PROGRAMMAZIONE TEATRO OSTIA ANTICA ESTATE 2014

annuncio pubblicitario
PROGRAMMAZIONE TEATRO OSTIA ANTICA
ESTATE
2014
Sabato 5 luglio 2014
LA DEA DELL’AMORE
di Woody Allen
traduzione e adattamento Giorgio Mariuzzo
basato sulla sceneggiatura di Woody Allen
regia di Antonello Avallone
scene e costumi Red Bodò
con Antonello Avallone, Giulia Di Quilio, Stefano
Santerini, Patrizia Ciabatta, Flaminia Parnasi,
Daniele Di Matteo, Salvatore Rivoli, Valerio Palozza,
Giulia Di Nicola, Francesca Cati, Veronica Di
Giacobbe, Roberta Conti, Silvia Augusti
Per la prima volta in Teatro, per diretta e gentile concessione di Woody Allen,
arriva, in esclusiva sulle scene italiane, uno dei più divertenti film di Allen degli
ultimi anni, interpretato e diretto da Antonello Avallone, definito dalla critica di
tutta Italia il Woody Allen italiano, già dal 1992.
Paradossale, imprevedibile e autoironico, Allen mescola le abituali nevrosi
newyorkesi con il piacere per la messa in scena, addirittura sostituendo il
tradizionale lettino dello psicoanalista con personaggi da coro greco: un
capolavoro di equilibrio visivo e narrativo, di humour, di tempismo comico.
La versione teatrale rispetta fedelmente il testo e restituisce un’originalissima
comicità, accessibile anche al pubblico italiano, arricchita da gustosi siparietti a
sfondo sessuale, che risultano la parte più esilarante dello spettacolo. Il
personaggio del corifeo, (nel film Murray Abraham), accoglie e restituisce tutta
l’ironia del capo del coro greco e divide con Avallone-Allen una serie di
divertentissimi dialoghi che fondono i più alti concetti filosofici con la spicciola
quotidianità della vita. Particolarità del film: i costanti interventi del coro greco,
furono girati nel Teatro Greco di Taormina.
LA TRAMA: Lenny, giornalista sportivo sposato con Amanda, si lascia da lei
convincere ad adottare un bambino. Il bimbo, con la sua intelligenza e la sua
vivacità, lo strega al tal punto da fargli nascere l'ossessione di scoprire quali
siano i reali genitori. La ricerca ha risultati sconcertanti: la madre è tale Judy
Orgasm, il cui nome d'arte è tutto un programma. L'attonito Lenny intraprende
così una strana e per lo più platonica relazione con la giovane attrice porno e
prostituta a tempo perso, alla quale cerca di procurare un minimo di
rispettabilità. Parallelamente deve tenere a bada una moglie irrequieta e uno
strano coro greco con velleità canterine, che fa da contrappunto alle sue
decisioni.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Venerdì 11 luglio 2014
ELENA
da Ghiannis Ritsos
regia Francesco Tavassi
con Mariangela D'Abbraccio
Struggente e visionaria la Elena di Troia che Ghiannis Ritsos ci offre,
immaginariamente pluricentenaria è assediata dal fantasma maledetto della
propria antica bellezza. Sola nel palazzo che fu teatro del suo rapimento da
parte di Paride affronta i propri ricordi e l'arrivo della fine tra i pochi resti
impolverati e sgretolati di gioielli e vestiti, trofei di un passato fiero, sottratti al
saccheggio di giovani e sprezzanti ancelle. Intorno a lei i fantasmi di coloro che
le dedicarono la vita fino alle estreme conseguenze. Con Mariangela
D'Abbraccio la bellezza di Elena, sarà espressa come traccia di una antica
maschera, ancorata alla fine della vita come ultima e beffarda espressione di
una umanità trapassata, simbolo della resistenza alla devastazione del tempo e
alla morte. L'Elena di Ritsos è la speranza, o meglio la consapevolezza (che è
anche atto di fede del poeta) che qualcosa si salva sempre dal naufragio, dalla
distruzione totale.
Perché "chissà, là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la
storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell'uomo."
