Fondi strutturali occasione per il territorio

XVI ASSEMBLEA DEI CIRCOLI DI LEGAMBIENTE
Rispescia (GR), 31 ottobre – 2 novembre
FONDI STRUTTURALI OCCASIONI PER IL TERRITORIO: Una bussola per orientarsi
Il nuovo quadro finanziario europeo 2014-2020 assegna all’Italia risorse per oltre 100 miliardi di
euro, tra fondi comunitari e risorse nazionali. Si tratta, a nostro avviso, di risorse importanti per
affrontare le emergenze e i problemi strutturali del Paese ed avviare processi virtuosi e
lungimiranti in nome della lotta al cambio climatico, a condizione che ci sia una chiara presa di
distanza da un vecchio e obsoleto modello di sviluppo basato sulle fonti fossili. In particolare per
quanto riguarda l’allocazione delle risorse finanziarie, crediamo sia fondamentale che l’Accordo di
Partenariato (AP) preveda almeno il 20% delle risorse a favore dell’azione per il clima ed un
ulteriore 5% per le azioni integrate di sviluppo urbano sostenibile.
La lotta ai cambiamenti climatici, l’efficienza energetica, la sfida della rigenerazione urbana, la
sostenibilità ambientale, un maggior sostegno alla produzione di energia rinnovabile e alla
valorizzazione delle nostre risorse naturali e culturali: sono questi alcuni degli obiettivi tematici
(OT) sui quali l’Italia dovrà concentrare l’attenzione e le risorse dei nuovi fondi strutturali 20142020, purché legati ad uno sviluppo e ad una economia a basso contenuto di carbonio
contribuendo così alla lotta dei cambiamenti climatici.
La nuova Programmazione Comunitaria 2014-2020 (PC) rappresenta una grande opportunità per
affrontare le grandi emergenze del nostro Paese, e per superare le diverse procedure di infrazione
in atto, e tracciare politiche coerenti definendo una regia nazionale che scelga e coordini gli
interventi prioritari anche a livello regionale.
Ma per far ciò è importante che il tema ambientale rimanga fisso nell’agenda programmatica
italiana, e si devono cogliere le opportunità che si aprono dentro lo scenario di innovazione
proposto a livello europeo.
Per fare questo è fondamentale che il nostro Paese, attraverso la PC, adotti al più presto una
chiara strategia per l'energia e il clima e che affronti, con nuovi obiettivi e risorse, il rilancio delle
politiche urbane, i grandi rischi del territorio italiano e la valorizzazione delle risorse naturali e
culturali. Puntare sull’ambiente e sulla sostenibilità ambientale, all’interno della PC, può essere un
fattore di competitività rilevante per la crescita del nostro Paese, per rilanciare l’economia, creare
nuova occupazione e far crescere le regioni del Mezzogiorno, che nonostante alcuni casi di
eccellenza, restano penalizzate da divari ancora elevati nella disponibilità e qualità di servizi
essenziali per cittadini e imprese, per la debolezza del rapporto fra Stato e cittadini e dagli errori
dell’azione pubblica.
I temi ambientali devono trovare, inoltre, una adeguata considerazione nelle attività di valutazione
svolte ai diversi stadi della PC, per verificare l’effettiva integrazione della dimensione ambientale
nelle politiche di sviluppo, e devono creare maggiore consapevolezza degli effetti ambientali degli
interventi proposti. Perciò è importante individuare un sistema di monitoraggio dello stato di
avanzamento dell’intero programma, con chiari cronoprogrammi e con meccanismi di verifica
della spesa non solo in termini quantitativi ma qualitativi, anche in termini di risultati raggiunti.
Inoltre è importante favorire l’affermazione di una nuova modalità nella PC che deve essere
basata su un’azione coordinata tra le diverse istituzioni, puntando alla Programmazione unitaria
regionale, sulla semplificazione burocratica di un processo che sembra essere ispirato dal motto
“complicato è bello”.
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IL RUOLO DI LEGAMBIENTE NELLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020
In previsione del rafforzamento della nostra azione sui fondi comunitari continuiamo il lavoro
intrapreso nei mesi scorsi in modo che, sia a livello nazionale che regionale, possiamo essere
sempre più capaci di interloquire con l’impostazione di questi fondi (che per i prossimi sei anni
saranno sostanzialmente le uniche risorse in circolazione) e con la loro migliore gestione.
