APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Levamisole nella cocaina, da adulterante a nuovo composto tossico nell’uomo Bertol E, Mari F, Di Milia MG, Politi L, Furlanetto S, Karch SB. Determination of aminorex in human urine samples by GC-MS after use of levamisole. Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis. 2011. Article in Press, Accepted Manuscript S olo recentemente era stato dimostrato che il farmaco di uso veterinario levamisole, veniva metabolizzato dal cavallo in una nuova molecola attiva, l’aminorex, ma non si avevano informazioni circa il metabolismo nell’uomo. Il gruppo di ricerca guidato dalla Prof.ssa Bertol, della Tossicologia Forense dell’Università di Firenze, ha indagato la capacità dell’organismo umano di metabolizzare il levamisole al fine di comprendere i motivi che spingono i trafficanti ad aggiungere questa sostanza nella cocaina. segue a pag. 15... IN QUESTO NUMERO Focus On ________________ pag. 2 ► Un riconoscimento a Nek per il suo impegno nella lotta alla droga Notizie dal DPA ___________ pag. 2 Info NIDA _______________ pag. 4 Editoriale _______________ pag. 5 ► Contro la droga, il DPA si mette “In marcia per la vita” Intervista _______________ pag 6 ► Dipartimenti delle Dipendenze, esperienza e professionalità al servizio dei pazienti dott. Maurizio Gomma Responsabile SerD n.1 e Direttore f.f. Dipartimento delle Dipendenze ULSS n.20 di Verona Aspetti Psico Socio Educativi pag. 7 ►Se mamma e papà fumano salgono i livelli di nicotina ►La lotta contro la droga comincia tra i banchi di scuola ►Dipendenza, anche con le immagini della cocaina l’attenzione cala ►Droga e impulsività, giovani inglesi sotto osservazione Diagnosi Clinica e Terapia ___ pag. 9 ►Terapie a confronto: buprenorfina e metadone in gravidanza ►Germania, dai geni la soluzione per smettere di fumare ►Contro il fumo di sigaretta un click non basta ►L’abuso dei farmaci oppioidi preoccupa l’America Epidemiologia ___________ pag. 11 ►Uno studio longitudinale norvegese esamina il legame tra consumo di cannabis e assistenza sanitaria ►Preoccupazione negli USA per il ritorno dell’ecstasy ►Il consumo di alcol influisce sull’insorgenza del cancro ►Il fumo e l’alcol avvicinano gli adolescenti al consumo di cannabis Farmacologia e Tossicologia pag. 13 ►Dipendenza da oppioidi: l’efficacia della buprenorfina in un modello di cura collaborativo ►Dipendenza da cocaina: l’N-acetilcisteina efficace nel contrastare il craving ►Consumo di cocaina, adolescenza e genere femminile fattori di rischio ►Ricerca USA verso un vaccino anti metamfetamina Rapporti Epidemiologici____ pag. 15 ►L’uso e l’abuso di alcol in Italia Neuroscienze ___________ pag. 16 ►L’alcol nuoce all’amigdala e le sue molecole ►Diverso il volume del cervello negli anziani che hanno consumato tabacco da giovani ►Il consumo di ecstasy manda in tilt la corteccia cerebrale ►Binge drinking, la nuova moda dei giovani danneggia i neuroni Prevenzione _____________ pag. 18 ►Canada: consumo di alcol e droga, etnie a confronto ►Fumo di sigarette: da USA e UK attenzione al music marketing ►Norvegia, alcol e droga legame mortale ►I geni dell’HIV contro la diffusione dell’AIDS ►USA, smettere di fumare con gli smartphones Strategie e Management ___ pag. 20 ►AIDS, necessario incrementare strategie efficaci per combattere il Virus ►Per combattere il fumo l’Australia sceglie l’anonimato ►UNODC, prosegue la lotta alle coltivazioni di oppio in Afghanistan Tecniche Analitiche ______ pag. 22 ►L’analisi delle urine rivela l’assunzione di cannabinoidi sintetici ►Con una “fotografia” i ricercatori smascherano la metamfetamina nel capello ►L’Ungheria sviluppa un nuovo metodo di screening rapido per polveri contenenti catinoni sintetici Controllo Traffico e Spaccio ►Global Smart Update 2011 pag. 24 Normativa _____________ pag. 25 ►Attuazione dei Regolamenti (CE) numeri 273/2004, 111/2005 e 1277/2005, come modificato dal Regolamento (CE) n. 297/2009, in tema di precursori di droghe Campagne Informative ____ pag. 26 ►Strade 2011: Equazione Sicurezza ►Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo sballo lo schianto ►From Drugs to Mugs ►Sobri alla guida Linee Guida ____________ pag. 28 ►Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems - Discussion Guide for Primary Health Care Provider Planning Congressi ______ pag. 29 Focus On www.droganews.it Notizie dal DPA ■ Sind e Niod Proseguono gli incontri relativi ai progetti Niod e Sind support. Nell’ultima riunione del mese di Aprile, l’attenzione è stata posta relativamente al percorso che le Regioni e le P.A. hanno iniziato nel mese di giugno 2011, la cui finalità è la creazione di un Sistema Informativo Nazionale e la costituzione di un Osservatorio regionale sulle dipendenze. A questo incontro hanno partecipato quasi tutte le regioni e sono stati affrontati ed esaminati diversi argomenti. Il primo punto dell’ordine del giorno ha riguardato il Progetto SIND Support e in particolare la discussione è stata incentrata sulla versione definitiva del manuale operativo, contenete le linee di indirizzo per la rilevazione uniforme e standardizzata delle informazioni oggetto del flusso SIND. La riunione ha poi proseguito con tematiche riguardanti il progetto NIOD, prima tra queste la comunicazione e organizzazione del II Workshop degli osservatori. Nell’ultima parte, sono state presentate ed approfondite le tabelle standard sulle attività extra-SIND dei Servizi per le Dipendenze. ■ Nasce Osservatorio Epidemiologico Regione Sardegna Il Dipartimento Politiche Antidroga accoglie con soddisfazione l’istituzione dell’Osservatorio epidemiologico regionale per le dipendenze patologiche, della Regione Sardegna. La nuova struttura operativa si occuperà, in particolare, della raccolta e della trasmissione al Dipartimento Politiche Antidroga di tutte le informazioni sulle strutture che erogano servizi per le dipendenze patologiche, ossia i servizi per le dipendenze (Ser.D.). Si occuperà inoltre di altri servizi pubblici e del privato sociale operanti nel settore di riferimento, della consistenza e la tipologia delle figure professionali in servizio presso tali strutture, delle attività svolte presso i Ser.D, della regione e il monitoraggio relativo all’esecuzione di test sierologici per malattie infettive trasmissibili. Le informazioni confluiranno nel Sistema informativo nazionale per le dipendenze (Sind) sulla base degli indirizzi strategici e delle indicazioni fornite da questo Dipartimento, in collaborazione con il Ministero della Salute. La creazione di un network italiano di osservatori, ha spiegato Giovanni Serpelloni capo del DPA , nasce proprio con la finalità di creare un sistema nazionale partecipato, coordinato e condiviso che colmi il vuoto che spesso produce l’assenza di una rete organizzata a livello nazionale. Ben vengano quindi tutte quelle azioni di collaborazione come quelle della regione Sardegna che potenziano le attività di prevenzione su tutto il territorio nazionale. ■ Promo Info Day Si è svolto lo scorso 14 Aprile, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma, il primo incontro del “Promo Info-Day: progettare in Europa per la lotta alle dipendenze”. Con questo progetto, il Dipartimento per le Politiche Antidroga, vuole sostenere una politica di apertura e collaborazione operativa nei confronti degli Stati Membri, investendo e coinvolgendo sia le Regioni italiane che tutte le organizzazioni del Volontariato e creando quindi nuove opportunità di intervento finanziate con fondi europei. Prossimo appuntamento in autunno. Per info: www. promoprojectdpa. ■ Forum PA 2011 - Siamo tutti nodi della stessa rete Il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal 9 al 12 maggio p.v., parteciperà al Forum della Pubblica Amministrazione che si terrà presso la Fiera di Roma. Il FORUM PA è un’occasione di incontro e confronto tra pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini sui temi chiave dell’innovazione attraverso community, tavoli di lavoro e giornate di formazione. “Siamo tutti nodi della stessa rete” è la filosofia di questa ventiduesima edizione. Presso lo stand DPA, al numero 14b del padiglione 8, saranno disponibili le pubblicazioni realizzate dal Dipartimento, e i materiali informativi relativi ai progetti attualmente in corso. Il personale sarà a disposizione per rispondere a eventuali quesiti relativi alle politiche per le tossicodipendenze. Agli interessati saranno illustrate la Relazione Annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, che propone un quadro epidemiologico del fenomeno in riferimento ai dati raccolti nel 2009. Inoltre si potranno consultare il Piano d’Azione Nazionale Antidroga 2010 – 2013 e il Piano Progetti relativo alle attività dipartimentali 2010 - 2011. 2 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Focus On www.droganews.it Un riconoscimento a Nek per il suo impegno nella lotta alla droga di Carlo Giovanardi M artedì scorso ho avuto il piacere di premiare un grande cantautore e musicista italiano, Filippo Neviani, in arte Nek, per il suo impegno contro la droga. Al termine del sua esibizione, tenutasi presso l’Auditorium Parco della Musica, in occasione della data romana del “Nek European Tour 2011 - The Quartet Experience”, il cantautore ha ritirato il premio conferito dal Dipartimento Politiche Antidroga, una medagliaricordo della Campagna istituzionale antidroga 2011. Ho deciso di donare a Nek questo riconoscimento, quale segno di stima e gratitudine per aver prestato la sua immagine e concesso gratuitamente l’utilizzo della sua canzone “E da qui” per la colonna sonora della Campagna nazionale contro l’uso di sostanze stupefacenti. Ricordo che la campagna antidroga di quest’anno ha voluto offrire una differente chiave di lettura del fenomeno del consumo di droga fra i giovani, rovesciando l’immagine stereotipata della droga quale scorciatoia per il piacere e la felicità e affermando, invece, come l’uso delle sostanze stupefacenti porti ad un peggioramento della qualità della vita ed alla distruzione della persona. La partecipazione di Nek a questo importante progetto informativo è maturata anche dalla consapevolezza del cantante, quale padre di famiglia, che ogni adolescente può attraversare un momento critico nel suo sviluppo, entrando in contatto con sostanze stupefacenti e correndo un alto rischio di distruggere la propria esistenza. Come padre di una figlia di 15 anni, Nek ha ricordato che i genitori devono essere attenti e vigilare sui propri figli, mentre è compito di tutta la comunità combattere con ogni strumento questa grave piaga sociale, senza mai abbassare la guardia. Il concerto ha offerto non solo momenti emozionanti di bella musica ma anche interessanti spunti di riflessione, quando l’artista ha affrontato il problema dell’uso di droghe nella nostra società, confermando la mia convinzione che la musica è un potente strumento di comunicazione in grado di veicolare messaggi positivi e di prevenzione. E’ stato quindi un privilegio ammirare una platea così numerosa, nella quale spiccavano centinaia di adolescenti che hanno dimostrato di sapersi divertire senza necessariamente ispirarsi alla logica dello sballo. I balli e i cori che hanno accompagnato l’esibizione del cantante hanno accresciuto la consapevolezza che esiste una generazione di giovani forte, sana, dotata di validi principi, che riconosce ancora la solidità di valori quali la salvaguardia della salute, il rispetto per la vita e la condivisione dei rapporti sociali. ■ Sen. Carlo Giovanardi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendeze e al servizio civile APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 3 Info NIDA www.droganews.it Lanciato allarme sui “bath salts”: nuove droghe vendute online D al National Institute on Drug Abuse (NIDA) la Prof.ssa Nora Volkow, lancia un nuovo comunicato su nuove e dannose droghe che si stanno diffondendo rapidamente sul mercato tramite la vendita online in particolare tra le fasce più giovani della popolazione grazie alla loro facile reperibilità. Ivory wave, purple wave, zoom, bloom, sono solo alcuni dei nomi di queste sostanze tossiche legalmente vendute online e comunemente conosciute come “bath salts” ovvero sali da bagno. Anche in Italia, lo stesso allarme è stato lanciato nell’agosto del 2010 dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce del Dipartimento Politiche Antidroga che ha attivato un’allerta di grado 2 a seguito dell’individuazione del catinone sintetico 3,4 metilenediossipirovalerone (MDPV) nel prodotto denominato Ivory wave associato ad oltre 20 casi di intossicazione acuta nel Regno Unito e in Finlandia. L’allerta risulta tutt’ora attiva proprio a causa dell’ampia diffusione che prodotti come l’Ivory wave e analoghi hanno su tutto il territorio europeo. Il problema di queste droghe è che si sa ancora poco sulla loro composizione chimica e quindi sugli effetti che possono provocare sia a breve che a lungo termine. Solitamente, questo genere di sostanze, a base di mefedrone e pyrovalerone, può essere inalato, ingerito o assunto per via iniettiva con ricadute particolarmente gravi per la salute. I bath salts agiscono sul sistema nervoso come stimolanti, per cui spesso vengono assunti in sostituzione della cocaina, generando forte dipendenza. Anche per questo il mefedrone, andrebbe annoverato tra quelle droghe sintetiche ad alto rischio di overdose. ■ 12° “Settimana annuale del cervello” C ome ogni anno, da ormai 16 anni, il NIDA ha celebrato la “Brain Awarness Week “, un’iniziativa promossa da una partnership tra agenzie governative, organizzazioni scientifiche e università con lo scopo di diffondere attraverso giochi e attività interattive, il funzionamento del nostro sistema nervoso anche in risposta agli stimoli delle sostanze stupefacenti. Studenti e insegnanti hanno potuto vedere un vero cervello umano e parlare con gli scienziati del NIH su come lo stesso funziona per creare l’esperienza umana, così come hanno analizzato e discusso le carriere possibili nel campo delle neuroscienze. ■ NIDA alza il sipario sulla dipendenza I l NIDA ha annunciato il lancio del suo Addiction Performance Project, un innovativo programma di educazione medica progettato per aiutare i fornitori di cure primarie ad abbattere lo stigma associato con la dipendenza. Il programma prevede l’interpretazione drammatica della lotta di una famiglia con la dipendenza, seguita da un dialogo tra i partecipanti allo scopo di favorire la compassione, la partecipazione e la comprensione per i pazienti che vivono con questa malattia. L’Addiction Performance Project fa parte di NIDAMED, dedicato a medici, medici in formazione e altri professionisti sanitari. ■ 4 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Editoriale www.droganews.it Drog@news Direttore Responsabile Giovanni SERPELLONI Direzione del Progetto Giovanni SERPELLONI Elisabetta SIMEONI Pietro CANUZZI Alessandra LIQUORI O’NEIL Comunicazione Istituzionale Fiorella CALO’ Coordinatori di Redazione Eugenio Francesco VALENZI Roberta TITO Comitato Scientifico Giovanni ADDOLORATO Gian Maria BATTAGLIA Elisabetta BERTOL Corrado CELATA Luigi D’ONOFRIO Rachele DONINI Roberta FRIGHETTO Bruno GENETTI Teodora MACCHIA Roberto MOLLICA Felice NAVA Daniela ORLANDINI Fabrizio SCHIFANO Elisabetta SIMEONI Lorenzo SOMAINI Franco TAGLIARO Giada ZOCCATELLI Staff di Redazione Paolo BERRETTA Luciana CASTELLINI Arianna CIOFFI Lorenza CRETAROLA Carlo DE LUCA Placido M. SIGNORINO Lorenzo TOMASINI Luisa VECCHIOCATTIVI Giulia VINCIGUERRA Staff Scientifico di Supporto Diana CANDIO Claudia RIMONDO Catia