Università degli Studi di Udine Corso di laurea in Fisica Computazionale Corso di Fisica Moderna Sara Padovani Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 1 Corso di Fisica Moderna 1. Particelle identiche e spin 2. Statistica classica (Maxwell-Boltzmann) 3. Statistiche quantistiche (Fermi-Dirac e Bose-Einstein) 4. Gas di fotoni (applicazione della statistica di Bose-Einstein) 5. Gas di elettroni-metalli (applicazione della statistica di Fermi-Dirac) 6. Teoria delle bande per i solidi (cenni) 7. Fisica dei semiconduttori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 2 Particelle identiche Supponiamo di avere due particelle identiche in una scatola. In Meccanica Classica: possiamo pensare di seguire il moto di ogni particella e individuarne la traiettoria, senza “disturbare” il sistema. In Meccanica Quantistica non esiste il concetto di traiettoria, che presuppone la conoscenza simultanea della posizione e della velocità delle particelle. Supponiamo di considerare due particelle del tutto identiche, e di determinare con elevata precisione la loro posizione ad un certo istante t , trovando due posizioni r1 e r2 . Supponiamo di ripetere la misura ad un successivo istante t’, trovando delle posizioni r1’ e r2 ‘. Siamo in grado di dire se la particella in 1 era quella che si trovava in r1 , oppure viceversa? La risposta è NO. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 3 Principio di indistinguibilità Questo è un principio generale che prende il nome di: PRINCIPIO DI INDISTINGUIBILITÀ‘ dato un sistema contenente N particelle fra loro identiche, è impossibile che una misura dia risultati diversi se si immagina di scambiare fra loro due particelle In altre parole, il sistema deve essere simmetrico rispetto a tutte le permutazioni possibili. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 4 Principio di indistinguibilità Il principio di indistinguibilità per le particelle identiche deve sempre essere tenuto presente nelle trattazioni di MQ, in particolare nella forma in cui scrivere la funzione d’onda di una particella. La funzione d’onda che descrive il sistema deve essere insensibile allo scambio di due particelle. Sia Ψa ,b (r1 , r2 , t ) = Ψ (r1 , r2 , t ) la funzione d’onda che descrive il sistema costituito da due particelle identiche non interagenti , tale per cui all’istante t • la particella a si trova nella posizione r1 • la particella b nella posizione r2 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 5 Sistema costituito da due particelle identiche Un sistema costituito da due particelle può essere descritto dalla funzione d’onda: Ψ (r1 , r2 , t ) che soddisfa all’equazione di Schrödinger: ∂ψ ih = Hˆ ψ ∂t con H hamiltoniano del sistema: 2 2 h h Hˆ = − ∇12 − ∇ 22 + U (r1 , r2 , t ) 2m1 2m2 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 6 Sistema costituito da due particelle identiche La probabilità di trovare la particella 1 nell’elemento di volume d3r1, e la particella 2 nell’elemento d3r2 è definita dal modulo quadro della funzione d’onda: 2 dw ∝ Ψ (r1 , r2 , t ) d 3 r1d 3 r2 che va normalizzato su tutto il volume 2 ∫ Ψ (r1 , r2 , t ) d 3 r1d 3 r2 = 1 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 7 Sistema costituito da due particelle identiche SOLUZIONE DELL’EQUAZIONE STAZIONARIA Se l’energia potenziale U non dipende dal tempo, è possibile risolvere l’Equazione di Schrödinger con il metodo della separazione delle variabili, ponendo: Ψ (r1 , r2 , t ) = Ψ (r1 , r2 )e − iEt h In tal caso la funzione d’onda Ψ (r1 , r2 ) dipende solo dalle coordinate spaziali e soddisfa all’Equazione di Schrödinger stazionaria: h2 2 h2 2 − ∇1ψ (r1 , r2 ) − ∇ 2ψ (r1 , r2 ) + U (r1 , r2 )ψ (r1 , r2 ) = Eψ (r1 , r2 ) 2m1 2 m2 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 8 Sistema costituito da due particelle identiche SOLUZIONE DELL’EQUAZIONE STAZIONARIA Se E è l’energia totale del sistema, esistono due funzioni che possono soddisfare al vincolo E = Ea+Eb Ψa ,b (r1 , r2 ) = Ψa (r1 )Ψb (r2 ) A Ψb ,a (r1 , r2 ) = Ψb (r1 )Ψa (r2 ) B La MQ mi fornisce gli strumenti per costruire una funzione d’onda che descrive lo stato di un sistema costituito da particelle identiche senza specificare quale particella sta in uno stato e quale nell’altro. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 9 Operatore di scambio Definiamo l’operatore di scambio P che inverte la posizione delle particelle: PΨ (r1 , r2 ) = Ψ (r2 , r1 ) Applicando l’operatore P due volte, si deve riottiene la situazione iniziale ossia: P 2 Ψ (r1 , r2 ) = PΨ (r2 , r1 ) = Ψ (r1 , r2 ) Quindi: P2 ha autovalore 1 P ha autovalori ±1 Significa che esistono due tipologie di funzioni d’onda che possono descrivere il sistema: Sara Padovani Ψ (r2 , r1 ) = + Ψ (r1 , r2 ) Simmetrica Ψ (r2 , r1 ) = − Ψ (r1 , r2 ) Antisimmetrica Fisica Moderna 2009/2010 10 Sistema costituito da due particelle identiche SOLUZIONE DELL’EQUAZIONE STAZIONARIA Se E è l’energia totale del sistema, esistono due funzioni che possono soddisfare al vincolo E = Ea+Eb Ψa ,b (r1 , r2 ) = Ψa (r1 )Ψb (r2 ) A Ψb ,a (r1 , r2 ) = Ψb (r1 )Ψa (r2 ) B Ci sono due funzioni d’onda che descrivono un sistema costituito dalla combinazione lineare degli stati A e B : Ψ± (r1 , r2 ) = A(Ψa (r1 )Ψb (r2 ) ± Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Esistono due tipologie di particelle!!! Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 11 Bosoni e fermioni Sistema a due particelle Funzione simmetrica BOSONI Particelle con spin intero Ψ+ = ΨS (r1 , r2 ) = AS (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) + Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Ψ− = ΨA (r1 , r2 ) = AA (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) − Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Funzione antisimmetrica Sara Padovani FERMIONI Fisica Moderna 2009/2010 Particelle con spin semi- intero 12 Fermioni identici Ritorniamo alla funzione antisimmetrica che descrive due fermioni: Ψ− = ΨA (r1 , r2 ) = AA (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) − Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Supponiamo di avere due fermioni identici, ovvero che Ψa (r1 ) = Ψb (r1 ) Ψa (r2 ) = Ψb (r2 ) Si ha che ΨA (r1 , r2 ) = AA (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) − Ψb (r1 )Ψa (r2 )) = 0 2 ΨA (r1 , r2 ) = 0 due fermioni identici, non possono occupare lo stesso stato quantico Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 13 Principio di esclusione di Pauli Formulato nel 1925 dichiara che: due fermioni identici, non possono occupare lo stesso stato quantico. E' il principio di esclusione di Pauli che permette ad un oggetto di non dissolversi nelle vostre mani, dato che ogni fermione occupa uno spazio vitale che non può spartire. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 14 Bosoni e fermioni La funzione d’onda totale può essere espressa come il prodotto di una funzione spaziale α e una di spin β Funzione d’onda totale = α (funzione spaziale) × β(funzione di spin) Ψ = Yl m (ϑ , ϕ ) × β ( spin ) La parte spaziale descrive il moto orbitale di una particella rispetto all’altra ed e’ rappresentata dalle ϕ) armoniche sferiche Ylm(θ θ,ϕ E’ una funzione • simmetrica per spin paralleli • antisimmetrica per spin antiparalleli BOSONI: α e β entrambe simmetriche o antisimmetriche FERMIONI: Sara Padovani α simmetrica β antisimmetrica … o viceversa Fisica Moderna 2009/2010 15 Bosoni e fermioni Funzione simmetrica BOSONI Particelle con spin intero Ψ+ = ΨS (r1 , r2 ) = AS (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) + Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Ψ− = ΨA (r1 , r2 ) = AA (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) − Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Funzione antisimmetrica FERMIONI Particelle con spin semi- intero FERMIONI: funzione d’onda anti-simmetrica per inversione spaziale. Non possono quindi coesistere nello stesso stato (al più possono esistere due fermioni nello stesso stato energetico, ma con spin opposto) BOSONI: funzione d’onda simmetrica per inversione spaziale. Come conseguenza di questo fatto possono coesistere nello stesso stato anche in numero molto grande. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 16 Modello standard: bosoni e fermioni Nel modello standard fermioni e bosoni sono le due categorie di particelle fondamentali: i quanti di materia e i quanti di forza. FERMIONI (quanti di materia) corrispondono alle particelle che costituiscono la materia (nuclei, atomi, molecole) cioè i quark (di cui sono formati i protoni e i neutroni, costituenti del nucleo atomico), l'elettrone e il neutrino, più altre repliche dello stesso tipo di particelle (con le stesse interazioni) ma molto più pesanti e quindi instabili. BOSONI (quanti di forza): particelle che, nella concezione duale ondacorpuscolo della MQ, sono i portatori delle forze fondamentali che si esercitano tra le particelle elementari e che quindi ne determinano le interazioni. FORZE FONDAMENTALI Sara Padovani l'elettromagnetica fotone debole bosoni W± e Z forte gluoni gravitazionale gravitone Fisica Moderna 2009/2010 17 Modello standard: bosoni e fermioni Nel modello standard fermioni e bosoni sono le due categorie di particelle fondamantali: i quanti di materia e i quanti di forza. ν Sara Padovani γ± Fisica Moderna 2009/2010 18 Lo spin Nel suo famoso articolo del 1925, in cui enunciò il principio di esclusione, Wolfgang Pauli introdusse per la prima volta quattro numeri quantici per descrivere compiutamente lo stato degli elettroni all'interno degli orbitali atomici. Il quarto numero quantico introdotto da Pauli era lo "spin", momento angolare intrinseco associato alla particella. Dal punto di vista sperimentale, nel frattempo, i tempi erano maturi per l'osservazione degli effetti di tale ipotesi. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 19 Corso di Fisica Moderna 1. Particelle identiche e spin 2. Meccancia statistica classica (Maxwell-Boltzmann) 3. Statistiche quantistiche (Fermi-Dirac e Bose-Einstein) 4. Gas di fotoni (applicazione della statistica di Bose-Einstein) 5. Gas di elettroni-metalli (applicazione della statistica di Fermi-Dirac) 6. Teoria delle bande per i solidi (cenni) 7. Fisica dei semiconduttori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 20 Meccanica statistica La meccanica statistica è un ramo della fisica che studia il comportamento e le proprietà medie di sistemi costituiti da un numero molto grande di particelle: lo strumento di queste analisi sono i metodi e le tecniche della statistica, applicati alla descrizione del moto delle particelle. Si è sviluppata nel corso del XIX secolo principalmente per merito del fisico inglese James Clerk Maxwell, del fisico austriaco Ludwig Boltzmann e del fisico matematico statunitense J. Willard Gibbs. Convinti che la materia fosse costituita da un gran numero di particelle minuscole (atomi e molecole) in costante movimento, questi scienziati erano consapevoli del fatto che la determinazione del moto di ogni singola particella, in base all'applicazione della meccanica newtoniana, fosse un procedimento impraticabile. Maxwell, Boltzmann e Gibbs svilupparono metodi statistici che permettessero di descrivere la dinamica delle singole particelle in termini di valori medi delle variabili microscopiche, e di dedurre da questi le caratteristiche termodinamiche macroscopiche dei sistemi. