4343 MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015 & CULTURA SPETTACOLI VARESE - Un bel cast italiano per “Io, Arlecchino”, la proposta di Filmstudio ‘90 per oggi e domani per Spazio Cinema, il cineforum dell’associazione ospitato al Nuovo in viale dei Mille 39. Il film, diretto da Matteo Bini e Giorgio Pasotti vede Alla riscoperta di Arlecchino come protagonisti lo stesso regista insieme a Roberto Herlitzka e Lunetta Savino. Le proiezioni sono oggi alle 15.30, 20 e 22.30, domani alle 15.30 e 21. Paolo è un famoso presentatore televisivo, torna nel paese d’origine e scopre che il padre è malato gravemente. L’uomo, un ex attore divenuto celebre nel ruolo di Arlecchino, ha un desiderio: vor- rebbe trascorrere gli ultimi mesi di vita recitando. La storia ci racconta del sogno di un uomo e del rapporto tra un padre e un figlio che si ritrovano in un momento di difficoltà. Ingresso 5 euro. V.Z. Citofonare Famiglia Colombo In arrivo la nuova commedia dei Legnanesi che guardano agli Addams e a Cuba DA LEGGERE Con Yves Bonnefoy la poesia risuona viva ”Il Digamma” tradotto dal varesino Fabio Scotto di DINO AZZALIN Fabio Scotto lo dice nell’introduzione: l’Opera di Yves Bonnefoy, che l’autore varesino ha sempre tradotto e commentato egregiamente (si pensi solo al Meridiano “L’opera poetica”, Mondadori, 2010) è un laboratorio permanente di scrittura caratterizzato da una notevole transgenericità. Ed è vero! Perché mai come nello splendido volume sia nella grafica che nel contenuto per le edizioni ES di Milano (pag.136, euro 20) , “Il Digamma” uscito in Francia nel 2012, poesia e prosa del poeta pluricandidato al Nobel per la Letteratura si fondono nella loro naturale bellezza. Accompagnato da dieci lievi disegni di Giuseppe Maraniello in un lavoro di scrittura perfetta, il grande vecchio della poesia francese, rivela la voce “fresca e viva” a 92 anni. Il lavoro è davvero innovativo e «pienamente poetico» dove la poesia è l’artefice di questi piccoli capolavori frutto di sogni registrati da sveglio «ovvero dell’azione di un immaginario vigile». Il Digamma, tanto per intenderci è il susseguirsi di due lettere che ne contraddistinguono il fonema ,che è il suono costituente un’unità fonologica dotata di carattere distintivo e che permette cioè di individuare almeno due parole di significato diverso (p e l sono due fonemi perché consentono di realizzare due parole distinte come “pino” e lino). Ma tornando al nostro libro lo dice anche lo stesso Bonnefoy «la scomparsa del digamma dal cuore dell’alfabeto della lingua greca fa pensare ad altre scomparse...» e leggendo questo volume, colto e mai scontato, si entra in una specie di labirinto mobile di parole dove quello che più conta non è trovare una via d’uscita ma capire profondamente la struttura del suo progetto reticolare. Uno dei più bei passi è sicuramente quello in cui Bonnefoy parla del regista dell’Otello che scrive: « ...presto gli sarebbe rimasto solo da capire ciò che non avrebbe saputo o voluto sapere: che per essere se stessi e avere successo al grande senso, il volto umano non deve affatto essere spossessato della propria carne; che è nella materia stessa del mondo, per quanto disastrosa sia, che l’assoluto, piccolo fiore deve fiorire». Ecco, la cifra di questo libro è un viaggio tra le figure onomatopeiche di piccole e grandi fioriture sensoriali a cui il poeta ma anche ogni uomo è tenuto per registrare le proprie vicende esistenziali. Esperienze oniriche rappresentate nel testo da una sorprendente concertazione scenica dove i protagonisti passano da una parte all’altra dell’alfabeto attraversando canali e suggestioni sensoriali con l’eleganza di un ballo tra il mito e la realtà. Come quello che segue: «Ci