaggio comprensibile a tutti perchè vicino alla nostra esperienza
quotidiana.
Figure 3: Immagine catturata dal
teaser promo "Chi ama il cinema
brilla di luce propria"
È facile imbattersi in recenti esempi di utilizzo di illustrazioni (o strisce di illustrazioni
sotto forma di fumetto) con scopo informativo e di sensibilizzazione nei riguardi di una
tematica, una vicenda o un personaggio preciso.
Senza allontanarsi dall’Emilia Romagna, un esempio può ritrovarsi nella graphic novel
Pasolini creata dal fumettista Davide Toffolo (cantante e chitarrista del gruppo rock
italiano “Tre allegri ragazzi morti”) in occasione del 40esimo anno dalla scomparsa del
cineasta e saggista, che narra la fantastica vicenda di un certo signor Pasolini
19
palesatosi, a distanza di ventisette anni dalla sua morte,
sulle pagine del web con l’esplicita richiesta di voler
essere intervistato.
Figure 4: Copertina romanzo
illustrato Pasolini di Davide
Toffolo
Il genere editoriale della graphic novel, che in italiano può essere resa con “romanzo
grafico”, può essere definito come una varietà dell’arte del fumetto il cui obiettivo è la
racconto.
Convenzionalmente viene attribuita al fumettista statunitense Will Eisner la paternità di
questo innovativo prodotto a metà strada tra le arti grafiche e la narrazione, con
un’opera (Contratto con Dio) divisa in quattro racconti che all’epoca rappresentò una
piccola rivoluzione: fino ad allora il fumetto, specialmente quello americano, era
perlopiù legato a storie di scarso spessore, mentre con questo testo entrava in gioco
un nuovo modo di narrare la religione, la società, la politica, la vita quotidiana,
l’interiorità delle persone.
Un successivo momento importante per lo sviluppo e la definizione del genere di
graphic novel fu il 1986, quando uscì il volume Maus di Art Spiegelman, opera che
narra la vicenda della Shoah mettendo in scena le figure antropomorfe di topi (per
rappresentare gli ebrei) e di gatti (per i nazisti). Come spiega Goffredo Fofi, la
pubblicazione del volume «ebbe come effetto, graduale ma rapido, in molti paesi e in
particolare nel nostro, la nobilitazione di un campo della creatività artistica, il
riconoscimento della sua validità, della sua diversità ma anche del suo intreccio con le
altre arti e forme d’espressione e con altri campi del sapere».
2.3.1. Graphic novel e settore musicale
Il project work di sensibilizzazione e promozione, oggetto di questa presentazione,
vuole puntare il riflettore, attraverso il racconto di una storia, sul patrimonio culturale
musicale della Città di Bologna.
Un racconto che esuli dalla sola celebrazione dei palazzi e musei storici di questo
patrimonio ma che passi attraverso la narrazione delle vicende e luoghi simbolo di
questa eredità culturale (siano essi scuole, osterie, accademie, vie del centro o club) e
ponga lo spettatore in una posizione di nuova centralità, creando un contatto col
quotidiano e con l’esperienza personale.
Vicende storiche, musica e narrazione illustrata sono principi ispiratori dell’ultimo libro
di Massimo Palma, Happy Diaz, con illustrazioni di Tuono Pettinato, uno dei fumettisti
20
più stimati in Italia, che racconta le vicende del G8 del 2001 attraverso la formazione
musicale della generazione che vi partecipò, tracciando i ritratti dei frontmen delle rock
band più influenti del periodo (dagli Oasis, ai Blur, fino agli Smiths, i new Order e altri
ancora).
L’accostamento tra i settori musicale e delle
arti grafiche nella forma di fumetto non è da
intendersi esclusivamente per generi musicali
relativamente recenti e dedicati ad un pubblico
giovane. Di fatto l’appeal e l’incisività
dell’immagine come veicolo di informazione è
riconosciuto su un pubblico diverso e vasto,
tanto che proprio dal 28 novembre al 24
gennaio il Museo del Fumetto, dell’Illustrazione
e dell’Immagine animata di Milano ospiterà la
mostra “Giovanna d’Arco: una supereroina
nella Guerra dei Cent’Anni” a cura di Enrico
Ercole. L’esposizione propone un viaggio nel
mito della Pulzella d’Orleans, con illustrazioni,
fumetti ed elementi cinematografici raccolti in
occasione dell’inaugurazione della Stagione
Lirica del Teatro alla Scala, che quest’anno
vede allestita l’opera “Giovanna d’Arco” di
Giuseppe Verdi.
