prodotti/diversità incollare diversità a2 L’uomo è stato da sempre colpito dalla diversità delle forme viventi e dagli adattamenti quasi perfetti degli organismi ai diversi ambienti, cercando di riconoscere un ordine nella natura classificando gli organismi sulla base delle loro caratteristiche apparenti. L’esperienza mostrava che le specie rimanevano sempre uguali a se stesse, generazione dopo generazione, e il racconto biblico “spiegava” tale fatto con una creazione divina indipendente. Tutte le specie erano state create simultaneamente e in tempi relativamente recenti. La diversità tra gli individui era attribuita all’azione dell’ambiente, ovvero al fatto che l’imperfezione della materia e le necessità fisiologiche introducevano delle variazioni nella forma ideale. il codice e la diversità a 1 2 3 4 5 La terra vista dal satellite 1. Charles Darwin a1 istruzioni 2. Il brigantino H.M.S Beagle 5. Crostaceo Isopode Serolide Tutti gli esseri viventi sono costruiti e funzionano secondo un “programma”, una sequenza di istruzioni che determinano la struttura e le funzioni delle cellule. Al giorno d’oggi, nell’era dei computer, parlare di “programma” o di “informazione” aiuta a comprendere che una semplice sequenza di bit, di 1 e 0 nella memoria di un calcolatore, può realizzare operazioni molto complicate. 3. Scheletro di Milodonte 4. Nandu di Darwin 6. Molluschi e Madrepore Nel 1859 Charles Darwin propone un’ipotesi del tutto diversa. Le differenze tra gli individui appartenenti a una determinata specie non sono un accidente dei processi di sviluppo, ma la condizione normale. Tale diversità implica che alcuni organismi avranno un vantaggio riproduttivo, e potranno quindi trasmettere alla loro discendenza le caratteristiche favorevoli Ma il codice biologico è qualcosa di diverso, e di ancor più complicato. Non solo è in grado di istruire operazioni molto complesse, ma è in grado di fornire l’informazione per la realizzazione di un nuovo organismo La presenza di caratteristiche variabili, trasmissibili da una generazione all’altra, era stata riconosciuta già nel momento in cui l’uomo aveva cominciato a addomesticare piante e animali, sviluppando le prime tecniche agricole e di allevamento. Già più 7000 anni fa gli agricoltori dell’America centrale incrociavano fra loro piante diverse di mais per migliorarne le caratteristiche. In pratica i primi agricoltori sfruttarono la naturale variabilità degli organismi viventi, sviluppando varietà domestiche attraverso incroci selettivi che miravano a eliminare proprietà non interessanti o dannose e a mantenere o migliorare quelle utili. Il codice è scritto nel DNA ed è costituito da quattro “lettere”, le basi (basi nucleotidiche), che convenzionalmente si indicano con A, G, C, T. Le istruzioni contenute in questo codice sono interpretate nello stesso modo in tutti gli esseri viventi: il codice è universale L’unicità del “codice dei viventi” è un ulteriore conferma che tutti gli organismi discendono da un progenitore comune, una delle ipotesi avanzate da Charles Darwin già nel 1859. Questo processo in cui l’uomo è l’artefice della selezione, fu attentamente studiato da Darwin, il quale per spiegare la selezione naturale utilizzò l’analogia della selezione artificiale. La selezione naturale manca ovviamente del carattere intenzionale della scelta, non agisce in base a un fine o a un disegno prestabilito. Darwin formulò le sue teorie dopo aver raccolto sistematicamente moltissime informazioni su fossili e sugli organismi viventi, nel suo lungo viaggio come naturalista a bordo del brigantino HMS Beagle. L’elaborazione di tutti questi dati e di altri acquisiti successivamente in Inghilterra, lo portarono a formulare, dopo alcuni anni, la teoria evolutiva dell’origine delle specie. A1 incollare 6 a3 l’idea di Mendel Il problema che Darwin non era in grado di risolvere era l’origine delle variazioni, e soprattutto come queste potevano trasmettersi da una generazione all’altra I principi che sono alla base dell’ereditarietà sono stati stabiliti dal monaco Gregor Mendel, anche se sono stati riconosciuti dalla comunità scientifica solamente agli inizi del 1900. Incrociando con grande cura tra loro diverse varietà di piante di pisello, egli scoprì che i tratti ereditari sono trasmessi da fattori discreti, che saranno, in seguito chiamati, “geni”. pisello La genetica poneva su un piano scientifico le leggi dell’ereditarietà, e poteva quindi spiegare la costanza delle caratteristiche di una specie col passare delle generazioni. Ma allo stesso tempo riconosceva la possibilità di mutazioni, cambiamenti casuali nell’informazione genetica, e quindi la possibilità del sorgere di forme nuove. liscio o rugoso e ...le conseguenze Esaminando la trasmissione di 7 coppie alternative di caratteri in piante di piselli, Mendel dimostra che ogni singolo carattere alternativo (ad esempio il colore verde o giallo) viene trasmesso da un “fattore”, e che i fattori responsabili dei caratteri alternativi non si mescolano tra loro né si influenzano. Ogni cellula possiede due alleli (forme alternative dello stesso gene) per ogni carattere, uno trasmesso dal padre e uno trasmesso dalla madre, che possono essere uguali o diversi. Un carattere tende a prevalere sull’altro, e per questo viene detto dominante. Il carattere recessivo si manifesta solo quando entrambe le coppie del gene sono uguali (recessivo + recessivo). a4 1 2 1. G. Mendel 2. Il giardino di Mendel 6. Occhi chiari e occhi scuri 3 4 3. Fori della pianta di pisello 4. Muffa 5 5. Pomodori la genetica un puzzle da risolvere Nella