CORSO DI STATISTICA ECONOMICA
PROF.SSA T.LAURETI
A.A. 2011/2012
2. IL LAVORO
La popolazione e le forze di lavoro costituiscono i principali
capisaldi su cui si fonda un sistema economico
ANALISI DELL’OFFERTA DEL FATTORE PRODUTTIVO
LAVORO
MISURA:
™ UNITA’
• FORZE DI LAVORO
• POPOLAZIONE ATTIVA
™ VALORE
• CAPITALE UMANO (2.2)
MISURA dell’input LAVORO
™ Occupazione (unità di misura: persona che lavora, ‘testa’):
“insieme di tutte le persone – dipendenti ed indipendenti –
occupate in attività produttive che rientrano nei confini della
produzione del sistema economico”.
™ Numero complessivo delle ore lavorate: è una misura più
accurata del volume di lavoro impiegato nel processo
produttivo.
™ Unità di lavoro: è una proxy del numero delle ore lavorate;
esprime l’input di lavoro in termini di insieme di unità,
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convenzionali, omogenee rispetto al volume di lavoro (unità di
misura: media delle ore lavorate da un occupato regolare a
tempo pieno, distintamente per attività economica).
Distinzione importante fra:
ƒ occupazione interna, rilevante per la partecipazione al
processo di produzione del reddito in Italia (interno);
ƒ occupazione nazionale, riferita alla collettività dei
residenti.
Occupati interni = Occupati residenti – residenti che lavorano
all’estero + non residenti che lavorano per unità produttive
residenti.
FONTI SULLA CONSISTENZA (STOCK) DEL FATTORE
LAVORO
Sono molteplici. Nessuna di esse fornisce informazioni sull’intero
ammontare di occupati (o ore lavorate o unità di lavoro) interni,
che concorrono al processo di produzione.
-in base al tipo di rilevazione:
a) fonti di tipo campionario:
- Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro
(RCFL);
b) Fonti di tipo censuario:
- Censimento della popolazione;
- Censimento dell’industria e dei servizi
- Censimento dell’agricoltura
c) fonti amministrative:
- archivio statistico delle imprese attive (ASIA)
- vari archivi INPS
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- dati Ragioneria Generale dello Stato, Ministeri (in
particolare Min. Interni su permessi di soggiorno
di stranieri, Min. Lavoro)
La RCFL e il censimento della popolazione analizzano la
consistenza del fattore lavoro dal lato delle famiglie. Il censimento
dell’industria e dei servizi, invece, analizza il fattore lavoro dal
lato delle imprese.
⇒ effettuare confronti tra dati provenienti da diverse fonti con
grande cautela e circospezione.
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RILEVAZIONE CONTINUA SULLE FORZE DI
LAVORO (RCFL)
La RCFL ha il compito di misurare correntemente l’offerta di
lavoro delle famiglie residenti nonché di approfondire modalità e
gradi di partecipazione al mercato del lavoro.
Approfondisce modalità e gradi di partecipazione al mercato del
lavoro, fenomeni la cui conoscenza è fondamentale per una
corretta analisi della dinamica delle condizioni di lavoro del Paese.
NB: Da gennaio 2004 la rilevazione continua (prima
denominata rilevazione trimestrale) è stata profondamente
rinnovata.
I risultati dell’indagine, elaborati e diffusi con cadenza trimestrale,
restituiscono in tal modo un’immagine media del trimestre
piuttosto che relativa a un preciso istante temporale.
A partire da ottobre 2009 è iniziata anche la diffusione delle
stime mensili dei principali indicatori del mercato del lavoro,
rivolte a offrire una più tempestiva informazione. Tali stime,
prodotte con un’opportuna metodologia statistica, sono diffuse a
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distanza di circa 30 giorni dalla fine di ciascun mese di
riferimento.
PECULIARITÀ DELLA RCFL
™ Indagine Campionaria: E’ svolta dall'Istat a cadenza
trimestrale per acquisire “informazioni quantitative e
qualitative sui principali aspetti del mercato del lavoro”.
L’indagine è continua, nel senso che il campione delle
interviste è distribuito su tutte le settimane del trimestre.
™ Riferimento temporale
In generale, le informazioni raccolte si riferiscono a una
settimana, detta di riferimento, che va dal lunedì alla
domenica successiva. L’età degli intervistati viene
considerata in relazione alla domenica della settimana di
riferimento. Alcune informazioni (ad esempio, stato civile,
livello di istruzione, cittadinanza) sono invece rilevate con
riferimento al momento in cui viene svolta l’intervista.
