24 spettacoli
ORE
10 giovedì 21 ottobre 2010
l'Adige
INTERVISTA | Il regista Alberto Uez ripercorre le tappe dello spettacolo di Luisa Pachera, domani a Trento
Stava è una cicatrice nel cuore
LEONARDO FRANCHINI
TRENTO
20.30
Moti celesti: tra stelle, pianeti e comete
Museo di Scienze naturali - via Calepina 14. Inedita visita guidata
con una danzatrice, una cantante e un personaggio dello spazio attraverso le
sale della mostra «Spaziale!» (foto), tra stelle, pianeti e comete.
9 e segg.
Scrittrici
Ferrovie
Barycentro - piazza Venezia
38. Presentazione del libro di
Luciana Grillo «Costruire letteratura
con mani di donna», scrittrici
italiane del ‘900 e oltre (Curcu &
Genovese).
Scuole Medie. Convegno
«Ferrovia e ambiente: un incontro di
successo», ovvero una ferrovia per
le valli di Cembra, Fiemme e Fassa.
ROVERETO
16
Premio Bonporti
Sala Filarmonica. Prime prove
eliminatorie (aperte al pubblico) del
Concorso internazionale «Premio
Bonporti» di violino barocco.
TRENTO
17
Gianferrari
Associazione «A. Rosmini» via Dordi 8. La prof. Lia de Finis
traccerà un profilo storico e umano
dell’«ing. Prospero Gianferrari,
Podestà di Trento».
TRENTO
17.30
Donne all’opera
Biblioteca - via Roma 55.
Presentazione del libro «Donne in
opera: cinque anni di creatività
femminile».
ROVERETO
18
Mostra
Biblioteca civica. Inaugurazione
della personale «Le luci. Le
vibrazioni», di Martina Jelo. Fino al
20 novembre. Orario: lunedì-sabato
9-22; domenica 9-13.
TRENTO
18.30
Alverio Raffaelli
Studio d’Arte Raffaelli - via
Marchetti 17. Presentazione del
libro «Il signor giudice» di Alverio
Raffaelli, a cura di Luisa Pachera
(Edizioni Osiride).
TRENTO
19.30
Cena benefica
Grand Hotel Trento. Cena di
beneficenza per l’Anffas. Iscrizioni:
boutique «Carol» - via Suffragio 55
- tel. 0461.235965. Info:
3392889368.
TRENTO
20
TRENTO
20.30
Michele Colasanto
Teatro Arcivescovile - via
Endrici. Incontro con Michele
Colasanto (Università Cattolica di
Milano) su «Ombre e luci nella
sensibilità culturale dei nostri
giorni».
ARCO
20.30
Marcelo Barros
Palazzo dei Panni. Incontro con
il teologo Marcelo Barros in dialogo
con Francesco Comina (Centro per
la Pace di Bolzano).
TRENTO
21
Notti bianche
Teatro Cuminetti. La
Compagnia «Teatri Possibili» di
Milano porta in scena «Le notti
bianche» di Fedor Dostoevskij,
diretto e interpretato da Corrado
d’Elia.
ROVERETO
21
Lo spettacolo, fortemente voluto dalla Fondazione Stava, è stato accolto con commozione dal pubblico
termezzi che esulano dalla ricostruzione storica e giornalistica, e si basano sulla memoria popolare. Ci sono, fra
le altre, alcune scene che cercano di far parlare anche le
vittime - “cosa sarebbe stata
la nostra vita se non fossimo
stati stroncati da quella tragedia”. Poi ci sono testimonianze tecniche e giuridiche
che sono state controllate da
esperti per verificare la rispondenza tra messa in scena e fatti narrati».
Come ha reagito il pubblico non
direttamente coinvolto?
