TECNOLOGIA Foto ESA e Denmann - Il Satellite ENVISAT in orbita E N V I S AT IL SATELLITE EUROPEO CHE OSSERVA LA TERRA TEN. DAVIDE TORTORA della collaborazione e delle risorse congiunte di 15 Paesi membri, intende aprire nuove vie all’esplorazione dello spazio mediante l’impieIl satellite ENVISAT, che è un programma go di tecnologie avanzate europee. È stato dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) frutto messo in orbita il primo marzo del 2002 per I grandi interrogativi sullo stato di salute del nostro pianeta 35 TECNOLOGIA Particolare dell’Europa. (foto ESA) controllare lo stato di salute del nostro pianeta. Dopo un intero anno i risultati sono tanti e di grosso interesse per l’intera comunità scientifica internazionale. Tra i grandi interrogativi sullo stato di salute del nostro Pianeta, al primo posto probabilmente c’è quello relativo al processo di surriscaldamento del nostro pianeta e sulle possibili soluzione per poterlo frenare. Sembra ormai accertato, secondo i 2.500 esperti del Comitato delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico, che il surriscaldamento del nostro pianeta è da ascriversi all’azione dell’uomo. Responsabile: l’effetto serra, provocato dal cumulo di gas che intrappolano il calore nell’atmosfera. La sfida per la riduzione dell’emissione di questi gas si basa su tre linee principali. La prima, il consenso unanime dei governi sugli obiettivi; la seconda, il riscontro del loro raggiungimento da parte degli scienziati; la terza, la necessità di comprensione, da parte di tutti, dell’interazione atmosfera-oceani-biosfera, per poter efficacemente combattere contro il fenomeno del surriscaldamento nel pianeta. Qual’è il danno attuale allo strato di ozono? In una fascia situata tra i 25 ed i 35 km al di sopra della nostra testa, uno strato di gas, l’ozono, permea l’atmosfera. Grazie ad esso la nostra pelle è protetta dalle potenti radiazioni ultraviolette, causa di ustioni e melanomi. Ma l’ozono è aggredito nella sua efficace funzione protettiva da molti agenti chimici inquinanti, tra cui i cloro-fluoro-carburi che, inviati dall’uomo, vi producono un buco. È degli anni ’80 la prima scoperta di una vasta apertura sull’Atlantico, mentre negli anni ’90, sull’Artico, si è registrata una riduzione. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, lo strato dell’ozono è attualmente nella fase più vulnerabile. Anche senza ulteriori azioni nocive, occorrerebbero almeno 50 anni per riportarlo all’origine. Ecco perché occorre seguire il fenomeno attentamente. Particolare di una macchia di petrolio. (foto ESA) 36 TECNOLOGIA Foce del Rio delle Amazzoni. (foto ESA) Tutti, chi più chi meno, hanno sentito parlare di un devastante fenomeno climatico chiamato El Niño; da cosa è provocato? El Niño è un fenomeno a ricorrenza quadriennale di eccessivo innalzamento della temperatura e del livello della superficie marina nell’Oceano Pacifico. L’enorme spostamento da ovest verso est di masse d’acqua calda determina piogge di 10-40 volte superiori alla media in America del sud, con effetti persino sull’Africa. Malgrado si sia imparato a riconoscerne in anticipo i segnali, gli scienziati non ne comprendono la causa. Essi contano, attraverso una migliore comprensione dell’interazione su scala mondiale tra superficie oceanica e atmosfera, di giungere presto a delle conclusioni. Un altro importante quesito riguardante la terra è quello relativo allo stato di salute delle foreste. Le foreste sono i polmoni del nostro Pianeta in quanto convertono il biossido di carbonio ed i gas dell’effetto serra in ossigeno respirabile. Su un totale di 6 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio immesso dall’uomo nell’atmosfera, la metà viene assorbita dalle foreste e dal fitoplancton. Nel decennio 1980-1990 la copertura forestale globale si è ridotta del 2%, mentre la diminuzione della foresta tropicale oscilla intorno all’8%. Se si