White paper Oracle Zero Data Loss Recovery Appliance: il “digital recorder” per le transazioni aziendali Sponsorizzato da: Oracle Phil Goodwin Agosto 2016 Liz Conner L'OPINIONE DI IDC I dirigenti delle aziende si aspettano due cose dai reparti IT: la garanzia del funzionamento continuo dei sistemi e il ripristino rapido e senza perdita di dati in caso di guasti. Esiste tuttavia un certo scarto fra le aspettative dei dirigenti aziendali, che non sono tecnici, e ciò che sono in grado di offrire le tecnologie attuali. Per prevenire i tempi di fermo e le perdite di dati dei carichi di lavoro mission-critical ospitati nei database, le organizzazioni possono implementare sistemi ad alta disponibilità (high availability, HA). Si tratta di prodotti costosi, complessi e difficili da gestire ma che valgono la spesa sostenuta, soprattutto per le applicazioni mission-critical più esigenti. Inoltre, per le applicazioni dai requisiti più elevati, le organizzazioni IT possono scegliere anche soluzioni specializzate, all’avanguardia, in grado di offrire i livelli di servizio richiesti e di migliorare la protezione dei dati al prezzo più conveniente possibile. I principali elementi chiave che devono offrire le soluzioni per la protezione dei dati sono: risultati basati sui livelli di servizio in grado di adeguarsi, con il passare del tempo, a SLA sempre più restrittivi; agilità e flessibilità con qualunque tipo di implementazione, on-premise, in cloud o in scenari ibridi; automazione, che renda la protezione dei dati una delle normali operazioni quotidiane. IN QUESTO WHITE PAPER In questo white paper, IDC prenderà in esame le difficoltà legate agli schemi di backup tradizionali e al continuo cambiamento delle dinamiche nelle strategie di protezione dei dati. Verrà esaminato il prodotto Oracle Zero Data Loss Recovery Appliance (ZDLRA) e il suo ruolo nel il miglioramento dei livelli di servizio di tutti i tipi di database Oracle. DEFINIZIONI Obiettivo del punto di ripristino (Recovery Point Objective, RPO): intervallo di tempo fra gli eventi di protezione dei dati. Ad esempio, creando un’istantanea una volta all’ora si otterrà un RPO di 1 ora. Il RPO indica l’intervallo massimo di tempo in cui si può verificare una perdita di dati in caso di guasti. Obiettivo di tempo di ripristino (Recovery Time Objective, RTO): quantitativo di tempo trascorso da un guasto al ripristino dei servizi applicativi. August 2016, IDC n. US41634716 Accordo sul livello di servizio (Service-level Agreement, SLA): specifica aziendale che definisce i servizi offerti dal reparto IT alle business unit. Anche se RPO e RTO sono gli elementi costitutivi degli SLA di protezione dei dati, questi ultimi potrebbero specificare valori come ad esempio RPO di 1 ora e RTO di 4 ore. Di solito, gli SLA variano in base a eventi causali e all’importanza critica delle applicazioni. Appliance di backup costruite in maniera specifica (Purpose-Built Backup Appliance, PBBA): sottosistema di dischi creato appositamente come destinazione di backup e in funzione della capacità e non tanto in riferimento a performance in termini di IOPS con software specifici, in particolare di deduplica. Dato il livello basso di IOPS (a causa dell'utilizzo di dischi rigidi a capacità elevata e prestazioni non estreme) e l’attività di deduplica, i PBBA non sono solitamente utilizzati per il supporto dei carichi di lavoro applicativi. SITUATION OVERVIEW Dopo anni di attività di consolidamento, la protezione dei dati vive una fase di disaggregazione. Nell’era “client/server”, in cui NAS e SAN erano il fondamento dell'architettura di storage dominante, l’obiettivo principale era legato al consolidamento dello storage e all'eliminazione dei silos. Nello stesso periodo anche la protezione dei dati è cambiata, passando da un singolo evento a cadenza quotidiana basato sul nastro a un insieme di tecnologie (es. istantanee, mirroring e replica) che integrano il tradizionale backup e ripristino (B/R). Ciascuna di queste tecnologie affronta diversi scenari di perdita dei dati e si integra in una soluzione di protezione dati omogenea. Ancora più importante, queste tecnologie (o prodotti) aumentano la granularità di RPO e RTO, consentendone la riduzione a livello aziendale. Durante l'era del consolidamento SAN/NAS, i reparti IT cercavano di ridurre al minimo il numero di prodotti simili di protezione dei dati implementati. Ad esempio, in casi in cui alcune organizzazioni arrivavano a