1 luglio 2015
IV
1 luglio 2015
V
FC BARI 1908
“Il primo Bari Junior Camp - racconta Trisolini - è nato per far apprezzare il marchio. Non volevamo un risultato economico,
soprattutto il primo anno. A Bari hanno organizzato camp il Milan, l’Inter, la Juve, persino l’Arsenal, mentre il Bari non ne aveva mai
organizzato uno ufficiale. Ci dà un grande orgoglio il fatto che siamo riusciti a far divertire oltre 150 ragazzi in 2 settimane trascorse
al Campo dei fiori. Il nostro camp è stato assolutamente completo con merenda, pranzo e merenda pomeridiana, tutto organizzato
da noi. C’è stata l’integrazione della piscina e uno staff d’animazione oltre lo staff tecnico. Abbiamo inoltre aumentato il limite d’età
portandolo a 16 anni. Mi risulta che un paio ragazzini iper interessanti siano stati adocchiati per essere valutati in seguito”.
L’INTERVISTA n TRISOLINI, DA UN ANNO A CAPO DEL SETTORE
La rinascita
del Bari
passa anche
dal marketing
n MAURIZIO SPACCAVENTO
[email protected]
D
ott. Trisolini, quali sono gli aspetti positivi e quali
quelli negativi nell’occuparsi di marketing in una società in cui, con la precedente proprietà, era quasi
inesistente?
“Soprattutto dall’esterno può sembrare facile perché quando si
parte da zero, in teoria, anche se riesci a fare uno è già apprezzabile, ma soprattutto è tangibile e riconoscibile. E quindi se dovessimo misurare il successo da questo punto di vista sarebbe troppo
semplice perché prima c’era effettivamente una carenza. Il pro
quindi è che c’è tutto da guadagnare. Un altro pro è che la piazza,
sia in termini di business, sia di tifoseria, sentiva questa mancanza
per cui aveva una forte necessità. Questo si traduce, se non
sempre in contratti di sponsorizzazione e successo delle iniziative
purtroppo, in tanti contatti, tanti appuntamenti e soprattutto in
tanta gente che ti ascolta con attenzione perché andiamo a colmare una lacuna. Il contro invece è che alcune cose che noi
stiamo proponendo sono innovative al punto da non trovare in alcuni casi una platea pronta allo sfruttamento totale della potenzialità del nostro format”.
Ci può fare un esempio?
“Dal 1° luglio abbiamo deciso di
vestire per le prossime stagioni
sportive il marchio Nike, i primi in
serie B dopo il Napoli nel 1998”
“I palchi executive che abbiamo creato per le aziende sono infarciti di servizi al pari degli Sky Box di altri stadi più moderni, per renderli assolutamente esclusivi. Ma alcune potenzialità, nonostante, per fortuna, l’alta adesione delle aziende, non vengono
sfruttate fino in fondo. Lo strumento è molto innovativo, soprattutto per la piazza”.
Se al primo anno l’FC Bari 1908 non è riuscita a raggiungere l’obiettivo sul campo, è riconosciuto da tutti quanto sia
cambiato il marchio Bari nella percezione di tifosi e addetti
ai lavori. Quanto ha inciso il marketing?
“E’ stato sicuramente un lavoro di squadra perché la valorizzazione di un marchio passa sempre da tante variabili. Il presidente
Paparesta da questo punto di vista non ha sbagliato un colpo. E’
maestro in questo. Sicuramente l’impressione che stiamo dando
all’esterno è quella di essere una società più organizzata. Compito
della divisione marketing: unificare i format di vendita, creare
qualcosa che sia fortemente riconoscibile e sprattutto una fortissima attenzione ai dettagli, in questo sul lavoro sono ultra pignolo.