realtà i meccanismi dell’ereditarietà non seguono fedelmente le regole definite da Mendel, nel senso che i geni sono delle entità che funzionano in modo piuttosto complesso: Con la sintesi tra genetica e teoria dell’evoluzione si è potuta apprezzare l’importanza di tutte le varianti di una carattere ereditario all’interno di una popolazione, e non solo delle varianti “più adatte”. Per sopravvivere ai cambiamenti nell’ambiente una specie ha infatti bisogno di un’ampia variabilità nel patrimonio genetico. • Gli alleli di un carattere non sono sempre dominanti o recessivi, ma possono essere ad esempio co-dominanti. • La maggior parte degli alleli esiste in più di due forme (per esempio i gruppi sanguigni: A, B, AB, 0. Il colore degli occhi). • La maggior parte dei caratteri sono determinati da più geni che cooperano e interagiscono tra loro. Né i genetisti né i biologi evoluzionisti furono però in grado di stabilire quale materia chimica fossero fatti i geni: se cioè l’ereditarietà fosse trasmessa dagli acidi nucleici o dalle proteine A2 incollare 6 g3 le copie Con il termine clonazione di intendono in realtà diverse tecniche, che hanno scopi differenti. In biologia molecolare il termine clonazione sta ad indicare la produzione di copie tutte uguali di una porzione di DNA. La clonazione cellulare consente di produrre numerose copie identiche di organismi unicellulari come i batteri e cloni di cellule somatiche, cioè appartenenti al corpo di un individuo adulto. In quest'ultimo caso non si otterranno copie dell' individuo, bensì copie della cellula somatica clonata. In senso più ampio con il termine clonazione si intende anche un insieme di tecniche in grado di produrre nuovi organismi completi a partire da una singola cellula di un individuo capostipite. La produzione di un nuovo organismo a partire dal nucleo della cellula di un individuo adulto, come è avvenuto nel caso della pecora Dolly, prende il nome di clonazione nucleare, in quanto viene clonato solo il nucleo della cellula di origine, mentre il materiale citoplasmatico (e quindi anche i mitocondri con il loro DNA) deriva dall'ovocita ricevente. Ad oggi la clonazione è possibile per vari organismi, infatti sono stati clonati tra gli altri topi, tori e pecore. pannocchie 1 2 Le promesse della post-genomica riguardano la nostra salute in modo molto più diretto. Avremo nuove tecniche diagnostiche che consentiranno di individuare la predisposizione genetica all'insorgenza di particolari malattie, nuove terapie che consentiranno di “riparare” o inibire l'azione di geni dannosi, nuove medicine fatte “su misura” per il corredo genetico di ciascun individuo. 3 1. La pecora Dolly 2. Topo a cui è stato inattivato il gene per la sensibilità alle spezie. 3. Mappe di espressione genetica personalizzate per ciascun individuo. g4 Il dopo Genoma Conoscere la probabilità di sviluppare alcune malattie può permettere una prevenzione più efficace, ma anche costituire un motivo di ansia per il portatore della malattia, che non è detto si manifesti. Non meno importante è il rischio di discriminazioni nell’accesso alle cure e da parte dei datori di lavoro. Inoltre, si tratta di procedure ancora molto costose. Tutto lascia pensare che l'accumulo delle conoscenze e le sempre più sofisticate tecniche di manipolazione genetica produrranno una rivoluzione nei nostri stili di vita. E le nuove prospettive che si aprono con la possibilità di utilizzare organismi geneticamente modificati nel campo agroalimentare o con l’introduzione dei test genetici nella pratica medico-sanitaria sono oggetto di valutazioni controverse. Siamo già entrati in un futuro che costringerà a riflettere sulle conseguenze derivanti dall’uso delle biotecnologie. Senza pregiudizi e con l’obiettivo di sfruttarne gli indubbi vantaggi e prevenire i rischi di abusi. Non esistono prove che gli organismi geneticamente modificati siano dannosi per salute umana o per l’ambiente. Alcuni biologi paventano rischi per la biodiversità. Di fatto, le normative in vigore prevedono controlli tali da garantire ampi margini di sicurezza. Inoltre, l’ingegneria genetica applicata alle piante può essere molto utile – ovviamente non da sola – per affrontare i problemi agroalimentari e sanitari nei paesi in via di sviluppo. G2 incollare tabella adattata dal lavoro del 1949 di Chargaff adenina timina guanina citosina timo di vitello 1.7 1.6 1.2 1.0 fegato di bue 1.6 1.5 1.3 1.0 lievito 1.8 1.9 1.0 1.0 bacillo della tubercolosi 1.1 1.0 2.6 2.4 DNA estratto da... 1. O.Avery al Rockefeller Institute 2. T.H. Morgan 3. E.Chargaff 4. A. Hershey in barca con J. Watson a Cold Spring Harbor 1 2 3 4 Drosophila melanogaster a5 DNA o Proteine? Nel 1949 Edwin Chargaff dimostrò che nei DNA delle diverse specie i rapporti G/C e A/T sono costanti e intorno a 1. Si tratta delle cosiddette regole di Chargaff, che implicavano una regolare associazione tra guanina e citosina e tra adenina e timina. Anche questa scoperta sarà fondamentale per arrivare a definire la struttura definitiva della molecola del DNA. Chi alla fine dell’Ottocento studiava le cellule, era dell’idea che l’ereditarietà biologica fosse dovuta alla trasmissione da una generazione all’altra di una sostanza chimica presente nei cromosomi. I cromosomi si sapeva che erano costituiti da acidi nucleici e proteine e che si trovavano nel nucleo, centro operativo della cellula. Inoltre, nel 1869 da Frederick Meischer, il DNA viene identificato come materiale presente nel nucleo della cellula. Nel 1952 Alfred Hershey e Martha Chase, con un elegante esperimento fatto con il