Questo secondo aspetto ci interessa, ovviamente, per quanto riguarda anche la possibilità di
accedere all’elaborazione e gestione di progetti e alle diverse forme di partenariato locale che si
andranno a strutturare.
Al punto in cui si trova la fase di programmazione tra Governo e Regioni, e la conclusione della
concertazione con la UE, è necessario imprimere una accelerazione del lavoro a livello regionale.
E’ necessario sempre di più attivarsi nei diversi territori per la verifica politica e tecnica di quanto
fino ad oggi hanno prodotto le diverse Regioni, con l’obiettivo di rendere più omogenea l’azione di
Legambiente, e soprattutto portare chi già si sta muovendo a migliorare la dimensione politica
della propria interlocuzione (riuscendo a capire e tenere presente l’intreccio e l’eventuale sinergia
tra politiche ordinarie e politiche sostenute dai fondi comunitari) e la capacità di accesso ai
progetti e al partenariato, per la qual cosa è indispensabile riuscire ad intervenire localmente nella
fase di stesura dei bandi.
Gestione di progetti. L’ipotesi da cui siamo partiti era quella che per acquisire spazio nell’ambito
del partenariato progettuale era necessario far crescere la nostra capacità di interlocuzione
politica (per poter, conseguentemente, pesare sull’elaborazione dei bandi). Ovvero migliorare la
nostra comprensione di cosa siano i fondi comunitari, quali opportunità politiche e di sviluppo
aprano, come si intreccino con gli investimenti e le politiche ordinarie.
Su questa strada, avviata, ora c’è bisogno di migliorare le nostre competenze tecniche per essere
dentro le progettazioni, come partener, suggeritori, ecc…. in modo da rinforzare anche la capacità
di accedere, eventualmente, a risorse economiche rese disponibili dalla PC per attività compatibili
con la nostra natura e identità associativa. Su questo occorre un cambiamento rispetto al passato.
Non serve affidarsi a professionisti della progettazione pensando così di aver assolto al nostro
ruolo politico. Il professionista, o l’alleanza per il partenariato, servono se si inseriscono in una
politica in cui abbiamo chiaro a cosa devono servire questi fondi, quali emergenze possono
risolvere, ed a quali bisogni devono rispondere, ecc…
Negli incontri associativi che abbiamo tenuto, in particolare quello del 19 settembre abbiamo
deciso di concentrare le nostre attenzioni sui temi, fra quelli affrontati dalla programmazione
2014-20, che più ci coinvolgono e che ci possono vedere protagonisti: città metropolitane ed aree
urbane in generale (rigenerazione, ecoquartieri, mobilità, ecc.), aree interne, adattamento ai
cambiamenti climatici (efficienza energetica, dissesto, agricoltura biodiversità, foreste, ecc.),
sviluppo agricolo e rurale, costruzioni delle reti per l'apprendimento permanente e formazione
non formale.
Su questi temi dobbiamo attrezzarci, con competenze specifiche, per rafforzare la nostra azione
territoriale, interloquire ai tavoli, ricercare le alleanze, presentare proposte progettuali.
Per meglio agire, in sinergia livello nazionale e regionali, è necessario avere una chiara visione
dello stato di maturazione delle attività e delle interlocuzioni in atto nelle varie regioni, sapere chi
nei nostri regionali segue la partita, o un pezzo della programmazione (FESR, FSE, FEASR/PSR),
quali sono le priorità a livello regionale, quali alleanze sono state costruite o si vorrebbero
costruire.
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IN SINTESI LE NOSTRE PROPOSTE RELATIVE ALLA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA
2014-2020.
Efficienza energetica: per l’associazione ambientalista è importante prevedere un sostegno anche
al settore privato all’interno di un approccio che eviti conflitti con l’UE, adottando ad esempio
modelli utilizzati già nel PSR per il sostegno alle imprese. Il coinvolgimento dei privati, porterebbe
ad un maggiore slancio alle politiche di riqualificazione edilizia, aiutando il settore ad uscire dalla
crisi creando nuova occupazione, così come raccomanda la Commissione nel suo “Position Paper”,
consentendo di avere anche la quota di investimento privato in sinergia con l’intervento pubblico.
