Calcestruzzo facciavista: superfici tattili e pelli

Calcestruzzo
facciavista:
superfici tattili e pelli
architettoniche
Il calcestruzzo facciavista con le superfici tattili da' vita
a pelli architettoniche di grande impatto emotivo. Scopriamo
di piu'
Le
pelle
architettonica
delle
superfici
tattili
in
calcestruzzo facciavista rappresenta ormai un potente
strumento di comunicazione. Le superfici tattili sono
diventate, grazie a trattamenti specifici del calcestruzzo
facciavista, un elemento di grande interesse per i progettisti
e la progettazione.
Nel panorama produttivo, sono state già utilizzate in opere
significative. E il calcestruzzo, da materiale “nascosto”
nella funzione strutturale degli edifici, diviene elemento di
comunicazione.
La personalizzazione delle superfici
Anche per il calcestruzzo, le sperimentazioni conducono verso
un tema di grande dibattito contemporaneo che coinvolge tutti
i materiali da costruzione: la personalizzazione delle
superfici.
Il conglomerato cementizio, per molto tempo associato a
un’immagine grigia e povera – comunque oggi rivisitata ed
elevata a raffinatezza nei dettagli, anche se lasciata grezza
– è stato sottoposto a un rinnovamento delle forme di
produzione: colorato in pasta, con aggregati affioranti in
seguito a lavaggio o decapaggio, con superfici bocciardate o
stampate.
Tornato in auge per la molteplicità di forme in cui può essere
prodotto, comunica energia, espressività, qualità poetiche e
oggi offre al progettista sempre maggiori possibilità nella
determinazione delle caratteristiche, delle dimensioni, degli
effetti epidermici.
Ecco che anche le pelli architettoniche cementizie, che
diventano potenti strumenti di comunicazione nella ricerca
progettuale contemporanea, evidenziano la prevalenza
dell’involucro dell’edificio sulle altre componenti, facendosi
portatrici di significati, di valori tattili ed emotivi
suscitati da superfici preziose e sorprendenti,
incorporano materiali della più varia natura.
Numerosissime
opere
testimoniano
quest’opportunità
che
di
trattamento, come quella ideata da Tadao Ando per la spiaggia
del complesso Yumebutai di Hyogo, in cui la spettacolare
gettata che ingloba migliaia di gusci di conchiglie,
opportunamente selezionate per uniformità di forma e colore,
diviene racconto tattile ispirato dalla natura.
Complesso Yumebutai, Hyogo, Giappone, 2000, Tadao Ando (Foto
Caspar Borkowsky)
O ancora, nel Matsumoto Performing Arts Center di Toyo Ito la
parete in pannelli di calcestruzzo armato sostenuti da una
struttura metallica presenta inserti traslucidi in
policarbonato che fanno riflettere sul rapporto tra leggerezza
e pesantezza, suscitando nei visitatori grande curiosità per
comprendere la vera natura di questa simbiosi materica.
Ma si pensi anche all’esperienza di Jun Aoki nello showroom
Louis Vuitton a Tokyo, in cui elementi in marmo, che alla sera
regalano spettacolari effetti di luce, vengono integrati nelle
grigie facciate.
Anche nel caso del Museo delle Scienze della Prefettura di
Ehime e del Saxony Mining Archive and Mineral Collection pare
essere l’accoppiamento con un materiale più nobile (frammenti
di metallo per il primo e lastre in granito per il secondo) a
legittimare l’uso del calcestruzzo rispettivamente in facciata
e a terra.
Museo delle Scienze della Prefettura di Ehime, Niihama City,
Giappone, 1994 (Foto Takao Shiraishi)
La tecnica in evoluzione
Il massimo livello di personalizzazione delle superfici si
raggiunge mediante l’adozione di matrici elastiche che oggi,
grazie alle tecnologie digitali, consentono di stampare
disegni e rilievi sul calcestruzzo con livelli di precisione
mai ottenuti prima.
Il trasferimento di motivi ornamentali sulle superfici
cementizie vanta, in effetti, una grande sperimentazione
grazie all’impiego di particolari tipi di casseforme o di
tecniche meccaniche di incisione, ma nuova è la qualità
conseguita nel risultato: attualmente ci si avvale del
bassorilievo o della lavorazione sulla diversa grana
superficiale, che individua nella fotoincisione il più
assoluto grado di qualità superficiale per trasformare
visivamente l’epidermide architettonica.
Le possibilità offerte dalle nuove superfici tattili in
calcestruzzo a vista sono, quindi, davvero sorprendenti e
derivano sia da lavorazioni superficiali sia dalla commistione
con elementi di varia natura amalgamati nella versatile
matrice cementizia.
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