virus batteriofago dimostrano che il DNA, e non le proteine, è il responsabile della produzione dei nuovi virus all’interno delle cellule batteriche. E che il materiale genetico di questo virus è fatto di DNA. Agli inizi del Novecento Thomas Hunt Morgan dopo aver eseguito studi con i moscerini della frutta, Drosophila melanogaster, conclude che i “geni” di Mendel si trovano effettivamente sui cromosomi Fino al 1944 però, il DNA è stato prevalentemente considerato una molecola inerte. Si pensava che i geni fossero fatti di proteine, molecole molto complesse che svolgono ruoli diversi e molto importanti all’interno delle cellule e nella comunicazione chimica tra le cellule, attivi in tutti i processi vitali e capaci di svolgere compiti quasi illimitati. Il DNA, invece, avendo solo quattro basi nucleotidiche A, T, C, G (Adenina, Timina Citosina, e Guanina), non sembrava potesse assumere la variabilità di forme necessarie a trasmettere l’incredibile diversità di caratteristiche biologiche. Nel 1944 Oswald Avery dimostra che si possono trasformare dei batteri innocui in batteri patogeni, trasferendo nei batteri innocui il DNA isolato da batteri virulenti: il DNA è quindi il materiale che trasmette le caratteristiche ereditabili. A3 incollare manipolare il DNA 1. Struttura tridimensionale di un enzima di restrizione che sta tagliando il DNA 2. Schema di clonaggio di un gene. 3. K. Mullis che ha messo a punto la tecnica della PCR. 4. Copertina del New scientist dedicata al Test del DNA per usi forensi. 5. Microarray 6. Sanger. g Immagine di uno schema di sequenza di un frammento di DNA. Ogni banda corrisponde alla posizione di una lettera. g1 1 una vera rivoluzione 2 3 g2 Con la scoperta, agli inizi degli anni ‘70, degli “Enzimi di restrizione”, che tagliano il DNA in sequenze specifiche e deIla DNA ligasi che permette di rilegare i filamenti tagliati, è stato possibile manipolare il DNA. Questa tecnica che è stata denominata “ingegneria genetica” ha reso possibile all’uomo di prelevare pezzi di DNA da organismi diversi e combinarli tra loro. Ha permesso per esempio di prendere un gene umano come quello dell’insulina e metterlo in un batterio per fargli produrre la proteina umana. L’ingegneria genetica ha sollevato all’inizio molte preoccupazioni, dal momento che per la prima volta nella storia del genere umano era possibile manipolare e mischiare geni di organismi molto diversi tra loro. Gli stessi ricercatori all’inizio hanno deciso di procedere con molta cautela in questo campo, ma in seguito, con il procedere delle ricerche si è visto che queste tecnologie sono in realtà molto sicure e non ci sono rischi per la salute dell’uomo. Queste tecnologie hanno invece dato un impulso molto forte alla ricerca perché è stato possibile studiare in dettaglio geni di organismi molto complessi come l’uomo, usando sistemi molto semplici come i batteri e i lieviti. Senza queste tecnologie, per esempio, non sarebbe stato possibile arrivare in così breve tempo a conoscere tutta la sequenza del genoma umano. L’applicazione di queste tecnologie inoltre ha permesso lo sviluppo delle Biotecnologie che rendono possibile la produzione di proteine utili all’uomo, da parte di batteri e piante ricombinanti. 4 5 6 la macchina che moltiplica il DNA Esiste una tecnica che permette di amplificare specificamente sequenze di DNA: si tratta della PCR (Polymerase-Catalyzed Chain Reaction) o reazione a catena della polimerasi. Essa richiede una maggiore conoscenza del frammento che deve essere copiato ma permette di moltiplicare la sequenza di interesse moltissime volte. Tale tecnica sta assumendo sempre maggiore importanza in campo diagnostico e in medicina legale. Il test del DNA si basa sullo studio di frammenti amplificati con questa tecnica. Per studiare molti geni contemporaneamente e comprendere come sono collegati tra loro, ovvero per far luce sui loro meccanismi di regolazione e di espressione, è stata sviluppata una tecnica di indagine miniaturizzata ed automatizzata basata su in arrangiamento ordinato su un microchip, di tutti i geni che sono contenuti nel genoma di un determinato organismo. E’ possibile quindi vedere quali geni sono accesi, in particolari condizioni di crescita o di patologia. Tra le tecniche più importanti in campo diagnostico ed in medicina legale vi è quella che sfrutta gli RFLP (polimorfismi della lunghezza dei frammenti di restrizione). Gli RFLP sono il risultato di mutazioni che eliminano o modificano la sequenza riconosciuta da un enzima di restrizione; pertanto i frammenti di restrizione del DNA di una persone differisce, anche se di poco, da quello di qualsiasi altra persona. E' possibile quindi ottenere per ogni individuo una serie di frammenti specifici di DNA che nell'insieme costituiscono una sorta di "impronta digitale molecolare" e non è un caso che la visualizzazione di queste differenze prenda appunto il nome di “fingerprint”. G1 incollare manipolare il DNA il codice e la diversità Da libro "DNA Story" di J. Watson e J. Tooze CSHL press A G incollare incollare dal grande al piccolo 1 b 2 3 4 5 6 Cellula vegetale - sezione di girasole vista in fluorescenza b1 la cellula vivente Ogni essere vivente è formato da cellule. Alcuni, come i batteri e i protozoi, sono essi stessi una cellula, una sola. In organismi più complessi le cellule possono essere differenziate e assumere funzioni molto diverse. La cellula è l’unità strutturale di base della materia vivente. Essa contiene racchiuso in una membrana, tutto il materiale necessario al suo funzionamento. Nelle piante e nei funghi, la