Checco Zalone fa boom e supera Benigni Il suo è il film italiano più

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Gazzetta del Sud Martedì 18 Gennaio 2011
Spettacoli
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“Che bella giornata” primo nella classifica nazionale, con oltre 31 milioni di euro in soli 11 giorni
Checco Zalone fa boom e supera Benigni
Il suo è il film italiano più visto di sempre
«Chiedo scusa al Maestro: quando mi daranno tre Oscar potrò dire d’averlo battuto»
Francesco Gallo
I magnifici dieci
ROMA
Sono bastati tre mesi per sconvolgere una classifica rimasta uguale fin dal 1997, quando “La vita è
bella” di Roberto Benigni divenne il film italiano che oltre ad aver
ricevuto tre Oscar aveva incassato di più. Ma ora il primo in classifica è invece il fenomeno Checco
Zalone che, con “Che bella giornata”, in soli 11 giorni chiude la
partita con Benigni: 31.479.000
euro contro 31.231.984 (ma c’è
chi sostiene, come il sito “Badtaste.it” che Cinetel all’epoca del
film di Benigni monitorava meno
del 70 per cento delle sale, rispetto all’ 85-90 per cento di oggi, e
che il prezzo medio dei biglietti
era inferiore di un euro almeno).
Ma la top ten dei film italiani
più visti era in realtà già cambiata
con l'uscita il 1 ottobre di un altro
fenomeno, “Benvenuti al Sud” di
Luca Miniero che si era collocato
di diritto al secondo posto. “Benvenuti al Sud”, tra l’altro, è ancora in sala e ha raggiunto quota
29.804.292.
Insomma, con questo terremoto nella classifica viene ribadito, se ce ne fosse ancora bisogno,
che l’eccezione del film di Benigni, l’unico di argomento parzialmente serio, è davvero e resta
un’eccezione. Sui dieci film nella
top ten per incassi troviamo infatti solo commedie, tre film di Pieraccioni (Il ciclone, Fuochi d’artificio e Il paradiso all’improvviso),
due cine-panettoni Filmauro
(Natale sul Nilo e Natale a Rio) e
due film di Benigni (oltre La vita è
bella c'è anche Pinocchio).
«Non è dai soldi che si misura il
vero valore di un film, specie se
ne prendi pochi come nel mio caso. Chiedo scusa al maestro Benigni. Quando a Hollywood si rin-
Eleonora Abbagnato e Jean-Sèbastien Colau
Checco Zalone in una scena di “Che bella giornata” e, sotto, il capolavoro di Benigni “La vita è bella”
coglioniranno e mi daranno tre
Oscar allora si potrà dire che l’ho
superato», dice Zalone commentando divertito il record annunciato.
«Nel cinema d’autore – dice invece il regista di “Che bella giornata”, Gennaro Nunziante – ci si
sfida a chi ce l’ha più lungo... il
piano sequenza. Non vorrei che
nel cinema di intrattenimento ci
si sfidasse a chi ce l’ha più grosso... l'incasso! Ringraziamo le
tante persone per il grande affetto verso Checco e verso il film».
Il produttore della Taodue,
Pietro Valsecchi, commenta:
«Roberto Benigni, al di là di ogni
classifica, resta un faro per le nostre e per le future generazioni».
Tornando alla marcia trionfale di Zalone, se si considera che è
in sala da soli 11 giorni è legittimo pensare a ben altri traguardi.
Insomma, per la storia di questa
guardia giurata (Zalone), rigorosamente e orgogliosamente pugliese, alla prese con un’amante
islamica e con un’Italia in cui si va
avanti con le raccomandazioni
(meglio se del Vaticano), il traguardo è intorno ai 40 milioni di
euro. E forse anche di più.
