Storie di psico-oncologia

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Francesco Milani, medico-chirurgo, specialista in
chirurgia generale, psicoterapeuta, lavora presso
l’Ambulatorio di psico-oncologia dell’Ospedale di
Assisi.
1
I
Storie di psico-oncologia
Ingrandimenti. 1
Francesco Milani
l filosofo Ortega y Gasset affermava che nessun uomo ha mai visto
un’arancia intera. Se questo è vero, è anche vero che ciascun uomo
possiede il concetto di “arancia intera” perché, pur potendone vedere
solo metà, può mettere insieme questa percezione con il ricordo dell’altra metà, ottenendo così una “visione” tridimensionale.
Anche il medico può compiere questo tipo di associazione: pur dovendo prestare attenzione alla materia del corpo, può associare a questa
percezione un significato affettivo e avere così un concetto dell’uomo
malato più vicino alla completezza. Allo stesso modo lo psicoanalista,
associando ai significati che scopre nelle storie di vita dei pazienti le
alterazioni della materia del corpo, può scorgere delle sorprendenti
analogie tra questi due aspetti, arrivando a una visione del malato non
molto diversa da quella che ha ottenuto il suo collega medico.
Partendo dalle storie dei pazienti oncologici, questo libro sostiene
con forza che se i due modi di procedere potessero incontrarsi, potremmo restituire integrità al concetto di “uomo malato”, realizzando
su nuove basi un’“alleanza terapeutica” nel segno della complementarità – la complementarità dell’ascolto del “contenuto della memoria”
e dell’esame della “materia del corpo”. Un’alleanza feconda per il
medico e per lo psicoanalista e feconda, soprattutto, per il paziente,
che trova un compagno di viaggio nell’esperienza della malattia e, attraverso la consapevolezza della propria storia di vita, un aiuto nella
comprensione del suo significato, del perché e del come si è ammalato,
per trovarsi nella condizione di poter scegliere e decidere, anche di
cambiare strada.
Francesco Milani
Storie di psico-oncologia
Racconti e riflessioni tra medicina e psicoanalisi
«La considerazione che l’alterazione somatica abbia un legame con le vicende esistenziali e affettive
del paziente ci consente di stabilire un nesso […]
tra i sintomi isterici, i sintomi nevrotici e la malattia somatica. Troveremo così sul versante “patologico” […] due possibilità: da un lato la malattia
somatica e dall’altro quella particolare forma di
“abreazione”, o di iperprestazione compensatoria,
che possiamo chiamare “stile di vita”, cioè quel
particolare modo di comportarsi che caratterizza
il paziente in certe circostanze della sua storia personale e che consente, seppure in un modo reso irriconoscibile dalla rimozione, la soddisfazione dei
desideri inconsci; il passaggio dall’uno all’altro è
un “salto catastrofico”. Questo salto avviene quando un dramma nella vita del paziente lo costringe
a un cambiamento di quello “stile” che ha sempre
tenuto. C’è sempre, nell’insorgenza di ogni malattia, questo momento drammatico: un momento nel
quale il paziente non può più vivere, sul piano del
suo comportamento, un certo contenuto affettivo.
E allora questo contenuto emergerà con quella
manifestazione somatica, apparentemente priva di
senso, che costituisce il fenomeno-malattia.
L’esistenza di questo punto di passaggio […],
che corrisponde al salto catastrofico verso la malattia somatica, è confermata dalle comunicazioni dei pazienti – purché si dedichi attenzione ad
ascoltarli. Per ottenere il risultato di lasciar parlare
i pazienti e di essere in condizione di poterli ascoltare, e perché questo ascolto possa avere un fine
terapeutico, crediamo che sia necessario ottenere
una intelligibilità del fenomeno della malattia che
riguardi non solo la conoscenza dei meccanismi attraverso i quali si altera la materia del corpo, ma
anche il significato dei sintomi e il momento storico della loro insorgenza nella vita del paziente.»
isbn/ean
9 788890 421303
www.storiedipsico-oncologia.eu
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25/05/2009 15.11.32
Ingrandimenti
[1]
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Francesco Milani
Storie di psico-oncologia
Racconti e riflessioni tra medicina e psicoanalisi
Aguaplano
In copertina: Lewis Wickes Hine (1874-1940), Crowded Dormitory (One Wall) in
Training School for Deaf Mutes, Sulphur, Oklahoma (1917). National Child Labor
Committee, Library of Congress Prints and Photographs Division Washington,
d.c. 20540 usa.