membrana cellulare è circondata da una parete Negli organismi complessi le cellule comunicano tra di loro. Nelle cellule eucariote, quelle deli animali e delle piante, è presente un nucleo, anch’esso con una sua membrana. All’interno del nucleo si trovano i cromosomi. I cromosomi sono pacchetti di DNA. Globuli rossi con un globulo Bianco Gli organismi monocellulari, che non contengono un nucleo come per esempio i batteri, si chiamano procarioti. E il loro DNA è generalmente costituito da un cromosoma circolare. B1 incollare le trame degli errori la stabilità del genoma f1 I Danni al DNA possono talvolta generare cambiamenti grossolani nella struttura dei cromosomi. Segmenti di cromosoma che vanno da poche migliaia a milioni di lettere possono essere duplicati, invertiti, scambiati o cancellati influendo sul numero e sull'espressione di centinaia di possibili geni. Alcuni scambi di segmenti di DNA sono del tutto naturali e importanti per generare la variabilità genetica che è alla base dell’evoluzione. Infatti durante la meiosi, il meccanismo di divisione delle cellule germinali che produce spermatozoi e cellule uovo, il “crossing-over”, permette il rimescolamento dei caratteri paterni con quelli materni Altri cambiamenti possono riguardare il numero dei cromosomi e provocare gravi malattie genetiche. Esistono particolari tratti del DNA che sono in grado di trasferirsi da una posizione a un’altra sul cromosoma. Questi elementi (trasposoni), scoperti dalla ricercatrice americana Barbara McClintock, generano una grande variabilità nei genomi. Anche i retrovirus sono in grado di trasferire pezzi di DNA da una parte all’altra del cromosoma. 1 2 3 4 Struttura tridimensionale di una “giunzione di Holliday”, intremediario della ricombinazione omologa. Il DNA è nel momento in cui si appaia ad un filamento omologo, in blu nel modello. Questa struttura si forma al “crossing over” durante la meiosi f Molte sono le cause che possono produrre una mutazione, cioè un cambiamento nel codice genetico. Queste possono essere interne come per esempio gli errori prodotti nel corso della replicazione del Dna o della sua lettura; oppure possono essere cause esterne, ad esempio gli agenti mutageni (sostanze chimiche o radiazioni) o virus. 1. Pannocchia di mais in cui sono visibili dei pigmenti diversi dovuti a segmenti di DNA che si sono spostati da un luogo ad un altro del genoma. 2. Immagine al microscopio elettronico di un elemento trasponibile. Le due anse sono sostituite da eliche singole e la parte centrale da una doppia elica appaiata formata da due regioni complemetari con polarità opposta. 3. Barbara Mc Clintock, che per prima ha scoperto gli elementi trasponibili del DNA, in un campo di granturco a Cold Spring Harbor NY 4. Una drosofila con una mutazione in un gene omeotico che ha prodotto una duplicazione di un intero segmento del torace. Questi geni sono come degli interruttori generali che controllano altri interruttori. f2 Le mutazioni possono interessare non solo le sequenze dei nucleotidi, provocando la sostituzione o cancellazioni di basi con la conseguente alterazione dell’informazione genetica, ma possono interessare anche i cromosomi nel loro complesso, modificandone il numero o cambiando il numero e l’ordine dei geni lungo i cromosomi. mutazioni Il coinvolgimento di una modificazione genetica è facile da rilevare quando è sufficiente la mutazione in un singolo gene per produrre la malattia (fibrosi cistica, anemia falciforme, talassemia, corea di Hundington etc.). Quando si tratta di malattie cosiddette multifattoriali (diabete, disturbi cardiovascolari, obesità, cancro ecc.), è più difficile individuare il gene o i geni responsabili della patologia. Il "prodotto" di un programma genetico è la risultante di una complessa e intricata rete di interazioni geniche. Ciascuno di noi porta in sé qualche gene alterato o mutato, ma questo non ha quasi maiconseguenze per la nostra salute né sul nostro aspetto. Queste variazioni si chiamano polimorfismi. Non sempre le mutazioni sono dannose, a volte sono neutre o vantaggiose. Il risultato dipende dalle modificazioni che si producono nell’organismo e dall’ambiente in cui esso si trova. Il contesto ambientale, in ultima istanza, attribuisce il significato alle mutazioni. a crossing-over Una mutazione può anche incidere in modo significativo sulla costituzione e sull'aspetto dell'organismo senza pregiudicarne la salute, ma può anche avere conseguenze che si manifestano attraverso malattie più o meno gravi. In alcuni casi un’alterazione può modificare lo sviluppo embrionale fino a causarne la morte prematura. e chiasmi b terminalizzazione chiasma punti di crossing-over punti di crossing-over chiasma chiasma F1 incollare b2 cromosomi I comosomi sono la struttura cellulare che contiene il DNA Nelle cellule degli eucarioti i cromosomi sono presenti in doppia copia (diploide) nel nucleo di ogni cellula che costituisce l’organismo (cellule somatiche) e in unica copia (aploide) nel nucleo delle cellule dell’apparato riproduttivo (cellule germinali). 