Urbinoinscena10.11 TEATRO DANZA 9 e 10 novembre 2010 SOGNO DI UNA NOTTE D'ESTATE WILLIAM SHAKESPEARE CARLO CECCHI 26 GENNAIO 2011 ERSILIADANZA BUTTERFLY 30 novembre 2010 IAIA FORTE SANDRO LOMBARDI I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA GIOVANNI TESTORI FEDERICO TIEZZI 10 dicembre 2010 DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO UGO CHITI 16 febbraio 2011 PAOLO ROSSI IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO CAROLINA DE LA CALLE CASANOVA 11 MARZO 2011 LUCA ZINGARETTI LA SIRENA GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA 22 MARZO 2011 L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù LUIGI PIRANDELLO ANTONIO MINGARELLI 23 FEBBRAIO 2011 LUCIANA SAVIGNANO UKIYO-E SUSANNA BELTRAMI 7 APRILE 2011 NUOVA DANZA ITALIANA TEATRO RAGAZZI 12 DICEMBRE 2010 IL BAULE VOLANTE IL SOGNO DI TARTARUGA 9 GENNAIO 2011 PRINCIPIO ATTIVO TEATRO STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA LA CITTà IN SCENA 5 E 6 GENNAIO 2011 COMPAGNIA DIALETTALE URBINATE L’APPARTAMENT 29 E 30 APRILE 2011 COMPAGNIA DIALETTALE URBINATE OM E GALANTOM Urbinoinscena | 1 foto di Tommaso Le Pera teatro 9 e 10 novembre 2010 RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO Teatro Stabile delle Marche con il patrocinio di Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” SOGNO DI UNA NOTTE D’ESTATE di William Shakespeare traduzione Patrizia Cavalli con Federico Brugnone, Carlo Cecchi, Silvia D’Amico Davide Giordano, Dario Iubatti, Simone Lijoi Luca Marinelli, Enoch Marrella, Gabriele Portoghese Sofia Pulvirenti, Luca Romani, Barbara Ronchi Valentina Rosati, Valentina Ruggeri Nicola Sorrenti, Cecilia Zingaro regia Carlo Cecchi costumi Sandra Cardini consulenza musicale Nicola Piovani luci Camilla Piccioni SOGNO DI UNA NOTTE D'ESTATE Questo spettacolo nacque come saggio di diploma degli allievi attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, da me diretto, nel giugno 2009. È stato ripreso al 52° Festival dei due mondi e nell’ambito del progetto Shakespeare in città organizzato dal Teatro Stabile delle Marche. Si tratta dunque di un gruppo di giovanissimi attori, alcuni dei quali anche musicisti, che affrontano, per la prima volta, l’esperienza di una Compagnia di teatro e di una tournée. Se per l’Accademia mi ero limitato a fare il regista, nello spettacolo che ora presentiamo vi partecipo anche come attore, recitando la parte del dramaturg della troupe degli artigiani. Al di là dell’enorme piacere che io provo a recitare, il mio ingresso nella Compagnia di questi giovanissimi attori è in realtà lo sviluppo naturale di un rapporto umano e professionale che, a partire dalle prime, dure prove del saggio, è cresciuto in maniera piuttosto felice e sorprendente. Ciò che ci unisce, scavalcando le generazioni, è il teatro: ossia la ricerca di quel rapporto attivo fra attori e spettatori, nell’immediatezza del qui e ora della rappresentazione, che solo il teatro ancora può far vivere. E trattandosi del Sogno di una notte d’estate, con la complicità divina di William Shakespeare. Carlo Cecchi 2 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 3 teatro 30 novembre 2010 Teatro Metastasio - Stabile della Toscana, Teatro Stabile di Torino Compagnia Sandro Lombardi I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA di Giovanni Testori drammaturgia Sandro Lombardi e Federico Tiezzi con Francesco Colella, Marion D'Amburgo, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Alessandro Schiavo Caterina Simonelli, Massimo Verdastro, Debora Zuin regia Federico Tiezzi scene Pier Paolo Bisleri costumi Giovanna Buzzi luci Gianni Pollini regista assistente Giovanni Scandella maestro di canto Francesca della Monica I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA 4 | Urbinoinscena Su un palcoscenico di fortuna, è da supporre in qualche quartiere non proprio "bene" di Milano, un Maestro, capocomico all’antica, si affanna a far interpretare a un gruppo di attori comicamente scalcagnati nientemeno che il capolavoro di Manzoni. Così iniziano I promesi sposi alla prova, testo con cui nel 1984 Giovanni Testori, dopo le riscritture da Shakespeare e da Sofocle, approda a questo suo inevitabile