Levamisole nella cocaina, da adulterante a nuovo

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APRILE 2011
- VOLUME 2 NUMERO 4
Levamisole nella cocaina, da adulterante a nuovo
composto tossico nell’uomo
Bertol E, Mari F, Di Milia MG, Politi L, Furlanetto S, Karch SB. Determination of aminorex in human urine samples by GC-MS
after use of levamisole. Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis. 2011. Article in Press, Accepted Manuscript
S
olo recentemente era stato dimostrato che il farmaco di uso veterinario levamisole,
veniva metabolizzato dal cavallo in una nuova molecola attiva, l’aminorex, ma non
si avevano informazioni circa il metabolismo nell’uomo. Il gruppo di ricerca guidato
dalla Prof.ssa Bertol, della Tossicologia Forense dell’Università di Firenze, ha indagato
la capacità dell’organismo umano di metabolizzare il levamisole al fine di comprendere
i motivi che spingono i trafficanti ad aggiungere questa sostanza nella cocaina.
segue a pag. 15...
IN QUESTO NUMERO
Focus On ________________ pag. 2
► Un riconoscimento a Nek per il suo impegno
nella lotta alla droga
Notizie dal DPA ___________ pag. 2
Info NIDA _______________ pag. 4
Editoriale _______________ pag. 5
► Contro la droga, il DPA si mette “In marcia
per la vita”
Intervista _______________ pag 6
► Dipartimenti delle Dipendenze, esperienza e
professionalità al servizio dei pazienti
dott. Maurizio Gomma
Responsabile SerD n.1 e Direttore f.f.
Dipartimento delle Dipendenze ULSS n.20 di
Verona
Aspetti Psico Socio Educativi
pag. 7
►Se mamma e papà fumano salgono i livelli di
nicotina
►La lotta contro la droga comincia tra i banchi
di scuola
►Dipendenza, anche con le immagini della
cocaina l’attenzione cala
►Droga e impulsività, giovani inglesi sotto
osservazione
Diagnosi Clinica e Terapia ___ pag. 9
►Terapie a confronto: buprenorfina e metadone
in gravidanza
►Germania, dai geni la soluzione per smettere
di fumare
►Contro il fumo di sigaretta un click non basta
►L’abuso dei farmaci oppioidi preoccupa
l’America
Epidemiologia ___________ pag. 11
►Uno studio longitudinale norvegese esamina il legame tra consumo di cannabis e
assistenza sanitaria
►Preoccupazione negli USA per il ritorno
dell’ecstasy
►Il consumo di alcol influisce sull’insorgenza
del cancro
►Il fumo e l’alcol avvicinano gli adolescenti al
consumo di cannabis
Farmacologia e Tossicologia
pag. 13
►Dipendenza da oppioidi: l’efficacia della
buprenorfina in un modello di cura
collaborativo
►Dipendenza da cocaina: l’N-acetilcisteina
efficace nel contrastare il craving
►Consumo di cocaina, adolescenza e genere
femminile fattori di rischio
►Ricerca USA verso un vaccino anti
metamfetamina
Rapporti Epidemiologici____ pag. 15
►L’uso e l’abuso di alcol in Italia
Neuroscienze ___________ pag. 16
►L’alcol nuoce all’amigdala e le sue molecole
►Diverso il volume del cervello negli anziani
che hanno consumato tabacco da giovani
►Il consumo di ecstasy manda in tilt la
corteccia cerebrale
►Binge drinking, la nuova moda dei giovani
danneggia i neuroni
Prevenzione _____________ pag. 18
►Canada: consumo di alcol e droga, etnie a
confronto
►Fumo di sigarette: da USA e UK attenzione
al music marketing
►Norvegia, alcol e droga legame mortale
►I geni dell’HIV contro la diffusione dell’AIDS
►USA, smettere di fumare con gli
smartphones
Strategie e Management ___ pag. 20
►AIDS, necessario incrementare strategie
efficaci per combattere il Virus
►Per combattere il fumo l’Australia sceglie
l’anonimato
►UNODC, prosegue la lotta alle coltivazioni
di oppio in Afghanistan
Tecniche Analitiche ______ pag. 22
►L’analisi delle urine rivela l’assunzione di
cannabinoidi sintetici
►Con una “fotografia” i ricercatori
smascherano la metamfetamina nel capello
►L’Ungheria sviluppa un nuovo metodo di
screening rapido per polveri contenenti
catinoni sintetici
Controllo Traffico e Spaccio
►Global Smart Update 2011
pag. 24
Normativa _____________ pag. 25
►Attuazione dei Regolamenti (CE) numeri
273/2004, 111/2005 e 1277/2005, come
modificato dal Regolamento (CE) n.
297/2009, in tema di precursori di droghe
Campagne Informative ____ pag. 26
►Strade 2011: Equazione Sicurezza
►Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo sballo lo
schianto
►From Drugs to Mugs
►Sobri alla guida
Linee Guida ____________
pag. 28
►Talking With Your Adult Patients About
Alcohol, Drug, and/or Mental Health
Problems - Discussion Guide for Primary
Health Care Provider
Planning Congressi ______ pag. 29
Focus On
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Notizie dal DPA
■ Sind e Niod
Proseguono gli incontri relativi ai progetti Niod e Sind support.
Nell’ultima riunione del mese di Aprile, l’attenzione è stata posta
relativamente al percorso che le Regioni e le P.A. hanno iniziato
nel mese di giugno 2011, la cui finalità è la creazione di un
Sistema Informativo Nazionale e la costituzione di un Osservatorio regionale sulle dipendenze. A questo
incontro hanno partecipato quasi tutte le regioni e sono stati affrontati ed esaminati diversi argomenti. Il primo
punto dell’ordine del giorno ha riguardato il Progetto SIND Support e in particolare la discussione è stata
incentrata sulla versione definitiva del manuale operativo, contenete le linee di indirizzo per la rilevazione
uniforme e standardizzata delle informazioni oggetto del flusso SIND. La riunione ha poi proseguito con
tematiche riguardanti il progetto NIOD, prima tra queste la comunicazione e organizzazione del II Workshop
degli osservatori. Nell’ultima parte, sono state presentate ed approfondite le tabelle standard sulle attività
extra-SIND dei Servizi per le Dipendenze.
■ Nasce Osservatorio Epidemiologico Regione Sardegna
Il Dipartimento Politiche Antidroga accoglie con soddisfazione l’istituzione
dell’Osservatorio epidemiologico regionale per le dipendenze patologiche, della Regione
Sardegna. La nuova struttura operativa si occuperà, in particolare, della raccolta e della
trasmissione al Dipartimento Politiche Antidroga di tutte le informazioni sulle strutture
che erogano servizi per le dipendenze patologiche, ossia i servizi per le dipendenze
(Ser.D.). Si occuperà inoltre di altri servizi pubblici e del privato sociale operanti
nel settore di riferimento, della consistenza e la tipologia delle figure professionali
in servizio presso tali strutture, delle attività svolte presso i Ser.D, della regione e il
monitoraggio relativo all’esecuzione di test sierologici per malattie infettive trasmissibili.
Le informazioni confluiranno nel Sistema informativo nazionale per le dipendenze (Sind) sulla base degli
indirizzi strategici e delle indicazioni fornite da questo Dipartimento, in collaborazione con il Ministero della
Salute. La creazione di un network italiano di osservatori, ha spiegato Giovanni Serpelloni capo del DPA ,
nasce proprio con la finalità di creare un sistema nazionale partecipato, coordinato e condiviso che colmi il
vuoto che spesso produce l’assenza di una rete organizzata a livello nazionale. Ben vengano quindi tutte
quelle azioni di collaborazione come quelle della regione Sardegna che potenziano le attività di prevenzione
su tutto il territorio nazionale.
■ Promo Info Day
Si è svolto lo scorso 14 Aprile, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Roma, il primo incontro del “Promo Info-Day: progettare
in Europa per la lotta alle dipendenze”. Con questo progetto, il Dipartimento per le
Politiche Antidroga, vuole sostenere una politica di apertura e collaborazione operativa
nei confronti degli Stati Membri, investendo e coinvolgendo sia le Regioni italiane che
tutte le organizzazioni del Volontariato e creando quindi nuove opportunità di intervento
finanziate con fondi europei. Prossimo appuntamento in autunno. Per info: www.
promoprojectdpa.
■ Forum PA 2011 - Siamo tutti nodi della stessa rete
Il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal 9
al 12 maggio p.v., parteciperà al Forum della Pubblica Amministrazione che si terrà
presso la Fiera di Roma. Il FORUM PA è un’occasione di incontro e confronto tra
pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini sui temi chiave dell’innovazione attraverso
community, tavoli di lavoro e giornate di formazione. “Siamo tutti nodi della stessa rete”
è la filosofia di questa ventiduesima edizione. Presso lo stand DPA, al numero 14b
del padiglione 8, saranno disponibili le pubblicazioni realizzate dal Dipartimento, e i
materiali informativi relativi ai progetti attualmente in corso. Il personale sarà a disposizione per rispondere a
eventuali quesiti relativi alle politiche per le tossicodipendenze. Agli interessati saranno illustrate la Relazione
Annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, che propone un quadro epidemiologico
del fenomeno in riferimento ai dati raccolti nel 2009. Inoltre si potranno consultare il Piano d’Azione Nazionale
Antidroga 2010 – 2013 e il Piano Progetti relativo alle attività dipartimentali 2010 - 2011.
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APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Focus On
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Un riconoscimento a Nek per il suo impegno nella
lotta alla droga
di Carlo Giovanardi
M
artedì scorso ho avuto il piacere di premiare un grande cantautore e musicista italiano,
Filippo Neviani, in arte Nek, per il suo impegno contro la droga.
Al termine del sua esibizione, tenutasi presso l’Auditorium Parco della Musica, in
occasione della data romana del “Nek European Tour 2011 - The Quartet Experience”, il
cantautore ha ritirato il premio conferito dal Dipartimento Politiche Antidroga, una medagliaricordo della Campagna istituzionale antidroga 2011.
Ho deciso di donare a Nek questo riconoscimento, quale segno di stima e gratitudine per aver
prestato la sua immagine e concesso gratuitamente l’utilizzo della sua canzone “E da qui” per
la colonna sonora della Campagna nazionale contro l’uso di sostanze stupefacenti.
Ricordo che la campagna antidroga di quest’anno ha voluto offrire una differente chiave di lettura del fenomeno del
consumo di droga fra i giovani, rovesciando l’immagine stereotipata della droga quale scorciatoia per il piacere e la
felicità e affermando, invece, come l’uso delle sostanze stupefacenti porti ad un peggioramento della qualità della vita
ed alla distruzione della persona.
La partecipazione di Nek a questo importante progetto informativo è maturata anche dalla consapevolezza del
cantante, quale padre di famiglia, che ogni adolescente può attraversare un momento critico nel suo sviluppo, entrando
in contatto con sostanze stupefacenti e correndo un alto rischio di distruggere la propria esistenza.
Come padre di una figlia di 15 anni, Nek ha ricordato che i genitori devono essere attenti e vigilare sui propri figli,
mentre è compito di tutta la comunità combattere con ogni strumento questa grave piaga sociale, senza mai abbassare
la guardia.
Il concerto ha offerto non solo momenti emozionanti di bella musica ma anche interessanti spunti di riflessione, quando
l’artista ha affrontato il problema dell’uso di droghe nella nostra società, confermando la mia convinzione che la musica
è un potente strumento di comunicazione in grado di veicolare messaggi positivi e di prevenzione.
E’ stato quindi un privilegio ammirare una platea così numerosa, nella quale spiccavano centinaia di adolescenti che
hanno dimostrato di sapersi divertire senza necessariamente ispirarsi alla logica dello sballo.
I balli e i cori che hanno accompagnato l’esibizione del cantante hanno accresciuto la consapevolezza che esiste
una generazione di giovani forte, sana, dotata di validi principi, che riconosce ancora la solidità di valori quali la
salvaguardia della salute, il rispetto per la vita e la condivisione dei rapporti sociali. ■
Sen. Carlo Giovanardi
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per
la famiglia, al contrasto delle tossicodipendeze e al servizio civile
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Info NIDA
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Lanciato allarme sui “bath salts”: nuove droghe
vendute online
D
al National Institute on Drug Abuse (NIDA) la Prof.ssa Nora Volkow,
lancia un nuovo comunicato su nuove e dannose droghe che si stanno diffondendo rapidamente sul mercato tramite la vendita online in
particolare tra le fasce più giovani della popolazione grazie alla loro facile
reperibilità. Ivory wave, purple wave, zoom, bloom, sono solo alcuni dei nomi
di queste sostanze tossiche legalmente vendute online e comunemente conosciute come “bath salts” ovvero sali da bagno.
Anche in Italia, lo stesso allarme è stato lanciato nell’agosto del 2010 dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce del Dipartimento Politiche Antidroga che
ha attivato un’allerta di grado 2 a seguito dell’individuazione del catinone sintetico 3,4 metilenediossipirovalerone (MDPV) nel prodotto denominato Ivory wave associato ad oltre 20 casi di intossicazione acuta nel Regno Unito e in Finlandia. L’allerta risulta tutt’ora attiva proprio a causa dell’ampia diffusione
che prodotti come l’Ivory wave e analoghi hanno su tutto il territorio europeo. Il problema di queste droghe è che si
sa ancora poco sulla loro composizione chimica e quindi sugli effetti che possono provocare sia a breve che a lungo
termine. Solitamente, questo genere di sostanze, a base di mefedrone e pyrovalerone, può essere inalato, ingerito
o assunto per via iniettiva con ricadute particolarmente gravi per la salute. I bath salts agiscono sul sistema nervoso
come stimolanti, per cui spesso vengono assunti in sostituzione della cocaina, generando forte dipendenza. Anche
per questo il mefedrone, andrebbe annoverato tra quelle droghe sintetiche ad alto rischio di overdose. ■
12° “Settimana annuale del cervello”
C
ome ogni anno, da ormai 16 anni, il NIDA ha celebrato la “Brain
Awarness Week “, un’iniziativa promossa da una partnership tra
agenzie governative, organizzazioni scientifiche e università con lo
scopo di diffondere attraverso giochi e attività interattive, il funzionamento
del nostro sistema nervoso anche in risposta agli stimoli delle sostanze
stupefacenti. Studenti e insegnanti hanno potuto vedere un vero cervello
umano e parlare con gli scienziati del NIH su come lo stesso funziona per
creare l’esperienza umana, così come hanno analizzato e discusso le
carriere possibili nel campo delle neuroscienze. ■
NIDA alza il sipario sulla dipendenza
I
l NIDA ha annunciato il lancio del suo Addiction Performance Project, un
innovativo programma di educazione medica progettato per aiutare i fornitori di cure primarie ad abbattere lo stigma associato con la dipendenza. Il
programma prevede l’interpretazione drammatica della lotta di una famiglia con
la dipendenza, seguita da un dialogo tra i partecipanti allo scopo di favorire la
compassione, la partecipazione e la comprensione per i pazienti che vivono con
questa malattia. L’Addiction Performance Project fa parte di NIDAMED, dedicato
a medici, medici in formazione e altri professionisti sanitari. ■
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APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Editoriale
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Direttore Responsabile
Giovanni SERPELLONI
Direzione del Progetto
Giovanni SERPELLONI
Elisabetta SIMEONI
Pietro CANUZZI
Alessandra LIQUORI O’NEIL
Comunicazione Istituzionale
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Comitato Scientifico
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Elisabetta BERTOL
Corrado CELATA
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Roberta FRIGHETTO
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Felice NAVA
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Franco TAGLIARO
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Giulia VINCIGUERRA
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Diana CANDIO
Claudia RIMONDO
Catia SERI
Supporto allo Sviluppo Grafico
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Sede della Redazione
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Via Po n.16/a 00198 Roma
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APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Contro la droga, il DPA si mette
“In marcia per la vita”
di Giovanni Serpelloni
L
’uso di droghe tra i giovani è un fenomeno
preoccupante e attuale che richiede interventi
mirati volti, prima di tutto, ad evitare la
sperimentazione di sostanze stupefacenti da parte dei
ragazzi.