considerano che le foreste ospitano oltre 13 milioni di specie, si comprende la necessità di un’esatta mappatura dei cambiamenti in generale, e delle zone più a rischio in particolare, per consentire ai governi un’azione protettiva. L’innalzamento del livello del mare è un tema sempre più di attualità, perché? Tra cento anni alcuni Paesi potrebbero scomparire. Secondo le stime del Comitato delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico, almeno 50 di essi sono sotto la minaccia di un innalzamento del livello del mare di 50 cm, prevista per il 2100. Di fatto l’effetto serra ha già elevato il limite delle acque alte, per meccanismi tuttora sconosciuti. Pertanto, è fon- La prima immagine MERIS dell’Italia. (foto ESA) 37 TECNOLOGIA damentale tenere il fenomeno sotto controllo su scala mondiale, analizzandone in dettaglio gli aspetti per tentare di identificarne le cause e mettere in atto misure per il suo contenimento. Quali sono gli effetti dell’inquinamento atmosferico? Uno spesso velo atmosferico è visibile dallo spazio: esso va dalla parte orientale degli Stati Uniti all’Europa. Ci sono, comunque, altre regioni del mondo che immettono nell’atmosfera agenti chimici e polveri. Infatti, secondo l’UNEP l’inquinamento atmosferico e le piogge acide sono un problema su scala mondiale. Inoltre, il Programma Europeo di Azione Ambientale ci ricorda come due terzi del patrimonio arboreo europeo mostri sofferenze da inquinamento atmosferico. Un’altra conseguenza sono le malattie asmatiche, in preoccupante crescita nei Paesi industrializzati. Sono sempre più indispensabili dossier scientifici informativi per un’attenta analisi dell’inquinamento e dei suoi effetti, se si vuole salvaguardare il futuro dei nostri figli. Non solo negli alti consessi scientifici, ma anche nelle chiacchiere quotidiane di ognuno di noi, ricorre frequentemente il quesito se le catastrofi naturali sono più frequenti oggi di un tempo. Innumerevoli catastrofi naturali hanno colpito migliaia di persone negli ultimi anni in Europa. Inondazioni, tempeste, smottamenti del terreno, valanghe, vengono attribuite al surriscaldamento del Pianeta ed ai cambiamenti climatici in generale. Questi ultimi, però, sono un fenomeno molto complesso: è difficile stabilire se l’incidenza delle catastrofi sia maggiore oggi che in passato. Una migliore conoscenza ed informazione possono concorrere a stabilire le cause. Inoltre, attraverso un costante esame dei rischi, si possono prevedere le catastrofi e ridurne gli effetti quando esse si verificano. Le possibili risposte dallo spazio Il satellite ENVISAT ha a bordo vari strumenti utili allo studio del surriscaldamento globale. Grazie a questi strumenti si possono ottenere carte tridimensionali dei gas responsabili dell’effetto serra nell’atmosfera, quali il L’uragano Elida visto dal sensore MERIS. (foto ESA) 38 TECNOLOGIA metano ed il monossido di carbonio. È possibile rilevare accuratamente le temperature della superficie del mare o fotografare il “colore” dell’oceano in varie lunghezze d’onda; esso fornisce informazioni essenziali sul surriscaldamento del pianeta attraverso mappe del fitoplancton. È proprio quest’ultimo il responsabile di metà dell’assorbimento totale dell’anidride carbonica da parte della biosfera. Mappe tridimensionali dei livelli di ozono in atmosfera nonché previsioni accurate circa l’evoluzione del fenomeno, sono ottenibili in tempo quasi reale grazie ai dati atmosferici degli strumenti GOMOS, MIPAS e SCIAMACHY a bordo di ENVISAT. Agli scienziati è così offerta la possibilità di analizzare a fondo le reazioni chimiche che influenzano l’ozono pervenendo ad una migliore comprensione dei modi e dei tempi in cui lo strato di ozono sarà in grado di rigenerarsi. La strumentazione a bordo di ENVISAT è particolarmente adatta ad individuare e cartografare l’ampio rigonfiamento, che talvolta raggiunge i 50 cm di altezza, creato nell’oceano