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 21 Meccanica statistica quantistica Negli anni Venti la meccanica statistica venne riformulata, al fine di includere i nuovi principi della teoria quantistica. La natura delle particelle infatti, così come viene intesa dalla teoria quantistica, è diversa da quella tipica della teoria classica, basata sui principi della dinamica di Newton. Due particelle classiche sono teoricamente distinguibili, (possono essere distinte apponendo a ciascuna un'etichetta di riconoscimento) le particelle quantistiche sono del tutto indistinguibili. La nuova teoria di fisica richiese una ridefinizione generale dei principi della meccanica statistica: inoltre, fu necessario utilizzare due diversi metodi statistici per descrivere le proprietà fisiche di sistemi di particelle quantistiche. Per la descrizione statistica di sistemi di particelle dotate di spin semi-intero (fermioni) si richiedeva la statistica di Fermi-Dirac, mentre per sistemi di particelle dotate di spin intero (i bosoni) era necessaria la statistica di BoseEinstein. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 22 Meccanica statistica classica: Maxwell e Boltzmann Statistica classica: La statistica di Maxwell-BoItzmann è stata ricavata nell'ambito dello studio della teoria cinetica dei gas, nella quale si assume che le molecole interagiscono tra di loro molto debolmente e solo durante le collisioni: si possono quindi trascurare tutti gli altri tipi di forze possibili. Sistema chiuso di N particelle distinguibili “debolmente” interagenti L. Boltzmann Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 C. Maxwell 23 Statistica di Maxwell-Boltzmann IPOTESI: 1. Sistema chiuso 2. Particelle distinguibili 3. Interazioni deboli particelle non-interagenti 4. N=cost. E=cost. 5. Tutti i parametri rilevanti (volume, ...) che determinano gli stati del sistema sono costanti. 6. Si conoscono gli “stati di particella singola” 1, 2, ... S e le loro energie ε1, ε2, ... S 1 ε1 N1 2 ε2 N2 3 ε3 N3 ... … … S εS NS ∑N i =N i =1 S ∑ε Vincoli i ⋅ Ni = E i =1 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 24 Statistica di Maxwell-Boltzmann S 1 ε1 N1 2 ε2 N2 3 ε3 N3 ... … … S εS NS ∑N i =N i =1 S ∑ε Vincoli i ⋅ Ni = E i =1 Ho realizzato una ripartizione detta MACROSTATO Questa ripartizione può essere fatta in un certo numero di MODI o MICROSTATI (W) Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 25 Statistica di Maxwell-Boltzmann In quanti modi posso realizzare questa ripartizione? Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 26 Statistica di Maxwell-Boltzmann Voglio determinare: 1. Il numero di modi W associato ad una certa ripartizione (macrostato) Tutti i modi (microstati) che rispettano i vincoli sono equiprobabili Lo stato di equilibrio del sistema è quello più probabile, cioè quello che può essere realizzato col massimo numero di modi possibili (principio di massima verosimiglianza) IP 2. La distribuzione statistica n(E) che descrive il sistema all’equilibrio termico Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 27 Statistica di Maxwell-Boltzmann Numero di modi: sistema con numero finito di stati Possibilità di mettere N1 particelle nello stato 1 ordinatamente N! W = N ( N − 1)( N − 2)K ( N − ( N1 − 1)) = (N − N1 )! ' 1 ciascuna di queste può essere ottenuta con N1! differenti permutazioni delle particelle quindi le possibilità distinte sono N N! W1 = = N1!( N − N1 )! N1 Lo stato 2 potrà essere occupato nel numero di modi: W2 Coefficiente binomiale ( N − N1 )! = N 2 !( N − N1 − N 2 )! S W = W1 ⋅ W2 ⋅K ⋅ WS Sara Padovani si ottiene 1 W = N !∏ i =1 N i ! Fisica Moderna 2009/2010 Numero di modi 28 Statistica di Maxwell-Boltzmann Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 29 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile Applichiamo ora il PRINCIPIO DI MASSIMA VEROSIMIGLIANZA: un sistema fisico reale le particelle tenderanno a disporsi secondo la configurazione che prevede il numero massimo possibile di modi W Questo significa che per un sistema fisico reale l’equazione di W sarà massimizzata da una particolare configurazione delle partizioni N1, ..., NS. Ricordiamo che non tutte le configurazioni delle partizioni sono ammesse, ma solo quelle che rispettano i vincoli di esclusione introdotti prima. Inoltre ipotizziamo che all’equilibro termodinamico il sistema è nella sua configurazione più probabile. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 30 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile: Metodo dei moltiplicatori di Lagrange Per la risoluzione di un problema di massimizzazione vincolata si può applicare il metodo dei moltiplicatori di Lagrange che riduce l’analisi ad una massimizzazione semplice di una funzione in Ni. Tale metodo consiste nel massimizzare la funzione: S S L( N 1 , K, N s , α , β ) = ln W − α ∑ N i − N − β ∑ ε i ⋅ N i − E i =1 i =1 La condizione necessaria per avere un estremo è che le derivate parziali si annullino: ∂L =0 ∂N i Sara Padovani ∂L =0 ∂α Fisica Moderna 2009/2010 ∂L =0 ∂β 31 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile: Metodo dei moltiplicatori di Lagrange S S L( N 1 , K , N s , α , β ) = ln W − α ∑ N i − N − β ∑ ε i ⋅ N i − E i =1 i =1 La condizione necessaria per avere un estremo è che le derivate parziali si annullino: S ∂L =0 ∂α ∑N ∂L =0 ∂β S ∂L =0 ∂N i i =N i =1 ∑ε i ⋅ Ni = E i =1 ∂ ln W − α − βε i = 0 ∂N i Fornisce i valori N1, ..., NS per la distribuzione più probabile Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 32 Statistica di Maxwell-Boltzmann Formula di Stirling ln N!≅ N ln(N ) − N Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 33 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile S 1 W = N !∏ i =1 N i ! s ln W = ln N !−∑ ln N i ! Formula di Stirling s ∆ ln W = −∑ ∆ ln N i ! i =1 i =1 ln N!≅ N ln(N ) − N s ∆ ln W ≅ − ∑ ln N i ∆N i i =1 Distribuzione 1 N i = α βε i e e Sara Padovani ∂ ln W − α − βε i = 0 ∂N i Fisica Moderna 2009/2010 34 Statistica di Maxwell-Boltzmann Numero di modi: caso generale La situazione reale, però, comporta generalmente un numero molto grande di stati che avranno occupazione medio bassa. Si suddivide l’ energia in intervalli ∆E abbastanza grandi da contenere un numero gi (degenerazione) sufficientemente grande di stati x aventi energie εi1, εi2, εi3,… Tale che sia ∆E <<Ei gi >> 1 Ni>> 1 Avrò quindi una ripartizione delle particelle nei vari intervalli, caratterizzata dalle Ni e tale per cui ∑N Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 i =N 35 Statistica di Maxwell-Boltzmann Numero di modi: caso generale I modi per disporre N1 particelle nel primo intervallo sono N N! W1 = = N1 N1!( N − N1 )! Ma le N1 particelle possono essere messe nei g1 stati, quindi avrò g1 possibilità per la prima, g1 per la seconda ecc... In totale avrò quindi possibilità diverse di sistemazione W1 = g1 N1 N! N1!( N − N1 )! Numero di modi S W = W1 ⋅ W2 ⋅ K ⋅ WS Sara Padovani si ottiene Fisica Moderna 2009/2010 N gi i W = N !∏ i =1 N i ! 36 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile: caso generale g Ni W = N !∏ i =1 N i ! S s s i =1 i =1 ln W = ln N + ∑ N i ln g i − ∑ ln N i ! gi ∆ ln W ≅ ∑ ln g i ∆N i − ∑ ln N i ∆N i = ∑ ln ∆N i i =1 i =1 i =1 Ni s s s Distribuzione gi N i = α βE e e Sara Padovani ∂ ln W − α − βε i = 0 ∂N i Fisica Moderna 2009/2010 37 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile: caso generale La distribuzione più probabile, che risulta essere: gi N i = α βεi e e numero medio di particelle per stato Ni 1 = α βε i ni = gi e e Fattore di Boltzmann Distribuzione di Maxwell- Bollzmann valida per particelle “classiche” distinguibili Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 38 Statistica di Maxwell-Boltzmann Funzione di partizione Al fine di determinare i parametri α e β si definisce la funzione di partizione Z ed si esprime il numero medio di particelle per stato ni in funzione di Z: gi N i = α βε i e e N = ∑ N i = ∑ g i e −α e − βε i =e −α ∑ g i e − βε i stati stati stati Z = ∑ g i e − βε i stati e −α = N Z α = ln Z − ln N Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 39 Statistica di Maxwell-Boltzmann Funzione di partizione Descriviamo l’energia media per particella termini della funzione di partizione: Ni = N g i e − βε i Z N E = ∑ ε i Ni = Z stati Z = ∑ g i e − βε i stati ∑gε e − βε i i i stati ∂ ln Z E ε = =− ∂β N Sara Padovani ∂Z = −∑ g iε i e − βε i ∂β stati N ∂Z ∂ ln Z =− = −N Z ∂β ∂β Energia media per particella Fisica Moderna 2009/2010 40 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione più probabile: distribuzione continua di stati Nel caso in cui lo spettro di energia di particella singola possa essere considerato continuo, e ciò avviene quando il volume è grande: g N i = α iβεi e e Ni 1 ni = = α βε i gi e e Sara Padovani g (ε ) N (ε )dε = α βE dε e e 1 N (ε ) = α βE n(ε ) = g (ε ) e e Fisica Moderna 2009/2010 numero di particelle che popolano i livelli compresi nell’intervallo ε e ε+dε numero medio di particelle che occupano un singolo stato 41 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione continua di stati Funzione di partizione ∞ Z = ∑ g i e − βε i Z = ∫ g (ε )e − βε dε stati 0 ds Se la densità degli stati è definita come: g (E ) = dE N − βε i Ni 1 − a − βε i dn = e e ds = e g (ε )dε ni = = α βε i Z gi e e Numero medio di particelle per stato ni = Sara Padovani N g i e − βε i Z dn = Fisica Moderna 2009/2010 N g (ε )e − βε i dε Z 42 Statistica di Maxwell-Boltzmann Calcolo di α e β ∂ ln Z ε =− ∂β Energia media per particella Per il calcolo dei parametri α e β è necessario procedere al calcolo della funzione di partizione Z. ∞ Z = ∫ g (ε )e 0 α = ln Z − ln N − βε dε N dn = g (ε )e − βε i dε Z Calcolo densità degli stati per un sistema classico Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 43 Statistica di Maxwell-Boltzmann Densità degli stati Numero di stati nel volume infinitesimo dello spazio delle fasi ds * = Cdxdydzdp x dp y dp z Integrando su tutto il volume occupato dal gas ds = CVdp x dp y dp z = CV 4πp 2 dp p2 E= 2m Energia delle particelle libere dp ds = CV 4πp = CVg ( p) dE dE 2 3 g (ε ) = ds / dε = 2πCV (2m ) Vε Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 2 1 2 44 Statistica di Maxwell-Boltzmann Densità degli stati Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 45 Statistica di Maxwell-Boltzmann Calcolo della funzione di partizione Nota la densità degli stati: 3 g (ε ) = 2πC (2m ) 2 Vε 1 2 = BVε 1 2 