Il contatto con le droghe, tanto più se precoce, espone
a diversi rischi, non solo a quello di un possibile futuro
da tossicodipendente. Nell’immediato, infatti, espone al
rischio di intossicazioni acute, infezioni e di incidenti stradali legati alla guida
in stato di intossicazione; nel medio periodo, porta a perdere la motivazione e
il piacere connessi al perseguimento degli obiettivi personali; a lungo termine,
aumenta le probabilità sviluppare dipendenza e compromettere le attività
sociali e lavorative.
Dal punto di vista educativo e preventivo, la questione droghe rinvia alla
necessità di superare l’attuale invisibilità del fenomeno e lo stigma sociale nei
confronti dei tossicodipendenti, rinforzando al contempo le capacità dei contesti
sociali, istituzionali e aggregativi, di elaborare adeguati codici di condotta e
regole di riferimento volte al non-uso.
“In marcia per la vita – Liberi dalle droghe”, progetto finanziato dal Dipartimento
per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato
in collaborazione con l’Istituto del Credito Sportivo, l’Associazione Nazionale
di Promozione Sportiva nelle Comunità e il Comitato Olimpico Nazionale
Italiano, si inserisce proprio in questo contesto. Si tratta infatti di un’iniziativa
di prevenzione nei confronti dell’uso di droghe tra i giovani che utilizza la
testimonianza dell’impegno e della speranza di tanti ragazzi che affrontano
un percorso di recupero dalla tossicodipendenza. La Marcia rappresenta
l’occasione di portare migliaia di ragazzi, che stanno seguendo un programma
terapeutico, nelle strade, in mezzo alla gente e di far riscoprire, attraverso lo
sport, emozioni e gioie sopite dall’uso di droghe.
Il progetto si inserisce in un quadro epidemiologico che evidenzia, in Italia,
una diminuzione nel consumo di sostanze stupefacenti che rimane comunque
significativo, in particolare fino ai 34 anni. Oltre a questo, bisogna considerare
il trend in aumento nell’uso e abuso di alcol. E’ stato stimato che sono quasi
400mila i soggetti con bisogno di trattamento nel nostro paese, mentre sono
quasi 34mila quelli che ne
hanno fatto richiesta per la
prima volta nel 2009, con un’età
media di circa 30 anni. Le
strutture sociosanitarie che si
dedicano alla cura e al recupero
delle persone tossicodipendenti
sono 1.641, con un rapporto
utente/operatore pari a 24,1.
Il progetto prevede la
realizzazione di una marcia
che si snoda su tutto il territorio
nazionale, con il coinvolgimento
diretto delle comunità
segue a pag. 15...
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Intervista
www.droganews.it
Dipartimenti delle Dipendenze, esperienza e
professionalità al servizio dei pazienti
a cura di Roberta Tito
Intervista al dott. Maurizio Gomma
Responsabile SerD n.1 e Direttore f.f. Dipartimento delle Dipendenze ULSS n.20 di Verona
Maurizio Gomma
Una formula organizzativa in grado
di contenere al suo interno, ben
coordinate e organizzate, sia le Unità
Operative del Servizio Pubblico che
del Privato Sociale e del Volontariato,
al fine di assicurare la continuità
terapeutica e la sinergia sulle attività di
prevenzione. Ogni Dipartimento avrà
una propria identità organizzativa e
gestionale amministrativa all’interno
delle Aziende Sanitarie con valenza
sovra distrettuale, ben definita e
formalizzata negli atti aziendali. A livello
strutturale-gerarchico, ogni realtà sarà
dotata di un proprio budget e di propria
autonomia gestionale. Sono queste le
caratteristiche alla base dei Dipartimenti
delle Dipendenze per contrastare la
droga. Ne abbiamo parlato con il dott.
Maurizio Gomma.
Quali sono i requisiti dei Dipartimenti
delle Dipendenze, fondamentali e
irrinunciabili per poter creare una
organizzazione efficiente ed efficace?
Una buona risposta organizzativa
alle problematiche correlate alle
dipendenze è sicuramente attivare
un’insieme di azioni sinergiche, efficienti
ed efficaci nei vari campi di intervento
quali la prevenzione, la diagnosi, la
cura, la riabilitazione ed il reinserimento.
L’aspetto qualificante di questa
modalità organizzativa è che le Unità
Operative sia dell’Ente Pubblico che del
Privato Sociale Accreditato nonché del
volontariato collaborino a tutte le attività
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avendo prima condiviso e concordato
le finalità e le modalità dell’intervento.
Il compito del coordinamento
operativo è svolto dal Nucleo Ristretto
(Comitato) dei Dipartimenti che è
composto dai rappresentanti delle
singole unità operative, pubbliche
e private, e che periodicamente
analizza l’andamento del fenomeno,
evidenziando le eventuali nuove
criticità, studia le possibili soluzioni sia
in campo preventivo che terapeutico e
pianifica i nuovi interventi. Spetta poi
ai direttori dei Dipartimenti, coadiuvati
dai membri del Nucleo Ristretto, il
compito del coordinamento con le altre
organizzazioni che, a vario titolo siano
eventualmente coinvolte nelle attività
(Scuola, Enti Locali, Forze dell’Ordine,
altre strutture quali Dipartimento di
Salute Mentale e Distretti).
precisi alle singole unità operative e
di conseguenza poter effettuare le
verifiche e le valutazioni dei risultati
ottenuti. Questa modalità organizzativa
inoltre permette di garantire una ottima
integrazione tra le unità operative
pubbliche e private all’interno dei
Dipartimenti ma garantisce anche una
adeguata integrazione con le varie altre
strutture dell’Azienda sanitaria (quali
i Dipartimenti di Salute Mentale, le
strutture Ospedaliere, il Dipartimenti di
Prevenzione e i Distretti Socio-Sanitari)
ed infine permette ai Dipartimenti delle
Dipendenze di integrare le proprie
attività con le Amministrazioni Locali
e tutte le altre organizzazioni operanti
sul territorio, sia per le attività di
prevenzione che per quelle finalizzate
al reinserimento socio-lavorativo.
Esiste una formula organizzativa in
grado di contenere nel suo interno,
azioni coordinate e organizzate al
fine di assicurare la continuità degli
interventi terapeutici e la sinergia sulle
attività di prevenzione?
Per quanto riguarda l’orientamento delle
attività e degli interventi all’interno dei
dipartimenti delle dipendenze quanto
è importante seguire l’orientamento
strategico del Piano d’Azione Nazionale
(PAN) approvato negli scorsi mesi dal
Consiglio dei Ministri e perché?
I presupposti perché tale modalità
organizzativa si possa tradurre in
azioni concrete e coordinate sono:
la condivisione tra tutte le unità
operative, indipendentemente dalla
loro appartenenza, della vision e della
mission dei Dipartimenti; la formazione
professionale, l’aggiornamento
e la motivazione degli operatori;
l’autonomia gestionale delle risorse
dedicate. La formula organizzativa
più adatta a tale scopo è quella di tipo
“mista”, cioè strutturale-gerarchica per
quanto riguarda le unità operative delle
ULSS e funzionale per le strutture del
privato con però la responsabilità e la
direzione dei Dipartimenti mantenuta
all’interno del servizio pubblico;
questa formula permette di attribuire,
attraverso sotto-budget, compiti
Gli orientamenti espressi all’interno
del Piano d’Azione Nazionale (PAN)
sono la conseguenza di un processo
di analisi del fenomeno, individuazione
delle criticità, studio delle possibili
soluzioni effettuato a livello nazionale.
Si tratta quindi di un processo
esattamente identico a quello che si
verifica periodicamente all’interno del
Comitato dei Dipartimenti, anche se
naturalmente su scala diversa. Ciò
spiega perché la maggior parte delle
indicazioni strategiche contenute nel
PAN siano pienamente condivisibili,
con i necessari adattamenti alla realtà
locale, e pertanto si ritiene, che tali
indicazioni debbano essere tenute
in primo piano nella stesura del
piano d’azione dei Dipartimenti delle
Dipendenze. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Aspetti Psico Socio Educativi
Se mamma e papà fumano salgono i livelli di
nicotina
Ortega G, Castellà C, Martín-Cantera C, et Al., Passive smoking in babies: The BIBE study (Brief Intervention in babies. Effectiveness).
BMC Public Health, DIC 2010
D
ormire in camera con genitori fumatori non è
consigliabile ne sanno qualcosa i bambini che,
mostrano livelli di nicotina nel sangue tre volte
superiori rispetto a quelli che dormono in un’altra stanza.
È il cosiddetto “fumo di terza mano”, uno step successivo
al fumo passivo, quello cioè che rimane sugli abiti o sulla
pelle dei genitori e che viene così trasmesso ai neonati.
Questi i dati emersi in uno studio condotto da un gruppo
di ricercatori catalani pubblicato sulla rivista BMC Public
Health, i cui risultati sono in corso di analisi. Il team,
guidato dal prof. Ortega, ha voluto sondare il BIBE, Breve
Intervento sui Neonati, un protocollo studiato per i genitori
fumatori al fine di ridurre i danni ai neonati prodotti dal
fumo passivo. Danni che nei piccoli possono causare
asma, crescita rallentata dei polmoni, problemi respiratori
e in certi casi persino la morte. Per questo sono stati presi
in esame un gruppo di controllo e un gruppo sperimentale
composto da padri e madri di bambini fino ai 18 mesi
di età, con almeno un genitore fumatore. Ai genitori è
stata fatta un’intervista mentre a circa 250 neonati è
stato prelevato un campione di capello all’inizio dello
studio e successivamente dopo 3 e dopo 6 mesi per
determinare il livello di nicotina nei piccoli. Dal confronto
tra le analisi del capello e le dichiarazioni rilasciate dai
genitori è emersa una larga corrispondenza, infatti il
73% degli adulti affermava di fumare in casa e l’83%
delle analisi del capello dei neonati mostravano alti livelli
di nicotina. Durante lo studio, al gruppo sperimentale
viene proposto un breve percorso educativo per i
genitori che consiste in una serie di consigli mirati che
insegnano loro come evitare situazioni di fumo passivo
per i bimbi e i danni ad esso correlati. La presenza di
nicotina nei capelli ha permesso di capire che, anche
comportamenti apparentemente protettivi nei confronti
del bambino come fumare alla finestra o cambiare aria
alle stanze non serviva ad eliminare le sostanze nocive.
Secondo gli esperti infatti, l’unica alternativa possibile è
quella di fumare fuori casa, gli stessi stanno lavorando
all’individuazione dei fattori che maggiormente influiscono
sul bambino esposto al fumo passivo per fornire uno
strumento in più ai pediatri. ■
La lotta contro la droga comincia tra i banchi di
scuola
Tobler AL, Komro KA, Dabroski A, Aveyard P, Markham WA. Preventing the Link Between SES and High-Risk Behaviors: “ValueAdded” Education, Drug Use and Delinquency in High-Risk, Urban Schools. Prev Sci. 2011 Mar 1. [Epub ahead of print]
L
’alcol, il tabacco, l’uso di droghe e la delinquenza costituiscono fattori che possono incidere notevolmente sui
livelli di mortalità tra i giovani e influenzano la salute in età adulta. La propensione dei giovani all’uso di sostanze
e alla delinquenza, potrebbe essere il risultato di una complessa interrelazione tra elementi che coinvolgono la
sfera individuale, sociale, ambientale e organizzativa, suggerendo come una corretta prevenzione richieda sforzi su
più livelli e il coinvolgimento di più fattori. Uno dei più importanti livelli per la prevenzione dei comportamenti a rischio
è quello scolastico, ambiente in cui secondo alcune ricerche, verrebbero influenzati maggiormente i comportamenti
dei giovani grazie alla forte socializzazione sviluppata tra gli adolescenti. Amy L. Tobler della University of Florida,
in collaborazione anche con colleghi inglesi, ha studiato come i successi scolastici fossero in grado o meno di
influenzare il rischio di consumo di droghe e di atti delinquenziali tra studenti provenienti da contesti scolastici di aree
urbane popolari e ad alto rischio. Lo studio è stato realizzato attraverso dei questionari somministrati a 2621 studenti
provenienti da 61 scuole pubbliche di Chicago di 12 anni, seguiti fino ai 14 anni (dal 2002 al 2005). Nell’analisi dei
dati, sono stati valutati i profili degli studenti sulla base dei dati sociodemografici ed è stata fatta una stima di quanto
eventuali discostamenti da questi profili, in termine di migliori successi scolastici e maggiore frequenza della scuola,
fosse associata ad un rischio inferiore di usare droghe o di mostrare comportamenti ed atti illegali. Considerando un
iniziale livello di comportamenti a rischio, una migliore educazione scolastica, ottenuta anche attraverso interventi
mirati, si è rivelata essere associata ad un minor uso di alcol, sigarette e marijuana nonché ad una diminuzione degli
atti illeciti, come partecipazione a furti e risse tra gruppi. Gli autori sottolineano dunque l’importanza e i vantaggi di
interventi atti a migliorare gli ambienti scolastici, a garanzia di un miglioramento del comportamento di ogni studente,
che, se trattato individualmente richiederebbe sforzi e costi molto più alti. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Aspetti Psico Socio Educativi
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Dipendenza, anche con le immagini della cocaina
l’attenzione cala
Dunning JP, Parvaz Ma, Hajcak G, et al. Motivated attention to cocaine and emotional cues in abstinent and current cocaine users
– an ERP study. European Journal of Neuroscience, Apr 2011, 33(7), in press
P
ubblicato sull’European Journal of Neuroscience uno studio sulle modalità con
cui si innesca nel cervello di soggetti consumatori di cocaina, l’attenzione a
stimoli emotivi e a stimoli correlati alla droga. Lo studio consisteva nel misurare
attraverso una sorta di “cuffia” costituita da elettrodi, l’attività del cervello di un gruppo
sperimentale composto da 55 soggetti con problemi legati all’abuso di cocaina (27
astinenti e 28 che ne continuavano a fare uso) e di un gruppo di controllo costituito da
29 soggetti sani, in concomitanza con la visione di una serie di immagini: piacevoli,
violente, neutre o legate alla cocaina. Durante l’esperimento le immagini relative alla
cocaina attiravano immediatamente l’attenzione motivazionale dei soggetti dipendenti
dalla sostanza, sia in astinenza che non, allo stesso modo in cui le immagini piacevoli
e non, attiravano l’attenzione rispetto ad altre foto considerate neutre, in quanto non
evocative o coinvolgenti. Però mentre coloro che erano in astinenza da cocaina
mantenevano il livello di attenzione sempre alto, è stato osservato che coloro che
avevano fatto uso di cocaina nei 3 giorni precedenti all’esperimento, perdevano
rapidamente l’attenzione per le immagini sia correlate alla droga sia a quelle neutre.
Sembrerebbe che l’indebolimento nella risposta a stimoli emotivi tra i consumatori continuativi di cocaina indichi una
generale difficoltà nel sostenere l’attenzione motivazionale, secondo Rita Goldstein, (direttore del gruppo di ricerca
dell’Università di Brookhaven coautrice dello studio) la perdita di attenzione potrebbe indurre i consumatori di cocaina
a continuare l’assunzione della sostanza proprio per compensare questo deficit di attenzione a tutti gli stimoli emotivi.
