Citomegalovirus • NOME: Citomegalovirus • PATOLOGIA PROVOCATA • GENERE:Cytomegalovirus • DECORSO CLINICO DELLA MALATTIA • SOTTOFAMIGLIA: HERPESVIRUS UMANO • TERAPIA • DIMENSIONI: 25-35 MICRON • DIAGNOSI • SIMMETRIA: ICOSAEDRICA • EPIDEMIOLOGIA • NON VI E’ LA PRESENZA DI SPECIFICI ANTIGENI VIRALI • PROFILASSI Patologia provocata e decorso clinico della malattia Il citomegalovirus è un virus che provoca un’ infezione talvolta asintomatica, con localizzazione del virus nelle ghiandole salivari, oppure la morte del feto qualora colpisca una donna gravida. Nei bambini sopravvissuti il virus può provocare gravi lesioni delle SNC(microcefalia e ritardo mentale), del fegato, dei reni, del pancreas e dei polmoni. L’infezione quando viene contratta dopo la nascita decorre generalmente in forma inapparente o con sintomatologia simile alla mononucleosi infettiva o all’epatite con ittero. L’infezione attiva può permanere a lungo( anche per anni) con l’eliminazione del virus attraverso la saliva e le urine. Terapia La terapia specifica si avvale degli antivirali ganciclovir e foscarnet indicati nei pazienti immunocompromessi (AIDS, soggetti a trapianto). Nei pazienti immunocompetenti, anche se sintomatici, non è abitualmente necessario alcun trattamento.Nelle donne gravide sieronegative bisogna somministrare post-esposizione di immunoglo-buline anti-citomegalovirus. Nei pazienti immunodepressi con malattia è proposta la somministrazione di ganciclovir (mielotossico) e immunoglobuline anti-citomegalovirus. Nei pazienti con AIDS è indicato anche il foscarnet, per il suo effetto antiretrovirale. Un possibile farmaco di seconda scelta è il cidofovir (nefrotossico). Diagnosi Il test piu affidabile per identificare il citomegalovirus è l’esame colturale. Nei tessuti bioptici la presenza del virus può essere rilevata con l’immunofluorescenza o con l’ibridazione in situ del DNA virale o la reazione a catena della polimerasi. Epidemiologia Il citomegalovirus è diffuso in tutto il mondo e in tutti gli strati sociali della popolazione, ma in generale ha una diffusione maggiore nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree caratterizzate da scarse condizioni socio-economiche. Si calcola che la percentuale della popolazione mondiale entrata in contatto con il citomegalovirus si collochi fra il 60 e il 90 %. Le persone che per lavoro (operatori in scuole materne e nidi) o legami familiari sono a stretto contatto con i bambini, soprattutto se di età inferiore ai tre anni, sono a maggior rischio di infezione. Si stima, infatti, che nel 10-40% dei casi i bambini piccoli abbiano il citomegalovirus nelle urine e nella saliva. Profilassi Sebbene il citomegalovirus sia presente ovunque e la sua riattivazione sia consueta, la donna gravida, non immunizzata può avere la possibilità di limitare la sua esposizione al virus. Per esempio, poiché l'infezione da citomegalovirus è comune nei bambini che frequentano gli asili, le donne in gravidanza devono sempre lavarsi le mani a fondo dopo l'esposizione all'urina e all'espettorato di tali bambini. Una malattia perinatale da citomegalovirus dovuta a trasfusione può essere evitata mediante la somministrazione ai bambini pretermine sieronegativi di prodotti ricavati da donatori citomegalovirus sieronegativi o prodotti che sono stati trattati e resi non infettivi. È in via di ricerca lo sviluppo di un vaccino contro il citomegalovirus. Non è a disposizione nessuna terapia specifica per le infezioni congenite o perinatali da citomegalovirus. È stato dimostrato che il ganciclovir riduce la diffusione virale nei bambini con infezione congenita da citomegalovirus. Tuttavia, quando si interrompe la terapia, il virus si diffonde nuovamente. Perciò è ancora incerto il suo ruolo nella terapia dei bambini con infezioni congenite da citomegalovirus.