Tradizione e innovazione: itinerari dell’identità religiosa in Himalaya Coordinatore: Dr.ssa Federica Riva, Università degli Studi di Milano “Bicocca” INTRODUZIONE, STATO DELLA RICERCA E OBIETTIVI: La ricerca compiuta a partire dal 2001 è stata svolta presso comunità rurali del Garhwal Himalaya, in Uttaranchal, stato himalayano di nuova formazione, che ha ottenuto l’autonomia dall’Uttar Pradesh nel 2000. La ricerca di campo è stata svolta in collaborazione con CNR, il dipartimento di antropologia culturale dell’Università di Milano Bicocca e il Centre for Science Technology and Ecology diretto da Vandana Shiva a New Delhi-Dehra Dun. Il Garhwal è stato recentemente definito dal Governo Indiano come regione“arretrata” (backward area), una categoria amministrativa basata sulle “limitate possibilità di sviluppo locale”. Le limitazioni al processo di sviluppo rurale di quest’ area montana sono segnate dalla sua stessa configurazione geografica ed ecologica.. La terra disponibile ad uso agricolo, infatti, è limitata al 12%, per lo più sprovvista di sistemi di irrigazione e quindi dipendente dai monsoni. L’economia rurale dell’Uttaranchal può essere considerata simile ad altre zone himalayane che ne condividono le fattezze fisico-geografiche: per il 90% delle famiglie, l’agricoltura costituisce l’attività primaria per la sussistenza. L’intenso lavoro agricolo, però, è sufficiente a soddisfare i bisogni famigliari dai 3 ai 6 mesi l’anno e la mancanza di opportunità lavorative extra-agricole nelle aree montane ha reso la migrazione degli uomini nei piani gangetici industrializzati una strategia economica indispensabile. Le ricerche si sono concentrate sulle rappresentazioni di genere, connesse a pratiche sociali e agricole, implicite nei progetti di sviluppo rurale supportati da agenzie internazionali e implementati da Ong locali. Ritengo necessaria e pertinente una prospettiva di genere nell’affrontare queste realtà nel contesto della massiccia migrazione maschile dalle aree rurali montane ai centri urbani , migrazione che ha inevitabilmente influenzato e trasformato le responsabilità e i ruoli maschili e femminili all’interno del ciclo agrario. La dimensione simbolica del femminile in agricoltura in quest’area montana può aiutare nella comprensione di come gli interventi allo sviluppo agricolo abbiano spesso portato ad una “invisibilità” del contributo delle donne nell’agricoltura montana. La costruzione di un appropriato comportamento femminile per quanto riguarda l’accesso ai luoghi pubblici e al dominio monetario e la dimensione ‘domestica’ in cui vengono inseriti e pensati localmente i campi, componenti importanti dell’interpretazione locale di “informal purdah” , sono fattori spesso sottostimati nei processi di pianificazione agricola. La rappresentazione del ruolo maschile come “manager della produzione agricola”, contadino per definizione, e delle donne come “coloro che lavorano sui campi”, braccianti, sembra essere la dicotomia centrale implicita in molti progetti di sviluppo che riconfermano i pregiudizi di “domesticità della donna” e della sua “improduttività”. Si ha di conseguenza una svalutazione dei luoghi femminili e delle loro pratiche e saperi agricoli.. La dimensione “domestica” in cui viene rappresentata la funzione femminile nell’economia montana è un elemento cruciale che non viene affrontato nei progetti che tendono a rafforzare i legami dell’economia agricola famigliare con mercati esterni (inputs e outputs agricoli), che si rivolgono piuttosto ad icone di contadini paradossalmente neutre, senza genere Inoltre, l’arretratezza dell’area viene spesso identificata con i metodi di’“agricoltura tradizionale”, vecchi, improduttivi, non razionali, di cui le donne sono i primi soggetti e detentrici. Le donne diventano icone di una tradizione immobile, di un sapere agricolo ostile al cambiamento, alla razionalizzazione, di un rapporto non produttivo con l’ambiente circostante. Queste rappresentazioni hanno fatto sì che, nonostante il ruolo sempre