Quest’ultima viene generalmente condotta nel corso della
settimana di rilevazione, quella seguente alla settimana di
riferimento.
™ Popolazione di riferimento: La popolazione di riferimento è
costituita da tutti i componenti delle famiglie residenti in
Italia, anche se temporaneamente all’estero. Sono escluse le
famiglie che vivono abitualmente all’estero e i membri
permanenti delle convivenze (istituti religiosi, caserme, ecc.).
La popolazione residente comprende le persone, di
cittadinanza italiana e straniera, che risultano iscritte alle
anagrafi comunali.
™ Unità di rilevazione: L’unità di rilevazione è la famiglia di
fatto, definita come insieme di persone coabitanti, legate da
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vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o
da vincoli affettivi. NB: Si parte dalla famiglia “anagrafica”,
con possibili modifiche in sede di svolgimento dell’intervista.
™ Disegno Campionario: Il campione utilizzato è a due stadi,
rispettivamente comuni che rappresentano le unità di primo
stadio (UPS) e le famiglie anagrafiche che rappresentano le
unità di secondo stadio (USS), con stratificazione delle unità di
primo stadio.
Le unità di primo stadio sono stratificate all’interno di
ciascuna provincia sulla base della dimensione demografica
dei comuni. In seguito a tale stratificazione i comuni vengono
suddivisi in autorappresentativi e non autorappresentativi. I
primi, costituiti da quelli con popolazione superiore a una
soglia prestabilita che varia da provincia a provincia, sono
inclusi nel campione con certezza; i secondi, la cui
popolazione è al di sotto delle soglie prefissate, sono invece
raggruppati in strati omogenei per provincia in modo da
ottenere livelli costanti di popolazione complessiva.
Essi entrano nel campione attraverso un meccanismo di
selezione casuale che prevede l’estrazione di un comune da
ciascuno strato con probabilità proporzionale al peso
demografico di ciascun comune nello strato.
Per ciascun comune viene estratto dalla lista anagrafica un
campione casuale semplice di famiglie. In ciascun trimestre
vengono intervistate circa 70 mila famiglie (circa 175 mila
individui) residenti in 1.246 comuni distribuiti in tutte le
province del territorio nazionale.
A ciascuna famiglia del campione, detta famiglia base, sono associate tre
famiglie sostitute a cui si ricorre nel caso in cui la famiglia base non voglia o
non possa partecipare alla rilevazione. Ciascun gruppo di quattro famiglie,
composto dalla famiglia base e da tre famiglie sostitute, è chiamato quartina.
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™ Schema di rotazione delle famiglie: rotazione delle famiglie
secondo uno schema 2,2,2. Ogni famiglia estratta partecipa
all’indagine per due trimestri consecutivi, non viene
intervistata nei due trimestri successivi e partecipa
nuovamente all’indagine per altri due trimestri per poi uscire
definitivamente.
Tale sistema di rotazione consente di mantenere invariata
metà della composizione del campione in due trimestri
consecutivi e in trimestri a distanza di un anno l’uno
dall’altro. La scelta del sistema di rotazione è tale da
conciliare in maniera ottimale le esigenze di costruzione di
stime di “livello” e di “variazione”: quanto maggiore è il
numero di famiglie che si rinnovano di periodo in periodo,
tanto maggiore è l’affidabilità delle stime di livello;
parimenti, quanto più consistente è la quota di famiglie in
comune da una rilevazione all’altra, tanto più risultano stabili
le stime relative alle differenze tra periodi successivi (stime
di variazione).
Tale schema permette altresì di effettuare analisi longitudinali
e di flusso, importanti per uno studio della dinamica del
mercato del lavoro.
™ Tecnica di indagine: L’intervista alla famiglia viene
effettuata utilizzando una rete di rilevazione professione
composta da circa 300 rilevatori controllata direttamente
dall’Istat. Le interviste vengono svolte mediante tecniche Capi
(Computer assisted personal interview) e Cati (Computer
assisted telephone interview) con l’utilizzazione di un
questionario
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DEFINIZIONI
In base alle definizioni ispirate dall’International Labour Office e
recepite dai Regolamenti comunitari, la popolazione in età
lavorativa (15 anni e oltre) è ripartita in tre gruppi distinti:
occupati, persone in cerca di occupazione, inattivi.
Nell’applicazione di questi criteri viene seguito un principio
gerarchico: prima si identificano gli occupati, successivamente –
tra tutti i non occupati – le persone in cerca di occupazione e,
infine, le persone inattive, quelle non incluse tra gli occupati o i
disoccupati.
