AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI 44° CONVEGNO NAZIONALE, 2-5 SETTEMBRE 2015, – UNIVERSITÀ DI MESSINA AIAS 2015 - 505 RESISTENZA STATICA DI MATERIALI MAGNETOSTRITTIVI CRICCATI SOGGETTI A FLESSIONE IN PRESENZA DI UN CAMPO MAGNETICO M. Colussia, F. Bertoa, F. Naritab, K. Moric a Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Stradella S. Nicola, 3, 36100 Vicenza, email: [email protected] b Tohoku University - Department of Material Processing, Aoba-yama 6-6-02, Sendai 980-8579, Japan, e-mail: [email protected] c Ibaraki University - Department of Mechanical Engineering, Nakanarusawa-cho 4-12-1, Hitachi 316-8511, Japan, e-mail: [email protected] Sommario Nel presente articolo è affrontato il tema del comportamento fragile di materiali ad elevata capacità magnetostrittiva soggetti a campi magnetici. I contributi presenti in letteratura sono stati rivisitati, con particolare riferimento alle leghe di ferro e terre rare, quali il Terfenol-D. Recenti studi sull'influenza dei campi di tensione localizzati in prossimità di cricche o intagli hanno mostrato che la densità di energia di deformazione (SED), mediata in un volume di controllo situato all'apice di una cricca, è un parametro robusto per la stima della resistenza a frattura. Alla luce di ciò sono state condotte analisi numeriche in condizione di stato piano di deformazione, su modelli agli elementi finiti di provini criccati soggetti a flessione, in presenza di un campo magnetico applicato in direzione ortogonale alla cricca. L'effetto di campi magnetici di varia intensità sulla resistenza alla rottura fragile del Terfenol-D è stato quindi discusso in dettaglio, in termini di Strain Energy Release Rate e di SED mediato nel volume di controllo. Abstract This paper investigates the fracture behavior of cracked giant magnetostrictive materials subject to a magnetic field. The works in literature have been revisited, focusing on iron and rare earth alloys, such as Terfenol-D. Recent studies on local stress fields at crack and notch tips have shown that Strain Energy Density (SED), averaged in a finite control volume surrounding a crack tip, could be a robust parameter in the assessment of brittle fracture resistance. Plane strain finite element analyses (FEA) have been performed on single-edge cracked elements subject to three-point bending under a magnetic field normal to the crack bisector. The effect of the magnetic field on brittle fracture of Terfenol-D was discussed in terms of Strain Energy Release Rate and averaged SED. Parole chiave: densità di energia di deformazione (SED), strain energy release rate (G), materiali magnetostrittivi, tenacità a frattura, campo magnetico, metodo degli elementi finiti (FEM). 1. INTRODUZIONE Nel corso degli ultimi anni si è registrato un crescente interesse per lo studio dei materiali “intelligenti”, determinato dal vasto potenziale applicativo degli stessi. Si tratta di quei materiali accomunati dalla capacità di poter essere modificati, e quindi controllati, tramite azioni esterne, quali le sollecitazioni meccaniche, i campi elettrici, magnetici o termici. Ciò che rende interessanti tali 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 materiali è la capacità di convertire efficientemente le energie magnetiche, elettriche o termiche in energia meccanica di deformazione, e viceversa. Tra i materiali “intelligenti” che hanno riscontrato maggiore interesse nel corso degli anni si possono contare, senza dubbio, i materiali piezoelettrici e i loro analoghi magnetici, noti come magnetostrittivi. Questi ultimi presentano caratteristiche complementari ai primi e mostrano alcune proprietà fisiche interessanti, che li rendono promettenti in diverse applicazioni tecnologiche, come un'elevata densità di energia immagazzinabile e un tempo di vita sostanzialmente illimitato [1]. Esempi di materiali dotati di capacità magnetostrittive sono le leghe di ferro e terbio (Fe-Tb), di zinco e terbio (Zn-Tb) e di ferro e samario (Fe-Sm). Fra le leghe magnetostrittive, quella denominata commercialmente Terfenol-D (Tb0.3Dy0.7Fe1.9), a base di ferro, terbio e disprosio è la più interessante, per il buon livello di accoppiamento (maggiore al 60%), l'elevato limite di saturazione (1660 ppm) e per l'elevato modulo di Young [2]. Tale lega è stata sviluppata negli