più oneroso assunto dalle donne nell’economia montana negli ultimi decenni, si sia assistito ad una loro crescente marginalizzazione economica, sociale e politica. La preoccupazione principale delle ricerche promosse dalle agenzie allo sviluppo, spesso basate su metodologie quantitative, ha portato i modelli dominanti di sviluppo rurale ad ignorare la dimensione sociale e le dinamiche di genere locali, rendendo invisibile sia il contributo delle donne che l’impatto dei cambiamenti sulle loro vite. Per questo ritengo possa essere utile considerare le forme simboliche dell’agricoltura in un’ottica di genere: spazi, luoghi, riti, tabù che definiscono il valore e le limitazioni culturali del femminile in agricoltura. In particolare, i processi di cambiamento economico iniziati alla fine degli anni ’60 hanno inevitabilmente influito su tale dimensione simbolica, favorendo fenomeni di ibridizzazione culturale e sincretismo. La ricerca svolta in precedenza ha inoltre preso in considerazione il simbolismo di genere implicito nei movimenti sociali prevalentemente femminili quali il Chipko Andolan (“movimento che abbraccia”) sorto nell’Himalaya Indiano negli anni ’70 contro i processi di deforestazione ed il più recente Beej Bachao Andolan (“movimento per la salvaguardia dei semi locali). Queste forme popolari di protesta, infatti, si sono affermate come critica culturale a modelli di sviluppo considerati incompatibili con la dimensione ecologica, sociale, culturale dell’Himalaya Indiano. Il ruolo della donna in agricoltura è stato simbolicamente rivalutato come forma di politica culturale che cerca di scardinare le dicotomie implicite ai discorsi dominanti dello sviluppo; le donne, in una visione opposta, sono diventate l’icona della dimensione locale, tradizionale e culturale dell’agricoltura e quindi depositarie delle pratiche locali di socializzazione dell’ambiente e d’identità collettive pahari (delle montagne) La ricerca svolta ha consentito la raccolta ed elaborazione di materiale scientifico, in parte ancora da pubblicare. Sono di prossima pubblicazione due articoli (in SLM-Imont e Cream-review of the dept of Cultural Anthropology, Milano Bicocca) in cui Comitato Ev-K2-CNR figurerà come istituzione che ha supportato la realizzazione delle ricerche. La collaborazione con Evk2cnr è da considerare sia la continuazione delle ricerche già attuate che l’inizio di un nuovo filone di ricerca in collaborazione con gli altri ricercatori implicati nel progetto. GARHWAL HIMALAYA L’investigazione antropologica per quanto riguarda le forme simboliche connesse al femminile nell’agricoltura himalayana può favorire la comprensione di come gli interventi allo sviluppo agricolo abbiano spesso portato ad una “invisibilità” del contributo delle donne e ad una ridefinizione delle dinamiche di genere locali. A partire dai rituali religiosi connessi al ciclo agricolo si intende approfondire due questioni interrelate e oggi al centro tanto dei progetti rurali quanto del dibattito intorno a diversi modelli di sviluppo: la dimensione socio-culturale delle pratiche agricole locali e il processo di ibridizzazione” della cultura locale in seguito agli interventi di sviluppo tesi alla “modernizzazione” dell’agricoltura montana nell’ Himalaya indiano. I rituali religiosi praticati dalla comunità e connessi alla propiziazione dell’abbondanza, o ai diversi momenti del ciclo agricolo (aratura, semina, raccolta, mondatura) svolgono, infatti, un importante ruolo nel definire gli spazi, i ruoli e i valori ritenuti appropriati all’intervento femminile e maschile in agricoltura. L’idea di un’agricoltura appropriata s’inserisce in una visione sostanzialista, dove la terra, l’uomo/la donna, il soprannaturale esercitano una reciproca influenza Gli interventi di modernizzazione agricola si sono spesso imposti come “scientifici” e quindi culturalmente“neutri”, validi universalmente all’interno di una dimensione lineare del progresso. In tale prospettiva, il sostanzialismo che caratterizza le pratiche