Pacifico chiamato “El Niño”. Questo è rilevabile dal radar altimetro con una accuratezza di 5 cm, mentre la temperatura del mare con i sui Dati dello strato di ozono. vari cambiamenti può essere rilevata con una precisione di 0,3°C. Queste capacità uniche permettono di riconoscere i primi segni della formazione del fenomeno. Il satellite europeo può darci, inoltre, indicazioni sui cambiamenti nella copertura forestale di zone a rischio permettendo anche la realizzazione di carte su scala mondiale. Le carte di uso del suolo ottenute dalla combinazione di dati consentono di distinguere chiaramente fra copertura forestale, aree deforestate e terreno agricolo. L’impiego possibile di osservazioni simultanee di tipo ottico e radar è un elemento del tutto innovativo. Di estrema attualità, inoltre, è il problema dell’innalzamento del livello del mare. L’esplorazione degli oceani finalizzata alla loro accurata misurazione dell’altezza ed il favorimento della creazione di carte topografiche delle calotte polari risulta di grande rilevanza scientifica. Grazie, infine, alle immagini radar si può contribuire alla gestione delle catastrofi mediante rilevamenti diurni e notturni, indipendenti dalle condizioni meteorologiche, che tengono sotto osservaPorzione della costa africana. (foto ESA) 39 TECNOLOGIA zione inondazioni o frane a poche ore dall’evento e in luoghi di difficile accesso. L’apporto di ENVISAT è un elemento fondamentale tra L’Agenzia Spaziale Europea, il CNES francese e l’Agenzia Spaziale Canadese per la “carta sullo spazio e le catastrofi”, che può consentire alle squadre di soccorso nel mondo di utilizzare tempestivamente i dati satellitari. Cosa possono fare gli strumenti a bordo di ENVISAT La terra in millimetri. Il Radar Avanzato ad Apertura Sintetica (ASAR) a bordo di ENVISAT può cartografare la superficie terrestre con un’accuratezza fino a poche decine di metri in un unico passaggio. Combinando le immagini da due orbite, mediante una tecnica denomi- nata interferometria, è possibile individuare l’abbassamento di una strada cittadina, i rigonfiamenti di una pendice vulcanica, o i cedimenti di un ghiacciaio, anche se il movimento è di alcuni centimetri. Ma è addirittura possibile una maggiore precisione: riconoscendo le stesse rocce o edifici in più immagini, l’interferometria può misurare movimenti millimetrici da un’altezza di 800 km. Esperimenti a Londra, Roma e Parigi hanno provato che movimenti del suolo di 1 mm/anno possono essere chiaramente osservati dal radar. Questi dati, disponibili immediatamente, saranno di grande utilità per la Protezione Civile, geologi e ingegneri civili. La vera forma della terra. Dalla sua posizione privilegiata ENVISAT può leggere il fondo del mare. Anche se non è in grado di penetrare in profondità il mare, la morfologia dei fondali oceanici può essere cartografata. Il radar altimetro, infatti, misura la distanza tra il satellite e la superficie dell’acqua e della terra. Posizione e velocità del satellite sono controllate lungo l’orbita con una precisione di centimetri. La gravità implica che in assenza di venti, onde e correnti, la superficie dell’oceano rifletta le montagne e le depressioni del fondo oceanico sottostante. Combinando, quindi, i dati altimetrici e quelli di posizione è possibile ricavare un profilo globale del fondo oceanico. Simile tecniche sono applicabili ai ghiacciai polari ed alla topografia terrestre. Con queste nuove metodologie è possibile realizzare in soli 35 giorni un’immagine della forma terrestre più accurata di quella ottenuta in secoli di sondaggi in profondità, misure altimetriche e cartografia di precisione. L’oceano vivente. I mari vivono di minuscoli organismi monocellulari chiamati fitoplancton. Queste creature microscopiche costituiscono la parte principale della biomassa oceanica, ed hanno un effetto sul clima del nostro pianeta maggiore di ogni altro essere vivente, incluse