Blanchard, Scoprire la macroeconomia I. Quello che non si può non sapere, Il Mulino 2009
Capitolo XVI. Politica economica
Capitolo XVI.
Politica economica
Blanchard, Scoprire la macroeconomia I. Quello che non si può non sapere, Il Mulino 2009
Capitolo XVI. Politica economica
1.1. Quanto ne sanno davvero i macroeconomisti?
Nel valutare tali questioni, la banca centrale – o in generale i
responsabili della politica macroeconomica – di solito non
tirano a indovinare, ma si basano su modelli
macroeconometrici.
Le equazioni incluse in questi modelli forniscono stime del
comportamento di queste relazioni in passato. Il problema
è che modelli diversi danno risposte diverse, in quanto
sono costruiti su strutture differenti e includono equazioni
e variabili diverse.
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1.1. Quanto ne sanno davvero i macroeconomisti?
Fig. 23.3. Risposta della produzione
a un’espansione monetari: 12
previsione e 12 modelli.
Tutti i 12 modelli prevedono un
aumento temporaneo della produzione
in seguito a un’espansione monetaria.
Tuttavia la gamma di risposte riguardo
a dimensione e durata è molto ampia.
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1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento pubblico
nell’economia?
Un giusto mix di politica fiscale e monetaria può:
• aiutare un paese a uscire da una recessione
• migliorare la situazione commerciale senza surriscaldare
l’economia
• stimolare l’investimento e l’accumulazione di capitale
Tuttavia è sempre più diffusa la convinzione che le autorità
di politica economica debbano limitare il loro intervento.
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1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento
pubblico nell’economia?
La politica economica dovrebbe avere lo
scopo di:
• evitare prolungate recessioni
• rallentare le espansioni eccessive
• prevenire le pressioni inflazionistiche e
deflazionistiche
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1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento
pubblico nell’economia?
Ci sono molte ragioni per cui sarebbe desiderabile un
intervento limitato del governo nell’economia .
Le principali sono:
• l’incertezza che caratterizza gli interventi di politica
economica
• l’interazione della politica economica con le aspettative
dei mercati e dei consumatori
• la possibilità che il governo utilizzi la politica
economica in modo strategico per scopi politici
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1.3. Incertezza e limiti agli interventi di politica economica
Gli effetti della politica macroeconomica sono caratterizzati da
notevole incertezza.
Tale incertezza dovrebbe indurre a maggiore prudenza
nell’attuare misure correttive dell’economia e a usare una
politica economica meno attiva.
Nel definire politiche economiche non si dovrebbe perseguire il
cosiddetto “fine tuning”, cioè volere a tutti i costi raggiungere
un obbiettivo prefissato, come una disoccupazione costante o
una crescita stabile della produzione.
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2. Aspettative e politica economica
L’uso della macroeconomia per controllare l’economia è
fondamentalmente diverso dal controllo di una macchina
complessa.
L’economia è infatti composta da persone e da imprese che
cercano di anticipare le azioni del governo e che rispondono
alle politiche correnti, ma anche alle aspettative sulla
politica futura.
In passato, l’analisi della politica macroeconomica utilizzava
in gran parte la “teoria del controllo ottimo”.
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2. Aspettative e politica economica
La politica economica può essere considerata come un
“gioco” tra il governo e l’economia.
Invece di utilizzare la teoria del controllo ottimo, la “teoria
dei giochi” permette di analizzare la politica economica
attraverso l’interazione strategica tra i giocatori.
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2.1. Dirottamenti aerei e negoziazioni
La maggior parte dei governi ha stabilito di non negoziare
in alcun modo con i dirottatori di aerei.
Scoraggiare i dirottamenti, togliendo ogni incentivo a
dirottare un aereo.
A dirottamento avvenuto, perché non negoziare?
Annunciare di non essere disposti a negoziare, ma
negoziare in caso di dirottamento.
A prescindere dal fatto che, a dirottamento avvenuto, le
trattative di solito hanno un esito migliore, la politica più
appropriata è impegnarsi a non negoziare.
Rinunciando all’opzione di negoziare, il governo può
prevenire efficacemente i dirottamenti.
