Facoltà di Ingegneria - Università degli studi di Catania Corso di Laurea in Ingegneria Civile Architettura degli Elaboratori Fondamenti di Informatica Giovanni Morana Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Indice ¾ Evoluzione del Computer: tecnologia e tipologia di calcolatori elettronici ¾ Il modello di Von Neumann ¾ Descrizione dell'Architettura da Studiare ¾ Circuiti di Temporizzazioni (Clock) ¾ Memorie RAM, ROM, Cache ¾ Unità centrale di processo (CPU) ¾ Direct Memory Access (DMA) ¾ Circuiti di Interrupt ¾ Chipset ¾ BIOS ¾ Bus di comunicazione ¾ Controllore di periferiche (Controller) ¾ Periferiche e Memorie di Massa Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Il modello di Von Neumann CPU MEMORIA CENTRALE INTERFACCIA I/O PERIFERICHE Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Architettura di base Bus di controllo DMA Bus di indirizzi ROM RAM Clock CPU Interrupt BIOS Bus di dati Controller dischi, CD-ROM,etc. Connettori Periferiche I/O Bus di I/O Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Circuiti di Temporizzazione (Clock) tempo T ¾ Il megahertz (MHz) è l'unità di misura della frequenza alla quale il processore funziona; ¾ indica quanti milioni di oscillazioni al secondo (1 oscillazione al secondo = 1 hertz [Hz]) sono generate dal clock. ¾ f=1/T Hz. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Circuiti di Temporizzazione (Clock) ¾ In generale il clock é prodotto da un apposito circuito integrato, la cui oscillazione é controllata da un cristallo di quarzo. ¾ Il cristallo di quarzo garantisce una elevata stabilita nel tempo e con il variare della temperatura ed una grande precisione nel valore della frequenza prodotta, quanto meno possibile influenzato dalla temperatura e dall' invecchiamento. ¾ In generale il quarzo di partenza é il 14.318 MHz 9Scelta legata alla diffusione e economicità Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Circuiti di Temporizzazione (Clock) ¾ Partendo dal quarzo a 14.318MHz, vengono generate frequenze più elevate (50, 60, 66, 100MHz). ¾ Ogni area del PC che contiene un processore o un microcontrollore, necessita di un clock, che puó essere generato in loco o dipendere dal clock principale. ¾ Giá a partire dalle architetture basate sulla CPU 80486, é diventato comune avere per il processore un clock piú elevato di quello generale del sistema. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Misura della Memoria Informazione di base = bit Raggruppamenti utilizzati: ¾ 1 byte = 8 bit ¾ 1 word = N byte Multipli (bit/byte) ¾ K (Kilo) = 210 (=1024) circa 103 ¾ M (Mega) = 220 (=1024*1024=1.048.576) circa 106 ¾ G (Giga) = 230 circa 109 ¾ T (Tera) = 240 circa 1012 ¾ P (Peta) = 250 circa 1015 Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Interna o Centrale ¾ memorizza programmi e dati su cui lavora la CPU a cui è collegata tramite il bus principale: si accede al singolo bit/byte/word tempi di accesso bassi (<70 ns); dimensioni tipiche sono 1Gbytes/4Gbytes realizzata con circuiti elettronici Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Esterna o di Massa Memorizza dati e programmi sotto forma di file. Per l’elaborazione, programmi e dati si devono trasferire in memoria centrale: Si accede a blocchi (cluster/settori) 9 Non è possible leggere/scrivere singoli bit/byte tempi di accesso elevati (msec) capacità elevate (centinaia di Gbytes) Può essere: 9 Memoria di Massa on-line - dischi magnetici fissi 9 Memoria di Massa off-line - supporti rimovibili Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Interna: Caratteristiche Generali ¾ Indirizzi e valori: Con n bit di indirizzo si possono selezionare 2n caselle (m=2n). ¾ Strobe: sono segnali generalmente impulsivi che vengono inviati dopo il posizionamento dell’indirizzo per discriminare tra operazione di letture e scrittura Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Interna: Caratteristiche Generali ¾ Tempi di servizio: accesso, ciclo. Accesso. E' il tempo necessario affinché la memoria ponga in uscita il valore richiesto (o possa registrare il valore in ingresso), dopo aver posizionato l'indirizzo e lo strobe. Ciclo. E' il tempo minimo che deve intercorrere tra due posizionamenti validi dell’indirizzo e dello strobe. ¾ Modificabilità: Sola Lettura/Riscrivibile. Qualsiasi memoria deve essere scritta almeno una volta. Le memorie che non possono essere riscritte si dicono a sola lettura; altrimenti sono riscrivibili. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Interna: Caratteristiche Generali ¾ Persistenza: permanenti/volatili. Sono permanenti le memorie che mantengono i dati senza bisogno di alimentazione elettrica; altrimenti si dicono volatili. ¾ Accessibilità: casuale /sequenziale. Se non esiste alcun vincolo sulla sequenza degli indirizzamenti effettuati, si parla di memoria ad accesso casuale; quando invece il successivo indirizzo è l’attuale incrementato di uno si parla di memorie ad accesso sequenziale. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Interna: Caratteristiche Generali ¾ Possiamo identificare diversi livelli funzionali di memoria: Random Access Memory (RAM) Read Only Memory (ROM) Memoria Cache Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM - Random Access Memory ¾ Attualmente assumono valori tipici di 1-4 di GBytes. ¾ La caratteristica principale delle RAM è il fatto che l'informazione in esse contenute rimane solo quando esse vengono alimentate. 9 La mancanza di tensione provoca la perdita di tutte le informazioni contenute. 9 In presenza di tensione, ciascuna informazione memorizzata rimane fino alla successiva scrittura. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM - Random Access Memory ¾ La RAM vengono utilizzate per i seguenti scopi: memorizzare il Sistema Operativo (ad esempio Windows). memorizzare i programmi utenti prima della loro esecuzione. memorizzare i dati utenti provenienti dalle periferiche o quelli intermedi. ¾ La RAM può essere realizzata in differenti modi, ma quella più comune è: RAM dinamiche Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DRAM) ¾ La DRAM usa delle capacità (condensatore) interne per memorizzare i dati. ¾ Le capacità perdono la loro carica dopo un certo intervallo di tempo, quindi necessitano di un costante rinfresco per mantenere i dati ¾ Tra due accessi consecutivi alla memoria, una carica elettrica viene mandata a rinfrescare la capacità del chip di memoria affinché il dato venga mantenuto nello stato logico corretto. ¾ Durante il rinfresco della memoria non è possibile accedere ad essa, rallentando, dunque, le sue prestazioni in termini di accessi in lettura/scrittura. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DRAM) ¾ Utilizzano un condensatore per memorizzare 1 Bit ¾ Necessitano di un circuito di Refresh ¾ Consumano poco ¾ Sono abbastanza veloci (da 10 a 70 ns) ¾ Sono utilizzate per le RAM Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DRAM) ¾ SDRAM. Sono memorie dinamiche di tipo sincrono ¾ RAM BUS (o RDRAM) hanno un canale da 16 bit a 800 Mhz ¾ Le DDR (double data rate) sono un tipo di SDRAM che lavorano sui due fronti del clock. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DDRII) ¾ Attualmente esistono le DDR-II ¾ Sono caratterizzate da più elevate velocità di clock rispetto a DDR (circa il doppio), che a sua volta raddoppiò la velocità della SDRAM. ¾ La maggiore velocità è legata alla presenza di buffer di I/O con clock doppio rispetto quello di funzionamento Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DRAM) Sono montate su moduli (schedine): ¾ SIMM (30 pin) single in line module; hanno una doppia fila di contatti ma connessi a coppie, quindi è come se avessero la metà dei contatti attivi; ogni modulo ha parallelismo 1 byte (un 486 usa 4 banchi) ¾ SIMM (72 PIN); i pin sono sempre organizzati a coppie; ogni modulo supporta 4 byte (il 486 usa un solo banco); montano le EDO RAM ¾ DIMM (168 PIN) Dual Inline Memory Module; tutti i pin sono indipendenti; gestisce 8 byte (un P6 usa un banco); Montano le SDRAM ¾ DIMM (184 PIN); montano le DDR; sono uguali come geometria alle DIMM 168 PIN, ma si differenziano per il fatto di avere una sola tacca ¾ DIMM con dissipatore per RDRAM Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 RAM DINAMICHE (DRAM) ¾ DIMM per DDR2. I moduli di memoria DDR2 hanno 240 Pin, e sono quindi incompatibili con quelli DDR che hanno 184 pin. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Soluzioni Innovative per Incrementare le Prestazioni ¾ Velocità dei processori sempre più elevata, crea dei colli di bottiglia sull’accesso in memoria ¾ Da un pò di anni è stata sviluppata la tecnologia dual-channel ¾ La quantità di dati traferibile dalla CPU alla RAM viene duplicata, utilizzando due bus di dati a 64 bits ¾ Sia Intel sia AMD la usano, con differenti implementazioni ¾ Gli slot di memoria sulla scheda madre si riconoscono perchè colorati Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 ROM - Read Only Memory ¾ Il termine ROM significa Read Only Memory. 9 Indicava originariamente il fatto che l'unico tipo di accesso in queste memorie è la lettura (ovviamente la prima scrittura deve essere possibile). ¾ Ormai le ROM possono essere anche riscritte. ¾ Nelle ROM l'informazione in esse contenute rimane anche quando manca la corrente. ¾ Nelle ROM che possono essere riscritte, l'informazione rimane fino alla successiva scrittura. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 ROM - Read Only Memory ¾ Le ROM vengono in genere utilizzate per memorizzare programmi e dati di configurazione essenziali per il funzionamento del computer che devono essere memorizzati anche quando il computer è spento. ¾ Esistono differenti tipi di ROM: ROM non programmabili PROM. ROM Programmabili EPROM. Erasable Programmable ROM EEPROM. Electrical Erasable Programmable ROM Flash Memory Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 ROM, PROM, EPROM ¾ ROM: sono delle reti combinatorie già predisposte in fabbrica (tramite il processo di mascheratura). Hanno alte capacità bassi costi. ¾ PROM: sono delle reti combinatorie programmabili con un dispositivo da laboratorio. Possono essere programmate una sola volta. ¾ EPROM: sono programmabili con un dispositivo da laboratorio. Hanno una finestra di quarzo tramite cui è possibile esporre il chip ai raggi U.V. e “cancellare “ il contenuto. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 EEPROM – FLASH MEMORY ¾ EEPROM: come le EPROM, ma cancellabili con particolari cicli di segnalazione senza togliere dalla piastra il chip. I tempi di cancellazione sono di norma molto più lunghi di quelli di lettura. ¾ Flash Memory: come le EPROM, ma la scrittura avviene per blocchi e non per byte, molto velocemente. Non può essere usata come la RAM per via della scrittura a blocchi Si chiama flash perché il microchip è organizzato in sezioni di celle cancellabili in un colpo solo (flash). Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Cache ¾ Lo scopo della memoria cache è quello di reperire informazioni utilizzate recentemente senza doverle nuovamente prelevare dalla RAM. ¾ La memoria cache è generalmente gestita direttamente dalla CPU tramite bus privati. ¾ L'utilizzo della memoria cache rispetto la RAM è più vantaggioso perché: il bus di indirizzi e dati è locale (non comune) il tempo di accesso alla cache per lettura/scrittura è molto più basso di quello della RAM (50-70ns della RAM contro valori inferiori a 10ns per accedere alla memoria cache). Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Cache ¾ L'uso della memoria cache prevede opportuni accorgimenti dovuti al fatto che la dimensione di una cache è notevolmente inferiore a quella di una RAM 9 la cache ha dimensioni dell'ordine di alcune centinaia di Kbytes – pochi Mbyte. ¾ è impensabile poter memorizzare nella cache tutti i dati letti dalla RAM, ma sarà necessario sovrascrivere alcuni dati contenuti nella cache, per far spazio a nuovi dati da memorizzare. ¾ In particolare, si adotta la politica di sovrascrivere i dati più vecchi, ossia quelli non utilizzati da più tempo. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Cache ¾ La gestione della cache, può essere formalizzata nella seguente maniera: la CPU necessita di un particolare dato la CPU ricerca il dato nella cache 9 se lo trova, lo legge e lo utilizza 9 se non lo trova, lo reperisce nella RAM e lo trasferisce nella cache nella locazione più "vecchia", ossia da più tempo non utilizzata. ¾ Generalmente le memorie cache sono realizzate da memorie statiche Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memorie STATICHE ¾ La memoria statica è la memoria più veloce disponibile attualmente ¾ Sono caratterizzate da tempi di accesso dell'ordine delle decine di nanosecondi (da 6 ns a 25 ns). ¾ Sono costose e possono memorizzare solo 1/4 dei dati rispetto le memorie dinamiche (DRAM). ¾ A differenza delle DRAM, non occorre il rinfresco periodico. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memorie STATICHE ¾ Utilizzano per ogni bit un flip flop. ¾ Il singolo bit occupa molto spazio (8 transistors). ¾ Consuma molta energia. ¾ E’ molto veloce (< 10 ns). ¾ Ha un elevato costo per bit. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Cache ¾ Attualmente le memorie cache hanno dimensioni medie di 640Kbyte, fino ad arrivare a valori di alcuni Mbytes (cache L2). ¾ Più grande è la cache, migliori saranno le prestazioni della CPU. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Memoria Cache ¾ Per aumentare ulteriormente le prestazioni, si può: 9 Frammentare la cache 9 Trasferire una parte della cache all'interno della CPU ¾ Cache Multi-livello: 9 L1, di dimensioni minori (512KB): è in genere contenuta all'interno del Core del processore e opera alla frequenza di clock; 9 L2 (nelle CPU cfino a 2MB): a seconda del tipo di architettura è posta o all'interno del Core del processore oppure sulla motherboard; opera a frequenze differenti a seconda del tipo di architettura, variabili tra la frequenza di bus e quella di clock. 