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Giovedì 17 luglio 2014
PULCINELLA E L’IMPERATORE
da Svetonio, Virgilio, Strabone
drammaturgia Sebastiano Tringali
regia e coreografia Aurelio Gatti
musica originale Marcello Fiorini e della
tradizione popolare Michele Bonè
con Mario Brancaccio, Ernesto Lama, Patrizia Spinosi, Sebastiano
TringaliCarlotta Bruni, Monica Camilloni, Tiziana D'Angelo, Gipeto,
Rosa Merlino, Virgilio Brancaccio
Nasce per l' occasione dell'anno augusteo " Pulcinella e l'Imperatore" ,una
farsa per danza, musica e teatro che, attraverso la vicenda dell'imperatore
Ottaviano Augusto, ripropone i temi - mai tramontati – dell'anelito di libertà,
della ricerca di un'identità che non sia un sortilegio, un destino da compiere,
ma una scelta . Una sorta di dramma giocoso con Pulcinella - maschera
universale con la sua saggezza, l’irriverenza (verso i potenti), lo spirito
critico, il grottesco, l’umorismo pungente da una parte e l'Imperatore
Ottaviano Augusto ,un "conciliatore" instancabile, tra tradizione e innovazione,
strenuo sostenitore della pace quale condizione necessaria per consentire lo
sviluppo e soprattutto il progressivo superamento di ogni stato di crisi ed
emergenza. Eppoi la probabile corte augustea con ancelle, concubine, mogli,
badanti, figlie gemelle adottate,accanto al mondo militare e alla casa imperiale
fatta di servi, cavallanti, fantesche, cuochi.... .in contatto con l'improbabile
mondo dei defunti tra cui Virgilio ed Epicuro che solo Pulcinella può vedere e
dialogare. Sullo sfondo, citata per i suoi paesaggi tra cielo e mare, la residenza
imperiale di Pausilypon.
E' stato necessario affidarsi ad una maschera metastorica, capace di
permanere e durare oltre le vicende storiche concrete, per raccontare di un
uomo- seppure imperatore- che si pone – solo- di fronte alla storia e la cui
vicenda coincide con la moltitudine delle gens dell'impero. Di fronte ai "dilemmi
imperiali", i ragionamenti del personaggio dell' immaginario per eccellenza:
drammaturgico e teatrale, mimico, pantomimico, coreutico e musicale, artistico
e letterario, colto e popolare, religioso e profano - Pulcinella. Maschera che ci
consente un'escursione tra mito e storia in cui è possibile – ancora - fare
emergere le contemporaneità , senza nulla concedere ad una improbabile
conciliazione beatificante: miserie e nobiltà , oscenità e sacralità , ossequi ed
irriverenze, schiavitù e libertà , contraffazioni ed autenticità , quotidianità e
lirismi, interdizioni e dialogo, non sono contraddizioni ma il canovaccio che
contrassegna e scandisce l'esistenza . Questo racconta Pulcinella.. offrendosi
come nudo contenitore in cui epoche e geografie, gruppi sociali e culture, arti
e linguaggi e umanità diversi hanno saputo e voluto rappresentarsi e
specchiarsi. In questa maniera l'Imperatore accoglie il suo compito e ruolo di
testimone e artefice di storia e Pulcinella afferma il suo nesso col reale,
ribadendo tra le sue tante verità , quella che gli appartiene più profondamente:
d'essere appunto , una zona di confine con l'inconciliabile e il non conoscibile.
Quattordici interpreti in scena tra danzatori, musicisti, cantanti e attori con
una storia straordinaria come quella di Augusto Imperatore , riletta e misurata
dalla maschera di Pulcinella.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Sabato 19 luglio 2014
ADELPHOE (I FRATELLI)
di Publio Terenzio Afro
regia di Silvio Giordani
con Pietro Longhi
Felice della Corte
Pierre Bresolin
Ariele Vincenti
Danilo Celli
Filippo Valastro
Annachiara Mantovani
Guido Goitre
Olimpia Alvino
Questo autore è stato spesso considerato dai suoi
contemporanei “troppo moderno” ed ha scritto sei commedie “palliate” ispirate
quindi ad un modello greco, diversamente dalle “togate” di ambientazione
romana, operando una vera e propria riforma nell’ambito di questo genere,
inserendovi nuovi contenuti ideologici ed attingendo nella “NEA” la commedia
nuova ellenica di cui Menandro è l’esponente più noto.