agricole himalayane e il loro legame con significati locali e localizzati, vengono spesso percepiti dalle agenzie di sviluppo come frutto di un primitivismo culturale ed inevitabile arretratezza. Le priorità supportate dalla cosiddetta agricoltura moderna, la diversa concezione della produttività, dell’abilità e della relazione allo spazio che porta con sé, hanno inevitabilmente influenzato il modo di pensarsi dei pahari nel contesto rurale himalayano. L’ipotesi è che i nuovi modelli continuino ad essere compresi attraverso vecchi paradigmi: i rituali come dinamiche di assegnazione di status, esibizione identitaria, meccanismi di controllo della distribuzione delle risorse, della scansione del lavoro agricolo, della definizione delle relazioni sociali, sono importanti per la comprensione della coesistenza di elementi di continuità e cambiamento nell’Himalaya indiano. PAKISTAN del NORD: Durante il biennio 2006-2007, inoltre, si prevede di ampliare il contesto della ricerca in corso attraverso la collaborazione con altri partners dell’Evk2-CNR che sono impegnati nella ricerca, pianificazione ed implementazione di modelli di sviluppo sostenibile che siano “gender sensitive” nell’area himalayana: l’Icimod ed Aga Khan Rural Support Program. In particolare potrebbe risultare pertinente un’applicazione degli studi precedentemente svolti ed in corso sulla valorizzazione del ruolo femminile nell’agricoltura himalayana nel contesto rurale del Nord del Pakistan. L’intento comparativo si fonda su alcuni aspetti di somiglianza tra le due regioni himalayane prese in considerazione: le similarità ecologiche e geografiche, i modelli di sfruttamento verticale delle risorse e di forte integrazione agro-pastorale, l’eterogeneità culturale e linguistica, l’intensa migrazione di uomini verso le valli in contesto extra-agricolo e di migrazioni internazionali, la presenza di valori castali e di purezza/impurità, l’importanza storica dei regni carismatici, il crescente lavoro agricolo, spesso non riconosciuto, delle donne. Un aspetto che dovrà essere preso in considerazione come caratterizzante la specificità ecologica e, di conseguenza, agricola del Nord del Pakistan è l’assenza dei monsoni, rendendola una zona molto più arida rispetto all’Himalaya Indiano. In assenza delle piogge annuali, infatti, le diverse popolazioni del Nord del Pakistan hanno elaborato complessi sistemi idraulici e reti di irrigazione per consentire tanto gli insediamenti che la pastorizia. METODOLOGIA: L’osservazione partecipante delle pratiche agricole quotidiane e dei rituali ad esse connesse, è alla base dell’analisi etnografica della formazione dell’identità di genere, della località e della trasformazione del contesto relazionale in cui sono inscritti. Inoltre l’uso di una metodologia visuale attraverso la realizzazione di documenti visivi costruirà parte integrante della ricerca etnografica. Il mezzo audiovisivo è considerato uno strumento di analisi e di comprensione da parte dello stesso etnografo, come apprendimento allo “sguardo abile” (Richards 1989) delle donne nel contesto agricolo himalayano e la loro costituzione in una “comunità di pratica”. Oltre al valore epistemologico del documentario, viene inoltre riconosciuto il suo valore di diffusione ad ampio raggio in un contesto non esclusivamente di “ addetti ai lavori”. La collaborazione con le istituzioni indiane, pakistane e nepalesi (RFSTE, Navdanya-India, Icimod-Nepaal, AKRSP-Pakistan) sarà da complemento alle ricerche sul campo nell’Himalaya Indiano nord-occidentale (Garhwal) e nel Nord Pakistan (Gilgit). Le ricerche avranno inoltre un intento anche applicativo, in modo da fornire analisi critiche alle dinamiche di sviluppo in atto quanto ad offrire possibili modelli di cambiamento più aderenti alle esigenze e prospettive locali. COLLABORAZIONI: La ricerca proposta prevede la collaborazione con diversi centri di ricerca Europei e del Sud Asia • Dipartimento di antropologia culturale, Università di Milano Bicocca (Dr. Ugo Fabietti, Dr. Mauro