SERI Supporto allo Sviluppo Grafico Riccardo DE CONCILIIS Sede della Redazione Dipartimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri Via Po n.16/a 00198 Roma telefono +390667796350 fax +390667796843 email [email protected] Registrazione al Tribunale Civile di Roma Sezione per la Stampa e l’Informazione n. 409/2009 del 01.12.2009 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Contro la droga, il DPA si mette “In marcia per la vita” di Giovanni Serpelloni L ’uso di droghe tra i giovani è un fenomeno preoccupante e attuale che richiede interventi mirati volti, prima di tutto, ad evitare la sperimentazione di sostanze stupefacenti da parte dei ragazzi. Il contatto con le droghe, tanto più se precoce, espone a diversi rischi, non solo a quello di un possibile futuro da tossicodipendente. Nell’immediato, infatti, espone al rischio di intossicazioni acute, infezioni e di incidenti stradali legati alla guida in stato di intossicazione; nel medio periodo, porta a perdere la motivazione e il piacere connessi al perseguimento degli obiettivi personali; a lungo termine, aumenta le probabilità sviluppare dipendenza e compromettere le attività sociali e lavorative. Dal punto di vista educativo e preventivo, la questione droghe rinvia alla necessità di superare l’attuale invisibilità del fenomeno e lo stigma sociale nei confronti dei tossicodipendenti, rinforzando al contempo le capacità dei contesti sociali, istituzionali e aggregativi, di elaborare adeguati codici di condotta e regole di riferimento volte al non-uso. “In marcia per la vita – Liberi dalle droghe”, progetto finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato in collaborazione con l’Istituto del Credito Sportivo, l’Associazione Nazionale di Promozione Sportiva nelle Comunità e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, si inserisce proprio in questo contesto. Si tratta infatti di un’iniziativa di prevenzione nei confronti dell’uso di droghe tra i giovani che utilizza la testimonianza dell’impegno e della speranza di tanti ragazzi che affrontano un percorso di recupero dalla tossicodipendenza. La Marcia rappresenta l’occasione di portare migliaia di ragazzi, che stanno seguendo un programma terapeutico, nelle strade, in mezzo alla gente e di far riscoprire, attraverso lo sport, emozioni e gioie sopite dall’uso di droghe. Il progetto si inserisce in un quadro epidemiologico che evidenzia, in Italia, una diminuzione nel consumo di sostanze stupefacenti che rimane comunque significativo, in particolare fino ai 34 anni. Oltre a questo, bisogna considerare il trend in aumento nell’uso e abuso di alcol. E’ stato stimato che sono quasi 400mila i soggetti con bisogno di trattamento nel nostro paese, mentre sono quasi 34mila quelli che ne hanno fatto richiesta per la prima volta nel 2009, con un’età media di circa 30 anni. Le strutture sociosanitarie che si dedicano alla cura e al recupero delle persone tossicodipendenti sono 1.641, con un rapporto utente/operatore pari a 24,1. Il progetto prevede la realizzazione di una marcia che si snoda su tutto il territorio nazionale, con il coinvolgimento diretto delle comunità segue a pag. 15... 5 Intervista www.droganews.it Dipartimenti delle Dipendenze, esperienza e professionalità al servizio dei pazienti a cura di Roberta Tito Intervista al dott. Maurizio Gomma Responsabile SerD n.1 e Direttore f.f. Dipartimento delle Dipendenze ULSS n.20 di Verona Maurizio Gomma Una formula organizzativa in grado di contenere al suo interno, ben coordinate e organizzate, sia le Unità Operative del Servizio Pubblico che del Privato Sociale e del Volontariato, al fine di assicurare la continuità terapeutica e la sinergia sulle attività di prevenzione. Ogni Dipartimento avrà una propria identità organizzativa e gestionale amministrativa all’interno delle Aziende Sanitarie con valenza sovra distrettuale, ben definita e formalizzata negli atti aziendali. A livello strutturale-gerarchico, ogni realtà sarà dotata di un proprio budget e di propria autonomia gestionale. Sono queste le caratteristiche alla base dei Dipartimenti delle Dipendenze per contrastare la droga. Ne abbiamo parlato con il dott. Maurizio Gomma. Quali sono i requisiti dei Dipartimenti delle Dipendenze, fondamentali e irrinunciabili per poter creare una organizzazione efficiente ed efficace? Una buona risposta organizzativa alle problematiche correlate alle dipendenze è sicuramente attivare un’insieme di azioni sinergiche, efficienti ed efficaci nei vari campi di intervento quali la prevenzione, la diagnosi, la cura, la riabilitazione ed il reinserimento. L’aspetto qualificante di questa modalità organizzativa è che le Unità Operative sia dell’Ente Pubblico che del Privato Sociale Accreditato nonché del volontariato collaborino a tutte le attività 6 avendo prima condiviso e concordato le finalità e le modalità dell’intervento. Il compito del coordinamento operativo è svolto dal Nucleo Ristretto (Comitato) dei Dipartimenti che è composto dai rappresentanti delle singole unità operative, pubbliche e private, e che periodicamente analizza l’andamento del fenomeno, evidenziando le eventuali nuove criticità, studia le possibili soluzioni sia in campo preventivo che terapeutico e pianifica i nuovi interventi. Spetta poi ai direttori dei Dipartimenti, coadiuvati dai membri del Nucleo Ristretto, il compito del coordinamento con le altre organizzazioni che, a vario titolo siano eventualmente coinvolte nelle attività (Scuola, Enti Locali, Forze dell’Ordine, altre strutture quali Dipartimento di Salute Mentale e Distretti). precisi alle singole unità operative e di conseguenza poter effettuare le verifiche e le valutazioni dei risultati ottenuti. Questa modalità organizzativa inoltre permette di garantire una ottima integrazione tra le unità operative pubbliche e private all’interno dei Dipartimenti ma garantisce anche una adeguata integrazione con le varie altre strutture dell’Azienda sanitaria (quali i Dipartimenti di Salute Mentale, le strutture Ospedaliere, il Dipartimenti di Prevenzione e i Distretti Socio-Sanitari) ed infine permette ai Dipartimenti delle Dipendenze di integrare le proprie attività con le Amministrazioni Locali e tutte le altre organizzazioni operanti sul territorio, sia per le attività di prevenzione che per quelle finalizzate al reinserimento socio-lavorativo. Esiste una formula organizzativa in grado di contenere nel suo interno, azioni coordinate e organizzate al fine di assicurare la continuità degli interventi terapeutici e la sinergia sulle attività di prevenzione? Per quanto riguarda l’orientamento delle attività e degli interventi all’interno dei dipartimenti delle dipendenze quanto è importante seguire l’orientamento strategico del Piano d’Azione Nazionale (PAN) approvato negli scorsi mesi dal Consiglio dei Ministri e perché? I presupposti perché tale modalità organizzativa si possa tradurre in azioni concrete e coordinate sono: la condivisione tra tutte le unità operative, indipendentemente dalla loro appartenenza, della vision e della mission dei Dipartimenti; la formazione professionale, l’aggiornamento e la motivazione degli operatori; l’autonomia gestionale delle risorse dedicate. La formula organizzativa più adatta a tale scopo è quella di tipo “mista”, cioè strutturale-gerarchica per quanto riguarda le unità operative delle ULSS e funzionale per le strutture del privato con però la responsabilità e la direzione dei Dipartimenti mantenuta all’interno del servizio pubblico; questa formula permette di attribuire, attraverso sotto-budget, compiti Gli orientamenti espressi all’interno del Piano d’Azione Nazionale (PAN) sono la conseguenza di un processo di analisi del fenomeno, individuazione delle criticità, studio delle possibili soluzioni effettuato a livello nazionale. Si tratta quindi di un processo esattamente identico a quello che si verifica periodicamente all’interno del Comitato dei Dipartimenti, anche se naturalmente su scala diversa. Ciò spiega perché la maggior parte delle indicazioni strategiche contenute nel PAN siano pienamente condivisibili, con i necessari adattamenti alla realtà locale, e pertanto si ritiene, che tali indicazioni debbano essere tenute in primo piano nella stesura del piano d’azione dei Dipartimenti delle Dipendenze. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Aspetti Psico Socio Educativi Se mamma e papà fumano salgono i livelli di nicotina Ortega G, Castellà C, Martín-Cantera C, et Al., Passive smoking in babies: The BIBE study (Brief Intervention in babies. Effectiveness). BMC Public Health, DIC 2010 D ormire in camera con genitori fumatori non è consigliabile ne sanno qualcosa i bambini che, mostrano livelli di nicotina nel sangue tre volte superiori rispetto a quelli che dormono in un’altra stanza. È il cosiddetto “fumo di terza mano”, uno step successivo al fumo passivo, quello cioè che rimane sugli abiti o sulla pelle dei genitori e che viene così trasmesso ai neonati. Questi i dati emersi in uno studio condotto da un gruppo di ricercatori catalani pubblicato sulla rivista BMC Public Health, i cui risultati sono in corso di analisi. Il team, guidato dal prof. Ortega, ha voluto sondare il BIBE, Breve Intervento sui Neonati, un protocollo studiato per i genitori fumatori al fine di ridurre i danni ai neonati prodotti dal fumo passivo. Danni che nei piccoli possono causare asma, crescita rallentata dei polmoni, problemi respiratori e in certi casi persino la morte. Per questo sono stati presi in esame un gruppo di controllo e un gruppo sperimentale composto da padri e madri di bambini fino ai 18 mesi di età, con almeno un genitore fumatore. Ai genitori è stata fatta un’intervista mentre a circa 250 neonati è stato prelevato un campione di capello all’inizio dello studio e successivamente dopo 3 e dopo 6 mesi per determinare il livello di nicotina nei piccoli. Dal confronto tra le analisi del capello e le dichiarazioni rilasciate dai genitori è emersa una larga corrispondenza, infatti il 73% degli adulti affermava di fumare in casa e l’83% delle analisi del capello dei neonati mostravano alti livelli di nicotina. Durante lo studio, al gruppo sperimentale viene proposto un breve percorso educativo per i genitori che consiste in una serie di consigli mirati che insegnano loro come evitare situazioni di fumo passivo per i bimbi e i danni ad esso correlati. La presenza di nicotina nei capelli ha permesso di capire che, anche comportamenti apparentemente protettivi nei confronti del bambino come fumare alla finestra o cambiare aria alle stanze non serviva ad eliminare le sostanze nocive. Secondo gli esperti infatti, l’unica alternativa possibile è quella di fumare fuori casa, gli stessi stanno lavorando all’individuazione dei fattori che maggiormente influiscono sul bambino esposto al fumo passivo per fornire uno strumento in più ai pediatri. ■ La lotta contro la droga comincia tra i banchi di scuola Tobler AL, Komro KA, Dabroski A, Aveyard P, Markham WA. Preventing the Link Between SES and High-Risk Behaviors: “ValueAdded” Education, Drug Use and Delinquency in High-Risk, Urban Schools. Prev Sci. 2011 Mar 1. [Epub ahead of print] L ’alcol, il tabacco, l’uso di droghe e la delinquenza costituiscono fattori che possono incidere notevolmente sui livelli di mortalità tra i giovani e influenzano la salute in età adulta. La propensione dei giovani all’uso di sostanze e alla delinquenza, potrebbe essere il risultato di una complessa interrelazione tra elementi che coinvolgono la sfera individuale, sociale, ambientale e organizzativa, suggerendo come una corretta prevenzione richieda sforzi su più livelli e il coinvolgimento di più fattori. Uno dei più importanti livelli per la prevenzione dei comportamenti a rischio è quello scolastico, ambiente in cui secondo alcune ricerche, verrebbero influenzati maggiormente i comportamenti dei giovani grazie alla forte socializzazione sviluppata tra gli adolescenti. Amy L. Tobler della University of Florida, in collaborazione anche con colleghi inglesi, ha studiato come i successi scolastici fossero in grado o meno di influenzare il rischio di consumo di droghe e di atti delinquenziali tra studenti provenienti da contesti scolastici di aree urbane popolari e ad alto rischio. Lo studio è stato realizzato attraverso dei questionari somministrati a 2621 studenti provenienti da 61 scuole pubbliche di Chicago di 12 anni, seguiti fino ai 14 anni (dal 2002 al 2005). Nell’analisi dei dati, sono stati valutati i profili degli studenti sulla base dei dati sociodemografici ed è stata fatta una stima di quanto eventuali discostamenti da questi profili, in termine di migliori successi scolastici e maggiore frequenza della scuola, fosse associata ad un rischio inferiore di usare droghe o di mostrare comportamenti ed atti illegali. Considerando un iniziale livello di comportamenti a rischio, una migliore educazione scolastica, ottenuta anche attraverso interventi mirati, si è rivelata essere associata ad un minor uso di alcol, sigarette e marijuana nonché ad una diminuzione degli atti illeciti, come partecipazione a furti e risse tra gruppi. Gli autori sottolineano dunque l’importanza e i vantaggi di interventi atti a migliorare gli ambienti scolastici, a garanzia di un miglioramento del comportamento di ogni studente, che, se trattato individualmente richiederebbe sforzi e costi molto più alti. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 7 Aspetti Psico Socio Educativi www.droganews.it Dipendenza, anche con le immagini della cocaina l’attenzione cala Dunning JP, Parvaz Ma, Hajcak G, et al. Motivated attention to cocaine and emotional cues in abstinent and current cocaine users – an ERP study. European Journal of Neuroscience, Apr 2011, 33(7), in press P ubblicato sull’European Journal of Neuroscience uno studio sulle modalità con cui si innesca nel cervello di soggetti consumatori di cocaina, l’attenzione a stimoli emotivi e a stimoli correlati alla droga. Lo studio consisteva nel misurare attraverso una sorta di “cuffia” costituita da elettrodi, l’attività del cervello di un gruppo sperimentale composto da 55 soggetti con problemi legati all’abuso di cocaina (27 astinenti e 28 che ne continuavano a fare uso) e di un gruppo di controllo costituito da 29 soggetti sani, in concomitanza con la visione di una serie di immagini: piacevoli, violente, neutre o legate alla cocaina. Durante l’esperimento le immagini relative alla cocaina attiravano immediatamente l’attenzione motivazionale dei soggetti dipendenti dalla sostanza, sia in astinenza che non, allo stesso modo in cui le immagini piacevoli e non, attiravano l’attenzione rispetto ad altre foto considerate neutre, in quanto non evocative o coinvolgenti. Però mentre coloro che erano in astinenza da cocaina mantenevano il livello di attenzione sempre alto, è stato osservato che coloro che avevano fatto uso di cocaina nei 3 giorni precedenti all’esperimento, perdevano rapidamente l’attenzione per le immagini sia correlate alla droga sia a quelle neutre. Sembrerebbe che l’indebolimento nella risposta a stimoli emotivi tra i consumatori continuativi di cocaina indichi una generale difficoltà nel sostenere l’attenzione motivazionale, secondo Rita Goldstein, (direttore del gruppo di ricerca dell’Università di Brookhaven coautrice dello studio) la perdita di attenzione potrebbe indurre i consumatori di cocaina a continuare l’assunzione della sostanza proprio per compensare questo deficit di attenzione a tutti gli stimoli emotivi. Osservazioni che potrebbero fornire indicazioni sui comportamenti associati all’uso di droghe e all’individuazione di trattamenti mirati a compensare questa tipologia di deficit dell’attenzione agli stimoli. ■ Droga e impulsività, giovani inglesi sotto osservazione L. Hogarth, The role of impulsivity in the aetiology of drug dependence: reward sensitivity versus automaticity, Psychopharmacology, published on line 08 February 2011 L ’impulsività è stata a lungo considerata come un fattore di rischio per la dipendenza dalla droga, compreso il fumo, ma i meccanismi alla base di questa associazione non sono chiari. Presso la Scuola di Psicologia di Nottingham, in Gran Bretagna, è stato realizzato uno studio su un campione di 100 giovani adulti fumatori, suddivisi tra abituali e non, per garantire una vasta gamma di conoscenze a proposito del fumo. Sono stati misurati e valutati il desiderio di fumare, l’impulsività 8 e il tasso di ricerca del fumo. In ogni esperimento, i partecipanti potevano chiedere, premendo un pulsante, una sigaretta o della cioccolata e ogni alternativa aveva il 50% di probabilità di soddisfare la scelta, garantendo quindi la ricompensa in ogni esperimento. L’assunzione è stata quindi valutata in una sessione di fumo senza limiti durante la quale è stato misurato criticamente il numero di boccate consumate. Gli obiettivi dello studio erano quelli di stabilire se l’impulsività poteva essere associata con un’accresciuta assunzione di droga, suggerendo una più grande sensibilità allo stimolo di rinforzo della sostanza, o poteva non essere correlata con l’assunzione, suggerendo un ruolo dissociabile nella dipendenza e determinare la relazione tra l’impulsività e il controllo automatico della ricerca e assunzione di droga. L’assunzione della droga è dunque influenzata, secondo i ricercatori, dall’ipersensibilità allo stimolo di rinforzo che stabilisce una ricerca e un’assunzione maggiormente intenzionali riflesse nel desiderio soggettivo. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Diagnosi, Clinica e Terapia www.droganews.it Terapie a confronto: Germania, dai geni la buprenorfina e soluzione per smettere metadone in gravidanza di fumare Unger A, Reinhold J, Hendree J, et al, Randomized Controlled Trials in Pregnancy: Scientific and Ethical Aspects Exposure to different opioid medications during pregnancy in an intra-individual comparison, Addiction, 2011, Epub ahead of print Breitling L.P, Yang R, Korn B, et al., Tobacco-Smoking-Related Differential DNA Methylation: 27K Discovery and Replication, AJHG, March 2011, Volume 88, Issue 4, 450-457 I n nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi, ha scoperto un collegamento tra il fumo di tabacco e un gene noto in quanto incide sul sistema cardiovascolare. La ricerca, pubblicata nel numero di aprile di The American Journal of Human Genetics, può essere considerata un utile strumento per orientare le strategie e le ricerche future volte ad individuare e contrastare le patologie causate dal consumo di sigarette. Un possibile meccanismo utile alla mediazione degli effetti nocivi del tabacco è la metilazione del DNA, ovvero il legame di gruppi metilici ad alcuni siti specifici all’interno di una sezione del DNA. Questo meccanismo risulta importante per la regolazione della funzione genetica e può giocare un ruolo fondamentale nelle malattie con un fenotipo complesso. Anche se precedenti studi hanno collegato la nicotina ad una alterata metilazione di vari geni, il confronto dello stato di metilazione tra forti fumatori che non hanno il cancro e soggetti che non hanno mai fumato non è mai stata completamente analizzata. Per questo i ricercatori di tale studio hanno utilizzato una tecnica di screening di recente sviluppo chiamata Illumina Human Methylation 27K BeadChip, per condurre una ricerca sul genoma atta ad individuare le differenze nella metilazione correlate al consumo di tabacco in 117 fumatori, ex fumatori e pazienti che non hanno mai fumato. Questi hanno scoperto una singola sezione di DNA che ha manifestato una metilazione inferiore nei fumatori. Il sito, ubicato all’interno di un gene denominato “fattore di coagulazione II recettore di tipo 3” (F2RL3), è stato collegato al processo di coagulazione del sangue e ad altre funzioni cardiovascolari. Per i ricercatori vi sono buone prospettive che questo gene venga coinvolto in una fase molto precoce della patologia cardiovascolare correlata al fumo. Una migliore comprensione del suo ruolo potrebbe aprire nuove strade per prevenire lo sviluppo di malattie correlate al fumo di sigaretta. ■ l coinvolgimento delle donne incinta negli studi di ricerca clinica è una questione complessa, soprattutto quando lo studio deve valutare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci. La principale preoccupazione per la sicurezza neonatale ha portato, negli anni, ad una generale mancanza di studi randomizzati sulle donne incinta per quanto riguarda l’assunzione di farmaci per il trattamento di patologie quali asma, depressione, epilessia e dipendenza da oppiacei. Per quest’ultima patologia sono sicuramente necessarie delle linee guida adeguate che ottimizzino gli approcci al trattamento. Sebbene il trattamento di mantenimento con gli agonisti degli oppioidi sia indicato come principale terapia per le donne incinta con dipendenza da oppiacei, solo due studi controllati hanno fornito risultati utili sia a livello materno che neonatale attraverso il confronto dei dati sulla sicurezza e l’efficacia del trattamento con metadone e con buprenorfina. Questo studio, condotto da un gruppo di ricercatori austriaci e americani, ha sostenuto ed indicato proprio la sicurezza e l’efficacia di entrambi questi trattamenti. Benché sia stato dimostrato che il metadone risulta essere la terapia maggiormente utilizzata per combattere la dipendenza da oppiacei, recenti indagini hanno individuato una migliore risposta al trattamento con buprenorfina in quanto questa riduce la sindrome da astinenza prenatale (NAS). Per giungere a tale conclusione, gli studiosi hanno preso in esame tre donne facenti parte dello studio di coorte randomizzato europeo “MOTHER”. Ciascuna donna aveva avuto due gravidanze consecutive ed era stata fatta seguire loro una terapia o con metadone o con buprenorfina durante la prima gravidanza, seguita dai rispettivi trattamenti opposti durante la seconda gravidanza. Dai risultati è emerso che entrambi i trattamenti sono efficaci contro il rischio di ricadute nell’uso della droga; il metadone produce un significativo aumento del peso neonatale, mentre il trattamento con buprenorfina è associato a più bassi livelli di NAS. Secondo i ricercatori pertanto, la terapia con buprenorfina può diventare un trattamento alternativo al metadone per le donne incinta con dipendenza da oppiacei senza dimenticare l’aspetto etico che deve essere affrontato come parte integrante dei progetti di ricerca clinica. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 U 9 Diagnosi, Clinica e Terapia www.droganews.it Contro il fumo di sigaretta un click non basta Hutton H.E., Wilson L.M, Apelberg B.J, et al., A Systematic Review of Randomized Controlled Trials: Web-Based Interventions for Smoking Cessation Among Adolescents, College Students, and Adults, Nicotine Tob Res, Volume 13, Number 4 (April 2011), pp. 227–238 I l fumo di tabacco è uno dei principali problemi di salute pubblica in tutto il mondo. Infatti, più di 1 miliardo di persone nel mondo fuma. E’ stato calcolato che, solo nel 2005, oltre 5 milioni di decessi sono stati attribuiti al fumo di tabacco, la metà dei quali verificatesi nei paesi a basso e medio reddito. Sono quindi necessari, secondo gli studiosi, degli strumenti di controllo efficaci per combattere questa pandemia, ed è per questo che recentemente sono in fase di sperimentazione numerose terapie web-based in grado di raggiungere un’ampia fascia di consumatori con minimi costi. In particolare, un gruppo di ricercatori americani ha condotto una revisione sistematica della letteratura scientifica su studi randomizzati e controllati (RCT) per smettere di fumare attraverso la valutazione dell’efficacia di interventi basati sul web rivolti a consumatori adulti, studenti universitari e adolescenti e, in particolare, di siti web che contribuivano al raggiungimento di tale obiettivo. Lo studio è stato condotto attraverso l’analisi di database quali MEDLINE, EMBASE, The Cochrane Library, CINAHL e PsycINFO, studiati dal 1° gennaio 1990 al 12 febbraio 2010. I ricercatori hanno incluso nella ricerca articoli di qualsiasi lingua, valutando l’impiego di interventi basati sul web e riportando i relativi risultati riguardanti la cessazione del consumo di sigarette partendo da un minimo di tempo di un mese di follow up dopo l’intervento. Dall’analisi è emerso che 21 studi sono stati considerati ammissibili alla ricerca. La maggior parte delle prove (n=16) sono state condotte tra gli adulti e le restanti (n=5) tra adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. Tra gli adulti, l’efficacia di questi interventi per smettere di fumare è risultata insufficiente o moderata mentre sono risultati del tutto insufficienti per gli studenti e gli adolescenti. Questi studi randomizzati hanno comunque chiarito l’importanza di alcune pratiche cliniche, metodologiche e statistiche che possono aiutare a migliorare la progettazione di futuri trattamenti al fine di renderli efficaci contro la dipendenza da fumo di sigaretta. ■ L’abuso dei farmaci oppioidi preoccupa l’America Price A.M, Ilgen M.A, Bohnert A.S.B, Prevalence and correlates of nonmedical use of prescription opioids in patients seen in a residential drug and alcohol treatment program, J. Subst. Abuse Treat., 2011, in press L ’uso non medico di farmaci oppioidi che necessitano di prescrizione medica (POs) è un problema sempre più grave e dilagante. Nel 2008, circa 4,7 milioni di americani di età superiore ai 12 anni, ha riferito di aver fatto uso di PO a scopo non medico nell’ultimo mese. Un numero esiguo di studi indica che questa pratica è particolarmente comune per combattere il dolore cronico e nel trattamento dei disordini causati dal consumo di sostanze stupefacenti. Tuttavia, la maggior parte delle ricerche condotte sull’uso non medico di farmaci oppioidi da parte di adulti in trattamento per l’uso di sostanze stupefacenti (SUD), sono state condotte in contesti specificamente incentrati sul trattamento della dipendenza da oppioidi. La diffusione e i problemi associati all’uso non medico dei PO in soggetti in trattamento per la dipendenza da altre sostanze non è nota. Pertanto, gli obiettivi del presente studio, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan, sono stati quelli di descrivere i tassi dell’uso non medico di oppioidi che necessitano di prescrizione medica, in ambiti in cui vengono trattati i disturbi causati dal consumo di sostanze stupefacenti, di analizzare le caratteristiche di coloro che sono attratti dall’uso non medico delle PO e di delineare l’associazione con altre sostanze stupefacenti. I partecipanti (n=351) sono stati reclutati nel corso di trattamento SUD residenziale nel Michigan tra il 2008 e il 2009 e sono stati sottoposti ad un questionario di screening che consisteva nella ricerca di misure volte ad individuare informazioni demografiche quali l’età, l’etnia, il sesso, il livello di istruzione, lo stato civile, nonché lo stato di dolore cronico e la sostanza d’abuso maggiormente consumata. I risultati hanno evidenziato che il 68% degli adulti giunti ad un programma di trattamento per SUD, riportavano un uso non medico di oppioidi, nei 30 giorni precedenti. Dall’analisi è inoltre emerso che l’uso non medico degli oppioidi risultava essere più comune nei pazienti con alti livelli di sintomi depressivi, in coloro che soffrivano di dolore cronico e che avevano una minore funzionalità fisica. Secondo i ricercatori i programmi di trattamento dovrebbero effettuare dei test di screening nei pazienti per verificare l’eventuale uso non medico di farmaci oppioidi e valutare quanto questo uso possa influenzare il piano di trattamento dei pazienti stessi. ■ 10 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Epidemiologia Preoccupazione negli USA per il ritorno dell’ecstasy Center for Substance Abuse Research, University of Maryland, College Park, Resurgence in Ecstasy Use on the Horizon?, Cesar Fax 2011, 20 (12), April 4 M olti indicatori suggeriscono che nei prossimi anni potrebbe esserci un ritorno al consumo di ecstasy. L’ecstasy è una sostanza illegale che appartiene alla categoria degli allucinogeni e che deve la sua popolarità, tra gli adolescenti e i giovani adulti, al mondo delle discoteche e dei rave parties. Sulla base degli ultimi dati pubblicati dal National Survey on Drug Use and Health condotto negli USA nel 2009, risulta che circa 1,3 milioni di persone di età superiore ai 12 anni hanno fatto per la prima volta uso di allucinogeni nei 12 mesi precedenti la rilevazione; questo valore non differisce molto dalla stima ottenuta nel 2008 (1,1 milioni) ma è significativamente più alta della stima registrata, invece, ne 2003 (886.000). Tra i vari tipi di allucinogeni, un incremento evidente si registra nel numero di soggetti che hanno iniziato a fare uso di ecstasy tra il 2008 (894.000) e il 2009 (1,1 milioni); la maggior parte di questi nuovi soggetti (66,3%) era maggiorenne. Anche la prevalenza del consumo di ecstasy dal 2008 (2,1 milioni di utilizzatori) al 2009 (2,8 milioni di utilizzatori) ha registrato un notevole aumento; se a ciò viene sommato anche il numero di ricoveri al pronto soccorso conseguenti ad un uso/ abuso di ecstasy che sono quasi raddoppiati dal 2007 al 2009 (da 12,748 a 22,816), si delinea un quadro del fenomeno piuttosto preoccupante e che necessità di un monitoraggio costante al fine poter attuare strategie di intervento efficaci e che permettano di limitare la diffusione del consumo di ecstasy. ■ Uno studio longitudinale norvegese esamina il legame tra consumo di cannabis e assistenza sanitaria Pedersen, W., Cannabis and social welfare assistance: a longitudinal study, Addiction 2011, Accepted Article L ’obiettivo di questo studio, realizzato presso l’Università di Oslo, è quello di esaminare l’associazione tra il consumo di cannabis ed il conseguente uso di servizi assistenziali sanitari e sociali. I dati utilizzati per effettuare le analisi sono relativi a 2.606 studenti norvegesi che hanno partecipato allo “Young in Norway longitudinal study”, uno studio longitudinale condotto in Norvegia dal 1992 al 2005. Sono state considerate, oltre al consumo di alcol, tabacco, cannabis e di altre sostanze illegali, una serie di variabili demografiche e sociali tra cui il ricorso a strutture assistenziali, lo stato socioeconomico della famiglia, i risultati accademici, i disturbi comportamentali ed i problemi di salute mentale. Il campione è stato suddiviso in 4 sottogruppi sulla base della frequenza di consumo di cannabis negli ultimi 12 mesi precedenti la rilevazione: APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 non consumo, consumo da 1 a 10 volte, consumo da 11 a 50 volte e consumo più di 50 volte. Per ciascun gruppo è stata calcolata la percentuale di soggetti che hanno ricevuto cure assistenziali nei successivi 2 anni. I risultati hanno mostrato che l’incremento del consumo di cannabis tra i 21 e i 28 anni è associato ad un incremento dell’uso di servizi assistenziali; l’associazione si riduce dopo l’aggiustamento per una serie di fattori confondenti, rimanendo, comunque, sempre significativa. A 28 anni, i soggetti che hanno consumato cannabis frequentemente (più di 50 volte) negli ultimi 