Ogni occasione di copresenza dei marchi con i nostri sponsor è altamente perseguita. Per esempio, brandizziamo il braccialetto
dell’ospitality con il nome dell’azienda. E’ una cosa che non fanno
in nessuno stadio italiano. Perché tutto questo dà attenzione ai
dettagli, fa crescere il valore di una comunanza di loghi con una
sponsorizzazione. Ed è solo la base, non è un punto di arrivo. Cerchiamo di dare più dinamicità e questo va ad accrescere il valore
del marchio. Insieme a questo, in parallelo abbiamo creato una
serie di iniziative che servono ad apprezzare il marchio Bari. La divisione Bari Solidale che abbiamo portato avanti con l’ufficio
stampa, serve a far vedere che non siamo intenzionati solo a lavorare sull’aspetto sportivo, ma anche sul territorio, con il territorio e
soprattutto per il territorio. Abbiamo fatto decine di iniziative sociali. E’ il termine di riguardo che ha l’FC Bari 1908 nei confronti
della socialità”.
Lo scorso anno, la prima attività di un certo impegno fu
quella di organizzare la campagna abbonamenti che godette
anche dell’entusiasmo creato alla fine della precedente stagione. Tuttavia il presidente Paparesta ha ammesso che
qualche errore c’è stato, legato all’inesperienza ed alla
fretta. Cosa ha funzionato e cosa no?
“Ha funzionato il numero. Con quasi 12mila abbonati è stato il
record della serie B. Abbiamo colmato una mancanza visto che
nella stagione precedente non c’era stata la campagna abbonamenti. Abbiamo avuto la possibilità di sbagliare, ci è stata concessa dal mercato, abbiamo riconosciuto quelli che sono stati i
nostri errori, davvero di inesperienza, ma anche per mancanza di
“In biancorosso dopo una mail al presidente Paparesta”
su 50, per lavorare nella direzione marketing. “Ho
iniziato da stagista per poi essere contrattualizzato. Da lì è partita la mia avventura nel marketing
sportivo”. Successivamente, una parentesi a Noci
per motivi familiari, durante la quale collabora con
la squadra femminile di volley di A1 di Santeramo
come direttore marketing. Un anno dopo viene richiamato dal Milan. Dopo 6 mesi i rossoneri entrano, tramite Galliani, nella proprietà dell’Olimpia
Milano di basket, insieme all’Inter, per salvare la
squadra in difficoltà. Nella riorganizzazione al
Milan spetta la direzione marketing, che viene affidata a Trisolini. Qui rimane per 3 stagioni e mezzo.
Fino a 2 anni fa. Nell’ultimo periodo prima dell’avventura nel Bari fonda con suo fratello l’agenzia di
marketing e comunicazione sportiva “Sport in progress” con sede a Noci e Milano e svolge tra l’altro
consulenze per Easy Jet e Figc divisione calcio a 5.
Poi la mail alla neonata FC Bari e il colloquio col
presidente Paparesta che gli affida il compito di
metter su un ufficio praticamente sconosciuto in
precedenza alla società di via Torrebella.
tempo e molteplicità degli impegni. Gli errori abbiamo cercato di
correggerli, ma credo che la piazza abbia capito e ci ha aiutato
perché ha notato l’attenzione nel riconoscere l’errore e nel cercare
una soluzione”.
Su cosa avete puntato per la nuova campagna abbonamenti?
“Tra le novità, in termini organizzativi, c’è una profilazione del
consumatore dell’evento gara, quindi una profilazione del tifoso
che prima mancava. Quindi abbiamo analizzato una serie di dati
statistici - chi ci segue di più, chi ci segue di meno, provincia, città,
sesso, grado di istruzione - , una serie di variabili che alla fine ci
hanno permesso, nella speranza di aver interpretato bene i segnali, di andare nella direzione che il mercato in questo momento
chiede. Per cui avremo delle innovazioni importanti, come alcuni
settori dedicati a particolari tipologie, come la famiglia”.