anni '70 dalla Naval Ordnance Laboratory per essere impiegata nei sistemi SONAR navali. Da allora sono stati condotti intensi studi sulle proprietà dei materiali magnetostrittivi, che li hanno condotti ad essere usati in diverse applicazioni sia come attuatori che come sensori [3]. Essi vengono tipicamente impiegati nell'industria automobilistica, come regolatori d'apertura nelle valvole ad iniezione controllata, in avionica, come sensori nel controllo delle vibrazioni e in robotica, come attuatori per micro-posizionamento. Inoltre, seppure dei materiali magnetostrittivi sia generalmente sfruttata la capacità di deformarsi in risposta a un campo magnetico (effetto Joule), essi sono dotati anche della capacità duale di produrre un campo magnetico come conseguenza di una deformazione impressa (effetto Villari) [1]. Tale capacità permette di convertire energia meccanica in energia elettrica e trova applicazione nei contesti in cui è difficile disporre di sorgenti di energia convenzionali oppure dove vibrazioni meccaniche indesiderate possono essere utilmente convertite in energia elettrica. Laminati magnetostrittivi vengono, infine, impiegati anche in dispositivi magnetoelettrici privi di bobine [4, 5]. Dette leghe (ad alta capacità magnetostrittiva) sono estremamente fragili e, pertanto, suscettibili di frattura in esercizio [6]. Negli ultimi anni sono stati compiuti svariati studi sul comportamento di materiali fragili indeboliti da cricche o da intagli [7, 8], ad esempio nell'ambito dei criteri di stima della resistenza alla rottura fragile di provini in grafite policristallina [9, 10]. Al contrario, con riferimento ai materiali magnetostrittivi, non sono presenti in letteratura lavori riguardanti l'effetto di eventuali difetti (causati, ad esempio, dal processo di laminazione a freddo) sul degrado della loro integrità strutturale. Un problema sentito è, quindi, la valutazione della resistenza statica di elementi criccati realizzati in leghe ad alta capacità magnetostrittiva. Nel presente contributo è discusso l'effetto di campi magnetici di varia intensità sulla resistenza statica di provini in lega Terfenol-D, in presenza di una cricca creata in direzione ortogonale rispetto a quella di magnetizzazione e soggetta a sollecitazione di modo 1 (modo di apertura, nel quale il carico è applicato ortogonalmente alla cricca). Sono stati presi in considerazione due criteri di cedimento basati su approcci energetici: il criterio proposto da Griffith e successivamente formalizzato da Irwin, basato sullo Strain Energy Release Rate (G) [11, 12], e quello proposto da Lazzarin e Zambardi [13], basato sulla densità di energia di deformazione (SED) mediata. Il primo assume che il cedimento si verifichi quando lo Strain Energy Release Rate, definito come la derivata dell’energia potenziale rispetto all’area della superficie di cricca, raggiunge il valore critico caratteristico del materiale, . Il secondo basa la stima della resistenza alla frattura sul valore medio della densità di energia di deformazione, calcolato in un volume di controllo che circonda l’apice della cricca e che riprende l’idea di volume microstrutturale di Neuber [14, 15]. Si precisa che tale criterio differisce da quello formulato da Sih [16, 17] che stima la resistenza a frattura mediante il fattore di densità di energia di deformazione, definito come il prodotto tra la densità di energia di deformazione e una distanza opportuna misurata a partire dall'apice della cricca. I risultati numerici, ottenuti su modelli agli elementi finiti in condizione di stato piano di deformazione, in termini di e di mediato, sono stati confrontati con i dati sperimentali resi disponibili da una collaborazione in atto tra l'Università di Padova e le Università giapponesi di Tohoku e Ibaraki. Scopo dello studio è, infine, stabilire se il criterio del mediato in un volume di controllo sia un attendibile stimatore della resistenza a frattura di provini criccati, realizzati in leghe ad alta capacità magnetostrittiva, soggetti a carico di modo 1, in presenza di un campo magnetico. 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 2. CRITERI DI CEDIMENTO BASATI SU APPROCCI ENERGETICI I criteri di stima della resistenza alla rottura fragile, basati su approcci energetici, che vengono adottati nel presente lavoro sono due: il criterio dello Strain Energy Release Rate, , (1921) [11, 12] e il criterio della densità di energia di deformazione, , mediata in un volume di controllo (2001) [13]. 