Potenziale a Riposo e Potenziale d’Azione Le cellule nervose e muscolari di mammifero presentano, in condizioni di riposo, una differenza di potenziale (ddp) elettrico tra interno ed esterno (sono polarizzate). Fisicamente, questa ddp origina dalla contrapposizione di due fenomeni. • Da un lato, le sostanze che si trovano a diversa concentrazione all’interno e all’esterno della cellula (e per cui la membrana è permeabile) tendono ad attraversare la membrana per eguagliare le concentrazioni (diffusione). • Tuttavia, queste sostanze hanno una carica elettrica (le più importanti sono gli ioni Na+ , K+ , Ca++ e Cl− ; anche alcune proteine hanno carica negativa). Quando a diffondere sono cariche di segno uguale, la forza di Coulomb (repulsiva) contrasta la diffusione. A causa del trasporto attivo1 delle cariche attraverso la membrana operato dalle “pompe”, la concentrazione di Na+ è maggiore all’esterno della cellula, mentre quella di K+ è maggiore all’interno. (Le proteine con carica negativa sono invece all’interno e non possono uscire.) La membrana è però circa 75 volte più permeabile al K+ rispetto al Na+ . Quando un canale selettivo domina la diffusione (come in questo caso), la ddp assumerà il valore del potenziale di equilibrio (o di Nernst, a cui non c’è flusso netto di carica) dello ione corrispondente. Nel nostro caso, del K+ , il cui potenziale di equilibrio è circa −70mV, che è appunto la ddp a riposo fra i due lati della membrana. Il segno indica che c’è un eccesso di cariche negative all’interno. (NB: la cellula deve compiere lavoro per mantenere questo stato di cose, per cui non siamo “a riposo” in senso meccanico.) Per convincersi di questo, si può usare un semplice modello fisico in cui la membrana è rappresentata da un circuito formato da due resistenze in parallelo, di valore RN a e RK , rispettivamente. RN a rappresenta la resistenza offerta dalla membrana al passaggio di Na+ (e analogamente per RK ). L’intensità di corrente fra i due lati della membrana è data, per la legge di Ohm, da I= VK VN a Vtot + = RK RN a Rtot (1) dove VK ' −70mV e VN a ' 70mV sono, rispettivamente, i potenziali di equilibrio di Na+ e K+ . A riposo, RN a ' 75RK (vedi sopra), per cui 1 VN a VK I= VK + ' (2) RK 75 RK da cui si conclude che Vtot ' VK Rtot /RK ' VK ' −70mV. Il potenziale d’azione è in pratica un rapido cambio di polarità (segno della ddp) della membrana cellulare, cui fa seguito il ritorno alla condizione di riposo della durata complessiva di pochi ms. Questo richiede un aumento del flusso di Na+ attraverso la membrana, il che evidentemente riequilibra l’eccesso di 1 Che cioè richiede il compimento di un lavoro meccanico. 1 carica negativa all’interno facendo diminuire la ddp. Nel modello appena descritto, questo corrisponde a una diminuzione di RN a (il passaggio di Na+ deve incontrare meno resistenza). Dalla (1) si vede che Vtot = VK Rtot Rtot Rtot Rtot + VN a = (−70mV) + (70mV) RK RN a RK RN a (3) Se RN a diventa sufficientemente piccola (con i valori numerici dati qui, se RN a < RK ), Vtot può diventare positivo (da negativo che era), cioè la caduta di RN a porta alla depolarizzazione. Più precisamente, si tratta di un fenomeno a soglia: quando la ddp arriva, per effetto di uno stimolo eccitatorio, al valore di soglia di circa -55mV si ha l’apertura di un gran numero di canali per il Na+ (una forte diminuzione di RN a ) che porta rapidamente la ddp al valore di circa 35mV (positivo). A questa ddp, alcuni dei canali aperti per il Na+ , che sono sensibili al voltaggio ai due lati della membrana, si chiudono e il flusso di Na+ da fuori a dentro cessa (RN a aumenta molto). A questo punto, però, si aprono i canali per il K+ (RK diminuisce), che passa da dentro a fuori riportando lo squilibrio di carica (e quindi la ddp) verso il livello di riposo. Nel modello proposto sopra, il ritorno di Vtot al valore di partenza sotto le variazioni di RN a e RK appena descritte si vede facilmente. Il modello della membrana come un parallelo di resistenze può dare valori numerici più accurati per i vari potenziali non tanto modificando lo schema del circuito (sorprendentemente, funziona bene) quanto piuttosto includendo l’effetto di altre cariche, per es. del Cl− , nella (1), che diventa I= VN a VCl Vtot VK + + = RK RN a RCl Rtot Domanda: cosa cambia? 2