In pochi giorni stravolta la
classifica dei dieci film italiani più visti di sempre
(ma in effetti andrebbe detto dall’epoca in cui ci sono i
rivelamenti Cinetel). “Che
bella giornata” con Checco
Zalone balza infatti in testa
alla classifica scalzando
“La vita è bella” di Roberto
Benigni che passa al secondo posto. E “Benvenuti al
Sud”, anche lui da poco in
classifica, si ritrova al terzo
posto. Tra le curiosità di
questa top ten italiana, il
fatto che Leonardo Pieraccioni occupi ben tre posizioni (sesta, ottava e nona), Benigni due (seconda
e settima) come d’altronde
Neri Parenti con i cine-panettoni Filmauro (quinta e
decima posizione).
Questi i “magnifici dieci”
1) “Che bella giornata” di
Gennaro Nunziante
2) “La vita è bella” di Roberto Benigni
3) “Benvenuti al Sud” di
Luca Miniero
4) “Chiedimi se sono felice” con A.G.& G.
5) “Natale sul Nilo” di Neri
Parenti
6) “Il ciclone” di Leonardo
Pieraccioni
7) “Pinocchio” di Roberto
Benigni
8) “Fuochi d’artificio” di
Leonardo Pieraccioni
9) “Il paradiso all’improvviso” di Leonardo Pieraccioni
10) “Natale a Rio” di Neri
Parenti.
Oggi e domani al Politeama il celeberrimo musical “Cats” con la regia di Saverio Marconi
Attenti: a Catanzaro arrivano i “Gatti”!
CATANZARO. Arrivano al teatro
Politeama di Catanzaro i gatti più
famosi del mondo. Oggi e domani
il teatro del Capoluogo ospiterà
“Cats”, uno dei più grandi successi teatrali di tutti i tempi per spettatori, numero di recite e incassi .
Il musical è uno dei titoli di punta
del cartellone del Politeama. Derivato da un racconto di Thomas
Stearns Eliot (“Il libro dei gatti
tutto fare”) e musicato dal celeberrimo compositore Andrew
Lloyd Webber (Jesus Christ Superstar, Evita, Il fantasma
dell’Opera) con la regia di Saverio
Marconi, il musical ha totalizzato,
in questa versione italiana, duecentomila spettatori nell’ultime
due stagioni , 6,7 milioni di euro e
teatri «sold out» in tutta Italia.
L’incontro dei Jellicle – i 25 ce-
lebri gatti, dispettosi, golosi, raffinati, magici, sensuali, che da quasi trent'anni incantano gli spettatori di ogni età – è una grande festa. Nella notte più speciale
dell’anno i gatti si riuniscono per
conoscere chi fra loro avrà il privilegio di salire verso il «Dolce Aldilà» e rinascere così a nuova vita.
Questa volta, in via eccezionale,
hanno invitato anche gli umani
alla festa, per far conoscere loro
quanto i gatti siano animali particolari ed abbiano una visione del
mondo unica. Ascoltandone i racconti e condividendone l’emozioni, il pubblico coglie appieno
quanti aspetti umani ci sono nei
gatti e quanti aspetti «felini» negli
uomini.
La produzione Compagnia della Rancia si preannuncia dunque
Gli irresistibili gatti “Jellicle” in scena durante lo spettacolo
un evento di spicco nel panorama
teatrale. La traduzione in italiano
permette finalmente al pubblico
italiano di entrare nel mondo di
questi gatti così speciali, ascoltare
i loro racconti, condividere le loro
emozioni. Per la prima volta dunque non assisteremo a una pura
traduzione – come è già accaduto
in oltre 20 paesi dove è stato rappresentato nella edizione originale – bensì a un allestimento completamente nuovo di “Cats”, in cui
spiccano le coreografie di Daniel
Ezralow, che firma anche la regia
associata.
Una nuova ambientazione, carica di suggestioni, anche per la
scenografia di Gabriele Moreschi:
i gatti Jellicle italiani si incontreranno nella discarica vicino ad un
vecchio luna park. r.c.