1 2 3 4 5 Cromosoma 1. Cromosomi. La fluorescenza rossa alle estremità colora la regione del telomero 2. Mitosi 3. Cariotipo umano 4. sezione di testicolo di topo 5. Cromosomi di Drosophila melanogaster b3 a ognuno il suo ...numero Il numero e la dimensione dei cromosomi varia nelle diverse specie. Non c’è diretta corrispondenza fra numero di cromosomi e scala evolutiva; nelle piante spesso si osservano molte copie dello stesso cromosoma. I cromosomi sono ben evidenti durante alcune fasi della divisione cellulare mentre appaiono come un groviglio di filamenti indistinguibili (cromatina) in altre fasi del ciclo cellulare. I batteri posseggono normalmente un solo cromosoma circolare in unica copia. Alcuni organelli delle cellule eucariotiche (mitocondri e cloroplasti, nelle piante) contengono un cromosoma circolare. Nella specie umana in ogni cellula somatica ci sono 23 coppie di cromosomi denominati, per riconoscerli, con un numero da 1 a 22 in ordine di grandezza dal più grande al più piccolo. Il cromosomi del ventitreesimo paio, diversi nel maschio e nella femmina, sono responsabili della determinazione del sesso. Sono denominati e simboleggiati nella specie umana con le lettere X e Y. Il cromosoma X è presente in doppia copia nelle femmine (XX), mentre i maschi contengono un cromosoma X ed uno molto più piccolo denominato Y. Ogni cromosoma possiede una struttura che gli permette, dopo essere stato duplicato, di migrare da una cellula madre a una cellula figlia. Questa struttura si chiama centromero ed è generalmente al centro del cromosoma. Alle estremità dei cromosomi si trovano alcune strutture speciali “i telomeri”, una firma ripetuta migliaia di volte che in tutti i mammiferi è costituita da sei lettere Differenti tecniche permettono di colorare i cromosomi con colori diversi, che aiutano non solo a distinguerli uno dall’altro, ma soprattutto metteno in evidenza zone che hanno funzioni biologiche diverse. TTAGGGTTAGGGTTAGGGTTAGGGTTAGGGTTAGGG I telomeri sono analoghi alle coperture in plastica applicate alle stringhe delle scarpe per evitare che si sfilaccino alle estremità, essi aiutano il sistema di "riparazione" del DNA delle cellule a distinguere i cromosomi troncati dalle semplici estremità. I telomeri sono analoghi alle coperture in plastica applicate alle stringhe delle scarpe per evitare che si sfilaccino alle estremità, essi aiutano il sistema di "riparazione" del DNA delle cellule a distinguere i cromosomi troncati dalle semplici estremità. B2 incollare 33 34 32 35 36 41 37 42 43 222Mb 43 44 263 Mb 26.3 27 32 33 34 35 28 29 214 Mb 203 Mb 32 33 34 35 194 Mb 22 23 24 25 26 27 183 Mb 32 33 34 35 36 171 Mb 23 24.1 155 Mb 35 31 32 33 34 145 Mb 35 24 25 26 144 Mb 35 22 23 24 25 144 Mb 23 24.1 24.2 24.3 143 Mb 13 21 22 23 22 31 22 12 32 33 34 114 Mb 24 11.2 12 13 14 15 21 22 23 24 13.3 13.2 13.1 12 11.2 11.2 12.1 12.2 13 21 22 32 109 Mb 106Mb 12 11.2 11.2 12 21 22 23 23 25 24 92 Mb 98 Mb 36 13 24 25 31 17 18 11.32 11.31 11.2 11.2 12 21 22 23 85 Mb 19 DPC4 cancro al Pancreas 21 11.2 11.2 16 PKD1 rene policistico 14 13 FBN1 sindrome di Marfan 13 11.2 15 13.3 13.2 13.1 12 12 13.1 13.2 13.3 13.4 67 Mb 20 1. C. Venter e F. Collins 2. 3. copertine delle riviste Nature e Science che annunciano il completamento dei vari genomi 4. Microarray che rappresenta tutti I geni del lievito Saccaromices cerevisiae e6 1 e5 2 13 12 11.2 11.2 12 13.1 13.2 13.3 72 Mb 21 13 11.2 11.2 21 22 50 Mb 22 DGS sindrome di Di George 21 12 13 AD3 Malattia di Alzheimer 14 11.2 14 APOE arteriosclerosi coronarica 21 13 15 13 14 23 12 13 BRCA2 cancro al seno 12 11.2 PXR1 sindrome di Zellweger 11.12 LQT1 aritmia cardiaca MEN2A Tumore alla tiroide CDKN2 melanoma maligno 21 22 22 24.2 24.3 11.2 12 13 13 11.2 11.2 12 13 56 Mb X 22.3 22.2 22.1 21 11.4 11.3 11.2 11.2 12 13 21 22 Y DMD distrofia muscolare di Duchenne 22 21 13 12 13 11.3 11.2 11.21 11.22 11.23 12 28 Mb 23 24 25 34 27 28 164 Mb computer e DNA Il rapido progresso delle conoscenze e delle tecniche di analisi del genoma ha aperto la strada alla nascita di una nuova disciplina, la genomica comparata. Attraverso il confronto di sequenze di DNA appartenenti a genomi di specie diverse, questa disciplina promette di portarci a una migliore comprensione dei percorsi seguiti dall’evoluzione della vita. Il campo di ricerca della “genomica funzionale”, che studia il funzionamento dei geni, potrà essere esteso alle sequenze non codificanti di DNA, che formano la maggior parte del genoma di una specie. Alcuni concetti fondamentali della biologia potrebbero essere rivoluzionati dal progresso di queste ricerche. 3 che cosa è il Genoma In questo sforzo, la biologia ha trovato un insostituibile alleato nella bioinformatica. Questa branca dell’informatica si è sviluppata a partire dalle esigenze dei ricercatori dei “progetti genoma” di diverse specie, per la gestione delle basi di dati costituite dalle sequenze di DNA analizzate. Con le capacità di calcolo oggi disponibili è possibile elaborare in parallelo sequenze di milioni di basi nucleotidiche, individuare le corrispondenze e misurare le differenze, e arrivare quindi a ricostruire la catena evolutiva che lega tutte le specie tra loro. Il termine genoma viene utilizzato nel linguaggio corrente per indicare l’intera sequenza di DNA presente in un organismo Solo una parte del genoma è formato da geni. Gran parte del genoma è costituita da sequenze di DNA “non codificante”, che non vengono lette in amminoacidi e quindi non si traducono in proteine. Il 98% del genoma umano non codifica strettamente per delle proteine. Il ruolo di tale DNA non è noto. Molto di questo DNA è costituito dagli introni. Alcune regioni regolano l'espressione dei geni e altre, la cui funzione non è ancora nota, rappresentano una delle maggiori sfide della “post-genomica”. La comprensione di tutti i possibili “segnali” scritti sul DNA ci permetterà probabilmente di studiare l’evoluzione, fin dai tempi più antichi L’aumento delle conoscenze che ci ha condotto in pochi anni all’era “post-genomica”, ha permesso l’applicazione delle prime nanotecnologie allo studio