trovavamo all’alba in quel luogo erboso solcato di pietruzze aguzze, pericolose sia per Ofelia che per Gertrude», è un’immagine che, per celia, può essere assimilata un po’ a quella di due belle signore che scendono sull’acciottolato coi propri tacchi a spillo dopo una bella festa di matrimonio alla Rocca di Angera, accompagnati dai due mariti entrambi un po’ sbronzi ma felici. Così mi sembra di cogliere nell’opera amletica di Bonnefoy la sua calda genesi amorosa, forse di una veglia scritturale misteriosa e visibilmente commossa. Il lettore ne coglie la sua grande parte nel rivolo incessante di giorni ore e lettere tra le drammaturgie di scena tra macchine da presa, liti, e innamoramenti quasi mai finti. E scusate se dico poco, ma non sono molti quelli che hanno capito la sua grande lezione, quando in una bellissima parentesi estiva del 2009 Yves Bonnefoy (classe 1923) è passato da Varese, in una rassegna del Comune di Varese denominata “Amordilibro”, e l’indomani salendo le cappelle del Sacro Monte, e volgendo le spalle al dipinto di Guttuso, (con buona pace delle dabbenaggini di Sgarbi...) affermò con espressione ammirata sul lake district prealpino: «Que c’est beau!», «Che bello!». Bello anche questo suo libro. CASSANO MAGNAGO - Prima di tutto la famiglia. Colombo, si intende. Si intitola così, semplicemente, “La famiglia Colombo” il nuovo spettacolo dei Legnanesi che, come da tradizione, partirà il primo giovedì di novembre dall’Auditorium di Cassano Magnago, luogo deputato alle prove. La scelta del titolo naturalmente non è casuale. «Perché pone al centro la Teresa, il Giovanni e la Mabilia - spiega il direttore di produzione Chicco Barlocco - e perché risulta comprensibile a tutti e ovunque. Contribuisce allo “sdoganamento” dei Legnanesi oltre i confini entro i quali prevalentemente si muovono». Dunque verso una famiglia allargata? «In parte già lo siamo ma non ci dispiacerebbe farci conoscere, dal vivo intendo perché la tv già fa il suo corso, in regioni che non abbiamo mai toccato. Del resto riceviamo regolarmente richieste dal Sud. Il problema è che i nostri ragazzi di giorno lavorano e Antonio Provasio e Enrico Dalceri sono la Teresa e la Mabilia (foto Blitz) trasferte così creano problemi. Fino a Roma ci siamo arrivati, prima o poi riusciremo ad andare oltre». Roma quest’anno non ci sarà; peccato perché non sarebbe stato male avere tra il pubblico il supercommissario Francesco Paolo Tronca. «Essendo un legnanese magari preferisce vederci nella sua città o in ogni caso al Nord. Per venirgli incontro lo inviteremo a Firenze, con Genova tra le nostre tappe fuori dalla Lombardia. Se poi fosse libero, dal 19 al 22 novembre siamo al Teatro di Varese, e dal 3 gennaio al 28 febbraio al Nazionale di Milano». Cosa ci si deve attendere dalla Famiglia Colombo? «Ciò che normalmente offrono i Legnanesi, tra tradizione e attualità. Con la vita di ringhiera alternata a scenografie e costumi coloratissimi. Da noi il dialetto si mescola con il rock e Legnarello con il resto del mondo». La Mabilia troverà finalmente l’anima gemella? «Difficile, sembra abbia un fiuto particolare per cacciarsi in storie sbagliate. Qui per colpa sua la Teresa e il Giovanni avranno delle relazioni pericolose». Addirittura? «Senza volere svelare troppo, possiamo dire che la famiglia Colombo dovrà confrontarsi con la famiglia Addams o una che le assomiglia molto». Legnarello ombelico del mondo ma dove ci si sposterà? «Tra le mete figura Cuba. Noi l’abbiamo scoperta prima di Obama ma ora che tra gli Usa e Castro è disgelo ci piace rendere omaggio. Vedrete che numero, roba da Tropicana. Pinetta in testa». Altre anticipazioni? «Il ritorno del personaggio del sindaco e la presenza di qualche effetto