Calcolo la funzione di partizione: ∞ Z = ∫ g (ε )e 0 − βε ∞ dε Z = ∫ g (ε )e − βε dε = BVβ π 2 Z = (2πm ) 2 CVβ Fisica Moderna 2009/2010 −3 2 2 0 3 Sara Padovani −3 1 2 46 Statistica di Maxwell-Boltzmann Calcolo di α e β 3 Z = (2πm ) CVβ 2 −3 2 3 −3 V 2 α = ln (2πm ) Cβ 2 N α = ln Z − ln N Teoria cinetica del gas ideale Sara Padovani ∂ ln Z ε =− ∂β 3 ε = KT 2 Fisica Moderna 2009/2010 1 β= KT 47 Statistica di Maxwell-Boltzmann Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 48 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell-Boltzmann 3 −3 V 2 α = ln (2πm ) Cβ 2 N 1 β= KT 3 g (ε ) = 2πCV (2m ) Vε Numero medio di particelle per stato Funzione di distribuzione Distribuzione di Maxwell-Boltzmann Sara Padovani 2 1 2 = BVε 1 2 dn = g (ε )e −α e − βε i dε 1 dn f (ε ) = N dε f MB (ε ) = Fisica Moderna 2009/2010 2 π −3 (KT ) ε 2 1 2 e −ε KT 49 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell-Boltzmann a varie temperature f MB (ε ) = Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 2 π −3 (KT ) 2 ε 1 2 e −ε KT 50 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell delle velocità f MB (ε ) = 1 2 ε = mv 2 Distribuzione di Maxwell delle velocità Sara Padovani v= 2 −3 π (KT ) 2 ε 2 ε m 1 2 e −ε KT dε F (v)dv = f (ε (v )) dv dv 3 m 2 2 −mv2 2 KT F (v ) = 4π v e 2πKT Fisica Moderna 2009/2010 51 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell delle velocità 3 m 2 2 −mv2 2 KT F (v ) = 4π v e 2πKT v 2 = ∫ v 2 F (v )dv 1 3 2 mv = KT 2 2 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 52 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell delle velocità Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 53 Statistica di Maxwell-Boltzmann La statistica di Maxwell-Boltzmann fornisce delle buone previsioni sul comportamento di un gas in condizioni normali (pressione atmosferica: P = 1 atm; temperatura ambiente: T = 300 °K). Ma molti fenomeni risultano comunque del tutto incomprensibili dal punto di vista della fisica classica, tra cui ricordiamo: 1. Calore specifico dei solidi a basse temperature 2. Emissione corpo nero (legge di Rayleigh/Jeans) Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 54 Statistica di Maxwell-Boltzmann Calore specifico Calore specifico a volume costante ∂E ∂ε CV = = NA ∂T V ∂T V Gas monoatomico ε = 3 KT 2 CV = 3 R 2 Una mole di solido (Gli atomi vengono trattati come oscillatori tridimensionali) Sara Padovani ε = 3KT Fisica Moderna 2009/2010 CV = 3R 55 Statistica di Maxwell-Boltzmann Calore specifico a basse temperature Secondo la fisica classica, il calore specifico deve rimanere finito anche allo zero assoluto. Questo fatto è però in contrasto con l'esperienza: infatti il calore specifico decresce man mano che ci si avvicina allo zero assoluto (la cosa fu predetta da Nerst nel 1916 ed il processo, allora ancora ignoto, secondo cui il calore specifico decresce lo chiamò degenerazione del gas, mentre un gas a temperature vicine allo zero assoluto venne chiamato degenere). Calore specifico CV del rame in funzione della temperatura Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 56 Radiazione di corpo nero Legge di Rayleigh/Jeans Uno degli insuccessi della teoria classica ondulatoria è il calcolo della radiazione emessa da un corpo nero. Raileigh e Jeans descrissero la distribuzione di intensità I delle onde emesse in funzione della lunghezza d’onda λ, modellando la radiazione di corpo nero come quella proveniente da un insieme di oscillatori che possono emettere ed assorbire radiazione ad ogni frequenza: dI KT = 2πc 4 dλ λ Il calcolo di Rayleigh e Jeans riproduce i dati sperimentali solo per grandi λ, per piccole λ la formula è errata CATASTROFE ULTRAVIOLETTA Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 57 Lezione 2 1. Statistiche quantistiche • Fermi-Dirac • Bose-Einstein 2. Gas di Fermi 3. Gas di fotoni (applicazione della statistica di Bose-Einstein) Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 58 Meccanica statistica classica è à è ! " Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 59 Statistica di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Maxwell-Boltzmann a varie temperature Maxwell e Boltzmann svilupparono metodi statistici per descrivere la dinamica delle singole particelle in termini di valori medi delle variabili microscopiche, e di dedurre da questi le caratteristiche termodinamiche macroscopiche dei sistemi. f MB (ε ) = 2 π −3 (KT ) 1 2 ε e 2 −ε KT La statistica di Maxwell-Boltzmann fornisce delle buone previsioni sul comportamento di un gas in condizioni normali (pressione atmosferica: P = 1 atm; temperatura ambiente: T = 300 °K). Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 60 Meccanica statistica quantistica #$ PRINCIPIO DI INDISTINGUIBILITÀ dato un sistema contenente N particelle fra loro identiche, è impossibile che una misura dia risultati diversi se si immagina di scambiare fra loro due particelle Il sistema deve essere simmetrico rispetto a tutte le permutazioni possibili. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 61 Meccanica statistica quantistica % à & ' ! ! " " Funzione simmetrica BOSONI Particelle con spin intero Ψ+ = ΨS (r1 , r2 ) = AS (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) + Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Ψ− = ΨA (r1 , r2 ) = AA (Ψa (r1 )Ψb (r2 ) − Ψb (r1 )Ψa (r2 )) Funzione antisimmetrica FERMIONI Particelle con spin semi- intero PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI due fermioni identici, non possono occupare lo stesso stato quantico. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 62 Statistiche quantistiche A. Einstein E. Fermi S. N. Bose P. Dirac Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 63 Statistica di Maxwell-Boltzmann Abbiamo determinato: Il numero di modi W (MICROSTATI) associato ad una certa configurazione (MACROSTATO) S N gi i W = N !∏ i =1 N i ! La distribuzione statistica n(E) che descrive il sistema all’equilibrio termico Ni 1 = α βε i ni = gi e e Tutti i modi (microstati) che rispettano i vincoli sono equiprobabili Lo stato di equilibrio del sistema è quello più probabile, cioè quello che può essere realizzato col massimo numero di modi possibili Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 64 Statistiche quantistiche Ipotesi 1. Sistema chiuso 2. Interazioni deboli particelle non-interagenti 3. N=cost. E=cost. 4. Tutti i parametri rilevanti (volume, ...) che determinano gli stati del sistema sono costanti. 5. Si conoscono gli “stati di particella singola” 1, 2, ... s e le loro energie ε1, ε2, ... 6. Particelle indistinguibili (c’è solo un modo di mettere Ni particelle nello stato i) 7. Particelle dipendenti (se la particella 1 si trova nello stato g1, altera la probabilità che 2 si trovi in g2) 1 ε1 N1 Sara Padovani 2 ε2 N2 3 ε3 N3 ... … … ∑N i =N i =1 ∑ε Vincoli i ⋅ Ni = E i =1 Fisica Moderna 2009/2010 65 Statistiche Esempio: 2 particelle in 3 stati Maxwell-Boltzmann: il numero di modi W associato ad una certa configurazione Particelle distinguibili Bosoni Fermioni 9 modi 6 modi Sara Padovani N gi i 32 W = N !∏ = 2! = 9 2! i =1 N i ! S Fisica Moderna 2009/2010 3 modi 66 Statistiche Numero di modi: caso generale La situazione reale, però, comporta generalmente un numero molto grande di stati che avranno occupazione medio bassa. Si suddivide l’ energia in intervalli ∆E abbastanza grandi da contenere un numero gi (degenerazione) sufficientemente grande di stati x aventi energie εi1, εi2, εi3,… Tale che sia ∆E <<Ei gi >> 1 Ni>> 1 Avrò quindi una ripartizione delle particelle nei vari intervalli, caratterizzata dalle Ni e tale per cui ∑N Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 i =N 67 Particelle indistinguibili: FERMIONI gi stati Ni fermioni gi- Ni stati vuoti p1 p2 p3 p4 p5 I gi stati possono essere occupati in gi! modi diversi Per ciascuno di questi modi vi sono (gi-Ni) stati liberi che possono essere realizzati in (gi-Ni)! modi diversi indistinguibili Anche gli Ni! modi di scegliere gli stati occupati sono equivalenti perché le particelle sono indistinguibili gi ! Wi = N i !(g i − N i )! In totale i modi possibili sono: Sara Padovani gi ! W =∏ N i !( g i − N i )! Fisica Moderna 2009/2010 68 Particelle indistinguibili: BOSONI gi stati Ni bosoni gi- 1 setti mobili Descrizione della configurazione: combinazione di Ni+ (gi-1) oggetti Il numero di disposizioni possibili di particelle e setti è: [ ( )] Wi ' = N i + g i − 1 ! Di queste Ni! rappresentano diverse disposizioni delle particelle (indistinguibili) e (gi-1)! sono le disposizioni dei setti (che non comportano modifiche al sistema) Wi Sara Padovani [ N + (g = i i ] − 1) ! N i !(g i − 1)! Fisica Moderna 2009/2010 W =∏ [N + (g i i )] −1 ! N i !( g i − 1)! 69 Particelle indistinguibili: sistema diluito IPOTESI: Ni<<gi e particelle indistinguibili Particelle indipendenti L’ occupazione di uno stato non modifica significativamente il numero di stati disponibili, quindi possibilità di mettere Ni particelle nello stato i ordinatamente: N ' Wi = g i ⋅ g i ⋅ K ⋅ g i = g i i ciascuna di queste può essere ottenuta in Ni! modi diversi, cambiano l’ordine delle particelle. Poiché le particelle sono indistinguibili tutti questi modi sono fisicamente identici, ed il numero di configurazioni fisicamente differenti è: STATI IDENTICI Ni g Wi ' = i Ni! In totale i modi possibili sono: Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 g Ni W =∏ Ni! 70 Particelle indistinguibili: sistema diluito Fermioni Bosoni Sara Padovani gi ! W =∏ N i !( g i − N i )! W =∏ [N + (g i i )] −1 ! N i !( g i − 1)! Fisica Moderna 2009/2010 71 Confronto dei risultati Numero di modi W associato ad una certa configurazione Particelle distinguibili MAXWELL-BOLTZMANN Particelle indistinguibili Fermioni FERMI-DIRAC Particelle indistinguibili Bosoni BOSE-EINSTEIN Sara Padovani g Ni W = N !∏ i =1 N i ! S gi ! W =∏ N i !( g i − N i )! W =∏ [N + (g ] − 1)! N i !( g i − 1)! i Fisica Moderna 2009/2010 i g Ni W =∏ Ni! Sistema diluito 72 Statistiche quantistiche Distribuzione più probabile: Metodo dei moltiplicatori di Lagrange Per la risoluzione di un problema di massimizzazione vincolata si può applicare il metodo dei moltiplicatori di Lagrange che riduce l’analisi ad una massimizzazione semplice di una funzione in Ni. Ragioniamo come se le variabili N1, ..., NS siano continue e non discrete. Calcoliamo il massimo della funzione lnW, invece che di W per il seguente motivo: ∂ ln W 1 ∂W = W ∂N i ∂N i i massimi di W, sono anche i massimi di lnW essendo W>0. Quindi invece di cercare il massimo di W, calcoliamo il massimo per la funzione lnW. Utilizzamo l’approssimazione di Stirling, nell’ipotesi Ni>>1. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 73 Statistiche quantistiche Distribuzione più probabile: Metodo dei moltiplicatori di Lagrange S S L( N 1 , K, N s , α , β ) = ln W − α ∑ N i − N − β ∑ ε i ⋅ N i − E i =1 i =1 La condizione necessaria per avere un estremo (massimo) è che le derivate parziali si annullino: Sara Padovani S ∂L =0 ∂α ∑N ∂L =0 ∂β S ∑ε ∂L =0 ∂N i ∂ ln W − α − βE = 0 ∂N i i =N i =1 i ⋅ Ni = E i =1 Fisica Moderna 2009/2010 Fornisce i valori N1, ..., NS per la distribuzione più probabile 74 Statistica di Fermi-Dirac Distribuzione più probabile Stirling gi ! W =∏ N i !( g i − N i )! gi ∆ ln W ≅ ∑ ln − 1∆N i Ni Distribuzione Ni 1 ni = = α βε i gi e e + 1 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 ∂ ln W − α − βE = 0 ∂N i 75 Statistica di Fermi-Dirac Distribuzione più probabile Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 76 Statistica di Bose-Einstein Distribuzione più probabile W =∏ [N + (g Stirling ] − 1)! N i !( g i − 1)! i i gi ∆ ln W ≅ ∑ ln + 1∆N i Ni Distribuzione Ni 1 ni = = α βε i gi e e − 1 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 ∂ ln W − α − βE = 0 ∂N i 77 Statistica di Bose-Einstein Distribuzione più probabile Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 78 Confronto dei risultati g Ni W = N !∏ i =1 N i ! S W =∏ W =∏ Sara Padovani ni = gi ! N i !( g i − N i )! [N + (g )] −1 ! N i !(g i − 1)! i i Fisica Moderna 2009/2010 Ni 1 = α βεi gi e e ni = Ni 1 = α βεi gi e e + 1 ni = Ni 1 = α βεi gi e e − 1 79 Statistica di Fermi-Dirac Distribuzione di Fermi-Dirac εF ENERGIA DI FERMI 1 f FD (ε ) = ε −ε F e kT +1 L’andamento di questa distribuzione è molto particolare: • Il termine esponenziale ha limiti diversi per T 0 a seconda che l’enegia ε sia maggiore o minore dell’energia di Fermi: 1 f FD (ε ) = 0 • Per ε =ε F Sara Padovani ε < εF ε > εF fFD = 1/2 Fisica Moderna 2009/2010 80 Statistica di Fermi-Dirac Effetti della temperatura sulla distribuzione di Fermi-Dirac εF ENERGIA DI FERMI 1 f FD (ε ) = ε −ε F e kT +1 T=0 T>0 Allontanandosi dalla condizione T=0 la cassetta si “smussa” Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 81 Statistica di Fermi-Dirac Distribuzione di Fermi-Dirac 1 f MB (ε ) = ε −ε F kT e 1 f FD (ε ) = ε −ε F e kT +1 La distribuzione di Maxwell-Boltzmann è un caso limite di quella di FermiDirac per energie molto alte, se tuttavia l’energia cala, per i fermioni la probabilità di occupazione di uno stato su un livello energetico a energia E segue una via diversa e per energie pari a EF, detta Energia di Fermi, vale ½. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 82 Statistica di Fermi-Dirac Confronto:Fermi-Dirac e Maxwell-Boltzmann 1 f MB (ε ) = ε −ε F e 1 f FD (ε ) = kT ε −ε F e kT +1 La distribuzione di Maxwell-Boltzmann prevede che a basse temperature sia lo stato a minore energia ad essere popolato sempre più in proporzione ai livelli eccitati Nel caso dei fermioni, esiste un valore massimo di popolazione (al max la generazione dei livelli) Nel limite di T 0, le particelle riempiranno tutti i livelli ad energia minima compatibilmente col principio di esclusione, fino al livello EF Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 MOLECOLE FERMIONI T=0 T=0 E E=EF E=0 83 Statistica di Fermi-Dirac Effetti della temperatura sulla distribuzione di Fermi-Dirac T=0 T=bassa T=alta E E=EF E=0 Livelli energetici e energia di Fermi Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 84 Confronto tra le statistiche è !" # à # é " 1 f MB (ε ) = ε −ε F e 1 f FD (ε ) = kT f BE (ε ) = ε −ε F e kT 1 +1 ε −ε F e kT −1 E -> 0 (cioè per T -> 0 ma T 0) • GAS DI BOSONI: si origina una condensazione del gas stesso, cioè, i bosoni costituenti il gas tendono ad occupare tutti lo stesso stato energetico (E = E0) • GAS DI FERMIONI: un solo fermione si troverà nello stato a cui compete energia zero, tutti gli altri andranno ad occupare stati ad energia superiore fino a che non siano esauriti i fermioni stessi (livello energetico EF). Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 85 Statistica di Bose-Einstein Distribuzione di Bose-Einstein 1 f BE (ε ) = ε −ε F e kT −1 Il significato fisico della distribuzione per i BOSONI è completamente differente di quella per i FERMIONI non esiste alcun vincolo superiore all’occupazione di un qualunque livello energetico MOLECOLE BOSONI FERMIONI T=0 T=0 T=0 E E=EF E=0 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 86 Gas di Fermi E. Fermi P. Dirac Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 87 Gas di Fermi Densità degli stati: N particelle indistinguibili in una scatola cubica Si abbiano N particelle in una scatola di volume V=L3. All’ interno della scatola il potenziale è nullo e l’equazione di Schrödinger indipendente dal tempo di ogni particella è: h ∂2 ∂2 ∂2 2 + 2 + 2 ψ (r ) = Eψ (r ) − 2m ∂ x ∂ y ∂ z La funzione d’onda normalizzata al volume V è fattorizzabile e risulta essere: n1π n2π n3π ψ k (r ) = Asen ⋅ x sen ⋅ y sen ⋅ z L L L Con ni interi positivi. Questa è un’onda stazionaria. con Sara Padovani k1 = n1π L n 2π k2 = L Fisica Moderna 2009/2010 n3π k3 = L n = 0,1,2 K 88 Gas di Fermi Densità degli stati: N particelle in una scatola cubica Essendo: h2 2 E= k 2m I valori di energia sono: 2 h π 2 2 2 2 2 2 E= n1 + n2 + n3 = E0 n1 + n2 + n3 2m L 2 Sara Padovani ( ) Fisica Moderna 2009/2010 ( ) 89 Gas di Fermi N particelle in una scatola cubica: densità degli stati Nel guscio sferico di spessore dk si trovano dS stati, la densità degli stati è definita come: g (E ) = dS dE dS V k = g (k ) = dk 2 π 2 h2 2 E= k 2m 2 3 1 2m 2 1 2 g (E ) = 2 VE 2π h Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 90 Gas di Fermi Densità degli stati Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 91 Gas di Fermi Calcolo della funzione di partizione Nota la densità degli stati: 2 3 1 1 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 Vε = BVε 2 2π h Calcolo la funzione di partizione: ∞ Z = ∫ g (ε )e 0 − βε ∞ dε Z = ∫ g (ε )e − βε dε = BVβ −3 0 π 2 1 2 2 3 m 2 −32 Z = Vβ 2 2πh Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 92 Gas di Fermi Calcolo di α e β Z = BVβ α = ln Z − ln N 1 β= KT Sara Padovani −3 π 2 1 2 2 3 m 2 −32 Z = Vβ 2 2πh V m 32 − 3 2 α = ln β N 2πh 2 … non lo dimostriamo... Fisica Moderna 2009/2010 93 Gas di Fermi Distribuzione di Fermi-Dirac 3 2 1 1 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 Vε = BVε 2 2π h Numero medio di particelle per stato 1 dn = g (E ) e Funzione di distribuzione Distribuzione di Fermi-Dirac Sara Padovani f (E ) = V f (E) = 2 8π Fisica Moderna 2009/2010 E − EF KT dE +1 1 dn N dE 2m 3 E 1/ 2 h 3 e E − EF KT + 1 94 Gas di fotoni A. Einstein S. N. Bose Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 95 Gas di Fotoni Studio del “gas di fotoni” come applicazione della statistica di Bose-Einstein. Consideriamo un volume di spazio nel quale onde elettromagnetiche sono in equilibrio termico con le pareti del contenitore. I fotoni, trattati come particelle quantistiche, rappresentano onde elettromagnetiche e per soddisfare le condizioni al contorno con le pareti devono venire associate con onde che si annullano ai bordi. Le condizioni di quantizzazione periodica per il numero d’onda k sono: n1π k1 = L Quindi essendo p= Sara Padovani h 2L p = hk (n 2 1 n 2π k2 = L E = cp e + n22 + n32 ) n3π k3 = L E= Fisica Moderna 2009/2010 hc 2L (n 2 1 + n22 + n32 ) 96 Gas di Fotoni Densità degli stati Ci interessa la densità degli stati g(E)=ds/dE. Consideriamo lo spazio 3D con coordinate n1, n2 e n3, raggio n, ed elemento di volume sferico 4 πn2dn. Ci si limita ad un ottante di sfera, e si considerano 2 modi di polarizzazione distinti: ds 1 g (n)dn = dn = 2 4πn 2 dn dn 8 hc dn E= n g ( E ) = g (n( E )) 2L dE hc dE = dn 2L 8πL3 2 g (E) = 3 3 E hc Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 97 Gas di Fotoni Distribuzione di Bose-Einstein 8πL3 2 g (E) = 3 3 E hc Numero medio di particelle per stato 1 dn = g (E ) e Funzione di distribuzione f (E ) = Distribuzione di BoseEinstein Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 E KT dE −1 1 dn N dE 8πL3 E 2 f (E) = 3 3 E h c e KT − 1 98 Radiazione di corpo nero Legge di Rayleigh/Jeans Uno degli insuccessi della teoria classica ondulatoria è il calcolo della radiazione emessa da un corpo nero. Rayleigh e Jeans descrissero la distribuzione di intensità I delle onde emesse in funzione della lunghezza d’onda λ, modellando la radiazione di corpo nero come quella proveniente da un insieme di oscillatori che possono emettere ed assorbire radiazione ad ogni frequenza: dI KT = 2πc 4 dλ λ Il calcolo di Rayleigh e Jeans riproduce i dati sperimentali solo per grandi λ, per piccole λ la formula errata CATASTROFE ULTRAVIOLETTA Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 99 Radiazione di corpo nero Legge di Planck Nel 1900 Planck propose una teoria della radiazione di corpo nero che riproduceva i dati sperimentali a tutte le lunghezze d’onde. La legge di radiazione postulata da Planck è: Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 dI 1 hc = 2πc 5 hc dλ λ e λKT − 1 100 Radiazione di corpo nero Legge di Planck dI 1 hc = 2πc 4 hc dλ λ e λKT − 1 dI 8π hν 3 = 3 hν dλ c e KT − 1 Partendo dalla legge di radiazione postulata da Planck si trova: Alte lunghezze d’onda (hν<<KT) Legge di Rayleigh-Jeans Basse lunghezze d’onda (hν>>KT) Legge di Wien Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 8πKT dI =ν 2 dν c3 hν dI 3 8πh − KB =ν e 3 dν c 101 Radiazione di corpo nero Legge di Planck Il problema era quello di giustificare la legge di Planck. Fu Einstein a rendersi conto che Planck aveva introdotto un nuovo concetto nella fisica: il quanto di luce. Oscillatori armonici classici Legge di Rayleigh-Jeans Oscillatori armonici quantistici ε = KT 8πKT dI =ν 2 dν c3 hν ε = e Legge di Planck Sara Padovani hν KT −1 dI 8π hν 3 = 3 hν dν c e KB − 1 Fisica Moderna 2009/2010 102 Statistica di Bose-Einstein Legge di Planck Distribuzione di Bose-Einstein 8πL3 E 2 f (E) = 3 3 E h c e KT − 1 U (ν ) = dnE / V Legge di Planck 8π hν 3 u (ν ) = 3 hν c e KB − 1 Abbiamo dunque ricavato il modello di quantizzazione della radiazione elettromagnetica, che è in eccellente accordo con gli spettri di emissione osservati per un corpo nero in equilibrio termico. Inoltre, la legge di Planck è ora pienamente giustificata da una trattazione statistica nella quale i fotoni sono descritti in termini della quantistica bosonica. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 103 Corso di Fisica Moderna 1. Particelle identiche e spin 2. Statistica classica (Maxwell-Boltzmann) 3. Statistiche quantistiche (Fermi-Dirac e Bose-Einstein) 4. Gas di fotoni (applicazione della statistica di Bose-Einstein) 5. Gas di elettroni-metalli (applicazione della statistica di Fermi-Dirac) 6. Teoria delle bande per i solidi (cenni) 7. Fisica dei semiconduttori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 104 Metalli Circa i tre quarti degli elementi chimici conosciuti sono metalli. IA IIA IIIA IVA VA VIA IIIB IVB VB VIB VIIB IB IIB VIIIB La linea rossa divide i metalli dai non metalli Alcalini METALLI Alcalino terrosi Transizione Sara Padovani Gas nobili Terre rare Altri metalli Fisica Moderna 2009/2010 Alogeni Non metalli 105 Metalli Metalli con elettroni di valenza in orbitali s e p Gli elettroni più esterni di un atomo che sono coinvolti in un legame sono chiamati elettroni di valenza. Gli elettroni del nocciolo non vengono coinvolti nel legame. Il numero degli elettroni di valenza è eguale al numero del gruppo. ALCALINI Gruppo IA 1 elettrone di valenza in un orbitale s ALCALINO-TERROSI Gruppo IIA 2 elettroni di valenza in un orbitale s Gruppo IIIA 2 elettroni di valenza in un orbitale s, 1 in orbitale p Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 106 Metalli Metalli con elettroni di valenza in orbitali s e p Gruppo IVA 2 elettroni di valenza in un orbitale s, 2 in orbitale p Gruppo VA 2 elettroni di valenza in un orbitale s, 3 in orbitale p Gruppo VIA 2 elettroni di valenza in un orbitale s, 4 in orbitale p Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 107 Metalli Metalli di transizione La più numerosa famiglia di metalli è quella degli elementi di transizione, comprendente 33 membri; in essa gli elettroni di valenza sono disposti secondo regole non semplici negli orbitali d ed s. La famiglia è stata suddivisa in otto gruppi. Gruppi: IB-VIIIB Lantanidi e attinidi Gli elettroni di valenza in questi metalli sono disposti secondo regole complicate negli orbitali f e s. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 108 Strutture cristalline 14 Reticoli Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 109 Metalli Strutture cristalline Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 110 Metalli Strutture cristalline Il 90% dei metalli presenta struttura: • cubica a corpo centrato • esagonale compatta • cubica a facce centrate Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 111 Metalli Strutture cristalline Sono strutture ad alto impacchettamento Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 112 Metalli Il legame metallico I metalli sono caratterizzati da un alta conducibilità elettrica ed in un metallo un gran numero di elettroni (in genere 1 o 2 per atomo) è libero di muoversi liberamente (elettroni di conduzione). Il legame metallico è dovuto alla “nuvola di elettroni liberi” e presenta energie di legame modeste rispetto a gli altri legami (ionico, covalente) quindi po’ essere considerato un legame debole. I metalli hanno bassa energia di ionizzazione (quantità di energia necessaria per strappare un elettrone a un atomo neutro) quindi i loro elettroni esterni sono attratti debolmente dai rispettivi nuclei, e se ne separano facilmente. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 113 Gas di elettroni liberi: modello di Drude à ò à Secondo Drude tutti gli elettroni di valenza diventano conduttori di elettricità e sono chiamati elettroni di conduzione. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 114 Gas di elettroni liberi: modello di Drude Assunzioni del modello di Drude • ! • ! • "# • à è %& ττ à • è è • à è '()!* ì 3 m 2 2 − mv 2 2 KT F (v ) = 4π ve 2πKT Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 115 Gas di elettroni liberi: modello di Drude • , • à "-!. # La teorica classica di Drude non spiega: • capacità termica • cammino libero medio elettronico l = vτ Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 116 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld // .!0 '()!* !.! Assunzioni del modello di Sommerfeld • ! • ! "# • à è %& ττ à • è è • è Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 117 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld εF ENERGIA DI FERMI Distribuzione di Fermi-Dirac 1 f FD (ε ) = ε −ε F e kT +1 • Il termine esponenziale ha limiti diversi per T 0 a seconda che l’enegia ε sia > o < dell energia di Fermi: • Per ε = ε F, allora fFD=1/2 Sara Padovani 1 f FD (ε ) = 0 Fisica Moderna 2009/2010 ε < εF ε > εF 118 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Effetti della temperatura sulla distribuzione di Fermi-Dirac T=0 T>0 Allontanandosi dalla condizione T=0 la cassetta si “smussa” Si definisce temperatura di Fermi TF ≡ EF/ k. T = TF T >> TF Quando T >> TF, fFD tende a diventare un esponenziale decadente. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 119 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Distribuzione di Fermi-Dirac 1 f MB (ε ) = ε −ε F kT e 1 f FD (ε ) = ε −ε F e kT +1 La distribuzione di Maxwell-Boltzmann è un caso limite di quella di FermiDirac per energie molto alte, se tuttavia l’energia cala, per i fermioni la probabilità di occupazione di uno stato su un livello energetico a energia E segue una via diversa e per energie pari a EF, detta Energia di Fermi, vale ½. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 120 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Confronto:Fermi-Dirac e Maxwell-Boltzmann 1 f MB (ε ) = ε −ε F e 1 f FD (ε ) = kT ε −ε F e kT +1 La distribuzione di Maxwell-Boltzmann prevede che a basse temperature sia lo stato a minore energia ad essere popolato sempre più in proporzione ai livelli eccitati Nel caso dei fermioni, esiste un valore massimo di popolazione (al max la generazione dei livelli) Nel limite di T 0, le particelle riempiranno tutti i livelli ad energia minima compatibilmente col principio di esclusione, fino al livello EF Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 MOLECOLE FERMIONI T=0 T=0 E E=EF E=0 121 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Effetti della temperatura sulla distribuzione di Fermi-Dirac T=0 T=bassa T=alta E E=EF E=0 Livelli energetici e energia di Fermi Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 122 Buca di potenziale infinita: 1 dimensione 123 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 123 Buca di potenziale infinita: 1 dimensione Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 124 Buca di potenziale infinita: 2 dimensioni 125 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 125 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati: N elettroni in una scatola cubica Si abbiano N elettroni in una scatola di volume V=L3. All’ interno della scatola il potenziale è nullo e l’equazione di Schrödinger indipendente dal tempo di ogni particella è: h ∂2 ∂2 ∂2 2 + 2 + 2 ψ k (r ) = ε kψ k (r ) − 2m ∂ x ∂ y ∂ z La funzione d’onda normalizzata al volume V è fattorizzabile e risulta essere: Si abbiano N elettroni in una scatola di volume V=L3. 1 nπ n π n π 8 2 ψ k (r ) = sen 1 ⋅ x sen 2 ⋅ y sen 3 ⋅ z V L L L Con ni interi positivi. Questa è un’onda stazionaria. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 126 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati: N elettroni in una scatola cubica Funzioni d’onda che soddisfino alle condizioni periodiche agli estremi: ψ k ( x, y , z ) = ψ k ( x + L , y , z ) Ugualmente per y e z. Le funzioni d’onda che soddisfano all’equazione di Schrödinger stazionaria, alla normalizzazione sul volume e alle condizioni di periodicità sono onde piane della forma: 1 1 2 ik ⋅r ψ k (r ) = e V Con Sara Padovani k = 2n π L n = 0,1,2 K Fisica Moderna 2009/2010 127 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati: N elettroni in una scatola cubica h2 2 h2 2 ε= k = k x + k y2 + k z2 2m 2m ( I valori di energia sono: L’ampiezza del vettore d’onda k è legato alla lunghezza d’onda: Nello stato fondamentale di un sistema ad N elettroni liberi gli stati occupati possono essere rappresentati come punti all’interno di una sfera nello spazio k. L’energia sulla superficie della sfera è detta energia di Fermi: h2 2 εF = kF 2m Sara Padovani kx Fisica Moderna 2009/2010 ) k= 2π λ kz kF ky 128 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Energia di Fermi k = h 3π N εF = 2m V 2 Sara Padovani 2 2n π L 2 4 3 πk F V 3 3 2⋅ = kF = N 3 2 3π 2π L 3 Fisica Moderna 2009/2010 3π N k F = V 2 1 3 129 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld 3π N k F = V 2 1 3 h 3π N εF = 2m V 2 2 2 3 hk F h 3π N vF = = m m V 2 1 TF = Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 3 εF K 130 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati: N elettroni in una scatola cubica Nel guscio sferico di spessore dk si trovano dS stati, la densità degli stati è definita come: dS g (E ) = dE h2 2 E= k 2m dS V k g (k ) = = dk 2 π 2 Densità degli stati per l’elettrone libero 3 V 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 2 ε 2π h Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 131 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 132 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Densità degli stati 3 Densità degli stati per l’elettrone libero V 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 2 ε 2π h KT Densità di stati pieni ad una temperatura finita T f (ε , T )g (ε ) Stati pieni a T=0 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 133 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica Il modello di Drude non spiga la capacità termica dei metalli. ∂E ∂ε CV = = N A ∂T V ∂T V La meccanica statistica classica prevede che una particella libera puntiforme abbia capacità termica CV = 3 K 2 Secondo Drude tutti gli elettroni di valenza diventano conduttori di elettricità Quindi per un metallo con N atomi (1 elettrone di valenza) CV = 3 NK 2 Sperimentalmente il contributo elettronico a temperatura ambiente è non più dell’ 1% di questo valore !!! Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 134 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica Modello di Sommerfeld: non tutti gli elettroni per riscaldamento dallo zero assoluto acquistano un’energia ∼ KT. Solo quegli elettroni che appartengono a stati entro l’intervallo di energia KT rispetto al livello di Fermi vengono eccitati termicamente. Se N è il numero totale di elettroni, soltanto una frazione dell’ordine di ∼ T/TF può essere eccitata termicamente alla temperatura T Ciascuno di questi NT/TF elettroni ha un’energia dell’ordine di KT: NT Eel ≈ KT TF Energia termica totale degli elettroni ∂Eel T Cel = ≈ NK ∂T TF Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 135 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica TF Ricaviamo espressione per la capacità termica valida a basse temperature KT << KTF = EF ∞ Cel = ∼ 2-6 × 104 k ∞ ∞ ∂Eel ∂ ∂f ∂f ( ) ( ) ( ) = Eg E fdE = Eg E dE ≅ g E E dE F ∫ ∫ ∫ ∂T ∂T 0 ∂T ∂T 0 0 1 2 Cel = π g (E F )KT 3 3 V 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 2 ε 2π h h 3π N εF = 2m V 2 Sara Padovani 2 2 3 1 2 T C el = π NK 2 TF Fisica Moderna 2009/2010 136 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica sperimentale A temperature inferiori alla temperatura di Fermi la capacità termica a volume costante nei metalli segue la relazione: C = C el + C ret = γT + AT 3 Contributo reticolare Contributo elettronico predomina a basse temperature Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 137 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica: risultati sperimentali mπ 2 N 0 K 2 1 2 T C el = π NK = T 2 3 TF h 2 3π 2 N / V 3 γf ( C = C el + C ret = γT + AT ) 3 C = γ + CT 2 T Si usa