Al Galà internazionale di Reggio
L’Étoile Abbagnato
e tutta la passione
della danza
Cristina Cortese
REGGIO CALABRIA
Se i capelli di seta e gli occhi
color mare possono tradire le
sue origini siciliane, il carattere e la determinazione conquistati “a passo di danza” sono,
per Eleonora Abbagnato, Étoile dell’Opera di Parigi e stella
internazionale, «l’eredità meridionale che mi porto sempre
dentro e della quale andare orgogliosa». E proprio una città
del profondo Sud, quella Reggio Calabria dove non era mai
stata e dove per l’occasione ha
riunito la sua famiglia venuta
da Palermo, le consegna l’ultimo successo: “Passioni d’amore”, galà internazionale di
danza che, in due atti, attraverso passi a due e spettacolari
assoli tratti dai più celebri balletti, ha suggellato nella danza
tutta l’emozione e il dramma
dell’amore.
Una serata davvero speciale
quella vissuta dal “Cilea”, iniziata con il pubblico che si assicura il posto a sedere già
un’ora prima l’inizio dello
spettacolo e proseguita sul
palco, dove Eleonora insieme
con altre stelle della danza
mondiale (Letizia Giuliani e
Zhani Lukaj, Larissa Lezhnina
e Jozef Varga, Carmen Corella
e Dayron Vera) ha scritto pagine di arte pura, disegnando e
consacrando, senza l’uso di alcuna parola, ma solo con il
corpo, il sentimento più bello.
Ebbene, nonostante il successo e il fatto che Eleonora
sia, oggi più che mai, personaggio mediatico, amato e
corteggiato anche dalla televisione (ricordiamo, nel 2009 la
presenza a Sanremo a fianco
di Bonolis), la danza resta il
primo amore senza concorrenza. Ammette: «In televisione
mi diverto, ma la danza è il
mio mondo. Quell’amore nato
per caso, (sopra il negozio della
madre c’era una scuola di danza che ha cominciato a frequentare già a due anni e mezzo,
ndr), ma che non è più uscito
dal mio cuore, insegnandomi
la disciplina, il saper vivere e il
carattere indipendente che mi
hanno aiutato a costruire la
mia personalità, oltre che il
successo. Poi, certamente mi
ha aiutato la mia terra, punto
d’incontro di tanti coreografi
di livello e di tante conoscenze, come quella speciale, con
Carla Fracci».
E così, pur ammettendo «le
difficoltà a scegliere gli estratti di repertorio in un galà», è
stato proprio il passo a due
tratto dal IV atto de “Il lago dei
cigni” interpretato da Eleonora e Jean-Sèbastien Colau,
ballerino dell’Opèra Nizza –
nel quale si celebra l’amore sacro di Odette trasformata in
Cigno Bianco – a consegnare
al Cilea uno dei momenti più
suggestivi
del
viaggio
nell’amore attraverso la danza, tra stili coreografici diversi
e tocco innovativo apportato
alla danza classica da danzatori e compagnie di primissimo livello.
Eleonora ha avuto, tra gli
altri, un ulteriore prestigioso
riconoscimento: è consulente
artistica del Teatro Petruzzelli
di Bari, incarico triennale per
il rilancio di questo storico teatro, rinato a nuova vita. Cosa
significa? Conclude la ballerina: «È una cosa che mi gratifica e mi stimola molto. Intanto,
per la possibilità di lavorare
nel Sud nel quale credo e nel
quale mi identifico per molti
aspetti, nonostante la mia importantissima esperienza parigina mi abbia aperto porte impensate. Poi, perché significa
assumere, in prima persona,
decisioni artistiche, valutarne
i contenuti e trasmettere, attraverso le tue scelte, la magia
della danza. Essere ballerini
richiede molti sacrifici e studi,
ma è anche bello riuscire a fare e a promuovere cultura».