traguardo. Interesse principale dell'autore è quello di fare del romanzo uno "specchio" in cui riflettere i suoi "anni tribolatissimi" che, a ben vedere, sono anche i nostri. Quante pesti ci affliggono! quella del degrado dell'ambiente, dell'indurimento dei cuori, dell'omologazione delle coscienze, dell’allontanamento graduale dalla realtà, dell'incapacità di vedere la trasformabilità della società. Ed è al desiderio di aprire gli occhi sulla realtà (e con lo strumento dell’umorismo manzoniano) che gli interventi testoriani si appigliano per dissezionare i nuclei narrativi originari e ricomporli in parabole insieme sceniche e morali. A differenza delle sue reinvenzioni shakespeariane, sin dal titolo segnalate da una deformazione linguistica (L'Ambleto, Macbetto), in questo caso resta intatta, quasi fosse intangibile, la formula manzoniana; vi si aggiunge solo la specificazione: "alla prova". In queste due parole sta non solo l'indicazione che il romanzo verrà spinto nel territorio del teatro; ma tutta l'immensa portata dell'intera opera, e forse dell'intera vita, di Testori: la verifica dei propri amori, delle proprie passioni umane e culturali: "mettere alla prova"... Del resto, il "mettere alla prova" è, in tutti i sensi, il cuore del lavoro registico, nel doppio senso di "mettere in prova" la praticabilità teatrale di un testo o comunque di un'ipotesi scenica e di "verificare" la sua tenuta in una situazione storica mutata. E su queste premesse si basa il lavoro di Tiezzi: non una spiegazione del romanzo ma, come desiderava Testori, una "lezione e un monito" perché I Promessi Sposi sono "il romanzo della storia, e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta". Con questo spettacolo Tiezzi affronta insieme Testori e Manzoni, al fine di dire anche una parola non retorica ma che parta dal basso, dagli umili, dai diseredati, da coloro che identificano la vita con il rispetto del prossimo, del mondo e della storia – una parola relativa al centocinquantesimo anniversario dell‘Unità d'Italia, quella unità che Manzoni contribuì a creare dal punto di vista linguisticoletterario, innestando la tradizione lombarda in quella toscana. Unità della lingua come unità di una nazione: la cultura non è qualcosa di separato dalla storia ma addirittura la determina. Urbinoinscena | 5 foto di A. Botticelli teatro 10 dicembre 2010 Arca Azzurra Teatro Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Regione Toscana Teatro Comunale Niccolini Comune di San Casciano Val di Pesa DECAMERONE amori e sghignazzi decamerone libero adattamento di Ugo Chiti da Decameron di Giovanni Boccaccio con Giuliana Colzi, Andrea Costagli Dimitri Frosali, Massimo Salvianti Lucia Socci, Teresa Fallai, Alessio Venturini ideazione dello spazio e regia Ugo Chiti costumi Giuliana Colzi luci Marco Messeri musica originale e adattamento Vanni Cassori e Jonathan Chiti oggetti di scena Lucia Socci aiuto regia Massimo Bonechi si ringrazia per la collaborazione Arteatro Gruppo – Montepulciano Gli sghignazzi delle beffe, i travestimenti, le doppiezze divertite al limite dell’iconoclastia, gli amori assoluti, i sacrifici estremi, la tragicità solenne degli innamoramenti contrastati o negati diventano materia drammaturgia e gioco squisitamente teatrale. Tutti, uomini e donne, in quella grandiosa commedia umana che è il Decamerone, si muovono passando dal comico al tragico con lussureggiante invettiva. Uomini e donne colti in un perenne movimento che è equilibrio e balletto, rappresentazione reale e metaforica della vita osservata con occhio sarcastico e dolente assieme. Prosegue il viaggio di Ugo Chiti nelle novelle di Giovanni Boccaccio: dopo Decameron-Variazioni, Amori e sghignazzi percorre con maggiore leggerezza le pagine del grande autore, celebrandone i repentini passaggi dal comico al tragico, dal satirico al filosofico. Nella grande commedia umana, tre grandi forze si confrontano, governando le sorti del mondo: Fortuna, Ingegno, Amore. Chiti isola quindi quattro novelle dove beffe, travestimenti, doppiezze, amori assoluti, sacrifici estremi diventano materia drammaturgica e gioco squisitamente teatrale. Quattro i protagonisti delle novelle che compongono l’ossatura di questo lavoro: Masetto, che “si fa mutolo e diviene ortolano in un monastero di donne”; Alatiel, oggetto sessuale che rielabora l’esperienza per sopravvivere in un mondo dominato da uomini; Alibech, proiezione onirica di Masetto al femminile; Isabetta, vittima innocente di un ordine sociale spietato che le nega l’amore. 