2.1. Criterio basato sullo Strain Energy Release Rate (G) Secondo Griffith, affinché avvenga il cedimento, l’energia elastica presente nel materiale deve essere sufficiente per consentire la formazione delle due nuove superfici libere che si creano all’avanzare della cricca. Il bilancio energetico, per un incremento di area di cricca, , in condizioni di equilibrio, è espresso nel seguente modo [11]: in cui è l'energia totale, П rappresenta l'energia potenziale dovuta alla deformazione interna e alle forze esterne, è il lavoro richiesto per creare una nuova superficie di frattura. Irwin introdusse la nozione di Strain Energy Release Rate, , che rappresenta una misura dell’energia disponibile per la propagazione della cricca [12]. Con questa notazione, il criterio prevede che il cedimento avvenga quando l'energia raggiunge un determinato valore critico, , e il bilancio energetico in condizioni di equilibrio diventa: Il J-integral è un efficace strumento per l'analisi di componenti criccati [18] e, in problemi piani, assumendo un riferimento cartesiano con l'asse orientato lungo la direzione della cricca, si esprime: in cui è un percorso che racchiude l'apice della cricca, è la densità di energia di deformazione, è il vettore di trazione superficiale, con e rispettivamente la normale uscente al percorso e il tensore di tensione di Cauchy, è il vettore degli spostamenti. Nel caso di cricche soggette a sollecitazione di modo 1 che si propagano lungo un percorso rettilineo, e J-integral coincidono [18]. Lo Strain Energy Release Rate, per i materiali magnetostrittivi, può quindi essere calcolato mediante la seguente formulazione [19]: in cui è l'entalpia magnetica e , sono le componenti del versore uscente normale al percorso. 2.2. Criterio basato sulla densità di energia di deformazione mediata (SED) Secondo Lazzarin e Zambardi [13], il cedimento di un componente avviene quando l’energia di deformazione, , mediata all’interno di un volume di controllo di raggio che circonda l'apice di un intaglio, o di una cricca, raggiunge il valore critico . In accordo con la trattazione di Beltrami [20], detti la resistenza a trazione in campo lineare elastico e il modulo di Young del materiale, il valore critico dell'energia di deformazione può essere determinato mediante l'espressione: 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 Il volume di controllo, all'interno del quale l'energia di deformazione viene mediata, assume forme differenti in funzione del tipo di intaglio. In Figura 1 sono schematizzate alcune configurazioni. Figura 1: Schematizzazione del volume di controllo nel caso (a) di intagli a V non raccordati, (b) di cricche, (c) di intagli a V raccordati, in presenza di carico di modo 1. Se l'angolo di apertura, , dell'intaglio è pari a zero, il volume di controllo è rappresentato da una circonferenza di raggio , centrata sull'apice della cricca. In questo caso, e in condizione di stato piano di deformazione, il raggio può essere determinato in funzione della tenacità a frattura, , della tensione di rottura del materiale e del coefficiente di Poisson, , mediante la formula [21]: Nel caso di cricche soggette a sollecitazione di modo 1 che si propagano lungo un percorso rettilineo, esiste una relazione che lega lo Strain Energy Release Rate al fattore di intensificazione della tensione . Tale relazione, in condizione di stato piano di deformazione, è data da [22]: Il criterio di cedimento basato sullo Strain Energy Release Rate può quindi essere espresso in maniera equivalente in termini di fattore di intensificazione delle tensioni ; con questa accezione, il cedimento avviene quando eguaglia o supera il valore limite, . Il parametro rappresenta, quindi, una misura della tenacità a frattura del materiale e può essere usato per stimare il raggio del volume di controllo che si impiega nel calcolo del SED mediato. Esiste, inoltre, una relazione che lega il SED mediato al J-integral [23]. Nel caso di cricche, tale relazione è funzione lineare di e, in condizione di stato piano di deformazione, si esprime come: La (8) consente un confronto diretto tra SED mediato e Strain Energy Release Rate, noti e . 