OCCUPATI
Nella condizione di occupato si classificano le persone (con
almeno 15 anni) che, nella settimana di riferimento, hanno svolto
almeno un’ora di lavoro retribuito in una qualsiasi attività.
Nel caso l’attività sia svolta nella ditta di un familiare nella quale
si collabora abitualmente, il lavoro può anche non essere
retribuito. La modifica del quesito di apertura del questionario
individuale rappresenta una delle innovazioni più importanti
dell’indagine continua. La rilevazione trimestrale esordiva, infatti,
con un quesito sulla condizione dichiarata, vale a dire sulla
percezione che l’intervistato aveva della propria condizione.
L’autopercezione risultava decisiva per l’identificazione degli
occupati, pur dovendo necessariamente fare i conti con
atteggiamenti soggettivi.
L’indagine continua ha mantenuto il quesito sulla condizione
autopercepita, non più all’inizio, ma collocato dopo le sezioni
necessarie alla classificazione della posizione lavorativa
dell’intervistato. Questa scelta consente di confrontare i risultati
ottenuti con i nuovi criteri con quelli correlati alle valutazioni
soggettive sulla partecipazione al mercato del lavoro.
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E se l’individuo è assente dal lavoro? E’ comunque occupato?
►Se l’intervistato non ha svolto ore di lavoro, è necessario
verificare l’esistenza di due requisiti:
ƒ la ripresa dell’attività dopo il periodo di assenza e
ƒ la durata non superiore a tre mesi dell’assenza stessa. Per i
lavoratori dipendenti la durata dell’assenza può essere
superiore a tre mesi se la retribuzione percepita è almeno
pari al 50% di quella antecedente l’inizio del periodo di
assenza; per i lavoratori autonomi se l’attività viene
comunque mantenuta.
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Individuazione degli OCCUPATI
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PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE
L’individuazione delle persone in cerca di occupazione (di età
compresa tra 15 e 74 anni) si fonda invece sui seguenti requisiti:
¾ risultare non occupato;
¾ essere disponibile a lavorare (o ad avviare un’attività
autonoma) entro le due settimane successive il momento
dell’intervista;
¾ avere fatto almeno un’azione di ricerca di lavoro (tra
quelle previste nel questionario) nelle quattro settimane
precedenti l’intervista. Questo criterio non viene applicato
agli individui non occupati che dichiarano di avere trovato un
lavoro che inizierà entro tre mesi dalla data dell’intervista.
Rimane comunque anche per questo gruppo l’osservanza del
requisito sulla disponibilità entro le due settimane in caso
fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Con la rilevazione continua sono stati introdotti il limite di età superiore a
cui riferire la stima delle persone in cerca di occupazione, non fissato nella
precedente indagine; la verifica del limite temporale e della disponibilità
per coloro che inizieranno un’attività in futuro.
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Individuazione delle PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE
La somma tra occupati e persone in cerca di occupazione
conduce alla determinazione dell’aggregato FORZE DI LAVORO.
Il terzo gruppo (inattivi) forma le “non forze di lavoro”.
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Nel mercato del lavoro le forze di lavoro costituiscono la c.d.
offerta di lavoro che va ad incontrarsi con la domanda di
lavoro proveniente da imprese e istituzioni.
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PROBLEMI DEFINITORI E DI MISURA: GLI OCCUPATI
Sono esclusi:
o lavoro minorile (<15 anni);
o casalinghe (coerentemente con la definizione dei confini
della produzione: vedi dopo);
È inclusa tutta la restante occupazione delle famiglie residenti
(in teoria, ma con difficoltà di rilevazione per alcuni segmenti,
che possono quindi essere sottostimati).
Le difficoltà riguardano la cosiddetta ‘occupazione sommersa’:
occupazione nell’area della produzione legale che non è
direttamente osservata:
ƒ per la tendenza delle imprese, e anche dei lavoratori, a
nascondere (parte del)l’occupazione svolta in modo non
regolare rispetto a normative sul lavoro, previdenziali e fiscali
[sommerso economico];
ƒ
difficoltà di cogliere forme di partecipazione al lavoro
marginali, perché possono non essere percepite come tali dal
lavoratore rispondente [sommerso statistico].
