Elementi e ipotesi per il Piano di utilizzo degli edifici scolastici per gli

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ASSESSORATO ISTRUZIONE PUBBLICA, EDILIZIA SCOLASTICA,
MANUTENZIONE E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO
UFFICIO ISTRUZIONE PUBBLICA
Elementi e ipotesi per il
Piano di utilizzo degli edifici scolastici
per gli istituti superiori
(dall’a.s. 1997/98)
luglio 1997
Secondo le competenze assegnate dalla Legge 23/96, alla Provincia sono in via di
trasferimento 15 nuovi Istituti (cioè 15 Presidenze, dopo le soppressioni che andranno a regime a
settembre prossimo), ma gli edifici utilizzati da questi e dalle sezioni di competenza comunale già
aggregate a Istituti con più indirizzi presenti (Poli scolastici), sono, come risaputo, molto più
numerosi: 17 a Bologna, 5 a Imola, 2 a Castel San Pietro, 1 a Crevalcore, 1 a San Giovanni, 2 a
Molinella, 1 a Medicina, 1 a San Giorgio, 1 a Porretta Terme, 3 a Sasso Marconi, 1 a San Lazzaro,
1 a Monghidoro, 1 a Loiano.
Lo stato complessivo della situazione è ancora allo studio, e la conoscenza particolareggiata
dei singoli casi ancora molto imperfetta.
Per quanto riguarda il lavoro presente, l’Ufficio ha inteso solamente fare il punto sui
casi emersi attraverso l’esame di lettere e pratiche, sulle esigenze e sui problemi manifestati
dagli utenti o dalle Amministrazioni comunali, a cui in linea di massima bisogna dare una
risposta in termini di urgenza: o già individuando e approntanto una soluzione per l’inizio
dell’anno scolastico prossimo o comunque impostando, entro tempi egualmente brevi, una
soluzione concreta e attuabile attraverso impegni e accordi precisi.
Molte situazioni tra quelle esposte in dettaglio richiedono chiarimenti con i Comuni sinora
competenti e andranno affrontate già in sede di stesura degli accordi su ogni singolo edificio in via
di trasferimento.
La variabile sconosciuta è la possibilità che di qui a pochi mesi si vadano evidenziando altri
problemi ed altre emergenze.
Per questi motivi, si ritiene importante e indispensabile sottoporre quanto segue alla
determinazione della Giunta, perchè prenda visione della evidenziazione dei problemi e delle
possibili soluzioni e ipotesi illustrate e perchè si pronunci anche in merito alla opportunità di
attivare su questa materia lo Staff interassessorile “Scuola” o una sua commissione più ristretta.
Anna Veronica Verardi
(Responsabile dell’Ufficio Istruzione Pubblica)
Bologna, 28 maggio 1997
UFFICIO ISTRUZIONE PUBBLICA
Class. 17.2.1/8/1997
Nota.
PIANO DI UTILIZZO DEGLI EDIFICI SCOLASTICI PER GLI ISTITUTI SUPERIORI (A.S.
1997/98 E SEGUENTI).
Seguendo le indicazioni della Giunta del 2 giugno 1997, giovedì 12 giugno u.s.
l’assessore Draghetti ha convocato lo staff sulla scuola, sottoponendo all’attenzione i problemi già
illustrati in Giunta.
Dalla discussione sono emersi ulteriori elementi che hanno reso possibile individuare
linee di intervento precise, che nell’allegato sono riportate in grassetto.
Alla Giunta per conoscenza e determinazione.