12 mesi hanno un odds ratio pari 9,3 di ricevere cure socio-sanitarie nei successivi 2 anni; anche i consumatori regolari, rispetto ai non consumatori, hanno ricevuto assistenza per lunghi periodi di tempo. ■ 11 Epidemiologia www.droganews.it Il consumo di alcol influisce sull’insorgenza del cancro Schutze, M. et al. (EPIC study group), Alcohol attributable burden of incidence of cancer in eight European countries based on results from prospective cohort study, Btitish Medical Journal 2011 L a quota di decessi attribuibili al consumo di alcol è pari al 6,5% in Europa e al 5,6% in America. Per meglio definire l’impatto e le caratteristiche del consumo di alcolici in Europa è stato condotto uno studio di coorte multicentrico nel periodo 1992-2005 che ha coinvolto otto nazioni europee con la finalità di studiare e misurare la presenza di nesso casuale tra assunzione di alcolici e insorgenza di patologie tumorali maligne. Complessivamente sono stati arruolati circa 110.000 soggetti di sesso maschile e 250.000 di sesso femminile. I risultati evidenziano un nesso casuale tra il consumo di alcolici e insorgenza di cancro nel 10% dei casi per i maschi e nel 3% nelle femmine che è attribuibile sia a consumi attivi che pregressi. In particolare l’associazione è per il cancro delle alte vie respiratorie e digerenti (44% nei maschi e 25% nelle donne), fegato (33% e 18%) colon-retto (17% e 5%). Nelle donne è stata anche evidenziata una associazione del 5% con il cancro al seno. Nella maggior parte dei casi, variabile tra il 57 e 87%, era presente una assunzione di alcolici superiore al limite massimo giornaliero di alcol consentito e consigliato pari a 24g/ al giorno per gli uomini e 12g/al giorno per le donne. Nonostante questo, gli autori non hanno identificato un limite minimo di alcol che risulti non dannoso e quindi concludono suggerendo che, dalle loro analisi, non sussistono elementi tali per cui sia accettabile che modeste quantità di alcolici abbiano potere di prevenire patologie cardiovascolari o tutte le altre cause di mortalità. ■ Il fumo e l’alcol avvicinano gli adolescenti al consumo di cannabis Van Leeuwen, A.P., Verhulst, F.C., Reijneveld, S.A., Vollebergh, W.A.M., Ormel, J., Hiuzink, A., Can the Gateway Hypothesis, the Common Liability Model and/or, the Route of Administration Model Predict Initiation of Cannabis Use During Adolescence? A Survival Analysis—The TRAILS Study, Journal of Adolescent Health 2011, 48(1), pp. 73 - 78 E sistono numerose teorie che legano il consumo di alcol e tabacco in giovanissima età ad un successivo e precoce utilizzo di cannabis. L’obiettivo di questo studio realizzato in Olanda è quello di valutare tre diversi modelli di consumo di sostanze per poter determinare quello che più di tutti è in grado di spiegare tale relazione. I modelli esaminati sono: “l’ipotesi gateway”, secondo cui l’alcol e il tabacco giocano un ruolo importante nel fare da ponte verso la sperimentazione e l’uso di altre sostanze; il modello denominato “common liability”, che considera la disponibilità delle sostanze o la generale predisposizione dei soggetti all’uso di droghe (cioè la presenza di differenti fattori condizionanti lo stato di vulnerabilità) e il modello “Route of administration”, che si basa sulla modalità di assunzione delle sostanze. I dati analizzati si riferiscono a 2.113 adolescenti tedeschi che hanno partecipato al “TRacking Adolescents’ Individual Lives Survey”. I risultati hanno mostrato che durante l’adolescenza, un inizio precoce del consumo di tabacco rispetto a quello di alcol non è associato ad un rischio più elevato di utilizzare cannabis, per cui è stata esclusa la teoria basata sulla modalità di assunzione delle sostanze. Inoltre, si è osservato che i ragazzi che hanno dichiarato di aver consumato sia alcol che tabacco rispetto a chi ha fatto uso solo di una delle due sostanze, hanno un rischio maggiore di consumare cannabis. Questi risultati sono a sostegno della teoria del “common liability”, che risulta quindi il modello più robusto per permettere di prevedere l’inizio del consumo di cannabis in adolescenza. In conclusione, la possibilità di identificare gli adolescenti che utilizzano sia tabacco che alcol, prima dei tredici anni potrebbe contribuire a limitare l’inizio del consumo di altre sostanze stupefacenti, in particolare la cannabis. ■ 12 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Farmacologia e Tossicologia Dipendenza da cocaina: l’N-acetilcisteina efficace nel contrastare il craving S.L. Amen, L.B. Piacentine, M.E. Ahmad, Shi-Jiang Li, J.R. Mantsch, R.C. Risinger, D.A. Baker, Repeated N-Acetyl Cysteine Reduces Cocaine Seeking in Rodents and Craving in cocaine-Dependent Humans, Neuropsychopharmacology, 2011, vol.36, pp.871-878 L a dipendenza è un disturbo cronico recidivante che sembra essere prodotto dalla plasticità indotta dalla droga. Quest’ultima rende gli individui vulnerabili agli stimoli che inducono il desiderio della sostanza. Tra gli effetti della plasticità c’è l’aumentata attività eccitatoria di segnalazione attraverso le vie corticostriatali, che nell’uomo è correlata con il desiderio e che rende lo striato un potenziale nuovo target nel trattamento della dipendenza. Un team di ricercatori della Marquette University di Milwaukee (Stati Uniti) ha esaminato l’impatto della somministrazione ripetuta di N-acetil cisteina in uno studio preclinico sui roditori e in uno studio preliminare sull’efficacia clinica in soggetti umani dipendenti da cocaina. L’N-acetil cisteina è una cisteina profarmaco comunemente utilizzata per attivare il ricambio cistina-glutammato e è stata identificata come potenziale nuovo trattamento per la dipendenza in quanto è stato osservato che in dosi massicce, era in grado di bloccare la capacità di una somministrazione acuta di cocaina, di reintegrare il comportamento di ricerca di cocaina in roditori in cui questo comportamento si era estinto. Parallelamente, i dati clinici preliminari dello studio indicano che la somministrazione ripetuta per quattro giorni di N-acetil cisteina a soggetti umani dipendenti da cocaina ha prodotto una significativa riduzione nel desiderio della sostanza in seguito a una iniezione sperimentale di cocaina. Complessivamente, osservano gli autori della ricerca, questi dati dimostrano che l’N-acetil cisteina diminuisce la motivazione a ricercare la droga anche dopo la somministrazione di una dose di cocaina nei roditori e riduce il craving nell’uomo, sebbene questi ultimi dati siano preliminari. ■ Dipendenza da oppioidi: l’efficacia della buprenorfina in un modello di cura collaborativo D.P. Alford, C.T. LaBelle, N. Kretsch, A. Bergeron, M. Winter, M. Boticelli, J.H. Samet, Collaborative care of opioid-addicted patients in primary care using buprenorphine, Health Care Reform, vol.171 – number 5, march 14, 2011 – pp.425-431 L a dipendenza da oppioidi è un disturbo cronico che, in ambiti di cura primaria, può essere trattato con buprenorfina idrocloride sebbene questo farmaco rimanga ancora scarsamente utilizzato. Un team di ricercatori del Dipartimento di medicina del Boston Medical Center ha effettuato uno studio di coorte su 408 pazienti, con dipendenza da oppioidi, sottoposti a una programma collaborativo di cura (detto OBOT: office-based opioid treatment) nel corso del quale sono state somministrate tavolette sublinguali a base di buprenorfina-cloridrato e naloxone cloridrato diidrato. L’analisi si è concentrata sulle caratteristiche dei pazienti, sul successo di dodici mesi di trattamento e sui fattori predittivi dei risultati positivi. Il programma collaborativo di cura OBOT si articola in tre stadi: la valutazione da parte del personale infermieristico e dei medici; l’induzione al trattamento, supervisionata dalle infermiere, e la stabilizzazione; il mantenimento o l’uscita APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 dal programma, volontari o meno. La ricerca ha coperto un arco di cinque anni, dal 1 settembre 2003 al 30 settembre 2008. Al termine del primo anno, 196 dei 382 pazienti (pari al 51,3%) sottoposti al trattamento avevano ottenuto risultati di successo; 187 (il 49%) sono rimasti in trattamento per altri 12 mesi e 9 (il 2,4%) hanno interrotto il trattamento dopo sei mesi di aderenza e di assenza di uso di sostanze illecite. Per 162 pazienti, invece, il trattamento è risultato inefficace. Dei pazienti rimasti in trattamento per altri 12 mesi, 154 su un totale di 169 (il 91,1%) non hanno più utilizzato sostanze illecite, come cocaina o oppioidi, secondo quanto emerso dalle analisi delle urine. Dai risultati, concludono i ricercatori, emerge che questo modello di cura risulta essere un efficace metodo alternativo di trattamento per molti pazienti con dipendenza da oppioidi che fanno un buon uso della buprenorfina prescritta loro dai medici. ■ 13 Farmacologia e Tossicologia www.droganews.it Consumo di cocaina, adolescenza e genere femminile fattori di rischio J.J. Anker, N.E. Zlebnik, S.F. Navin, M.E. Carroll, Responding during signaled availability and nonavailability of iv cocaine and food in rats: age and sex differences, Psychopharmacology, published on line 08 February 2011 G li individui che iniziano ad usare precocemente sostanze stupefacenti hanno una maggiore probabilità di sviluppare un problema di uso di droghe nel corso della loro vita e di soffrire di problemi cognitivi e comportamentali. Allo stesso modo, anche le differenze di genere sono fattori di rischio per l’uso di droghe. Rispetto a un ampio numero di uomini che usano sostanze stupefacenti, infatti, la progressione dall’uso iniziale all’uso costante, da un’assunzione stabile all’esagerare, dall’astinenza alla ricaduta è più rapida, secondo alcune ricerche, nelle donne. Uno studio realizzato presso l’Università del Minnesota ha esaminato ratti maschi e femmine, adulti e adolescenti, sottoposti a una procedura che misura la risposta durante periodi di disponibilità e indisponibilità di cocaina, iniettata per via endovenosa, oppure di cibo. L’obiettivo era quello di appurare se l’età e il genere costituivano fattori di vulnerabilità per l’abuso di droghe. Per verificare la loro tesi, i ricercatori hanno sottoposto 41 ratti adolescenti e 39 adulti a un esperimento con cocaina o con cibo, resi disponibili a intermittenza. I ratti dovevano premere una leva per ottenere una dose di cocaina oppure di cibo, sostanze che costituivano dunque la ricompensa al comportamento. Dai risultati è emerso che i ratti adolescenti esibivano comportamenti di rinforzo, ovvero di ricerca della sostanza premendo più volte la leva, superiori rispetto agli adulti, sia nei periodi di disponibilità che di indisponibilità di cocaina ma non di cibo. Un comportamento analogo si è riscontrato per le femmine rispetto ai maschi. Questi risultati, concludono i ricercatori, indicano che il genere e l’età sono fattori di vulnerabilità nell’uso di droghe e che l’esposizione alla cocaina nelle fasi critiche dello sviluppo può avere effetti duraturi. ■ Ricerca USA verso un vaccino anti metamfetamina Moreno AY, Mayorov AV, Janda KD. Impact of Distinct Chemical Structures for the Development of a Methamphetamine Vaccine. -J. Am. Chem. Soc., Article ASAP. DOI: 10.1021/ja108807j. Publication Date (Web): April 7, 2011 D agli Stati Uniti, uno studio pubblicato sulla rivista Journal of the American Chemical Society, riporta novità sulla possibilità di sviluppare un vaccino anti metamfetamina, droga stimolante molto diffusa e per la quale non sono disponibili farmaci per trattarne la dipendenza. Un potenziale vaccino si baserebbe sulla stimolazione dell’organismo a produrre anticorpi contro la metamfetamina la quale, una volta legata all’anticorpo, non sarebbe più in grado di raggiungere il cervello e quindi di provocare l’effetto psicoattivo. Questo tipo di vaccini sono terapeutici e non di tipo preventivo, ovvero sono studiati per essere somministrati a soggetti già dipendenti dalla droga al fine di ridurre l’esposizione alla sostanza e le proprietà di rinforzo che essa produce nei comportamenti tipici della 14 dipendenza. Nel caso di molecole piccole come la metamfetamina, il vaccino si basa sulla produzione di apteni. Gli apteni sono essi stessi delle molecole piccole e riescono ad indurre una risposta immunitaria, ovvero stimolare la produzione di anticorpi, solo se sono legati ad una molecola più grande - generalmente una proteina - detta anche carrier. La progettazione dell’aptene è dunque di fondamentale importanza nella qualità del potenziale vaccino: l’aptene è responsabile del riconoscimento specifico antigene-anticorpo e conseguentemente della qualità della risposta immunitaria.Alcuni studi già pubblicati sull’argomento avevano puntato sulla produzione di un singolo aptene costituito essenzialmente da metamfetamina che, con un legame ponte nella porzione aromatica della molecola, era legata al carrier. Amira Y. Moreno e collaboratori del prestigioso The Scripps Research Institute in California, hanno pensato invece di produrre più di un aptene, prendendo come modello per la progettazione di queste molecole, alcune strutture che rappresentassero la metamfetamina nella sua forma più stabile, come suggerito da programmi informatici di modeling computazionale. I ricercatori hanno così progettato e sintetizzato sei diversi apteni i cui corrispondenti vaccini iniettati nel topo, hanno dimostrato di produrre una risposta immunitaria molto elevata, suggerendo che l’introduzione di caratteristiche strutturali specifiche può costituire un importante nuovo approccio al potenziale sviluppo di un vaccino anti metamfetamina. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Rapporti Epidmiologici L’uso e l’abuso di alcol in Italia ISTAT, “L’uso e l’abuso di alcol in Italia” - 2011 L ’Indagine ISTAT multiscopo annuale “Aspetti della vita quotidiana” ha analizzato anche i comportamenti legati al consumo di alcol delle famiglie di fatto (quindi escluse le convivenze) residenti in Italia. Il campione analizzato ha coinvolto 48.336 individui appartenenti a 19.720 famiglie di 834 comuni italiani distruibiti in maniera uniforme sul territorio nazionale. I risultati principali emersi sono: l’aumento dei consumatori occasionali e che circa una persona su sei adotta comportamenti a rischio quali il consumo giornaliero non moderato o il binge drinking. A livello territoriale il consumo giornaliero è più alto al nord, specie nel settore orientale, mentre per quel che concerne la relazione con la popolazione dei comuni viene sottolineato una prevalenza più rilevante nei comuni sotto i 10.000 abitanti ed in particolare sotto i 2.000. ■ ...segue da pag. 1 - Levamisole nella cocaina, da adulterante a nuovo composto tossico nell’uomo Negli ultimi anni risulta infatti un crescente aumento della identificazione di levamisole in partite di cocaina sequestrate sia in Italia che in Europa e Stati Uniti, con un potenziale dubbio che tale aggiunta non sia semplicemente da attribuire al “taglio” dello stupefacente, ma al possibile potenziamento degli effetti della cocaina, in quanto l’aminorex derivante dal metabolismo del levamisole, è esso stesso uno stimolante di tipo amfetaminico, con proprietà allucinogene. I ricercatori hanno analizzato le urine di 8 volontari sani - 4 maschi e 4 femmine - ai quali era stato somministrato levamisole per via orale (47 mg e 58 mg rispettivamente). I prelievi erano stati effettuati immediatamente prima e poi a 3 e a 6 ore dopo la somministrazione della sostanza. Il levamisole e l’aminorex sono stati dosati nelle urine attraverso il monitoraggio di cinque ioni per ogni analita, dopo estrazione, utilizzando la tecnica in gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS). I risultati, pubblicati online e presto disponibili anche in cartaceo, dalla rivista Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis, hanno dimostrato in tutti i campioni di urina analizzati, dopo 3 e 6 ore dalla somministrazione, la presenza di levamisole e del suo metabolita aminorex, confermando la sua formazione “in vivo” nell’organismo umano. Il metodo è stato applicato anche a 12 campioni anonimi di urine provenienti da consumatori di cocaina, 4 dei quali sono risultati positivi al levamisole e all’aminorex. La presente ricerca pone l’accento sui possibili risvolti per la sanità pubblica della scoperta in quanto l’aminorex che si forma in seguito all’assunzione di cocaina adulterata con levamisole, non solo ne potenzierebbe gli effetti stimolanti, ma potrebbe comportare l’insorgenza di ipertensione polmonare, patologia nota come strettamente correlata all’assunzione di aminorex. ■ ...segue da pag. 5 - Contro la droga, il DPA si mette “In marcia per la vita” terapeutiche le quali, in collaborazione con le istituzioni locali e le associazioni sportive, si faranno promotrici dell’attuazione di eventi sportivi, formativi, informativi e culturali in corrispondenza delle tappe della marcia. La Marcia prenderà il via contemporaneamente da Trieste e da Marsala il 14 maggio 2011 per concludersi il 3 giugno a Roma. I 3.000 km di staffetta saranno distribuiti su 35 tappe, in occasione delle quali si daranno il cambio utenti e operatori delle Comunità Terapeutiche. A fare da contorno, manifestazioni culturali e musicali, momenti di sensibilizzazione e informazione, significative occasioni di aggregazione sociale. Inoltre, la marcia, che simbolicamente rappresenta il percorso svolto dai pazienti all’interno delle comunità finalizzato al miglioramento della propria vita attraverso l’impegno e l’esercizio, ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della droga e della tossicodipendenza oltre che di unire, in un unico abbraccio ed intento di lotta alla droga, le comunità e i centri pubblici e privati che sono impegnati nel recupero di tanti giovani. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 15 Neuroscienze www.droganews.it L’alcol nuoce all’amigdala e le sue molecole Marvin R. Diaz, Daniel T. Christian, Nancy J. Anderson, and Brian A. McCool Chronic Ethanol and Withdrawal Differentially Modulate Lateral/ Basolateral Amygdala Paracapsular and Local GABAergic Synapses The journal of pharmacology and experimental therapeutics Vol. 337, No. 1, 2011doi:10.1124/jpet.110.177121 L a rivista scientifica “the journal of pharmacology and experimental therapeutics” ha recentemente pubblicato una ricerca del Department of Physiology and Pharmacology Wake Forest University School of Medicine (North Carolina, USA) sui cambiamenti microstrutturali cerebrali dopo esposizione cronica all’etanolo e durante l’astinenza dall’alcol, in particolare sulla neurotrasmissione delle sinapsi GABAergiche a livello dell’amigdala laterale/basolaterale (BLA). Secondo gli autori dello studio, la crisi d’ansia durante l’astinenza dall’alcol sarebbe il fattore decisivo per le ricadute dopo l’esposizione cronica alla sostanza. Questa crisi è sostenuta dai cambiamenti nel sistema GABAergico a livello delle sinapsi neuronali nella BLA dopo esposizione cronica all’etanolo.Nello specifico, l’etanolo provoca una riduzione delle funzioni pre-sinaptiche negli interneuroni “feedforward” della regione laterale/paracapsulare della BLA senza alterare le caratteristiche degli interneuroni locali. Lo studio molecolare svolto su giovani ratti dopo somministrazione di etanolo dimostra, durante l’astinenza, una ridotta espressione di GABA (acido gamma aminobutirrico) in una specifica subunità proteica, e un aumento dell’aminoacido in altre 4 subunità. Un aumento transiente della sintesi del GABA in diversi tipi di proteine suggerisce alterazioni nell’espressione del neurotrasmettitore a livello delle vie pre e post-sinaptiche della BLA laterale e paracapsulare dovuto all’effetto cronico dell’etanolo. Questa ricerca estende e approfondisce le conoscenze sui meccanismi neurobiologici che governano i comportamenti di dipendenza dall’alcol, enfatizzando il ruolo del sistema GABAergico nella amigdala laterale/basolaterale, sede del controllo comportamentale e delle crisi d’ansia legate all’astinenza dall’etanolo e all’abuso cronico di alcol. ■ Diverso il volume del cervello negli anziani che hanno consumato tabacco da giovani Debjani Das, Nicolas Cherbuin, Kaarin J. Anstey, Perminder S. Sachdev & Simon Easteal Lifetime cigarette smoking is associated with striatal volume measures Addiction Biology 2011 Marzo 11 doi:10.1111/j.1369-1600.2010.00301 I n uno studio longitudinale, alcuni ricercatori australiani hanno studiato l’associazione esistente tra volume cerebrale (i nuclei dello Striato), il consumo di tabacco e l’età di inizio uso in un ampio campione di anziani tabagisti. La nicotina è la principale componente del tabacco che da assuefazione e danneggia anche il cervello. Molte ricerche hanno dimostrato che i fumatori hanno un volume cerebrale ridotto e/o con una più bassa densità di materia grigia corticale rispetto ai non-fumatori. Le differenze nelle strutture sottocorticali come il nucleo Striato (NS) sono tuttavia ancora poco chiare. Un’elevata concentrazione di recettori nicotinici rende il NS un potenziale bersaglio per la nicotina. Inoltre, il NS rappresenta una componente essenziale del circuito cerebrale della ricompensa coinvolto nella dipendenza. Scopo dello studio è stato esplorare il rapporto tra i volumi dei 16 nuclei dello striato (caudato, putamen e nucleus accumbens) e il consumo di tabacco durante il corso della vita in un ampio campione di individui anziani. Sono stati misurati con Risonanza Magnetica i volumi cerebrali di 315 partecipanti, di età compresa tra i 64 e i 70 anni. Il maggiore consumo di sigarette (misurato in pacchetti per anno) durante il corso della vita è stato associato con minori volumi della superficie del nucleo accumbens e un maggior volume del putamen, specialmente a sinistra. Il volume maggiore del putamen è stato anche associato ad una più giovane età d’inizio del consumo di tabacco. Questi cambiamenti potrebbero indicare fattori predisponenti per la dipendenza da nicotina, o un effetto dell’esposizione cronica a questa sostanza, o una combinazione di entrambi. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Neuroscienze www.droganews.it Il consumo di ecstasy manda in tilt la corteccia cerebrale Amy L Bauernfeind, Mary S Dietrich, Jennifer U Blackford, Evonne J Charboneau, James G Lillevig, Christopher J Cannistraci, Neil D Woodward, Aize Cao,Tristan Watkins, Christina R Di Iorio, Carissa Cascio, Ronald M Salomon, Ronald L Cowan. Human Ecstasy Use is Associated with Increased Cortical Excitability: An fMRI Study. Neuropsychopharmacology (2011) 36, 1127–1141; doi:10.1038/npp.2010.244; published online 16 February 2011 L ’uso di ecstasy provoca seri problemi neurocognitivi e neuropsichiatrici e numerose ricerche di neuroimmagine sull’uomo confermano i risultati ottenuti su animali da laboratorio, sulla neurotossicità della molecola a livello cerebrale. Sono tuttavia ancora in corso di studio gli effetti neurofisiologici della droga sul corpo umano. Alcune linee di ricerca si sono focalizzate sulle conseguenze negative della MDMA sulla neurofisiologia corticale e sottocorticale nel sistema visivo. A tale proposito alcuni ricercatori della Vanderbilt University Medical Center (Nashville, TN, USA) hanno misurato con Risonanza Magnetica Funzionale ad alto campo (3.0 Tesla) la funzionalità neuronale di un particolare nucleo cerebrale, il Nucleo Genicolato Laterale (NGL), e delle aree visive BA 17 e BA 18 in 40 soggetti. Tutti i partecipanti, suddivisi in 2 gruppi (20 consumatori di MDMA attualmente astinenti dalla sostanza da molto tempo e 20 soggetti di controlli non tossicodipendenti), sono stati sottoposti a stimolazione visiva durante la scansione con fMRI. E’ stato utilizzato un paradigma a blocchi con presentazione randomizzata di stimoli luminosi colorati (rossi o blu) ad una frequenza di 8Hz variando il livello d’intensità della luminosità. E’ stata riscontrata una forte correlazione positiva tra l’uso “lifetime” di MDMA e intensità di attivazione neuronale nel NGL, nella BA17 e nella BA18. I consumatori di MDMA mostrano inoltre una significativa maggiore estensione spaziale dell’attivazione neuronale nella BA17 e BA18 rispetto ai controlli. Questi risultati dimostrano come l’uso ricreazionale della MDMA modifica la neurofisologia cerebrale aumentando l’eccitabilità corticale, probabilmente dovuta ad una perdita della trasmissione serotoninergica dalle regioni corticali e sottocorticali. L’iper-eccitabilità corticale può diventare in questi termini, una evidenza scientifica della neurotossicità indotta dal consumo di MDMA sul sistema serotoninergico cerebrale. ■ Binge drinking, la nuova moda dei giovani danneggia i neuroni Adolescent Binge Drinking Alters Adult Brain Neurotransmitter Gene Expression, Behavior, Brain Regional Volumes, and Neurochemistry in Mice Alcoholism: Clinical and Experimental Research Vol. 35, No. 4, 2011: pp 671–688 DOI: 10.1111/j.1530-0277.2010.01385 N egli Stati Uniti l’abuso di alcol si verifica soprattutto tra gli studenti dei college, il 44% dei quali dichiara episodi di binge drinking ogni 2 settimane e il 19% anche 3 volte alla settimana. Il cervello di un adolescente risulta particolarmente sensibile agli effetti neurotossici dell’alcol perché in fase di maturazione strutturale e funzionale. Avanzate ricerche scientifiche dimostrano che gli episodi di binge drinking negli adolescenti provocano danni alle strutture cerebrali in via di sviluppo, e disturbi comportamentali come la dipendenza dall’alcol in età adulta. L’Università del North Carolina ha recentemente pubblicato i risultati ottenuti da uno studio per determinare come questo fenomeno alteri la struttura cerebrale. Sono stati APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 utilizzati alcuni ratti da laboratorio trattati con acqua (gruppo di controllo) o etanolo (gruppo sperimentale, AE) durante l’adolescenza (da 28 a 37 giorni postnatali) e controllati fino all’età adulta (da 60 a 88 giorni postnatali). L’analisi si è basata sullo studio genetico di specifici neurotrasmettitori, l’uso di test comportamentali, l’analisi postmortem con Risonanza Magnetica (RM) delle strutture cerebrali ed l’immunoistochimica. I ratti di 38 giorni, 24 ore dopo un episodio di BE, mostrano una riduzione nella neurotrasmissione del sistema colinergico e dopaminergico (recettori di tipo 4). I ratti sottoposti ad elevate quantità di alcol durante l’adolescenza (AE) hanno mostrato una riduzione del 73% dell’espressione genica rispetto al gruppo di controllo. Proprio in questi ratti i test comportamentali evidenziano un deficit di apprendimento (“reversal learning”) correlato ai dati di RM che indicano una riduzione del volume del bulbo olfattivo e una ridotta densità dei neuroni acetilcolinergici nel cervello anteriore. Queste alterazioni chimiche e strutturali riscontrate a livello delle strutture cerebrali potrebbero essere la causa dei problemi di apprendimento nei ratti adolescenti dopo il binge drinking, danni che potrebbero manifestarsi anche nel cervello dell’uomo soprattutto se in fase di crescita come nell’adolescente. ■ 17 Prevenzione www.droganews.it Canada: consumo di alcol e droga, etnie a confronto N. Nakamura, A. Ialomiteanu, J. Rehm, B. Fischer, Prevalence and characteristics of substance use among chinese and south asians in Canada, Journal of thnicity in substance abuse, 2011, volume 10 . issue 1, pp.39-47 I cinesi e gli asiatici del sud sono le due minoranze etniche maggiormente presenti in Canada, con oltre un milione di individui di razza cinese e oltre 900mila asiatici nel sud, secondo l’ultimo censimento risalente al 2001. Si stima che, entro il 2017, entrambe le popolazioni saranno superiori a 1,8 milioni di individui. Vista la costante crescita di queste minoranze, medici e ricercatori considerano sempre più importante studiare le loro esigenze sanitarie e le loro abitudini in termini di uso e consumo di alcol e sostanze stupefacenti. Con la collaborazione dell’Università di Dresda, un gruppo di ricercatori di diversi atenei canadesi ha analizzato i dati di un sondaggio di monitoraggio canadese dell’uso di alcol e droga per stabilire la prevalenza d’uso tra cinesi, asiatici del sud e caucasici. Questi ultimi costituivano il campione più numeroso, con 14.943 individui, e con l’età media più elevata, 46 anni. I campioni di cinesi e di asiatici del sud erano costituiti rispettivamente da 254 e 245 soggetti, la cui età media era di 37 anni per i primi e 38 per i secondi. Tra i cinesi e gli asiatici era più elevato il numero di donne mentre tra i caucasici erano più numerosi gli uomini. Più della metà dei cinesi e degli asiatici del sud, inoltre, erano laureati contro il 27% dei caucasici. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che i cinesi e gli asiatici del sud hanno riportato una minor frequenza nel bere rispetto ai caucasici. Gli asiatici del sud inoltre bevono meno anche rispetto ai cinesi. Questi ultimi, insieme agli asiatici del sud, inoltre hanno riportato anche un inferiore utilizzo di cannabis e di ogni altra droga rispetto ai caucasici. Infine, i cinesi hanno riportato anche un’inferiore abitudine al fumo e gli asiatici del sud un minore ricorso a qualunque tipo di antidolorifico. ■ Fumo di sigarette: da USA e UK attenzione al music marketing C.R. Stanton, A. Chu, J. Collin, S.A. Glantz, Promoting tobacco through the international language of dance music: British American Tobacco and the Ministry of Sound, European Journal of Public Health, February 2011, Volume 1, Issue 1, pp.21-28 I bar e i nightclub frequentati dai giovani sono spesso utilizzati dalle aziende del tabacco per promuovere i propri prodotti e lo stile di vita ad essi legato. Nonostante a livello internazionale le restrizioni per questo tipo di campagne siano in aumento, il cosiddetto “music marketing” è diventato un importante veicolo di promozione per l’industria del tabacco che attraverso le quali determina l’immagine del marchio, ne genera il riconoscimento e lo promuove. Un gruppo di ricercatori statunitensi e britannici ha analizzato le caratteristiche di una partnership avviata nel 1995 dalla British American Tobacco (BAT) con la catena di nightclub London Ministry of Sound (MOS) che, a partire dagli anni ‘90, è diventata un punto di riferimento, nel mondo della musica dance e per i ragazzi che frequentano i suoi locali, imponendo uno stile di vita. Lo scopo dello studio era stabilire la rilevanza e la 18 credibilità tra i giovani adulti di questa partnership, che nel 1997 è stata estesa alla Cina e a Taiwan. Con questa collaborazione, hanno valutato gli autori dello studio, la BAT ha cercato di trasferire lo stile di vita promosso dal marchio della catena MOS alle proprie sigarette. Questa partnership, osservano i ricercatori, è dunque un chiaro esempio del forte appeal che i marchi internazionali hanno in diverse regioni del mondo. Per questo, le multinazionali del tabacco, come la BAT, non si stanno sforzando soltanto di avvicinare i giovani adulti attraverso attività culturali, come quelle realizzate dalla MOS, ma stanno cercando anche di esportare le proprie strategie in tutto il mondo. E’ dunque necessario, concludono gli autori, mettere in campo uno sforzo per varare regole nazionali che limitino la possibilità di realizzare campagne di promozione come questa. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Prevenzione www.droganews.it Norvegia, alcol e droga legame mortale H. Gjerde, P.T. Normann, A.S. Christophersen, S.O. Samuelsen, J. Morland, Alcohol, psychoactive drugs and fatal road traffic accidents in Norway: a case–control study, Accident analysis and prevention, article in press E ’ stato l’alcol assunto insieme ad altre droghe la combinazione di sostanze psicoattive che, dal 2003 al 2008, ha causato il maggior numero di incidenti stradali mortali nel sud-est della Norvegia, 204 su un totale di 333. Il dato emerge da uno studio di controllo realizzato dall’Università di Oslo che ha analizzato i campioni di sangue delle vittime degli incidenti e di saliva di oltre 10mila automobilisti intervistati a campione tra il 2005 e il 2006. Tutti i campioni biologici sono stati analizzati per individuare la presenza di alcol, anfetamine, cannabis, cocaina, analgesici a base di oppioidi, ipnotici, sedativi e mio-rilassanti, per un totale di 22 sostanze psicoattive. Il rischio di incidente stradale mortale è stato calcolato attraverso un modello di regressione logistica aggiustato per genere, età, periodo dell’anno e momento della settimana. Le probabilità di coinvolgimento in un incidente stradale mortale, in seguito all’assunzione di una sostanza o di una combinazione di droghe, sono risultate piu’ elevate in caso di assunzione combinata di alcol e droghe, seguita dall’uso del solo alcol, dalla poliassunzione di droghe dall’utilizzo di una singola droga. Tra le sostanze assunte singolarmente, dallo studio è emerso che la più diffusa continua ad essere l’alcol, seguito da anfetamine , metanfetamine e THC. Per molte sostanze, le probabilità più alte sono state trovate analizzando i conducenti vittime di incidenti in cui era coinvolto un solo veicolo rispetto a quelli in cui erano coinvolti più veicoli sebbene, concludono gli autori della ricerca, gli intervalli di confidenza erano più ampi. ■ I geni dell’HIV contro la diffusione dell’AIDS M.S. Campbell, J.I. Mullins, J.P. Hughes, C. Celum, K.G. Wong, D.N. Raugi et al., Viral Linkage in HIV-1 Seroconverters and Their Partners in an HIV-1 Prevention Clinical Trial, Plos One, March 2011 – vol. 6 – issue 3 L a caratterizzazione del virus dell’HIV in coppie di trasmissione può aiutare a identificare le determinanti biologiche della contagiosità e a valutare i possibili interventi per ridurre la trasmissione. Sebbene la sequenza dell’HIV sia frequentemente utilizzata per convalidare la relazione tra i nuovi individui positivi al virus e i loro partner sessuali in studi forensi ed epidemiologici, essa viene raramente applicata a esperimenti di prevenzione dell’HIV. Un corposo team di ricercatori della Scuola di medicina di Seattle ha analizzato 3408 coppie eterosessuali e siero discordanti per l’HIV (in cui dunque un solo partner è positivo al virus), selezionate in 14 regioni di 7 paesi dell’Africa Sub-Sahariana, per determinare l’efficacia della APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 soppressione dell’herpes genitale nella riduzione della trasmissione dell’HIV, come parte dell’analisi di studio, le sequenze dell’HIV sono state esaminate per la relazione genetica tra i siero convertiti e i loro partner. Dall’analisi dei dati raccolti, è emerso che oltre un quarto (il 26,5%) delle trasmissioni dell’HIV tra partner non era legato al partner coinvolto nello studio. I maschi siero convertiti avevano una più alta frequenza di trasmissione a partner diverse rispetto alle donne siero convertite. Infine, è stata riscontrata una carica virale basale significativamente più elevata tra i soggetti contagiatori legati tra loro. Questo approccio di studio e i suoi risultati sono rilevanti sia per il futuro dei programmi di prevenzione dell’HIV che hanno come target partner infetti e sia per gli studi che indagano le caratteristiche virologiche, immunologiche e genetiche determinanti per la trasmissione dell’HIV. ■ 19 Prevenzione www.droganews.it USA, smettere di fumare con gli smartphones L.C. Abroms, N. Padmanabhan, L. Thaweethai, T. Phillips, Iphone apps for smoking cessation, American Journal of Preventive medicine, Volume 40, Issue 3 , Pages 279-285, March 2011 D agli Stati Uniti un’analisi sui contenuti delle applicazioni per smartphones utilizzate per smettere di fumare e sulla loro aderenza alle linee guida dello U.S. Public Health Service’s. Il successo e l’ampia diffusione degli smartphones hanno fatto sì che venissero ideate numerose applicazioni per smettere di fumare, acquistabili online. Per questo, un gruppo di studiosi della George Washington University ha analizzato 47 applicazioni per smettere di fumare, destinate al più noto e diffuso smartphone in commercio e disponibili online a partire dal 24 giugno 2009. Ogni applicazione è stata analizzata da due revisori che ne hanno verificato l’approccio primario all’interruzione del fumo, l’aderenza alle linee guida stilate nel 2008 dallo U.S. Public Health Service’s ed è stata codificata per la frequenza con cui è stata scaricata. Le applicazioni sono state catalogate in “calcolatrici”, che generalmente calcolano i dollari messi da parte e i benefici per la salute maturati dal momento in cui si è smesso di fumare; “calendari”, che tengono il conto dei giorni fino a e dopo la data di interruzione del fumo; “ipnosi”, che utilizzano l’ipnosi come tecnica per smettere di fumare; “razionamento”, che limita il numero di sigarette e/o il tempo in cui le sigarette possono essere fumate; “altro”, per quelle applicazioni che non rientrano immediatamente in una delle suddette categorie o che rientrano in più di una. E’ emerso che queste applicazioni hanno bassi livelli di aderenza alle suddette linee guida, che poche di esse raccomandano o indirizzano gli utenti verso trattamenti efficaci come la farmacoterapia, il counseling e che più della metà utilizza l’ipnosi come metodo per smettere di fumare. Per questo gli autori dello studio raccomandano che le applicazioni correnti vengano riviste e che quelle future vengano sviluppate intorno a pratiche per smettere di fumare basate sulle evidenze scientifiche. ■ Strategie e Management Per combattere il fumo l’Australia sceglie l’anonimato Australian Government - http://www.health.gov.au/ O gni anno in Australia muoiono circa 15 mila persone a causa del fumo, con un costo che si aggira attorno ai 32 miliardi di dollari (circa 22,5 miliardi di euro) per le casse dello stato. Il Governo Australiano, per voce del ministro della Salute Nicola Roxon, per arginare questa strage, ha presentato la scorsa settimana un nuovo progetto che mira a diminuire i decessi cagionati dal tabagismo. La proposta è quella di utilizzare le tecniche del “de-markteing” per rendere i prodotti il più possibile anonimi e non attraenti per il pubblico. Le autorità di Canberra due anni fa avevano varato una normativa contro le “bionde” estremamente repressiva. Da evidenze psicologiche derivanti dai più autorevoli studi internazionali sul marketing relazionale e comportamentale, emerge che l’utilizzo di colori meno attraenti nel packaging e l’applicazione di immagini d’impatto sui danni che il fumo provoca agli organi e ai sistemi, è un valido deterrente all’acquisto. Il ministro Roxon in sede di presentazione della campagna ha dichiarato che la nuova legge rappresenta una pietra miliare nel panorama mondiale della prevenzione del fumo. Infatti, nuovi pacchetti sia di sigari che di sigarette saranno studiati per non sedurre le persone, ma per mostrare i gravi danni provocati al fisico. Anche se le maggiori aziende produttrici di tabacco hanno subito minacciato azioni legali (pretendendo risarcimenti miliardari per il danno causato), il governo ha da parte sua lo scudo giurisprudenziale che potrà arginare qualsivoglia attività di rivalsa delle lobby del tabacco. La direttiva sarà introdotta in parlamento dopo 60 giorni di consultazioni pubbliche e in base all’agenda politica entrerà in vigore nei primi mesi del 2012. ■ 20 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Strategie e Management L’america si schiera contro le “facili” prescrizioni dei farmaci White House Drug Policy - www.whitehousedrugpolicy.gov/ L ’overdose accidentale è un triste e sempre più diffuso evento che ogni anno provoca migliaia di vittime negli Stati Uniti d’America. In base alle ultime rilevazioni epidemiologiche effettuate, emerge che questo esito finale sia da considerarsi come la principale causa di morte in 17 stati. Al fine di arginare tale fenomeno, la scorsa settimana l’amministrazione Obama ha presentato a Washington un nuovo piano strategico a contrasto della farmacodipendenza, attivato in collaborazione con il Departments of Justice, l’Health and Human Services, il Veterans Affairs, il Department of Defense e la Food and Drug Administration (FDA). Un progetto federale fortemente voluto dalle autorità politiche e sanitarie USA per bloccare le “facili” prescrizioni di farmaci (rilasciate spesso con troppa superficialità da alcuni medici) e l’uso incontrollato da parte della popolazione. L’ Epidemic: Responding to America’s Prescription Drug Abuse Crisis è il documento strategico sul quale si incardina tutta questa attività. Un piano d’azione che mira sia alla riduzione dell’abuso di medicinali e stupefacenti, che all’espansione di programmi di monitoraggio delle ricette; promuovendo al contempo: la rimozione controllata dei farmaci inutilizzati dagli armadietti domestici; lo smaltimento ecosostenibile dei prodotti farmaceutici; il supporto all’educazione dei pazienti e degli operatori sanitari verso atteggiamenti responsabili. In seno al percorso progettuale, la partecipazione della Food and Drug Administration diviene quanto mai strategica proprio per la consulenza tecnico scientifica ed il sostegno manageriale che la FDA può offrire in questo delicattismo settore; a maggior ragione quando sotto i riflettori vi sono temi delicati come quelli connessi alla somministrazione degli oppiacei (farmaci che richiedono un’attenta valutazione dei fattori rischio/beneficio - REMS). ■ UNODC, prosegue la lotta alle coltivazioni di oppio in Afghanistan UNODC - www.unodc.org/ L o United Nations Office on Drugs and Crime di Vienna ha recentemente pubblicato l’Opium Winter Rapid Assessment Survey (ORAS), il documento strategico che ogni anno fà il punto sulle principali dinamiche connesse alla coltivazione dell’oppio in Afghanistan. Sulla base dei rilievi effettuati con le più avanzate tecnologie satellitari e quelli eseguiti sul campo direttamente dagli esperti UNODC, il report del 2011 si caratterizza per la descrizione circa l’altalenate dinamica produttiva che il papavero avrà nei prossimi mesi, nelle diverse aree del paese. Scorrendo la pubblicazione emerge che grazie ai numerosi progetti di riconversione agricola, nelle provincie di Hilmand e Kandahar si assisterà ad una sensibile diminuzione della coltivazione (ad esempio ad Hilmand è scesa da 103.590 ettari del 2008 ai 65.045 ettari nel 2010). In queste regioni i tanti progetti a favore del sostentamento della popolazione rurale che, sono in fase avanzata stanno dando buonissimi risultati. Le brutte notizie invece arrivano dal Badakshan, dal Baghlan e dalle zone del Faryab (luoghi compresi fra il nord e la parte orientale dell’Afghanistan) dove, grazie alla mappatura aerea ed alla georeferenziazione, si APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 prevede un deciso aumento della coltura. La motivazione risiede nel fatto che la proliferazione di bande criminali e l’instabilità politica-amministrativa di questi territori, rende estremamente complesso l’intervento progettuale dell’UNODC. All’interno dell’Opium Winter Rapid Assessment Survey sono riportati anche i dati relativi ad una attività di rilevazione statistica promossa dell’agenzia delle Nazioni Unite. Un progetto epidemiologico dal quale emerge la propensione al commercio in oppio da parte delle fasce povere della popolazione proprio in virtù della “leva di prezzo” (tra il febbraio 2010 e febbraio 2011, aumentata quasi del 300%). ■ 21 Strategie e Management www.droganews.it AIDS, necessario incrementare strategie efficaci per combattere il Virus UNODC D agli ultimi dati epidemiologici disponibili emerge che al mondo sono circa 16 milioni le persone che assumo sostanze stupefacenti per via parenterale. Proprio tramite lo scambio di siringhe infette, si stima che siano più di 3 milioni gli individui che hanno contratto il virus dell’HIV. In molti paesi l’utilizzo di dispositivi medici contaminati, come la siringa impiegata dai tossicodipendenti per iniettarsi le sostanze è una delle principali cause di trasmissione dalla malattia (assieme a quella sessuale). L’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) l’agenzia delle Nazioni Unite impegnata nel contrasto alla droga e alla propagazione dell’ HIV/AIDS tramite l’assunzione di stupefacenti per via endovenosa, lavora con i paesi più colpiti dal fenomeno per sviluppare progetti sociosanitari che consentano la creazione di servizi efficaci per la popolazione colpita. Ad esempio, da gennaio scorso, l’Ufficio Regionale per l’Africa Orientale l’UNODC, ha avviato una stretta collaborazione con il governo del Kenya per sviluppare sia politiche di prevenzione che progetti di trattamento. Questo in virtù dei numerosi casi accertati in quell’area. L’esperienza keniota è una best practice promossa e segnalata dall’UNODC, poiché si contraddistingue per l’approccio innovativo adottato in un contesto estremamente difficile come quello subsahariano. In questo ambito viene fornito l’accesso gratuito sia ai servizi di prevenzione sia all’assistenza gratuita per il trattamento dei malati. Viene inoltre promossa la terapia sostitutiva degli oppiacei e l’ attivazione di programmi di sensibilizzazione per la cittadinanza. ■ Tecniche Analitiche L’analisi delle urine rivela l’assunzione di cannabinoidi sintetici A. Grigoryev, S. Savchuk, A. Melnik, N. Moskaleva, J. Dzhurko, M. Ershov, A. Nosyrev, A. Vedenin, B. Izotov, I. Zabirova, V. Rozhanets, Chromatography–Mass Spectrometry Studies on the Metabolism of Synthetic Cannabinoids JWH-018 and JWH-073, Psychoactive Components of Smoking Mixtures, Journal of Chromatography B (2010), doi:10.1016/j.jchromb.2011.03.034 I JWH-018 e i JWH-073 sono stati tra i primi cannabinoidi sintetici a fare l’ingresso nel mondo delle “herbal blend” miscele di erbe vendute come profumatori ambientali ma promozionate come sostanze da fumare per gli effetti psicotropi che producono. Andrej Grigoryev della divisione di chimica forense russa e collaboratori, hanno realizzato uno studio sui metaboliti prodotti nelle urine dell’uomo da questi due cannabinoidi sintetici, pubblicando i risultati sulla rivista Journal of Chromatography B. I campioni di urine sono stati recuperati da individui portati dalle forze dell’ordine presso i servizi per le tossicodipendenze in quanto presentavano sintomi di intossicazione da droghe, sintomi che si sono in seguito rivelati essere dovuti proprio all’assunzione di cannabinoidi sintetici. Gli esami di screening rapidi infatti, avevano escluso la presenza delle droghe più comuni e in effetti i soggetti, una volta interrogati sull’accaduto, avevano confessato di aver fumato miscele di erbe. La preparazione del campione è stata preceduta da idrolisi dei coniugati (gli autori hanno stimato che più del 90% dei