Ulteriori classificazioni degli occupati:
Con la nuova RCFL, il patrimonio informativo è accresciuto,
in particolare per quanto riguarda la rilevazione delle
prestazioni lavorative “non standard”:
► rilevazione mirata a cogliere differenti posizioni nella professione:
lavoratore dipendente, lavoratore autonomo, collaboratore, coadiuvante;
Principali classificazioni degli occupati:
- dipendenti/indipendenti;
- a tempo indeterminato/a tempo determinato;
- a tempo pieno/a tempo parziale;
- sotto-occupati;
Ulteriori classificazioni delle persone in cerca di occupazione
(con e senza precedenti esperienze lavoro).
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PRINCIPALI INDICATORI
FL: forze di lavoro [FL=OC+U]
OC: occupati
U: disoccupati in senso lato
Tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione. Sono
Rapporti di composizione
TASSI DI ATTIVITÀ
Si ottengono rapportando il dato sulle forze di lavoro alla
popolazione residente con almeno 15 anni di età.
Il tasso di attività è un indicatore della specifica qualificazione
demografico-economica di una popolazione, che varia
sensibilmente sia nel tempo che territorialmente per effetto di
fattori demografici (struttura per sesso, età e stato civile della
popolazione) ed economico-sociale (fra i principali vi sono le
caratteristiche della struttura produttiva, il grado di istruzione, i
movimenti migratori). E’ per tali motivazioni che la popolazione
viene considerata con età superiore a 15 anni (e altresì in età
economicamente produttiva, compresa tra 15 e 64 anni).
ƒ generico:
FL
P>15
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ƒ specifici per sesso:
FL f
FLm
e
Pm >15
Pf >15
ƒ specifici per classe di età i:
ƒ specifici per regione r:
FLi
Pi
FLr
Pr
E’ possibile inoltre determinare, sempre all’interno dei tassi di
attività, l’indice reale di dipendenza calcolato come rapporto tra il
numero degli individui non attivi (o non appartenenti alle forze di
lavoro) e il numero di quelli attivi (forze di lavoro), che esprime il
carico di inattivi (o di non forze di lavoro) per ogni attivo (o forze
di lavoro).
TASSI DI DISOCCUPAZIONE: si ottengono rapportando
l’aggregato relativo alle persone in cerca di occupazione al totale
delle forze di lavoro:
U= disoccupato+cerca prima occupazione+altre persone in
cerca di lavoro
ƒ generico:
U
FL
ƒ specifici per sesso:
U
Um
e f
FLm
FL f
ƒ specifici per classe di età i:
ƒ specifici per regione r:
Ui
FLi
Ur
FLr
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TASSI DI OCCUPAZIONE: si ottengono rapportando
l’aggregato relativo agli occupati alla popolazione residente con
almeno 15 anni di età.
ƒ generico:
Occupati
P>15
ƒ specifici per sesso e/o età e/o regione e/o settore di attività
Questi indicatori forniscono importanti informazioni, di natura
non soltanto congiunturale, ma anche strutturale, sulle
caratteristiche dinamiche del mercato del lavoro e sulla presenza
di strozzature sul lato della domanda o dell’offerta.
Tuttavia si pongono delicate questioni attenenti alla significatività
dei dati, una volta che ci spostiamo dall’univocità interpretativa di
un aggregato come quello degli occupati dichiarati alle distinzioni
evanescenti che caratterizzano, ad esempio, i singoli subaggregati che costituiscono le persone in cerca di occupazione,
all’interno delle quali diventano rilevanti elementi non misurabili,
come la volontà di trovare un’occupazione, la motivazione, le
modalità più o meno attive di ricerca, ecc.
Interpretazione dei dati sulle forze di lavoro :
- la grandezza FL può interpretarsi come una misura dell’offerta
di lavoro in atto sul mercato, rappresentando l’insieme di tutti
coloro che svolgono o intenderebbero svolgere un’attività
- “occupazione” e “disoccupazione” non sono termini dicotomici.
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Possono determinarsi flussi di entità non trascurabile tra FL e NFL
determinati ad esempio da persone che lasciano volontariamente
l’esercizio di un’attività lavorativa, specialmente se marginale: in
tal caso una riduzione di occupazione non determina un
incremento di disoccupazione, bensì un aumento di inattivi (NFL)
che in quanto tali non influenzano il mercato;
Può accadere invece che, specialmente in periodi di bassa
congiuntura, alcune persone inattive decidano di intraprendere
un’attività economica, anche se precaria: ciò determina una
sollecitazione sul mercato, che può risolversi con un aumento
dell’occupazione cui non fa riscontro una diminuzione di
disoccupazione. Inoltre, la maggiore nuova offerta potrebbe
tradursi, in tutto o in parte, in un incremento di disoccupazione.
-- Comparabilità tra fonti statistiche sull’offerta di lavoro
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