Anna Veronica Verardi
(Responsabile Ufficio istruzione pubblica)
Bologna, 17 giugno 1997
1. Liceo ginnasio “Minghetti” di Bologna.
Il Liceo, che formerà a settembre 28 classi, occupa attualmente 2 sedi: la sede centrale di via
Nazario Sauro, recentemente oggetto di una ristrutturazione peraltro non ancora ultimata, e la
succursale di Viale Filopanti 1/3, che deve venire lasciata entro giugno, massimo entro luglio
prossimo. L’Istituto conferma la necessità di avere a disposizione una succursale appunto già a
partire da luglio, per allocarvi gli arredi di viale Filopanti e dove poi iniziare l’attività didattica a
settembre. Infatti la sede centrale, nonostante gli ampi spazi disponibili, secondo le norme vigenti
può accogliere contemporaneamente non più di 25 classi per un totale complessivo di 585 studenti,
quindi 3 classi in meno di quelle che si formeranno a settembre. Il Collegio dei Docenti pare
disponibile a preferire e sperimentare una articolazione dell’orario e delle presenze che possa
consentire alla scuola di funzionare con successo nella sola sede centrale, ma al contempo, insieme
al Preside, ritiene indispensabile avere a disposizione una succursale di almeno 5-6 aule dove
accogliere le classi in soprannumero. Questo perchè, per una migliore organizzazione logistica, la
succursale verrebbe utilizzata a turno da un intero corso, in modo che non vi siano classi, e quindi
studenti, “ghettizzati” in una succursale inevitabilmente meno prestigiosa della sede. L’opzione
prima della scuola riguardava uno spazio all’interno dell’edificio delle Sirani, in via Cà Selvatica,
dove il Minghetti utilizza già le palestre: da colloqui informali con il funzionario dell’ufficio scuola
del Comune, pare che questa ipotesi non sia percorribile e che anzi da settembre prossimo non
saranno più disponibili neppure le ore di palestra: negli incontri tra Provincia e Comune dovrà
essere verificato se veramente questa strada è chiusa e, comunque, bisogna tenere presente che
l’impossibilità di usare le palestre potrebbe essere un problema. L’interesse della scuola per l’ex
sede del Pacinotti, via Gombruti, si può dire caduto dopo il sopralluogo effettuato dal Prof. Magli
del Liceo, dall’Arch. Fre’ e dalla responsabile dell’Ufficio scrivente in data 19.5. u.s. Il “rientro” in
via Broccaindosso (a piano terra, in quanto il primo e il secondo piano sono occupati dalla
succursale del Sabin) è soluzione che il Comune di Bologna ritiene e ha sempre ritenuta pacifica, e
di fatto è anzi l’unica possibile, pur costituendo per la Provincia un’ipoteca sull’utilizzo di quelle
aule; infatti i tempi di rilascio che l’Istituto deve rispettare sono di fatto troppo vicini, e quasi
sicuramente antecedenti alla stesura definitiva di ogni accordo Provincia-Comune.
Al momento ancora utilizzate dall’università, le aule sono in buono stato, anche se vi sono alcuni
lavori da effettuare naturalmente prima dell’inizio dell’anno scolastico nella zona dei bagni:
necessario un accordo preciso con il Comune che dovrebbe provvedere a proprie spese, così come a
proprie spese dovrebbe traslocare gli arredi del Minghetti.
Per settembre prossimo, la soluzione è senz’altro l’utilizzo del pianoterra di via
Broccaindosso, previ accordi precisi che dovranno intercorrere tra Comune di Bologna e
Provincia (SOE e Ufficio Gestione Edifici scolastici): in prospettiva, e in sede di stesura della
convenzione per l’utilizzo dell’edificio, si potrà considerare la possibilità di rivedere la cosa.
2. IP Alberghiero “Artusi”. Sezione di Sasso Marconi.
La sezione, istituita a partire dall’a.s. 1994/95 anche per il forte interessamneto della Provincia,
funziona nell’anno ancora in corso con 98 studenti e 5 classi (3 prime e 2 terze, in quanto la terza
che per scorrimento si sarebbe dovuta formare non è stata istitutita per il basso numero di allievi,
che sono stati assegnati a Castel San Pietro). La scuola occupa l’edificio delle ex scuole elementari
di Pontecchio Marconi, in cui la recente messa a norma e ristrutturazione effettuata dal Comune di
Sasso ha ricavato al piano terra i laboratori (cucina, sala-bar e aula di informatica) e 5 aule al piano
superiore. A settembre, oltre alle 5 classi attuali , si formeranno ben 4 prime, in quanto la scuola ha
raccolto sinora circa 90 iscrizioni (di cui 4 ragazzi con handicap); il direttore ha confermato che
continuano ad arrivare richieste e ancora altre ne arriveranno con la chiusura dell’anno scolastico.
