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MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
&
CULTURA
SPETTACOLI
VARESE - Un bel cast italiano
per “Io, Arlecchino”, la proposta di Filmstudio ‘90 per oggi e
domani per Spazio Cinema, il
cineforum dell’associazione
ospitato al Nuovo in viale dei
Mille 39. Il film, diretto da Matteo Bini e Giorgio Pasotti vede
Alla riscoperta di Arlecchino
come protagonisti lo stesso
regista insieme a Roberto Herlitzka e Lunetta Savino. Le
proiezioni sono oggi alle
15.30, 20 e 22.30, domani alle
15.30 e 21. Paolo è un famoso
presentatore televisivo, torna
nel paese d’origine e scopre
che il padre è malato gravemente. L’uomo, un ex attore divenuto celebre nel ruolo di Arlecchino, ha un desiderio: vor-
rebbe trascorrere gli ultimi mesi di vita recitando. La storia ci
racconta del sogno di un uomo
e del rapporto tra un padre e un
figlio che si ritrovano in un momento di difficoltà. Ingresso 5
euro.
V.Z.
Citofonare Famiglia Colombo
In arrivo la nuova commedia dei Legnanesi che guardano agli Addams e a Cuba
DA LEGGERE
Con Yves Bonnefoy
la poesia risuona viva
”Il Digamma” tradotto dal varesino Fabio Scotto
di DINO AZZALIN
Fabio Scotto lo dice nell’introduzione: l’Opera di
Yves Bonnefoy, che l’autore varesino ha sempre
tradotto e commentato egregiamente (si pensi
solo al Meridiano “L’opera poetica”, Mondadori,
2010) è un laboratorio permanente di scrittura caratterizzato da una notevole transgenericità. Ed è
vero! Perché mai come nello splendido volume
sia nella grafica che nel contenuto per le edizioni
ES di Milano (pag.136, euro 20) , “Il Digamma”
uscito in Francia nel 2012, poesia e prosa del
poeta pluricandidato al Nobel per la Letteratura si
fondono nella loro naturale bellezza. Accompagnato da dieci lievi disegni di Giuseppe Maraniello in un lavoro di scrittura perfetta, il grande vecchio della poesia francese, rivela la voce “fresca e
viva” a 92 anni. Il lavoro è davvero innovativo e
«pienamente poetico» dove la poesia è l’artefice
di questi piccoli capolavori frutto di sogni registrati
da sveglio «ovvero dell’azione di un immaginario
vigile».
Il Digamma, tanto per intenderci è il susseguirsi di
due lettere che ne contraddistinguono il fonema
,che è il suono costituente un’unità fonologica dotata di carattere distintivo e che permette cioè di
individuare almeno due parole di significato diverso (p e l sono due fonemi perché consentono di
realizzare due parole distinte come “pino” e lino).
Ma tornando al nostro libro lo dice anche lo stesso
Bonnefoy «la scomparsa del digamma dal cuore
dell’alfabeto della lingua greca fa pensare ad altre
scomparse...» e leggendo questo volume, colto e
mai scontato, si entra in una specie di labirinto
mobile di parole dove quello che più conta non è
trovare una via d’uscita ma capire profondamente
la struttura del suo progetto reticolare. Uno dei più
bei passi è sicuramente quello in cui Bonnefoy
parla del regista dell’Otello che scrive: « ...presto
gli sarebbe rimasto solo da capire ciò che non
avrebbe saputo o voluto sapere: che per essere
se stessi e avere successo al grande senso, il volto umano non deve affatto essere spossessato
della propria carne; che è nella materia stessa del
mondo, per quanto disastrosa sia, che l’assoluto,
piccolo fiore deve fiorire».
Ecco, la cifra di questo libro è un viaggio tra le
figure onomatopeiche di piccole e grandi fioriture
sensoriali a cui il poeta ma anche ogni uomo è
tenuto per registrare le proprie vicende esistenziali. Esperienze oniriche rappresentate nel testo
da una sorprendente concertazione scenica dove
i protagonisti passano da una parte all’altra dell’alfabeto attraversando canali e suggestioni sensoriali con l’eleganza di un ballo tra il mito e la realtà. Come quello che segue: «Ci trovavamo all’alba
in quel luogo erboso solcato di pietruzze aguzze,
pericolose sia per Ofelia che per Gertrude», è
un’immagine che, per celia, può essere assimilata un po’ a quella di due belle signore che scendono sull’acciottolato coi propri tacchi a spillo dopo una bella festa di matrimonio alla Rocca di Angera, accompagnati dai due mariti entrambi un
po’ sbronzi ma felici. Così mi sembra di cogliere
nell’opera amletica di Bonnefoy la sua calda genesi amorosa, forse di una veglia scritturale misteriosa e visibilmente commossa. Il lettore ne coglie la sua grande parte nel rivolo incessante di
giorni ore e lettere tra le drammaturgie di scena tra
macchine da presa, liti, e innamoramenti quasi
mai finti.