Osservazioni che potrebbero fornire indicazioni sui comportamenti associati all’uso di droghe e all’individuazione di
trattamenti mirati a compensare questa tipologia di deficit dell’attenzione agli stimoli. ■
Droga e impulsività, giovani inglesi sotto osservazione
L. Hogarth, The role of impulsivity in the aetiology of drug dependence: reward sensitivity versus automaticity, Psychopharmacology,
published on line 08 February 2011
L
’impulsività è stata a lungo considerata come un
fattore di rischio per la dipendenza dalla droga,
compreso il fumo, ma i meccanismi alla base di
questa associazione non sono chiari. Presso la Scuola
di Psicologia di Nottingham, in Gran Bretagna, è stato
realizzato uno studio su un campione di 100 giovani adulti
fumatori, suddivisi tra abituali e non, per garantire una
vasta gamma di conoscenze a proposito del fumo. Sono
stati misurati e valutati il desiderio di fumare, l’impulsività
8
e il tasso di ricerca del fumo. In ogni esperimento, i
partecipanti potevano chiedere, premendo un pulsante,
una sigaretta o della cioccolata e ogni alternativa aveva
il 50% di probabilità di soddisfare la scelta, garantendo
quindi la ricompensa in ogni esperimento. L’assunzione
è stata quindi valutata in una sessione di fumo senza
limiti durante la quale è stato misurato criticamente il
numero di boccate consumate. Gli obiettivi dello studio
erano quelli di stabilire se l’impulsività poteva essere
associata con un’accresciuta assunzione di droga,
suggerendo una più grande sensibilità allo stimolo di
rinforzo della sostanza, o poteva non essere correlata
con l’assunzione, suggerendo un ruolo dissociabile nella
dipendenza e determinare la relazione tra l’impulsività e il
controllo automatico della ricerca e assunzione di droga.
L’assunzione della droga è dunque influenzata, secondo
i ricercatori, dall’ipersensibilità allo stimolo di rinforzo che
stabilisce una ricerca e un’assunzione maggiormente
intenzionali riflesse nel desiderio soggettivo. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Diagnosi, Clinica e Terapia
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Terapie a confronto:
Germania, dai geni la
buprenorfina e
soluzione per smettere
metadone in gravidanza di fumare
Unger A, Reinhold J, Hendree J, et al, Randomized Controlled
Trials in Pregnancy: Scientific and Ethical Aspects Exposure to
different opioid medications during pregnancy in an intra-individual comparison, Addiction, 2011, Epub ahead of print
Breitling L.P, Yang R, Korn B, et al., Tobacco-Smoking-Related
Differential DNA Methylation: 27K Discovery and Replication,
AJHG, March 2011, Volume 88, Issue 4, 450-457
I
n nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori
tedeschi, ha scoperto un collegamento tra il fumo
di tabacco e un gene noto in quanto incide sul
sistema cardiovascolare. La ricerca, pubblicata nel
numero di aprile di The American Journal of Human
Genetics, può essere considerata un utile strumento
per orientare le strategie e le ricerche future volte
ad individuare e contrastare le patologie causate dal
consumo di sigarette.
Un possibile meccanismo utile alla mediazione degli
effetti nocivi del tabacco è la metilazione del DNA,
ovvero il legame di gruppi metilici ad alcuni siti specifici
all’interno di una sezione del DNA. Questo meccanismo
risulta importante per la regolazione della funzione
genetica e può giocare un ruolo fondamentale nelle
malattie con un fenotipo complesso.
Anche se precedenti studi hanno collegato la nicotina
ad una alterata metilazione di vari geni, il confronto dello
stato di metilazione tra forti fumatori che non hanno il
cancro e soggetti che non hanno mai fumato non è mai
stata completamente analizzata. Per questo i ricercatori
di tale studio hanno utilizzato una tecnica di screening di
recente sviluppo chiamata Illumina Human Methylation
27K BeadChip, per condurre una ricerca sul genoma
atta ad individuare le differenze nella metilazione
correlate al consumo di tabacco in 117 fumatori, ex
fumatori e pazienti che non hanno mai fumato. Questi
hanno scoperto una singola sezione di DNA che ha
manifestato una metilazione inferiore nei fumatori. Il
sito, ubicato all’interno di un gene denominato “fattore
di coagulazione II recettore di tipo 3” (F2RL3), è stato
collegato al processo di coagulazione del sangue e ad
altre funzioni cardiovascolari.
Per i ricercatori vi sono buone prospettive che questo
gene venga coinvolto in una fase molto precoce della
patologia cardiovascolare correlata al fumo. Una migliore
comprensione del suo ruolo potrebbe aprire nuove
strade per prevenire lo sviluppo di malattie correlate al
fumo di sigaretta. ■
l coinvolgimento delle donne incinta negli studi di
ricerca clinica è una questione complessa, soprattutto
quando lo studio deve valutare l’efficacia e la
sicurezza dei farmaci. La principale preoccupazione per
la sicurezza neonatale ha portato, negli anni, ad una
generale mancanza di studi randomizzati sulle donne
incinta per quanto riguarda l’assunzione di farmaci per
il trattamento di patologie quali asma, depressione,
epilessia e dipendenza da oppiacei. Per quest’ultima
patologia sono sicuramente necessarie delle linee guida
adeguate che ottimizzino gli approcci al trattamento.
Sebbene il trattamento di mantenimento con gli agonisti
degli oppioidi sia indicato come principale terapia per
le donne incinta con dipendenza da oppiacei, solo due
studi controllati hanno fornito risultati utili sia a livello
materno che neonatale attraverso il confronto dei dati
sulla sicurezza e l’efficacia del trattamento con metadone
e con buprenorfina.
Questo studio, condotto da un gruppo di ricercatori
austriaci e americani, ha sostenuto ed indicato proprio
la sicurezza e l’efficacia di entrambi questi trattamenti.
Benché sia stato dimostrato che il metadone risulta
essere la terapia maggiormente utilizzata per combattere
la dipendenza da oppiacei, recenti indagini hanno
individuato una migliore risposta al trattamento con
buprenorfina in quanto questa riduce la sindrome da
astinenza prenatale (NAS).
Per giungere a tale conclusione, gli studiosi hanno
preso in esame tre donne facenti parte dello studio di
coorte randomizzato europeo “MOTHER”. Ciascuna
donna aveva avuto due gravidanze consecutive ed era
stata fatta seguire loro una terapia o con metadone o
con buprenorfina durante la prima gravidanza, seguita
dai rispettivi trattamenti opposti durante la seconda
gravidanza.
Dai risultati è emerso che entrambi i trattamenti sono
efficaci contro il rischio di ricadute nell’uso della droga;
il metadone produce un significativo aumento del peso
neonatale, mentre il trattamento con buprenorfina è
associato a più bassi livelli di NAS.
Secondo i ricercatori pertanto, la terapia con buprenorfina
può diventare un trattamento alternativo al metadone
per le donne incinta con dipendenza da oppiacei senza
dimenticare l’aspetto etico che deve essere affrontato
come parte integrante dei progetti di ricerca clinica. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
U
9
Diagnosi, Clinica e Terapia
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Contro il fumo di sigaretta un click non basta
Hutton H.E., Wilson L.M, Apelberg B.J, et al., A Systematic Review of Randomized Controlled Trials: Web-Based Interventions
for Smoking Cessation Among Adolescents, College Students, and Adults, Nicotine Tob Res, Volume 13, Number 4 (April 2011), pp.
227–238
I
l fumo di tabacco è uno dei principali problemi di salute
pubblica in tutto il mondo. Infatti, più di 1 miliardo di
persone nel mondo fuma. E’ stato calcolato che, solo
nel 2005, oltre 5 milioni di decessi sono stati attribuiti
al fumo di tabacco, la metà dei quali verificatesi nei
paesi a basso e medio reddito. Sono quindi necessari,
secondo gli studiosi, degli strumenti di controllo efficaci
per combattere questa pandemia, ed è per questo che
recentemente sono in fase di sperimentazione numerose
terapie web-based in grado di raggiungere un’ampia
fascia di consumatori con minimi costi. In particolare,
un gruppo di ricercatori americani ha condotto una
revisione sistematica della letteratura scientifica su studi
randomizzati e controllati (RCT) per smettere di fumare
attraverso la valutazione dell’efficacia di interventi basati
sul web rivolti a consumatori adulti, studenti universitari e
adolescenti e, in particolare, di siti web che contribuivano
al raggiungimento di tale obiettivo. Lo studio è stato
condotto attraverso l’analisi di database quali MEDLINE,
EMBASE, The Cochrane Library, CINAHL e PsycINFO,
studiati dal 1° gennaio 1990 al 12 febbraio 2010. I
ricercatori hanno incluso nella ricerca articoli di qualsiasi
lingua, valutando l’impiego di interventi basati sul web e
riportando i relativi risultati riguardanti la cessazione del
consumo di sigarette partendo da un minimo di tempo
di un mese di follow up dopo l’intervento. Dall’analisi è
emerso che 21 studi sono stati considerati ammissibili alla
ricerca. La maggior parte delle prove (n=16) sono state
condotte tra gli adulti e le restanti (n=5) tra adolescenti di
età compresa tra gli 11 e i 17 anni. Tra gli adulti, l’efficacia
di questi interventi per smettere di fumare è risultata
insufficiente o moderata mentre sono risultati del tutto
insufficienti per gli studenti e gli adolescenti. Questi studi
randomizzati hanno comunque chiarito l’importanza di
alcune pratiche cliniche, metodologiche e statistiche che
possono aiutare a migliorare la progettazione di futuri
trattamenti al fine di renderli efficaci contro la dipendenza
da fumo di sigaretta. ■
L’abuso dei farmaci oppioidi preoccupa l’America
Price A.M, Ilgen M.A, Bohnert A.S.B, Prevalence and correlates of nonmedical use of prescription opioids in patients seen in a residential drug and alcohol treatment program, J. Subst. Abuse Treat., 2011, in press
L
’uso non medico di farmaci oppioidi che necessitano di prescrizione
medica (POs) è un problema sempre più grave e dilagante. Nel
2008, circa 4,7 milioni di americani di età superiore ai 12 anni, ha
riferito di aver fatto uso di PO a scopo non medico nell’ultimo mese.
Un numero esiguo di studi indica che questa pratica è particolarmente
comune per combattere il dolore cronico e nel trattamento dei disordini
causati dal consumo di sostanze stupefacenti. Tuttavia, la maggior parte
delle ricerche condotte sull’uso non medico di farmaci oppioidi da parte
di adulti in trattamento per l’uso di sostanze stupefacenti (SUD), sono state condotte in contesti specificamente
incentrati sul trattamento della dipendenza da oppioidi. La diffusione e i problemi associati all’uso non medico dei
PO in soggetti in trattamento per la dipendenza da altre sostanze non è nota. Pertanto, gli obiettivi del presente
studio, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan, sono stati quelli di descrivere i tassi dell’uso
non medico di oppioidi che necessitano di prescrizione medica, in ambiti in cui vengono trattati i disturbi causati dal
consumo di sostanze stupefacenti, di analizzare le caratteristiche di coloro che sono attratti dall’uso non medico delle
PO e di delineare l’associazione con altre sostanze stupefacenti. I partecipanti (n=351) sono stati reclutati nel corso di
trattamento SUD residenziale nel Michigan tra il 2008 e il 2009 e sono stati sottoposti ad un questionario di screening
che consisteva nella ricerca di misure volte ad individuare informazioni demografiche quali l’età, l’etnia, il sesso, il
livello di istruzione, lo stato civile, nonché lo stato di dolore cronico e la sostanza d’abuso maggiormente consumata.
I risultati hanno evidenziato che il 68% degli adulti giunti ad un programma di trattamento per SUD, riportavano un
uso non medico di oppioidi, nei 30 giorni precedenti. Dall’analisi è inoltre emerso che l’uso non medico degli oppioidi
risultava essere più comune nei pazienti con alti livelli di sintomi depressivi, in coloro che soffrivano di dolore cronico
e che avevano una minore funzionalità fisica. Secondo i ricercatori i programmi di trattamento dovrebbero effettuare
dei test di screening nei pazienti per verificare l’eventuale uso non medico di farmaci oppioidi e valutare quanto questo
uso possa influenzare il piano di trattamento dei pazienti stessi. ■
10
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Epidemiologia
Preoccupazione negli USA per il ritorno
dell’ecstasy
Center for Substance Abuse Research, University of Maryland, College Park, Resurgence in Ecstasy Use on the Horizon?, Cesar
Fax 2011, 20 (12), April 4
M
olti indicatori suggeriscono che nei prossimi
anni potrebbe esserci un ritorno al consumo di
ecstasy. L’ecstasy è una sostanza illegale che
appartiene alla categoria degli allucinogeni e che deve
la sua popolarità, tra gli adolescenti e i giovani adulti, al
mondo delle discoteche e dei rave parties. Sulla base
degli ultimi dati pubblicati dal National Survey on Drug
Use and Health condotto negli USA nel 2009, risulta
che circa 1,3 milioni di persone di età superiore ai 12
anni hanno fatto per la prima volta uso di allucinogeni
nei 12 mesi precedenti la rilevazione; questo valore non
differisce molto dalla stima ottenuta nel 2008 (1,1 milioni)
ma è significativamente più alta della stima registrata,
invece, ne 2003 (886.000). Tra i vari tipi di allucinogeni,
un incremento evidente si registra nel numero di soggetti
che hanno iniziato a fare uso di ecstasy tra il 2008
(894.000) e il 2009 (1,1 milioni); la maggior parte di
questi nuovi soggetti (66,3%) era maggiorenne. Anche
la prevalenza del consumo di ecstasy dal 2008 (2,1
milioni di utilizzatori) al 2009 (2,8 milioni di utilizzatori)
ha registrato un notevole aumento; se a ciò viene
sommato anche il numero di ricoveri al pronto soccorso
conseguenti ad un uso/ abuso di ecstasy che sono quasi
raddoppiati dal 2007 al 2009 (da 12,748 a 22,816), si
delinea un quadro del fenomeno piuttosto preoccupante
e che necessità di un monitoraggio costante al fine poter
attuare strategie di intervento efficaci e che permettano di
limitare la diffusione del consumo di ecstasy. ■
Uno studio longitudinale norvegese esamina il
legame tra consumo di cannabis e assistenza
sanitaria
Pedersen, W., Cannabis and social welfare assistance: a longitudinal study, Addiction 2011, Accepted Article
L
’obiettivo di questo studio, realizzato presso
l’Università di Oslo, è quello di esaminare
l’associazione tra il consumo di cannabis ed il
conseguente uso di servizi assistenziali sanitari e
sociali. I dati utilizzati per effettuare le analisi sono
relativi a 2.606 studenti norvegesi che hanno partecipato
allo “Young in Norway longitudinal study”, uno studio
longitudinale condotto in Norvegia dal 1992 al 2005.
Sono state considerate, oltre al consumo di alcol,
tabacco, cannabis e di altre sostanze illegali, una serie di
variabili demografiche e sociali tra cui il ricorso a strutture
assistenziali, lo stato socioeconomico della famiglia,
i risultati accademici, i disturbi comportamentali ed i
problemi di salute mentale. Il campione è stato suddiviso
in 4 sottogruppi sulla base della frequenza di consumo di
cannabis negli ultimi 12 mesi precedenti la rilevazione:
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
non consumo, consumo da 1 a 10 volte, consumo da
11 a 50 volte e consumo più di 50 volte. Per ciascun
gruppo è stata calcolata la percentuale di soggetti che
hanno ricevuto cure assistenziali nei successivi 2 anni. I
risultati hanno mostrato che l’incremento del consumo di
cannabis tra i 21 e i 28 anni è associato ad un incremento
dell’uso di servizi assistenziali; l’associazione si riduce
dopo l’aggiustamento per una serie di fattori confondenti,
rimanendo, comunque, sempre significativa. A 28 anni, i
soggetti che hanno consumato cannabis frequentemente
(più di 50 volte) negli ultimi 12 mesi hanno un odds ratio
pari 9,3 di ricevere cure socio-sanitarie nei successivi
2 anni; anche i consumatori regolari, rispetto ai non
consumatori, hanno ricevuto assistenza per lunghi
periodi di tempo. ■
11
Epidemiologia
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Il consumo di alcol influisce sull’insorgenza del cancro
Schutze, M. et al. (EPIC study group), Alcohol attributable burden of incidence of cancer in eight European countries based on results
from prospective cohort study, Btitish Medical Journal 2011
L
a quota di decessi attribuibili al consumo di alcol è
pari al 6,5% in Europa e al 5,6% in America. Per
meglio definire l’impatto e le caratteristiche del
consumo di alcolici in Europa è stato condotto uno studio
di coorte multicentrico nel periodo 1992-2005 che ha
coinvolto otto nazioni europee con la finalità di studiare
e misurare la presenza di nesso casuale tra assunzione
di alcolici e insorgenza di patologie tumorali maligne.