implementare ben 7 software di backup e ripristino, le best practice suggerivano di consolidarli al fine di utilizzarne non più di 2. L'avvento di concetti come virtualizzazione x86, cloud computing, storage federato e ad oggetti e piattaforme architetturali come Hadoop, ha spinto le organizzazioni a modificare gli approcci alla protezione dei dati. Anche se il backup/ripristino tradizionale resta un elemento chiave per i carichi di lavoro tradizionali, esso appare ormai tecnicamente inadeguato per i requisiti degli SLA aziendali richiesti dagli utenti per la maggioranza delle applicazioni. Inoltre, il B/R richiede una notevole quantità di lavoro, è incline a guasti notturni che occorre analizzare e ripristinare manualmente, è costoso in termini di hardware, software e manutenzione e in generale più semplicemente non riesce a soddisfare gli SLA richiesti. Il B/R viene ormai utilizzato come misura di sicurezza per i casi più disperati, quelli in cui gli altri metodi di protezione falliscono. Alla luce dell’inadeguatezza e obsolescenza tecnologica del B/R tradizionale, i reparti IT stanno implementando nuovi metodi di protezione per ambienti di vario tipo capaci di soddisfare appieno le esigenze aziendali. Invece di avvalersi ancora di produttori di B/R tradizionali, molte aziende hanno scelto altri fornitori per gestire infrastruttura virtuale e cloud e carichi di lavoro specifici come Oracle e Hadoop. Nella maggior parte dei casi, ciò richiede l'implementazione di una strategia basata su prodotti di alto livello per i carichi di lavoro, superando i compromessi tipici dell’era SAN/NAS. Questa disaggregazione nell’ambito della protezione dei dati aumenta la complessità della topologia di protezione dei dati aziendali, con effetti su gestione dei fornitori, formazione e integrazione. Ciononostante, le esigenze di business hanno la priorità. Per contrastare questo problema potenziale, le organizzazioni hanno scelto di implementare appliance di backup integrate e specifiche per la risoluzione dei problemi comuni del backup. Le PBBA costituite da bundle hardware e software ©2016 IDC n. US41634716 2 consentono ai reparti IT di semplificare le attività di implementazione grazie alla disponibilità di configurazioni pre-certificate facili da installare. Se intese come destinazione di backup, le PBBA offrono numerosi vantaggi rispetto al nastro. In primis, gli storage array sono per definizione più affidabili di dispositivi meccanici come librerie e dispositivi a nastro. Le PBBA non sono soggette a rotture o perdite dei nastri e non richiedono lunghi tempi di ricerca o riavvolgimento. Soprattutto, l’I/O di natura casuale delle PBBA offre tempi di ripristino molto più bassi rispetto ai nastri, e inoltre il software specializzato utilizzato dalle PBBA offre backup continui e incrementali, rendendo i dati sempre disponibili senza alcuna necessità di recupero dei nastri dal vault e ottimizzati per determinati carichi di lavoro applicativi. Per la valutazione delle soluzioni di disponibilità e protezione dei dati, IDC consiglia ai reparti IT di iniziare con la quantificazione dei costi dei tempi di fermo. Secondo le nostre ricerche, il costo medio complessivo dei tempi di fermo è pari a 100.000 dollari USA all’ora; questo valore può essere decisamente superiore per le applicazioni OLTP di grandi dimensioni. Gli schemi di protezione dei dati vengono plasmati quasi interamente in funzione dei costi dei tempi di fermo, che sono costituiti da due componenti fondamentali: Costi legati alla perdita di dati, che possono essere di natura tangibile e intangibile. È più semplice quantificare i costi tangibili, vale a dire quelli legati alla ricostruzione dei dati, alla ripetizione delle transazioni (se possibile) e a ogni perdita economica diretta legata all'impossibilità di ripristino dei dati. I costi intangibili comprendono elementi come per esempio i danni alla reputazione in caso di impossibilità di recupero degli ordini dei clienti. Costi dei tempi di fermo diretti, come ad esempio la perdita di produttività del personale che non può completare il proprio lavoro e l'impossibilità di elaborare determinate transazioni durante i disservizi, come ad esempio gli ordini dei clienti e le transazioni bancomat. Spesso le organizzazioni riescono a calcolare il valore economico medio per transazione e lo utilizzano per determinare i costi dei tempi di fermo. I costi diretti, inoltre, possono contribuire in maniera