«Il pubblico ha reagito con
molta partecipazione. Il nostro timore era che il testo fosse troppo ricco di citazioni
tecniche, e quindi risultare
ostico. Abbiamo perciò cercato di rendere tutto più semplice con inserti filmati, diapositive, disegni e scritte. Il
risultato, a giudicare dagli applausi intensi e prolungati è
stato molto soddisfacente.
Non voglio esagerare, ma sul
palcoscenico erano presenti
elementi che ricordavano le
rappresentazioni rituali di alcuni secoli fa. Ricordava, a
volte il ritmo e l’atmosfera di
una vera celebrazione del ri-
Trento - Teatro Sociale, domani
alle 20.30. Ingresso gratuito. Assegnazione dei biglietti alle
19.30 fino ad esaurimento posti.
Dejà Vu
Ristorante «La Brace» RoverCenter. Concerto jazz del
«Dejà Vu Organ Trio»: Roberto
Gorgazzini, organo; Giuliano
Cramerotti, chitarra e Stefano
Pisetta, batteria.
ROVERETO
PALCOSCENICO. Al Cuminetti il testo di Dostoevskij
D’Elia e le notti bianche
21
ANTONIA DALPIAZ
John Scofield
Auditorium Melotti. Per
«Itinerari Jazz», concerto del «John
Scofield Trio».
TRENTO
TRENTO - Parte con «Notti bianche»
di Dostoevskij la stagione di teatro
«Trento Oltre» promossa dal Centro
Santa Chiara e da Portland (ex
Associazione Teatri Possibili).
Questa sera al Teatro Cuminetti, alle
ore 21, Corrado d’Elia (nella foto)
cura la regia di questo allestimento
realizzato con la Compagnia Teatri
Possibili di Milano che mette in
scena il romanzo breve di Fedor
Dostoevskij, scritto in età giovanile e
22
Goghi & Goghi
Circolo Wallenda - via S.
Martino 45. Performance teatrale
del collettivo «Goghi e Goghi».Testi
di Ila Covolan e voce di Mara Pieri.
PROSA
Oggi al «S. Marco» l’anteprima nazionale dell’allestimento firmato da Alberto Rizzi
Antigone, una sfida al Potere sempre attuale
Andrea De Manincor è Creonte
cordo. Il pubblico lo ha capito e si è commosso».
Nello spettacolo vengono indicate responsabilità?
«Certamente. Le condanne sono passate in giudicato e sono pubbliche. Non tanto nel
senso di citare nomi e cognomi, ma le responsabilità delle
ditte, della Provincia, dei dirigenti, sono messe in piena
luce, anche se non era questo
lo scopo dello spettacolo».
TRENTO - Debutta oggi al teatro S. Marco in anteprima nazionale lo spettacolo «Antigone» di Sofocle, prodotto da «Ippogrifo». Il capolavoro del
drammaturgo ateniese viene
proposto in un allestimento di
stile classico firmato dal regista veronese Alberto Rizzi, che
ha già portato in scena diverse tragedie greche tra cui «Baccanti» di Euripide e «Prometeo incatenato» di Eschilo.
Il vero punto di forza dello
spettacolo rimane il testo di
Sofocle, rappresentato per la
prima volta ad Atene nel 442
a. C.; un’opera che da 25 secoli cavalca il palcoscenico
rappresentando l’eterno conflitto tra le leggi del Potere e
le leggi della morale personale. La trama è nota: il neoeletto tiranno Creonte con un editto perentorio vieta che il cadavere di Polinice, nemico della Patria, sia sepolto; ma la
giovane Antigone, sorella del
caduto, decide di sfidare la legge e per onorare i principi di
pietà imposti dalla religione
e dalla natura seppellisce il
cadavere procurandosi così
un’inappellabile condanna a
morte. La morte della ragazza provoca un turbine di eventi pronto a travolgere Creonte
e la sua famiglia.