anche tutte le foreste del mondo. Occorre un microscopio per vedere un singolo fitoplancton. Dallo spazio è possibile vedere simultaneamente miliardi di questi organismi. Le fioriture di alghe, alcune delle quali sono velenose (maree rosse), si verificano quando acque ricche di nutrienti a determinate tempeParticolare del Mediterraneo orientale. (foto ESA) 40 TECNOLOGIA Particolare della costa dell’Africa occidentale. (foto ESA) rature si combinano e danno luogo ad un’esplosione di fitoplancton. ENVISAT ha a bordo uno strumento concepito per osservare il colore degli oceani. Esso è in grado di distinguere le variazioni di colore dal blu-verde al rosso-ruggine al giallo legate alla crescita delle alghe. Se si pensa che la fioritura di alghe può essere dovuta ad inquinamento o al cambiamento locale del clima oceanico, si comprende il valore strategico del loro continuo controllo e monitoraggio. Il più grande fiume del mondo. C’è un fiume silenzioso, trenta volte più grande di tutti i fiumi della terra messi insieme, che scorre negli oceani. È determinato da un sistema di correnti e regola il clima: senza di esso l’Inghilterra o Parigi sarebbero fredde o ghiacciate come la baia di Hudson o le Spitzbergen. La corrente del Golfo è solo la componente principale di una circolazione globale che unisce l’Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico, impiegando centinaia di anni per completare il circuito. Con opportuni sensori è possibile vedere questo fiume invisibile attraverso il rilevamento dei cambiamenti nella temperatura superficiale e nella velocità dell’oceano, consentendo di studiare e comprendere meglio questi fenomeni che influenzano tempo e clima. Gli incendi. Un’altra immensa catastrofe che può colpirci è quella relativa agli incendi. Ampia eco è derivata dai giganteschi incendi che hanno colpito l’Asia sudorientale nel 1997/98 e provocato spesse coltri di fumo sulla regione. Ma molte più foreste bruciano ogni giorno nel mondo immettendo nell’atmosfera diossido di azoto, cenere fine e un’ampia varietà di prodotti chimici. I fuochi, alcuni naturali, altri causati dall’uomo, devastano ampi tratti di foresta, talvolta in zone remote, raramente frequentate da gente che potrebbe dare l’allarme. Dal satellite, con uno specifico strumento, è possibile individuare i focolai di un incendio grazie alla possibilità di individuare l’emissione infrarossa rivelatrice delle fiamme e controllare gli effetti Particolare della costa dell’Africa occidentale. (foto ESA) 41 TECNOLOGIA una traccia rivelatrice individuata dal cosiddetto Radar Avanzato ad Apertura Sintetica (ASAR). L’interazione fra onde profonde e correnti di superficie determina un’increspatura della superficie, invisibile all’occhio umano, ma non alle onde radio di ASAR. I tipi di sensori Lo stretto di Gibilterra visto dal sensore MERIS. (foto ESA) della particelle di fumo sospese negli strati più alti dell’atmosfera. Con questo sistema sarà possibile allertare in tempo squadre antincendio mediante una catena che potenzialmente può essere strutturata su scala mondiale. Le onde dentro l’oceano. Sotto la superficie turbolenta dell’oceano non ci sono profondità calme, ma correnti con altezze fino a 50 metri e lunghezza d’onda da alcune centinaia di metri a decine di chilometri. Queste onde interne si presentano al confine fra strati di acqua con differenti proprietà e possono essere molto violente, impedendo il funzionamento delle piattaforme di perforazione o disturbando le comunicazioni sottomarine. Pur essendo difficili da vedere, esse lasciano in superficie 42 ENVISAT, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che osserva la Terra, rappresenta la strumentazione più complessa e sofisticata mai realizzata nell’osservazione del nostro Pianeta e nel controllo del suo stato di salute. I dati forniti giornalmente dai sensori a bordo sono sufficienti a riempire gli hard-disks di 500 