3. CARATTERISTICHE DEL MATERIALE Il materiale considerato nelle analisi è la lega disponibile in commercio denominata Terfenol-D (Etrema Products, Inc., USA), le cui proprietà sono definite in Tabella 1. Tabella 1: Proprietà della lega Terfenol-D. Legame elastico [10-12 m2/N] Materiale Terfenol-D 17.9 17.9 26.3 -5.88 Costanti piezomagnetiche [10-9 m/A] -5.88 -5.3 11 28 Permeabilità magnetica [10-6 H/m] 6.29 6.29 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 3.1. Equazioni di base del materiale In un sistema di riferimento cartesiano, O-x1 x2 x3, vengono di seguito delineate le equazioni di base per i materiali magnetostrittivi. Le equazioni di equilibrio sono date da: , , in cui è il tensore di tensione, è il vettore di intensità del campo magnetico, è il vettore di induzione magnetica, è il simbolo di Levi-Civita. La virgola seguita da un indice rappresenta la derivata parziale rispetto alla coordinata spaziale e, per gli indici che nei tensori compaiono più di una volta, viene applicata la convenzione di Einstein nelle sommatorie. Le leggi costitutive sono date da: , in cui è il tensore di deformazione e , , costanti magnetoelastiche e la permeabilità magnetica. Le condizioni di simmetria del materiale sono: , sono rispettivamente le costanti elastiche, le , Le leggi costitutive per la lega Terfenol-D adottate nelle analisi sono presentate in Appendice A. La relazione tra il tensore di deformazione e il vettore spostamenti è data da: L'intensità del campo magnetico, detto il potenziale, è data da: Le curve che rappresentano l'andamento della magnetostrizione in funzione del campo magnetico sono non lineari [24] e le costanti , e per il Terfenol-D, in presenza di , sono date da: , , in cui , e sono le costanti piezomagnetiche, mentre e sono le costanti magnetoelastiche del secondo ordine. Se il campo magnetico è applicato nella sola direzione della lunghezza del provino e questa è maggiore, di almeno due volte, rispetto alle altre due dimensioni, allora la magnetostrizione longitudinale è prevalente [25] e si può assumere che la sola costante sia funzione del campo magnetico e che la costante sia pari a zero. 4. PROCEDURA SPERIMENTALE La procedura sperimentale ha avuto come scopo la misura del carico di frattura, e del corrispondente Strain Energy Release Rate critico, , su provini criccati in lega Terfenol-D, soggetti a flessione, in presenza e in assenza di un campo magnetico. Mediante test, è stato anche possibile stimare la costante magnetoelastica del secondo ordine, . 4.1. Risultato dei test di frattura I provini impiegati, rappresentati in Figura 2, presentano spessore pari a 5 mm, larghezza pari a 3 mm e lunghezza pari a 15 mm. I provini sono indeboliti su un lato da un intaglio profondo 0.5 mm. La sollecitazione di flessione è stata impressa vincolando i provini in doppio appoggio, con interasse di 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 13 mm, e applicando in mezzeria una forza, , mediante una cella di carico. Un campo magnetico uniforme, avente induzione magnetica , è stato applicato in direzione longitudinale tramite un elettromagnete. I'intervallo di induzione magnetica in cui comunemente sono impiegati gli attuatori in lega Terfenol-D varia da 0.02 T a 0.05 T; nei test sperimentali è stato quindi adottato il valore rappresentativo di 0.03 T. I test hanno permesso la misura del carico di frattura, e del corrispondente Strain Energy Release Rate, , in presenza e in assenza del campo magnetico. Carico P Terfenol-D unità: mm Campo magnetico B0 Figura 2: Schematizzazione del provino sottoposto a flessione a tre punti. I dati sperimentali ottenuti sui provini (12 in tutto), in termini di carico critico di frattura , sono presentati in Figura 3, per due diverse velocità di applicazione del carico, rispettivamente 0.2 e 3.0 N/s. La barra di errore indica il valore minimo e massimo misurato per . Si osserva una perdita di resistenza del 9% circa in presenza del campo magnetico T rispetto alla condizione di campo magnetico nullo. 