Produzione di energia da rinnovabili: per Legambiente occorre un maggiore sostegno alla
produzione di energia da rinnovabili, che deve essere diffusa su tutto il territorio nazionale, anche
nelle aree dove non saranno installati sistemi di distribuzione intelligente dell’energia (smart
grids). Tale scelta consentirebbe di viaggiare speditamente verso un modello basato sulle fonti
rinnovabili, e quindi distribuito e più democratico, più attento all’uso delle risorse presenti nei
territori, alla domanda di energia e all’efficienza dei sistemi di gestione di impianti e reti, e
rappresenterebbe un’assunzione di responsabilità seria rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione
Europea al 2020, assumendo la prospettiva di fare del clima la chiave di volta dell’innovazione
industriale, sociale e territoriale.
Rigenerazione urbana: è fondamentale per fermare il consumo di suolo, per riportare qualità e
identità dei centri urbani rispondendo alle sfide delle trasformazioni socio-economiche, della
riduzione delle emissioni climalteranti e l'adattamento ai cambiamenti climatici e degli
inderogabili impegni in campo energetico, tramite la nascita e diffusione di eco-innovazioni
tecnologiche e negli stili di vita. Gli investimenti previsti con la programmazione comunitaria da
soli, però, non bastano a generare un rinascimento urbano, è fondamentale la collaborazione dei
cittadini ed una regia nazionale che metta al centro la riqualificazione urbana, energetica e
antisismica del patrimonio edilizio esistente ed il ripensamento del sistema della mobilità.
Nell’ambito del nuovo quadro finanziario comunitario per l’Italia, le risorse in gioco sono
significative: considerando i vincoli per la destinazione a interventi in materia di energia e clima e i
cofinanziamenti, si possono mobilitare per l’efficienza energetica almeno 7 miliardi di Euro.
Risorse che per Legambiente possono diventare un volano per la riqualificazione urbana, edilizia e
territoriale. In uno scenario di questo tipo diventerebbe possibile in poco tempo creare almeno
600mila nuovi posti di lavoro a regime, perché legati alla riqualificazione e manutenzione di un
enorme patrimonio, che possono arrivare a circa 1 milione considerando tutto l’indotto della
filiera delle costruzioni.
Aree Interne: nel settembre 2012 è stata avviata la costruzione di una Strategia nazionale per lo
sviluppo delle Aree interne (SAI), con l’obiettivo di rilanciare un impegno politico che mobiliti una
visione nazionale a favore di un parte del Paese a forte disagio insediativo, stimolando un’azione
coordinata con le regioni. Legambiente chiede che nella misure della futura programmazione,
specialmente per le aree interne del paese, vengano introdotti gli interventi di manutenzione del
paesaggio in aree a rischio e di mitigazione del rischio idrogeologico e che si attuino specifiche
politiche ordinarie ,da parte delle Regioni e dei Ministeri, attraverso moderne scelte di
pianificazione e di controllo del consumo di suolo, al recupero edilizio e energetico, allo sviluppo di
moderne infrastrutture telematiche, alla valorizzazione delle risorse naturali.
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Gestione dei rifiuti: Il nostro Paese deve adottare un serio programma nazionale di prevenzione,
obbligando il mondo della produzione e della distribuzione, oltre a tutti gli altri soggetti
(commercianti, agricoltori, artigiani, enti locali, aziende di igiene urbana) a cambiare rotta, come
avvenuto con successo in Germania negli ultimi 20 anni utilizzando la leva economica. Chi produce
più rifiuti deve pagare di più: questo deve valere per le aziende, ma anche per i nuclei famigliari.
Coerentemente con l’obiettivo “rifiuti free”, per Legambiente nell’AP deve essere chiarito che le
risorse comunitarie che verranno utilizzate per le politiche sui rifiuti, possono finanziare solo le
azioni a sostegno delle filiere gestionali e produttive innovative per ridurre la produzione dei rifiuti
e di quelle del recupero di materia da raccolta differenziata, e non devono assolutamente
finanziare attività di smaltimento in discarica o di recupero energetico dei rifiuti.
Risorse naturali: l’attuazione di misure per la valorizzazione delle risorse naturali e della
biodiversità richiede un approccio integrato che consideri in maniera unitaria la complessità delle
risorse (naturali, paesaggistiche e culturali) presenti sul territorio e che sia in grado di coniugare
efficacemente tutela e sviluppo sociale ed economico. Per Legambiente occorre finanziare la
Strategia Nazionale per la biodiversità, migliorare gli interventi, la loro integrazione territoriale e
funzionale, e porre maggiore attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità finanziaria e gestionale
delle iniziative proposte. In particolare per favorire la piena attuazione delle strategie dell’UE per
conservare la biodiversità ed il paesaggio, è importante che venga rafforzata la partecipazione di
tutti i soggetti interessati alla definizione dei piani di azione di area vasta puntando sulle politiche
di sistema.