6 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 7 danza 26 gennaio 2011 Ersiliadanza BUTTERFLY bUTTERFLY coreografia e regia Laura Corradi creato con Carlotta Plebs, Midori Watanabe Cristina Surace, Roberto Costa Augusto, Giuseppe La Regina musiche Giacomo Puccini musiche originali Enrico Terragnoli, Fabio Basile assistente alla coreografia Midori Watanabe testi Laura Corradi, Carlotta Plebs disegno luci e allestimento scenico Alberta Finocchiaro prodotto in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Modena e Estate Teatrale Veronese con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo Regione del Veneto – Arco, Provincia di Verona Mi interessa molto confrontarmi con una trasposizione contemporanea di Butterfly, attraverso un linguaggio forte ed energico ma anche leggero come può essere quello della danza. L 'intervento di due compositori che affiancano la propria opera alla meravigliosa musica di Puccini, sottolineerà la collocazione attuale e la contemporaneità della tematica. Mi interessa dare forza a Butterfly, dare un senso maggiore alla sua attesa, più consapevolezza, circondandola di personaggi che condividono con lei una simile anche se diversa condizione di attesa. Forse perchè l'isolamento di Butterfly è determinante nello svolgimento e nella conclusione della sua lunga attesa, la storia amara di un desiderio cullato a lungo nell'immaginario ma che non trova apertura finale. Tutto il suo aspettare brucia il presente e lo rende insignificante, tutta l’attenzione e la tensione sono spostate in avanti, spasmodicamente concentrate sull’evento che si attende, il fine di ogni azione o pensiero collocato in un futuro impreciso. Laura Corradi Laura Corradi si trasferisce in Francia, a Parigi, dove vive per cinque anni formandosi con alcuni dei maggiori esponenti della coreografia d’avanguardia francese degli anni ’80 e ’90 e con Carolyn Carlson. Frequenta come “guest” (professionista ospite) la Folkwang Hochshule di Essen Werden (università della danza) in Germania sotto la direzione artistica di Pina Bausch. Dopo diverse esperienze come danzatrice all’estero, al suo rientro in Italia fonda Ersiliadanza, la compagnia di cui è coreografa e direttrice artistica. 8 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 9 Foto di Pino Lepera teatro 16 febbraio 2011 La Corte Ospitale - Compagnia del Teatro Popolare in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO (ps: nell’umile versione pop) riduzione e adattamento testo Paolo Rossi, Carolina De La Calle Casanova con Paolo Rossi con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini regia Carolina De La Calle Casanova musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO Questo Mistero Buffo, che non è mio, ma appartiene ormai a tutti, vuole essere un omaggio al mio maestro Dario Fo nella nostra umile versione pop. Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli? Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”. Il Mistero Buffo di Dario Fo, nella nostra umile versione pop, è un omaggio al maestro Dario Fo (lui per primo ci ha insegnato che rubare in teatro è cosa buona, copiare è da coglioni), ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare. Ogni sera diverso - nonostante non ci sia niente di improvvisato -, recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale dove la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e anche drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica. […] Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la sopravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Carolina De La Calle Casanova, Paolo Rossi Mille persone, quante ne tiene il Piccolo Strehler, in visibilio, un applauso lungo più di 10 minuti. A Paolo Rossi, mattatore assoluto di Mistero Buffo di Dario Fo (ps: nell’umile versione pop). [“la Repubblica"] Rossi