9 L3: generalmente è un'estensione della L2 ¾ Il processore cerca prima nella cache interna L1 e poi in quelle esterne L2, L3. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU ¾ Principi di Base ¾ Blocchi Fondamentali: Memoria Cache, Registri, ALU, Istruction Decoder and Control ¾ Esempio di Funzionamento ¾ Tecnologie di fabbricazione dei microprocessori: la microelettronica ¾ Tecnologie di fabbricazione dei microprocessori: la meccanica ¾ Road map dei microprocessori ¾ Indicatori di prestazione Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Principi di Base ¾ STRUTTURA DELLA ISTRUZIONE MACCHINA: 9 Si tratta di una stringa binaria che identifica il codice della operazione da eseguire e le modalità per indirizzare gli operandi 9 Opcode o codici operativi 9 Un programma scritto in Opcode è assai difficile, si utilizza l’Assembly ¾ ESECUZIONE DI UNA ISTRUZIONE MACCHINA: 9 l’esecuzione di un’istruzione avviene con una sequenza di microistruzioni a livello circuitale associate all'istruzione ¾ FASI CPU: 9 Ricerca (Fetch), Decodifica (Decode) ed Esecuzione (Execute) Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Memoria Cache La memoria non dovrebbe far parte dell'unità centrale. Attualmente, però, c'è la tendenza a fornire CPU che presentino al loro interno banchi di memoria [Cache di Primo Livello L1 (alcune volte anche la L2)] allo scopo di reperire velocemente informazioni, senza dover accedere alla memoria centrale. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Registri Interni ¾ Di numero e di caratteristica molto differenziate, i registri interni di lavoro permettono all'unità centrale lo spostamento, la manipolazione ed il deposito temporaneo dei dati senza dover ricorrere alla memoria esterna. ¾ I tipi di registri, le modalità di interconnessione e di comunicazione fra i vari registi sono una caratteristica del processore ¾ Possiamo tuttavia individuare un set di registri essenziali per il funzionamento di un qualunque processore, e che, dunque, possono essere ritrovati in una qualunque architettura. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Registri Interni ¾ Memory Address Register (MAR). E' il registro specializzato per indirizzare la memoria. Durante l'esecuzione di un programma il MAR contiene l'indirizzo della locazione di memoria centrale (esterna alla CPU) alla quale si vuole accedere in quell'istante. ¾ Program Counter (PC). E' il registro specializzato per contenere l'indirizzo dell'istruzione che deve essere eseguita. ¾ Memory Data Register (MDR). E' il registro da cui transitano tutti i dati scambiati con la memoria esterna prima di venire smistati, in base al loro significato, presso gli altri registri interni. ¾ Instruction Register (IR). E' il registro che contiene la parte codice operativo di un'istruzione, vale a dire quella sequenza di bit che opportunamente decodificati determineranno le azioni che la CPU deve eseguire. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Registri Interni ¾ Accumulatore. E' il principale registro di calcolo dell'unità centrale: contiene sempre uno degli operandi e il risultato dell'operazione ¾ Pointer Registers (PRs). Sono registi specializzati per contenere indirizzi, solitamente di quei sotto programmi ricorrenti con particolare frequenza. Alcuni di essi possono venire specializzati a funzioni particolari. Uno di essi è lo stack pointer, che indirizza la zona di RAM in cui è stato costruito lo stack. Lo stack e' definita come una porzione di memoria gestita secondo una politica LIFO (Last In First Out). 9 Risulta estremamente comodo per il salvataggio del program counter in caso di interruzione (interrupt) o subroutine; Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Registri Interni ¾ Status Register. Con registro di stato si intende un registro il cui contenuto è costituito da un insieme di flag aventi un significato individuale, anche se può essere manovrato ed elaborato in parallelo. Il significato dei vari flags costituenti il registro può differire a seconda del microprocessore, ma avremo sempre alcuni flags fondamentali: CARRY. Viene manipolato dalle operazioni aritmetiche; viene settato o resettato nel corso di un'istruzione di somma se si è avuto o no un riporto. OVERFLOW. Risente anch'esso dell'esito delle operazioni aritmetiche; viene settato a uno se nel corso di una somma o sottrazione si è avuto un trabocco della capacità dei registi. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Unità Aritmetico Logica ALU Operazioni Aritmetiche: Somma in Complemento a 2 Operazioni Logiche: AND, OR e NOT Operazioni sui Bit: Shift e Rotazione Dati in Ingresso: il Contenuto dell'Accumulatore (sempre) e dei registri interni della CPU (operandi residenti in memoria centrale vengono trasferiti su registri temporanei) Risultato dell'Operazione: Accumulatore Uscite Collaterali: registra alcune condizioni di fine esecuzione delle operazioni di ALU al fine di determinare se procedere con la successiva istruzione in memoria o con un’altra opportunamente specificata. 9 risultato zero, negativo, riporto, overflow …… 9 registro di stato Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Instruction Decoder and Control ¾ E' il cuore del processore ¾ Riceve come dato in ingresso il codice operativo dell'istruzione presente nell'instruction register (IR). ¾ Questo codice può essere pensato come l'indirizzo di partenza di un microprogramma interno che agisce a livello circuitale minimo componendo insieme, in modo opportuno, gruppi di microistruzioni. ¾ Queste ultime consistono in definitiva nell'emissione di una serie di segnali e stati logici di controllo che servono: 9 a predisporre la ALU a compiere una particolare funzione aritmetico logica 9 a smistare attraverso i bus interni i contenuti dei registri interessati 9 a svolgere i necessari test e gli eventuali scambi di dati con l'esterno. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU-Instruction Decoder and Control ¾ Esempio di Microprogramma associato all'istruzione di Somma del contenuto dell'accumulatore con il contenuto del MDR. ¾ Questa operazione può essere scomposta in sette passi elementari: 1. Trasferimento del contenuto dell'accumulatore sul bus dati interno alla CPU. 2. Trasferimento del contenuto del bus dati nella ALU. 3. Trasferimento del contenuto del MDR sul bus dati interno alla CPU. 4. Trasferimento del contenuto del bus dati nella ALU. 5. Attivazione della logica di somma. 6. Trasferimento del contenuto della ALU (risultato della somma) sul bus dati. 7. Trasferimento del contenuto della data bus nell'accumulatore (che conterrà il risultato della somma). Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU - Fasi di Fetch e Execute In qualunque processore l'esecuzione di una generica istruzione avviene in due fasi differenti: la fase di ricerca (FETCH): consiste nel prelievo dalla memoria centrale dell'istruzione la fase di esecuzione (EXECUTE), caratterizzata dalla decodifica dell'istruzione e dall'attivazione microprogramma ad essa associato. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 del CPU - Fasi di Fetch e Execute ¾ Esempio: Supponiamo che l'istruzione sia di somma fra il contenuto dell'accumulatore e il contenuto di una cella di memoria il cui indirizzo sia dato direttamente dalla parte operando dall'istruzione stessa. ¾ Supponiamo cioè che la cella di memoria contenente l'istruzione da eseguire sia strutturata come segue: codice istruzione indirizzo RAM del secondo operando Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU - Fasi di Fetch e Execute ¾ Fase di ricerca (FETCH): 1. Il contenuto del Program Counter (PC) è relativo all’indirizzo di memoria che contiene l’istruzione. 2. Il contenuto del Program Counter è inviato al MAR (Memory Address Register) per operare il prelevamento dell'istruzione all'indirizzo di memoria contenuto nel MAR. 3. Il dato prelevato dalla memoria è riposto nel MDR (Memory Data Register). 4. Il contenuto del MDR, ossia l’istruzione, è messa nel Instruction Register per essere decodificata. 5. Il Program Counter viene incrementato per puntare all'istruzione successiva. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 CPU - Fasi di Fetch e Execute ¾ ¾ Ha inizio a questo punto la fase di esecuzione (EXECUTE): 1. viene compreso che il secondo operando risiede in memoria – la parte dell’istruzione relativa all’indirizzo del secondo operando viene trasferita nel MAR 1. L'effettivo operando, prelevato dalla memoria è posto nel MDR. 2. L’operando viene presentato ad un ingresso della ALU. 3. All'altro ingresso dell’ALU viene presentato il contenuto dell'accumulatore. 4. L'ALU, predisposta dall'Instruction Register ad eseguire la somma, pone il suo risultato nell'accumulatore. La fase di esecuzione è terminata ed il processore prosegue con la fase di ricerca dell'istruzione successiva. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Tecnologie di fabbricazione: la microelettronica Il Canale (0,065µ/0,09µ/0,13µ/0,18µ): indica il più piccolo spessore di silicio nel transistor che si riesce a trattare con procedimenti fotochimici e quindi concorre a determinare la densità di transistor che si può ottenere 9 0,065µ(micron)=65 nm (nanometri) L’Area Chip (140mmq-300mmq): aumentando l’area del chip si aumentano le funzioni logiche implementabili Numero Transistor/Chip > Centinaia di Milioni - 1 Miliardo Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Tecnologie di fabbricazione: la meccanica ¾ Il Packaging: il contenitore in cui è incapsulato il chip della CPU ( si usano ceramiche particolari ). ¾ La Piedinatura: l’aumento della memoria indirizzabile, del parallelismo di trasferimento con la memoria centrale, delle funzionalità avanzate hanno determinato un crescente numero di punti esterni di connessione (pin). ¾ Il Socket: il socket è l’elemento meccanico di interconnessione tra il chip e la scheda madre. ¾ Il Raffreddamento: le sempre maggiori potenze impegnate richiedono ventole montate su CPU e su chassis più potenti e controlli automatici di temperatura Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Ultime Soluzioni per Incremento di Prestazioni ¾ Soluzione DUAL CORE: unione di due processori indipendenti Aumento di potenza di calcolo senza aumentare la frequenza di clock Motivo: aumento della frequenza di clock comporta consumi più alti e problemi di riscaldamento Si punta al parallelismo delle istruzioni eseguite in ogni ciclo di clock ¾ Soluzione QUAD CORE: unione di 4 processori indipendenti Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Indicatori di prestazione ¾ Un Benchmark è un programma che consente di valutare comparativamente le prestazione di due sistemi relativamente a: Tempo di risposta (secondi) Throughput (Numero di bit /secondo) Fotogrammi / secondo ¾ Alcuni programmi di Benchmark: Stream (misura la banda delle RAM in Mbytes/s) Video Giochi: 3D Mark, Mercedes Benz Truck Racing (fps) Applicativi: Sysmark 2000 (sec) Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Sottosistema di I/O ¾ I Bus: Bus di I/O ¾ Interfacce: Seriali, Parallele, USB, FireWire ¾ Controller ¾ Schede Grafiche, Audio e di Acquisizione Video Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Bus di I/O ¾ Il bus di I/O ha il compito di connettere la CPU alle periferiche di I/O ¾ Esistono diverse tipologie che si differenziano per: numero di bit e larghezza di banda (bit/sec) ¾ Considerando l'architettura Intel, esistono i seguenti tipi di bus I/O: ISA. Il termine ISA significa Industry Standard Architecture. La prima versione del bus ISA era a 8 bit, presente ad esempio negli IBM compatibili AT. Molto più recente ed utilizzato è il bus ISA a 16 bit. EISA. Il termine significa Extended Industry Standard Architecture. EISA è un'evoluzione del bus ISA ed è teoricamente compatibile con questo. E' caratterizzato da prestazioni superiori rispetto il bus ISA, principalmente dovute alla doppia capacità del bus e all'uso di un proprio dispositivo DMA (Direct Memory Access). Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Bus di I/O PCI (Peripheral Component Interconnect). I dati vengono trasferiti in blocchi di 32 bit (a differenza dell'ISA caratterizzato da trasferimenti a 16 bit). 9 32 bit @ 33 MHz => 132 MByte/sec 9 32 bit @ 66 MHz => 264 MByte/sec (bus PCI 2.1, che lavora ad una frequenza di 66 MHz) AGP (Accelerated Graphic Port). Viene utilizzata esclusivamente per la connessione a particolari schede video accelerate (ossia dotate di processore interno che elabora informazioni visive). Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Interfacce ¾ Esistono differenti connettori che permettono il collegamento con le periferiche esterne (mouse, tastiera, stampante, etc.). ¾ Generalmente tali connettori si collegano al bus di I/O. I più noti e vecchi connettori sono: COM1, COM2: RS 232, 9 e 25 poli maschio. Porta Parallela. Sono connettori a 25 poli femmina. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Interfaccia USB ¾ E' l'acronimo di Universal Serial Bus; ¾ Fino a 127 periferiche in catena. ¾ L'USB è stato introdotto per fornire uno standard che superasse in prestazioni le ormai vetuste porte seriale e parallela; ¾ USB è quindi la soluzione ideale per le periferiche di media velocità quali modem esterni, webcam, lettori CD-Rom esterni ecc. ¾ E' possibile collegare le periferiche con PC acceso ¾ E' possibile fornire direttamente l'alimentazione ad alcuni tipi di periferiche. ¾ Due Versioni: ¾ USB 1.0: 12 Mbit/sec ¾ USB 2.0: 480 Mbit/sec Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Interfaccia FireWire IEEE1394 ¾ Si tratta di uno standard di comunicazione ideato da Apple e sviluppato insieme a IEEE (e quindi conosciuto anche come standard IEEE 1394). ¾ Bus digitale di comunicazione che permette un transfer rate massimo di 400 Mbit/secondo e di collegare 64 periferiche in cascata; ¾ Esiste la versione IEEE 1394b a 800 Mbps ¾ La porta FireWire consente di collegare al computer periferiche ad alta velocità, ad esempio videocamere digitali, riproduttori audio, unità Zip e altri dispositivi di memorizzazione esterni. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Controller ¾ Esistono particolari periferiche, quali dischi fissi, CD-ROM, nastri magnetici (o unità di back-up), e scanner, che necessitano di particolari circuiti di interfaccia chiamati controller (controllori). ¾ Il compito principale di un controllore è quello di garantire il trasferimento dati tra il computer e la periferica, risolvendo alcuni problemi tra cui l'adattamento di segnali elettrici, l'adattamento di impedenza, il collegamento fisico tra il bus del computer e quello relativo alla periferica, ecc.. Dunque il suo cavo ruolo è essenziale al fine di massimizzare il trasferimento dati. ¾ Controller IDE e SCSI Circuiti digitali ed analogici Periferica Parte elettromeccanica Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Schede Video Acceleratrici ¾ Le schede video permettono oggi di ottenere risoluzioni molto elevate ed effetti grafici sofisticati. ¾ Questi miglioramenti di grafica sono apprezzati dai giocatori di videogame e da importanti professionisti web-designer e no. ¾ Hanno memoria video DDR (circa 256MBytes) e un processore di immagini Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Schede Audio ¾ Le schede audio permettono di produrre e analizzare suoni stereo di alta qualità utilizzando appositi programmi. ¾ Possono essere a 16 o a 24 bit a seconda delle capacità di campionamento e di elaborazioni che i circuiti utilizzati consentono. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Schede di Acquisizione Video ¾ Elabora i dati (analogici/digitali) che arrivano da telecamere (analogiche/digitali) e li trasforma in files in differenti formati selezionabili dall'utente (ad esempio AVI, MPEG). ¾ Il processore on-board permette di realizzare effetti di montaggio real-time. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Tecnologie avanzate ¾ Metodi di I/O: Interrupt e DMA ¾ La Scheda Madre ¾ Il ChipSet ¾ Il BIOS Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Metodi di I/O: Interrupt ¾ L'attività che svolge la CPU non è mai continua: viene interrotta da particolari segnali provenienti principalmente da dispositivi esterni alla CPU stessa. ¾ Tali interruzioni comunicano alla CPU che si è verificato un particolare eventola necessità che essa esegua particolari programmi. ¾ In termini tecnici queste interruzioni prendono il nome di INTERRUPT. Ogni interrupt è caratterizzato da una sua priorità al fine di poter gestire la contesa nel caso in cui più interrupt arrivino contemporaneamente alla CPU. ¾ Ad ogni interrupt è associato sempre il programma che deve essere eseguito. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Metodi di I/O: Interrupt ¾ All'arrivo di un interrupt, la CPU deve eseguire le seguenti funzioni: ¾ deve salvare nello stack lo stato corrente del programma che stava eseguendo fino a quel momento (lo stato è dunque rappresentato dal contenuto di alcuni registri quali il Program Counter) ¾ deve identificare l'interrupt ed eseguire il programma di interrupt ad esso associato ¾ alla fine dell'esecuzione del programma di interrupt, deve prelevare lo stato dallo stack e ripristinare lo stato corrente prima che venisse l'interrupt ¾ continuare l'esecuzione dallo stato appena ripristinato Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Direct Memory Access (DMA) ¾ E’ una tecnica di gestione del bus che conduce i dati nella memoria RAM senza che sia necessario l'intervento della CPU. Si occupa di effettuare tale trasferimento, alleggerendo la CPU. ¾ Il DMA viene utilizzato quando si hanno periferiche veloci che devono accedere alla memoria. In tal caso l'accesso potrebbe essere rallentato dalla CPU, nel caso in cui essa non sia particolarmente veloce o sia occupata in altri lavori. CPU RAM DMA I/O bus Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 La Scheda Madre Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Il Chip Set ¾Viene detto "chipset" un gruppo di circuiti integrati (in gergo elettronico, chip) che sono direttamente saldati sulla scheda madre e si incaricano di tutte le operazioni di normale gestione, quali: 9 il risparmio energetico, 9attività sul bus: controllo e gestione del flusso di dati tra i vari componenti. ¾Il chipset fa parte integrante della scheda madre, e non può essere aggiornato. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 Il Chip Set CPU Sono due i chip: AGP BUS AGP Northbridge: scambio dati tra CPU, RAM, Comparto NORTH BRIDGE ISA, porte USB SRAM PCI Bus Grafico SouthBridge: I/O, slot PCI Memory Bus SOUTH BRIDGE LAN SCSI ISA USB Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS BIOS Il nome BIOS significa Basic Input Output System, ossia sistema di base per ingressi e uscite. Il BIOS è essenzialmente un "software", ossia un programma. Esso é contenuto in un chip di memoria non volatile (EEPROM o Flash Memory) Le funzioni svolte dal BIOS sono essenzialmente: – Funzione di Avvio del Computer, Boot ¾ Funzione di POST (Power-On Self Test) 9 Beep che codificano eventuali errori o anomalie ¾ Caricamento drivers (es.scheda video) ¾ Check memoria ¾ Caricamento S.O. (da disco di boot) Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: avvio del Computer ¾ Quando si accende il PC, si inizializza l'alimentatore interno. Non appena la tensione si stabilizza il chipset invia un comando di reset del processore. ¾ Il comando reset richiede alla CPU di eseguire l'istruzione posta sempre in una locazione fissa prestabilita nella ROM del BIOS e denominata indirizzo di jump. ¾ La CPU esegue l'istruzione, che copia in memoria i programmi del BIOS e inizia l'esecuzione del BIOS. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: avvio del Computer ¾ La prima azione eseguita dal programma di BIOS è il POST (PowerOn Self-Test): 9 Verifica e controlla la configurazione hardware memorizzata nelle informazioni di configurazione del BIOS. 9 In caso di errore invia indicazioni acustiche o visualizza un messaggio d'errore e il processo di boot si arresta. 9 Se il POST non incontra problemi, il processo di boot continua. ¾ Il BIOS cerca il BIOS dell'adattatore video e lo attiva. Quasi tutti i dispositivi periferici di un PC dispongono di un proprio BIOS. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: avvio del Computer ¾ Vengono inizializzate le routine del BIOS delle periferiche presenti. ¾ Il BIOS effettua poi una serie di test nel sistema, inclusa la dimensione della memoria rilevata. ¾ Il BIOS verifica che i dispositivi elencati nei dati di configurazione siano presenti e funzionanti. 9 viene visualizzato un messaggio che comunica che il dispositivo è stato trovato, configurato e verificato. ¾ Se il BIOS supporta la tecnologia PnP (Plug and Play), qualsiasi dispositivo PnP rilevato sarà configurato. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: avvio del Computer ¾ Alla fine della sequenza di test e configurazione, il BIOS visualizzerà una schermata che riassume i dettagli del PC verificati dal BIOS, per indicare che il sistema è pronto per l'uso. ¾ Il BIOS dovrà trovare il sistema operativo ed essere in grado di accedervi, per poterlo attivare. 9 Il BIOS contiene la lista delle unità disco (floppy, hard disk o CD-ROM) e l'ordine di accesso per il caricamento del sistema operativo. 9 Se il programma di boot non viene trovato nel primo dispositivo elencato, verrà ricercato nel dispositivo successivo e così via; Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: Memorizzazione Configurazione Il BIOS memorizza la configurazione hardware del computer (periferiche non plug&play) e i parametri del chipset e ne permette all’utente la modifica. In genere ogni versione di BIOS permette di intervenire su taluni parametri del chipset ma non su altri. ¾ Esempio: alla voce Chipset Features Setup (o Advanced Chipset Setup) e possibile intervenire sui tempi di accesso alla memoria e su altri parametri del chipset, così da migliorare anche sensibilmente le prestazioni del computer; C'è il rischio di impostare alcuni parametri troppo performanti per l'hardware installato e il sistema si bloccherà durante il funzionamento. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1 BIOS: Interfaccia Sistema Operativo L'hardware può presentare notevoli differenza da costruttore a costruttore o da modello a modello. Se il S.O. deve ad esempio recuperare un file dal disco rigido, esegue tale lettura "chiedendo" al BIOS di leggere il file, senza occuparsene direttamente. Il BIOS contiene programmi usati dal sistema operativo e software applicativo per interagire con l'hardware. Visto che il BIOS è strettamente legato all’hardware, è facile comprendere è che ogni diverso computer possiede un diverso BIOS. Ing. G. Morana - Fondamenti di Informatica - Lezione 1