Governance dei territori: per Legambiente è fondamentale rafforzare le governance territoriali
anche attraverso un maggiore coinvolgimento del Partenariato economico e sociale (PES) che,
soprattutto nelle realtà più avanzate, è diventato componente effettiva e in molti casi sostanziale
del processo decisionale. A questo riguardo, dobbiamo segnalare che continua purtroppo a
mancare, soprattutto a livello centrale, il riconoscimento pieno, attivo e permanente del ruolo del
PES sia nella fase di predisposizione che di attuazione della Programmazione comunitaria.
L’attuale coinvolgimento del PES, realizzato sulla base della rappresentatività presso il CNEL,
inoltre, impedisce alle associazioni ambientaliste di essere pienamente coinvolte e in grado di
partecipare in maniera adeguata.
Azioni di comunicazione: infine per l’associazione ambientalista nella programmazione 2014/2020
è importante una maggiore enfasi sul monitoraggio periodico e sulla valutazione dell’impatto delle
azioni di comunicazione. Gli obblighi di comunicazione devono essere posti in capo non solo alle
Autorità di Gestione ma anche ai beneficiari, quali primi testimoni del ruolo svolto dall’Unione
europea nel finanziamento di opere e servizi di pubblica utilità.
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L’ACCORDO DI PARTENARIATO – INFORMAZIONI GENERALI
La Commissione europea, il 29 ottobre 2014 ha adottato l’Accordo di Partenariato (AP) con l'Italia
in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali (FS) e dei Fondi di
investimento europei (SIE).
L’AP approvato, nel periodo 2014-2020, garantisce per l’Italia investimenti di circa 32,2 miliardi
EUR per la politica di coesione (FESR, FSE), compresi 567 milioni EUR per l’Iniziativa a favore
dell’occupazione giovane (raddoppiata da un cofinanziamento equivalente del FSE) e 1,1 miliardo
EUR per la cooperazione territoriale. Altri 10,4 miliardi EUR del Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale (FEASR) sono stati destinati allo sviluppo del settore agricolo e delle aree rurali. La
dotazione per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) ammonta a circa 537,3
milioni EUR.
Gli investimenti dell'UE contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad
incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all'innovazione, alla
formazione e all'istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a
promuovere l'imprenditoria, a combattere l'esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo
un'economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse.
L’AP riguarda quattro fondi, oltre ai I Fondi di investimento europei (Fondi SIE), e in Italia sono:
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); Fondo sociale europeo (FSE); Fondo europeo per gli
affari marittimi e la pesca (FEAMP); Fondo europea agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
L’AP si concentra sulle seguenti priorità:
• Creazione di un contesto imprenditoriale orientato all’innovazione aumentando gli investimenti
privati nell’ambito di ricerca e sviluppo, nonché dell’innovazione, promuovendo lo sviluppo della
“e-economy”, incentivando le start-up, la crescita e la competitività delle piccole imprese.
• Realizzazione di infrastrutture efficienti per la crescita economica, l’occupazione e una gestione
efficiente delle risorse naturali.
• Promozione di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, sostegno all’inclusione sociale
e miglioramento della qualità del capitale umano, in particolare aumentando gli sbocchi
occupazionali per i gruppi sociali più vulnerabili (giovani, donne, lavoratori più anziani, migranti e
persone a rischio di esclusione sociale e povertà), accrescendo la qualità dell’istruzione e della
formazione, nonché ammodernando e potenziando le istituzioni del mercato del lavoro.
• Supporto alla qualità, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione riducendo gli oneri
amministrativi delle imprese, promuovendo servizi di “egovernment”, garantendo l’efficienza del
sistema giudiziario.
• Rafforzamento della capacità degli organismi preposti alla gestione dei programmi dei Fondi
Strutturali e di Investimento Europei (SIE), in particolare nelle aree meno sviluppate.
Tali priorità rappresentano la «pietra angolare» della strategia di medio e lungo periodo per
l’Italia, e la concentrazione degli aiuti su un numero limitato di priorità è uno dei principi
fondamentali della politica di coesione riformata.