è un genio nel concentrare un’intera situazione in un’immagine, in una singola invenzione. […] La regia di Carolina De La Calle Casanova tiene insieme il tutto con sobrietà e freschezza. Se Rossi è bravissimo, la vera sorpresa è Lucia Vasini, strepitosa nel monologo finale di una Madonna quasi testoriana. [“Il Sole 24 Ore”] 10 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 11 DANZA 23 febbraio 2011 Associazione Pier Lombardo UKIYO-E il fluire di una stella con Luciana Savignano Matteo Bittante, Cristian Cucco con la partecipazione di Lucia Minetti coreografia e regia Susanna Beltrami musiche Bregovic, Brel, Dandria Field, Murcof, Picco, Umebayashi costumi Daniela Gerini assistente di compagnia Floriana Battista maitre du ballet Matteo Bittante Susanna Beltrami dedica Ukiyo-e alla grande étoile Luciana Savignano quale testimonianza di una relazione artistica iniziata quindici anni fa. Ukiyo-e – in italiano “mondo fluttuante” - introduce il senso inafferrabile e affascinante di un incontro artistico e umano ed esalta il senso di una corporeità teatrale che unita alla danza coglie la sensibilità del vivere ogni istante sottratto al destino e trasformato in un'avventura creativa. Così Susanna Beltrami racconta attraverso appunti e citazioni la storia di due donne, due artiste che visualizzano assieme aspirazioni e immagini della loro maturità. UKIYO-E Susanna Beltrami si specializza nello studio della danza moderna e contemporanea con Jorma Uotinen, Larrio Ekson, Carolyn Carlson e negli Stati Uniti presso la Merce Cunningham Foundation di New York. Nel 1986 si stabilisce a Milano dove collabora come docente presso le I.A.L.S. e lo S.P.I.D. In seguito riceve l’incarico didattico dal Teatro alla Scala per i corsi di formazione professionale per ballerini e màitres e dalla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi per l’Atelier di teatro-danza. Nel 1995 diviene direttore artistico di Professione MAS, scuola interdisciplinare di spettacolo. Nel 1998 è fondatrice e direttrice artistica della Compagnia Pier Lombardo Danza. Il rapporto tra parola e gesto è una costante nella drammaturgia contemporanea e in questo spettacolo emerge intensamente nei quattro movimenti, espressi da un’impeccabile Luciana Savignano e dai danzatori della Compagnia Pier Lombardo Danza. La Sinfonia n. 8 di Shubert anima un finale coreografico trascinante. [Ugo Ronfani, “Il Giorno”] Entrano corporei i ballerini diretti da Susanna Beltrami, mentre Luciana Savignano ripropone quella teatralità che ha sempre avuto quel volto misterioso ed esotico, con linee di acciaio trasparente. [Elsa Airoldi, “Il Giornale”] 12 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 13 teatro 11 marzo 2011 Zocotoco srl Luca Zingaretti legge LA SIRENA dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa drammaturgia Luca Zingaretti Nonostante Giuseppe Tomasi di Lampedusa sia noto soprattutto per Il Gattopardo, se si osserva la pur modesta opera letteraria dell’autore, non si può far a meno di annoverare tra i suoi capolavori anche quel piccolo gioiello che è Lighea. Pubblicato postumo nel 1961 per Feltrinelli, questo racconto affascina sotto innumerevoli aspetti. Colpiscono le raffinate scelte semantiche che spaziano dall’italiano forbito al dialetto popolano, la precisa e attenta costruzione della sintassi, le scrupolose descrizioni di luoghi, personaggi, eventi, ma soprattutto sensazioni. Dalle pagine del racconto ambientato nella fredda Torino emerge con vigore la calda Sicilia: l’odore della salsedine, il sapore dei ricci di mare, il profumo di rosmarino sui Nèbrodi, il gusto del miele di Melilli, le raffiche di profumo degli agrumeti, «l’incanto di Castellammare, quando le stelle si specchiano nel mare che dorme e lo spirito di chi è coricato riverso fra i lentischi si perde nel vortice del cielo mentre il corpo, teso e all’erta, teme l’avvicinarsi dei demoni». LA SIRENA Di tutte queste sensazioni si arricchisce lo spettacolo La Sirena, accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti, di cui Luca Zingaretti non è solo interprete ma anche curatore della regia e dell’adattamento drammaturgico, trova spazio, in un percorso tra la