Figure 5: Copertina di Happy Diaz di
Massimo Palma, edito nel 2015
Figure 6: Giovanna d'Arco vista da
Milo Manara
21
3. Applicazione pratica
3.1. Definizione del problema
La Città di Bologna è riconosciuta dal punto di vista musicale a livello internazionale
grazie a due aspetti che ne caratterizzano vitalità e unicità in questo campo; da un lato
l’enorme patrimonio culturale , testimone di successi ed eccellenze sin dal XVsec;
dall’altro la persistente atmosfera creativa mantenuta vitale e diffusasi, grazie al
processo tecnologico e comunicativo, in maniera sia capillare che ambiziosamente
estensiva e che ha visto nascere e cresciuto artisti indipendenti in diversi generi
musicali e tecnici e aziende operanti nel settore.
L’offerta di eventi, festival e concerti spazia tutti i generi musicali e la fervida creatività
in questo settore risiede proprio nell’offerta diversificata che si è susseguita negli ultimi
anni, in periodi più o meno difficili.
A Bologna i luoghi emblema della storia musicale sono sparsi per le vie del centro
storico e la musica fa parte della vita di ogni giorno grazie a un ricco substrato di
associazioni culturali.
Figure 7: Associazioni culturali registrate al Consiglio Comunale di Bologna
Img. tratta dal documento “Bologna, Italy City of Music”
cittadellamusica.comune.bologna.it
Delle oltre 500 associazioni culturali presenti in Città, 122 sono coinvolte nella
promozione di eventi musicali, 138 nelle attività teatrali e 63 nel settore dello
spettacolo, per un totale di 320 che si occupano di attività legate al mondo della
musica.
È importante notare come alcune di queste contribuiscano allo scenario dell’istruzione
musicale in Città che vede i principali attori in istituzioni come l’Accademia Filarmonica,
22
il Conservatorio G.B. Martini e il corso di Laurea di DAMS (Discipline di Arti, Musica e
Spettacolo).
Questo panorama contribuisce ad alimentare l’industria musicale locale.
L’impatto economico delle attività musicali non può essere semplicemente misurato in
termini di turismo culturale durante le manifestazioni di diverso genere poiché la Città
mette in campo attività musicali e genera introiti durante tutto l’anno grazie appunto
all’operato delle diverse associazioni e delle imprese private di settore (da una
preliminare ricerca si può infatti stimare 30m euro all’anno per un totale minimo di 1150
dipendenti coinvolti).
Attraverso documentazione redatta mediante ricerche sul campo, attraverso interviste
e analisi di siti web, condotte nel 2013 di supporto alla rivista Aedon è possibile
stabilire come per quanto riguarda il cittadino emerge una grande mancanza di
consapevolezza a proposito delle innumerevoli iniziative culturali e opportunità
provenienti dai diversi attori e associazioni operanti nel settore; d’altro canto anche in
ambito turistico è immediato notare poca consapevolezza della varietà e longevità della
storia musicale della Città; accade così che manifestazioni e festival incentrati su un
particolare genere musicale, poco incoraggino alla scoperta dell’intero percorso di
successi ed eccellenze che hanno permesso a Bologna di arrivare ad ottenere il label
di Creative City.
23
3.2. Obiettivo e idea progettuale
Il progetto Bologna Sound Waves si colloca tra l’enorme potenziale dell’industria
culturale e creativa legata alla sfera della produzione musicale bolognese e la
necessità di consapevolezza e informazione del pubblico, residente o turista, e degli
attori e operatori del settore.
L’obiettivo del Project Work riprende in considerazione i principi ispiratori della
candidatura del 2005, di creazione di network (all’interno del panorama di associazioni
culturali, istituti di formazione universitari, privati e accademie, il circuito museale Musei
Civici e la rete di Teatri Pubblici) e di visibilità su scala locale e internazionale; non può
dunque prescindere da un’azione di rivalorizzazione e promozione del marchio City of
Music, scarsamente comunicato e sfruttato in passato.
La scelta del logo Bologna Sound Waves intende sottolineare il forte supporto
all’identità territoriale operata dal progetto, attraverso la promozione di un quadro di
eccellenze strettamente legato alla storia della Città e per questo motivo si è deciso di
associare all’andamento di un’onda sonora quello della skyline tipica bolognese, dove
le due celebri torri sono protagoniste.