Complessivamente sono stati arruolati circa 110.000
soggetti di sesso maschile e 250.000 di sesso femminile.
I risultati evidenziano un nesso casuale tra il consumo
di alcolici e insorgenza di cancro nel 10% dei casi per
i maschi e nel 3% nelle femmine che è attribuibile sia a
consumi attivi che pregressi. In particolare l’associazione
è per il cancro delle alte vie respiratorie e digerenti (44%
nei maschi e 25% nelle donne), fegato (33% e 18%)
colon-retto (17% e 5%). Nelle donne è stata anche
evidenziata una associazione del 5% con il cancro al
seno. Nella maggior parte dei casi, variabile tra il 57 e
87%, era presente una assunzione di alcolici superiore
al limite massimo giornaliero di alcol consentito e
consigliato pari a 24g/ al giorno per gli uomini e 12g/al
giorno per le donne. Nonostante questo, gli autori non
hanno identificato un limite minimo di alcol che risulti non
dannoso e quindi concludono suggerendo che, dalle loro
analisi, non sussistono elementi tali per cui sia accettabile
che modeste quantità di alcolici abbiano potere di
prevenire patologie cardiovascolari o tutte le altre cause
di mortalità. ■
Il fumo e l’alcol avvicinano gli adolescenti al
consumo di cannabis
Van Leeuwen, A.P., Verhulst, F.C., Reijneveld, S.A., Vollebergh, W.A.M., Ormel, J., Hiuzink, A., Can the Gateway Hypothesis, the Common Liability
Model and/or, the Route of Administration Model Predict Initiation of Cannabis Use During Adolescence? A Survival Analysis—The TRAILS Study,
Journal of Adolescent Health 2011, 48(1), pp. 73 - 78
E
sistono numerose teorie che legano il consumo di alcol e
tabacco in giovanissima età ad un successivo e precoce
utilizzo di cannabis. L’obiettivo di questo studio realizzato
in Olanda è quello di valutare tre diversi modelli di consumo
di sostanze per poter determinare quello che più di tutti è in
grado di spiegare tale relazione. I modelli esaminati sono:
“l’ipotesi gateway”, secondo cui l’alcol e il tabacco giocano un
ruolo importante nel fare da ponte verso la sperimentazione e
l’uso di altre sostanze; il modello denominato “common liability”,
che considera la disponibilità delle sostanze o la generale
predisposizione dei soggetti all’uso di droghe (cioè la presenza
di differenti fattori condizionanti lo stato di vulnerabilità) e il
modello “Route of administration”, che si basa sulla modalità di
assunzione delle sostanze. I dati analizzati si riferiscono a 2.113
adolescenti tedeschi che hanno partecipato al “TRacking Adolescents’ Individual Lives Survey”. I risultati hanno
mostrato che durante l’adolescenza, un inizio precoce del consumo di tabacco rispetto a quello di alcol non è
associato ad un rischio più elevato di utilizzare cannabis, per cui è stata esclusa la teoria basata sulla modalità
di assunzione delle sostanze. Inoltre, si è osservato che i ragazzi che hanno dichiarato di aver consumato
sia alcol che tabacco rispetto a chi ha fatto uso solo di una delle due sostanze, hanno un rischio maggiore di
consumare cannabis. Questi risultati sono a sostegno della teoria del “common liability”, che risulta quindi il
modello più robusto per permettere di prevedere l’inizio del consumo di cannabis in adolescenza. In conclusione,
la possibilità di identificare gli adolescenti che utilizzano sia tabacco che alcol, prima dei tredici anni potrebbe
contribuire a limitare l’inizio del consumo di altre sostanze stupefacenti, in particolare la cannabis. ■
12
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Farmacologia e Tossicologia
Dipendenza da cocaina: l’N-acetilcisteina efficace
nel contrastare il craving
S.L. Amen, L.B. Piacentine, M.E. Ahmad, Shi-Jiang Li, J.R. Mantsch, R.C. Risinger, D.A. Baker, Repeated N-Acetyl Cysteine
Reduces Cocaine Seeking in Rodents and Craving in cocaine-Dependent Humans, Neuropsychopharmacology, 2011, vol.36, pp.871-878
L
a dipendenza è un disturbo cronico recidivante che
sembra essere prodotto dalla plasticità indotta dalla droga.
Quest’ultima rende gli individui vulnerabili agli stimoli che
inducono il desiderio della sostanza. Tra gli effetti della plasticità
c’è l’aumentata attività eccitatoria di segnalazione attraverso le
vie corticostriatali, che nell’uomo è correlata con il desiderio e
che rende lo striato un potenziale nuovo target nel trattamento
della dipendenza. Un team di ricercatori della Marquette
University di Milwaukee (Stati Uniti) ha esaminato l’impatto
della somministrazione ripetuta di N-acetil cisteina in uno studio
preclinico sui roditori e in uno studio preliminare sull’efficacia
clinica in soggetti umani dipendenti da cocaina. L’N-acetil
cisteina è una cisteina profarmaco comunemente utilizzata per attivare il ricambio cistina-glutammato e è stata
identificata come potenziale nuovo trattamento per la dipendenza in quanto è stato osservato che in dosi massicce,
era in grado di bloccare la capacità di una somministrazione acuta di cocaina, di reintegrare il comportamento di
ricerca di cocaina in roditori in cui questo comportamento si era estinto. Parallelamente, i dati clinici preliminari dello
studio indicano che la somministrazione ripetuta per quattro giorni di N-acetil cisteina a soggetti umani dipendenti da
cocaina ha prodotto una significativa riduzione nel desiderio della sostanza in seguito a una iniezione sperimentale di
cocaina. Complessivamente, osservano gli autori della ricerca, questi dati dimostrano che l’N-acetil cisteina diminuisce
la motivazione a ricercare la droga anche dopo la somministrazione di una dose di cocaina nei roditori e riduce il
craving nell’uomo, sebbene questi ultimi dati siano preliminari. ■
Dipendenza da oppioidi: l’efficacia della buprenorfina
in un modello di cura collaborativo
D.P. Alford, C.T. LaBelle, N. Kretsch, A. Bergeron, M. Winter, M. Boticelli, J.H. Samet, Collaborative care of opioid-addicted
patients in primary care using buprenorphine, Health Care Reform, vol.171 – number 5, march 14, 2011 – pp.425-431
L
a dipendenza da oppioidi è un disturbo cronico che,
in ambiti di cura primaria, può essere trattato con
buprenorfina idrocloride sebbene questo farmaco
rimanga ancora scarsamente utilizzato.
Un team di ricercatori del Dipartimento di medicina
del Boston Medical Center ha effettuato uno studio di
coorte su 408 pazienti, con dipendenza da oppioidi,
sottoposti a una programma collaborativo di cura (detto
OBOT: office-based opioid treatment) nel corso del
quale sono state somministrate tavolette sublinguali
a base di buprenorfina-cloridrato e naloxone cloridrato
diidrato. L’analisi si è concentrata sulle caratteristiche
dei pazienti, sul successo di dodici mesi di trattamento
e sui fattori predittivi dei risultati positivi. Il programma
collaborativo di cura OBOT si articola in tre stadi: la
valutazione da parte del personale infermieristico e dei
medici; l’induzione al trattamento, supervisionata dalle
infermiere, e la stabilizzazione; il mantenimento o l’uscita
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
dal programma, volontari o meno. La ricerca ha coperto
un arco di cinque anni, dal 1 settembre 2003 al 30
settembre 2008. Al termine del primo anno, 196 dei 382
pazienti (pari al 51,3%) sottoposti al trattamento avevano
ottenuto risultati di successo; 187 (il 49%) sono rimasti in
trattamento per altri 12 mesi e 9 (il 2,4%) hanno interrotto
il trattamento dopo sei mesi di aderenza e di assenza
di uso di sostanze illecite. Per 162 pazienti, invece, il
trattamento è risultato inefficace. Dei pazienti rimasti in
trattamento per altri 12 mesi, 154 su un totale di 169 (il
91,1%) non hanno più utilizzato sostanze illecite, come
cocaina o oppioidi, secondo quanto emerso dalle analisi
delle urine. Dai risultati, concludono i ricercatori, emerge
che questo modello di cura risulta essere un efficace
metodo alternativo di trattamento per molti pazienti con
dipendenza da oppioidi che fanno un buon uso della
buprenorfina prescritta loro dai medici. ■
13
Farmacologia e Tossicologia
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Consumo di cocaina, adolescenza e genere
femminile fattori di rischio
J.J. Anker, N.E. Zlebnik, S.F. Navin, M.E. Carroll, Responding during signaled availability and nonavailability of iv cocaine and food
in rats: age and sex differences, Psychopharmacology, published on line 08 February 2011
G
li individui che iniziano ad usare precocemente
sostanze stupefacenti hanno una maggiore
probabilità di sviluppare un problema di uso di
droghe nel corso della loro vita e di soffrire di problemi
cognitivi e comportamentali. Allo stesso modo, anche
le differenze di genere sono fattori di rischio per l’uso
di droghe. Rispetto a un ampio numero di uomini che
usano sostanze stupefacenti, infatti, la progressione
dall’uso iniziale all’uso costante, da un’assunzione stabile
all’esagerare, dall’astinenza alla ricaduta è più rapida,
secondo alcune ricerche, nelle donne.
Uno studio realizzato presso l’Università del Minnesota ha
esaminato ratti maschi e femmine, adulti e adolescenti,
sottoposti a una procedura che misura la risposta durante
periodi di disponibilità e indisponibilità di cocaina, iniettata
per via endovenosa, oppure di cibo. L’obiettivo era quello
di appurare se l’età e il genere costituivano fattori di
vulnerabilità per l’abuso di droghe. Per verificare la loro
tesi, i ricercatori hanno sottoposto 41 ratti adolescenti
e 39 adulti a un esperimento con cocaina o con cibo,
resi disponibili a intermittenza. I ratti dovevano premere
una leva per ottenere una dose di cocaina oppure di
cibo, sostanze che costituivano dunque la ricompensa
al comportamento. Dai risultati è emerso che i ratti
adolescenti esibivano comportamenti di rinforzo, ovvero
di ricerca della sostanza premendo più volte la leva,
superiori rispetto agli adulti, sia nei periodi di disponibilità
che di indisponibilità di cocaina ma non di cibo. Un
comportamento analogo si è riscontrato per le femmine
rispetto ai maschi.
Questi risultati, concludono i ricercatori, indicano che
il genere e l’età sono fattori di vulnerabilità nell’uso di
droghe e che l’esposizione alla cocaina nelle fasi critiche
dello sviluppo può avere effetti duraturi. ■
Ricerca USA verso un vaccino anti metamfetamina
Moreno AY, Mayorov AV, Janda KD. Impact of Distinct Chemical Structures for the Development of a Methamphetamine Vaccine. -J.
Am. Chem. Soc., Article ASAP. DOI: 10.1021/ja108807j. Publication Date (Web): April 7, 2011
D
agli Stati Uniti, uno studio
pubblicato sulla rivista Journal
of the American Chemical
Society, riporta novità sulla possibilità
di sviluppare un vaccino anti
metamfetamina, droga stimolante
molto diffusa e per la quale non sono
disponibili farmaci per trattarne la
dipendenza. Un potenziale vaccino
si baserebbe sulla stimolazione
dell’organismo a produrre anticorpi
contro la metamfetamina la quale,
una volta legata all’anticorpo, non
sarebbe più in grado di raggiungere
il cervello e quindi di provocare
l’effetto psicoattivo. Questo tipo di
vaccini sono terapeutici e non di
tipo preventivo, ovvero sono studiati
per essere somministrati a soggetti
già dipendenti dalla droga al fine di
ridurre l’esposizione alla sostanza
e le proprietà di rinforzo che essa
produce nei comportamenti tipici della
14
dipendenza. Nel caso di molecole
piccole come la metamfetamina, il
vaccino si basa sulla produzione di
apteni. Gli apteni sono essi stessi
delle molecole piccole e riescono
ad indurre una risposta immunitaria,
ovvero stimolare la produzione di
anticorpi, solo se sono legati ad una
molecola più grande - generalmente
una proteina - detta anche carrier. La
progettazione dell’aptene è dunque di
fondamentale importanza nella qualità
del potenziale vaccino: l’aptene è
responsabile del riconoscimento
specifico antigene-anticorpo e
conseguentemente della qualità
della risposta immunitaria.Alcuni
studi già pubblicati sull’argomento
avevano puntato sulla produzione
di un singolo aptene costituito
essenzialmente da metamfetamina
che, con un legame ponte nella
porzione aromatica della molecola,
era legata al carrier. Amira Y. Moreno
e collaboratori del prestigioso
The Scripps Research Institute in
California, hanno pensato invece di
produrre più di un aptene, prendendo
come modello per la progettazione di
queste molecole, alcune strutture che
rappresentassero la metamfetamina
nella sua forma più stabile, come
suggerito da programmi informatici
di modeling computazionale. I
ricercatori hanno così progettato
e sintetizzato sei diversi apteni i
cui corrispondenti vaccini iniettati
nel topo, hanno dimostrato di
produrre una risposta immunitaria
molto elevata, suggerendo che
l’introduzione di caratteristiche
strutturali specifiche può costituire
un importante nuovo approccio al
potenziale sviluppo di un vaccino anti
metamfetamina. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Rapporti Epidmiologici
L’uso e l’abuso di alcol in Italia
ISTAT, “L’uso e l’abuso di alcol in Italia” - 2011
L
’Indagine ISTAT multiscopo annuale “Aspetti della vita quotidiana”
ha analizzato anche i comportamenti legati al consumo di alcol delle
famiglie di fatto (quindi escluse le convivenze) residenti in Italia. Il
campione analizzato ha coinvolto 48.336 individui appartenenti a 19.720
famiglie di 834 comuni italiani distruibiti in maniera uniforme sul territorio
nazionale.
I risultati principali emersi sono: l’aumento dei consumatori occasionali e che
circa una persona su sei adotta comportamenti a rischio quali il consumo
giornaliero non moderato o il binge drinking. A livello territoriale il consumo
giornaliero è più alto al nord, specie nel settore orientale, mentre per quel che
concerne la relazione con la popolazione dei comuni viene sottolineato una
prevalenza più rilevante nei comuni sotto i 10.000 abitanti ed in particolare
sotto i 2.000. ■
...segue da pag. 1
- Levamisole nella cocaina, da adulterante a nuovo composto tossico nell’uomo
Negli ultimi anni risulta infatti un crescente aumento della identificazione di levamisole in partite di cocaina sequestrate
sia in Italia che in Europa e Stati Uniti, con un potenziale dubbio che tale aggiunta non sia semplicemente da attribuire
al “taglio” dello stupefacente, ma al possibile potenziamento degli effetti della cocaina, in quanto l’aminorex derivante
dal metabolismo del levamisole, è esso stesso uno stimolante di tipo amfetaminico, con proprietà allucinogene. I
ricercatori hanno analizzato le urine di 8 volontari sani - 4 maschi e 4 femmine - ai quali era stato somministrato
levamisole per via orale (47 mg e 58 mg rispettivamente). I prelievi erano stati effettuati immediatamente prima e poi a
3 e a 6 ore dopo la somministrazione della sostanza. Il levamisole e l’aminorex sono stati dosati nelle urine attraverso
il monitoraggio di cinque ioni per ogni analita, dopo estrazione, utilizzando la tecnica in gascromatografia accoppiata
alla spettrometria di massa (GC-MS).