dei genomi. “Macchine” non più grandi di un millesimo di millimetro assemblate a partire direttamente dalle molecole, saranno in grado di completare la sequenza di un intero genoma in una frazione del tempo necessario con gli attuali supercalcolatori. tutti i genomi del mondo Il progetto genoma umano, recentemente completato è solo uno dei numerosi progetti di ricerca sui genomi delle specie più diverse. E3 incollare TDF controllo dello sviluppo dei testicoli 31 21.3 13 14 11.2 12 NF2 neurofibromatosi 28 31 21 21.1 21.2 12 12 11.2 15 TP53 p53 gene per la soppressione tumorale 23 22 13 12 13 11 FMR1 sindrome da X fragile 32 31 26.2 31.3 22 21 12 13 14 ALD adeno leuco distrofia 25 26.1 31.2 21 16 11.2 21 15 DGS sindrome di Di George che predispone ad infezioni generalizzate 21 31.1 15 11.2 12 22 10 NF2 Neurofibromatosi 24 25 28 14 15 11.2 21 11.2 23 ADA Immuno deficenza per la mancanza dell'enzima adenosina deaminasi 23 24 26 26.1 27 13 14 12 24 SOD1 i sclerosi amiotrofica laterale 24 23 23 25 12 13 9 DM distrofia muscolare 23 22 24 12 11.2 14 22 BRCA1 cancro al seno e alle ovarie 22 21 23 13 15 23 RB1 retinoblastoma 13.2 13.3 22 12 21.1 8 ATP7B Malattia di Wilson 22 13.1 21.3 11.2 21.2 21 PAH metabolismo della fenilalanina 21 11.2 12 13 21 21.1 21.2 12 11.2 14.1 14.2 14.3 13 22 21.3 22 HRAS oncogene Ras 12 12 12 12 7 OAT Atrofia della retina 12 11.2 13 13 23 TSC1 tumore benigno al rene 13 11.2 14 14 24 WRN sindrome di Werner senilità precoce Malattia di Gaucher GBA 21 21.1 12 25 MYC Linfoma di Burkitt 12 22 21.2 13 15.1 6 CFTR cnale ionico responsabile dell Fibrosi cistica 13 14 15.2 OBS obsità 14 15.2 15.1 15.3 SCA1 degenerazine del cervelletto 15 22 1.3 5 IDDM1 diabete giovanile 16 23 21.3 16 Diastrophic dysplasia (DTD) 21 24 4 Gene simile nelle piante 22 25 SRD5A1 % alfa reduttasi degli steroidi 31 23 26 EVC sindrome di Ellis van Creveld 33 3 HD corea di Huntington 35 34.3 34.2 34.1 24 VHL Tumore al cerevelletto 36.1 25 SCLC1 tumore al polmone 36.2 PAX3 sindrome di Waanderburg 36.3 MSH2 alcune forme di Cancro al colon 2 Malattia di Alzheimer AD4 1 Citosina Guanina H H O N H N H O 3' Hydroxyl N N CH2 P O Timina Adenina H O CH2 O N H N H O N N O P O N-H N 3' Hydroxyl CH2 P O O H N O O H O O CH3 O O CH3 H H-N O P O N O N O CH2 H O O N O H O 5' Phosphate 5' Phosphate manipolare il DNA Da libro "DNA Story" di J. Watson e J. Tooze FREEMAN la doppia elica C F incollare incollare la doppia elica c1 era un giorno d’inverno Si dice che Il 28 febbraio del 1953, quando entrò nel Eagle Pub a Cambridge Francis Crick abbia esclamato: “abbiamo trovato il segreto della vita!” Dopo alcuni mesi trascorsi a mettere insieme tutte le informazioni disponibili sulle caratteristiche fisiche e chimiche del DNA, James Watson e Francis Crick vedono prendere forma un’elegante struttura a doppia elica. Circa due mesi dopo, il 25 aprile, pubblicano la loro scoperta con un breve articolo, di una sola pagina, sulla rivista “Nature”. Il grande merito di Watson e Crick è stato quello di porsi le “domande giuste al momento giusto” e di essere determinati e consapevoli che risolvere la struttura del DNA avrebbe permesso di rivelare i meccanismi fondamentali dell’informazione biologica. Per questo riuscirono a utilizzare i risultati sperimentali di altri ricercatori per risolvere la struttura. “Non gli sfuggì” (It has not escaped our notice), come loro stessi affermano nel loro articolo sulla rivista “Nature”, che il significato biologico della struttura del DNA era legato all’immediata possibilità della sua replicazione. Modello originale della struttura del DNA c 1 3 4 5 1. F. Crick e J.Watson a Cambridge 2. Linus Pauling 3. M. Wilkins 4. Rosalind Franklin 5. J. Watson e F. Crick al Cavendish Laboratory intorno al modello della struttura del DNA 6. Modello fedele all’originale della doppia elica La doppia elica è oggi il simbolo della vita, ma l’accoglienza del lavoro originale di Watson e Crick fu piuttosto fredda. Un solo quotidiano britannico riportò la scoperta. Per quasi un decennio la struttura a doppia elica del DNA non riscosse grande successo nemmeno tra i biologi. Solo dopo che Matt Meselson e Frank Stahl nel 1958 dimostrarono, con quello che è stato definito il “più elegante esperimento della biologia moderna”, che la replicazione del DNA avveniva come Watson e Crick avevano previsto, la doppia DNA ha potuto godersi la meritata fama. Furono geniali nel combinare tutti i dati scoperti da altri ricercatori e dimostrando che questi dati portavano inesorabilmente all’ipotesi che la struttura fosse una doppia elica Nel 1962 James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins presero il premio Nobel per “la loro scoperta riguardante la struttura molecolare dell’acido nucleico e del suo significato nel trasferimento dell’informazione negli organismi viventi”. Ecco quali furono gli elementi del puzzle che essi montarono e che portarono alla scoperta della struttura della molecola più famosa al mondo: Alexander Todd aveva chiarito la natura dei legami tra i nucleotidi Anche Rosalind Franklin avrebbe meritato di condividere il prestigioso riconoscimento, ma era morta nel 1958. c2 2 Edwin Chargaff aveva scoperto le relazioni quantitative tra le basi puriniche e pirimidiniche Maurice Wilkins e Raymond Gosling avevano stabilito che le fibre cristalline del Dna sono costituite da basi impilate un puzzle da risolvere Sven Furberg aveva mostrato la perpendicolarità della base rispetto allo zucchero Watson e Crick raccolsero tutte le informazioni già disponibili sulle proprietà chimiche e fisiche del Dna, in particolare