Figure 8: Grafica logo Bologna Sound Waves
3.2.1. Attività proposta
La riuscita nello scopo di sensibilizzazione e informazione del project work Bologna
Sound Waves è strettamente legata al raggiungimento di un pubblico vasto e
diversificato (per età, formazione ed attività). Il successo coinciderà con la capacità di
catturare l’attenzione di chi ascolta, ma anche di stimolare la curiosità ad approfondire
la tematica trattata.
Come spiegato precedentemente (cap.2.3: Video, storytelling e promozione del
territorio) l’experience comunication, con cui si promuove la fruizione di servizi e
contenuti nella forma di experience goods, detiene un posto di primaria importanza in
ambito di marketing culturale e promozione del territorio. Lo strumento del video
racconto si rivela vincente nella creazione di engajement, nel trasmettere emozioni e
24
nel non perdere l’attenzione del pubblico, grazie all’incisività del messaggio
multisensoriale che cattura senza pretendere troppo tempo o concentrazione.
Nel caso del progetto Bologna Sound Waves si è scelto di creare consapevolezza
riguardo la storia musicale della Città, la conquista del label Creative City incorniciata
nella visione della cultura come asset di sviluppo strategico e la presenza attiva di
Bologna nella scena musicale internazionale, attraverso la realizzazione, in
collaborazione col settore Promozione ed Economia del Comune di Bologna, di un
video promo animato e la sua successiva trasmissione attraverso diversi canali e
occasioni di visibilità all’interno del contesto culturale cittadino.
La durata del video non dovrà superare i 50 sec./1 min. , proprio per non rischiare di
perdere l’attenzione di un pubblico che dovrà essere semplicemente stuzzicato e
incuriosito ad approfondire il tema proposto.
Il contenuto del promo sarà realizzato attraverso l’animazione di illustrazioni
(presentate al principale portatore di interesse, il Comune di Bologna, nello stile di
graphic novel) che narrino le tappe che hanno segnato il percorso della Città dal XV
secolo ad oggi.
Lo stile dei disegni é semplice per raggiungere un’ampia fascia di pubblico, ma si
propone, attraverso richiami all’interno delle vignette, di interpretare il racconto con
un’ironia adatta a tutte le età.
Verrà mantenuto lo stile bianco e nero per le illustrazioni, in modo da utilizzare il colore
per mettere in risalto particolari aspetti o dettagli su cui si desidera lo spettatore
soffermi lo sguardo e l’attenzione. Quella che nella vignetta della graphic novel viene
realizzata come una pennellata di colore, nel video diventerà un tratto continuo durante
il susseguirsi delle scene, a significare lo scorrere del tempo ma anche a rappresentare
come il successo della Città di oggi è stato possibile grazie a un contributo sinergico di
tutti gli attori nei diversi generi musicali nel passato e invita a proseguire questa
cooperazione anche, e soprattutto, oggi.
Di seguito un esempio dello stile utilizzato in vignetta:
Figure 9: Illustrazione tipo, con breve didascalia esplicativa
25
La realizzazione della colonna sonora, concepita come jingle inedito creato ad hoc per
il progetto, dovrà interpretare lo scorrere del tempo e delle vicende, legando i diversi
generi che si affacciano sulla scena musicale cittadina.
3.2.2. Mappa logica degli stakeholder
Una prima suddivisione dei portatori di interesse, nell’ambito della realizzazione di
Bologna Sound Waves come strumento di sensibilizzazione e promozione di un bene
culturale, va fatta tra i soggetti realizzatori e i soggetti fruitori dell’iniziativa, i partner che
principalmente collaborano alla realizzazione (attori primari) e i soggetti che in qualche
modo verranno a contatto con il progetto o con le sue ricadute (attori secondari).
Per quanto riguarda il progetto in oggetto, non vi è committenza in quanto la proposta
proviene direttamente dal project manager (Mara Passuello) e dal team di progetto
(l’illustratrice Silvia Venturi) che pone in autonomia le basi per la realizzazione
dell’iniziativa.
In un secondo momento arriva il main partner (il Comune di Bologna, settore economia
e promozione) del progetto, coinvolto dal project manager a cui spetterà il compito di
creare il contesto di visibilità, prendere i primi contatti con eventuali funders e sarà
anche il primo beneficiario della riuscita dell’iniziativa.
In prima istanza si pensa di rivolgersi per la richiesta di fondi ad un unico interlocutore
che è Bologna Welcome: si tratta di un servizio di accoglienza turistica nazionale e
internazionale, gestito dal punto di vista istituzionale e informativo dal Comune di
Bologna e per quanto riguarda la parte dei servizi di incoming dalla società Bologna
Welcome Srl, che raggruppa i soci di Bologna Congressi e che si candida come
soggetto promotore della Città e responsabile dello sviluppo e gestione delle attività
turistiche.