intangibile ai danni di reputazione. Una volta calcolato il costo totale dei tempi di fermo, i responsabili aziendali potranno confrontarlo facilmente con la spesa necessaria per una soluzione di protezione dei dati, ottenendo un valore di ritorno dell’investimento (ROI) in funzione del quantitativo medio annuo di tempi di fermo. Sarà quindi conveniente acquistare una soluzione dal costo inferiore a quello dei tempi di fermo. Vanno presi in considerazione anche gli elementi intangibili, che possono modificare l'equilibrio della situazione e spingerlo in direzione del cambiamento. Uno schema completo di protezione dei dati richiede continuità di metodi e tecnologie. Quasi tutte le organizzazioni usano istantanee basate su array, mirror (cloni) e replica locale e remota. Inoltre anche il cloud sta ricoprendo un ruolo sempre più importante nel campo della protezione dei dati. Secondo una ricerca IDC, oggi oltre metà (53%) dei reparti IT utilizza il cloud nell’ambito del proprio schema di protezione dei dati, percentuale che dovrebbe crescere fino a oltre l'80% entro il 2018. Le seguenti tecnologie offrono protezione in caso di diversi scenari di perdita di dati, garantendo RPO e RTO di diversa entità: le istantanee consentono il ripristino dei dati in caso di eventi di routine come danneggiamento dei dati ed errori degli utenti. Non offrono protezione dai guasti agli array, poiché di solito vengono eseguite nel medesimo gruppo RAID o array. Spesso le istantanee riescono a offrire il RPO più basso in assoluto, trattandosi di un’operazione eseguibile anche ogni 15 minuti ©2016 IDC n. US41634716 3 grazie a costi complessivi piuttosto bassi. Anche il RTO è relativamente contenuto. È tuttavia importante sottolineare che le istantanee potrebbero risultare poco efficaci per il ripristino dei database, trattandosi di un’operazione di natura manuale che può richiedere una certa preparazione, con aumento dei tempi di ripristino e relative incertezze. I mirror (o cloni) sono repliche complete di un insieme di dati o di un database che vengono eseguite su un array separato, in modo da offrire protezione dai guasti degli array. Il RTO può essere molto basso, poiché il processo di ripristino richiede semplicemente il montaggio su un server della copia replicata. Tuttavia, a causa degli elevati requisiti in termini di costi (sotto forma di tempo) e spazio (per la conservazione di una copia completa), i reparti IT non possono creare mirror o cloni con frequenza elevata. Il RPO è dunque piuttosto alto (es. 12 o 24 ore). La replica remota protegge da quasi qualsiasi tipo di guasto, compresa la perdita di un intero data center. È possibile calcolare l’RPO in base alla distanza e larghezza di banda ma, nella maggior parte dei casi, questo valore sarà compreso fra 5 minuti e 1 ora. Tuttavia, questa tecnologia presenta un RTO piuttosto elevato a causa del tempo necessario per il ripristino remoto di un intero carico di lavoro. Di solito, la replica remota viene eseguita fra sistemi omogenei usando un software basato su array. I repository di backup cloud offrono molti dei vantaggi della replica remota (es. protezione, RPO e RTO) senza però il vincolo dell’utilizzo di sistemi omogenei. Il cloud offre inoltre importanti risparmi sui costi rispetto alla gestione autonoma di un data center proprietario. La replica via cloud viene spesso eseguita attraverso una sorta di gateway che agevola la traduzione delle informazioni dai sistemi locali verso protocolli cloud come S3 o OpenStack. Anche utilizzando istantanee e replica remota per ridurre il RPO, l'intervallo di tempo interposto fra istantanee o punti di replica può comunque comprendere migliaia di transazioni. I reparti IT imparano a convivere con questa perdita di dati poiché non hanno una soluzione in grado di prevenirla. Tuttavia, numerose organizzazioni potrebbero ridurre al minimo perdite e costi di questo tipo usando soluzioni specifiche. Anche il ripristino dei database presenta problemi specifici che spesso richiedono tecniche più sofisticate rispetto a quelle utilizzate per i file system. Alcuni utenti Oracle preferiscono implementare Oracle RAC (Real Application Clusters) per ottenere un'elevata disponibilità; tuttavia questo prodotto è generalmente utilizzato solo per le applicazioni mission-critical e non per tutti i database di un ambiente. Inoltre, a causa della complessità dell’implementazione (tecnicamente possibile) del prodotto in località geograficamente