La carriera drammaturgica di Terenzio, non fu certo facile come quella di
Plauto,
forse perché nella sua opera non troviamo l’esuberanza, le acrobazie verbali, i
giochi di parole del sarsinate. Terenzio, infatti, usa uno stile ed un linguaggio
sobrio, naturale, all’insegna della compostezza e della semplicità evitando
espressioni popolari e volgari in omaggio forse all’esigenza di equilibrio e di
raffinatezza che egli mutuava dal sofisticato circolo scipionico di cui faceva
parte.
Nel Teatro “naturalistico” di Terenzio troviamo una suspance nuova. Lo
spettatore è coinvolto emotivamente nelle vicende, prova le stesse emozioni
dei personaggi e l’autore non consente procedimenti “metateatrali” cioè non
vuole che venga mai interrotta l’illusione scenica e al contrario di Plauto che
tendeva solo a divertire, cerca di trasmettere un messaggio morale.
Nasce, insomma un’attenzione sociale che allora era una vera e propria
rivoluzione culturale con dentro un messaggio di HUMANITAS.
“…homo sum, humani nihil a me alienum puto…” (sono un uomo e niente di
ciò che è umano considero a me estraneo…)
Aprirsi agli altri, rinunciare all’egoismo, comprendere i propri limiti ed essere
indulgente nei confronti degli errori degli altri: in una parola essere tolleranti e
solidali.
La nuova comicità non è più nella battutaccia o nell’intrigo e risiede più nel
sorriso che nel riso, un sorriso talvolta venato di riflessione e meditazione.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Mercoledì 23 luglio 2014
GLI ARGONAUTI/ Giasone e Medea
di Apollo Rodio, Franz Grillparzer, Euripide
drammaturgia Maurizio Donadoni
regia e coreografia Aurelio Gatti
Mda Produzioni
con Maurizio Donadoni
Cinzia Maccagnano
Benedetta Capanna
Carlotta Bruni
Stefano Fardelli
Rosa Merlino
La nave salpa‚ salutata da un'immensa folla. Mentre si allontana dalla spiaggia,
Orfeo leva in alto il suo canto‚ accompagnando il ritmo dei remi che tagliano le
onde azzurre del mare… E quando la polvere e il fumo cominciano a diradarsi‚
scarmigliato e lucido di sudore appare Giasone. Guida con fermezza le belve‚
che trascinano l'aratro d'acciaio. Gli animali arano la terra‚ mentre l'eroe
sparge nei solchi i denti di drago che Eeta gli aveva consegnato. Col sorgere
della luna‚ nel campo arato‚ si delineano delle forme che diventano sempre più
grandi e più chiare, sono un esercito immane di guerrieri che viene fuori dal
terreno. Giasone‚ seguendo ancora una volta il consiglio di Medea‚ scaglia nel
mezzo di questi strani e misteriosi esseri un grosso sasso... Quando finalmente
la nave Argo approda sulle coste elleniche gli Argonauti si rendono conto che al
termine di quell'avventura non portano con sé solo il prezioso e magico vello
d'oro‚ ma ognuno ha acquisito doni più' grandi, come la coscienza dell'essere e
la conoscenza dell'ignoto. Le avventure e le continue peripezie li hanno
forzatamente coinvolti in situazioni imprevedibili‚ proiettandoli in mondi
sconosciuti e a contatto con civiltà' ignote‚ dai costumi e dalle idee spesso
diverse‚ se non addirittura opposte alle loro.
Ed è qui‚ nell’accettare di mettere in discussione le proprie certezze che si
rivela la vera‚ straordinaria spregiudicata intelligenza degli Argonauti e in
genere di tutti i “navigatori” che decidono di uscire dalla rotta stabilita dalla
convenienza e dalle consuetudini per rischiare di perdersi‚ buttando a mare le
proprie convinzioni ormai ben ancorate nel calmo golfo dell'inamovibile
buonsenso.
In realtà‚ il loro è un viaggio onirico‚ visionario‚ tramite il quale raggiungeranno
il fondo della loro anima‚ quel luogo remoto e inviolato dove appare la luce
della coscienza‚ della consapevolezza.