Direttore responsabile
Dionisio Ciccarese
IL PROFILO / IL RESPONSABILE DEL MARKETING HA 37 ANNI, È DI NOCI ED HA LAVORATO NEL MILAN E NELL’OLIMPIA BASKET
“Dopo Bari-Latina dello scorso anno, in una intervista il presidente Paparesta disse di essere in
cerca di una figura per il marketing, locale ma formata. Mandai un curriculum e ora sono qui”. A parlare è Gianluca Trisolini, da poco più di un anno resposabile marketing dell’FC Bari 1908. Nato a Noci
37 anni fa, laureato in Economia del commercio internazionale e dei mercati valutari, ha vissuto a
lungo fuori dalla Puglia. Dopo un master in marketing internazionale a Bruxelles, di cui era partner il
Milan, viene scelto dai rossoneri, insieme ad altri 2
FC BARI 1908
Dal primo “Bari Junior Camp” ufficiale
un paio di ragazzini verso le giovanili
Nel vostro primo anno si è registrata anche un’attività
nuova a queste latitudini: la vendita di prodotti come vino,
patatine ed altri alimenti con il marchio Bari. Un esperimento positivo? Continuerà?
“In realtà è una delle attività iniziate ancor prima del mio arrivo.
Chi lo gestiva per conto dell’FC Bari 1908 era una società esterna.
Senza entrare nel merito di un lavoro altrui, sono assolutamente a
favore di questo tipo di progetto, ma in alcuni casi avrei gestito diversamenti alcuni aspetti. Questa attività continuerà ma sarà portata avanti in un altro modo e non dalla stessa società che lo faceva lo scorso anno”.
Sorprende invece, nonostante le vostre numerose attività,
che non sia stato creato uno store ufficiale dell’FC Bari 1908
con i gadget che pure sono stati realizzati.
“Sarebbe più preoccupante il contrario, ovvero se non avessimo
realizzato del merchandising che non si limitasse all’abbigliamento tecnico. L’anno scorso abbiamo messo su una rete vendita
con più di 30 affiliati, tuttavia l’obiettivo di avere anche dei punti
vendita ufficiali è in programma, come ha dichiarato più volte il
presidente Paparesta e si concretizzerà certamente nel corso di
questa stagione sportiva”.
Quando si parla di marketing, non si può non parlare di merchandising e quando si parla di merchandising non si può
non parlare di maglie. Da tempo si parla del cambio di
sponsor tecnico. Arriva la Nike come si vocifera da tempo? E
quanto influisce un brand così famoso nella commercializzazione?
“Dal 1° luglio abbiamo deciso di vestire per le prossime stagioni
sportive il marchio Nike. Abbiamo avuto la possibilità di scegliere
tra diversi marchi primari di abbigliamento. Abbiamo preferito Nike
perché sono i numeri uno e perché l’apprezzamento del prodotto è
sicuramente elevato. Quindi la valorizzazione di una maglia Nike è
sicuramente una valorizzazione importante. Fermo restando che
tutti i tifosi sono legati alla maglia e ai colori del Bari. Siamo la
prima squadra di serie B a vestire Nike nella storia del calcio italiano dopo il Napoli nel 1998-1999. Un brand importante, rispondendo alla seconda parte della domanda, serve anche ad avvalorare il fatto che il marchio Bari sia un marchio importante, tanto da
suscitare l’interesse di Nike. Speriamo che la novità possa essere
bene apprezzata dal mercato. Dal punto di vista tecnico non si discute. Noi ora siamo tra i testimonial ufficiali Nike”.
Cosa bolle in pentola per il futuro prossimo?
“Stiamo cercando di consolidare ciò che abbiamo fatto, migliorando dei format come quello del supporter day che sarà rivisitato
e rivalutato con alcune sorprese. Ma soprattutto stiamo lavorando, per ora non posso aggiungere altro, sulla valorizzazione di
una sorta di club esclusivo di appartenenza alla tifoseria. Diciamo
così: ci piacerebbe avere dei brand ambassador particolari che
possano godere di una fruizione dell’evento gara e del tifo Bari in
condizioni agevolate”.
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