I risultati, pubblicati online e presto disponibili anche in cartaceo, dalla rivista Journal of Pharmaceutical and Biomedical
Analysis, hanno dimostrato in tutti i campioni di urina analizzati, dopo 3 e 6 ore dalla somministrazione, la presenza di
levamisole e del suo metabolita aminorex, confermando la sua formazione “in vivo” nell’organismo umano. Il metodo
è stato applicato anche a 12 campioni anonimi di urine provenienti da consumatori di cocaina, 4 dei quali sono risultati
positivi al levamisole e all’aminorex.
La presente ricerca pone l’accento sui possibili risvolti per la sanità pubblica della scoperta in quanto l’aminorex
che si forma in seguito all’assunzione di cocaina adulterata con levamisole, non solo ne potenzierebbe gli effetti
stimolanti, ma potrebbe comportare l’insorgenza di ipertensione polmonare, patologia nota come strettamente
correlata all’assunzione di aminorex. ■
...segue da pag. 5 - Contro la droga, il DPA si mette “In marcia per la vita”
terapeutiche le quali, in collaborazione con le istituzioni locali e le associazioni sportive, si faranno promotrici
dell’attuazione di eventi sportivi, formativi, informativi e culturali in corrispondenza delle tappe della marcia.
La Marcia prenderà il via contemporaneamente da Trieste e da Marsala il 14 maggio 2011 per concludersi il 3
giugno a Roma. I 3.000 km di staffetta saranno distribuiti su 35 tappe, in occasione delle quali si daranno il cambio
utenti e operatori delle Comunità Terapeutiche. A fare da contorno, manifestazioni culturali e musicali, momenti di
sensibilizzazione e informazione, significative occasioni di aggregazione sociale. Inoltre, la marcia, che simbolicamente
rappresenta il percorso svolto dai pazienti all’interno delle comunità finalizzato al miglioramento della propria vita
attraverso l’impegno e l’esercizio, ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della droga
e della tossicodipendenza oltre che di unire, in un unico abbraccio ed intento di lotta alla droga, le comunità e i centri
pubblici e privati che sono impegnati nel recupero di tanti giovani. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
15
Neuroscienze
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L’alcol nuoce all’amigdala e le sue molecole
Marvin R. Diaz, Daniel T. Christian, Nancy J. Anderson, and Brian A. McCool Chronic Ethanol and Withdrawal Differentially
Modulate Lateral/ Basolateral Amygdala Paracapsular and Local GABAergic Synapses The journal of pharmacology and experimental
therapeutics Vol. 337, No. 1, 2011doi:10.1124/jpet.110.177121
L
a rivista scientifica “the journal of pharmacology and experimental
therapeutics” ha recentemente pubblicato una ricerca del
Department of Physiology and Pharmacology Wake Forest
University School of Medicine (North Carolina, USA) sui cambiamenti
microstrutturali cerebrali dopo esposizione cronica all’etanolo e durante
l’astinenza dall’alcol, in particolare sulla neurotrasmissione delle
sinapsi GABAergiche a livello dell’amigdala laterale/basolaterale (BLA).
Secondo gli autori dello studio, la crisi d’ansia durante l’astinenza
dall’alcol sarebbe il fattore decisivo per le ricadute dopo l’esposizione
cronica alla sostanza. Questa crisi è sostenuta dai cambiamenti nel
sistema GABAergico a livello delle sinapsi neuronali nella BLA dopo
esposizione cronica all’etanolo.Nello specifico, l’etanolo provoca
una riduzione delle funzioni pre-sinaptiche negli interneuroni “feedforward” della regione laterale/paracapsulare della BLA senza alterare
le caratteristiche degli interneuroni locali. Lo studio molecolare svolto
su giovani ratti dopo somministrazione di etanolo dimostra, durante
l’astinenza, una ridotta espressione di GABA (acido gamma aminobutirrico) in una specifica subunità proteica, e un
aumento dell’aminoacido in altre 4 subunità. Un aumento transiente della sintesi del GABA in diversi tipi di proteine
suggerisce alterazioni nell’espressione del neurotrasmettitore a livello delle vie pre e post-sinaptiche della BLA laterale
e paracapsulare dovuto all’effetto cronico dell’etanolo. Questa ricerca estende e approfondisce le conoscenze sui
meccanismi neurobiologici che governano i comportamenti di dipendenza dall’alcol, enfatizzando il ruolo del sistema
GABAergico nella amigdala laterale/basolaterale, sede del controllo comportamentale e delle crisi d’ansia legate
all’astinenza dall’etanolo e all’abuso cronico di alcol. ■
Diverso il volume del cervello negli anziani che
hanno consumato tabacco da giovani
Debjani Das, Nicolas Cherbuin, Kaarin J. Anstey, Perminder S. Sachdev & Simon Easteal Lifetime cigarette smoking is associated
with striatal volume measures Addiction Biology 2011 Marzo 11 doi:10.1111/j.1369-1600.2010.00301
I
n uno studio longitudinale, alcuni ricercatori australiani hanno studiato l’associazione esistente tra volume
cerebrale (i nuclei dello Striato), il consumo di tabacco
e l’età di inizio uso in un ampio campione di anziani tabagisti. La nicotina è la principale componente del tabacco che da assuefazione e danneggia anche il cervello.
Molte ricerche hanno dimostrato che i fumatori hanno
un volume cerebrale ridotto e/o con una più bassa densità di materia grigia corticale rispetto ai non-fumatori.
Le differenze nelle strutture sottocorticali come il nucleo
Striato (NS) sono tuttavia ancora poco chiare. Un’elevata concentrazione di recettori nicotinici rende il NS un
potenziale bersaglio per la nicotina. Inoltre, il NS rappresenta una componente essenziale del circuito cerebrale della ricompensa coinvolto nella dipendenza. Scopo
dello studio è stato esplorare il rapporto tra i volumi dei
16
nuclei dello striato (caudato, putamen e nucleus accumbens) e il consumo di tabacco durante il corso della vita
in un ampio campione di individui anziani. Sono stati
misurati con Risonanza Magnetica i volumi cerebrali di
315 partecipanti, di età compresa tra i 64 e i 70 anni.
Il maggiore consumo di sigarette (misurato in pacchetti
per anno) durante il corso della vita è stato associato
con minori volumi della superficie del nucleo accumbens
e un maggior volume del putamen, specialmente a sinistra. Il volume maggiore del putamen è stato anche
associato ad una più giovane età d’inizio del consumo di
tabacco. Questi cambiamenti potrebbero indicare fattori
predisponenti per la dipendenza da nicotina, o un effetto
dell’esposizione cronica a questa sostanza, o una combinazione di entrambi. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Neuroscienze
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Il consumo di ecstasy manda in tilt la corteccia
cerebrale
Amy L Bauernfeind, Mary S Dietrich, Jennifer U Blackford, Evonne J Charboneau, James G Lillevig, Christopher J Cannistraci,
Neil D Woodward, Aize Cao,Tristan Watkins, Christina R Di Iorio, Carissa Cascio, Ronald M Salomon, Ronald L Cowan. Human
Ecstasy Use is Associated with Increased Cortical Excitability: An fMRI Study. Neuropsychopharmacology (2011) 36, 1127–1141;
doi:10.1038/npp.2010.244; published online 16 February 2011
L
’uso di ecstasy provoca seri problemi neurocognitivi e neuropsichiatrici e numerose ricerche di neuroimmagine
sull’uomo confermano i risultati ottenuti su animali da laboratorio, sulla neurotossicità della molecola a livello
cerebrale. Sono tuttavia ancora in corso di studio gli effetti neurofisiologici della droga sul corpo umano.
Alcune linee di ricerca si sono focalizzate sulle conseguenze negative della MDMA sulla neurofisiologia corticale
e sottocorticale nel sistema visivo. A tale proposito alcuni ricercatori della Vanderbilt University Medical Center
(Nashville, TN, USA) hanno misurato con Risonanza Magnetica Funzionale ad alto campo (3.0 Tesla) la funzionalità
neuronale di un particolare nucleo cerebrale, il Nucleo Genicolato Laterale (NGL), e delle aree visive BA 17 e BA 18
in 40 soggetti. Tutti i partecipanti, suddivisi in 2 gruppi (20 consumatori di MDMA attualmente astinenti dalla sostanza
da molto tempo e 20 soggetti di controlli non tossicodipendenti), sono stati sottoposti a stimolazione visiva durante
la scansione con fMRI. E’ stato utilizzato un paradigma a blocchi con presentazione randomizzata di stimoli luminosi
colorati (rossi o blu) ad una frequenza di 8Hz variando il livello d’intensità della luminosità. E’ stata riscontrata una forte
correlazione positiva tra l’uso “lifetime” di MDMA e intensità di attivazione neuronale nel NGL, nella BA17 e nella BA18.
I consumatori di MDMA mostrano inoltre una significativa maggiore estensione spaziale dell’attivazione neuronale
nella BA17 e BA18 rispetto ai controlli. Questi risultati dimostrano come l’uso ricreazionale della MDMA modifica la
neurofisologia cerebrale aumentando l’eccitabilità corticale, probabilmente dovuta ad una perdita della trasmissione
serotoninergica dalle regioni corticali e sottocorticali. L’iper-eccitabilità corticale può diventare in questi termini, una
evidenza scientifica della neurotossicità indotta dal consumo di MDMA sul sistema serotoninergico cerebrale. ■
Binge drinking, la nuova moda dei giovani
danneggia i neuroni
Adolescent Binge Drinking Alters Adult Brain Neurotransmitter Gene Expression, Behavior, Brain Regional Volumes, and Neurochemistry
in Mice Alcoholism: Clinical and Experimental Research Vol. 35, No. 4, 2011: pp 671–688 DOI: 10.1111/j.1530-0277.2010.01385
N
egli Stati Uniti l’abuso di alcol
si verifica soprattutto tra gli
studenti dei college, il 44% dei
quali dichiara episodi di binge drinking
ogni 2 settimane e il 19% anche 3
volte alla settimana. Il cervello di un
adolescente risulta particolarmente
sensibile agli effetti neurotossici
dell’alcol perché in fase di
maturazione strutturale e funzionale.
Avanzate ricerche scientifiche
dimostrano che gli episodi di binge
drinking negli adolescenti provocano
danni alle strutture cerebrali in via di
sviluppo, e disturbi comportamentali
come la dipendenza dall’alcol in
età adulta. L’Università del North
Carolina ha recentemente pubblicato
i risultati ottenuti da uno studio per
determinare come questo fenomeno
alteri la struttura cerebrale. Sono stati
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
utilizzati alcuni ratti da laboratorio
trattati con acqua (gruppo di controllo)
o etanolo (gruppo sperimentale,
AE) durante l’adolescenza (da 28
a 37 giorni postnatali) e controllati
fino all’età adulta (da 60 a 88 giorni
postnatali). L’analisi si è basata
sullo studio genetico di specifici
neurotrasmettitori, l’uso di test
comportamentali, l’analisi postmortem con Risonanza Magnetica
(RM) delle strutture cerebrali ed
l’immunoistochimica. I ratti di 38
giorni, 24 ore dopo un episodio di
BE, mostrano una riduzione nella
neurotrasmissione del sistema
colinergico e dopaminergico
(recettori di tipo 4). I ratti sottoposti
ad elevate quantità di alcol
durante l’adolescenza (AE) hanno
mostrato una riduzione del 73%
dell’espressione genica rispetto
al gruppo di controllo. Proprio in
questi ratti i test comportamentali
evidenziano
un
deficit
di
apprendimento (“reversal learning”)
correlato ai dati di RM che indicano
una riduzione del volume del bulbo
olfattivo e una ridotta densità dei
neuroni acetilcolinergici nel cervello
anteriore. Queste alterazioni
chimiche e strutturali riscontrate
a livello delle strutture cerebrali
potrebbero essere la causa dei
problemi di apprendimento nei ratti
adolescenti dopo il binge drinking,
danni che potrebbero manifestarsi
anche nel cervello dell’uomo
soprattutto se in fase di crescita
come nell’adolescente. ■
17
Prevenzione
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Canada: consumo di alcol e droga, etnie a
confronto
N. Nakamura, A. Ialomiteanu, J. Rehm, B. Fischer, Prevalence and characteristics of substance use among chinese and south asians
in Canada, Journal of thnicity in substance abuse, 2011, volume 10 . issue 1, pp.39-47
I
cinesi e gli asiatici del sud sono le due minoranze
etniche maggiormente presenti in Canada, con
oltre un milione di individui di razza cinese e oltre
900mila asiatici nel sud, secondo l’ultimo censimento
risalente al 2001. Si stima che, entro il 2017, entrambe
le popolazioni saranno superiori a 1,8 milioni di individui.
Vista la costante crescita di queste minoranze, medici e
ricercatori considerano sempre più importante studiare
le loro esigenze sanitarie e le loro abitudini in termini di
uso e consumo di alcol e sostanze stupefacenti. Con la
collaborazione dell’Università di Dresda, un gruppo di
ricercatori di diversi atenei canadesi ha analizzato i dati di
un sondaggio di monitoraggio canadese dell’uso di alcol e
droga per stabilire la prevalenza d’uso tra cinesi, asiatici
del sud e caucasici. Questi ultimi costituivano il campione
più numeroso, con 14.943 individui, e con l’età media più
elevata, 46 anni. I campioni di cinesi e di asiatici del sud
erano costituiti rispettivamente da 254 e 245 soggetti, la
cui età media era di 37 anni per i primi e 38 per i secondi.
Tra i cinesi e gli asiatici era più elevato il numero di donne
mentre tra i caucasici erano più numerosi gli uomini. Più
della metà dei cinesi e degli asiatici del sud, inoltre, erano
laureati contro il 27% dei caucasici.
Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che i cinesi e gli
asiatici del sud hanno riportato una minor frequenza
nel bere rispetto ai caucasici. Gli asiatici del sud inoltre
bevono meno anche rispetto ai cinesi. Questi ultimi,
insieme agli asiatici del sud, inoltre hanno riportato
anche un inferiore utilizzo di cannabis e di ogni altra
droga rispetto ai caucasici. Infine, i cinesi hanno riportato
anche un’inferiore abitudine al fumo e gli asiatici del sud
un minore ricorso a qualunque tipo di antidolorifico. ■
Fumo di sigarette: da USA e UK attenzione al
music marketing
C.R. Stanton, A. Chu, J. Collin, S.A. Glantz, Promoting tobacco through the international language of dance music: British American
Tobacco and the Ministry of Sound, European Journal of Public Health, February 2011, Volume 1, Issue 1, pp.21-28
I
bar e i nightclub frequentati dai giovani sono spesso
utilizzati dalle aziende del tabacco per promuovere
i propri prodotti e lo stile di vita ad essi legato.
Nonostante a livello internazionale le restrizioni per
questo tipo di campagne siano in aumento, il cosiddetto
“music marketing” è diventato un importante veicolo di
promozione per l’industria del tabacco che attraverso
le quali determina l’immagine del marchio, ne genera il
riconoscimento e lo promuove.
Un gruppo di ricercatori statunitensi e britannici ha
analizzato le caratteristiche di una partnership avviata
nel 1995 dalla British American Tobacco (BAT) con la
catena di nightclub London Ministry of Sound (MOS)
che, a partire dagli anni ‘90, è diventata un punto di
riferimento, nel mondo della musica dance e per i ragazzi
che frequentano i suoi locali, imponendo uno stile di
vita. Lo scopo dello studio era stabilire la rilevanza e la
18
credibilità tra i giovani adulti di questa partnership, che
nel 1997 è stata estesa alla Cina e a Taiwan. Con questa
collaborazione, hanno valutato gli autori dello studio, la
BAT ha cercato di trasferire lo stile di vita promosso dal
marchio della catena MOS alle proprie sigarette. Questa
partnership, osservano i ricercatori, è dunque un chiaro
esempio del forte appeal che i marchi internazionali
hanno in diverse regioni del mondo. Per questo, le
multinazionali del tabacco, come la BAT, non si stanno
sforzando soltanto di avvicinare i giovani adulti attraverso
attività culturali, come quelle realizzate dalla MOS, ma
stanno cercando anche di esportare le proprie strategie
in tutto il mondo. E’ dunque necessario, concludono gli
autori, mettere in campo uno sforzo per varare regole
nazionali che limitino la possibilità di realizzare campagne
di promozione come questa. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Prevenzione
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Norvegia, alcol e droga legame mortale
H. Gjerde, P.T. Normann, A.S. Christophersen, S.O. Samuelsen, J. Morland, Alcohol, psychoactive drugs and fatal road traffic
accidents in Norway: a case–control study, Accident analysis and prevention, article in press
E
’ stato l’alcol assunto insieme ad
altre droghe la combinazione di
sostanze psicoattive che, dal
2003 al 2008, ha causato il maggior
numero di incidenti stradali mortali
nel sud-est della Norvegia, 204 su
un totale di 333.