computers. Il satellite, dalle dimensioni di un camion, trasporta 10 strumenti ed è alimentato da 70 m2 di pannelli solari in grado di generare 6 kw di elettricità. La possibilità, quindi, di poter integrare dati di diverse fonti in prodotti altamente sofisticati, garantisce una visione del mondo senza precedenti. La lunga vita di ENVISAT assieme alla compatibilità dei suoi dati con quelli di ERS1 ed ERS2, sempre satelliti dell’ESA, permetterà agli scienziati di ottenere immagini a più dimensioni dell’evoluzione di complessi fenomeni ambientali riprese in un intervallo temporale di oltre dieci anni. Gli strumenti, quindi, che si trovano a bordo di ENVISAT sono: • ASAR (Radar Avanzato ad Apertura Sintetica). Utilizza un impulso radar per la mappatura della superficie terrestre sottostante. È in grado di mappare la superficie terrestre, di ricostruire il profilo delle onde e dei ghiacci, di cartografare l’uso del suolo e la copertura vegetale e misurare alcune delle proprietà della superficie. • MERIS (Spettrometro ad Immagine a Media Risoluzione). Acquisisce immagini della superficie nuvolosa diurna catturando la lunghezza d’onda del visibile e di una parte dell’infrarosso dello spettro elettromagnetico. È in grado di determinare l’esatto “colore” del mare aperto e delle acque costiere, indicando l’attività biologica. Osserva le nuvole ed individua il vapore acqueo invisibile nell’atmosfera, nonché identifica il vario stadio di crescita delle TECNOLOGIA La Sicilia vista dal sensore MERIS. (foto ESA) medio, mappando i profili di una serie di gas traccianti diversi. È in grado di mappare piante ed i livelli di clorofilla permettendo gli inquinanti atmosferici ed i gas responsauna stima della biomassa vegetale. bili dell’effetto serra arricchendo la chimica • RA-2 e MWR (Radar Altimetro 2 e Radioatmosferica di nuove importanti conoscenmetro a Micro-Onde). Misura l’altezza del ze. satellite sulla superficie terrestre con una precisione di 4,5 cm. In combinazione con i • AATSR (Radiometro Avanzato a Scansione Lungo la Traccia). Osserva la superficie terdati orbitali di precisione del DORIS, fornirestre ed oceanica in diverse frequenze del sce un profilo della superficie marina o dei visibile e dell’infrarosso per misurarne la ghiacci sottostanti. Il MWR misura la quantemperatura di superficie con un’accuratezza tità di vapore acqueo e permette di corregdi 0,3 °C. Individua i punti caldi negli gere il segnale del RA-2 ottenendo un’accuincendi forestali, mappa l’estensione della ratezza maggiore. vegetazione. • GOMOS (Monitoraggio dell’Ozono tramite Occultamento delle Stelle). Segue la • DORIS e Laser Retro-Riflettore (Orbitografia e Radio-posizionamento Doppler Intetraiettoria delle stelle e osserva il loro spettro grati) Insieme al Radar Altimetro produce luminoso attraverso l’atmosfera terrestre. È carte della superficie oceanica e permette di in gradi di ricostruire i profili verticali di estrarre mappe gravitazionali del fondo delvapore acqueo dell’ozono in porzioni di l’oceano e di elevazione del terreno. Il rifletatmosfera dello spessore compreso tra i 20tore laser permette la rilevazione al suolo 100 km. della distanza del satellite per la calibrazione • MIPAS (Interferometro Michelson per lo del DORIS e del RA-2. Scandaglio Atmosferico Passivo). Osserva • SCIAMACHY (Spettrometro ad Assorbil’atmosfera nello spettro dell’infrarosso 43 TECNOLOGIA mento per Scansione d’Immagine per la Chimica Atmosferica). Cartografa l’atmosfera in un ampio spettro di lunghezze d’onda. Permette di individuare gas traccianti, ozono e gas correlati, nuvole e pulviscolo nell’atmosfera. Fornisce la quantità totale dei gas e dei loro profili atmosferici. Consente lo studio della chimica atmosferica, degli incendi forestali, dell’inquinamento industriale, delle foschie artiche, delle tempeste di sabbia e delle eruzioni vulcaniche. Conclusioni ENVISAT, il satellite