70 70 dP/dt = 0.2 N/s 60 50 50 40 40 PC [N] PC [N] 60 30 30 20 20 10 10 0 dP/dt = 3.0 N/s 0 0 B0 [T] 0.03 0 B0 [T] 0.03 Figura 3: Carichi di frattura misurati sperimentalmente per due diverse velocità di applicazione del carico, rispettivamente 0.2 e 3.0 N/s. Nella Tabella 2 sono riportati i valori medi di tenacità a frattura (in termini di Strain Energy Release Rate) ottenuti in corrispondenza dei rispettivi carichi di frattura misurati. I valori indicati tra parentesi rappresentano le deviazioni standard. Si osservano deviazioni standard relative del 15% e del 20% circa rispettivamente per il carico di frattura e per la tenacità a frattura. Tabella 2: Carichi critici e tenacità a frattura misurati sperimentalmente. 0 0.03 [T] 54.0 (8.00) 49.0 (6.85) [N] 0.2 N/s 2 8.75 (2.09) 8.96 (2.04) [J/m ] 60.5 (7.50) 54.5 (7.50) [N] 3.0 N/s 2 10.9 (2.19) 11.2 (2.48) [J/m ] 4.2. Taratura del legame costitutivo del Terfenol-D Variando l'intensità del campo magnetico applicato in direzione longitudinale su un provino avente geometria analoga a quella impiegata nei test di frattura, ma privo di intaglio, è stato possibile 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 misurare, mediante un estensimetro, l'andamento della magnetostrizione. Il confronto di tale andamento con quello ottenuto numericamente, mediante analisi agli elementi finiti, ha consentito di stimare la costante magnetoelastica del secondo ordine, , del materiale. Una costante, , pari a garantisce un buon adattamento dei risultati numerici alle misure sperimentali. 5. ANALISI AGLI ELEMENTI FINITI Al fine di valutare numericamente lo Strain Energy Release Rate e il mediato nel volume di controllo, sono state condotte analisi su modelli agli elementi finiti in condizione di stato piano di deformazione, mediante il codice di calcolo ANSYS® R14. In Figura 4 è rappresentato uno schema del modello adottato. Figura 4: Rappresentazione schematica della geometria impiegata nelle analisi numeriche. Le equazioni di base per i materiali magnetostrittivi sono formalmente equivalenti a quelle dei materiali piezoelettrici [26], pertanto le analisi in ANSYS® sono state condotte impiegando gli elementi coupled-field a quattro nodi PLANE13, simulando il campo magnetico mediante l'applicazione di una differenza di voltaggio. 5.1. Applicazione del criterio dello Strain Energy Release Rate Nella Figura 5 è rappresentato l'andamento dello Strain Energy Release Rate, , ottenuto mediante analisi agli elementi finiti, al variare del carico applicato e in presenza o meno del campo magnetico. 25 G [J/m2] 20 15 B = 0.03 T B=0 a = 0.5 mm 10 5 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 P [N] Figura 5: Andamento dello Strain Energy Release Rate al variare del carico applicato. Lo Strain Energy Release Rate è stato stimato tramite il calcolo del J-integral lungo tre differenti percorsi definiti attorno all'apice della cricca, in accordo con la (4). Le variazioni di , calcolato lungo i tre percorsi, sono inferiori all'1.5% rispetto alla media, pertanto in Figura 5 è riportato il solo andamento medio. Si osserva che cresce all'aumentare del carico applicato ed è maggiore in presenza di un campo magnetico non nullo. 5.2. Applicazione del criterio del SED mediato nel volume di controllo Le caratteristiche del materiale necessarie per determinare analiticamente il raggio del volume di controllo, , e la densità di energia di deformazione critica, , in accordo con la (6) e la (5), sono la tenacità a frattura, la tensione di rottura a trazione, il modulo di Young e il coefficiente di Poisson. La 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 tenacità a frattura può essere ricavata, in base alla (7), come funzione dei valori di Strain Energy Release Rate misurati sperimentalmente e riportati in Tabella 2, per due diverse velocità di applicazione del carico e in presenza o meno di campo magnetico. Assumendo [1] il modulo di Young pari a 25 GPa (costante nell'intervallo di variazione del campo magnetico applicato nelle analisi), il coefficiente di Poisson pari a 0.25 e la tensione di rottura a trazione pari a 35 MPa, la densità di energia di deformazione critica, calcolata in base alla (5), risulta pari a 0.0245 MJ/m3, mentre la tenacità a frattura, , calcolata mediante la (7), risulta variabile tra 15.3 e 17.3 MPa∙mm0.5. In tale intervallo di , in accordo con la (6), il raggio del volume di controllo risulta pari a 0.07 mm. Un approccio alternativo, di stampo empirico, consente di stimare il medesimo valore di , fornendo maggiore attendibilità al calcolo. Considerando i valori medi dei carichi critici riportati in Tabella 2 e rappresentando in un grafico le corrispondenti energie di deformazione mediate, al variare del raggio del volume di controllo, si individua un'intersezione in corrispondenza del valore 0.07 mm (vedi Figura 6). Ciò significa che, in condizione critica, il materiale è caratterizzato da un valore di energia di deformazione, mediata in un volume di controllo di raggio pari a 0.07 mm, che è indipendente dal rapporto tra il carico, , e il campo magnetico applicato. 