introdurre una massa efficacie dell’elettrone di valenza mte* γ sper mte* ≡ γf m Sara Padovani e- valenza - e- valenza Correzione dovuta a interazione: e- valenza - reticolo e- valenza - fonone Fisica Moderna 2009/2010 138 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Capacità termica: risultati sperimentali γ sper mte* ≡ γf m Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 139 Fononi In una vibrazione reticolare l’energia è quantizzata. Il quanto di energia associato all’onda elastica è il FONONE, in analogia col fotone, quanto di energia delle onde elettromagnetiche. Il fonone interagisce con altre particelle e campi come se avesse un momento p = hK Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 140 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Conduzione: effetto del campo elettrico Impulso di un elettrone libero p = hk E=0 In un campo elettrico E la forza F che agisce sull’elettrone è F= dp dk =h = −eE dt dt In assenza di collisioni la sfera di Fermi risulta traslata (dopo dt) di: E ≠0 dt dk = F h Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 141 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Conduzione: effetto del campo elettrico Quando la forza applicata viene tolta i processi di collisione (degli elettroni con impurezze, imperfezioni reticolari e fononi) tendono a riportare il sistema nel suo stato stazionario. Se il tempo di collisione è τ, lo spostamento della sfera di Fermi all’ equilibrio è dk = F Sara Padovani τ h Fisica Moderna 2009/2010 142 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Conduzione: legge di Ohm Questo spostamento contribuisce a ciascun elettrone ad un incremento della velocità: F e dv = τ = − E τ m m Se vi sono n elettroni per unità di volume, la densità di corrente elettrica è: e2 j = − nedv = n E τ m La relazione per j ha la forma della legge di Ohm, e σ è la conduttività elettrica: Sara Padovani j = σE ρ= La resistività elettrica è: Fisica Moderna 2009/2010 e2 σ =n τ m 1 σ = m ne 2τ 143 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Libero cammino medio elettronico τ= Tempo di rilassamento σm e2n ove n è la densità degli elettroni di conduzione Il libero cammino medio Sara Padovani l = τvF Fisica Moderna 2009/2010 144 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Libero cammino medio elettronico: confronto modello di Drude e modello di Sommerfeld Legge di Ohm: e2 σ =n τ m τ= σm e2n ≅ 10−14 s Drude: Maxwell-Boltwmann 1 2 3 mv = KT 2 2 v ≈ 10 7 cms −1 l = vτ ≈ 10 A& Sommerfeld: Fermi-Dirac 1 2 mv = E F 2 v F ≈ 108 cms −1 l = vFτ ≈ 100 A& A temperatura ambiente per il rame τ ≅ 2 × 10 −14 s Sara Padovani l ≅ 3 × 10 −8 m = 300 A& Fisica Moderna 2009/2010 145 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Resistività elettrica sperimentale La resistività elettrica calcolata secondo il modello ad elettroni liberi: La resistività elettrica: ρ = ρ L + ρi Agitazione termica del reticolo 1 m ρ= = 2 σ ne τ Scattering degli elettroni da impurezze Basse temperature Alte temperature Resistività residua ρi Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 146 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Resistività elettrica sperimentale La resistività elettrica: Sara Padovani ρ = ρ L + ρi Fisica Moderna 2009/2010 ρL ∝ T ρL ∝ T 5 T >> θ T << θ 147 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Conduttività termica La conduttività termica K di un solido è definita come: ∂T Q=K ∂x Ove Q è il flusso di energia termica (energia trasmessa in unità di area e tempo). Il processo di conduttività termica può essere descritto mediante un processo di urti. Si trova dalla teoria cinetica dei gas che la conduttività termica può essere espressa mediante la capacità termica C, la velocità media delle particelle v e il libero cammino medio l, dalla seguente relazione: 1 K = Cvl 3 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 148 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Conduttività termica 1 K = Cvl 3 Utilizzando le relazioni ricavate nel modello ad elettroni liberi di Sommerfeld: 1 2 T Cel = π NK 3 TF 1 2 ε F = mvF 2 TF = εF K vF l = τ Si ottiene che il contributo elettronico alla conduttività termica è: K el = π 2 nK 2Tτ 3m In generale, nei solidi la conduttività termica è somma di un contributo elettronico ed uno fononico: K = K el + K fon Nei metalli a temperatura ambiente il contributo dominante è quello elettronico. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 149 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Legge di Widemann-Franz La legge di Widemann-Franz stabilisce che per i metalli il rapporto tra conduttività termica ed elettrica è direttamente proporzionale alla temperatura, con valori della costante di proporzionalità indipendenti dal metallo stesso. e2 σ =n τ m Legge di Widemann-Franz K= K σ = π 2 K2 3 e 2 π 2 nK 2Tτ T = LT 3m Numero di Lorentz 2.54 ×10-8 W Ω/K Ω 2 L non dipende ne’ da m ne’ da n!!! Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 150 Gas di elettroni liberi: modello di Sommerfeld Legge di Widemann-Franz: conferme sperimentali Legge di Widemann-Franz K σ = π 2 K2 3 e 2 T = LT Numero di Lorentz 2.54 ×10-8 W Ω/K Ω 2 SUCCESSO MODELLO ELETTRONI LIBERI Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 151 Modello ad elettroni liberi Legge di Ohm Modello di Drude Modello di Sommerfeld Distribuzione di Maxwell-Boltzmann Distribuzione di Fermi-Dirac e2 σ =n τ m τ= OK Libero cammino medio elettronico 1 2 3 mv = KT 2 2 e2n ≅ 10 −14 s v ≈ 107 cms −1 l = vτ ≈ 10 A& Capacità termica Cel = Legge di Widemann-Franz 3 NK 2 3 K2 = T 2 σ 2 e e2 σ =n τ m Fisica Moderna 2009/2010 τ= OK 1 2 mv = EF 2 σm e2n ≅ 10−14 s vF ≈ 108 cms −1 OK l = vFτ ≈ 100 A& OK 1 T C el = π 2 NK 2 TF K K OK Sara Padovani σm OK σ = π 2 K2 3 e 2 T 152 à à Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 153 Limiti del modello ad elettroni liberi Il modello a elettroni liberi è molto semplice, ma funziona molto bene per diversi metalli, ad es. gli alcalini, Mg, Al, ecc. nei quali la sovrapposizione fra i vari livelli è molto alta. Tuttavia, in altri casi, nei quali la sovrapposizione è meno ampia, il modello non è sufficiente. Inoltre, il modello non spiega perché alcuni elementi chimici cristallizzano in modo da diventare buoni conduttori di elettricità, mentre altri diventano isolanti, altri ancora semiconduttori, con proprietà elettriche che variano notevolmente a seconda della temperatura Si deve, allora, passare ad un modello più complesso che tiene conto della interazione degli elettroni con gli ioni che formano la struttura cristallina e che rappresentano una successione regolare di buche di potenziale. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 154 Metalli, isolanti e semiconduttori Resistività e conduttività elettrica La conduttività e la resistività elettrica a temperatura ambiente sono molto differenti per le tre tipologie di solidi: à à Ω ρ ρ ρ ρ Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 155 Metalli, isolanti e semiconduttori Resistività elettrica Come variano la resistività con la temperatura? • Metalli: Gli elettroni sono liberi di muoversi. La conducibilità diminuisce con la temperatura. • Semiconduttori. Allo zero assoluto non c’è conducibilità elettrica e la conducibilità cresce con la temperatura. • Isolanti: Conducibilità zero in un ampio intervallo di temperature. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 156 Bande di energia Supponiamo di avere N atomi identici isolati: presentano livelli energetici con la stessa energia Ma mano che si avvicinano gli atomi, un particolare livello energetico dell’atomo isolato si scinde in N livelli energetici differenti Nel caso di un solido i livelli energetici sono così vicini che appaiono come un continuo: si crea una banda di energia. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 157 Bande di energia Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 158 Modello a bande di energia Elettrone non è libero, ma è soggetto ad un potenziale periodico dovuto agli ioni che formano la struttura cristallina e che rappresentano una successione regolare di buche di potenziale a Il modo più semplice per studiare il moto in un potenziale periodico consiste nel sostituire il potenziale reale con una sequenza regolare di buche quadrate (Potenziale di Kroning e Penney). b a Le soluzioni dell’equazione di Schrödinger per un potenziale periodico è, ovviamente, più complessa di quella del modello a elettroni liberi. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 159 Modello a bande di energia Le soluzioni dell’eq. di Schrödinger per un potenziale periodico è, ovviamente, più complessa di quella del modello a elettroni liberi. b a L’ampiezza dell’onda non è più costante ma è periodica in x, come il potenziale, per cui la forma non è più ψ(x) = Aeikx ma ψ(x) = uk(x) eikx Teorema di Bloch con uk(x) funzione periodica: uk(x) = uk(x + a)= uk(x + na) per cui la funzione d’onda totale è Ψ(x,t) = uk(x)e(ikx-iωωt) En(k)= En(k+K) Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 160 Modello a bande di energia Teorema di Bloch En(k)= En(k+K) E è una funzione continua e periodica in k. La periodicità in k comporta l’apertura dei gap. Le bande “permesse” sono separate da intervalli di energia “vietati” (bande vietate o band gaps). Cioè (in quella direzione) l’elettrone non può propagarsi con quelle energie. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 161 Bande di energia Le bande possono essere ampiamente distanti tra di loro, vicine o addirittura sovrapposte: è la loro configurazione che determina le proprietà elettriche dei solidi. SODIO METALLICO Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 SEMICONDUTTORE 162 Bande di energia Gli elettroni nei solidi sono disposti in bande di energia, separate da regioni nelle quali non sono permessi stati elettronici (intervalli proibiti). Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 163 Bande di energia: metallo La banda di valenza è parzialmente piena e/o comunque si sovrappone alla banda di conduzione. Gli elettroni possono occupare facilmente uno qualsiasi dei livelli e quindi ritrovarsi associati ad un qualsiasi atomo. Questa abbondanza di portatori liberi di muoversi fa dei metalli degli ottimi conduttori di corrente. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 164 Bande di energia: metallo T>0 EC,V EF Funzione di Fermi E=0 Banda di valenza parzialmente piena • • → à • ! à Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 165 Bande di energia: isolante La banda di valenza, completamente piena, è molto distante dalla banda di conduzione. Affinché un elettrone riesca a passare dalla BDV alla BDC è necessario fornire una energia almeno pari al gap. Questa energia, negli isolanti, è ben maggiore della energia termica degli elettroni, per cui la transizione è altamente improbabile. In termini di legami, gli atomi sono interessati da legami tanto forti che difficilmente vengono rotti per mettere in libertà un elettrone che possa trasportare corrente. Nella banda di valenza piena non è possibile la conduzione perché gli elettroni possono solo scambiarsi tra di loro le posizioni ma non dare luogo ad un flusso netto di carica. Un ottimo isolante, molto usato nella realizzazione di dispositivi elettronici, è l’ossido di silicio, SiO2, il cui gap vale Eg=8eV. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 166 Bande di energia: isolante T>0 EC Banda di conduzione vuota Egap EF Funzione di Fermi EV Banda di valenza piena • è è → à • è à #$%& '( • ! )*) → à è Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 167 Bande di energia: semiconduttore La banda di valenza e di conduzione sono abbastanza vicine (0.2<EG<2eV) per cui non è impensabile fornire ad un elettrone di valenza una quantità di energia che gli permetta di raggiungere la conduzione. I semiconduttori hanno principalmente legami covalenti. Nella rappresentazione a legami, questo equivale a dire che il legame covalente può, con relativa facilità, venire spezzato ed il suo elettrone diventare libero e quindi capace di condurre corrente. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 168 Bande di energia: semiconduttore T>0 Funzione di Fermi Banda di conduzione parzialmente piena Egap EC EF EVBanda di valenza parziamente piena • è → à • + è à #,& '( • ! → à Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 169 à à Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 170 Semiconduttori IA VIIIA IIA IIIA IVA VA VIA VIIA 1 H He 2 Li Be 3 Na Mg B C N O F Ne IIIB IVB VB VIB VIIB VIIIB IB IIB Al Si P S Cl Ar 4 K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr 5 Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe 6 Cs Ba Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn 7 Fr Ra Lantanidi Attinidi La Ce Pr Nd PmSm Eu Gd Tb Dy Ho Er Tm Yb Lu Ac Th Pa U Np Pu AmCm Bk Cf Es FmMd No Lr I materiali semiconduttori appartengono alle colonne IV (Si, Ge), III-V (GaAs, InP, GaN, InSb), II-VI (CdSe, CdTe), IV-VI (PbS, PbSe). I semiconduttori hanno una struttura cristallina, con legami (completamente o parzialmente) covalenti tra gli atomi Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 171 Semiconduttori Configurazioni elettroniche Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 172 Semiconduttori Struttura cristallina I semiconduttori di maggiore interesse hanno una struttura tipo cubico a facce centrate (fcc). La base e’ formata da due atomi, uno a (000), l’altro ad a/4 (111) La struttura reale puo’ essere pensata come formata da due reticoli fcc interpenetrati. Se i due atomi della base sono uguali si parla di struttura del diamante, se sono diversi di struttura a zincoblenda. (1/4,1/4,1/4) (0,0,0) (0,0,0) BASE Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 173 Semiconduttori Struttura cristallina 1. Semiconduttri elementari Si, Ge 2. Semiconduttori binari InP, GaAs Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 Struttura Diamante Struttura Zincoblenda 174 Semiconduttori Struttura cristallina Alcuni importanti semiconduttori hanno una struttura esagonale compatta (hcp), corrispondente a 3 layer successivi di sfere ad alto impaccamento nelle posizioni A, B, A. La base e’ formata da due atomi. Struttura wurzite Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 175 Semiconduttori Silicio Ogni atomo di Si si lega con altri 4 atomi La disposizione spaziale è perfettamente simmetrica con gli atomi ai vertici di un tetraedro Tetraedri contigui si legano a formare il cristallo mediante legami covalenti In 1 cm3 di silicio ci sono 5×1022 atomi Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 176 Semiconduttori Altri semiconduttori • Germanio (Ge) • Composti binari dei gruppi III-V: GaAs, InP, GaN, … • Composti ternari o quaternari: GaAlAs, AlInGAP, InGaN, … • Composti binari dei gruppi II-VI: CdTe, CdSe, … Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 177 Bande di energia: semiconduttore La banda di valenza e di conduzione sono abbastanza vicine (0.2<EG<2eV) per è possibile di pensare di fornire ad un elettrone di valenza una quantità di energia che gli permetta di raggiungere la conduzione. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 178 Bande di energia EMISSIONE SPONTANEA ASSORBIMENTO E2 E1 Un elettrone in BDV assorbe un fotone viene eccitato in BDC. Affinché questo avvenga è necessario che l'energia del fotone hν sia maggiore o uguale alla differenza di energia tra i due livelli energetici coinvolti nella transizione L'emissione spontanea rappresenta il processo inverso all’assorbimento: si manifesta quando l’elettrone dalla BDC si riporta alla BDV emettendo un fotone di energia pari a hν = E2 − E1 = E gap hν ≥ E2 − E1 = E gap Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 179 Semiconduttore a gap diretto Nel caso di un semiconduttore a band-gap diretto il massimo dell'energia nella banda di valenza ed il minimo in quella di conduzione si presentano per lo stesso valore del vettore d'onda k. Nei semiconduttori a gap diretto, un elettrone nella banda di conduzione può subire una transizione energetica verso un livello vuoto della banda di valenza, emettendo un fotone, senza che siano necessari cambiamenti del vettore d'onda. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 180 Semiconduttore a gap indiretto Nel caso di gap indiretto invece, (Si o Ge), la transizione di un elettrone tra la banda di conduzione e quella di valenza deve coinvolgere anche una variazione del vettore d'onda. In altre parole, la transizione può avvenire solo se si verifica anche una interazione con una unità quantica che descrive l'oscillazione meccanica, ovvero un fonone del cristallo. Questo, ovviamente, riduce la probabilità delle transizioni indirette → “phonon-assisted transition”. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 181 Proprietà ottiche Solo i materiali a gap diretto permettono di realizzare dispositivi per applicazioni fotoniche (laser, LED, …) efficienti, essendo la probabilità di transizioni elettroniche estremamente elevata. Semiconduttori a gap diretto tipicamente impiegati sono GaAs, InP, InAs, InGaAs, InGaAsP. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 182 Semiconduttori Band gap dei principali semiconduttori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 183 Bande di energia: semiconduttore T>0 Funzione di Fermi Banda di conduzione parzialmente piena Egap EC EF EVBanda di valenza parziamente piena • è → à • è à !" #$ • % → à & Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 184 Legge dell’azione di massa Vogliamo dapprima determinare il numero di elettroni eccitati nella banda di conduzione ad una certa temperatura T. Distribuzione di Fermi : 1 f FD (ε ) = ε −µ e con µ livello di Fermi. Alle temperature di interesse: (KT=25meV a T ambiente) kT +1 ε-µ µ >> KT µ −ε f e (ε ) ≅ e kT Descrive la probabilità che uno stato di conduzione elettronico sia occupato Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 185 Densità degli stati Densità degli stati 3 Densità degli stati per l’elettrone libero V 2m 2 1 2 g (ε ) = 2 2 ε 2π h KT Densità di stati pieni ad una temperatura finita T f (ε , T )g (ε ) Stati pieni a T=0 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 186 Legge dell’azione di massa Energia di un elettrone in banda di conduzione: h 2k 2 ε = EG + 2me Il numero di stati (per unità di volume) con energia tra ε e ε+dε: 1 2m De (ε )dε = 2 2 e 2π h 3 2 1 (ε − EG ) 2 dε Il numero di elettroni in banda di conduzione per unità di volume sono: ∞ 3 2πme KT 2 n = ∫ f e (ε )De (ε )dε = 2 e 2 h EG Sara Padovani µ − EG kT Fisica Moderna 2009/2010 187 Legge dell’azione di massa ε −µ f h (ε ) = 1 − f e (ε ) ≅ e kT Funzione di distribuzione per le lacune h 2k 2 εk = − 2mh Energia di una lacuna in banda di valenza: Il numero di stati (per unità di volume) con energia tra ε e ε+dε delle lacune in cima alla banda di valenza: 1 2mh De (ε )dε = 2 2 2π h 3 2 1 (− ε ) 2 dε Il numero di lacune in banda di valenza per unità di volume sono: 0 3 −µ 2πmh KT 2 kT p = ∫ f h (ε )Dh (ε )dε = 2 e 2 h −∞ Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 188 Legge dell’azione di massa Moltiplicando le espressioni ricavate per n e p, concentrazioni di elettroni in BDC e di lacune in BDV, si ottiene la relazione di equilibrio: 3 − Eg 2πKT np = 4 2 (me mh ) 2 e kT h 3 Legge dell’azione di massa Valida sotto l’unica ipotesi che la distanza tra il livello di Fermi µ e i limiti di entrambe le bande sia >> KT (KT=25meV a T ambiente) Si osservi che np: • non dipende dalla presenza o meno di impurezze nel semiconduttore • non dipende da µ Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 189 Concentrazione dei portatori intrinseci Semiconduttore intrinseco (puro): n= p L’eccitazione termica di un elettrone di BDC lascia dietro di se una lacuna. 2πKT ni = pi = 2 2 h 3 2 3 − Eg (memh ) 4 e 2kT Inoltre, uguagliando le espressioni 3 2πmh KT p = 2 e 2 h 2 −µ kT 3 2πme KT 2 n = 2 e 2 h µ − EG kT si ottiene e Sara Padovani 2µ kT 3 E mh 2 kTg = e me mh 1 3 µ = E g + KT ln 2 4 me Fisica Moderna 2009/2010 190 Concentrazione dei portatori intrinseci Semiconduttore intrinseco (puro): n= p mh 1 3 µ = E g + KT ln 2 4 me EF Se mh=me allora Sara Padovani Egap 1 2 µ = Eg Fisica Moderna 2009/2010 191 Legge dell’azione di massa Il silicio n= p In un cristallo puro di silicio A temperatura ambiente n = p =1.4×1010 portatori/cm3 Valore che va confrontato con la densità di atomi di silicio: 5×1022 atomi/cm3 Stima di ni a 300K: 3/ 2 m*c2k T B ni = 2 2 2π (hc) 3/ 2 0,2 ⋅ 0,5 ⋅ 106 ⋅ 3 ⋅ 10−2 (eV )2 − Egap / 2kBT ≈ 2 e − 6 ⋅ (2 ⋅ 10 7 eVm)2 e −1.1 / 2⋅3⋅10−2 3 / 2 −18 −2 ) − 16 ( ≈ 10 m e ≈ 1010cm3 da confrontarsi con ≈ 1023 cm-3 per i conduttori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 192 Concentrazione dei portatori intrinseci Mobilità regione intrinseca La mobilità è definita come: La conducibilità elettrica: Quindi: µ= v E σ = neµ e + peµ h eτ e µe = me eτ h µh = mh Sperimentalmente si osserva che la mobilità nei semiconduttori è piu’ alta che nei metalli Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 193 Semiconduttore intrinseco ed estrinseco Se un semiconduttore non contiene impurezze, che ne modifichino le proprietà elettriche, viene detto si dice intrinseco E si trova che: • la concentrazione di portatori intrinseci è fortemente dipendente dalla temperatura 3 2πmh KT p = 2 e 2 h 2 −µ kT 3 2πme KT 2 n = 2 e 2 h µ − EG kT • la concentrazione dei portatori a temperatura ambiente non è così alta da poterli considerare dei buoni conduttori. n = p ≅ 1010 portatori/cm3 Nei Metalli (1023 portatori/cm3) Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 194 Semiconduttore intrinseco ed estrinseco Al fine di migliorare le proprietà di conduzione di un semiconduttore si introducono delle opportune impurezze chimiche “droganti. Un semiconduttore drogato viene detto estrinseco. La loro concentrazione del drogante è sempre di molti ordini di grandezza inferiore a quella degli atomi del semiconduttore (1022 cm-3). Le concentrazioni di drogante vanno da 1013 a 1018 cm-3. Per concentrazioni inferiori a 1013 le impurezze non hanno effetti sul comportamento elettrico del materiale, a concentrazioni superiori a 1018 si comincia a modificare la natura del materiale. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 195 Semiconduttore estrinseco Un atomo estraneo al reticolo può collocarsi in due posizioni: • Sostituzionale: prende il posto di un atomo del reticolo; • Interstiziale: si mette al centro (di solito) della cella formata dagli atomi del reticolo. L’aggiunta volontaria di impurezze al semiconduttore viene denominata DROGAGGIO, e il drogaggio viene effettuato con impurezze sostituzionali. Consideriamo il caso tipico del SILICIO, elemento del gruppo IV, con quattro elettroni di valenza. Il Si cristallizza nella struttura del diamante ed ogni atomo forma quattro legami covalenti uno con ciascuno dei suoi primi quattro vicini. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 196 Semiconduttore di tipo n Consideriamo di drogare un elemento tetravalente (gruppo IV, Si, Ge) con un elemento pentavalente (gruppo V, P, As, Sb). Un atomo del gruppo V ha 5 elettroni di valenza: essendo sostituzionale, utilizza 4 elettroni per formare i 4 legami dell’atomo di silicio del quale ha preso il posto, e il quinto elettrone è non legato. Donore drogaggio tipo “n” con un atomo pentavalente (fosforo) Visto che questi atomi donano il loro elettrone al semiconduttore si dicono DONORI e il semiconduttore si dice di tipo n L’elettrone “donato” deve avere un’energia superiore a quelli che formano il legame (e stanno nella banda di valenza), ma inferiore a quella degli elettroni liberi nella banda di conduzione. Quindi, deve cadere nel gap! Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 197 Semiconduttore di tipo n L’elettrone in eccesso si muove in un potenziale che deriva dallo ione di impurezza, pari a e εr dove ε è la costante dielettrica del mezzo (=12 per il Si). Il fattore di 1/ ε tiene conto dell’attenuazione della forza coulombiana tra le cariche ed è dovuto alla polarizzazione elettronica del mezzo. Energia di legame dei donori può essere utilizzando la teoria di Bohr per l’atomo d’idrogeno, tenendo in considerazione la costante dielettrica del mezzo e4m En = − 2 2 2h n Con raggio di Bohr Sara Padovani rn = e 4 m* En = − 2 2 2 2ε h n εh 2 n 2 e 4 m* Fisica Moderna 2009/2010 198 Semiconduttore drogati di tipo n Se il suo livello (ED) è molto vicino a CB, basterà l’agitazione termica a ionizzarlo, promuovendo l’elettrone in banda di conduzione. Il numero di donori per unità di volume [cm3] è detta densità di donori, ND [atomi/cm3]. EF livello del donore Sara Padovani donore drogaggio tipo “n” con un atomo pentavalente (fosforo) Fisica Moderna 2009/2010 199 Semiconduttore drogati di tipo p Le stesse considerazioni possono essere effettuate per il drogaggio con elementi del gruppo III (B, Al, Ga e In). In questo caso in un legame manca un elettrone (c’è una lacuna). Se il relativo livello energetico è di poco superiore a VB sarà facile che un elettrone della banda di valenza salti nella buca, lasciandone una in banda di valenza. Queste impurezze che catturano elettroni “donando” buche, si dicono accettori e il semiconduttore si dice di tipo p. accettore livello dell’accettore EF Sara Padovani drogaggio tipo “p” con un atomo trivalente (Al) Fisica Moderna 2009/2010 200 Semiconduttori drogati Energie di ionizzazione Le energie di ionizzazione per donori ed accettori sono le stesse. Il modello di Bohr modificato è valido quantitativamente sia per lacune che per elettroni. T=300K KT =25 meV: a temperatura ambiente accettori e donori giocano un ruolo importante per la conduttività Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 201 Semiconduttore drogato In un volume di semiconduttore drogato uniformemente la carica globale è nulla (condizione di neutralità della carica) perché il drogante ionizzato è compensato dal suo portatore. Supponendo i droganti completamente ionizzati (ipotesi valida a temperatura ambiente): • le cariche positive presenti sono pari alla somma delle lacune, p, e degli ioni degli atomi donori ND • le cariche negative invece sono pari alla somma degli elettroni liberi, n, e degli atomi accettori NA La condizione di neutralità di carica si traduce in: q( p + N D − n − N A ) = 0 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 p − n = N A − ND 202 Semiconduttore drogato Ricordando la legge di azione di massa np = ni 2 p − n = N A − ND 2 N A − ND N A − ND 2 p= + + n i 2 2 2 ND − N A ND − N A 2 n= + + ni 2 2 Questa coppia di equazioni permette di ricavare, nota la quantità di drogante, la concentrazione dei portatori maggioritari e minoritari effettivamente disponibili. Si ritrova che p e n dipendono da: - la quantità netta di drogante, |NA-ND|; - la concentrazione di portatori intrinseci, ni Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 203 Semiconduttore drogato Se il materiale è drogato in modo significativo con un ben definito elemento | N A − N D |> ni 2 Semiconduttore tipo p N A >> N D p ≅ NA Semiconduttore tipo n N D >> N A n ≅ ND ni n≅ NA 2 ni p≅ ND La densità di portatori maggioritari corrisponde praticamente alla densità di drogante, e la densità dei portatori minoritari segue la legge di azione di massa. Nella pratica costruttiva dei dispositivi elettronici si è quasi sempre in questa situazione, essendo i livelli di drogaggio normalmente utilizzati pari a 1014-1018 [atomi/cm3] contro un valore di ni=1.4×1010 [atomi/cm3] Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 204 Semiconduttore drogato: conducibilità con un drogaggio di tipo “n”, la conducibilità è dovuta praticamente solo alla densità Nd dei donori σ n = nd eµ e σ p = na eµ h con un drogaggio di tipo “p”, la conducibilità è dovuta praticamente solo alla densità Na degli accettori Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 205 Semiconduttore drogato Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 206 Semiconduttore drogato: livello di Fermi Allo zero assoluto tutte le impurezze sono neutre (non ionizzate). Quindi tutti i livelli di donore sono pieni e, per definizione, il livello di Fermi deve stare allo stesso livello o sopra all’ultimo livello occupato. Esso, perciò, starà tra ED e CB. Per gli accettori avviene il simmetrico. Allo zero assoluto EF sta tra il livello accettore e VB. Al crescere della temperatura il livello di Fermi si porta alla metà del gap. A temperature non troppo alte, il livello di Fermi starà sempre nel gap, ma vicino alla banda di conduzione nel tipo n, vicino alla banda di valenza nel tipo p Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 207 Giunzione pn Dall’unione di un semiconduttore di tipo N e uno di tipo P nasce la così detta giunzione PN. Per diffusione, le lacune presenti nel cristallo P tendono a spostarsi in quello N, e viceversa gli elettroni: in prossimità della giunzione si forma così un sottile strato isolante chiamato regione di svuotamento. Le giunzioni PN sono comunemente usate come diodi: interruttori elettronici che permettono un flusso di corrente in una direzione ma non in quella opposta. Nel caso del diodo, applicando una polarizzazione diretta ai capi della giunzione si osserva il passaggio della corrente. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 208 Giunzione pn I due livelli di Fermi non coincidono. Se ora li portiamo a contatto il livello di Fermi del sistema deve divenire unico, cioè ci sarà un travaso di elettroni dalla regione dove EF è più alto (n) a quello dove è più basso (p). Viceversa per le lacune, che andranno da p a n. Per cui all’interfaccia si formano due zone ove sono presenti solo cariche fisse (ioni) e non portatori liberi. Tale zona di larghezza do si chiama zona svuotata o di carica spaziale. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 209 Giunzione pn Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 210 Giunzione pn Polarizzazione diretta Applicando una d.d.p. positiva al semiconduttore di tipo P le lacune vengono respinte, e si dirigono verso la zona di svuotamento. Analogamente fanno gli elettroni nel semiconduttore N. La zona di svuotamento si assottiglia, fino a che, in corrispondenza di una tensione di soglia Vs, si riempie completamente ed una corrente comincia a scorrere nel diodo. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 211 Giunzione pn Polarizzazione inversa Se invece la differenza di potenziale positiva viene applicata al semiconduttore N, allora elettroni e lacune si allontanano ulteriormente dalla zona di svuotamento, che si ispessisce: il diodo rimane isolante, a meno di una piccola corrente detta corrente oscura. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 212 Giunzione pn Curva caratteristica La curva caratteristica di un diodo è descritta dalla seguente relazione: ηeV I = I 0 e KT − 1 • la quantità I0 corrisponde alla corrente che si ottiene per una forte polarizzazione inversa: è la corrente oscura del diodo. E’ dell’ordine del mA • la presenza del fattore KT mostra come la conduzione del diodo sia un fenomeno dipendente dalla temperatura: se T aumenta, l’esponenziale diminuisce, e quindi la corrente aumenta: infatti cresce il numero dei portatori in grado di staccarsi dal reticolo. A temperatura ambiente, KT/e=1/40 Volt • il coefficente η dipende dalle caratteristiche del materiale: nel diodo al silicio, vale circa 2. Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 213 Giunzione pn Curva caratteristica L’espressione completa della corrente di un diodo è: ηeV KT I = I0 e − 1 V > 0 (p+, n-) = polarizzazione diretta V < 0 (p-, n+) = polarizzazione inversa Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 214 Diodi Diodi emettitori di luce (LED - Light Emitting diode) ν E gap = hν è é Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 215 Diodi Diodi emettitori di luce (LED - Light Emitting diode) AlInGaN AlInGaP Verde-blu Rosso-giallo E gap = hν Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 216 Diodi Celle fotovoltaiche " #$% & ò Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 217 Diodi Celle fotovoltaiche Il principio di funzionamento su cui si basa una cella fotovoltaica è l’effetto fotoelettrico. SILICIO Efficienza 10-17% L’assorbimento della radiazione solare è strettamente legato al semiconduttore. Ogni semiconduttore assorbe una specifica parte dello spettro solare in dipendenza dall’energy gap. CELLE MULTIGIUNZIONE AD ALTA EFFICIENZA I semiconduttori più utilizzati sono: InGaP, GaAs, Ge Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 Fonte CESI 218 Sara Padovani Centro Ricerche Plast-optica S.p.A. Via J. Linussio 1, Amaro (UD) [email protected] 0433 487 522 Sara Padovani Fisica Moderna 2009/2010 219