FISICA Un’importante riflessione collaterale riguarda la modalità con cui, in mancanza di strumenti in grado di misurare brevi intervalli di tempo con sufficiente precisione, è comunque possibile compiere misure dell’accelerazione di gravità. È sufficiente fare uso di piani inclinati, in cui la relazione F = mg si trasforma in F = mg sin q, dove q è l’inclinazione del piano rispetto all’orizzontale. Diminuendo tale inclinazione, il valore di a (l’accelerazione del grave) può essere ridotto a piacere, facilitandone la misura. Infine, è interessante far notare alla classe che la resistenza dell’aria produce una forza di attrito viscoso che si oppone al moto di caduta, causando un’accelerazione effettiva apprezzabilmente minore del valore medio di g = 9,81 m/s2. VIDEO 1.10 La misura dell’accelerazione di gravità Scopo del videolaboratorio Questo videolaboratorio propone allo studente una misurazione diretta dell’accelerazione subita da un grave – in questo caso, una semplice pallina di gomma – in caduta approssimativamente libera (con le limitazioni descritte dal conduttore) verso la Terra. La misura, impossibile da praticare in laboratorio attraverso un semplice cronometro per l’estrema brevità dell’intervallo di tempo da misurare, è qui resa possibile grazie a un sensore di distanza. Dopo aver valutato la velocità del grave in due istanti successivi del moto, il valore medio dell’accelerazione nell’intervallo di tempo è ricavato attraverso l’espressione a = Dv/Dt. La scelta di ricorrere al calcolo diretto, anziché utilizzare le funzioni software che permetterebbero di ricavare il valore dell’accelerazione istantanea in qualsiasi punto della curva oraria, risponde all’esigenza didattica di mostrare esplicitamente il modo in cui si può risalire al valore dell’accelerazione di gravità partendo dall’analisi della curva oraria e del grafico della velocità. Dati e grandezze • Istanti in cui è misurata la velocità: t1 = (0,72 ± 0,01) s; t2 = (0,90 ± 0,01) s • Velocità del pesetto nei due istanti: v1 = (2,15 ± 0,01) m/s; v2 = (3,87 ± 0,01) m/s (i due valori sono calcolati dal computer come pendenza della tangente alla curva oraria) • Accelerazione (teorica): 9,81 m/s2 • Accelerazione (sperimentale): (9,6 ± 1,2) m/s2, calcolata come rapporto Dv/Dt Analisi dei grafici e dei dati Dopo una prima proiezione in aula del videolaboratorio è utile tornare a soffermarsi brevemente sull’analisi della curva oraria e del grafico della velocità, che vengono mostrati congiuntamente a video al tempo 00:55. Sebbene i grafici non siano intesi per un’analisi quantitativa, può essere molto utile condurre una descrizione qualitativa per spiegare alla classe il significato fisico di una curva oraria parabolica e di un grafico della velocità rettilineo, riconducendoli al caso del moto rettilineo uniformemente accelerato, che dovrebbe essere ben noto agli studenti. Può inoltre essere utile far riflettere la classe sulla natura del grafico dell’accelerazione in funzione del tempo, che nel videolaboratorio non è direttamente mostrato (e che deve evidentemente consistere di un semplice segmento orizzontale, poiché, trascurando le forze di attrito viscoso, l’accelerazione del grave in caduta libera è costante nel tempo ed è idealmente pari a g). L’apparato sperimentale La posizione del grave è misurata da un sensore di distanza collegato a un sistema di acquisizione e analisi dati on line, che consente di tracciare in tempo reale sullo schermo del computer la curva oraria e il grafico della velocità in funzione del tempo. I valori di distanza, con un’incertezza di 1 mm, sono registrati a intervalli di 0,02 s, con un’incertezza di 0,01 s. I valori di velocità sono calcolati dallo stesso computer in base ai dati ricavati dal sensore di distanza, senza necessità di ulteriori sensori o strumenti di misura. Concetti fondamentali È importante osservare che l’esatta corrispondenza tra accelerazione del grave verso la superficie della Terra e accelerazione di gravità g deriva dalla seconda legge della dinamica, F = ma, in cui la forza equivale al peso della pallina, F = mg. 22 Videolaboratori dita sulla differenza concettuale tra la massa gravitazionale di un corpo (presente nel termine mg) e la sua massa inerziale (presente nel termine ma). La massa inerziale è definita, sin dai Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Newton, come espressione della quantità di materia contenuta in un corpo. La seconda legge della dinamica afferma che la massa inerziale è pari al rapporto tra forza applicata e accelerazione subita da un corpo; essa può essere dunque ricavata, operativamente, misurando l’accelerazione (attraverso uno studio cinematico) e la forza agente (attraverso un dinamometro a molla). La massa gravitazionale è invece una grandezza fisica direttamente proporzionale all’interazione di ciascun corpo con il campo gravitazionale in cui si trova. La proporzionalità diretta tra massa inerziale e gravitazionale è, in meccanica classica, un dato puramente sperimentale. In termini concreti, la proporzionalità delle due grandezze si traduce nel fatto che i parametri cinematici che descrivono il moto di caduta di un grave sono indipendenti dal valore della sua massa: trascurando gli attriti dell’aria, un corpo pesante e un corpo più leggero lasciati cadere da una stessa altezza raggiungono il suolo nel medesimo istante. Il calcolo finale dell’accelerazione di gravità utilizza i valori v1 = (2,15 ± 0,01) m/s (misurata a un tempo t1 = (0,72 ± 0,01) s) e v2 = (3,87 ± 0,01) m/s (con t2 = (0,90 ± 0,01) s). Da questi dati si ricava a = Dv / Dt = (3,87 m/s – 2,15 m/s) / (0,90 s + – 0,72 s) = 9,55 m/s2 affetto da un’incertezza relativa che può essere stimata pari a d(a)/a = d(Dv)/(Dv) + d(Dt)/Dt) = = (2 · 0,01 m/s)/(3,87 m/s – 2,15 m/s) + + (2 · 0,01 s)/(0,90 s – 0,72 s) = 0,12 ottenendo così un valore a = (9,6 ± 1,2) m/s2 compatibile con quello teorico (9,81 m/s2), malgrado il contributo non trascurabile degli attriti viscosi, che tendono a rallentare la caduta della pallina di gomma. Approfondimenti È possibile proporre alla classe, prendendo spunto dalla relazione m g = m a che esprime la seconda legge della dinamica quando l’unica forza agente è il peso di un corpo, una riflessione più approfon- 23