La richiesta dei finanziamenti per la realizzazione del prodotto video è stilata sulla base
del business plan redatto insieme ai successivi componenti del team di progetto
ovvero:
-
Chiara Spallotta, graphic designer
dell’animazione delle illustrazioni
e
illustratrice
freelance,
incaricata
-
Pink Elephant Recording Firm, studio di registrazione incaricato della
realizzazione del jingle di accompagnamento
Accanto al main partner si collocano soggetti che collaborano alla realizzazione del
lavoro fornendo contatti e network come ad esempio l’Istituto Europeo degli Itinerari
Culturali del Consiglio d’Europa, la Cultural Route Mozart Ways, presente sul territorio
tramite l’Accademia Filarmonica che proprio nel 2016 festeggerà il 350 anni dalla sua
fondazione.
Si identificano nei principali fruitori dell’offerta (trattandosi della creazione di un mezzo
di sensibilizzazione e creazione di consapevolezza) i cittadini e i turisti.
Tra i potenziali futuri stakeholders, si comprendono le associazioni culturali in campo
musicale (promotrici a loro volta di eventi a carattere musicale)come la Fondazione
Musica Insieme, l’associazione Bologna Festival, l’Associazione Organi Antichi , la
Fondazione Teatro Comunale, le associazioni che gestiscono i più longevi club cittadini
e gli Istituti di istruzione storici, come il Conservatorio G.B. Martini e l’Accademia
Filarmonica, e più recenti, come il Corso di Laurea DAMS dell’Università Alma Mater
26
Studiorum, che in quanto partner secondari contribuirebbero a dare visibilità
all’iniziativa.
È importante citare fra i portatori di interesse anche il Circuito Museale cittadino Genus
Bononiae che annovera il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, la
collezione di strumenti antichi Ferdinando Tagliavini e la Schola Gregoriana Benedetto
XVI.
Da ultimo vengono considerati potenziali stakeholders anche le attività commerciali
collegate al sistema di produzione e fruizione del prodotto musicale come ad esempio
gli studi di registrazione e le etichette indipendenti, le sale concertistiche, i club e le
arene per concerti, i negozi di rivendita e produzione di strumenti musicali con annesse
tutte le professionalità specifiche coinvolte e per completezza tutte le attività
commerciali trasversali.
È importante notare che, trattandosi di un progetto con scopo promozionale per la
Città, per gli operatori all’interno della sfera musicale, per gli eventi e le iniziative
promosse dall’Amministrazione, tutti gli attori saranno sia partner (in quanto
contribuiranno a loro modo alla visibilità dell’iniziativa) che beneficiari poiché la riuscita
del progetto coinciderà con la loro presenza nella scena musicale e turistica della Città,
locale e internazionale.
Figure 10: Infografica stakeholders di progetto
27
3.2.3. Budget e cronoprogramma
L’ideazione e lo sviluppo (sotto forma di graphic novel) del soggetto grafico e del logo è
stata affidata all’illustratrice Silvia Venturi.
Silvia Venturi
Freelance Illustrator
silviaventuri-oh.tumblr.com
Idea grafica
Studio del logo
€ 150
Sequenza illustrata con stile vignetta BW utilizzando il colore per dare movimento
all’interno della narrazione e valorizzare il particolare. L’ironia è discreta e mai forzata,
con dei richiami da individuare all’interno dell’immagine.
Fissando all’inizio del mese di ottobre 2015 l’inizio dei lavori, le seguenti fasi di progetto
hanno necessitato di rispettivamente due e un mese di lavoro al professionista, tuttavia
la lavorazione è stata estimata economicamente a corpo e non a tempo.
Al termine dei primi due mesi di lavoro, durante i quali la proposta progettuale è stata
redatta nella forma di idea grafica, brand e business plan, viene inviata la richiesta di
approvazione del lavoro al Settore Promozione ed Economia del Comune di Bologna.
Una volta determinata la validità della proposta, il Comune stesso si incaricà della
richiesta formale di finanziamenti con i soggetti designati (nella fattispecie Bologna
Welcome Srl, soggetto responsabile dello sviluppo e della gestione delle attività
turistiche, nonché della promozione della città di Bologna e del territorio dell’area
metropolitana sia a livello nazionale che internazionale).
Si stima di dover attendere circa un mese per ricevere un feedback dal Comune e una
risposta dal soggetto finanziatore, al termine del quale si può far coincindere l’inizio
della seconda fase di produzione, durante la quale animazione e audio traccia vengono
realizzati e montati.