sulle caratteristiche dei legami chimici che tengono insieme la struttura. Essi furono avvantaggiati dal fatto che poterono vedere i dati raccolti da Rosalind Franklin sulla diffrazione dei raggi X e, in particolare poterono leggere la relazione inviata dalla Franklin ai membri del Medical Research Council, che fu loro mostrata nel febbraio 1953 da Max Perutz. John Masson Gulland aveva dimostrato l’esistenza di legami idrogeno tra le basi Rosalind Franklin e Raymond Gosling avevano ottenuto le prove cristallografiche (raggi X) del fatto che lo scheletro fosfato-zucchero è esterno mentre le basi nucleotidiche sono interne Jerry Donohue suggerì a Watson la corretta forma “tautomerica” delle basi nucleotidiche da prendere in considerazione nella costruzione del modello e per la definizione dei legami idrogeno C1 incollare 6 4 Le funzioni di una cellula sono legate ad una serie di informazioni che si possono schematizzare come una rete. Le interazioni tra proteine diverse, all’interno della cellula, costituiscono la sua complessità. 1. J.Monod, F. Jacob e A. Lwoff mentre spiegano il funzionamento dell’operone Lac. 2. L’attivatore batterico CAP che legandosi al DNA lo piega. 3. W. Gilbert che per primo ha isolato il Repressore Lac. 4. L’attivatore eucariotico GCN4 5. Il Repressore Lac. 1 2 3 4 5 Struttura tridimensionale della RNA polimerasi e3 come fa un gene a esprimersi e4 L’espressione di un gene è suddivisa in due fasi principali. Prima viene sintetizzato l’RNA messaggero da parte dell’enzima RNA polimerasi (Trascrizione). Il messaggero si associa ai ribosomi dove vengono sintetizzate le proteine (Traduzione). Ci sono geni che sono trascritti in continuazione e altri che vengono trascritti solo quando il loro prodotto è necessario alla cellula. una rete di informazioni Tutte le cellule di un dato organismo hanno lo stesso corredo cromosomico, quindi le stesse informazioni sul DNA, ma non tutti i geni sono attivati contemporaneamente in tutte le cellule. L’attivazione dei diversi geni dipende dal tipo di tessuto del quale la cellula fa parte (muscoli, intestino, fegato…). Questo meccanismo di regolazione fa sì che ciascuna cellula produca le proteine di cui ha bisogno per espletare la sua specifica funzione. Esistono delle regioni a monte dei geni che funzionano da veri e propri interruttori biologici. A queste sequenze (operatori) si legano delle proteine che bloccano (repressori) la sintesi dell’RNA messaggero oppure altre che ne aumenano il livello (attivatori) La regolazione genica avviene in base a segnali provenienti da altri geni, detti regolatori, i quali rispondono a loro volta ad una serie di segnali provenienti dall'interno o dall'esterno della cellula. Oltre ai geni con le loro proteine, entra quindi in gioco l’interazione con l’ambiente, e altre molecole fondamentali alla vita. Furono Francois Jacob e Jaques Monod a descrivere, per primi, questo fenomeno nel batterio Escherichia coli, studiando i geni che regolano il metabolismo di uno zucchero chiamato lattosio. L’attivazione dei geni è regolata da un meccanismo combinatorio. Fattori generali della trascrizione comuni a tutti i tessuti si associano di volta in volta ad attivatori specifici per quel particolare tipo di cellula Questo meccanismo è valido per tutti gli organismi viventi, e proprio come diceva Monod “da E. coli all’elefante ” Il messaggero una volta trascritto si associa a grossi organelli formati da RNA e proteine che si chiamano ribosomi. Il ribosoma costituisce l’ambiente che permette agli RNA transfer, che trasportano i vari aminoacidi, di allinearsi secondo la sequenza stabilita dall’RNA messaggero per produrre la proteina corrispondente. Esistono dei geni regolatori, i geni omeotici, che organizzano e determinano la precisa geometria del corpo degli organismi durante lo sviluppo. Una mutazione in uno di questi geni ha eventi drammatici sulla struttura dell’organismo. I geni omeotici funzionano come degli interruttori generali che regolano a loro volta altri interruttori. Il flusso di informazione scorre essenzialmente in una sola direzione in tutti gli esseri viventi: dal DNA all'RNA alle proteine. Solo nei retrovirus un enzima particolare permette la sintesi di DNA a partire da uno stampo di RNA. E2 incollare la famiglia RNA c4 Il DNA è certamente la molecola che contiene l’informazione genetica. Ma come fa questa informazione a passare dal DNA alle proteine, che sono i costituenti strutturali degli organismi? 1. F. Crick con la cravatta del “RNA tie club” 2. F. Jacob, M. Delbruck, M. Meselson, G. Stent e S. Brenner a Caltech all’epoca della scoperta dell’RNA messaggero. 3. Gli articoli sulla rivista Nature sulla scoperta dell’RNA messaggero 4. 5. Struttura tridimensionale del ribosoma con i tre tRNA nei siti A, P, E 6. I membri dell’RNA tie club. F.Crick, A. Rich, L. Orgel e J. Watson 1 2 3 4 5 6 tRNA c3 Gli stessi Watson e Crick e molti altri ricercatori, come Sidney Brenner, Walter Gilbert, Francois Gros, Matt Meselson e Francois Jacob, si dedicano allo studio di un’altra molecola analoga al DNA che si chiama RNA. L’RNA, Acido RiboNucleico, è un polinucleotide costituito da una catena singola dove lo zucchero ribosio sostituisce il desossiribosio. L’RNA, generalmente, non assume la caratteristica forma a elica del DNA. Anche l'RNA è composto da quattro basi, ma al posto della Timina si trova l'Uracile. A con T, G con C La struttura a doppia elica proposta da Watson e Crick consente innanzitutto di spiegare la replicazione del materiale ereditario, richiesta per trasmettere i geni da una cellula