Per tamponare la situazione e consentire l’avvio dell’anno scolastico,
il Comune metterebbe a disposizione gratuitamente (cioè ne farebbe materia dell’accordo di
trasferimento in uso gratuito) parte dell’edificio della scuola media di Borgonuovo, che al momento
lo utilizza solo in parte: la soluzione dovrà essere concordata anche con il Provveditorato agli Studi.
Questo poi richiederà l’organizzazione di un trasporto (3/4 volte alla settimana se non giornaliero),
per consentire ai ragazzi della succursale di utilizzare i laboratori di Pontecchio; il servizio, a carico
del Comune sino alla fine di dicembre, dovrà essere previsto come spesa della Provincia a partire da
gennaio 1998.
L’Amministrazione di Sasso in un recente incontro del Sindaco con l’Assessore Draghetti ha
esplicitamente chiesto un impegno ad affrontare la situazione per i prossimi anni, in modo che la
soluzione che partirà a settembre si possa presentare alla scuola, ai ragazzi e ai genitori come
assolutamente transitoria. C’è un’ipotesi di “ampliamento” della attuale sede di Pontecchio,
secondo cui si ritiene possibile ricavare alcune aule allestendo un prefabbricato sul terreno
retrostante, di proprietà di un privato forse disponibile ad un accordo. Un’altra ipotesi prevede
l’utilizzo di capannoni industriali dismessi non troppo distanti dalla sede di Pontecchio, in cui
sarebbe possibile ricavare i laboratori. L’Amministrazione comunale infine ricorda l’ipotesi, al
momento solo un progetto, di edificare un nuovo edificio in una area vicina alla stazione ferroviaria
di Sasso, in cui possa trovare una sistemazione anche l’altro istituto presente sul territorio, l’IP per
l’agricoltura, ex
Si ricorda qui che nel Piano di riparto dei fondi della L. 23/96 il Comune di Sasso Marconi è
inserito nell’elenco degli interventi previsti per la seconda annualità (1997) per un progetto di
messa a norma dell’ex Ghini con una spesa prevista di Lire 1.548.000.000. Andrà verificata la
possibilità, una volta che fosse finanziata la seconda annualità della Legge, di trasformare in tutto o
in parte la destinazione del finanziamento.
Il Comune di Sasso sta individuando l’edificio che ospiterà a settembre le 4 nuove classi (non
potrà essere la scuola media di Borgonuovo, ma altra struttura sempre di proprietà del
Comune, in località La Capra); sempre il Comune sta attivando i necessari contatti per un
accordo con ristoranti vicini, in modo che le esercitazioni in cucina si possano compiere sul
luogo, anche perchè i laboratori della sede di Pontecchio non sarebbero sufficienti per 9 classi.
La soluzione resta valida per un solo anno scolastico, e in modo estremamente urgente
andranno vagliate tutte le possibilità per dotare l’istituto alberghiero di Sasso di una sede
definitiva.
3. Liceo scientifico “Leonardo da Vinci“ di Casalecchio di Reno.
Il Liceo ha chiuso le iscrizioni al 25 gennaio scorso con 160 richieste di ammissione e formerà a
settembre ben 7 prime, e complessivamente 26 classi. L’edificio, di proprietà del Comune di
Casalecchio, dispone attualmente, oltre agli uffici, due aule attrezzate e sei laboratori, di sole 25
aule assegnate a classi.