Per l’Italia, la concentrazione tematica, ossia il livello della spesa del FESR destinata alla ricerca e
all’innovazione (OT1), alle TIC (OT2), alla competitività delle imprese (OT3) e all’economia a basso
tenore di carbonio (OT4) in relazione alla dotazione totale, ammonta al 57,7 %. Il livello della spesa
del FESR destinata all’economia a basso tenore di carbonio (OT4) in relazione alla dotazione totale
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ammonta al 15,2 %. La concentrazione tematica viene mantenuta al di sopra dei requisiti minimi
per ciascuna categoria di regioni.
La quota del FSE, nell’ambito della dotazione dei Fondi Strutturali (FSE e FESR), ammonta al 33,6%,
ovvero a 10,46 miliardi, ed è superiore alla quota minima necessaria, pari al 26,5 %. Una notevole
attenzione è rivolta alla dimensione territoriale, in particolare nel campo delle sviluppo urbano e
degli interventi per le aree interne.
Almeno il 5 % della dotazione del FESR verrà investito in azioni per lo sviluppo urbano sostenibile,
realizzate in Italia tramite apposito asse prioritario o tramite investimenti territoriali integrati.
Almeno il 5 % del contributo totale del FEASR per il programma di sviluppo rurale verrà destinato a
Leader/Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo.
I Fondi SIE mobiliteranno ulteriori finanziamenti pubblici nazionali e privati per la crescita e la
creazione di posti di lavoro, riducendo le disparità regionali. Gli investimenti si concentreranno sul
potenziamento delle attività innovative e della competitività delle imprese per aumentarne il
valore aggiunto, stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro e migliorare le prestazioni
della rete di ricerca e innovazione, ivi comprese la qualità dell’istruzione superiore e la
cooperazione con le imprese, in modo da aumentare gli investimenti privati.
Un altro aspetto fondamentale degli obiettivi di sviluppo dell’Italia è la transizione verso
un’economia a basso tenore di carbonio, il che implica il miglioramento dell’efficienza energetica
degli edifici e delle imprese e una quota crescente di fonti di energia rinnovabile nella struttura
energetica complessiva.
Infine, per le città e le aree interne è stata prevista una strategia di sviluppo integrato specifica.
Investire nel capitale umano e favorire l’ingresso dei cittadini nel mercato del lavoro sarà una delle
più importanti priorità in Italia, con particolare attenzione alle problematiche evidenziate nelle
raccomandazioni specifiche del paese. Un forte accento è posto sulla lotta alla disoccupazione
giovanile. I fondi serviranno a finanziare iniziative che migliorino i sistemi di istruzione e
formazione, garantendo che i giovani conseguano le competenze adatte per diventare più
competitivi. I fondi continueranno a finanziare progetti che aiutino i gruppi svantaggiati a ottenere
un maggiore supporto e ad avere le stesse opportunità di integrazione sociale degli altri cittadini.
Almeno il 20 % delle risorse del FSE sarà destinato all’inclusione sociale.
Il FSE e il FESR, inoltre, sosterranno l’impegno dell’Italia a migliorare la qualità della pubblica
amministrazione mediante riforme strutturali e lo sviluppo delle necessarie capacità istituzionali.
Gli investimenti in questi ambiti saranno determinanti per aiutare l’Italia a rispondere alle priorità
della strategia «Europa 2020» e alle raccomandazioni specifiche per paese circa le riforme
politiche italiane nel corso del semestre europeo in materia di istruzione, occupazione, inclusione
sociale e pubblica amministrazione.
Nelle aree meno sviluppate d’Italia, una parte consistente dei Fondi SIE sarà destinata al
potenziamento delle infrastrutture. Nel settore dei trasporti, i comparti ferroviario e marittimo
devono svolgere un ruolo essenziale per garantire una reale transizione verso una mobilità
sostenibile. Nei settori idrico e dei rifiuti, sono tuttora necessari investimenti considerevoli per far
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sì che i requisiti ambientali europei siano rispettati. Un notevole sforzo verrà profuso anche per
ammodernare i beni culturali italiani, con lo scopo di migliorare il potenziale di sviluppo endogeno
locale.
Una particolare attenzione viene rivolta al miglioramento della capacità amministrativa degli
organismi preposti alla gestione dei Fondi SIE. A tal fine, l’AP prevede che ognuno di tali organismi,
di pari passo con la preparazione del proprio programma, elabori anche un piano di rafforzamento
amministrativo. Dovranno quindi essere create condizioni tali da garantire che gli ambiziosi
obiettivi del presente accordo di partenariato vengano effettivamente conseguiti.