Il dato emerge da uno studio di
controllo realizzato dall’Università di
Oslo che ha analizzato i campioni di
sangue delle vittime degli incidenti e
di saliva di oltre 10mila automobilisti
intervistati a campione tra il 2005
e il 2006. Tutti i campioni biologici
sono stati analizzati per individuare
la presenza di alcol, anfetamine,
cannabis, cocaina, analgesici a
base di oppioidi, ipnotici, sedativi
e mio-rilassanti, per un totale di 22
sostanze psicoattive. Il rischio di
incidente stradale mortale è stato
calcolato attraverso un modello di
regressione logistica aggiustato
per genere, età, periodo dell’anno
e momento della settimana. Le
probabilità di coinvolgimento in un
incidente stradale mortale, in seguito
all’assunzione di una sostanza o
di una combinazione di droghe,
sono risultate piu’ elevate in caso
di assunzione combinata di alcol
e droghe, seguita dall’uso del solo
alcol, dalla poliassunzione di droghe
dall’utilizzo di una singola droga. Tra
le sostanze assunte singolarmente,
dallo studio è emerso che la più diffusa
continua ad essere l’alcol, seguito da
anfetamine , metanfetamine e THC.
Per molte sostanze, le probabilità più
alte sono state trovate analizzando
i conducenti vittime di incidenti in
cui era coinvolto un solo veicolo
rispetto a quelli in cui erano coinvolti
più veicoli sebbene, concludono gli
autori della ricerca, gli intervalli di
confidenza erano più ampi. ■
I geni dell’HIV contro la diffusione dell’AIDS
M.S. Campbell, J.I. Mullins, J.P. Hughes, C. Celum, K.G. Wong, D.N. Raugi et al., Viral Linkage in HIV-1 Seroconverters and Their
Partners in an HIV-1 Prevention Clinical Trial, Plos One, March 2011 – vol. 6 – issue 3
L
a caratterizzazione del virus
dell’HIV in coppie di trasmissione
può aiutare a identificare
le determinanti biologiche della
contagiosità e a valutare i possibili
interventi per ridurre la trasmissione.
Sebbene la sequenza dell’HIV
sia frequentemente utilizzata per
convalidare la relazione tra i nuovi
individui positivi al virus e i loro
partner sessuali in studi forensi
ed epidemiologici, essa viene
raramente applicata a esperimenti di
prevenzione dell’HIV.
Un corposo team di ricercatori della
Scuola di medicina di Seattle ha
analizzato 3408 coppie eterosessuali
e siero discordanti per l’HIV (in cui
dunque un solo partner è positivo
al virus), selezionate in 14 regioni di
7 paesi dell’Africa Sub-Sahariana,
per determinare l’efficacia della
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
soppressione dell’herpes genitale
nella riduzione della trasmissione
dell’HIV, come parte dell’analisi di
studio, le sequenze dell’HIV sono
state esaminate per la relazione
genetica tra i siero convertiti e i loro
partner.
Dall’analisi dei dati raccolti, è emerso
che oltre un quarto (il 26,5%) delle
trasmissioni dell’HIV tra partner non
era legato al partner coinvolto nello
studio.
I maschi siero convertiti avevano una
più alta frequenza di trasmissione a
partner diverse rispetto alle donne
siero convertite. Infine, è stata
riscontrata una carica virale basale
significativamente più elevata tra i
soggetti contagiatori legati tra loro.
Questo approccio di studio e i suoi
risultati sono rilevanti sia per il
futuro dei programmi di prevenzione
dell’HIV che hanno come target
partner infetti e sia per gli studi
che indagano le caratteristiche
virologiche, immunologiche e
genetiche determinanti per la
trasmissione dell’HIV. ■
19
Prevenzione
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USA, smettere di fumare con gli smartphones
L.C. Abroms, N. Padmanabhan, L. Thaweethai, T. Phillips, Iphone apps for smoking cessation, American Journal of Preventive
medicine, Volume 40, Issue 3 , Pages 279-285, March 2011
D
agli Stati Uniti un’analisi sui contenuti delle
applicazioni per smartphones utilizzate per
smettere di fumare e sulla loro aderenza alle linee
guida dello U.S. Public Health Service’s. Il successo e
l’ampia diffusione degli smartphones hanno fatto sì che
venissero ideate numerose applicazioni per smettere
di fumare, acquistabili online. Per questo, un gruppo di
studiosi della George Washington University ha analizzato
47 applicazioni per smettere di fumare, destinate al più
noto e diffuso smartphone in commercio e disponibili
online a partire dal 24 giugno 2009. Ogni applicazione è
stata analizzata da due revisori che ne hanno verificato
l’approccio primario all’interruzione del fumo, l’aderenza
alle linee guida stilate nel 2008 dallo U.S. Public Health
Service’s ed è stata codificata per la frequenza con cui è
stata scaricata. Le applicazioni sono state catalogate in
“calcolatrici”, che generalmente calcolano i dollari messi
da parte e i benefici per la salute maturati dal momento
in cui si è smesso di fumare; “calendari”, che tengono il
conto dei giorni fino a e dopo la data di interruzione del
fumo; “ipnosi”, che utilizzano l’ipnosi come tecnica per
smettere di fumare; “razionamento”, che limita il numero
di sigarette e/o il tempo in cui le sigarette possono essere
fumate; “altro”, per quelle applicazioni che non rientrano
immediatamente in una delle suddette categorie o che
rientrano in più di una. E’ emerso che queste applicazioni
hanno bassi livelli di aderenza alle suddette linee guida,
che poche di esse raccomandano o indirizzano gli utenti
verso trattamenti efficaci come la farmacoterapia, il
counseling e che più della metà utilizza l’ipnosi come
metodo per smettere di fumare. Per questo gli autori
dello studio raccomandano che le applicazioni correnti
vengano riviste e che quelle future vengano sviluppate
intorno a pratiche per smettere di fumare basate sulle
evidenze scientifiche. ■
Strategie e Management
Per combattere il fumo l’Australia sceglie
l’anonimato
Australian Government - http://www.health.gov.au/
O
gni anno in Australia muoiono circa 15 mila persone a causa del fumo, con un costo che si aggira
attorno ai 32 miliardi di dollari (circa 22,5 miliardi di euro) per le casse dello stato. Il Governo Australiano,
per voce del ministro della Salute Nicola Roxon, per arginare questa strage, ha presentato la scorsa
settimana un nuovo progetto che mira a diminuire i decessi cagionati dal tabagismo. La proposta è quella
di utilizzare le tecniche del “de-markteing” per rendere i prodotti il più possibile anonimi e non attraenti per il
pubblico. Le autorità di Canberra due anni fa avevano varato una normativa contro le “bionde” estremamente
repressiva. Da evidenze psicologiche derivanti dai più autorevoli studi internazionali sul marketing relazionale
e comportamentale, emerge che l’utilizzo di colori meno attraenti nel packaging e l’applicazione di immagini
d’impatto sui danni che il fumo provoca agli organi e ai sistemi, è un valido deterrente all’acquisto. Il ministro
Roxon in sede di presentazione della campagna ha dichiarato che la nuova legge rappresenta una pietra miliare
nel panorama mondiale della prevenzione del fumo. Infatti, nuovi pacchetti sia di sigari che di sigarette saranno
studiati per non sedurre le persone, ma per mostrare i gravi danni provocati al fisico. Anche se le maggiori
aziende produttrici di tabacco hanno subito minacciato azioni legali (pretendendo risarcimenti miliardari per il
danno causato), il governo ha da parte sua lo scudo giurisprudenziale che potrà arginare qualsivoglia attività
di rivalsa delle lobby del tabacco. La direttiva sarà introdotta in parlamento dopo 60 giorni di consultazioni
pubbliche e in base all’agenda politica entrerà in vigore nei primi mesi del 2012. ■
20
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Strategie e Management
L’america si schiera contro le “facili”
prescrizioni dei farmaci
White House Drug Policy - www.whitehousedrugpolicy.gov/
L
’overdose accidentale è un triste e sempre più diffuso evento che ogni anno provoca migliaia di vittime negli
Stati Uniti d’America. In base alle ultime rilevazioni epidemiologiche effettuate, emerge che questo esito
finale sia da considerarsi come la principale causa di morte in 17 stati. Al fine di arginare tale fenomeno,
la scorsa settimana l’amministrazione Obama ha presentato a Washington un nuovo piano strategico a
contrasto della farmacodipendenza, attivato in collaborazione con il Departments of Justice, l’Health and
Human Services, il Veterans Affairs, il Department of Defense e la Food and Drug Administration (FDA). Un
progetto federale fortemente voluto dalle autorità politiche e sanitarie USA per bloccare le “facili” prescrizioni
di farmaci (rilasciate spesso con troppa superficialità da alcuni medici) e l’uso incontrollato da parte della
popolazione. L’ Epidemic: Responding to America’s Prescription Drug Abuse Crisis è il documento strategico
sul quale si incardina tutta questa attività. Un piano d’azione che mira sia alla riduzione dell’abuso di medicinali
e stupefacenti, che all’espansione di programmi di monitoraggio delle ricette; promuovendo al contempo:
la rimozione controllata dei farmaci inutilizzati dagli armadietti domestici; lo smaltimento ecosostenibile dei
prodotti farmaceutici; il supporto all’educazione dei pazienti e degli operatori sanitari verso atteggiamenti
responsabili. In seno al percorso progettuale, la partecipazione della Food and Drug Administration diviene
quanto mai strategica proprio per la consulenza tecnico scientifica ed il sostegno manageriale che la FDA
può offrire in questo delicattismo settore; a maggior ragione quando sotto i riflettori vi sono temi delicati come
quelli connessi alla somministrazione degli oppiacei (farmaci che richiedono un’attenta valutazione dei fattori
rischio/beneficio - REMS). ■
UNODC, prosegue la lotta alle coltivazioni di oppio
in Afghanistan
UNODC - www.unodc.org/
L
o United Nations Office on Drugs and Crime di
Vienna ha recentemente pubblicato l’Opium Winter
Rapid Assessment Survey (ORAS), il documento
strategico che ogni anno fà il punto sulle principali
dinamiche connesse alla coltivazione dell’oppio in
Afghanistan. Sulla base dei rilievi effettuati con le più
avanzate tecnologie satellitari e quelli eseguiti sul campo
direttamente dagli esperti UNODC, il report del 2011 si
caratterizza per la descrizione circa l’altalenate dinamica
produttiva che il papavero avrà nei prossimi mesi, nelle
diverse aree del paese. Scorrendo la pubblicazione
emerge che grazie ai numerosi progetti di riconversione
agricola, nelle provincie di Hilmand e Kandahar si
assisterà ad una sensibile diminuzione della coltivazione
(ad esempio ad Hilmand è scesa da 103.590 ettari del
2008 ai 65.045 ettari nel 2010). In queste regioni i tanti
progetti a favore del sostentamento della popolazione
rurale che, sono in fase avanzata stanno dando buonissimi
risultati. Le brutte notizie invece arrivano dal Badakshan,
dal Baghlan e dalle zone del Faryab (luoghi compresi fra
il nord e la parte orientale dell’Afghanistan) dove, grazie
alla mappatura aerea ed alla georeferenziazione, si
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
prevede un deciso aumento della coltura. La motivazione
risiede nel fatto che la proliferazione di bande criminali
e l’instabilità politica-amministrativa di questi territori,
rende estremamente complesso l’intervento progettuale
dell’UNODC. All’interno dell’Opium Winter Rapid
Assessment Survey sono riportati anche i dati relativi ad
una attività di rilevazione statistica promossa dell’agenzia
delle Nazioni Unite. Un progetto epidemiologico dal quale
emerge la propensione al commercio in oppio da parte
delle fasce povere della popolazione proprio in virtù della
“leva di prezzo” (tra il febbraio 2010 e febbraio 2011,
aumentata quasi del 300%). ■
21
Strategie e Management
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AIDS, necessario incrementare strategie efficaci
per combattere il Virus
UNODC
D
agli ultimi dati epidemiologici
disponibili emerge che al
mondo sono circa 16 milioni
le persone che assumo sostanze
stupefacenti per via parenterale.
Proprio tramite lo scambio di
siringhe infette, si stima che siano
più di 3 milioni gli individui che
hanno contratto il virus dell’HIV. In
molti paesi l’utilizzo di dispositivi
medici contaminati, come la siringa
impiegata dai tossicodipendenti per
iniettarsi le sostanze è una delle
principali cause di trasmissione
dalla malattia (assieme a quella
sessuale). L’United Nations Office on
Drugs and Crime (UNODC) l’agenzia
delle Nazioni Unite impegnata
nel contrasto alla droga e alla
propagazione dell’ HIV/AIDS tramite
l’assunzione di stupefacenti per via
endovenosa, lavora con i paesi più
colpiti dal fenomeno per sviluppare
progetti sociosanitari che consentano
la creazione di servizi efficaci per la
popolazione colpita. Ad esempio, da
gennaio scorso, l’Ufficio Regionale
per l’Africa Orientale l’UNODC, ha
avviato una stretta collaborazione con
il governo del Kenya per sviluppare
sia politiche di prevenzione che
progetti di trattamento. Questo in
virtù dei numerosi casi accertati in
quell’area. L’esperienza keniota
è una best practice promossa e
segnalata dall’UNODC, poiché si
contraddistingue per l’approccio
innovativo adottato in un contesto
estremamente difficile come quello
subsahariano. In questo ambito viene
fornito l’accesso gratuito sia ai servizi
di prevenzione sia all’assistenza
gratuita per il trattamento dei malati.