Van Aken,) • Centre for Science Technology and Ecology, New Delhi Dehra Dun (Dr. Vandana Shiva, Dr. Maya Jani) • • • Department of History and Anthropology, Garhwal University (Dr. Atul Saklani, Dr. Bina Saklani) South Asia Institute, department of Ethnography (Dr. William Sax) Inoltre è prevista la collaborazione con altri partner coinvolti nel progetto di Evk2-CNR (ICIMOD, CESVI; AKRSP) e rivolti alla promozione della ricerca e della pianificazione allo sviluppo sostenibile nell’area himalayana RISULTATI ATTESI: Durante il biennio 2006-2007, i risultati della ricerca già svolta ed in corso saranno diretti alla divulgazione in diversi ambiti, favorendo la diffusione di materiale antropologico sull’Himalaya Indiano sia in ambito accademico e specialistico, che come case studies. In parallelo, si fornirà una comprensione critica dei progetti di sviluppo e raccomandazioni per la pianificazione e implementazione di interventi allo sviluppo sostenibili nelle aree rurali montane anche per un’utenza meno vasta e specialistica. Allo stato attuale, sono previste diverse pubblicazioni che si realizzeranno nel corso dei prossimi mesi, frutto del periodo di ricerca in collaborazione con l’équipe antropologica dell’Evk2-CNR durante il 2005: • • • La pubblicazione di un saggio su “Pratiche di donne e icone ecologiste nel Garhwal Himalaya”, ne “I quaderni del CREAM”, Centro di Ricerche Etno-Antropologiche di Milano-Bicocca. La pubblicazione di un articolo rivolto ad un’ampia utenza sulla ricerca etnografica svolta presso le comunità rurali dell’Himalaya Indiano nord-occidentale nella rivista bimensile dell’IMONT, SLM, “Sopra il livello del mare”. Pubblicazione in fase di definizione col direttore di ERREFFE, ricerca folklorica, Dr. Glauco Sanga. Per quanto concerne il prossimo biennio, sono previste altre pubblicazioni scientifiche in collaborazione anche con l’università di Milano-Bicocca, dove è in corso il dottorato di ricerca in Antropologia Culturale sulle tematiche in questione. Inoltre, allo scopo di garantirsi un canale di facile e diretta diffusione dei risultati della ricerca in progresso, sono stati stabili contatti e possibilità di collaborazione con il direttore dell’”European Boulletin of Himalayan Studies”, Dr. William Sax che si è mostrato interessato ad eventuali pubblicazioni. Per l’applicabilità dei risultati scientifici in ambito della pianificazione allo sviluppo rurale montano, si auspica la collaborazione in particolare con il centro di ricerca nepalese ICIMOD ed AKRSP, sia per finalità consultive che di diffusione cartacea. Si auspica alla pubblicazione di una monografia etnografica sulle ricerche che verranno svolte durante il biennio 2006-2007. Per quanto concerne l’utilizzo di materiale audio-visivo,si auspica la realizzazione di un documentario di antropologia visiva su “sguardi di genere e pratiche agricole nell’Himalaya” sotto la supervisione del Prof. Italo Sordi. In tutte le iniziative sino ad ora menzionate, il Comitato EvK2-CNR avrà un ruolo di spicco figurando come principale istituzione che ha promosso e finanziato la realizzazione delle ricerche e dei loro prodotti. PROGRAMMA DI LAVORO: Per quanto riguarda il programma di lavoro in termini operativi, s’intendono compiere una serie di missioni di ricerca sul campo nel Garhwal Himalaya e nel Nord del Pakistan. Tali missioni saranno finalizzate sia alla raccolta di materiale etnografico e audio-visivo così definire le collaborazioni con le istituzioni e ONG coinvolte nel processo di sviluppo sostenibile. Nello specifico le missioni interesseranno le seguenti aree nei seguenti periodi: Pakistan del nord (marzo 2006, settembre 2007) Garhwal (settembre-ottobre2006, marzo-aprile 2007 Il calendario delle missioni di campo ha, comunque, un carattere indicativo che necessita di una futura verifica compatibilmente alle specificità climatiche peculiari e alla situazione politica contingente. Gennaio e Febbraio 2006 saranno dedicati alla scrittura e pubblicazione dei risultati della