In questi mesi hai avuto modo di conoscere alcuni canti dell’opera più famosa della letteratura italiana, la Commedia di Dante. Scegli uno dei canti letti e commentati in classe e raccontalo: spiega a che punto del viaggio si trova Dante, chi incontra, quali temi vengono affrontati nel canto. Esprimi anche un tuo commento personale. (Canti letti integralmente: Inferno I, II, III, IV, V, VI, VIII, XXVI, XXXIII; Paradiso XXXIII). Dopo aver attraversato diversi gironi dell’inferno, Dante arriva nel punto in cui si trovano le persone che sono ritenute dei traditori perché sulla Terra hanno ingannato il prossimo, facendo un uso sbagliato della propria astuzia e ingegno. Le anime di questo girone scontano la loro pena rinchiuse in lingue di fuoco; qui Dante incontra Ulisse, che racconta la sua storia motivando la sua presenza in quel girone. La fiamma più alta della lingua di fuoco, dove è rinchiuso Ulisse, comincia ad agitarsi come se il vento la muovesse e sembra che la voce esca da lì; così Ulisse inizia a raccontare la sua avventura. Spiega che, dopo essere stato rapito da Circe, aver vissuto tutte le sue avventure ed essere tornato a Itaca, neanche l’amore per il figlio e per la moglie lo poterono trattenere dal desiderio di scoprire il mondo a lui ancora sconosciuto. Ripartì per nave con la sua vecchia e piccola compagnia a cui era legato. Ulisse percorse tutto il Mediterraneo, visitando la Spagna, il Marocco e tutte le isole, ma voleva scoprire altro e quando si trovò sullo stretto delle colonne d’Ercole lo attraversò e rivolse un discorso ai suoi compagni, ormai vecchi e stanchi. Li incoraggiò dicendo che, dopo aver visitato tutto il Mediterraneo, non si poteva negare l’esperienza di vedere anche il mondo dove la gente non abitava ancora; li esortò a riflettere sulla propria origine, cioè di essere nati uomini e non bestie, per usare l’intelligenza, perseguire la conoscenza e per scoprire. Ulisse e i suoi compagni fecero dei remi della nave delle “ali” che li avrebbero accompagnati in un “folle volo” alla scoperta di quello che gli uomini non dovrebbero mai vedere. Dopo cinque mesi di navigazione avvistarono una montagna, ma, dopo essersi rallegrati, si rattristarono, perché da essa nacque un turbine che fece girare l’imbarcazione tre volte e poi la sommerse, tutto questo per volere divino. In questo canto si parla della voglia di scoprire, così sono rimasta stupita dal fatto che Ulisse volesse conoscere il mondo, ma che Dio, essendo contrario, glielo abbia impedito; tutta la Commedia, secondo me, come idee e concetti è molto moderna, però questa parte mette molto in evidenza anche alcune idee più arretrate del tempo, come il fatto che Dio punisse gli uomini gravemente perché non si potevano attraversare le colonne d’Ercole e vedere cosa ci fosse al di là di esse. Durante la visita a questo girone, anche Dante si preoccupa per il proprio destino, perché pensa che anche lui non stia rispettando il volere divino, in quanto giudica al posto di Dio, assegnando nel suo poema le pene agli uomini. Secondo me, riferendomi non solo a questo canto, l’esperienza di poter leggere la Divina Commedia è stata molto interessante. La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che tutta la Commedia è scritta in rima e con un’uguale quantità di sillabe per ogni verso, a pensarci mi sembra quasi impossibile. Sono rimasta molto colpita e soddisfatta di tutto ciò che ho letto e imparato. Serena Prato