IN VIAGGIO I N. 22 29 giugno 2016 Giordania on the road: molto più che Petra MEDIO ORIENTE Sei giorni in macchina da Amman al Mar Morto passando per i siti biblici: il paese non offre solo il Sito Unesco conservato il mosaico della Terrasanta, un itinerario verso Gerusalemme fino al delta del Nilo. A sud raggiungiamo la roccaforte crociata di Karak, su una collina tra le mura della città vecchia. La sera arriviamo a Petra, il sito Patrimonio Unesco dal 1985: scavata nella roccia arenaria dai Nabatei più di 2mila anni fa, fu scoperta nel 1812 dallo svizzero Johann L. Burckhardt. Acqua e vento hanno modellato il Sîq, il canyon di circa 1,5 km, profondo fino a 200 metri, che separa l’ingresso al sito e si apre dinnanzi a El Khasneh, il Tesoro. Ma Petra conserva numerose meraviglie: le Tombe Reali, il Teatro scavato nella roccia, la strada Colonnata, l’Altura del Sacrificio e l’imponente monastero Al Deir. _______________ SILVIA PIGOZZO Una settimana in macchina attraverso la Giordania, tra aridi paesaggi, siti archeologici e luoghi in cui la vita dell’uomo si intreccia con vicende storiche e religiose. Perché oltre a Petra, c’è molto di più: il Paese è tra un delicato intreccio di confini, a nord con Siria e Iraq, a sud-est e a sud con l'Arabia Saudita, a sud-ovest c’è il Mar Rosso, a ovest Israele, il territorio palestinese della Cisgiordania e il Mar Morto. Si parte da Milano per Amman via Francoforte: arrivo previsto 01.30 ora locale. Prima tappa Jerash, 30 km a nord e sito archeologico di epoca romana perfettamente conservato, dove ammiriamo l’imponente Arco di Adriano, l’ippodromo, il Foro dalle 56 colonne ioniche e i templi di Giove e di Artemide. E ancora, il Ninfeo A Lawrence d’Arabia è legata la fama del deserto rose i due teatri. Il castello di Ajlūn testimonia il passaggio dell’esercito crociato ed è tra i maggiori esempi di architettura militare araba. Dalle mura scorgiamo il fiume Giordano e i monti della Galilea. In serata si rientra ad Amman per scoprire il Tempio di Ercole, il Teatro romano e il rumoroso Suq. Il giorno seguente percorriamo la Strada dei Re, l’autostrada locale, che è come attraversare 5mila anni di storia. Si passa vicino alla riserva naturale di Wadi Mujib e dal Monte Nebo, dove è sepolto Mosè, la Terra Promessa che abbraccia la valle del fiume Giordano, il Mar Morto, Gerico e Gerusalemme. A pochi chilometri c’è Madaba, “la città dei mosaici” e della tolleranza tra islamici e cristiani. Nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio è so del Wadi Rum. Un labirinto di rocce monolitiche dai colori vermigli di oltre 1.700 metri scolpite dal vento. Alture e anfratti conservano le antiche incisioni rupestri di Alameleh. Ed eccoci alla Sorgente di Lawrence e tra le dune di Al-Hasanyi. Scaliamo i ponti di roccia di Burdah e di Umm Fruth. La notte è un manto stellato sulle tende del Captain’s Camp. Partiamo poi alla volta del Mar Morto: al Dead Sea Spa Hotel ci attende un bagno di fango e sale. Vicinissimo al Mar Morto c’è Betania oltre il Giordano, considerata il luogo dove Giovanni Battista battezzò Gesù. Il sito archeologico principale è su un’altura, il Colle di Sant’Elia, coperta dalle rovine di un monastero bizantino, costituito da chiese, fonti battesimali e sistemi idrici. Un luogo carico di emozioni e ultima tappa di questo viaggio in Giordania. 21 VISTO DA NOI La meraviglia è qui, toccare per credere Per molti la Giordania è sinonimo di Petra, il grande sito archeologico dove i Nabatei scolpirono tombe e santuari a partire dal I secolo a.C., e il motivo è piuttosto semplice: non si può restare indifferenti alla raffinatezza e magnificenza di quegli edifici incastonati nella pietra, né alla vivacità delle striature delle rocce così vivide e cangianti da non sembrare vere. Tanto che da visitatori si è increduli per tutti i 14 km di cammino: uscendo dal canyon da cui s’intravede la facciata del Tesoro fino a tutto il lungo sentiero in salita verso il Monastero. La meraviglia è tale che si tocca spesso la roccia, come a sincerarsi che sia vera e non la ricostruzione per un film. Non a caso qui, secondo Hollywood, Indiana Jones trova il Sacro Graal. Eppure il sito Unesco non basta a raccontare questo Paese: andare in Giordania è anche divertirsi a galleggiare nel salatissimo Mar Morto dopo essersi crogiolati al sole, tutti coperti di fango, come gli elefanti. Vuol dire passeggiare per Amman, città che non dorme mai, dove puoi comprare frutta all’una di notte e banchettare per pochi dollari tra insalate, felafel, hummus e babaganusch nei ristorantini all’aperto. Significa sviluppare una vera dipendenza da limonata alla menta ed essere sempre accolti con il sorriso. E se non bastasse vicino al confine estremo del sud del paese, si può visitare il deserto del Wadi Rum, scenario della Rivolta Araba. La più vasta distesa di sabbia e rocce della nazione da ammirare a dorso di cammello o su una più comoda jeep, il Wadi Rum è un luogo dove ricaricarsi: di giorno nel silenzio assoluto e con i piedi nella sabbia rossa. Di notte col naso all’insù aspettando che la luna cali e si possa ammirare la Via Lattea. Valentina Neri