Viene inoltre promossa la terapia
sostitutiva degli oppiacei e l’ attivazione
di programmi di sensibilizzazione per
la cittadinanza. ■
Tecniche Analitiche
L’analisi delle urine rivela l’assunzione di
cannabinoidi sintetici
A. Grigoryev, S. Savchuk, A. Melnik, N. Moskaleva, J. Dzhurko, M. Ershov, A. Nosyrev, A. Vedenin, B. Izotov, I. Zabirova, V. Rozhanets,
Chromatography–Mass Spectrometry Studies on the Metabolism of Synthetic Cannabinoids JWH-018 and JWH-073, Psychoactive Components of
Smoking Mixtures, Journal of Chromatography B (2010), doi:10.1016/j.jchromb.2011.03.034
I
JWH-018 e i JWH-073 sono stati tra i primi cannabinoidi sintetici a fare l’ingresso nel mondo delle “herbal blend”
miscele di erbe vendute come profumatori ambientali ma promozionate come sostanze da fumare per gli effetti
psicotropi che producono. Andrej Grigoryev della divisione di chimica forense russa e collaboratori, hanno
realizzato uno studio sui metaboliti prodotti nelle urine dell’uomo da questi due cannabinoidi sintetici, pubblicando
i risultati sulla rivista Journal of Chromatography B. I campioni di urine sono stati recuperati da individui portati
dalle forze dell’ordine presso i servizi per le tossicodipendenze in quanto presentavano sintomi di intossicazione
da droghe, sintomi che si sono in seguito rivelati essere dovuti proprio all’assunzione di cannabinoidi sintetici. Gli
esami di screening rapidi infatti, avevano escluso la presenza delle droghe più comuni e in effetti i soggetti, una
volta interrogati sull’accaduto, avevano confessato di aver fumato miscele di erbe. La preparazione del campione
è stata preceduta da idrolisi dei coniugati (gli autori hanno stimato che più del 90% dei metaboliti idrossilati sono
presenti in questa forma), ed estrazione con metodo liquido/liquido (LLE) o in fase solida (SPE), metodologie
che non hanno mostrato differenze nella quantità di composti estratti dalla matrice biologica. Si è poi passati
alla derivatizzazione con TFA, Acetilazione e TMS. Quest’ultimo derivato si è rivelato il migliore in termini di
sensibilità e numero di metaboliti osservabili. I risultati dopo analisi GC-MS hanno permesso l’identificazione di
14 metaboliti del JWH-018 (prodotti idrossilati, carbossilasi e dealchilati), mentre un metabolita monoidrossilato è
stato identificato per il JWH-073. In nessuno dei campioni è stato possibile identificare i composti integri (parent)
indicando che, secondo il presente studio, l’assunzione di queste molecole può essere accertata solo attraverso
l’identificazione dei suoi metaboliti. ■
22
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Tecniche Analitiche
Con una “fotografia” i ricercatori smascherano la
metamfetamina nel capello
Miki A, Katagi M, Shima N, Kamata H, Tatsuno M, Nakanishi T, Tsuchihashi H, Takubo T, Suzuki K. Imaging of methamphetamine
incorporated into hair by MALDI-TOF mass spectrometry. Forensic Toxicology DOI: 10.1007/s11419-011-0109-2 Online First
L
’analisi del capello è una delle metodologie utilizzate
per stabilire l’assunzione di sostanze stupefacenti
ed è particolarmente utile per evidenziare un
eventuale uso cronico nel tempo. Generalmente i
campioni di capello vengono decontaminati da possibili
agenti esterni, trattati al fine di estrarre le sostanze in
esso presenti e successivamente analizzati, procedura
questa che può rivelarsi lunga e complessa. Poter
disporre di una metodologia analitica che riduca questi
passaggi potrebbe costituire un’ importante innovazione
in tossicologia.
Akihiro Miki del laboratorio di scienze forensi presso le
forze dell’ordine di Osaka (Giappone) e collaboratori,
hanno effettuato la spettrometria di massa per immagini
(IMS) di una sezione longitudinale di capello (ottenuta con
taglio manuale) recuperato da due utilizzatori cronici di
metamfetamina, utilizzando come metodologia analitica
la tecnica in spettrometria di massa MALDI-TOF (Matrixassisted laser desorpition ionization-time of flight).
segue a pag. 28...
L’Ungheria sviluppa un nuovo metodo di screening
rapido per polveri contenenti catinoni sintetici
Jankovics P, Váradi A, Tölgyesi L, Lohner S, Németh-Palotás J, Kőszegi-Szalai H. Identification and characterization of the new
designer drug 4’-methylethcathinone (4-MEC) and elaboration of a novel liquid chromatography-tandem mass spectrometry (LC-MS/
MS) screening method for seven different methcathinone analogs. Forensic Sci Int. 2011 Apr 15. [Epub ahead of print]
L
’Istituto Nazionale di Farmacia Ungherese si occupa
di effettuare il controllo dei medicinali nella nazione,
tra cui l’analisi del contenuto di prodotti che vengono
sequestrati e che presumibilmente dovrebbero contenere
ingredienti farmacologicamente attivi. Questi prodotti
“sospetti farmaceutici” riportano spesso sulle etichette e
sui documenti di trasporto, informazioni che dichiarano la
presenza di eccipienti farmaceutici o sostanze analoghe
non pericolose. Tuttavia è stata spesso rivelata la
presenza di composti illegali o di uso non farmaceutico,
quali sostanze psicoattive o dopanti, tra cui la presenza
di metcatinoni, derivati sintetici del catinone, sostanza
psicoattiva ad effetto stimolante. Peter Jankovics e
collaboratori hanno studiato la possibilità di sviluppare
un metodo di sensibilità e selettività appropriate per la
rivelazione di molecole analoghe ai metcatinoni, che
potesse essere idoneo alla determinazione simultanea di
più derivati sintetici in formulazioni farmaceutiche come
ad esempio miscele di polveri o compresse. Sulla rivista
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Forensic Science International descrivono dunque un
metodo di screening rapido e semplice in cromatografia
liquida accoppiata alla spettrometria di massa (LC/MS/
MS) per l’identificazione di 7 diversi metcatinoni proprio in
miscele di polveri. I campioni sono stati separati attraverso
una colonna in fase inversa effettuando una eluizione in
gradiente di solventi (acqua, acetonitrile e acido formico)
e usando la modalità di monitoraggio delle reazioni
multiple (MRM). Nel 2010 gli autori hanno analizzato,
con questo metodo, numerosi reperti costituiti da grandi
quantità di prodotto sotto forma di polvere provenienti
da sequestri. L’applicazione del metodo decritto ha
permesso di rivelare la presenza nelle polveri di molecole
di origine sintetica appartenenti alla famiglia dei catinoni,
tra cui mefedrone (4’-metilmetcatinone), butilone (betaketo-MBDB), 3,4-metilenediossipirovalerone (MDPV),
flefedrone (4’-fluorometcatinone) e una nuova “designer
drug”, il 4’-metiletcathinone (4-MEC), molecola molto
simile al mefedrone. ■
23
Controllo Traffico e Spaccio
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GLOBAL SMART UPDATE 2011
ONU-UNODC, Global Smart Update 2011, vol. 5, March 2011, pp. 12
I
l mercato delle droghe di sintesi si evolve rapidamente
ogni anno e conoscerne le particolarità significa
diminuire la portata dei pericoli determinati da usi illeciti
ed incontrollati. Il Global SMART Programme dell’UNODC
avviato nel 2008 - e già documentato dal “2010 Patterns
and trends of amphetamine-type stimulants and other
drugs - Asia and the Pacifi c”(November 2010) - è arrivato
al suo 5° rapporto semestrale sulla capacità produttiva
di ATS (Amphetamines Type Stimulants) da parte di 11
paesi dell’Asia orientale e Sud-Est Asiatico e nel gennaio
del 2011 è stato allargato alle Americhe, con un riesame
della situazione ATS in alcuni Paesi insulari e territori
del Pacifico. Infatti, data la velocità con cui avvengono
alcuni determinanti cambiamenti nei mercati degli ATS
è particolarmente importante che ci sia un meccanismo
ben avviato, sostenibile e semplice, con cui raccogliere le
frequenti informazioni prodotte dal sistema e raccolte in
brevi rapporti. Essi recano notizie di sequestri di droghe
sintetiche o precursori chimici, con commenti sui metodi
di fabbricazione, nuove rotte di traffico o cambiamenti
nelle legislazioni dei vari Paesi per affrontare il problema
dei farmaci di sintesi, della loro fabbricazione illecita,
del loro impatto ambientale, della loro distruzione e di
quelli maggiormente in uso e/o emergenti che, con tutte
le componenti strettamente correlate fra loro, possono
avere pericolose implicazioni per la salute umana.
Le notizie sin qui riportate dall’UNODC evidenziano,
riguardo alla composizione chimica, nuovi incidenti
legati alla fabbricazione illecita di particolari sostanze
stimolanti non tabellate, nuovi tipi di molecole
sintetiche e loro precursori chimici, tutte progettate per
aggirare le legislazioni internazionali ed i controlli di
polizia. È stato, inoltre, illustrato l’approccio ecologico
determinato dall’eliminazione degli oli ricchi di safrolo che
costituiscono una fonte naturale del precursore richiesto
nella fabbricazione illecita di ecstasy ed infine è stato
dato conto della diffusione, per tipologie, delle sostanze
sintetiche prodotte e trafficate nelle varie regioni del
mondo. Ne deriva una breve ma articolata descrizione
dell’attuale situazione e delle prospettive che si stanno
determinando ad iniziare dall’Oceania e dall’Asia
Orientale. In queste zone del mondo l’uso di sostanze
di tipo anfetaminico (ATS) è tra i più considerevoli, e
si va via via spostando in Oceania, Australia e Nuova
Zelanda. Tali tesi sono state avvalorate dalle notizie di
smantellamenti di laboratori ATS, che venivano riforniti
di pseudoefedrina dall’Asia verso piccoli Stati insulari e
territori vari del Pacifico. I dati sulle metamfetamine, in uso
tra i giovani, mostrano come l’Est e Sud-est asiatico resta
la regione con il più alto numero annuo di consumatori di
anfetamine, e con una spesa che si aggira tra i 3,4 e 20,7
milioni di euro. I sequestri registrati e i dati preliminari
24
sulle metamfetamine per il 2010, suggeriscono che, dal
punto di vista morfologico, ne prevale la produzione in
forma cristallina, che il trasporto viene effettuato quasi
sempre da corrieri iraniani quando si tratta di muoversi in
vari paesi della stessa regione ed in generale nell’Africa
occidentale, fino ad arrivare verso l’Asia orientale e il
Giappone.
La criminalità organizzata traffica soprattutto con i
precursori di ATS e, ad intervalli regolari, ha dato
la possibilità di scoprire anche siti di produzione di
metamfetamine. Attraverso l’identificazione di modus
operandi si è, inoltre, potuto documentare che significative
quantità di ketamina sono trafficate verso altre regioni
dell’Asia ed oltreoceano fino in Canada. Infatti i sequestri
di ketamina dall’India sono aumentati dai 60 kg nel 2005
a più di 1000 kg nel 2009. In Europa il Mephedrone ha
fatto una rapida apparizione sul mercato illecito della
droga, ed è stato vietato immediatamente in tutti i 27
Stati membri dell’Unione nel dicembre 2010. Recenti dati
provenienti dai paesi del nord Europa mostrano che le
anfetamine potrebbero essere sempre più sostituite da
metamfetamine sui mercati Scandinavi e Baltici. Mentre
l’Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze
stabilisce che c’è una bassa prevalenza di uso di
anfetamine nella maggior parte dei paesi europei, rispetto
a quello della cannabis negli ultimi anni, in alcuni paesi,
che viene stimato a più del 2% dei giovani di età compresa
tra 15 e 34 anni. Riguardo agli ATS, stabilito che l’Africa
rappresenta una delle più grandi minacce emergenti, per
il rifornimento dei mercati asiatici, Giappone e Repubblica
di Corea in testa, occorre evidenziare tuttavia che ben
pochi paesi africani hanno strutture stabili che, per
capacità gestionale, siano in grado di combattere il traffico
di droga, destabilizzante sulla regione e corrosivo per la
maggior parte dei governi. Nel Nord America, mentre gli
Stati Uniti hanno visto crescere l’uso di ecstasy, il Canada
ne è, attualmente, il principale mercato per la criminalità
organizzata. In Centro e Sud America la fabbricazione di
metanfetamine non ha una regolamentazione completa e,
ad onta dell’uso di droghe tradizionali, ci sono forti segnali
di un crescente uso di ecstasy e metanfetamine in alcuni
paesi in Sud America, tra cui Brasile, Cile e Colombia .
Il Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Sri Lanka
sono stati investiti dal problema sia della fabbricazione
illecita, sia del traffico e dell’abuso di anfetamine
(ATS) e precursori necessari per la loro fabbricazione.
L’Asia del Sud è diventata una delle principali regioni
utilizzata dai trafficanti di droga per ottenere l’efedrina
e la pseudoefedrina per la fabbricazione illecita di
metamfetamina, con India e Bangladesh all’avanguardia
nella fabbricazione di precursori chimici ed un’industria
chimica in crescita esponenziale. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
Normativa
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Attuazione dei Regolamenti (CE) numeri 273/2004,
111/2005 e 1277/2005, come modificato dal
Regolamento (CE) n. 297/2009, in tema di
precursori di droghe
Governo italiano “Dossier sulla normativa concernente i precursori di droghe” - 2011
I precursori di droghe o “sostanze classificate” secondo
la terminologia introdotta con i regolamenti comunitari,
sono sostanze chimiche largamente impiegate nei circuiti commerciali per usi industriali quali la produzione
di solventi per vernici, profumi, prodotti per l’igiene etc.
Tali sostanze, alcune di uso molto comune (come ad
esempio acetone, acido cloridrico) non hanno proprietà stupefacenti o psicotrope, ma sono, indispensabili ai
narcotrafficanti per la produzione su vasta scala di droghe, soprattutto per l’estrazione e la raffinazione di cocaina ed eroina e per la fabbricazione di amfetamine.
Per tale motivo, l’Unione europea ha emanato i regolamenti comunitari: n. 273/2004 del Parlamento europeo
e del Consiglio, dell’11 febbraio 2004; n. 111/2005 del
Consiglio, del 22 dicembre 2004; n. 1277/2005 della Commissione, del 27 luglio 2005, come modificato
dal regolamento n.297/2009 della Commissione, dell’8
aprile 2009, ed ha stilato una lista di sostanze precursori di droghe, classificate nelle categorie 1, 2 e 3, il
cui impiego, per essere lecito, deve essere soggetto a
diverse forme di autorizzazioni e controlli, al di fuori dei
quali la produzione, il commercio ed in alcune ipotesi la
sola detenzione devono intendersi illegali, con lo scopo
di impedire ai narcotrafficanti, che gestiscono la produzione ed il traffico delle sostanze stupefacenti dai paesi
di origine, di approvvigionarsi, presso i paesi produttori
(prevalentemente europei), di sostanze chimiche essenziali alla fabbricazione di droghe. La Commissione
europea, dopo l’entrata in vigore dei citati regolamenti, ha stabilito che gli Stati membri dovessero adeguare
le proprie normative nazionali alle nuove disposizioni
comunitarie, con particolare riguardo agli obblighi delle Autorità competenti ed al sistema sanzionatorio. Nel
corso delle riunioni tecniche di coordinamento, che hanno visto la costante partecipazione del Dipartimento politiche antidroga, del Ministero della salute, del Ministero
della Giustizia, del Ministero affari esteri, del Ministero
dell’economia e finanze, del Ministero dell’Interno, della
Guardia di Finanza, della Direzione centrale per i servizi
antidroga del dipartimento di Pubblica sicurezza, dell’Agenzia delle dogane e del Dipartimento politiche comunitarie, è stato definito lo schema di decreto legislativo
che da attuazione all’art. 45 della legge comunitaria per
l’anno 2009 relativo al recepimento delle norme di diritto comunitario. Il provvedimento in questione è stato
presentato ed approvato in data 18 novembre 2010 dal
Consiglio dei Ministri, trasmesso successivamente, dal
Ministro per i rapporti con il Parlamento ai sensi degli arAPRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
ticoli 1, comma 3, e 45 della legge 4 giugno 2010, n. 96,
al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati,
assegnato alle Commissioni Giustizia, Affari sociali e Politiche dell’Unione europea, che hanno espresso parere
favorevole al testo in data 19 gennaio 2011. L’approvazione definitiva è avvenuta nel Consiglio dei Ministri n.
130 del 10/03/2011.
L’atto definitivo, il decreto legislativo n. 50 del 24 marzo
2011, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 95 del 26 aprile 2011, recepisce quindi i principi contenuti nei citati regolamenti comunitari, attraverso la modifica, il riordino,
e, l’abrogazione delle norme contenute nel testo unico
delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e
sostanze psicotrope, prevenzione e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.
Si è reso quindi necessario, far in modo che la disciplina
nazionale sia omnicomprensiva di tutti gli aspetti normativi concernenti i precursori di droghe, creando una netta
distinzione dalle restanti previsioni destinate agli stupefacenti ed alle sostanze psicotrope, in analogia a quanto
avviene negli altri Paesi comunitari; in tal senso peraltro
si è espressa la legge delega all’art. 2, comma 1, lett.b).