ricerca svolta ed in corso sul Garhwal Himalaya. Inoltre, si definiranno le linee di collaborazione con gli altri centri partner del progetto Evk2-CNR (Icimod, Cesvi. AKRSP) e per la divulgazione ed utilizzo dei risultati della ricerca con attenzione ai suoi utilizzi e risvolti applicativi. Si definirà il programma di scrittura della tesi di dottorato finalizzata alla pubblicazione. Inoltre, inizierà la raccolta di materiale bibliografico generale per l’inizio della ricerca nel Nord del Pakistan e l’analisi di alcuni progetti di AKRSP per quanto riguarda donne-agricoltura che sono da considerare lavori preliminari alla missione sul campo. Per marzo 2006, è prevista una missione nel Nord del Pakistan. Tale missione sarà finalizzata alla definizione del contesto della ricerca di campo all’interno della vasta etereogenità culturale, etnica, religiosa (presenza di shiiti, sunniti e ismaeliti e retaggi buddisti) e linguistica (la presenza all’interno di ogni villaggio anche di 4-5 lingue etimologicamente separate). Si raccoglierà presso la biblioteca del AKRSP e la biblioteca comunale di Gilgit (centro amministrativo del Nord del Pakistan) il materiale etnografico sulle comunità locali, e gli studi sulle pratiche agricole, con particolare attenzione ad un’ottica di genere. Infine, si avvierà un lavoro etnohrafico e di osservazione partecipante all’interno di alcuni progetti agricoli di AKRSP nel Nord del Pakistan. E’ prevista, inoltre, la raccolta di materiale audio-visivo per la realizzazione di un etno-documentario su donne e pratiche agricole nell’Himalaya. Eventuale lavoro di ricerca di materiale bibliografico presso centri di ricerca montana a Islamabad e Lahore. Da maggio a settembre si lavorerà nella repertorizzazione del materiale raccolto durante la missione nel Nord del Pakistan ed alla stesura di testi scritti, sia di carattere scientificodivulgativo che applicativo, sempre in contatto con i centri sopracitati. Si procederà alla selezione e montaggio del materiale audio-visivo. Parallelamente continuerà il lavoro di stesura tesi e di contatto con case editrici per un’eventuale pubblicazione. Settembre-ottobre 2006, missione in Garhwal Himalaya. Ricerca di campo sul simbolismo di genere e rituali connessi al ciclo agricolo presso le comunità rurali dell’Uttaranchal, Himalaya nord-occidentale. Durante lo stesso periodo, è prevista una breve permanenza presso sia la Garhwal University, dipartimento di antropologia culturale, e al Research Foundation for Science, Technology and Ecology dove?. Durante questo arco di tempo, verrà raccolto anche materiale audio-visivo per la realizzazione di un etno-documentario su donne e pratiche agricole sull’Himalaya. Nel corso degli ultimi due mesi del 2006-inizio 2007, si lavorerà alla organizzazione del materiale raccolto e alla sua eventuale diffusione durante gennaio 2007 in forma di articoli/saggi, partecipazioni a lezioni e conferenze. Si realizzerà il montaggio dell’etnodocumentario. Durante marzo e aprile 2007, avrà luogo la seconda missione di campo del biennio nell’Himalaya Indiano . Tale missione è prevista solo in caso si renda necessaria la raccolta di ulteriore materiale etnografico durante il lavoro di elaborazione, scrittura e stesura della tesi di dottorato diretta alla pubblicazione. La seconda missione in Pakistan servirà sia a colmare eventuali mancanze che si sono rivelate durante l’elaborazione dei risultati della ricerca successiva alla prima missione. Ricerca di campo sarà dedicata anche alla comprensione del ruolo degli attori locali all’interno dei progetti di sviluppo rurale, quali ONG, Organizzazioni di Villaggio (VO, Village Organization), associazioni di donne. (WO, Women Organization promosso da AKRSP).. I risultati della ricerca in Pakistan verranno diretti alla collaborazione in progetti di sviluppo sostenibile secondo le linee definite in comune con AKRSP. Da settembre si procederà alla conclusione del lavoro di scrittura ed editing. 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