Come accade a Reggio. «È
stata una grande serata nel segno della continuità e della
tradizione, perché la danza
che conta è ormai patrimonio
di Reggio Calabria che non ha
nulla da invidiare ai teatri più
importanti – spiega il direttore
artistico del Cilea nel settore,
Maria Pia Lotta – . Ebbene, venendo a “Passioni d’amore”,
l’intento è stato ricreare un
Gala della danza dove a conquistare lo spettatore non fosse la scenografia, ma l’arte pura degli artisti; la plasticità e
l’armonia dei loro corpi nel
raccontarsi e nel raccontare
l’amore». In scena da domani al Teatro Vittorio Emanuele di Messina la vicenda tratta dal romanzo di Moravia
Da febbraio il reality di Raidue
Quel che viene dopo il dramma della “Ciociara”
Alba Parietti e Luxuria
opinioniste all’ “Isola”
MESSINA. Prima un grande romanzo (di Moravia), poi un grande film (di De Sica). Adesso “La
ciociara” arriva a teatro nella riduzione di Annibale Ruccello,
con la regia di Roberta Torre e
l’interpretazione di Donatella Finocchiaro. Prodotta dalla Fondazione Teatro di Napoli - Teatro
Bellini, sarà in scena al Vittorio
Emanuele da domani a domenica.
Ruccello, il grande autore teatrale (basta ricordare “Ferdinando”) morto prematuramente nel
1986 in un incidente stradale, ha
ambientato la sua versione nella
Donatella Finocchiaro e Daniele Russo
contemporaneità e il ricordo della violenza subita da Rosetta, la figlia di Cesira, durante la seconda
guerra mondiale, rimane sullo
sfondo, apparentemente “dimenticato”, ma invece determinante.
Se il film di De Sica, girato nel
1960, è ricordato soprattutto per
il volto di Sophia Loren (che per
quella interpretazione ebbe
l’Oscar) e per la narrazione cruda
degli avvenimenti, qui l’azione
comincia con le due donne che
stanno litigando per l’acquisto di
un’automobile. «L'idea formidabile di Ruccello – ha detto Roberta Torre, regista cinematografica
(“Tano da morire”, “Sud Side Stori”) all’esordio in teatro – è spingersi a guardare il “dopo” della vicenda. Gli anni sono passati, lo
stupro è ormai lontano. Riaffiora
molesto solo in qualche flashback. Subito respinto. Le due
donne sembrano tornate a una
salda “normalità”, a una vita piccolo borghese al di là di ogni loro
speranza. Ai tempi duri della
guerra sono subentrati quelli “comodi” di un consumismo molle,
che giustifica tutto».
Donatella Finocchiaro, musa
dei registi italiani, ha una solida
esperienza teatrale: «Il dolore
stampato sul viso della Loren è un
primo piano che fa parte del nostro immaginario collettivo, è un
confronto temerario sul palcoscenico, dove sono impossibili i
primi piani. Ma la sfida è questa:
reinventarsi il modo di proporre
vicenda e personaggio».
Gli altri interpreti: Daniele
Russo, Marcello Romolo, Rino Di
Martino, Lorenzo Acquaviva,
Rocco Capraro, Martina Galletta,
Liborio Natali; con la partecipazione di Dalia Frediani. Le scene
sono della Torre, i costumi di Mariano Tufano, le musiche di Massimiliano Pace. e.s.
ROMA. Conduttrice su La7D in
prima serata dal 3 febbraio col
programma “Alballoscuro”,
ma anche opinionista a “L'Isola dei Famosi 8”. Inizio d’anno, quindi, col botto per Alba
Parietti, che vedremo a febbraio negli studi del reality
condotto su Raidue da Simona Ventura.
Come rivela in esclusiva Tv
Sorrisi e Canzoni, che è in edicola da oggi, ad affiancare Alba, sempre nel ruolo di opinionista, troveremo pure Vla-
dimir Luxuria, che vinse la sesta edizione del reality.
Quest’anno “L'Isola” sarà
ambientata nuovamente in
Honduras, dopo il trasferimento in Nicaragua, nella
passata stagione. Del cast
dell’ottava stagione non si sa
ancora molto, ma saranno certamente presenti l’attrice
Eleonora Brigliadori e Abigail
Barwuah, 22 anni, figlia di
Thomas e Rose, genitori di
origine ghanese di Mario Balotelli. 
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