Per quanto riguarda le aree rurali dell’Italia, il FEASR contribuirà ad accrescere la competitività del
settore agricolo e agroindustriale, l’uso sostenibile delle risorse naturali, la biodiversità e l’azione
per il clima, oltre a uno sviluppo equilibrato delle economie e comunità rurali sul territorio. Per
conseguire tali obiettivi, gli investimenti saranno rivolti ai progetti con il maggiore impatto in
termini di valore aggiunto, riduzione dei costi e innovazione per le aziende agricole e
agroindustriali. La priorità trasversale relativa all’ambiente e all’azione per il cambiamento
climatico si tradurrà in un interesse specifico verso la produzione di energia rinnovabile, la
gestione delle risorse idriche e la conservazione della biodiversità. Per quanto riguarda il supporto
allo sviluppo delle aree rurali, saranno di particolare importanza gli investimenti nelle «reti di
prossima generazione» per un’economia basata sulla banda larga.
Per l’Italia, la maggiore sfida per il FEAMP, e al tempo stesso l’opportunità più promettente, è
accrescere il potenziale di «crescita blu» del paese traendo vantaggio dalla sua lunga tradizione ed
esperienza nei settori marinaro e marittimo. Il FEAMP si concentrerà sulle misure per lo sviluppo
volte a conseguire gli obiettivi tematici OT3, OT4, OT6 e OT8, che puntano ad aumentare la
competitività dei settori ittico e acquicolo, preservando e proteggendo l’ambiente marino,
promuovendo un uso efficiente delle sue risorse naturali, favorendo la mobilità dei lavoratori e
un’occupazione sostenibile nelle aree costiere che vivono di pesca o di acquacoltura, supportando
la transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio tramite investimenti che aumentino
l’efficienza energetica nei settori ittico (pescherecci) e acquicolo e, di conseguenza, in quello della
trasformazione ittica.
L’AP, che rappresenta il quadro strategico dei Fondi SIE, definisce impegni politici chiari per
attuare gli obiettivi di «Europa 2020», la strategia dell’UE per la crescita.
I principali risultati attesi dell’impiego dei Fondi SIE in Italia sono quindi in linea con gli obiettivi di
“Europa 2020” definiti per l’Italia:
 La spesa per la ricerca e l’innovazione in rapporto al PIL aumenterà, passando dall’1,26 %
(2010) all’1,53 % (2020), facendo leva sulla spesa dei privati in questo settore.
 Contributo per il conseguimento dell’obiettivo dell’«Agenda digitale europea» per la
copertura totale di Internet a 30 mbps e la creazione delle condizioni per raggiungere
l’obiettivo di utilizzo di Internet a 100 mbps (copertura del 50 %).
 In relazione agli obiettivi in materia di energia, i Fondi SIE offriranno un notevole
contributo riducendo il consumo di energia degli edifici e delle imprese e aiuteranno a
conseguire l’obiettivo della riduzione del 20 % del consumo di energia primaria entro il
2020.
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 I fondi SIE contribuiranno ad aumentare il tasso di occupazione (almeno al 67-69%), a
ridurre la povertà e l’esclusione (di 2,2 milioni di abitanti) e a un maggiore adeguamento
dell’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro entro il 2020.
La politica di coesione verrà attuata mediante vari programmi operativi nazionali e regionali,
monofondo e plurifondo (PO):
 11 Programmi nazionali (PO) cofinanziati dal FESR e/o dall’FSE: PO Ricerca e innovazione;
PO Politiche attive per l’occupazione; PO Inclusione; PO Istruzione; PO Imprese e
competitività; PO Reti e mobilità; PO Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile; PO Città
metropolitane; PO Cultura; PO Legalità e PO Governance;
 21 Programmi regionali per le regioni e province autonome, generalmente distinti per i
due fondi FESR e FSE, con l’eccezione delle regioni Calabria, Molise e Puglia, che
disporranno ciascuna di programmi plurifondo, per un totale di 39 programmi regionali.
Inoltre sono previsti 23 programmi di sviluppo rurale, cofinanziati dal FEASR, di cui 21 a livello
regionale e 2 a livello nazionale, e 1 programma per gli affari marittimi e la pesca cofinanziato dal
FEAMP.