carnalità del Presente e la spiritualità dell’Antichità, la ricchezza della poesia della terra siciliana su cui sembra palpitare quella melensa e liquorosa stasi del vivere che connota gran parte dei paesaggi e degli uomini. La riduzione di Zingaretti è sagace e fluida; così come è magnifica la sua lettura intervallata dalle musiche di grande struggimento sentimentale. Sulle prime l’attore ti spiazza, con una voce tenorile, tutta di testa. Poi, dove accende lampi sulla bellezza e sull’amore dei giovani, il tono si fa quasi opaco. Durante il racconto della sirena, poi, la voce è seduzione pura. [Osvaldo Guerrieri, “La Stampa”] 14 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 15 teatro 22 marzo 2011 Vocitinte in collaborazione con Comune di Recanati/Teatro Persiani e Amat L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello con Ettore Colombo, Silvia Degrandi, Stefano Moretti regia Antonio Mingarelli Vocitinte fa parte della piattaforma “Matilde”. Progetto di Regione Marche e Amat L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU' 16 | Urbinoinscena Accolta con perplessità al suo debutto, nel tempo la commedia di Pirandello si è imposta come una delle più rappresentate in Italia e nel mondo. Il farsesco tema trattato è ben rappresentato dal titolo, in cui si individuano tre maschere, corrispondenti ad altrettanti “tipi” morali. La prima è quella dell’Uomo ovvero Paolino, professore privato che cela dietro il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella; quest’ultima è invece la Maschera della Virtù, pudica madre di famiglia abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente come il ritratto della Bestia. Commedia a orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli che la società impone all’individuo quando ne orienta i comportamenti, gli istinti. È un apologo senza sconti, lucidissimo e violento, dove in scena assistiamo alla danza macabra di individui ridotti a fantocci, di identità violate che si stagliano agguerrite tre le pieghe multiformi dell’ipocrisia umana. Qui più che mai la maschera e il mascheramento preludono a una festa senza festeggiati, ad un inquietante carnevale dove s’apparecchia il banchetto di una società crudele, erosa nella sue prerogative morali, nella sua innocenza. Urbinoinscena | 17 Foto di Tommaso Lepera DANZA 7 aprile 2011 NUOVA DANZA ITALIANA Anticorpi Explo in collaborazione con Marco D’Agostin Viola Marta Bevilacqua/Compagnia Arearea Nec Nec [lo spettacolo contiene scene di nudo integrale] Matteo Fantoni Leoni Giulio D’Anna Bloody body blah Una nuova generazione di artisti rende particolarmente vitale lo scenario della danza contemporanea italiana. Nel corso della serata andranno in scena gli ultimi lavori di quattro promesse della nostra scena, tutti talenti e progetti emersi dalla "Vetrina giovane danza d'autore" promossa dal network Anticorpi XL per la loro originalità che testimoniano qualità ed evoluzioni della nuova coreografia. In Viola - spettacolo vincitore del Premio del Pubblico e della Giuria - Gd’A Veneto 2010 - si indagano i possibile effetti della violenza del porsi. Il viola è considerato il colore del doppio, della transizione, ma anche della volontà di essere diversi e della carica erotica. Ha in sé la vitalità del rosso e l’intimità del blu ed esprime una forza di tipo primitivo, violento, istintivo. ‘Vìola’ è la terza persona singolare del presente indicativo di ‘violare’, verbo il cui significato centrale è quello di “andare oltre una soglia con un’azione di forza o illecita”, e alla cui origine sta forse il termine latino ‘vis’, ovvero ‘forza’. Anticorpi Explo Nec nec si inserisce all'interno del progetto Il Libro di Carne - studio sulla genealogia del corpo come un tassello, un inciso, uno studio aperto sulla multiformità del corpo. Nec Nec mostra una incompiutezza, una ambiguità. Sulla scena una figura femminile doppia indaga le sue diverse nature, senza venirne a capo, gioca con le sue contraddizioni senza trovarne la coda. La sua non è una metamorfosi, piuttosto la convivenza di trame differenti. Leoni è un debutto. È la prima rappresentazione del pezzo che Fortunato Fiorucci ha preparato per più di cinque