In un recente incontro presso l’Ufficio dell’Ass. Draghetti, il Preside ha sollecitato l’effettuazione
dei lavori programmati da tempo: in particolare (oltre a più consistenti lavori al secondo piano per
portare ad altezza di norma l’ala oltre la scala), sarebbe certamente indispensabile ricavare un’aula
a pianoterra eseguendo gli interventi necessari, peraltro già previsti e sino ad ora non eseguiti. In
questo modo la situazione potrà reggere per il prossimo anno scolastico.
Il Preside però ritiene che l’aumento delle iscrizioni non sia casuale, ma sia indice di un futuro
sicuro sviluppo dell’Istituto, in quanto questo serve un bacino con un forte incremento di
insediamenti abitativi e quindi con popolazione in aumento. Le richieste del Preside e della scuola
in genere vanno nel senso di avere a disposizione spazi o contigui (quindi da ricavarsi all’interno
dell’edificio adiacente occupato dalla scuola media) o comunque non troppo lontani.
Si propone di cercare di dare una risposta alle esigenze espresse per settembre prossimo e nel
contempo verificare per un eventuale futuro prossimo le disponibilità di spazi con
l’Amministrazione comunale (si era fatta l’ipotesi della scuola media Galilei, sulla via Porrettana):
se poi l’andamento delle iscrizioni per l’anno scolastico 98/99 dovesse confermare per i prossimi
anni un aumento costante delle classi, potrebbe diventare opportuno fare verifiche anche su un
eventuale ampliamento nella contigua scuola media.
Si ritiene opportuno affrontare con una certa urgenza il problema con l’Amministrazione comunale,
in modo da avere tutti gli elementi sufficienti e necessari quando si andranno a definire gli accordi
con il Comune di Casalecchio.
Prioritaria la necessità che il SOE possa effettuare i lavori per ricavare l’aula a pianoterra.
In prospettiva l’Ufficio gestione edifici scolastici dovrà vagliare tutte le soluzioni possibili,
compresa la possibilità di utilizzare spazi all’interno dell’ITC Salvemini, il tutto nel corso
dell’a.s. 1997/98 e in particolare dopo la verifica dell’andamento delle iscrizioni per l’a.s.
98/99.
4. ITC “Luxemburg” di Bologna - Succursale di via Matteotti.
Nell’edificio di via Matteotti, dove è collocata la succursale dell’ITC “Luxemburg” (11 classi su 42
nell’anno scolastico 1996/97) dovranno venire effettuati lavori di rifacimento e messa a norma
dell’impianto di riscaldamento: il progetto, che prevede un costo di Lire 1.200 milioni, ha ricevuto
un finanziamento di 600 milioni sulla Legge 23, anno 1996: sono in corso di perfezionamento gli
atti per l’ottenimento del mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti. Prevediibilmente i lavori non
potranno iniziare prima della primavera 1998, e questo sarebbe augurabile anche per consentire la
convivenza delle attività didattiche con il cantiere funzionante. Infatti a quella data l’erogazione del
riscaldamento non sarebbe più necessaria e, dopo 2-3 mesi di convivenza anche se difficile per gli
inevitabili disagi o di temporaneo trasferimento delle classi nella sede centrale di via dalla Volta, i
lavori potrebbero poi continuare durante l’estate a scuola chiusa, consentendo probabilmente il
rientro normale all’inizio dell’anno 1998/99 o poco dopo l’inizio. Purtroppo ultimamente la Ditta
CPL Concordia ha affermato di non poter garantire il riscaldamento nella prossima stagione
autunno-inverno a causa di grossi problemi alle caldaie. Se questa prospettiva venisse confermata,
non resterebbe altra soluzione che un rientro nella sede centrale almeno per l’intero anno scolastico
1997/98. In questo caso bisognerà concordare con la Preside un piano di emergenza che preveda il
pieno utilizzo delle 31-32 aule didattiche, dei laboratori e delle aule speciali attraverso una attenta
articolazione dell’orario.