isbn/ean:
978-88-904213-0-3
Copyright © 2009, Aguaplano, Passignano s.T. Tutti i diritti riservati. La riproduzione dell’opera è possibile nei limiti fissati nell’accordo del 18 dicembre 2000
fra s.i.a.e., a.i.e., s.n.s. e c.n.a, Confartigianato e c.a.s.a., Confcommercio, ora integrato dall’accordo del novembre 2005, per la riproduzione a pagamento, a uso
personale, dei libri fino a un massimo del 15%, nell’ambito dell’art. 69, co. 4 legge
cit. | www.aguaplano.eu.
Indice
Presentazione
7
1. Malattia e significato
9
Premessa, p. 9; La medicina e il significato, p. 11; Libertà e responsabilità, p. 13;
Eros e Thanatos, p. 15; Storia di un trauma accidentale, p. 21; Storia di un ictus,
p. 25; Il sogno di Freud, p. 27; La funzione del sogno, p. 29; La relazione di
corrispondenza, p. 30; Niels Bohr e Vitangelo Moscarda, p. 32; The Dark Side of
the Moon, p. 36; La relazione medico-paziente, p. 41; La chiave d’innervazione
degli affetti, p. 45; Amore e morte, p. 50; Ferenczi: l’adattamento alloplastico e
autoplastico, p. 55; Storia di una tonsillite, p. 58; La fantasia inconscia specifica,
p. 60; Freud: l’Io corporeo e i processi somatici, p. 64; Bion, p. 69; La Teoria
delle catastrofi, p. 71; La complessità, p. 75; Relazioni e analogie, p. 78; La responsabilità del medico, p. 87.
2. Il cancro
91
La chiusura, p. 91; Il cancro e il narcisismo, p. 92; Il modello matematico, p. 94;
Rappresentazioni di storie, p. 97; Perché il cancro?, p. 101; L’incesto, p. 103; La
personalità narcisistica, p. 105; La resurrezione della carne, p. 108; La metafora,
p. 113; L’etimologia, p. 118.
3. Il cancro della mammella
123
Il sogno, p. 123; Il mito, p. 130; Gli uomini, p. 135; Le Amazzoni, p. 138; Una
storia dal cinema, p. 141; La matrilinearità, p. 144; La fantasia inconscia: la
con-fusione matrilineare, p. 148; Demetra perde Ecate, p. 154; Il masochismo,
p. 161; Demetra perde Core, p. 166; Gli universi chiusi maschili, p. 172; L’amore mette paura, p. 175; La catastrofe della malattia, p. 182; La catastrofe del
cancro, p. 188; La “tasca” della farfalla, p. 193.
Bibliografia
199
Indice dei nomi
205
Presentazione
«Se le narrazioni rappresentano pratiche di costruzione culturale dell’esperienza, esse assumono un senso ulteriore nel contesto
della malattia. Rappresentano, infatti, anche momenti in cui si lavora alla ricostruzione di un mondo rinnovato per una presenza
inedita.»
«La psicoanalisi è una pratica narrativa perché, attraverso la ricostruzione di una storia, ricompare una persona in frantumi, che
non riusciva a coordinare i frammenti della propria autorappresentazione.»
P
erché “storie”? Perché parlare della storia di un paziente rappresenta una scelta diversa da quella di vedere il paziente come
un “caso”; trattandosi però di pazienti è evidente che avremo a
che fare con le loro malattie, che infatti rappresentano non solo
l’occasione in cui sono venuti a contatto con il medico ma anche
un punto di svolta delle loro vite. Anche per il medico che scrive
queste pagine, questi contatti rappresentano un punto di svolta,
umano e professionale: aspetti, questi ultimi, che di solito si tengono separati ma che invece in un certo tipo di attività clinica, che è
quello illustrato più avanti, trovano una loro integrazione.