metaboliti idrossilati sono presenti in questa forma), ed estrazione con metodo liquido/liquido (LLE) o in fase solida (SPE), metodologie che non hanno mostrato differenze nella quantità di composti estratti dalla matrice biologica. Si è poi passati alla derivatizzazione con TFA, Acetilazione e TMS. Quest’ultimo derivato si è rivelato il migliore in termini di sensibilità e numero di metaboliti osservabili. I risultati dopo analisi GC-MS hanno permesso l’identificazione di 14 metaboliti del JWH-018 (prodotti idrossilati, carbossilasi e dealchilati), mentre un metabolita monoidrossilato è stato identificato per il JWH-073. In nessuno dei campioni è stato possibile identificare i composti integri (parent) indicando che, secondo il presente studio, l’assunzione di queste molecole può essere accertata solo attraverso l’identificazione dei suoi metaboliti. ■ 22 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Tecniche Analitiche Con una “fotografia” i ricercatori smascherano la metamfetamina nel capello Miki A, Katagi M, Shima N, Kamata H, Tatsuno M, Nakanishi T, Tsuchihashi H, Takubo T, Suzuki K. Imaging of methamphetamine incorporated into hair by MALDI-TOF mass spectrometry. Forensic Toxicology DOI: 10.1007/s11419-011-0109-2 Online First L ’analisi del capello è una delle metodologie utilizzate per stabilire l’assunzione di sostanze stupefacenti ed è particolarmente utile per evidenziare un eventuale uso cronico nel tempo. Generalmente i campioni di capello vengono decontaminati da possibili agenti esterni, trattati al fine di estrarre le sostanze in esso presenti e successivamente analizzati, procedura questa che può rivelarsi lunga e complessa. Poter disporre di una metodologia analitica che riduca questi passaggi potrebbe costituire un’ importante innovazione in tossicologia. Akihiro Miki del laboratorio di scienze forensi presso le forze dell’ordine di Osaka (Giappone) e collaboratori, hanno effettuato la spettrometria di massa per immagini (IMS) di una sezione longitudinale di capello (ottenuta con taglio manuale) recuperato da due utilizzatori cronici di metamfetamina, utilizzando come metodologia analitica la tecnica in spettrometria di massa MALDI-TOF (Matrixassisted laser desorpition ionization-time of flight). segue a pag. 28... L’Ungheria sviluppa un nuovo metodo di screening rapido per polveri contenenti catinoni sintetici Jankovics P, Váradi A, Tölgyesi L, Lohner S, Németh-Palotás J, Kőszegi-Szalai H. Identification and characterization of the new designer drug 4’-methylethcathinone (4-MEC) and elaboration of a novel liquid chromatography-tandem mass spectrometry (LC-MS/ MS) screening method for seven different methcathinone analogs. Forensic Sci Int. 2011 Apr 15. [Epub ahead of print] L ’Istituto Nazionale di Farmacia Ungherese si occupa di effettuare il controllo dei medicinali nella nazione, tra cui l’analisi del contenuto di prodotti che vengono sequestrati e che presumibilmente dovrebbero contenere ingredienti farmacologicamente attivi. Questi prodotti “sospetti farmaceutici” riportano spesso sulle etichette e sui documenti di trasporto, informazioni che dichiarano la presenza di eccipienti farmaceutici o sostanze analoghe non pericolose. Tuttavia è stata spesso rivelata la presenza di composti illegali o di uso non farmaceutico, quali sostanze psicoattive o dopanti, tra cui la presenza di metcatinoni, derivati sintetici del catinone, sostanza psicoattiva ad effetto stimolante. Peter Jankovics e collaboratori hanno studiato la possibilità di sviluppare un metodo di sensibilità e selettività appropriate per la rivelazione di molecole analoghe ai metcatinoni, che potesse essere idoneo alla determinazione simultanea di più derivati sintetici in formulazioni farmaceutiche come ad esempio miscele di polveri o compresse. Sulla rivista APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Forensic Science International descrivono dunque un metodo di screening rapido e semplice in cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa (LC/MS/ MS) per l’identificazione di 7 diversi metcatinoni proprio in miscele di polveri. I campioni sono stati separati attraverso una colonna in fase inversa effettuando una eluizione in gradiente di solventi (acqua, acetonitrile e acido formico) e usando la modalità di monitoraggio delle reazioni multiple (MRM). Nel 2010 gli autori hanno analizzato, con questo metodo, numerosi reperti costituiti da grandi quantità di prodotto sotto forma di polvere provenienti da sequestri. L’applicazione del metodo decritto ha permesso di rivelare la presenza nelle polveri di molecole di origine sintetica appartenenti alla famiglia dei catinoni, tra cui mefedrone (4’-metilmetcatinone), butilone (betaketo-MBDB), 3,4-metilenediossipirovalerone (MDPV), flefedrone (4’-fluorometcatinone) e una nuova “designer drug”, il 4’-metiletcathinone (4-MEC), molecola molto simile al mefedrone. ■ 23 Controllo Traffico e Spaccio www.droganews.it GLOBAL SMART UPDATE 2011 ONU-UNODC, Global Smart Update 2011, vol. 5, March 2011, pp. 12 I l mercato delle droghe di sintesi si evolve rapidamente ogni anno e conoscerne le particolarità significa diminuire la portata dei pericoli determinati da usi illeciti ed incontrollati. Il Global SMART Programme dell’UNODC avviato nel 2008 - e già documentato dal “2010 Patterns and trends of amphetamine-type stimulants and other drugs - Asia and the Pacifi c”(November 2010) - è arrivato al suo 5° rapporto semestrale sulla capacità produttiva di ATS (Amphetamines Type Stimulants) da parte di 11 paesi dell’Asia orientale e Sud-Est Asiatico e nel gennaio del 2011 è stato allargato alle Americhe, con un riesame della situazione ATS in alcuni Paesi insulari e territori del Pacifico. Infatti, data la velocità con cui avvengono alcuni determinanti cambiamenti nei mercati degli ATS è particolarmente importante che ci sia un meccanismo ben avviato, sostenibile e semplice, con cui raccogliere le frequenti informazioni prodotte dal sistema e raccolte in brevi rapporti. Essi recano notizie di sequestri di droghe sintetiche o precursori chimici, con commenti sui metodi di fabbricazione, nuove rotte di traffico o cambiamenti nelle legislazioni dei vari Paesi per affrontare il problema dei farmaci di sintesi, della loro fabbricazione illecita, del loro impatto ambientale, della loro distruzione e di quelli maggiormente in uso e/o emergenti che, con tutte le componenti strettamente correlate fra loro, possono avere pericolose implicazioni per la salute umana. Le notizie sin qui riportate dall’UNODC evidenziano, riguardo alla composizione chimica, nuovi incidenti legati alla fabbricazione illecita di particolari sostanze stimolanti non tabellate, nuovi tipi di molecole sintetiche e loro precursori chimici, tutte progettate per aggirare le legislazioni internazionali ed i controlli di polizia. È stato, inoltre, illustrato l’approccio ecologico determinato dall’eliminazione degli oli ricchi di safrolo che costituiscono una fonte naturale del precursore richiesto nella fabbricazione illecita di ecstasy ed infine è stato dato conto della diffusione, per tipologie, delle sostanze sintetiche prodotte e trafficate nelle varie regioni del mondo. Ne deriva una breve ma articolata descrizione dell’attuale situazione e delle prospettive che si stanno determinando ad iniziare dall’Oceania e dall’Asia Orientale. In queste zone del mondo l’uso di sostanze di tipo anfetaminico (ATS) è tra i più considerevoli, e si va via via spostando in Oceania, Australia e Nuova Zelanda. Tali tesi sono state avvalorate dalle notizie di smantellamenti di laboratori ATS, che venivano riforniti di pseudoefedrina dall’Asia verso piccoli Stati insulari e territori vari del Pacifico. I dati sulle metamfetamine, in uso tra i giovani, mostrano come l’Est e Sud-est asiatico resta la regione con il più alto numero annuo di consumatori di anfetamine, e con una spesa che si aggira tra i 3,4 e 20,7 milioni di euro. I sequestri registrati e i dati preliminari 24 sulle metamfetamine per il 2010, suggeriscono che, dal punto di vista morfologico, ne prevale la produzione in forma cristallina, che il trasporto viene effettuato quasi sempre da corrieri iraniani quando si tratta di muoversi in vari paesi della stessa regione ed in generale nell’Africa occidentale, fino ad arrivare verso l’Asia orientale e il Giappone. La criminalità organizzata traffica soprattutto con i precursori di ATS e, ad intervalli regolari, ha dato la possibilità di scoprire anche siti di produzione di metamfetamine. Attraverso l’identificazione di modus operandi si è, inoltre, potuto documentare che significative quantità di ketamina sono trafficate verso altre regioni dell’Asia ed oltreoceano fino in Canada. Infatti i sequestri di ketamina dall’India sono aumentati dai 60 kg nel 2005 a più di 1000 kg nel 2009. In Europa il Mephedrone ha fatto una rapida apparizione sul mercato illecito della droga, ed è stato vietato immediatamente in tutti i 27 Stati membri dell’Unione nel dicembre 2010. Recenti dati provenienti dai paesi del nord Europa mostrano che le anfetamine potrebbero essere sempre più sostituite da metamfetamine sui mercati Scandinavi e Baltici. Mentre l’Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze stabilisce che c’è una bassa prevalenza di uso di anfetamine nella maggior parte dei paesi europei, rispetto a quello della cannabis negli ultimi anni, in alcuni paesi, che viene stimato a più del 2% dei giovani di età compresa tra 15 e 34 anni. Riguardo agli ATS, stabilito che l’Africa rappresenta una delle più grandi minacce emergenti, per il rifornimento dei mercati asiatici, Giappone e Repubblica di Corea in testa, occorre evidenziare tuttavia che ben pochi paesi africani hanno strutture stabili che, per capacità gestionale, siano in grado di combattere il traffico di droga, destabilizzante sulla regione e corrosivo per la maggior parte dei governi. Nel Nord America, mentre gli Stati Uniti hanno visto crescere l’uso di ecstasy, il Canada ne è, attualmente, il principale mercato per la criminalità organizzata. In Centro e Sud America la fabbricazione di metanfetamine non ha una regolamentazione completa e, ad onta dell’uso di droghe tradizionali, ci sono forti segnali di un crescente uso di ecstasy e metanfetamine in alcuni paesi in Sud America, tra cui Brasile, Cile e Colombia . Il Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Sri Lanka sono stati investiti dal problema sia della fabbricazione illecita, sia del traffico e dell’abuso di anfetamine (ATS) e precursori necessari per la loro fabbricazione. L’Asia del Sud è diventata una delle principali regioni utilizzata dai trafficanti di droga per ottenere l’efedrina e la pseudoefedrina per la fabbricazione illecita di metamfetamina, con India e Bangladesh all’avanguardia nella fabbricazione di precursori chimici ed un’industria chimica in crescita esponenziale. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 Normativa www.droganews.it Attuazione dei Regolamenti (CE) numeri 273/2004, 111/2005 e 1277/2005, come modificato dal Regolamento (CE) n. 297/2009, in tema di precursori di droghe Governo italiano “Dossier sulla normativa concernente i precursori di droghe” - 2011 I precursori di droghe o “sostanze classificate” secondo la terminologia introdotta con i regolamenti comunitari, sono sostanze chimiche largamente impiegate nei circuiti commerciali per usi industriali quali la produzione di solventi per vernici, profumi, prodotti per l’igiene etc. Tali sostanze, alcune di uso molto comune (come ad esempio acetone, acido cloridrico) non hanno proprietà stupefacenti o psicotrope, ma sono, indispensabili ai narcotrafficanti per la produzione su vasta scala di droghe, soprattutto per l’estrazione e la raffinazione di cocaina ed eroina e per la fabbricazione di amfetamine. Per tale motivo, l’Unione europea ha emanato i regolamenti comunitari: n. 273/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 febbraio 2004; n. 111/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004; n. 1277/2005 della Commissione, del 27 luglio 2005, come modificato dal regolamento n.297/2009 della Commissione, dell’8 aprile 2009, ed ha stilato una lista di sostanze precursori di droghe, classificate nelle categorie 1, 2 e 3, il cui impiego, per essere lecito, deve essere soggetto a diverse forme di autorizzazioni e controlli, al di fuori dei quali la produzione, il commercio ed in alcune ipotesi la sola detenzione devono intendersi illegali, con lo scopo di impedire ai narcotrafficanti, che gestiscono la produzione ed il traffico delle sostanze stupefacenti dai paesi di origine, di approvvigionarsi, presso i paesi produttori (prevalentemente europei), di sostanze chimiche essenziali alla fabbricazione di droghe. La Commissione europea, dopo l’entrata in vigore dei citati regolamenti, ha stabilito che gli Stati membri dovessero adeguare le proprie normative nazionali alle nuove disposizioni comunitarie, con particolare riguardo agli obblighi delle Autorità competenti ed al sistema sanzionatorio. Nel corso delle riunioni tecniche di coordinamento, che hanno visto la costante partecipazione del Dipartimento politiche antidroga, del Ministero della salute, del Ministero della Giustizia, del Ministero affari esteri, del Ministero dell’economia e finanze, del Ministero dell’Interno, della Guardia di Finanza, della Direzione centrale per i servizi antidroga del dipartimento di Pubblica sicurezza, dell’Agenzia delle dogane e del Dipartimento politiche comunitarie, è stato definito lo schema di decreto legislativo che da attuazione all’art. 45 della legge comunitaria per l’anno 2009 relativo al recepimento delle norme di diritto comunitario. Il provvedimento in questione è stato presentato ed approvato in data 18 novembre 2010 dal Consiglio dei Ministri, trasmesso successivamente, dal Ministro per i rapporti con il Parlamento ai sensi degli arAPRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 ticoli 1, comma 3, e 45 della legge 4 giugno 2010, n. 96, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, assegnato alle Commissioni Giustizia, Affari sociali e Politiche dell’Unione europea, che hanno espresso parere favorevole al testo in data 19 gennaio 2011. L’approvazione definitiva è avvenuta nel Consiglio dei Ministri n. 130 del 10/03/2011. L’atto definitivo, il decreto legislativo n. 50 del 24 marzo 2011, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 95 del 26 aprile 2011, recepisce quindi i principi contenuti nei citati regolamenti comunitari, attraverso la modifica, il riordino, e, l’abrogazione delle norme contenute nel testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309. Si è reso quindi necessario, far in modo che la disciplina nazionale sia omnicomprensiva di tutti gli aspetti normativi concernenti i precursori di droghe, creando una netta distinzione dalle restanti previsioni destinate agli stupefacenti ed alle sostanze psicotrope, in analogia a quanto avviene negli altri Paesi comunitari; in tal senso peraltro si è espressa la legge delega all’art. 2, comma 1, lett.b). Con il presente intervento normativo si è inoltre provveduto ad adeguare la normativa sanzionatoria interna alle previsione contenute nei regolamenti comunitari e puntualmente esplicitate dalla delega, effettuando contestualmente un intervento di razionalizzazione e coordinamento dell’impianto sanzionatorio vigente in tema di precursori di droghe, contenute sia nell’art. 70, sia nell’art. 73 comma 2 bis del T.U. stupefacenti, norme che hanno manifestato un difetto di coordinamento. ■ Online su Droganews Il decreto del Ministero