di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il più grande mai lanciato sinora, misurerà continuamente la distribuzione in quota di una enorme quantità di parametri geofisici come la pressione, la temperatura, l’altezza e la densità delle nuvole, la concentrazione dell’ozono, del metano e di tantissimi altri gas responsabili dell’effetto serra e di tanti altri parametri. Grazie alla sua nuova e sofisticata strumentazione, Envisat rappresenta un supporto fondamentale alle attività di telerilevamento e per la comprensione dei fenomeni naturali che influenzano e che mutano quotidianamente la mappa del sistema terrestre. Il nuovo satellite offrirà una copertura totale della Terra, immagini ancora più attendibili ed ad un’alta risoluzione e potrà essere operativo in qualsiasi stagione. Questo gigantesco occhio posto al di sopra di noi è stato ideato per conoscere meglio il pianeta su cui viviamo e per aiutarci a prevenire catastrofi naturali di dimensioni spesso irreparabili. Per dare una completa panoramica del programma europeo per l’osservazione della Terra, bisogna parlare dei possibili utilizzatori. Come in ogni campo, avere una massa incredibile di dati e non sapere, ad esempio, quali possano essere i possibili utenti oppure gli addetti al processamento dei dati rilevati, non serve proprio a nulla. Di seguito, quindi, si riportano solo alcuni esempi di potenziali utilizzatori con l’unico intento di offrire una breve panoramica circa le possibili istituzioni interessate. Per esempio, un guardacoste che ricevesse tempestivamente le immagini, già processate ed elaborate, di una zona colpita da una chiazza di nafta 44 lasciata in mare da una nave che ha illegalmente e nottetempo lavato i serbatoi, avrebbe la possibilità di identificare, con l’invio di un velivolo nell’area interessata, armatore e comandante della nave, responsabili del misfatto. Per i meteorologi i dati ricevuti potrebbero permettergli di realizzare nuovi e accurati programmi di calcolo della quantità di ozono nell’atmosfera. Ad un climatologo sarebbe permesso di studiare l’interazione tra nuvole, precipitazioni e superficie oceanica con un dettaglio senza precedenti; prima si poteva ricorrere a letture ricavate localmente da navi o da boe, ora è possibile controllare interi oceani. La Protezione Civile, poi, è sicuramente un grande utilizzatore per la prevenzione o gestione di eventi catastrofici. Tutto, però, si gioca con la velocità di invio, analisi e ricezione di dati processati che possano permettere, ad esempio, di fronteggiare grandi alluvioni e la loro estensione oppure identificare un’area urbana dove il terreno negli ultimi anni si è abbassato; così da permettere un controllo accurato sulla solidità strutturale degli edifici più vecchi al fine di proteggerli da cedimenti improvvisi e disastrosi. I miliardi di bit di dati catturati e spediti a terra da ENVISAT danno del nostro Pianeta immagini dettagliate senza precedenti. Questi dati, elaborati e trasformati in vari prodotti, sono distribuiti a migliaia di scienziati e tecnici, impiegati statali e funzionari, industriali ed economisti. Molti sono ricercatori di fama mondiale che cercano di svelare i segreti dei nostri oceani, dell’atmosfera e della biosfera. Alcuni sono Enti pubblici o Società preposte alla circolazione giornaliera di informazioni per lavoro e tempo libero. Autorità regionali ed Agenzie Internazionali si attivano per combattere ovunque le calamità naturali. I meteorologi generano più accurate previsioni del tempo per l’agricoltura o per gli affari, per l’aviazione o per il tempo libero. I politici possono aggiornarsi per problemi complessi quali l’inquinamento costiero o l’emissione di gas in atmosfera, regolati da trattati internazionali. Infine, grazie allo strumento internet, in un prossimo futuro, sarà possibile seguire il fenomeno detto El Niño, incendi forestali o movimenti dei ghiacci direttamente sul proprio computer.