I dati: a.s. 1996/97, l’Istituto ha formato 42 classi di cui 7 prime; a.s. 1997/98, l’Istituto formerà 39
classi, ma di queste ben 9 saranno prime, quindi con una proiezione di nuovo in crescita dopo la
lieve flessione dovuta forse al trasferimento. Quanto meno, per i prossimi anni, il Luxemburg si
attesta comunque intorno alle 40 classi, e questo rende non attuabile o molto problematica
l’allocazione di tutte le classi in una sede unica, quella appunto di via dalla Volta; soluzione questa
che consentirebbe la definitiva assegnazione dell’edificio di via Matteotti ad altro Istituto (Sabin?
Arcangeli?).
L’ITC Luxemburg dovrà lasciare l’edificio di via Matteotti, in quanto non sarà possibile
l’erogazione del calore il prossimo ottobre: la soluzione più probabile pare essere la necessità
di far rientrare tutte le classi della succursale nella sede di via dalla Volta, almeno per tutto
l’anno 1997/98, consentendo così una rapida ultimazione dei lavori.
Pure la palestra di via Matteotti non sarà più disponibile per il prossimo anno scolastico:
questo rende necessario mettere a disposizione del Sabin (che pure la utilizza) un altro
impianto sportivo, forse la palestra del Tanari.
L’Ufficio gestione edifici scolastici prenderà i necessari contatti con i Presidi degli istituti
interessati.
5. Liceo scientifico “Righi” di Bologna.
La Preside del Liceo ha richiesto espressamente nuovi spazi da destinare a succursale dell’istituto
gia a partire dall’a.s. 1997/98. Il Liceo, che negli ultimi anni aveva formato sempre 5 corsi completi
e sta ora funzionando con 50 classi e 1.256 alunni, ha raccolto a gennaio scorso 277 iscrizioni alla
prima, contro le 257 dell’anno passato: questo dato richiederebbe la formazione di 11 prime, e
dunque già a settembre funzionerebbero 51 classi, con una tendenza verso la formazione di 6 corsi
completi se il trand dovesse continuare.
Al di là di queste previsioni, resta il fatto che la scuola effettua ora i doppi turni, in quanto l’edificio
di viale Pepoli, oltre agli uffici, ai laboratori e alle aule attrezzate, dispone di sole 40 aule per la
didattica. E’ vero che questa è stata una scelta della scuola stessa e della Preside precedente,
sostenuta da motivazioni didattiche e organizzative: d’altra parte non occorre segnalare che il
doppio turno è un modello difficilmente sostenibile in presenza di ipotesi di organizzazione della
didattica su 5 giorni e, già da ora, in presenza di un contemporaneo uso extra-scolastico e
dell’apertura pomeridiana della scuola ad attività non curricolari, in linea con gli indirizzi del
Ministero P.I.
Tutto ciò premesso, l’Ufficio avrebbe individuato una possibile sede di succursale nella attuale
succursale dell’IP “Aldrovandi”, in viale Vicini 19/21, alla Porta San Felice. Si tratta di una
costruzione dei primi decenni del secolo (1917), destinata originariamente a scuola elementare, di
notevoli dimensioni, tali da poter accogliere senz’altro 2 corsi completi o 11 classi come richiesto,
anche in una ipotesi eventuale di convivenza temporanea o definitiva con alcune classi
dell’Aldrovandi o di altro Istituto. Lo stato di manutenzione generale lascia parecchio a desiderare,
e questa mia osservazione di qualche mese fa è stata confermata poi dall’Arch. Frè che ha visitato
di recente l’edificio. Resta il fatto che la posizione è interessante, abbastanza vicina alla sede del
Righi, e consentirebbe in prospettiva una soluzione definitiva dei problemi logistici del Liceo.