della Salute, concernente l'Aggiornamento delle tabelle contenenti l'indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope relative a composizioni medicinali, di cui al D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 e successive modificazioni ed integrazioni, con l'inserimento del tapentadolo nell'allegato III-bis, e dei composti medicinali a base di tapentadolo, limitatamente alle forme farmaceutiche diverse da quella parenterale, nella tabella II, sezione D. 25 Campagne Informative www.droganews.it From Drugs to Mugs Meth Program - Oregon Multnomah County Sheriff’s Office N egli USA la semantica e la veicolazione della comunicazione è strettamente connessa ai diversi contesti socioculturali, distribuiti omogeneamente in un territorio di oltre 9 milioni di km². Una nazione in cui l’antropologia si fonde talvolta all’estremizzazione del “concetto” (cosa che oramai non fa più scandalo) proprio per la presenza di differenti etnie, assieme a comportamenti e/o metodologie non sempre ortodosse. E’ questo il caso della recente campagna di sensibilizzazione contro la dipendenza da sostanze «From Drugs to Mugs» (letteralmente “Dalla droga alle foto segnaletiche”). Il progetto, iniziato nel 2004 con “Face of Meth” e promosso dal Meth Program - Oregon Multnomah County Sheriff’s Office, è caratterizzato da una comunicazione ostensiva dove l’utilizzo d’immagini estremamente crude serve a dimostrare la devastazione che gli stupefacenti producono al fisico. Visto il successo mondiale della precedente edizione, incentrata sulla dissuasione dell’uso di metamfetamine, la contea di Multnomah ha esteso quest’anno il programma anche all’eroina ed alla cocaina. Come per la precedente, la nuova campagna paragona foto segnaletiche di persone fermate a distanza di qualche anno, presentando l’impressionante deperimento della pelle, lo sguardo sempre più perso, la caduta dei capelli e gli altri terribili effetti che l’uso di droghe può arrivare a provocare sul corpo. “From Drugs to Mugs” è veicolata tramite un video/documentario distribuito nelle scuole e nei maggiori centri d’aggregazione. Il progetto “Meth Program” fa leva sulla vanità e sul narcisismo, soprattutto dei giovani, al fine di stimolarne la coscienza verso una seria riflessione circa la pericolosità delle sostanze. Difatti, in una società in cui per tantissimi l’aspetto fisico conta molto, dimostrare come la droga deturpi, è un forte deterrente. ■ Sobri alla guida Regione Abruzzo - www.regione.abruzzo.it I l “binge drinking” è una pericolosa moda diffusa fra i giovani che prevede l’ingestione compulsiva di alcolici e superalcolici, fino al completo stordimento del soggetto. Una sconsiderata pratica che mette in serio pericolo la salute, in virtù delle enormi quantità di alcol assunte; volumi che apportano un contributo negativo sul fisico sia a livello psico-cognitivo, che organico. La nocività e la diffusione del fenomeno si palesa oggi non solo nelle aree metropolitane e della movida rivierasca italiana, ma anche in territori considerati nell’immaginario collettivo “più tranquilli” come l’Abruzzo. Dagli ultimi dati pubblicati nei report delle ASL territoriali emerge che negli ultimi due anni, in questa regione, la pratica del bere senza freni è aumentata dall’8,4% al 12,6%. Le province di Chieti, dell’Aquila, di Pescara e Teramo sono fra quelle che hanno “l’indice totale di popolazione a rischio” sopra la media nazionale. Il tutto ripercuotendosi pesantemente sul tasso d’incidentalità stradale (la percentuale di mortalità più elevata riguarda la fascia di età tra i 15 e i 29 anni). Con il progetto “Sobri alla guida” la Regione Abruzzo e la Asl di Chieti-Servizio di Alcologia (in collaborazione con il Ministero della Salute) promuovono una campagna di informazione sul binge drinking e sugli effetti dell’alcol alla guida. Il programma, che mira a contrastare la propagazione del problema, prevede la distribuzione di pieghevoli informativi in tutti i distretti sanitari, nei consultori, nei maggiori ospedali, nelle università, in alcune caserme e agli studenti di diversi istituti, che al termine dell’anno scolastico saranno coinvolti nell’allestimento di una mostra tematica sull’alcolismo. ■ 26 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Campagne Informative Strade 2011: Equazione Sicurezza Regione Lazio - www.regione.lazio.it S i è tenuta a Roma la IV edizione di “Strade 2011: Equazione Sicurezza”, una manifestazione fortemente voluta dalla Regione Lazio organizzata in collaborazione con l’Associazione sulla Rotta della Sicurezza. Un evento dove si sono alternate dimostrazioni dal vivo, prove pratiche di guida, spot, esibizioni, convegni, incontri con le scuole, per sensibilizzare i giovani sull’importanza della sicurezza stradale. A fare da sottofondo agli eventi, la campagna della Regione Lazio “La sicurezza non è mai troppa: guida sicuro... allacciati la vita”. E’ questo un progetto promosso per comunicare ai giovani l’importanza della sicurezza sulla strada e favorire a contempo la cultura della prevenzione con un messaggio positivo per i ragazzi, veicolato da chi fa sport e da chi può essere un punto di riferimento. Per rafforzare l’importanza di non bere alcolici, specialmente quando ci si deve mettere alla guida, nel corso della giornata sono stati distribuiti oltre 5 mila etilometri. I ragazzi si sono inoltre confrontati con testimonial che hanno ribadito l’importanza della sicurezza, come Marco Confortola guida alpina internazionale e Stefano Makula uno primatista mondiale di apnea. Tra le altre iniziative promosse nell’area della Regione Lazio, un incontro con gli studenti per approfondire e contrastare i comportamenti a rischio, a cura della Unità operativa complessa (Uoc) del SerT dell’Asl RmC, in cui si sono affrontate le problematiche relative ai rischi legati all’uso di sostanze stupefacenti e di alcolici per chi va alla guida. Si sono alternati anche istruttori di guida che hanno dato consigli e prestato lezioni di guida, soprattutto ai giovanissimi cercando di sensibilizzarli maggiormente ad esempio sul fenomeno delle microcar. La collaborazione della Regione Lazio con l’associazione “Sulla rotta della sicurezza” proseguirà partecipando con gli stand regionali alle altre due tappe di “Strade 2011: equazione sicurezza”che si terranno ad aprile e ad ottobre a Napoli. ■ Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo sballo lo schianto Autostrade per l’Italia - www.autostrade.it/calendario_sicurezza/ A utostrade per l’Italia con la collaborazione della Consulta per la Sicurezza della Polizia Stradale e le Associazioni dei Consumatori ha avviato una vasta attività di sensibilizzazione verso la giuda sicura, lontana dalle sostanze stupefacenti e dall’alcol. Da gennaio a dicembre ogni mese si caratterizza per un tema specifico di prevenzione. Peculiarità che da il nome al progetto: “I 12 mesi della Sicurezza Stradale”. Aprile si contraddistingue per la campagna di comunicazione “Dopo il ballo lo sballo, e dopo lo sballo lo schianto” che mira ad informare i conducenti dei veicoli circa i rischi che si possono correre qualora si alzi troppo il gomito. Il piano di lavoro prevede che durante tutti i week-end di Aprile (dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, sia di giorno che di notte) saranno distribuiti gratuitamente dei kit per la misurazione dell’alcolemia e dei materiali informativi (brochure e leaflet) sulla sia sull’alcol che sulle droghe, in tutte le 216 Aree di Servizio della rete di Autostrade. Inebriati da un drink di troppo o dall’effetto di qualche “pasticca” in molti, sopravvalutando le proprie capacità, si lanciano in sorpassi e manovre azzardate. Lo scopo de “I 12 mesi della Sicurezza Stradale” è promuovere, sia tramite una sequenza di attività mirate, che una comunicazione efficace “la nuova coscienza alla giuda”; rammentando che atteggiamenti imprudenti potrebbero causare una diminuzione della prontezza dei riflessi, l’alterazione delle capacità visive, la riduzione della concentrazione ed una diminuzione della percezione del pericolo. La campagna continuerà ad informare gli automobilisti ed i motociclisti durante tutto 2011 e come da programma il mese di maggio sarà incentrato sul controllo del mezzo. ■ APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 27 Campagne informative www.droganews.it The Indigenous Anti-Tobacco Campaign Samhsa, Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems, 2010 La scorsa settimana è stato varato il nuovo progetto contro il tabagismo del Governo australiano. La particolarità di questa recentissima iniziativa, presentata ai giornalisti direttamente dal Ministro della Salute Nicola Roxon, risiede nel fatto che la campagna di comunicazione è indirizzata esclusivamente verso la cittadini aborigeni. Difatti, dalle ultime rilevazioni epidemiologiche sul tema emerge che i nativi del nuovissimo continente abbiano sviluppato una grande propensione al fumo. Circostanza che, oltre a cagionare ogni anno migliaia di vittime, li rende la fascia di popolazione più vulnerabile al problema. Le autorità di Canberra già da alcuni mesi hanno espresso delle forti preoccupazioni per il propagarsi del fenomeno nelle diverse provincie abitate da questa etnia. “The Indigenous Anti-Tobacco Campaign” è un’iniziativa che si incardina nel più ampio piano nazionale sanitario contro il tabacco, già avviato in quasi tutte le regioni dello stato. Nello specifico la campagna di comunicazione è declinata in uno spot video in onda sui maggiori network nazionali, dove la protagonista (una giovane donna indigena) riflettere sulla propria esperienza con il fumo; vicissitudine che le ha fatto perdere sia la famiglia che tanti amici per via delle patologie legate al tabacco. Le azioni sui media sono composte anche da una serie di clip audio e banner pubblicati online sui siti internet più visitati. Inoltre, numerosi materiali informativi (brochure e leaflet) saranno successivamente distribuiti presso appositi centri aggregativi, per documentare l’azione negativa che il fumo produce su organi e sistemi. ■ Linee Guida Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems: Discussion Guide for Primary Health Care Provider Samhsa, Talking With Your Adult Patients About Alcohol, Drug, and/or Mental Health Problems, 2010 Q uesto manuale rientra nella serie dei “Treatment Improvement Protocol” (TIP), promossa e sviluppata dal Centro per la Substance Abuse Treatment (CSAT) e dal Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), organi del Dipartimento americano della Sanità e dei Servizi Umani (HHS). E’ indirizzata a tutti i medici di base e ai professionisti che operano nel settore della prevenzione medica e propone un approccio una seri di domande/test per rilevare la presenza di disturbi mentali o di problematiche legate all’uso di alcol e droga, in quei pazienti adulti che sottoposti ad vista medica per altro motivo mostrino sintomi riconducibili a queste problematiche. ■ ...segue da pag. 23 - Con una “fotografia” i ricercatori smascherano la metamfetamina nel capello La IMS è una tecnologia emergente che consente di analizzare direttamente una sezione di campione biologico e di determinare la distribuzione delle molecole su una certa superficie. Nel presente esperimento l’immagine è stata realizzata attraverso l’acquisizione di 500 spettri di massa individuali che sono stati accumulati per ogni pixel. I risultati pubblicati sulla rivista Forensic Toxicology, hanno permesso di ottenere una sorta di “fotografia” del capello nella quale è stato possibile osservare lungo la linea del capello stesso, numerosi puntini più o meno ravvicinati, corrispondenti alla presenza di metamfetamina, ad indicare un uso ripetuto e variabile nel tempo e in quantità che riflettevano i livelli della sostanza nel sangue dopo ogni assunzione. Il metodo di spettrometria di massa per immagini sembra fornire informazioni cronologiche più accurate circa il consumo di sostanze e una migliore discriminazione tra l’uso e la possibile contaminazione passiva del capello. Lo studio rappresenta la prima applicazione di questo metodo in tossicologia forense e costituisce una nuova opportunità nel campo delle analisi delle droghe in campioni di capello. ■ 28 APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 www.droganews.it Planning Congressi Mobile Health 2011 Ente promotore: Stanford University - U.S. Centers for Disease Control and Prevention Sede Evento: Stanford University Data: 04-05 maggio 2011 Indirizzo sede: 450 Serra Mall Stanford, CA 94305 Email: [email protected] Sito web: http://mobilehealth.org/ L’industria della “salute mobile” continua a evolversi a ritmi vertiginosi e con essa vi è la possibilità di trovare nuovi e diversi approcci all’offerta di nuovi servizi. Il 4 e 5 maggio, oltre 400 persone, fra le quali i leader del settore della telefonia e dell’informatica, imprenditori, visionari, medici e funzionari pubblici si riuniranno presso la Stanford University per ascoltare 45 esperti e condividere con loro le ultime scoperte in materia di servizi sanitari offerti tramite la tecnologia mobile. Saranno presentati i risultati concreti dalla progettazione, e della distribuzione di questi servizi. Per la prima volta ci sarà una sessione guidata dal responsabile strategico di Google. Neurobiologia della cocaina e nuovi potenziali approcci terapeutici per la dipendenza e craving Ente promotore: Azienda Ospedaliera - Polo Universitario Luigi Sacco Sede Evento: Aula Magna dell’Ospedale Luigi Sacco Data: 06 maggio 2011 Indirizzo sede: Via Gian Battista Grassi, 74 – 20157 Milano Fax: +390236661454 Email: [email protected] Sito web: http://www.hsacco.it/ Nell’ambito del ciclo delle “Giornate di psicofarmacologia e clinica neuropsichiatrica” di aggiornamento sulla clinica e il trattamento psicofarmacologico per patologie neuropsichiatriche, organizzate dall’azienda ospedaliera Luigi Sacco di Milano, si terrà il prossimo 6 maggio 2011, un seminario sulla dipendenza e craving da cocaina, le cui iscrizioni sono ancora aperte. Responsabile scientifico: Dott.ssa Paola Orofino, Neuropsichiatra Infantile, dirigente medico ospedaliero, responsabile U.O.N.P.I.A. Alcohol across the lifespan: what Physicians, Psychologist and Nurses need to know Ente promotore: Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio Sede Evento: CNR Data: 09-10 maggio 2011 Indirizzo sede: Piazzale Aldo Moro 7 - Roma Segreteria organizzativa: E Meeting&Consulting Indirizzo: Via Michele Mercati, 33 Roma Tel.: +390680693320 Fax: +39063231136 Email: [email protected] Sito web: http://www.emeetingeconsulting.com/ L’iniziativa è promossa dal Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio in collaborazione con il NIAAA (National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism). La prima giornata di lavori, aperta dal direttore del NIAAA Kenneth R. Warren, indagherà gli effetti negativi dell’alcol sul cervello nei vari stadi della vita, dall’esposizione prenatale agli individui anziani. Chiuderà la sessione un approfondimento sui farmaci usati per trattare l’alcoldipendenza, con uno sguardo agli obiettivi futuri. La seconda giornata sarà, invece, dedicata allo screening e all’intervento breve per i disturbi da uso di alcol , che prevede un corso pratico sotto la guida del personale sanitario del NIAAA. La situazione italiana, con un intervento sul trattamento farmacologico della dipendenza e i farmaci disponibili, verrà illustrata dal prof. Mauro Ceccanti, docente della Sapienza Università di Roma e responsabile del CRARL. APRILE 2011 - VOLUME 2 NUMERO 4 29