anni nel suo garage. È il risultato del suo lavoro quotidiano di “allenamento del coraggio”. Il coraggio di andare oltre i propri limiti, di alzarsi ogni mattina per andare a fare un lavoro che non gli piace, di superare le sue paure, di rischiare, di fare una telefonata, di licenziarsi, di parlare, di accettare il proprio giudizio, di vivere. Ecco quindi il risultato di anni di lavoro in solitudine, di serale allenamento, di prove, di conquiste, di errori e di verifiche, per arrivare, forse, alla fine, semplicemente a vivere. Leoni è un pezzo assurdo, è un pezzo tragico travestito da comico, è qualcosa che appartiene a tutti. Bloody body blah, scrive Giulio D’Anna, “è la mia storia, tuttavia è la storia di tutti. Questo è il mio lago, tuttavia non è l’acqua che mi bagna. Il Lago dei Cigni è una tragedia, tuttavia parla d’amore. La lotta e la fantasia di un uomo attraverso il punto di vista di Odette.” Come coreografo D’Anna è interessato alla fusione di diversi linguaggi teatrali con “corpi drammatici” alla ricerca di corpi virtuosi non convenzionali. Dramma, desiderio ed umorismo sono parole chiavi per le sue produzioni. 18 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 19 TEATRO RAGAZZI 12 dicembre 2010 Il baule volante IL SOGNO DI TARTARUGA Una fiaba africana regia Andrea Lugli collaborazione alla parte narrativa Roberto Anglisani IL SOGNO DI TARTARUGA STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA Tartaruga fece un sogno. Sognò un albero che si trovava in un luogo segreto. Sui rami dell’albero crescevano tutti i frutti della terra: banane, datteri, noci di cocco, meloni, miglio, patate dolci, manioca e tanti altri. Tartaruga raccontò il suo sogno agli altri animali, ma tutti risero. “È solo un sogno”, dicevano. “No”, replicò Tartaruga,” sono sicura che esiste davvero. Andrò da Nonna Koko e lei saprà dirmi dove cresce”. “Aspetta! andrò io, tu sei troppo lenta!”, disse la scimmia. E si mise in viaggio. Ma ai sogni occorre credere fino in fondo perché si avverino. E soprattutto non bisogna avere fretta! Tartaruga tutto questo lo sa molto bene. E Tartaruga aspettò con la sua nota pazienza, così alla fine… Il racconto di questo albero meraviglioso viene dall’Africa, un continente che tutti sogniamo, una terra che immaginiamo piena di colori, di suoni e ritmi, di una natura esuberante e vitale. Ed è così che vogliamo raccontare la storia, con vivacità e tanta musica, come in un sogno. I protagonisti sono gli animali della savana, rappresentati da pupazzi animati a vista. Le musiche sono eseguite dal vivo su ritmi e strumenti africani, con tutta la loro carica di energia, capace di coinvolgere gli spettatori di tutte le età. 9 gennaio 2011 Principio Attivo Teatro STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA (mannaggia 'a mort) con Giuseppe Semeraro, Dario Cadei, Leone Marco Bartolo regia Giuseppe Semeraro luci Otto Marco Mercante scenografie Dario Rizzello / Officine KataPelta musiche originali Raffaele Vasquez e Leone Marco Bartolo eseguite dal vivo da L. M. Bartolo vincitore PREMIO EOLO AWARDS 2010 – migliore spettacolo di teatro ragazzi e giovani finalista al Premio Scenario Infanzia 2008 Un sogno, un incubo forse un gioco. Un cartone animato in bianco e nero, un film muto con due attori in carne e ossa. Intorno a un quadrato bianco, sintesi di una casa invisibile, si danno battaglia un uomo, il suo fedele palloncino e un dispettoso uomo nero. La singolarità di questo lavoro è la sua essenzialità e l'assenza totale di un testo. Un racconto semplice e diretto sull'eterna lotta tra bene e male, morte e vita, luce e ombra, amore e odio, tutto con leggerezza e ironia. Una favola muta sulla possibilità di far incontrare questi eterni contrari. Una fiaba noir accompagnata dalle diavolerie acustiche, eseguite dal vivo, da un musicista che scolpisce lo spazio scenico con ritmo e poesia. Definito come “una creazione di grande e raffinata fattura che senza una parola costruisce un conflitto antico come il mondo” in cui le divertenti dinamiche tra i due protagonisti diventano pian piano una danza liberatoria e coinvolgente. 