L’Aldrovandi, la cui sede centrale è poco distante, in via Muratori-angolo viale Vicini, ha formato
nell’anno scolastico in corso 19 classi e al momento utilizza la succursale con sole 7 classi. Un
ulteriore calo delle classi (ne sono previste 15 a settembre) e il fatto che, a seguito del processo di
riorganizzazione appena concluso, l’Aldrovandi da settembre perderà la Presidenza e sarà
aggregato all’IP Rubbiani, fanno prevedere che gli spazi utilizzati nella sede di viale Vicini saranno
sempre più esigui, sino a far pensare che in prospettiva l’istituto professionale potrà rientrare tutto
nella sede di via Muratori, al più tardi con l’anno scolastico 1998/99 (anche perchè nella sede di via
Muratori sarà necessario minor spazio per uffici).
Da colloqui informali con l’Ufficio scuola del Comune l’ipotesi, gradita alla scuola e alla Preside
del Righi, pare essere percorribile. Eventualmente questa potrebbe essere materia di una dei primi
accordi particolari, dopo che si fosse raggiunto un accordo sulla convenzione quadro, in modo da
poter prevedere un ingresso del Righi almeno a partire dall’a.s. 1998/99.
Da valutare infine i costi per il ripristino di tutti o parte dei locali, e i tempi.
La soluzione prospettata per attivare la succursale richiesta dal Righi, eventualmente anche
in convivenza con alcune classi dell’Istituto Professionale Rubbiani/Aldrovandi, è interessante
e interessante è comunque avere a disposizione quell’edificio in futuro, per la sua collocazione
e per gli spazi che lo compongono: tuttavia l’edificio, date anche le attuali condizioni, non
potrà essere disponibile per il Righi già dall’a.s. 1997/98, ma dovrà senz’altro far parte del
piano complessivo da discutere con il Comune di Bologna.
6. Polo Scolastico “Caduti della Direttissima” di Castiglione de’ Pepoli.
L’Istituto superiore di Castiglione formerà a settembre prossimo 18 classi (come nell’a.s. 1996/97),
ma solo 4 prime contro le 5 dell’anno ancora in corso. Gli indirizzi attualmente presenti sono 4:
ITC, Liceo scientifico, IP indirizzo elettrico e IP operatore turistico.
Indirizzo ITC: Ha da qualche anno formato sempre 2 prime con complessive 10 classi. Con l’a.s.
1997/98 formerà una sola prima (con 13 iscritti a gennaio 97), e avrà quindi solo 9 classi, che per
scorrimento caleranno ancora per arrivare solo a 5, naturalmente se la tendenza delle iscrizioni di
quest’anno si dovesse confermare.
Liceo scientifico: Istituito a partire dall’a.s. ancora in corso, sta funzionando con 1 prima di soli 10
iscritti (su deroga del Provveditore, in quanto sarebbero necessari 15 iscritti per formare una prima).
A settembre prossimo, oltre alla attuale prima che continuerà come seconda, si aggiungerà 1 prima
ben più sostanziosa (21 iscritti al momento): questo conferma che la scelta di richiedere
l’istituzione del Liceo scientifico è stata giusta e che la nuova proposta ha ottenuto consenso.
Totale, 2 classi che tenderanno probabilmente a formare un ciclo completo (5 classi).
IP indirizzo elettrico: è il corso professionale storico dell’istituto e con soli 28-29 iscritti formerà a
settembre 2 prime per la presenza di due ragazzi con handicap. In tutto formerà a settembre 6 classi.
IP operatore turistico: dopo l’avvio iniziale (a.s. 1996/97) con 1 prima di soli 10 iscritti, a settembre
con quasi assoluta certezza non potrà formare 1 prima in quanto gli iscritti sono stati solo 3. Si
presume che continuerà a funzionare la sola classe esistente sino al completamente del triennio,
cioè a.s. 1998/99 compreso).