separate, RAC non viene utilizzato spesso per la prevenzione dei guasti di interi data center. Gli utenti Oracle possono sfruttare i registri di “undo” e “redo” per ripristinare le transazioni in entrambe le direzioni temporali, ottenendo un punto di coerenza dei database in caso di guasto a un sistema. Ogni volta che un registro di “redo” viene memorizzato o replicato su altri array o in diverse località, sarà poi possibile eseguire il ripristino di un dato istante temporale, anche a distanza di tempo. Tuttavia, così come per le istantanee, i registri di “redo” non vengono utilizzati spesso per la protezione dai guasti a un sistema. Per molti anni, RMAN è stato l'elemento chiave dello schema di protezione dei dati per il backup dei database Oracle. Si tratta di un prodotto ben conosciuto dagli amministratori dei database e dei backup, ed è uno strumento affidabile e supportato da quasi ogni fornitore di software di backup presente sul mercato. ©2016 IDC n. US41634716 4 In sintesi, le organizzazioni IT sono in cerca di livelli di servizio con RTO e RPO sempre più bassi, soprattutto alla luce dei costi legati a perdite di dati e tempi di fermo. Gli utenti Oracle hanno favorito lo sviluppo di un sistema di strumenti e tecniche conosciuti e in grado di soddisfare gran parte dei requisiti di protezione dei dati. Per soddisfare in futuro requisiti ancora più esigenti, gli utenti Oracle cercheranno di ridurre tempi di fermo e perdite di dati attraverso l’implementazione di funzionalità di protezione dei dati semplificate e consolidate. PREVISIONI PER IL FUTURO Oracle offre una linea completa di prodotti di protezione dei dati, che hanno definito lo standard per il backup dei database Oracle anno dopo anno. Essi includono NAS, nastri virtuali, librerie di nastri e backup cloud. Oracle ha collaborato con i fornitori di software di protezione dei dati di terze parti per garantire la compatibilità di prodotti e soluzioni con le proprie tecnologie. Di recente, Oracle ha presentato Zero Data Loss Recovery Appliance, una PBBA specializzata che aggiunge un elemento in più alle funzionalità di ripristino dei database di Oracle. In poche parole, con un parallelo si potrebber affermare che la Recovery Appliance agisce come una sorta di “videoregistratore” digitale per i database Oracle, acquisendo in maniera continuativa le informazioni sulle transazioni al fine di riprodurle a un livello molto granulare. La Recovery Appliance offre due funzionalità di grande importanza: protezione dei dati sia a livello di transazione sia estesa, attraverso le appliance remote. Questa combinazione protegge le organizzazioni da numerose minacce legate alla perdita dei dati, fra cui danneggiamento delle informazioni, errori delle transazioni e guasti a data center e sistemi. Inoltre, essendo una singola appliance integrata riduce il numero di prodotti da integrare, semplificando l’implementazione per i clienti. Secondo Oracle, gli utenti della Recovery Appliance potranno ottenere quattro importanti vantaggi: eliminazione virtuale del rischio di perdite di dati, per un RPO reale virtualmente nullo; impatto minimo sulle prestazioni dei database, poiché solo le modifiche vengono trasferite e registrate nella Recovery Appliance; ripristino a livello di database, che permette il recupero di qualsiasi elemento, da una transazione singola a un intero database; scalabilità, che consente di proteggere tutti i database Oracle di un data center, con la possibilità di ripristinarli tutti, non solo quelli mission-critical. Il motore di policy della Recovery Appliance consente alle organizzazioni di offrire la “data protection as a service” ai propri utenti in ambienti di cloud sia pubblico che privato, garantendo un elevato livello di granularità nella definizione degli SLA per applicazioni, business unit o database specifici. Anche nei casi in cui venga applicato un profilo di protezione dati predefinito ai database, la Recovery Appliance consente alle organizzazioni di associare costi e benefici ai requisiti di business. Un altro aspetto importante della Recovery Appliance consiste nella possibilità, secondo Oracle, di migliorare fino al 25% le prestazioni dei database di produzione. Ciò avviene grazie al trasferimento delle funzioni di protezione dei dati dal server di database. A causa dell'utilizzo di agenti di backup o dell'esecuzione di operazioni di backup come compressione, eliminazione o convalida, le altre soluzioni