E scusate se dico poco, ma non sono molti quelli
che hanno capito la sua grande lezione, quando
in una bellissima parentesi estiva del 2009 Yves
Bonnefoy (classe 1923) è passato da Varese, in
una rassegna del Comune di Varese denominata
“Amordilibro”, e l’indomani salendo le cappelle
del Sacro Monte, e volgendo le spalle al dipinto di
Guttuso, (con buona pace delle dabbenaggini di
Sgarbi...) affermò con espressione ammirata sul
lake district prealpino: «Que c’est beau!», «Che
bello!». Bello anche questo suo libro.
CASSANO MAGNAGO
- Prima di tutto la famiglia. Colombo, si intende.
Si intitola così, semplicemente, “La famiglia Colombo” il nuovo spettacolo dei Legnanesi che, come da tradizione, partirà il
primo giovedì di novembre dall’Auditorium di
Cassano Magnago, luogo
deputato alle prove.
La scelta del titolo naturalmente non è casuale.
«Perché pone al centro la
Teresa, il Giovanni e la
Mabilia - spiega il direttore di produzione Chicco
Barlocco - e perché risulta
comprensibile a tutti e
ovunque. Contribuisce allo “sdoganamento” dei
Legnanesi oltre i confini
entro i quali prevalentemente si muovono».
Dunque verso una famiglia allargata?
«In parte già lo siamo ma
non ci dispiacerebbe farci
conoscere, dal vivo intendo perché la tv già fa il suo
corso, in regioni che non
abbiamo mai toccato. Del
resto riceviamo regolarmente richieste dal Sud. Il
problema è che i nostri ragazzi di giorno lavorano e
Antonio Provasio e Enrico Dalceri sono la Teresa e la Mabilia (foto Blitz)
trasferte così creano problemi. Fino a Roma ci siamo arrivati, prima o poi
riusciremo ad andare oltre».
Roma quest’anno non ci
sarà; peccato perché non
sarebbe stato male avere
tra il pubblico il supercommissario Francesco
Paolo Tronca.
«Essendo un legnanese
magari preferisce vederci
nella sua città o in ogni caso al Nord. Per venirgli incontro lo inviteremo a Firenze, con Genova tra le
nostre tappe fuori dalla
Lombardia. Se poi fosse
libero, dal 19 al 22 novembre siamo al Teatro di Varese, e dal 3 gennaio al 28
febbraio al Nazionale di
Milano».
Cosa ci si deve attendere
dalla Famiglia Colombo?
«Ciò che normalmente offrono i Legnanesi, tra tradizione e attualità. Con la
vita di ringhiera alternata
a scenografie e costumi
coloratissimi. Da noi il
dialetto si mescola con il
rock e Legnarello con il
resto del mondo».
La Mabilia troverà finalmente l’anima gemella?
«Difficile, sembra abbia
un fiuto particolare per
cacciarsi in storie sbagliate. Qui per colpa sua la Teresa e il Giovanni avranno
delle relazioni pericolose».
Addirittura?
«Senza volere svelare
troppo, possiamo dire che
la famiglia Colombo dovrà confrontarsi con la famiglia Addams o una che
le assomiglia molto».
Legnarello ombelico del
mondo ma dove ci si sposterà?
«Tra le mete figura Cuba.
Noi l’abbiamo scoperta
prima di Obama ma ora
che tra gli Usa e Castro è
disgelo ci piace rendere
omaggio. Vedrete che numero, roba da Tropicana.
Pinetta in testa».
Altre anticipazioni?
«Il ritorno del personaggio del sindaco e la presenza di qualche effetto
speciale, fenomeni paranormali. I nostri boys faranno ballare anche i tavolini».