Con il presente intervento normativo si è inoltre provveduto ad adeguare la normativa sanzionatoria interna
alle previsione contenute nei regolamenti comunitari e
puntualmente esplicitate dalla delega, effettuando contestualmente un intervento di razionalizzazione e coordinamento dell’impianto sanzionatorio vigente in tema
di precursori di droghe, contenute sia nell’art. 70, sia
nell’art. 73 comma 2 bis del T.U. stupefacenti, norme
che hanno manifestato un difetto di coordinamento. ■
Online su Droganews
Il decreto del Ministero della Salute, concernente l'Aggiornamento delle tabelle contenenti l'indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope
relative a composizioni medicinali, di cui al D.P.R.
9 ottobre 1990 n. 309 e successive modificazioni
ed integrazioni, con l'inserimento del tapentadolo
nell'allegato III-bis, e dei composti medicinali a
base di tapentadolo, limitatamente alle forme farmaceutiche diverse da quella parenterale, nella
tabella II, sezione D.
25
Campagne Informative
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From Drugs to Mugs
Meth Program - Oregon Multnomah County Sheriff’s Office
N
egli USA la semantica e la veicolazione della comunicazione
è strettamente connessa ai diversi contesti socioculturali,
distribuiti omogeneamente in un territorio di oltre 9
milioni di km². Una nazione in cui l’antropologia si fonde talvolta
all’estremizzazione del “concetto” (cosa che oramai non fa più
scandalo) proprio per la presenza di differenti etnie, assieme a
comportamenti e/o metodologie non sempre ortodosse. E’ questo
il caso della recente campagna di sensibilizzazione contro la
dipendenza da sostanze «From Drugs to Mugs» (letteralmente
“Dalla droga alle foto segnaletiche”). Il progetto, iniziato nel 2004
con “Face of Meth” e promosso dal Meth Program - Oregon
Multnomah County Sheriff’s Office, è caratterizzato da una
comunicazione ostensiva dove l’utilizzo d’immagini estremamente
crude serve a dimostrare la devastazione che gli stupefacenti
producono al fisico. Visto il successo mondiale della precedente edizione, incentrata sulla dissuasione dell’uso di
metamfetamine, la contea di Multnomah ha esteso quest’anno il programma anche all’eroina ed alla cocaina. Come
per la precedente, la nuova campagna paragona foto segnaletiche di persone fermate a distanza di qualche anno,
presentando l’impressionante deperimento della pelle, lo sguardo sempre più perso, la caduta dei capelli e gli altri
terribili effetti che l’uso di droghe può arrivare a provocare sul corpo. “From Drugs to Mugs” è veicolata tramite un
video/documentario distribuito nelle scuole e nei maggiori centri d’aggregazione. Il progetto “Meth Program” fa leva
sulla vanità e sul narcisismo, soprattutto dei giovani, al fine di stimolarne la coscienza verso una seria riflessione circa
la pericolosità delle sostanze. Difatti, in una società in cui per tantissimi l’aspetto fisico conta molto, dimostrare come
la droga deturpi, è un forte deterrente. ■
Sobri alla guida
Regione Abruzzo - www.regione.abruzzo.it
I
l “binge drinking” è una pericolosa moda diffusa fra i giovani
che prevede l’ingestione compulsiva di alcolici e superalcolici,
fino al completo stordimento del soggetto. Una sconsiderata
pratica che mette in serio pericolo la salute, in virtù delle enormi
quantità di alcol assunte; volumi che apportano un contributo
negativo sul fisico sia a livello psico-cognitivo, che organico. La
nocività e la diffusione del fenomeno si palesa oggi non solo nelle
aree metropolitane e della movida rivierasca italiana, ma anche in
territori considerati nell’immaginario collettivo “più tranquilli” come
l’Abruzzo. Dagli ultimi dati pubblicati nei report delle ASL territoriali
emerge che negli ultimi due anni, in questa regione, la pratica del
bere senza freni è aumentata dall’8,4% al 12,6%. Le province di
Chieti, dell’Aquila, di Pescara e Teramo sono fra quelle che hanno
“l’indice totale di popolazione a rischio” sopra la media nazionale.
Il tutto ripercuotendosi pesantemente sul tasso d’incidentalità stradale (la percentuale di mortalità più elevata riguarda
la fascia di età tra i 15 e i 29 anni). Con il progetto “Sobri alla guida” la Regione Abruzzo e la Asl di Chieti-Servizio
di Alcologia (in collaborazione con il Ministero della Salute) promuovono una campagna di informazione sul binge
drinking e sugli effetti dell’alcol alla guida. Il programma, che mira a contrastare la propagazione del problema, prevede
la distribuzione di pieghevoli informativi in tutti i distretti sanitari, nei consultori, nei maggiori ospedali, nelle università,
in alcune caserme e agli studenti di diversi istituti, che al termine dell’anno scolastico saranno coinvolti nell’allestimento
di una mostra tematica sull’alcolismo. ■
26
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Campagne Informative
Strade 2011: Equazione Sicurezza
Regione Lazio - www.regione.lazio.it
S
i è tenuta a Roma la IV edizione di “Strade 2011: Equazione
Sicurezza”, una manifestazione fortemente voluta dalla Regione
Lazio organizzata in collaborazione con l’Associazione sulla
Rotta della Sicurezza. Un evento dove si sono alternate dimostrazioni
dal vivo, prove pratiche di guida, spot, esibizioni, convegni, incontri
con le scuole, per sensibilizzare i giovani sull’importanza della
sicurezza stradale. A fare da sottofondo agli eventi, la campagna
della Regione Lazio “La sicurezza non è mai troppa: guida sicuro...
allacciati la vita”. E’ questo un progetto promosso per comunicare ai
giovani l’importanza della sicurezza sulla strada e favorire a contempo
la cultura della prevenzione con un messaggio positivo per i ragazzi,
veicolato da chi fa sport e da chi può essere un punto di riferimento.
Per rafforzare l’importanza di non bere alcolici, specialmente quando
ci si deve mettere alla guida, nel corso della giornata sono stati distribuiti oltre 5 mila etilometri. I ragazzi si sono
inoltre confrontati con testimonial che hanno ribadito l’importanza della sicurezza, come Marco Confortola guida
alpina internazionale e Stefano Makula uno primatista mondiale di apnea. Tra le altre iniziative promosse nell’area
della Regione Lazio, un incontro con gli studenti per approfondire e contrastare i comportamenti a rischio, a cura della
Unità operativa complessa (Uoc) del SerT dell’Asl RmC, in cui si sono affrontate le problematiche relative ai rischi
legati all’uso di sostanze stupefacenti e di alcolici per chi va alla guida. Si sono alternati anche istruttori di guida che
hanno dato consigli e prestato lezioni di guida, soprattutto ai giovanissimi cercando di sensibilizzarli maggiormente
ad esempio sul fenomeno delle microcar. La collaborazione della Regione Lazio con l’associazione “Sulla rotta
della sicurezza” proseguirà partecipando con gli stand regionali alle altre due tappe di “Strade 2011: equazione
sicurezza”che si terranno ad aprile e ad ottobre a Napoli. ■
Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo sballo lo schianto
Autostrade per l’Italia - www.autostrade.it/calendario_sicurezza/
A
utostrade per l’Italia con la collaborazione della Consulta
per la Sicurezza della Polizia Stradale e le Associazioni dei
Consumatori ha avviato una vasta attività di sensibilizzazione
verso la giuda sicura, lontana dalle sostanze stupefacenti e
dall’alcol. Da gennaio a dicembre ogni mese si caratterizza per un
tema specifico di prevenzione. Peculiarità che da il nome al progetto:
“I 12 mesi della Sicurezza Stradale”. Aprile si contraddistingue per
la campagna di comunicazione “Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo
sballo lo schianto” che mira ad informare i conducenti dei veicoli
circa i rischi che si possono correre qualora si alzi troppo il gomito.
Il piano di lavoro prevede che durante tutti i week-end di Aprile
(dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, sia di giorno che di
notte) saranno distribuiti gratuitamente dei kit per la misurazione dell’alcolemia e dei materiali informativi (brochure
e leaflet) sulla sia sull’alcol che sulle droghe, in tutte le 216 Aree di Servizio della rete di Autostrade. Inebriati da
un drink di troppo o dall’effetto di qualche “pasticca” in molti, sopravvalutando le proprie capacità, si lanciano in
sorpassi e manovre azzardate. Lo scopo de “I 12 mesi della Sicurezza Stradale” è promuovere, sia tramite una
sequenza di attività mirate, che una comunicazione efficace “la nuova coscienza alla giuda”; rammentando che
atteggiamenti imprudenti potrebbero causare una diminuzione della prontezza dei riflessi, l’alterazione delle capacità
visive, la riduzione della concentrazione ed una diminuzione della percezione del pericolo. La campagna continuerà
ad informare gli automobilisti ed i motociclisti durante tutto 2011 e come da programma il mese di maggio sarà
incentrato sul controllo del mezzo. ■
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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Campagne informative
www.droganews.it
The Indigenous Anti-Tobacco Campaign
Samhsa, Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems, 2010
La scorsa settimana è stato varato il nuovo progetto contro il tabagismo del Governo
australiano. La particolarità di questa recentissima iniziativa, presentata ai giornalisti direttamente dal Ministro della Salute Nicola Roxon, risiede nel fatto che la campagna di
comunicazione è indirizzata esclusivamente verso la cittadini aborigeni. Difatti, dalle ultime rilevazioni epidemiologiche sul tema emerge che i nativi del nuovissimo continente
abbiano sviluppato una grande propensione al fumo. Circostanza che, oltre a cagionare
ogni anno migliaia di vittime, li rende la fascia di popolazione più vulnerabile al problema.
Le autorità di Canberra già da alcuni mesi hanno espresso delle forti preoccupazioni per il
propagarsi del fenomeno nelle diverse provincie abitate da questa etnia. “The Indigenous Anti-Tobacco Campaign”
è un’iniziativa che si incardina nel più ampio piano nazionale sanitario contro il tabacco, già avviato in quasi tutte le
regioni dello stato. Nello specifico la campagna di comunicazione è declinata in uno spot video in onda sui maggiori
network nazionali, dove la protagonista (una giovane donna indigena) riflettere sulla propria esperienza con il fumo;
vicissitudine che le ha fatto perdere sia la famiglia che tanti amici per via delle patologie legate al tabacco. Le azioni
sui media sono composte anche da una serie di clip audio e banner pubblicati online sui siti internet più visitati.
Inoltre, numerosi materiali informativi (brochure e leaflet) saranno successivamente distribuiti presso appositi centri
aggregativi, per documentare l’azione negativa che il fumo produce su organi e sistemi. ■
Linee Guida
Talking With Your Adult Patients About Alcohol,
Drug, and/or Mental Health Problems:
Discussion Guide for Primary Health Care Provider
Samhsa, Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems, 2010
Q
uesto manuale rientra nella serie dei “Treatment Improvement Protocol” (TIP), promossa e
sviluppata dal Centro per la Substance Abuse Treatment (CSAT) e dal Substance Abuse
and Mental Health Services Administration (SAMHSA), organi del Dipartimento americano
della Sanità e dei Servizi Umani (HHS). E’ indirizzata a tutti i medici di base e ai professionisti che
operano nel settore della prevenzione medica e propone un approccio una seri di domande/test
per rilevare la presenza di disturbi mentali o di problematiche legate all’uso di alcol e droga, in quei
pazienti adulti che sottoposti ad vista medica per altro motivo mostrino sintomi riconducibili a queste
problematiche. ■
...segue da pag. 23 - Con una “fotografia” i ricercatori smascherano la metamfetamina nel capello
La IMS è una tecnologia emergente che consente di analizzare direttamente una sezione di campione biologico e
di determinare la distribuzione delle molecole su una certa superficie. Nel presente esperimento l’immagine è stata
realizzata attraverso l’acquisizione di 500 spettri di massa individuali che sono stati accumulati per ogni pixel. I risultati
pubblicati sulla rivista Forensic Toxicology, hanno permesso di ottenere una sorta di “fotografia” del capello nella quale
è stato possibile osservare lungo la linea del capello stesso, numerosi puntini più o meno ravvicinati, corrispondenti
alla presenza di metamfetamina, ad indicare un uso ripetuto e variabile nel tempo e in quantità che riflettevano i
livelli della sostanza nel sangue dopo ogni assunzione. Il metodo di spettrometria di massa per immagini sembra
fornire informazioni cronologiche più accurate circa il consumo di sostanze e una migliore discriminazione tra l’uso
e la possibile contaminazione passiva del capello. Lo studio rappresenta la prima applicazione di questo metodo in
tossicologia forense e costituisce una nuova opportunità nel campo delle analisi delle droghe in campioni di capello. ■
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APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
www.droganews.it
Planning Congressi
Mobile Health 2011
Ente promotore: Stanford University - U.S. Centers for Disease Control
and Prevention
Sede Evento: Stanford University
Data: 04-05 maggio 2011
Indirizzo sede: 450 Serra Mall Stanford, CA 94305
Email: [email protected]
Sito web: http://mobilehealth.org/
L’industria della “salute mobile” continua a evolversi a ritmi vertiginosi e con essa vi è la possibilità di trovare nuovi
e diversi approcci all’offerta di nuovi servizi. Il 4 e 5 maggio, oltre 400 persone, fra le quali i leader del settore
della telefonia e dell’informatica, imprenditori, visionari, medici e funzionari pubblici si riuniranno presso la Stanford
University per ascoltare 45 esperti e condividere con loro le ultime scoperte in materia di servizi sanitari offerti tramite
la tecnologia mobile. Saranno presentati i risultati concreti dalla progettazione, e della distribuzione di questi servizi.
Per la prima volta ci sarà una sessione guidata dal responsabile strategico di Google.
Neurobiologia della cocaina e nuovi potenziali approcci
terapeutici per la dipendenza e craving
Ente promotore: Azienda Ospedaliera - Polo Universitario Luigi Sacco
Sede Evento: Aula Magna dell’Ospedale Luigi Sacco
Data: 06 maggio 2011
Indirizzo sede: Via Gian Battista Grassi, 74 – 20157 Milano
Fax: +390236661454
Email: [email protected]
Sito web: http://www.hsacco.it/
Nell’ambito del ciclo delle “Giornate di psicofarmacologia e clinica neuropsichiatrica” di aggiornamento sulla clinica e
il trattamento psicofarmacologico per patologie neuropsichiatriche, organizzate dall’azienda ospedaliera Luigi Sacco
di Milano, si terrà il prossimo 6 maggio 2011, un seminario sulla dipendenza e craving da cocaina, le cui iscrizioni
sono ancora aperte. Responsabile scientifico: Dott.ssa Paola Orofino, Neuropsichiatra Infantile, dirigente medico
ospedaliero, responsabile U.O.N.P.I.A.
Alcohol across the lifespan: what Physicians,
Psychologist and Nurses need to know
Ente promotore: Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio
Sede Evento: CNR
Data: 09-10 maggio 2011
Indirizzo sede: Piazzale Aldo Moro 7 - Roma
Segreteria organizzativa: E Meeting&Consulting
Indirizzo: Via Michele Mercati, 33 Roma
Tel.: +390680693320
Fax: +39063231136
Email: [email protected]
Sito web: http://www.emeetingeconsulting.com/
L’iniziativa è promossa dal Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio in collaborazione con il NIAAA
(National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism). La prima giornata di lavori, aperta dal direttore del NIAAA
Kenneth R. Warren, indagherà gli effetti negativi dell’alcol sul cervello nei vari stadi della vita, dall’esposizione prenatale
agli individui anziani. Chiuderà la sessione un approfondimento sui farmaci usati per trattare l’alcoldipendenza, con
uno sguardo agli obiettivi futuri. La seconda giornata sarà, invece, dedicata allo screening e all’intervento breve per i
disturbi da uso di alcol , che prevede un corso pratico sotto la guida del personale sanitario del NIAAA. La situazione
italiana, con un intervento sul trattamento farmacologico della dipendenza e i farmaci disponibili, verrà illustrata dal
prof. Mauro Ceccanti, docente della Sapienza Università di Roma e responsabile del CRARL.
APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4
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