Nei secoli la tragedia sofoclea
ha rappresentato la forza del
singolo che sfida il Potere, l’opposizione del buon senso alla cieca ottusità della tirannia,
affascinando pubblico e critici di tutti i tempi e in partico-
lare il filosofo Hegel che a quest’opera dedicò i suoi studi.
In scena nel ruolo di Creonte,
Andrea De Manincor (foto),
trentino di origine, ma veronese di adozione, affiancato
da Chiara Mascalzoni, Giada
Villanova, Matteo Corcioni e
lo stesso Alberto Rizzi. Lo spettacolo, patrocinato dall’Associazione Italiana Cultura Classica e dal Centrum Latinitatis
Europae, in scena alle 10.30
per le scuole superiori e alle
21 per il pubblico.
pubblicato per la prima volta nel
1848. L’opera prende il nome dal
periodo dell’anno noto col nome di
«notti bianche», in cui nella Russia
del Nord ed in particolare nella zona
di San Pietroburgo il sole tramonta
dopo le 22. Il racconto ha ispirato il
film omonimo di Luchino Visconti. È
un testo sentimentale, estremamente
poetico e delicato: narra la storia di
un impiegato che racconta le proprie
vicende, in particolare l’incontro con
una donna durante una delle sue
passeggiate notturne. «Era una notte
incantevole - si legge nel testo - una
di quelle notti che ci sono solo se si è
giovani. Il cielo era stellato,
sfavillante, tanto che dopo averlo
contemplato, ci si chiedeva
involontariamente se sotto un cielo
così potessero vivere uomini
irascibili ed irosi...». Per quattro notti
la donna che si chiama Nasten’ka
apre il suo cuore all’uomo; in questo
lungo dialogo sembra delinearsi per
entrambi la possibilità di realizzare
una vita insieme. Non sarà così e
l’uomo continuerà a sognare,
isolandosi in una vita avulsa dalla
realtà. Una scrittura che si presenta
densa di sollecitazioni, soprattutto
dal punto di vista interpretativo, ma
intrigante anche per la messa in
scena, che può spaziare in luoghi e
dimensioni di largo respiro. A
Corrado d’Elia e al suo gruppo la
possibilità di misurarsi con il
pubblico di Trento, dopo l’esordio
recente al teatro Litta di Milano.
R0083111
MOENA
TRENTO - Sono passati venticinque anni, anche se pare di
avere ancora davanti agli occhi l’immagine desolata della
valle distrutta dalla insipienza e dalla indifferenza di troppe persone irresponsabili. A
Stava vogliono che la memoria rimanga viva, e non solo
fra i parenti e gli amici delle
vittime. Perciò hanno chiesto
ed ottenuto l’aiuto della Provincia per mandare in scena
anche a Trento il testo «Stava» di Luisa Pachera, che fa rivivere con accorata precisione, quelle orribili giornate. La
produzione è del Gad di Trento. Al regista, Alberto Uez, abbiamo rivolto alcune domande.
Perché avete scelto questo lavoro di Luisa Pachera?
«Il testo è stato commissionato a Luisa Pachera dalla Fondazione Stava. Poi ci hanno
chiesto se eravamo interessati ad una messa in scena. Ho
domandato di leggerlo, assieme con altri, ed abbiamo deciso di sì. Lo spettacolo ha debuttato a Tesero in occasione
del 25° della tragedia di Stava; poi è stato replicato anche
alla Campana dei Caduti di Rovereto. Ora è stato deciso di
farlo anche a Trento, per conto della Fondazione con la collaborazione della Provincia.
Poi saremo a San Lorenzo in
Banale, a Brentonico e Laives,
per ora».
Quante recite avete fatto e dove?
«Tre volte, le due citate più
Montagne, sopra Preore, che
è il paese di tre delle vittime.
L’interessamento di altri comuni è spesso determinato
dal fatto che ci sono state vittime di quelle località».
C’è qualcosa di nuovo, nello spettacolo, rispetto a quello che è apparso sui media?
«Il testo contiene due o tre in-