Diego Pisati
LA STAGIONE Tutto esaurito per “Sono nata il 23” con Teresa Mannino in scena solo questa sera al Sociale
Luino a teatro, partenza lanciatissima
LUINO- - (e.b.) Parte con un sold out la
la stagione teatrale comunale. Nessuna
poltrona libera infatti per “Sono nata il
23” con Teresa Mannino, in scena questa sera al Sociale dalle 21. Da quest’anno inoltre il Comune ha messo in campo
nuove modalità per l’acquisto dei biglietti attraverso una biglietteria online con
biglietti che si possono già acquistare per
tutti gli appuntamenti della rassegna da
qui ad aprile.
Prossimo appuntamento - posti ancora
disponibili - è il 2 dicembre con un altro
spettacolo al femminile_ “3 donne in cerca di guai” con Corinne Clery, Barbara
Bouchet e Iva Zanicchi. Si riparte poi
nel 2016, il 18 gennaio toccherà a “Ieri è
un altro giorno” con Gianluca Ramazzotti, Antonio Cornacchione e Milena
Miconi. A febbraio, il 15, è previsto invece “I suoceri albanesi - due borghesi
piccoli piccoli” con Francesco Pannofino, che ritorna nella Luino che l’ha visto
“Pretore” per il cinema. Il 2 marzo vedremo “Un’ora di tranquillità” con Massimo Ghini e Massimo Ciavarro mentre l’ultimo atto sarà il 21 aprile con “Peperoni difficili” con Anna Della Rosa e
Ugo Giacomazzi.
Biglietti per ogni singolo appuntamento
a 25 euro (20 euro per gli under 26) per la
platea, di 20 euro (ridotti 15 euro) per la
galleria. Per l’acquisto on line i biglietti
hanno un costo maggiorato di 2 euro. Per
altre informazioni si può contattare l’ufficio Cultura al numero 0332543584 o
inviare una mail a [email protected].
Teresa Mannino, attesissima al Sociale di Luino (foto Ansa)
Il Rinascimento del cinema
Il ministro Franceschini all’anteprima di
“Firenze e gli Uffizi”, film da oggi alle sale
VARESE - Dopo il grande successo ottenuto
l’anno scorso dal docu-film dedicato ai Musei
Vaticani, “La Grande Arte al Cinema” del circuito Nexo Digital guarda a un altro fiore all’occhiello dell’arte italiana: il Rinascimento
fiorentino visto attraverso i suoi tesori. L’atteso film “Firenze e gli Uffizi, viaggio nel
cuore del Rinascimento” arriva nelle sale italiane per pochi giorni a partire da oggi, per poi
esportare nelle sale di tutto il mondo questo
straordinario documento che ci accompagnerà alla scoperta di dieci magnifiche location
museali e centocinquanta opere di inestimabile valore artistico.
Fulcro del viaggio la Galleria degli Uffizi
esaltata dalla tecnologia 3D. Punti di vista inediti, riprese spettacolari e soprattutto i grandi
mastri del passato. Giotto, Gentile da Fabriano, Piero della Francesca, Raffaello, Leonardo, Botticelli ci lasceranno senza fiato tra capolavori ed emozionanti svelamenti, come
quello dell’Adorazione dei Magi di Leonardo
durante la sua fase di restauro. Al di fuori dagli Uffizi andremo alla scoperta degli altri
gioielli di Firenze tra Santa Maria del Fiore e
la Cappella Brancacci, il Museo del Bargello,
Palazzo Medici, Piazza della Signoria, la Galleria dell’Accademia. Ad accompagnarci saranno delle guide d’eccezione, come il direttore degli Uffizi Antonio Natali, e la voce
fuori campo di Simon Merrells nei fantasmatici panni di un Lorenzo il Magnifico senza
tempo. Il film - diretto da Luca Viotto e prodotto da Sky HD 3D, Sky Arte HD, con Nexo
Digital e Magnitudo Film - celebra i fasti rinascimentali di una Firenze amata in tutto il
mondo che, grazie al Cinema, trova un palcoscenico ideale in cui lasciarsi ammirare.
Nelle nostre sale “Firenze e gli Uffizi” sarà al
MIV di Varese oggi alle 17.30 e alle 20.30 e
domani alle 20.30, giovedì al Garden di Gavirate alle 21 e venerdì al Pellico di Saronno
alle 21.
Anna De Pietri