Un viaggio di iniziazione per danza‚ teatro e musica.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Venerdì 25 luglio 2014
CARMEN, MEDEA, CASSANDRA/Il processo
con Rossella Brescia e Vanessa Gravina
regia e coreografia di Luciano Cannito
testi di autori classici con
adattamento e drammaturgia
a cura di Paolo Fallai
musiche di George Bizet e Marco Schiavoni con
inserti di A. Honegger, S. Rachmaninoff , C. Saint
Saens, E. Presley, S.Prokof’ev eseguite dal vivo dall’Ensemble diretto dal
M° Federico Paci corpo di ballo compagnia
Una storia di donne colpevoli. Comunque. Carmen, Medea e Cassandra sono tre protagoniste della letteratura di tutti i tempi. Sappiamo che sono tre donne colpevoli, dall’infedeltà all’inutile capacità di “vedere” il futuro col cuore, al più terribile dei delitti. Sappiamo che poesia e musica non hanno saputo resistere alla tentazione di raccontarle. Sappiamo che sono state raccontate da uomini, con occhi, logica e leggi maschili. Questo spettacolo non è un omaggio a queste protagoniste: vuole solo raccontarle con occhi femminili, restituire loro la parola in un “processo” che non è mai stato celebrato, come se ascoltarle non fosse necessario. Per questo la scena si apre su due detenute in attesa di giudizio, non sappiamo per quale reato. Vediamo un ambiente claustrofobico, in cui combattono la paura e la speranza. Osserviamo quello che nella loro storia non si è visto, vediamo movimenti nascosti e ascoltiamo parole che non sono state dette. Carmen, Medea e Cassandra non appartengono ad una leggenda senza tempo che le inchioda a stanchi rituali: sono dei classici perché vivono la nostra contemporaneità, con altri volti e altri nomi. Ma spesso, con identico destino, quello del silenzio e della condanna. Per questo troviamo Carmen a Lampedusa, tra uno sbarco di migranti, i mercanti di carne umana e l’incerta debolezza di una autorità che non sa come opporsi a questa invasione disarmata. Osserviamo Medea nel momento più drammatico: quello in cui si affronta l’indicibile, purtroppo quasi ogni giorno sulle pagine di cronaca. Durante un interrogatorio un giudice cerca di far confessare a Medea non tanto il delitto orribile ma le sue motivazioni. E’ la sciocca richiesta di spiegare un tabù inspiegabile. Che viene rimosso, compresso in un angolo del suo animo dove nascondere l’urlo, e insieme annunciato come inevitabile. Ma quante sono le vittime di Medea prima che arrivi al sacrificio dei figli? Esistono quindi morti nobili e morti che si possono dimenticare? Anche Cassandra, osservata in una Sicilia degli anni Cinquanta, è vittima di due colpe convergenti: l’amore puro e la legge maschile del potere. Viene condannata perché rappresenta la minaccia di chi è capace di “guardare con il cuore” e quindi “vede” quello che gli occhi – da soli -­‐ non riescono a guardare. Ma Cassandra, pur nella sua sconfitta, rappresenta la superiorità del sentimento sul calcolo, dell’emozione sulla convenienza, dell’istinto sulla strategia. La capacità di osservare tutti gli Ulisse del mondo, così tronfi del potere delle loro armi e così ciechi da non vedere l’agguato mortale che li attende proprio dietro l’ultimo trionfo. Così banali da farsi addormentare da un televisore, novello cavallo di Troia. Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 22,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
LE NUVOLE di Aristofane
Adattamento e Regia di Vincenzo
Zingaro
Maschere Carboni Studio
Musiche Giovanni Zappalorto
Costumi Paola Iantorni
Disegno luci Giovanna Venzi
con Fabrizio Passerini
Ugo Cardinali
Rocco Militano
Piero Sarpa
Laura De Angelis
Erika Puddu
Carmen Landolfi
Un tuffo nell'immaginario giocoso e infantile, nella distesa immensa di paesaggi
assolati, nel bagliore caldo delle fiaccole notturne, nell'incanto di un mondo,
dove tutto si dispone in un' armonica composizione: è questa la sensazione
che ho ricevuto da Aristofane quando mi immersi per la prima volta nella
lettura de LE NUVOLE. Meteorismi e defecazioni, lazzi, percosse, scherzi
osceni, come per magia si fondono, senza alcuna stonatura, nella delicatezza
delle immagini poetiche con le quali il drammaturgo ci fa librare in volo. Anzi,
sta proprio in questo il fascino delle sue creazioni, in quella inafferrabile ed
eterogenea varietà di colori, tipica delle opere dei grandi geni, che nel sottrarsi
a regole e classificazioni, raggiungono le più alte vette della comunicazione.