Si può notare che l’introduzione a partire dal 1996/97 dei 2 nuovi indirizzi di studio (Liceo
scientifico e Operatore turistico) ha indubbiamente allargato l’offerta formativa ma non ha
aumentato il numero complessivo di iscritti, spostando sostanzialmente la richiesta dall’ITC al
Liceo scientifico, mentre il corso per operatore turistico non ha proprio avuto fortuna. Anzi nel
complesso gli iscritti alle prime per l’anno prossimo sono in calo e senza la presenza dei due
ragazzi con handicap, i numeri avrebbero consentito l’attivazione di sole 3 prime, con la prima ITC
lievemente sotto il numero richiesto.
La prospettiva di sviluppo dovrebbe essere sostanzialmente una conferma di questo andamento, con
un numero complessivo di classi nei prossimi anni potrebbe oscillare da 18-19 a 15.
Questa tendenza potrebbe modificarsi con l’introduzione dell’elevamento dell’obbligo che
dovrebbe far aumentare il numero delle iscrizioni: infatti pur non potendosi prevedere quale sarà il
comportamento nelle scelte dell’istituto superiore da frequentare, si può ipotizzare che per effetto
della offerta formativa comune a tutte le scuole, il pendolarismo scolastico dei ragazzi di
Castiglione verrà contenuto, arrivando l’Istituto a raccogliere la quasi totalità sia dei residenti in età
14-16 anni di Castiglione, sia dei ragazzi provenienti da San Benedetto e Camugnano, Comuni che
già ora fanno riferimento al Polo, e senza dimenticare certi comuni limitrofi della Toscana (Vernio
in particolare).
Nell’ipotesi evidenziata si ritiene che gli ampliamenti previsti come conseguenza degli acquisti
ipotizzati saranno senz’altro sufficienti ad assicurare alla scuola efficienza e spazi; e questo sia per
la didattica sia per attività integrative e ricreative (importanti in una scuola con forte pendolarismo e
molti rientri e permanenze pomeridiane).
Il Demanio/Patrimonio ha all’attenzione l’ipotesi di acquisto.
7. Liceo scientifico “Sabin” di Bologna.
Il Liceo è dislocato su due sedi: la sede centrale di via Santo Stefano 40, in locazione dalla proprietà
“Directional Project”, e la succursale, che occupa il primo e secondo piano delle ex Albini di via
Broccaindosso, in locazione dal Comune di Bologna, proprietario dell’edificio (il piano terra
sarebbe destinato al rientro della succursale del Minghetti). La sede centrale deve essere lasciata in
ogni caso al più presto, sia per le particolari condizioni del contratto di locazione che prevede penali
annuali già a partire dal 1998 sia per l’impossibilità di adeguare l’edificio alle vigenti norme di
sicurezza.
Le soluzioni:
1) via Broccaindosso potrebbe divenire la sede unica della scuola; naturalmente, in questo caso,
bisognerebbe avere a disposizione anche il piano terrra, che per ora è destinato alla succursale del
Minghetti;
2) via Broccaindosso (solo primo e secondo piano) potrebbe funzionare come sede centrale e avere
a disposizione una succursale in parte dell’ex Marconi, in via Matteotti;
3) l’edificio di via Matteotti potrebbe divenire la sede unica con alcune classi del Luxemburg.
Il Sabin, che nell’anno scolastico ancora in corso sta funzionando con 26 classi (5 prime), formerà a
settembre prossimo solo 4 prime, per un totale complessivo di non più di 24 classi e di circa 540
ragazzi. Se dovesse continuare la attuale crisi di iscrizioni (che si sono ormai attestate sul centinaio
ogni anno) sarebbe molto probabile la perdita della Presidenza. In questo caso per il Sabin, che
diverrebbe succursale di altro Istituto, l’ipotesi di una sede unica sarebbe la sola percorribile: via
Broccaindosso (con tutti e tre i piani a disposizione) potrebbe divenire la più interessante solo se gli
accordi con il Comune prevedessero il trasferimento in uso gratuito e anche in questo caso
bisognerebbe che fosse già risolto il problema Minghetti. Altrimenti potrebbe essere più
conveniente sistemare il Liceo in via Matteotti, soluzione che risolverebbe anche l’annoso problema
della mancanza di palestre e di tutti gli onerosi trasferimenti in pullman allo Sferisterio (da
sottolineare che è prevista per i prossimi anni la ristrutturazione dello Sferisterio, che ne renderà
impossibile l’utilizzo). Altre soluzioni potranno eventualmente delinearsi solo quando sarà chiaro il
futuro dell’istituto.