0.07 P=54 N, B=0 T P=49 N, B=0.03 T W [MJ/m3] 0.06 0.05 0.04 0.03 0.02 0.01 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 R0 [mm] 0.08 0.09 0.1 Figura 6: Determinazione del raggio del volume di controllo. I risultati basati sull'applicazione del sono mostrati in forma grafica in Figura 7 (a sinistra), in termini di densità di energia di deformazione mediata. In Figura 7 (a destra) sono mostrati i medesimi risultati in termini di Strain Energy Release Rate derivato dal mediante l'applicazione della (8), dalla quale risulta un coefficiente di conversione pari a 0.003 m. 0.07 0.05 a = 0.5 mm 0.04 0.03 0.02 B = 0.03 T B=0 20 G [J/m2] 0.06 W [MJ/m3] 25 B = 0.03 T B=0 a = 0.5 mm 15 10 5 0.01 0.00 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 P [N] 0 10 20 30 40 50 60 70 80 P [N] Figura 7: Andamento del mediato (a sinistra) e dello Strain Energy Release Rate (a destra), al variare del carico applicato, in presenza o meno del campo magnetico. Si osserva un andamento dell'energia in funzione del carico, e del campo magnetico applicato, coerente con quello rappresentato in Figura 5. I valori di Strain Energy Release Rate misurati sperimentalmente in assenza di campo magnetico (punti pieni) e in presenza di un campo magnetico pari a 0.03 T (punti vuoti) risultano perfettamente sovrapposti alle corrispondenti stime numeriche 44° CONVEGNO NAZIONALE – MESSINA, 2-5 SETTEMBRE 2015 (linea tratteggiata e linea continua, rispettivamente). In Figura 8 è riportata, infine, una sintesi dei dati sperimentali in termini di radice quadrata del rapporto tra la densità di energia di deformazione, , mediata nel volume di controllo e il valore critico di energia di deformazione, . Si è scelto tale parametro in quanto proporzionale al carico di frattura. Dalla figura è evidente come tutti i dati si dispongano all’interno di una banda avente dispersione compresa tra 0.80 e 1.20. Dal punto di vista ingegneristico, la tesi che il criterio del mediato (e la sua solida base scientifica) sia un valido stimatore della resistenza a frattura di provini criccati, in lega ad alta capacità magnetostrittiva, soggetti a sollecitazione di modo 1, in presenza o meno di campo magnetico, non è falsificata. 2.00 Wc = 0.0245 MJ/m3 Rc = 0.07 mm (W/Wc)0,5 1.60 1.20 0.80 B=0 T, dP/dt=0.2 N/s B=0.03 T, dP/dt=0.2 N/s B=0 T, dP/dt=3.0 N/s B=0.03 T, dP/dt=3.0 N/s 0.40 0.00 1 2 3 4 5 6 7 N° provino 8 9 10 11 12 Figura 8: Sintesi dei dati sperimentali su provini in lega Terfenol-D. 6. CONCLUSIONI Lo studio condotto, per via sperimentale e numerica, ha mostrato che il carico critico di provini criccati soggetti a modo 1, realizzati in lega ad alta capacità magnetostrittiva, è maggiore in assenza di campo magnetico e cala con andamento superlineare all'aumentare di quest'ultimo. Tale diminuzione di resistenza è correlata a un incremento di Strain Energy Release Rate, dovuto alla presenza del campo magnetico. Il criterio di resistenza basato sul mediato in un volume di controllo coglie tale comportamento e manifesta un’ottima corrispondenza tra risultati sperimentali e previsioni teoriche. BIBLIOGRAFIA [1] G. Engdahl, Handbook of Giant Magnetostrictive Materials, Academic Press (1999). [2] A. Bayrashev, W.P. Robbins, and B. Ziaie, "Low frequency wireless powering of microsystems using piezoelectric-magnetostrictive laminate composites", Sensors and Actuators A,114, 244-249 (2004). [3] Y. Shindo, F. Narita, K. Mori, T. Nakamura, "Nonlinear bending response of giant magnetostrictive laminated actuators in magnetic fields", Journal of Mechanics of Materials and Structures, 4, 941-949 (2009). [4] Y. Shindo, K. Mori, F. Narita, "Electromagneto-mechanical fields of giant magnetostrictive/piezoelectric laminates", Acta Mechanica, 212, 253-261 (2010). [5] K. Mori, Y. 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