20 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 21 LA CITTà IN SCENA 5 e 6 gennaio 2011 Compagnia dialettale urbinate L'APPARTAMENT due atti in dialetto urbinate liberamente tratto da La Chèsa Nova di Paolo Cappelloni regia Amleto Santoriello Il matrimonio è un passo importante e occorre pensarci bene, soprattutto se fra i due non c'è un sincero "slancio" verso quella nuova strada che si dovrà percorrere insieme. Fabio e Gabriella sono alle soglie della loro nuova vita e dentro la loro nuova casa ancora da arredare, ma… qualcosa o qualcuno farà vacillare i pilastri del loro rapporto. A disturbare infatti questo piccolo mondo in costruzione ci penserà Marina, la tranquilla vicina di casa, con la divertente e non dichiarata complicità di Gloria. In questo gioco ancora incompleto cerca ostinatamente di inserirsi Antimo, "l'amico intimo", alla continua ricerca di un suo ruolo nel gruppo. L'APPARTAMENT OM E GALANTOM 29 e 30 aprile 2011 Compagnia dialettale urbinate OM E GALANTOM tre atti in dialetto urbinate liberamente tratto da Uomo e Galatuomo di Eduardo De Filippo regia Amleto Santoriello Una compagnia di attori improvvisati si esibisce maldestramente e per necessità in un albergo di Pesaro, che, ben presto, trasforma in uno spazio a suo uso e consumo; i nostri lavano, stendono, cucinano, provano... il mestiere di attore si mescola alla vita incerta e caratterizzata da una "fame" atavica. Questo mondo sarà attraversato da una avventura borghese fra un galantuomo, lo stesso che ha invitato la improbabile compagnia, e la sua amante misteriosa. La sincerità dell'uomo lo costringerà a fingersi pazzo e l'incontro nella stessa casa con il capocomico della compagnia provocherà equivoci esilaranti. Il gioco prosegue in commissariato con lo stesso capocomico che fa il matto per non pagare il conto dell'albergo. 22 | Urbinoinscena Urbinoinscena | 23 ABBONAMENTI teatro [sei spettacoli] settore A € 105,00 ridotto* € 80,00 settore B ridotto* € 80,00 € 65,00 settore C € 55,00 danza [tre spettacoli] settore A € 35,00 ridotto* € 25,00 settore B ridotto* € 25,00 € 20,00 settore C € 20,00 VENDITA ABBONAMENTI rinnovo dal 25 al 27 ottobre nuovi dal 28 ottobre al 3 novembre [domenica e festivi esclusi] BIGLIETTI settore A ridotto* € 20,00 € 15,00 settore B ridotto* € 15,00 € 12,00 settore C € 10,00 Butterfly, Ukiyo-e settore A ridotto* € 15,00 € 12,00 settore B ridotto* € 12,00 € 10,00 settore C € 8,00 Nuova Danza Italiana posto unico numerato € 10,00 ridotto* € 8,00 *giovani fino a 24 anni e studenti 24 | Urbinoinscena Teatro per ragazzi Posto unico numerato € 8,00 ridotto € 5,00 [da 4 a 14 anni] La città in scena platea, palchi primo e secondo ordine € 8,00 palchi terzo ordine € 5,00 loggione € 3,00 Botteghino del Teatro Sanzio corso Matteotti, Urbino tel. 0722 2281 dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 20 sabato dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 18 alle ore 20 VENDITA BIGLIETTI Botteghino del Teatro Sanzio due giorni precedenti la prima rappresentazione [esclusa la domenica] nei giorni di rappresentazione dalle 16 fino ad inizio spettacolo domenica chiuso, tranne se giorno di rappresentazione Amat corso Mazzini 99, Ancona tel. 071 2072439 dalle ore 10 alle ore 16 [sabato e festivi esclusi] Amat - Biglietteria dei teatri in rete presso Ufficio Informazioni Turistiche della Provincia di Pesaro e Urbino via Rossini 41, Pesaro tel. 0721 638882 Biglietteria on line www.amat.marche.it www.vivaticket.it è possibile acquistare presso la biglietteria del Teatro Sanzio i biglietti per gli spettacoli in programma nei teatri della provincia di Pesaro e Urbino. CARTA MUSEI I possessori di Carta Musei Marche potranno usufruire delle riduzioni esistenti per Urbinoinscena 2010/11. I possessori di un abbonamento o di un biglietto di Urbinoinscena potranno usufruire delle riduzioni per l'acquisto della Carta Musei Marche. [www.cartamusei.marche.it] INFORMAZIONI Comune di Urbino Assessorato alla Cultura, Assessorato al Turismo tel. 0722 309222 / 309602 www.urbinoculturaturismo.it [email protected] [email protected] Teatro Sanzio tel. 0722 2281 AMAT tel. 071 2072439 www.amat.marche.it INIZIO SPETTACOLI teatro e danza ore 21 teatro per ragazzi ore 17 la città in scena ore 21