4 settembre 2013 Il Resto del Carlino «Laureati in discipline mediche, il 70% trova subito lavoro» IL 73% dei giovani italiani che nel 2011 si è laureato in discipline medico-sanitarie presso l’Università di Ferrara ha trovato lavoro già a un anno dalla conclusione degli studi. Questa la prima evidenza tratta dalla lettura di Exposanità degli ultimi dati emessi da Almalaurea: un trend estremamente positivo che si conferma anche a livello nazionale dove la percentuale si assesta invece a quota 61%. Sempre secondo i dati i laureati che si sono formati nelnostro ateneo possono guardare con fiducia al futuro anche sotto il profilo della remunerazione, con un primo stipendio che mediamente supera i 1.240 euro (media nazionale, 1.192 euro). Per concludere Exposanità ha comparato le performance dei diversi atenei scoprendo come l’Università di Ferrara occupi l’ottava posizione nel ranking universitario stilato in base al numero di impiegati a un anno dal conseguimento del titolo, e sia invece undicesima in quello relativo agli stipendi medi percepiti, con una differenza di 260 euro rispetto all’università di Trieste, al vertice della classifica, con uno stipendio medio di 1500 euro. «La domanda di sanità ed assistenza del nostro Paese è destinata a crescere ulteriormente — dichiara Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità —. Questo richiede preparazione, ma anche una forte capacità innovativa, per questo chi sceglie di specializzarsi in questo ambito ha buone probabilità di trovare lavoro e, per la stessa ragione, chi è già nel mercato ma non si aggiorna rischia di perdere importanti opportunità». «Ospedale, basta con le decisioni prese dall’alto» «OTTENERE servizi sanitari». È questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale. «Non capisco — ribatte il sindaco Alan Fabbri al Partito democratico — perché il Pd di Bondeno, invece di essere al nostro fianco in una battaglia comune, continui ad accettare supinamente decisioni prese dall’alto, restrittive per il territorio». Non ci sta ad essere tacciato dall’opposizione di ‘ritardi’ nel prendere decisioni: «Il fatto di avere aspettato e di esserci battuti — insiste Fabbri — ha permesso di mantenere servizi, di ottenere una struttura nuova antisismica che sarà la Casa della salute e di recuperare l’ospedale Borselli anche come villa che è patrimonio della città». Il sindaco è perentorio: «Noi non abbiamo accettato supinamente quello che ci veniva proposto dall’Ausl che negli ultimi anni non ha mai favorito i nostri cittadini — dice —. Abbiamo chiesto che vengano restituite a Bondeno tutte le degenze precedenti al terremoto, i poliambulatori previsti dalla conferenza sociosanitaria, il punto di primo intervento. Abbiamo chiesto l’ambulanza e un’automedica». Il Pd opta per la costruzione della Casa della salute in un’area accanto alla stazione: «È una proposta che non condividiamo — ribatte Fabbri — anche perché nessuno dei comuni dell’Alto Ferrarese è servito dai treni». Infine l’attacco politico: «Il Pd dovrebbe smettere di accettare lezioni dall’alto come ha fatto finora ed essere al nostro fianco in una difesa dei servizi sociosanitari, indispensabili per tutto l’Alto Ferrarese». Aviaria, il Pdl alla Regione: «Riorganizzare le strutture» UNA risoluzione che impegna la giunta regionale «a predisporre una iniziativa legislativa per una riorganizzazione delle strutture di produzione avicola all’insegna di una maggiore tutela del settore nella prevenzione e biosicurezza». L’ha presentata il Pdl, dopo che ieri mattina si è riunita la Commissione congiunta Politiche economiche e politiche per la salute in cui gli assessori all’Agricoltura Tiberio Rabboni e alla Sanità Carlo Lusenti hanno relazionato sulla situazione emergenza aviaria. Questa sera, sottolinea il consigliere regionale del Pdl Mauro Malaguti, «dovrebbero finire gli abbattimenti che si stimano in 84mila capi di tacchini e 128mila capi di galline ovaiole in provincia di Ferrara e 730mila capi di galline ovaiole in provincia di Bologna. Complessivamente nei due focolai di Ferrara sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria 16 lavoratori con esito negativo. La bibliografia scientifica esclude la possibilità di contagio dell’uomo per il consumo di alimenti contaminati, il ritiro delle uova provenienti dall’allevamento infetto è un atto precauzionale». Il settore avicunicolo in Emilia Romagna, continua Malaguti, «vale oltre 600 milioni di euro e quello delle uova oltre 320 milioni, con 1100 allevamenti dalle differenti specie avicole per un numero stimato di 36 milioni di capi. L’Emilia Romagna, dopo il Veneto, è la seconda regione in Italia per produzioni avicole.Agli allevatori colpiti dalla malattia viene riconosciuto il rimborso del valore degli animali abbattuti al prezzo dei listini commerciali nazionali, il mangime stoccato in allevamento e le uova distrutte. Gli indennizzi vengono anticipati dalla regione interessata e rimborsati dallo Stato e dall’Unione europea se la liquidazione dell’allevatore si è conclusa entro 60 giorni dalla fine del periodo di osservazione post abbattimento». Per fine mese, o per i primi di ottobre, è previsto il termine dei controlli sanitari di sicurezza. «Per le aziende - conclude Malaguti — resta il problema dei danni conseguenti alle restrizioni imposte e alla sospensione delle attività. Il Ministero della salute si è reso disponibile a valutare la possibilità di attivare delle misure compensative secondo quanto già realizzato per la precedente emergenza aviaria