Nei prossimi mesi occorrerà individuare la sede definitiva per il Sabin, e questo all’interno di
una strategia per l’utilizzo ottimale di alcuni edifici scolastici ora certamente sottoutilizzati
(vedi anche l’edificio del Tanari).
8. Liceo artistico “Francesco Arcangeli” di Bologna.
La richiesta del Preside del Liceo “Arcangeli” (16 classi a settembre) di abbandonare la attuale sede
di via Tolmino 7 (di proprietà del Comune di Bologna) per un eventuale trasferimento in via
Matteotti (ex Marconi), sulla base di esigenze di maggiori spazi, è da ritenersi senz’altro
intempestiva e peraltro pochi sono gli elementi di conoscenza di questo istituto in via di
trasferimento alla Provincia.
Al momento comunque la sede di via Matteotti non è disponibile, inoltre potrebbe divenire
necessario utilizzarla per il Liceo scientifico “Sabin”. La richiesta e in genere le dichiarazioni del
Preside circa esigenze di maggiori spazi saranno all’attenzione.
La richiesta sarà all’attenzione.
9. ITC “Mattei” di San Lazzaro di Savena.
Il Preside, con una semplice nota di trasmissione, ha inviato la delibera del Consiglio di Istituto del
17 febbario 1997 (fatta propria da una delibera del Collegio dei Docenti sempre del 17.2. u.s.), in
cui viene espressamente richiesta la costruzione di una nuova ala “per sopperire alle attuali gravi
carenze di spazio”; qualora da opportune indagini dovesse risultare una sofferenza seria, l’ipotesi
forse possibile sarebbe di richiedere al Comune di San Lazzaro (eventualmente il trasferimento in
uso gratuito) la attuale sede dell’IPC dipendente dalla Presidenza dell’Alberghiero di Castel San
Pietro, ad esaurimento.
L’Ufficio gestione edifici scolastici e il SOE effettueranno congiuntamente le opportune
verifiche per valutare le reali necessità della scuola.
10. ITC “Fantini” di Vergato.
L’Istituto, che funziona con due indirizzi (ragionieri e geometri), formerà a settembre 14 classi
(numero su cui ormai la scuola si è attestata) a cui si aggiunge una classe di un corso serale
sperimentale SIRIO per ragionieri. La sede di via Cavour, di proprietà della Provincia, dispone di
spazi appena sufficienti ma decisamente inadatti ad ospitare una scuola: difficoltosa pure la messa a
norma secondo i parametri vigenti. Da tempo la presidenza, e soprattutto l’Amministrazione
Comunale, richiedono una soluzione che possa impostare e risolvere in modo definitivo il problema
della scuola superiore a Vergato, anche in previsione di un piccolo aumento delle classi
conseguente all’elevamento dell’obbligo con corso di studi comuni.
La costruzione di un nuovo edificio, contiguo alla palestra già costruita, è prevista nel Piano
triennale degli investimenti per l’anno 1999 con un costo stimato in Lire 8.395.000.000, da
finanziarsi parte con mutui con onere a carico dello Stato e parte con mutui a carico della Provincia.
La Giunta ha già approvato il progetto preliminare, delibera che deve essere ratificata dal Consiglio
nella prossima seduta.
L’acquisto del terreno (100 milioni) è previsto sul Bilancio 1997 tramite alienazioni.
La necessità dell’Istituto Fantini di avere a disposizione spazi più ampi e di qualità è
riconosciuta e all’attenzione.
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