di backup potrebbero aumentare il carico di calcolo dei server di database. La Recovery Appliance trasferisce invece tutte queste funzioni, lasciando il massimo della potenza di calcolo a ©2016 IDC n. US41634716 5 disposizione dei server per le funzioni relative ai database. È inoltre possibile applicare queste funzionalità a tutti i database in uso, per una sicurezza totale. La Recovery Appliance, basata su Oracle Database 12c, è un dispositivo hardware e software integrato implementabile anche nei cloud pubblici e privati. RMAN è il cuore delle operazioni della Recovery Appliance e la spina dorsale di ciò che Oracle definisce “Maximum Availability Architecture” (Architettura di disponibilità massima), che consente lo spostamento libero dei dati da database verso nastro, disco, cloud e Recovery Appliance. In altre parole, le operazioni della Recovery Appliance, anche se di natura differente, rimangono famigliari per gli amministratori dei database e dello storage. La tecnologia “delta push” è una nuova funzionalità del prodotto che consente di inviare i blocchi modificati dai database di produzione alla Recovery Appliance. Oracle descrive questa funzionalità come "un database che esegue il monitoraggio di un altro database". Fra le caratteristiche più interessanti di questa tecnologia ricordiamo la possibilità di supportare il trasferimento del “redo” in tempo reale per la protezione istantanea delle transazioni in corso, una funzione innovativa rispetto alle soluzioni di precedente generazione che consentivano di proteggere solo le transazioni già effettuate. In ambienti caratterizzati da centinaia o migliaia di transazioni eseguite in un dato istante, la perdita delle transazioni parziali potrebbe essere significativa e spingere a favore della Recovery Appliance, dispositivo in grado di ripristinarle al meglio. La funzione “delta store” della Recovery Appliance è un archivio compresso e convalidato di blocchi modificati che possono essere ripristinati in qualsiasi istante. Questa funzionalità ricorda la possibilità di riavvolgere il nastro di una videocassetta in un punto qualsiasi di un film, senza limitare il riavvolgimento a sezioni specifiche della pellicola. Per completare l'insieme totale degli scenari di protezione dei dati, la Recovery Appliance offre anche servizi di disaster recovery. Le funzionalità di replica dell’appliance offrono una flessibilità tale da consentire quasi ogni tipo di configurazione. È possibile iniziare con una replica unidirezionale, che consente il ripristino di emergenza verso un sito dedicato. È possibile inoltre usare una configurazione di replica bidirezionale, in cui due Recovery Appliance eseguono una replica reciproca come se si trattasse di due data center ridondanti. Infine, è possibile utilizzare una configurazione “hub-andspoke”, in cui diversi siti remoti eseguono la replica in un singolo sito centrale. Ognuna di queste configurazioni può utilizzare postazioni intermedie fra data center privato e dispositivi nel cloud pubblico. Oracle supporta anche la replica su nastro per un’archiviazione dei backup a basso costo. È possibile eseguire in tempo reale la replica fra diverse Recovery Appliance, eliminando così virtualmente la perdita dei dati anche negli scenari più complessi. Le funzionalità di riparazione automatica di questa appliance consentono la riconciliazione automatica dei cataloghi di backup fra diverse appliance. I dati vengono convalidati al momento dell'acquisizione, e ogni blocco danneggiato viene automaticamente riparato. Inoltre, il prodotto esegue mirroring, striping e memorizzazione con ridondanza di tutti i database, sottoponendo i cataloghi di backup a un triplo mirroring. La Recovery Appliance si basa sulla piattaforma di storage Exadata di Oracle, dalla quale eredita scalabilità e affidabilità. La configurazione di base comprende 2 nodi di calcolo e 3 di storage, che possono essere scalati in maniera del tutto indipendente. Un sistema con configurazione di fascia alta può occupare anche 18 rack, ospitando fino a 100 PB di backup completi e virtuali con un throughput di backup massimo di 216 TB all’ora. È importante sottolineare anche tutte le funzionalità di monitoraggio e gestione del prodotto. La Recovery Appliance si avvale di Oracle Enterprise Manager per la supervisione e visibilità delle ©2016 IDC n. US41634716 6 operazioni di backup dai database allo storage di back-end, sia esso su nastro, disco, cloud o Recovery