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SINTESI DELL’ACCORDO DI PARTENARIATO
Le risorse europee a disposizione dell'Italia, per il periodo 2014-2020, ammontano
complessivamente a 42.085.700.000 euro, di cui:
 20.651.500.000 euro a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);
 10.467.200.000 euro a valere sul Fondo sociale europeo (FSE);
 10.429.700.000 euro a valere sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR);
 537.300.000 euro a valere sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
A queste risorse vanno aggiunte le risorse di cofinanziamento nazionale, pari a oltre 20 miliardi tra
risorse statali e regionali, e vanno anche considerati gli oltre 7 miliardi che rafforzano la
programmazione, nazionale e regionale, nelle regioni meno sviluppate, ma operano in
complementarità con essa, nei cosiddetti programmi paralleli, per evitare di vincolare anche
queste risorse ai rigidi target temporali dei programmi comunitari".
Oltre ai Programmi Operativi Regionali per tutte le Regioni e Province autonome a valere sul FESR
e sul FSE e ai Programmi di sviluppo rurale regionali, l'Accordo prevede:
6 Programmi Operativi Nazionali validi per tutte le Regioni:
 PON Per la Scuola - competenze e ambienti per l’apprendimento;
 PON Sistemi di politiche attive per l’occupazione;
 PON Inclusione;
 PON Città Metropolitane;
 PON Governance e Capacità Istituzionale;
 PON Iniziativa Occupazione Giovani;
2 Programmi Operativi Nazionali che operano nelle regioni in transizione e meno sviluppate:
 PON Ricerca e innovazione;
 PON Imprese e Competitività;
3 Programmi Operativi Nazionali per le sole Regioni meno sviluppate:
 PON Infrastrutture e reti;
 PON Cultura;
 PON Legalità.
2 Programmi Operativi Nazionali a valere sul FEASR:
 Rete Rurale nazionale;
 Gestione del rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità animale;
un Programma Operativo Nazionale a valere sul FEAMP.
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TABELLA 1: DOTAZIONE: RIPARTIZIONE PER OBIETTIVO TEMATICO E FONDO (ECCETTO LA
COOPERAZIONE TERRITORIALE) – MILIONI DI EURO.
Obiettivo Tematico - OT
FESR
FSE
FEASR
1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo 3,352.7
0
441,9
tecnologico e l’innovazione
2. Migliorare l’accesso, l’utilizzo e la qualità 1,845.5
0
257.9
delle TIC
3. Migliorare la competitività delle PMI, del 3,575.3
0
4,103.9
settore agricolo (per FEASR) e del settore
ittico e acquicolo (per il FEAMP)
4. Sostenere la transizione verso
3,138.6
0
797,7
un’economia a basso tenore d carbonio in
tutti i settori
5. Promuovere l’adattamento ai
811,9
0
1,546.7
cambiamenti climatici e la prevenzione e la
gestione dei rischi
6. Preservare e tutelare l’ambiente e
2,341.6
0
1,894.6
promuovere l’efficienza delle risorse
7. Promuovere il trasporto sostenibile e
2,473.5
0
0
rimuovere le strozzature nelle principali
infrastrutture di rete
8. Promuovere un’occupazione sostenibile
0
4,086.5
224.1
e di qualità e sostenere la mobilità dei
lavoratori
9. Promuovere l’inclusione sociale e
1,032.9 2,268.9
789.2
combattere la povertà ogni
discriminazione
10. Investire nell’istruzione, nella
959,6
3,156.4
79.4
formazione e nella formazione
professionale per le competenze e
l’apprendimento permanente
11. Rafforzare la capacità istituzionale
410.2
593.8
0
delle autorità pubbliche e delle parti
interessate e promuovere un
amministrazione pubblica efficiente
Assistenza tecnica
709.6
361.6
294.4
Totale
20,651.5 10,467.2 10,429.7
FEAMP
TOTALE
3,794.7
2,103.4
218,7
7,897.9
12,7
3,948.9
2,358.6
215.5
4,451.7
2,473.5
58.1
4,368.7
4,091.0
4,195.3
1,004.0
32.2
537.3
1,397.9
42,085.7
La dotazione per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile ammonta a 567 milioni EUR.
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XVI ASSEMBLEA DEI CIRCOLI DI LEGAMBIENTE Rispescia (GR), 31 ottobre – 2 novembre
FONDI STRUTTURALI OCCASIONI PER IL TERRITORIO: Una bussola per orientarsi