Le storie dei pazienti sono intercalate e associate a vicende della
Storia e anche ad altre storie, alcune antiche come i miti, altre più
recenti come quelle raccontate dai romanzi e dalle poesie, dalla pittura o dal cinema: perché la sensibilità dei poeti e degli artisti coglie
aspetti universali e talvolta nascosti, e perché la Storia contiene gli
stessi aspetti nelle pieghe della realtà degli eventi.
. I. Quaranta, Introduzione, in Id. (a cura di), Antropologia medica. I testi
fondamentali, Raffaello Cortina Editore, Milano 2006, p. xxiii.
. P. Barcellona-T. Garufi, Il furto dell’anima. La narrazione post-umana, Dedalo, Bari 2008, p. 51.
Storie di psico-oncologia
Anche le teorie scientifiche sono presentate nello stesso modo
con l’intento di costruire un intreccio dal quale possa emergere
il significato. Sono state dunque usate per confermare ed essere
confermate. Forse sarebbe stato necessario un maggiore rigore nel
descrivere alcuni importanti concetti, ma ha prevalso l’intento di
costruire una rete che si sviluppasse come una narrazione.
L’intento di questo lavoro è quello di proporsi come contributo
alla discussione sulla pratica clinica e dunque, in senso lato, alla
questione della relazione tra medico e paziente. Esiste la possibilità
di integrare le conoscenze medico-scientifiche con quelle psicoanalitiche: soggetto e oggetto di questa integrazione non può essere
altri che la figura del medico. Gli insegnamenti del medico e psicoanalista argentino Luis Chiozza, costante punto di riferimento
nello sviluppo del discorso, sono stati gli ispiratori di quel punto di
svolta che consiste nella ricerca di un dialogo tra medicina e psicoanalisi: l’obiettivo è di rendere questo dialogo così fecondo da produrre una integrazione tra la ricerca medico-scientifica e la ricerca
psicoanalitica al fine di giungere a una migliore comprensione del
fenomeno “malattia” per una migliore pratica clinica e, quindi, una
migliore possibilità di cura.
***
Desidero ringraziare i protagonisti di tutte le storie di vita reale che
sono state descritte; Mauro Pagliacci del Dipartimento di Matematica
dell’Università degli Studi di Perugia; Andrea Cipolla per l’immagine riprodotta a p. 197; Marco Bucaioni per il suo lavoro di raccordo;
Raffaele Marciano per la sua preziosa attenzione.
Francesco Milani
I
Francesco Milani (1955-2010), medico-chirurgo, specialista in chirurgia generale,
psicoterapeuta, ha lavorato all’Ambulatorio di psico-oncologia dell’Ospedale di
Assisi.
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Francesco Milani
Storie di psico-oncologia
l filosofo Ortega y Gasset affermava che nessun uomo ha mai visto un’arancia intera. Se questo è vero, è anche vero che ciascun
uomo possiede il concetto di “arancia intera” perché, pur potendone vedere solo metà, può mettere insieme questa percezione con il
ricordo dell’altra metà, ottenendo così una “visione” tridimensionale.
Anche il medico può compiere questo tipo di associazione: pur
dovendo prestare attenzione alla materia del corpo, può associare
a questa percezione un significato affettivo e avere così un concetto
dell’uomo malato più vicino alla completezza. Allo stesso modo lo
psicoanalista, associando ai significati che scopre nelle storie di vita
dei pazienti le alterazioni della materia del corpo, può scorgere delle
sorprendenti analogie tra questi due aspetti, arrivando a una visione
del malato non molto diversa da quella che ha ottenuto il suo collega
medico.
Partendo dalle storie dei pazienti oncologici, questo libro sostiene
con forza che se i due modi di procedere potessero incontrarsi, potremmo restituire integrità al concetto di “uomo malato”, realizzando
su nuove basi un’“alleanza terapeutica” nel segno della complementarità – la complementarità dell’ascolto del “contenuto della memoria”
e dell’esame della “materia del corpo”. Un’alleanza feconda per il
medico e per lo psicoanalista e feconda, soprattutto, per il paziente,
che trova un compagno di viaggio nell’esperienza della malattia e, attraverso la consapevolezza della propria storia di vita, un aiuto nella
comprensione del suo significato, del perché e del come si è ammalato,
per trovarsi nella condizione di poter scegliere e decidere, anche di
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