del 2005/2006» La Nuova Ferrara Febbre del Nilo Deceduta anziana ricoverata a Reggio Prima vittima nel 2013 legata alla cosiddetta Febbre del Nilo. È morta, infatti, l’altra notte a Reggio Emilia una donna di 82 anni risultata positiva al virus West Nile e ricoverata all'ospedale di Santa Maria Nuova. La paziente, residente a Poviglio - informa l'Asl reggiana - era già affetta da una severa sindrome immunodepressiva. Di quattro casi di positività registrati a Reggio, due pazienti sono stati dimessi mentre uno è ancora ricoverato e le sue condizioni sono definite in netto miglioramento. La West Nile si trasmette solo attraverso la puntura di zanzare infette. Ricoveri per gli effetti della patologia ne sono avvenuti in diverse province, tra cui Modena e diverse città venete (Rovigo, Padova,Treviso, Venezia) e lombarde (Mantova). A Ferrara intanto è stata dimessa la prima paziente ricoverata dopo aver contratto la Febbre del Nilo. La donna, 41 anni, è stata anche la prima persona ricoverata in regione. All’ospedale di Cona è stata seguita da altri tre pazienti, ancora assistiti dai medici del reparto di Malattie infettive, due dei quali in condizioni piuttosto gravi per gli effetti neurologici della malattia. Oggi sono trattati con un siero iperimmune ricavato dai donatori. I medici stanno cercando di potenziare in questo modo la risposta immunitaria nei pazienti. Unife, il lavoro post laurea I candidati che, tra i tanti, oggi riusciranno a superare la prova d’ingresso ai corsi di laurea in Professioni sanitarie (si comincia alle 8.30 in Fiera) potranno trovare un incoraggiamento nei dati di Almalaurea ricordati da Exposanità e relativi al 2011: il 73,4% dei loro colleghi più grandi, laureati nel 2011 nel nostro ateneo, un anno dopo ha trovato lavoro, anche se – a essere precisi – la nota diffusa da Exposanità non specifica in quanti casi tale impiego sia coerente con gli studi svolti. In ogni caso, la nostra università si piazza bene: è ottava a livello nazionale su 29. In parte questo risultato si deve al territorio in cui l’ateneo si colloca, visto che ad aprire la classifica sono le università del nord (Verona, Piemonte Orientale, Torino, Firenze, Genova), e a chiuderla quelle del sud (Napoli, Foggia, Messina, Chieti-Pescara), ma va anche notato che Ferrara risulta prima a livello regionale: tra i laureati nello stesso anno a Modena-Reggio un anno dopo ne lavorava il 68,7%, a Bologna il 64,1%, a Parma il 63,6%. Anche la retribuzione a dodici mesi dalla laurea non è male, per chi ha studiato a Ferrara: 1.246 euro, superiore alla media nazionale (1.192) e a quella dei laureati a Modena-Reggio (1.213) e Parma (1.208). Ulteriori indagini ambientali nell’area dell’asilo del Salice È mirata a verificare l'eventuale presenza di inquinanti nell'aria all'interno e all'esterno dell'asilo nido di via del Salice l'indagine oggetto di un accordo di collaborazione tra Comune di Ferrara e Istituto Superiore di Sanità a cui la Giunta municipale ha dato ieri il proprio via libera. «Si tratta - come precisato dall'assessore all'Ambiente Rossella Zadro di un ulteriore percorso di analisi con cui il Comune intende proseguire il proprio impegno a tutela dei cittadini del Quadrante est, rispettando le prescrizioni fornite da Ausl e Istituto Superiore di Sanità. A breve, tra l'altro, sempre nel rispetto di una richiesta dell'Istituto Superiore di Sanità, partiranno anche i lavori per la messa in sicurezza delle discariche, fonte dell'inquinamento presente nell'area». Aviaria, gli assessori regionali fanno il punto Si è tenuta ieri la commissione congiunta Politiche economiche e Politiche per la salute in cui l'assessore all'Agricoltura Tiberio Rabboni e alla Sanità Carlo Lusenti hanno relazionato sulla situazione emergenza aviaria in Emilia Romagna. Il virus influenzale H7N7, trasmesso secondo l'ipotesi più plausibile dalle anatre di migrazione, è un ceppo ad alta patogenicità per i volatili ma a bassa patogenicità per l'uomo a cui da sintomi di congiuntivite e sintomatologia similinfluenzale. Probabilmente si è diffuso per via aerogena e tramite i mezzi di trasporto polline o uova. Le persone più a rischio sono quelle esposte professionalmente, già tutte sotto stretti controlli sanitari, e l'incubazione varia mediamente da 3 a 7 giorni con un massimo di 10 giorni. Complessivamente nei due focolai di Ostellato e Portoverrara sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria 16 lavoratori con esito negativo. Agli allevatori colpiti dalla malattia viene riconosciuto il rimborso del valore degli animali abbattuti al prezzo dei listini commerciali nazionali, il mangime stoccato in allevamento e le uova distrutte. Gli indennizzi vengono anticipati dalla regione interessata e rimborsati dallo Stato e dalla Comunità europea se la liquidazione dell'allevatore si è conclusa entro 60 giorni dalla fine del periodo di osservazione post abbattimento. Per fine mese, primi di ottobre, è previsto il termine dei controlli sanitari di sicurezza. «Il gruppo del Pdl, dopo aver chiesto la convocazione urgente della commissione congiunta, fa sapere il consigliere regionale Mauro Malaguti - ha presentato una risoluzione che impegna la giunta a predisporre una iniziativa legislativa per una riorganizzazione delle strutture di produzione avicola all'insegna di una maggiore tutela del settore nella prevenzione e biosicurezza. La procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per lesioni colpose. Gli inquirenti vogliono verificare il rispetto delle prescrizioni.