Aristofane ha un guizzo tutto suo: egli parte da una iniziale situazione di
disagio di un personaggio o della collettività, cui fa seguire l'elaborazione di un
piano bizzarro, che per rimediare a quel disagio, ricorre ai rimedi più
stravaganti. Di lì una serie di gag scoppiettanti, affidate a una irresistibile
carrellata di personaggi, quasi da Cartoon. E' un mondo che trasmette gioia,
freschezza, trasparenza, in cui l'osceno non è mai morboso e la profondità del
messaggio passa attraverso i toni della leggerezza e della provocazione. E' il
caso de LE NUVOLE, dove l'autore, pur condannando l'arroganza intellettuale
di Socrate (la cui immagine scenica non corrisponde certamente a quella reale
del filosofo). E' una grande lezione di libertà intellettuale, dove svetta sempre
un sentimento di riconciliazione, di riappropriazione di una perduta
semplicità.Ed è con semplicità che mi addentro nuovamente nel "pensatoio",
per imparare non a "imbrogliare" ma a capire di più e a gioire, insieme agli
attori, della possibilità che mi è data. Diceva Hegel: "Chi non ha letto
Aristofane non può capire cosa vuol dire la felicità".
Sono trascorsi più di 2000 anni dalla prima rappresentazione de LE NUVOLE ed
è impressionante quanto l'opera riesca a conservare intatta e attuale la forza
del suo messaggio. L'attacco contro i sofisti, dipinti da Aristofane come
cialtroni, dediti a contrabbandare idee senza senso, pericolosi, in quanto capaci
di attrarre i giovani con l'abilità
dialettica, allontanandoli dai valori veri, oggi
potrebbe essere rivolto contro la degenerazione del sistema televisivo, che
riesce ad imporre fenomeni e modelli spesso senza alcuna consistenza.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
Martedì 29
PREZZO CRAL
€ 16,00
luglio 2014
Uno spettacolo di
Giorgio Albertazzi
Miti ed eroi
… Poi un giorno qualcuno pronunciò la fatidica parola: un mito!
Sacro racconto di gesta di Dèi ed eroi. E si parlò subito di Achille, del Pelide
Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei.
E Ulisse – per chi parteggiare? Ulisse il lungimirante, lo scopritore d’ uomini
che dice “No” alla bellissima maga Circe – dalla quale non si è fatto sedurre e
trasformare in porco.
E il viaggio di Enea (superstite dalla distrutta Troia) che con il padre Anchise
sulle spalle traversa i mari e arriva nel Lazio dove fonda Roma.
Chi sono gli eroi? Incarnano i nostri sogni? Sono figli degli Dèi e degli uomini.
Sono immortali.
La Duse che camminava – dice Visconti che ebbe il tempo di vederla –
camminava sollevata dal palcoscenico.
E Icaro che sfida Giove e vuole volare fino al Settimo Cielo e vola finché il sole
non fa sciogliere le sue ali di cera.
E Dante col suo viaggio allegorico, mistico e umano o Shakespeare, lo scuoti
lancia ,il fool, il genio?
E i piccoli soldati della Crociata dei Bambini che vanno tutti a morire per
liberare il mondo?
E gli eroi dei primi aerei (il “velivolo” di D’Annunzio) e Moby Dick , la mitica
balena bianca?.
E Cinita che è un mio mito – che forse rivelerò – e mia nonna Leonilde.
Mito e infinita dolcezza del morire corteggiando la morte come da Garcia Lorca.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 22,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Mercoledì 30 luglio 2014
Cercasi Dea, disperatamente!!
da Aristofane
Regia Rosario Coppolino
Molise Spettacoli - Compagnia Molière
traduzione e adattamento di Marco
Caponera e Chiara Cavalieri
scene Andrea Bianchi
costumi Alessandra Benaduce
con Debora Caprioglio
Antonella Piccolo
Chiara Cavalieri
Avere poteri divini non è cosa facile, ed anche quattro Dee navigate ed esperte
come Afrodite, Artemide, Atena ed Estia soffrono la loro condizione diventata
ormai frenetica e routinaria quanto eterna. Nel loro ufficio in cui
quotidianamente smistano e valutano le preghiere dagli esseri umani tutto
sembra procedere “nervosamente” bene da millenni, fino a quando un giorno
Estia, la dea della casa, scompare misteriosamente lasciando le tre dee nel
panico, tanto da portarle alla decisione di assegnare un potere divino ad
un’umana! Ma a chi?