speciale, fenomeni paranormali. I nostri boys faranno ballare anche i tavolini». Diego Pisati LA STAGIONE Tutto esaurito per “Sono nata il 23” con Teresa Mannino in scena solo questa sera al Sociale Luino a teatro, partenza lanciatissima LUINO- - (e.b.) Parte con un sold out la la stagione teatrale comunale. Nessuna poltrona libera infatti per “Sono nata il 23” con Teresa Mannino, in scena questa sera al Sociale dalle 21. Da quest’anno inoltre il Comune ha messo in campo nuove modalità per l’acquisto dei biglietti attraverso una biglietteria online con biglietti che si possono già acquistare per tutti gli appuntamenti della rassegna da qui ad aprile. Prossimo appuntamento - posti ancora disponibili - è il 2 dicembre con un altro spettacolo al femminile_ “3 donne in cerca di guai” con Corinne Clery, Barbara Bouchet e Iva Zanicchi. Si riparte poi nel 2016, il 18 gennaio toccherà a “Ieri è un altro giorno” con Gianluca Ramazzotti, Antonio Cornacchione e Milena Miconi. A febbraio, il 15, è previsto invece “I suoceri albanesi - due borghesi piccoli piccoli” con Francesco Pannofino, che ritorna nella Luino che l’ha visto “Pretore” per il cinema. Il 2 marzo vedremo “Un’ora di tranquillità” con Massimo Ghini e Massimo Ciavarro mentre l’ultimo atto sarà il 21 aprile con “Peperoni difficili” con Anna Della Rosa e Ugo Giacomazzi. Biglietti per ogni singolo appuntamento a 25 euro (20 euro per gli under 26) per la platea, di 20 euro (ridotti 15 euro) per la galleria. Per l’acquisto on line i biglietti hanno un costo maggiorato di 2 euro. Per altre informazioni si può contattare l’ufficio Cultura al numero 0332543584 o inviare una mail a [email protected]. Teresa Mannino, attesissima al Sociale di Luino (foto Ansa) Il Rinascimento del cinema Il ministro Franceschini all’anteprima di “Firenze e gli Uffizi”, film da oggi alle sale VARESE - Dopo il grande successo ottenuto l’anno scorso dal docu-film dedicato ai Musei Vaticani, “La Grande Arte al Cinema” del circuito Nexo Digital guarda a un altro fiore all’occhiello dell’arte italiana: il Rinascimento fiorentino visto attraverso i suoi tesori. L’atteso film “Firenze e gli Uffizi, viaggio nel cuore del Rinascimento” arriva nelle sale italiane per pochi giorni a partire da oggi, per poi esportare nelle sale di tutto il mondo questo straordinario documento che ci accompagnerà alla scoperta di dieci magnifiche location museali e centocinquanta opere di inestimabile valore artistico. Fulcro del viaggio la Galleria degli Uffizi esaltata dalla tecnologia 3D. Punti di vista inediti, riprese spettacolari e soprattutto i grandi mastri del passato. Giotto, Gentile da Fabriano, Piero della Francesca, Raffaello, Leonardo, Botticelli ci lasceranno senza fiato tra capolavori ed emozionanti svelamenti, come quello dell’Adorazione dei Magi di Leonardo durante la sua fase di restauro. Al di fuori dagli Uffizi andremo alla scoperta degli altri gioielli di Firenze tra Santa Maria del Fiore e la Cappella Brancacci, il Museo del Bargello, Palazzo Medici, Piazza della Signoria, la Galleria dell’Accademia. Ad accompagnarci saranno delle guide d’eccezione, come il direttore degli Uffizi Antonio Natali, e la voce fuori campo di Simon Merrells nei fantasmatici panni di un Lorenzo il Magnifico senza tempo. Il film - diretto da Luca Viotto e prodotto da Sky HD 3D, Sky Arte HD, con Nexo Digital e Magnitudo Film - celebra i fasti rinascimentali di una Firenze amata in tutto il mondo che, grazie al Cinema, trova un palcoscenico ideale in cui lasciarsi ammirare. Nelle nostre sale “Firenze e gli Uffizi” sarà al MIV di Varese oggi alle 17.30 e alle 20.30 e domani alle 20.30, giovedì al Garden di Gavirate alle 21 e venerdì al Pellico di Saronno alle 21. Anna De Pietri