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2.2. Un riesame di inflazione e disoccupazione
La relazione tra disoccupazione e inflazione è la seguente:
   e   (u  un )
Si supponga che la banca centrale annunci che seguirà una
politica monetaria compatibile con un’inflazione nulla:
    ( u  un )
Se la banca centrale mantiene la sua promessa, sceglierà un
tasso di disoccupazione pari al suo tasso naturale.
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2.2. Un riesame di inflazione e disoccupazione
A questo punto, la banca centrale può migliorare l’esito
deviando dalla politica annunciata di inflazione nulla:
accettando un po’ di inflazione, può ridurre notevolmente la
disoccupazione.
Incoerenza temporale: incentivo a deviare dalla politica
annunciata una volta che i giocatori hanno fatto le loro mosse.
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2.3. Come diventare credibili?
Come può la banca centrale impegnarsi a non deviare da
una politica annunciata?
Un modo per stabilire la credibilità è rinunciare al proprio
potere di azione.
In alternativa:
- rendere indipendente la banca centrale
- incentivare la banca centrale ad adottare un orizzonte
temporale più lungo
- scegliere un governatore «conservatore», cioè che sia
particolarmente avverso all’inflazione
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2.3. Come diventare credibili?
Questi sono i passi compiuti da molti paesi negli ultimi due
decenni: è stata accordata più indipendenza alle banche centrali;
è stato allungato il mandato dei governatori; i governi hanno
spesso nominato governatori ritenuti più «conservatori» di
quanto non lo fossero loro stessi, cioè che si preoccupassero più
dell’inflazione che non della disoccupazione.
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2.3. Come diventare credibili?
Fig. 23.3. Inflazione e indipendenza della banca centrale.
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2.4. Incoerenza temporale e restrizioni all’intervento pubblico
nell’economia
In presenza di problemi di incoerenza temporale, porre limiti
alla politica economica – come un tasso costante di crescita
della moneta – può essere una buona soluzione.
Ma questa soluzione può avere costi elevati se impedisce del
tutto l’uso della politica macroeconomica. Soluzioni più
convenienti di solito prevedono la costituzione di istituzioni
più efficienti (come una banca centrale indipendente), che
possano attenuare il problema dell’incoerenza temporale
senza eliminare la politica monetaria come strumento di
stabilizzazione macroeconomica.
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3. Politica e politica economica
I politici evitano spesso di prendere decisioni dolorose e si
prestano agli interessi dei loro elettori; la politica di parte
blocca il processo politico, non consentendo di arrivare a
risultati concreti.
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3.1. I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori
Per attuare gli interventi macroeconomici è necessario
contemperare tra loro obiettivi di breve e di lungo periodo,
per esempio perdite di breve periodo contro guadagni di
lungo periodo o, viceversa, guadagni di breve periodo contro
perdite di lungo periodo.
Se gli elettori non sono lungimiranti, oggi una maggior crescita
può far vincere le elezioni.
Si parla di ciclo economico politico, caratterizzato da una
crescita mediamente più elevata prima delle elezioni
piuttosto che dopo le elezioni.
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3.1. I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori
Fig. 23.4. L’evoluzione del rapporto debito/Pil negli Stati Uniti dal 1900.
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3.2. I giochi tra i responsabili della politica economica
Al crescere del debito, la crescente necessità di ridurre il
disavanzo potrebbe costringere il parlamento e i governi
futuri a ridurre la spesa – cosa che altrimenti non
sarebbero stati disposti a fare.
Tuttavia, data l’impopolarità di queste manovre, solo quando
il disavanzo avrà raggiunto livelli preoccupanti e sarà
urgente provvedere al rientro, uno dei partiti rinuncerà alle
sue posizioni.
Gli studiosi di teoria dei giochi definiscono queste situazioni
guerre di attrito - la speranza che prima o poi l’avversario
finisca col cedere genera prolungati e costosi ritardi.
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3.3. Politica e restrizioni alla politica fiscale
Se il processo politico a volte porta a disavanzi fiscali cronici,
esistono regole per limitare questi effetti negativi?
Un emendamento costituzionale che introduce la condizione di
pareggio di bilancio può essere una soluzione.
Un approccio migliore prevede regole che limitino il debito regole che impongono limiti al rapporto disavanzo/Pil o
debito/Pil sono più flessibili della condizione di bilancio in
pareggio, ma potrebbero non essere abbastanza flessibili
nel caso in cui l’economia sia colpita da shock negativi.
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