Appliance. Le funzioni di monitoraggio di Enterprise Manager consentono ai team responsabili delle operazioni di tenere sempre sotto controllo l'ambiente di backup. Inoltre, il prodotto raccoglie metriche e statistiche chiave in modo da inviare avvisi in base a soglie ed elementi di attivazione prestabiliti. SFIDE/OPPORTUNITÀ Oracle Zero Data Loss Recovery Appliance è un sistema molto particolare nel campo degli appliance di backup specializzati. Essendo compatibile con i soli database Oracle, occorre considerarlo come un’aggiunta a un sistema di protezione dei dati e non come un elemento sostitutivo di un altro sistema. Ad esempio, le organizzazioni che utilizzano una PBBA per i database o file system di produttori diversi da Oracle dovranno continuare a utilizzare questi dispositivi e il relativo ambiente di backup e ripristino. In questa situazione, i dirigenti IT dovranno valutare se l’aggiunta di un'altra appliance specifica per Oracle sia giustificata. Le organizzazioni soddisfatte delle proprie implementazioni di backup Oracle in uso potrebbero adottare un atteggiamento prudente basato sulla conservazione dei dispositivi ancora funzionanti. Tuttavia, le organizzazioni desiderose di consolidare e semplificare i propri backup Oracle, di applicare policy all’intera impresa e di ottenere una soluzione quasi priva di perdite di dati, potranno essere molto interessate alla Recovery Appliance. Inoltre, prendendo in considerazione l’aumento delle prestazioni dei server di database e la riduzione delle ore-uomo necessarie per la loro gestione, sarà possibile ottenere un ritorno rapido e soddisfacente dell’investimento effettuato. CONCLUSIONE ZDLRA è un prodotto all'avanguardia per la protezione dei dati dei database Oracle. Anche se i dati strutturati non cresceranno rapidamente come i dati non strutturati, i database Oracle continueranno ad ospitare le applicazioni più esigenti, che spesso supportano gli ambienti OLTP ed elaborano migliaia di transazioni al minuto. Il costo dei tempi di fermo e della perdita dei dati, anche in caso di inattività di pochi minuti, può essere sorprendentemente alto. La Recovery Appliance può gestire perdite di dati (RPO) e tempi di fermo (RTO). Il costo legato a perdita dei dati, produttività e reputazione aziendale può facilmente eclissare il costo di una soluzione basata su appliance. La Recovery Appliance consente di affrontare numerosi scenari di perdita dei dati, a partire dai semplici errori a catastrofiche perdite di interi data center. Per soddisfare le esigenze di protezione dei dati degli ambienti Oracle, i reparti IT non dovranno più implementare, integrare e gestire tecnologie disomogenee come istantanee, mirroring e strumenti di replica. La Recovery Appliance è un dispositivo che si presta a offrire importanti vantaggi alle organizzazioni che faticano a soddisfare i livelli di servizio richiesti per Oracle e che intendono prepararsi in modo proattivo in previsione di requisiti futuri, piuttosto che semplificare gli approcci alla Data Protection per i database. ©2016 IDC n. US41634716 7 Informazioni su IDC International Data Corporation (IDC) è il principale fornitore al mondo di informazioni di mercato, servizi di consulenza e organizzazione di eventi per il settore IT, telecomunicazioni e tecnologie consumer. IDC aiuta professionisti, dirigenti e investitori IT a prendere decisioni informate su acquisti tecnologici e strategie di business. Gli oltre 1.100 analisti di IDC mettono a disposizione la propria esperienza a livello globale e locale per individuare opportunità e andamenti tecnologici di settore in oltre 110 Paesi. Per 50 anni, IDC ha fornito informazioni strategiche a supporto dei principali obiettivi di business dei clienti. IDC è una consociata di IDG, azienda leader globale nel campo di media, ricerca ed eventi del settore tecnologico. Sede centrale globale 5 Speen Street Framingham, MA 01701 USA +1 508.872.8200 Twitter: @IDC idc-community.com www.idc.com Copyright Notice External Publication of IDC Information and Data — Any IDC information that is to be used in advertising, press releases, or promotional materials requires prior written approval from the appropriate IDC Vice President or Country Manager. A draft of the proposed document should accompany any such request. IDC reserves the right to deny approval of external usage for any reason. Copyright 2016 IDC. Reproduction without written permission is completely forbidden