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L’animazione e il montaggio video è stato affidato alla graphic designer Chiara
Spallotta.
Chiara Spallotta
Freelance graphic
designer & Illustrator
chiaraspallotta.tumblr.com
Impostazione storyboard,
sceneggiatura, regia
€ 150
Riprese con modello per lo studio
del movimento
€ 200
25 disegni x 50 secondi = 1.250
disegni (1.250 x €2,00 a disegno)
€ 2500
Montaggio e finalizzazione video
€ 300
Tot. (iva esclusa)
€ 3150
Corto di animazione tradizionale di 50 secondi, a 25 disegni al secondo. Animazione
più utilizzata nelle animazioni brevi e negli spot, poiché più fluida e gestibile. Il tratto è
pulito ed emula le vignette (un esempio può essere la sigla di Fandango, di Luigi
Toccafondo).
La realizzazione della colonna sonora è stata affidata al neo-nato studio di
registrazione milanese Pink Elephant.
PINK ELEPHANT
Recording Firm
Jingle durata 50” (no voice-over)
€ 500
www.pink-elephant.it
Sebbene la realizzazione del jingle non necessiti di tre mesi di lavoro continuativo, la
necessità di adattare i suoni ai passaggi di scena lega le tempistiche dello studio di
registrazione a quelle della composizione del video e implica una necessaria
collaborazione tra le parti.
29
Al termine della seconda (ed ultima) fase di produzione e montaggio del video
promozionale, si apre una terza fase di diffusione del prodotto.
Ci si aspetta di trasmettere il video in occasione di manifestazioni culturali cittadine di
diverso genere: in primo luogo in apertura di stagioni ed eventi concertistici (stagione
musicale e operistica dei Teatri Comunali, della Fondazione Musica Insieme, delle
Chiese appartenenti al Circuito Genus Bononiae); in secondo luogo si pensa di
sfruttare come canali di divulgazione manifestazioni culturali di diverso genere ma con
buona audience (Cinema sotto le stelle in Piazza Maggiore, stagioni cinematografiche
organizzate dalla Fondazione Cineteca); da ultimo, ma nondimeno, si prevede la
divulgazione del prodotto attraverso gli appuntamenti musicali (di impronta locale ed
internazionale) presso i club, le arene concerti e i Festival con cadenza annuale
ospitati dalla Città.
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Bibliografia
Commissione Europea, “Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva”, COM(2010) 2020, 2010.
Commissione Europea, “LIBRO VERDE – le industrie culturali creative, un potenziale
da sfruttare”, COM(2010) 183, 2010.
Comune di Bologna, “REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI
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URBANI”, 2014.
Consiglio d’Europa, “Resolution CM/Res (2010)52 on the ruels for the award of the
Cultural Route of the Council of Europe certification”, 2010.
Mariotti A., “Sistemi Locali, Reti e Competitività Internazionale”, Alma Tourism, n.5,
2012.
Morelli, Ugo e De Fino, Gabriella, “Management dell’arte e della cultura”, Franco
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OECD, “The Impact of Culture on tourism”, OECD, 2009.
Rubini O., “Largo all’avanguardia”, Brossura, Bologna, 2014.
Santagata, Walter, “Il governo della cultura”, il Mulino, Bologna 2014.
Senna, Paolo, “Prof, cos’è un graphic novel?”, in Folio.net, a. 2, n. 7, aprile 2015
Zan, Bonini Baraldi e Onofri, “Capitali europee della cultura e politiche culturali”, Aedon
Rivista di arti e diritti online, n.1, 2013
32
Sitografia
“è Bologna” - Progetto City Branding, i Quaderni
www.urbancenterbologna.it/bolognacitybranding
“Collaborare è Bologna”, Documento di approfondimento
http://www.urbancenterbologna.it/collaborare-bologna
La candidatura dei portici di Bologna
http://www.comune.bologna.it/portici/la-candidatura-dei-portici-di-bologna
Bologna, Italy – City of Music UNESCO
http://www.unesco.org/new/fileadmin/MULTIMEDIA/HQ/CLT/pdf/CCN_Bologna_Application_Mu
sic_EN.pdf
Culture for Cities and Regions report – Incredibol Bologna’s creative innovation
http://www.keanet.eu/wp-content/uploads/Bologna_IncrediBOL_13082015.pdf?4f4eb7
UNESCO Creative Cities Network
https://www.youtube.com/watch?v=T_oUDsotkHU
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