Ecco tutti i segreti della finanza di base da spiegare ai figli

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IL CAFFÈ
5 ottobre 2014
ilcaffètravirgolette 43
L’istruzione. Gli studenti svizzeri svettano sempre
nei test Pisa, ma ignorano l’abc dell’economia.
E la scuola media introduce lezioni legate all’attualità
I PRIMI 12 NEI TEST PISA
CALCOLO FINANZIARIO
(la Svizzera non ha partecipato)
Italia
Slovacchia
Israele
Spagna
Slovenia
Francia
Stati Uniti
Polonia
Rep. Ceca
N. Zelanda
529 526 520 513 510
492 486 485 484 476 470 466
Australia
Australia
Austria
Germania
Belgio
Polonia
Canada
Finlandia
Estonia
Olanda
Svizzera
Giappone
Corea
554 536 531 523
521 519 518 518 515 514 506 504
Estonia
MATEMATICA
Fonte: Oecd
La matematica
dei teenager
a colpi di spread
A
Francesco Vanetta
Nozioni economiche
un po’ trascurate, ma
dal 2015 puntiamo
su nuove competenze
e problemi complessi
Sergio Rossi
L’alfabetizzazione
economico finanziaria
è necessaria, prima
si inizia coi più
giovani e meglio è
lla riapertura delle scuole, gli
studenti delle medie del Regno
Unito si sono ritrovati una materia in più, inclusa per la prima volta nei programmi ufficiali delle lezioni: la matematica
finanziaria. Evidentemente imparare a leggere, scrivere e fare di
conto non basta più in un mondo dove tassi ipotecari, interessi e
spread dominano la scena. E forse bisogna invertire la rotta anche
in Svizzera, una delle piazze finanziarie più importanti del pianeta e dove l’attività bancaria è tra i core business principali. Eppure gli studenti elvetici, nell’ultimo test Pisa (Program for International Students Assessment), che valuta le competenze matematiche, scientifiche e di lettura dei ragazzi nei Paesi dell’Ocse, con
la media di 531 punti raggiunta dai 15enni si erano collocati al di
sopra dei 501 della media Osce. Le performances matematiche
dei teenagers rossocrociati avevano conquistato il terzo gradino
del podio, alle spalle solo dei coetanei coreani e giapponesi. Osservando la speciale tabella dedicata alle prove di calcolo finanziario,
però, la Svizzera non appare. “Era un test opzionale e i nostri ragazzi non hanno partecipato - dice il responsabile Ufficio dell’insegnamento medio del dipartimento Educazione , Francesco Vanetta
-. È vero che nonostante i nostri studenti da tempo figurino al top
nei punteggi Pisa per la matematica, l’economia in senso lato sia
materia un po’ trascurata. Nel nuovo piano di studi della scuola
dell’obbligo, che anche se non a livello generalizzato partirà nel
settembre 2015, penso che se ne sia colta l’esigenza. Infatti è prevista una formazione generale di competenze trasversali, incluso
sviluppo sostenibile e aspetti economici: l’obiettivo prioritario
punta a competenze che permettano agli studenti di
affrontare situazioni complesse e risolverle, e anche
in matematica si introdurranno situazioni pratiche,
concrete e attuali”.
Eppure sono in molti, tra pedagogisti e docenti, a
chiedersi perchè dovremmo parlare di soldi, di economia finanziaria ai ragazzini. Meglio lasciarli giocare e
divertirsi finchè possono; avranno tutta la vita per affrontare argomenti così seri. Non la pensa affatto così
Sergio Rossi, docente di economia monetaria all’università di Friburgo, che da tempo sostiene la necessità
di una vera e propria ‘alfabetizzazione’ economico-finanziaria: “E tanto meglio se si parte con i più giovani
- precisa Rossi che ha curato un numero speciale dell'International Journal of Pluralism and Economics
Education dedicato proprio all’insegnamento dell’economia almeno
nelle scuole superiori -. Il tema mi sta particolarmente a cuore, perché penso permanga una sorta di incomprensibile pudore nel toccare il tasto dei soldi, del denaro con i bambini. E a scuola non vengono
affrontati argomenti economici con gli studenti più giovani, forse
per paura di influenzarne l’orientamento politico-economico. E i risultati si vedono e sono pessimi”.
Parere non del tutto condiviso, ma per motivi “tecnici”, dall’ispettore scolastico Michele Tamagni , organizzatore del Rallye
Matematico in Ticino: “Che i ragazzi abbiano delle nozioni circa il
calcolo degli interessi, rateo e su altri problemi sono d’accordo, ma
escludo sia possibile fin dal ciclo elementare - osserva Tamagni ricordando, tra l’altro, che spesso il fenomeno dell’indebitamento giovanile è figlio di una scarsissima conoscenza economica -. Nessun motivo ‘ideologico’ lo
sconsiglia, ma solo il fatto che i bambini delle elementari non hanno le competenze matematiche per affrontare argomenti di questo livello. Con gli studenti
delle medie, invece, vale veramente la pena di iniziare a parlarne”.
e.r.b.
L’iniziativa
Ecco tutti i segreti
della finanza di base
da spiegare ai figli
A
differenza degli studenti elvetici i coetanei italiani si sono cimentati nell’ultimo test
Pisa di calcolo finanziario, ma i risultati sono stati disastrosi. Su dodici Paesi partecipanti, infatti, capeggiati dall’Estonia che ha accumulato 529 punti, i ragazzi italiani
sono finiti all’ultimo posto con 466.
Nel Belpaese, visti anche i magri risultati nei test matematici tout
court, inferiori alla media Ocse, si è
subito aperto un dibattito, constatando che “il 63 per cento degli italiani conosce il meccanismo inflattivo - conferma uno studio del consorzio di banche Patti Chiari -, ma
solo il 33 per cento sa calcolare in
modo corretto gli interessi maturati
in un anno”. E che nonostante siano
migliaia i ragazzi che ogni anno
partecipano ai giochi matematici
organizzati dall’Accademia della
matematica, rivelandosi maghi
della teoria, ma decisamente a digiuno di matematica applicata alla
vita quotidiana.
Non deve sorprendere, quindi,
se il quotidiano economico “Sole 24
ore” ha trasformato in un libro tutti
“segreti dell’economia spiegati ai
vostri figli” dispensati settimanalmente nell’edizione domenicale. Il
libro, “Junior 24”, in vendita a soli
0,50 euro oltre al prezzo del quotidiano, è andato letteralmente a ruba. Successo che sarà probabilmente bissato da “Sole Junior, l’economia spiegata ai ragazzi”, un e-book
che vuole avvicinare i lettori più
giovani (ma anche gli adulti) al
mondo della finanza e dei mercati.
Linguaggi semplici ed esempi didascalici, uno strumento prezioso per
smontare come un gioco il motore
dell’economia, capirne il funzionamento e diventare, possibilmente ,
cittadini del terzo millennio più attenti e consapevoli.
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