Il problema delle tre diventerà il motivo per compiere un excursus tra le figure
femminili nel teatro di Aristofane; da Lisitrata a Prassogora de “Il Governo
delle Donne” fino alle Tesmoforiazuse. Grazie anche alle descrizioni Omeriche
delle protagoniste, lo spettacolo metterà in luce la complessità della figura
femminile sia sulla terra, sia nell’ Olimpo, ma sempre in modo ironico e
accattivante oltre che fedele ai testi di riferimento. La dura scelta della
sostituta, evidenzierà l’eterno, quanto attuale, dilemma dell’influenza del
potere sull’uomo e sull’ancor più attuale influenza dello stesso sulla figura della
donna di cui ogni giorno si dibatte ormai da decenni. Il viaggio delle tre dee nel
teatro di Aristofane si risolverà in un finale riflessivo e ironicamente amaro,
volto a dare uno spunto nuovo e di speranza.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Giovedì 6 agosto 2014
AGAMENNONE
di Eschilo - traduzione di Pier
PaoloPasolini
adattamento e regia di Pietro
Conversano
con Renato Campese
Cristina Cirilli
Pietro Conversano
Laura Mazzi
Angelo Tanzi
"Dio fa che finisca presto questa pena". Con parole cariche di angoscia, nella
traduzione di P. P. Pasolini, s'inaugura l'Agamennone di Eschilo. La scena è ad
Argo; la notte sta per finire, di un giorno di tardo autunno. Davanti alla reggia
il guardiano avvista il messaggio di fuoco, che ripetuto di monte in monte,
annuncia la presa di Troia giunta al suo decimo anno di guerra. Il Coro ricorda
come Ifigenia fu sacrificata dal padre Agamennone e accenna al diffuso timore
per le colpe del Re. Nelle parole della Regina Clitemnestra, la donna dal cuore
maschio, si riflettono dieci anni di dolore represso per la morte della figlia. La
sua gioia per la caduta di Troia non inganna nessuno. Come posseduta da un
selvaggio Daimon ella viene sospinta all'azione. Attende il ritorno del Re che
arriva seguito da Cassandra, figlia di Priamo, sua schiava. Persuade lo sposo a
entrare nel palazzo. Il Coro si fa ora teso e sinistro. Il tema dello Stasimo è
ora la paura che vince la speranza.
L'angoscia culmina nella scena centrale della tragedia, quando Cassandra
catturata dal delirio profetico, rivive in una terribile visione tutte le atrocità che
hanno contaminato la casa degli Atridi e svela la serie dei mali che verranno,
conseguenza dei primi. L'uccisione di Agamennone è inevitabile. Dall'interno
del palazzo solo gli urli del Re ucciso dalla Regina. La porta si spalanca
offrendoci i cadaveri di Agamennone e Cassandra. Davanti a loro Clitemnestra,
lorda di sangue, ed Egisto, suo amante. Colpa chiama colpa e sangue chiama
sangue. Nuova colpa rinasce e la vendetta non si ferma. Questa è la realtà del
ghenos degli Atridi, un mondo caotico e primitivo non ancora regolato dalla
forza della legge. Interpretano questo testo immortale Renato Campese,
Cristina Cirilli, Pietro Conversano, Laura Mazzi, Angelo Tanzi, per la regia di
Pietro Conversano.
Agamennone di Eschilo è stato messo in scena per il TAU, festival sul teatro
antico realizzato dall’AMAT nella regione Marche. Ha debuttato ad Ancona
all’Anfiteatro Romano, è stato ad Urbisaglia al teatro romano, a Monterinaldo e
al teatro romano di Falerone, al Teatro della Fortuna di Fano.
Riduzioni Gruppi e Cral
PREZZO INTERO
€ 20,00
PREZZO CRAL
€ 16,00
Scarica