all’altra e da una generazione all’altra: la complementarità tra le basi, il fatto cioè che l’Adenina si leghi sempre con la Timina e la Citosina con la Guanina, implica che la sequenza di ciascun filamento dell’elica determini automaticamente la sequenza del filamento complementare In maniera indipendente, due gruppi di ricercatori uno diretto da Watson e l’altro da Brenner, isolano una molecola di RNA instabile che viene chiamata da Jacob RNA mesaggero (mRNA). Questa molecola fa da tramite tra il DNA e l’apparato che produce le proteine Ora sappiamo che in tutti gli organismi viventi esistono tre tipi di RNA, che assolvono a diverse funzioni. La loro denominazione in parte sottintende il loro ruolo: RNA messaggero (mRNA), RNA ribosomale (rRNA) ed RNA di trasferimento (tRNA). Si può immaginare che la sequenza delle basi del DNA contenga le informazioni, scritte in un codice particolare, per la sintesi delle proteine e quindi per il funzionamento delle cellule di cui sono fatti i tessuti e gli organismi. Molti RNA nella cellula hanno una funzione “catalitica”, funzionano cioè come veri e propri enzimi, promuovendo reazioni chimiche fondamentali per la cellula La duplicazione del DNA comporta che possano essere copiati anche i cambiamenti, dovuti a mutazioni spontanee o ad altri meccanismi che possono introdurre modificazioni nelle sequenze delle basi e quindi nelle istruzioni genetiche. Le mutazioni, come per esempio la sostituzione di una base con una diversa, determinano, per esempio, la creazione di nuove proteine, che spesso non sono in grado di svolgere la normale funzione, minacciando la sopravvivenza dell’organismo e in pratica dando luogo a malattie. In alcuni casi, però, le nuove proteine possono acquisire delle funzioni vantaggiose in grado di contribuire alla sopravvivenza e alla riproduzione dell’organismo anche in condizioni ambientali diverse. Per contro, l’RNA che forma il materiale genetico di alcuni virus è in grado di replicarsi sfruttando gli apparati cellulari delle cellule infette. In questo processo l’RNA non può giovarsi dei sistemi di riparazione di cui dispone il DNA cellulare, e questo rende la sua replicazione molto più imprecisa, e le mutazioni molto più frequenti. C2 incollare il codice genetico UUU UUC UUA UUG FENILANINA LEUCINA CUU CUC CUA CUG LEUCINA UCU UCC UCA UCG SERINA CCU CCC CCA CCG PROLINA UAU UAC UAA UAG CAU CAC CAA CAG TIROSINA STOP ISTIDINA GLUTAMMINA UGU UGC UGA UGG CGU CGC CGA CGG codice e messaggi CISTEINA STOP TRIPTOFANO e ARGININA 1 2 3 4 1. M. Nirenberg 2. Geni interrotti e processamento dell’RNA messaggero 3. Sidney Brenner 4. Il nematode Cenorabitis elegans, uno dei più importanti organismi modello della biologia moderna perchè si può seguire il destino di ogni singola cellula durante lo sviluppo. AUU AUC AUA AUG ISOLEUCINA METIONINA GUU GUC GUA GUG e1 VALINA ACU ACC ACA ACG GCU GCC GCA GCG TREONINA ALANINA AAU AAC AAA AAG GAU GAC GAA GAG ASPARAGINA LISINA ASPARAGINA A. GLUTAMICO AGU AGC AGA AGG GGU GGC GGA GGG SERINA definire un gene ARGININA Un gene è un tratto di DNA che in molti casi “codifica” (contiene le istruzioni) per specificare la sequenza degli amminoacidi in una proteina. Un gene è fatto di DNA. La sequenza che forma un gene può trovarsi su una qualsiasi dei due filamenti che costituiscono la doppia elica. GLICINA La dimensione di un gene è molto variabile, da meno di un migliaio a centinaia di migliaia di nucleotidi. Non tutta l’informazione contenuta in un gene prende parte attiva alla sintesi delle proteine. In aggiunta alle zone codificanti, il gene contiene anche alcune zone non codificanti. che cos’è il codice genetico? e2 L'analisi delle sequenze dei vari genomi consente di stimare il numero dei geni dei vari organismi. Nell'uomo è dell’ordine di 35.000 -40.000. L'uomo ha circa solo il doppio dei geni del verme nematode Caenorhabditis elegans (19.000) o del moscerino della frutta Drosophila melanogaster (14.000). Il livello di complessità di un organismo non dipende in modo lineare dal numero di geni. Una “parola” scritta in “codice genetico” è composta da tre lettere (ACG, GAA, …) dette triplette o codoni. Il “vocabolario genetico” comprende quindi 64 parole (4x4x4=64). Queste parole vengono tradotte in aminoacidi, e visto che di aminoacidi ce ne sono solo 20 il codice è sovrabbondante o “degenerato”: uno stesso aminoacido è rappresentato da più triplette (GAA e GAG vogliono dire la stessa parola, lo stesso aminoacido). Alcune triplette rappresentano un codice di “fine lettura”, o “stop”. Il codice è stato decifrato da Marshal Niremberg usando stringhe di DNA sintetiche. In seguito, a ogni aminoacido è stato associata la tripletta corrispondente. Il numero di geni in una specie non dipende dalla dimensione del genoma. Alcuni animali ritenuti semplici hanno dimensioni del genoma molto grandi. Organismi ritenuti simili hanno genomi di dimensioni molto diverse. Tali differenze sono dovute a sequenze di DNA ripetute molte volte e che non codificano per alcuna proteina. La percentuale di DNA ripetitivo varia dal 15% nel genoma dei batteri sino al 70% in Caenorhabditis elegans e 95% nell'uomo. Come fa il linguaggio del DNA a essere tradotto nel linguaggio delle proteine? Il tramite tra questi due sistemi di informazione è L’RNA transfer (tRNA), il quale con una estremità può appaiarsi alle triplette corrispondenti del messaggero e con l’altra estremità trasporta l’aminoacido corrispondente. Gli aminoacidi vengono, quindi allineati in accordo con il linguaggio del DNA organismo Micoplasma genitalium Saccaromyces cerevisiae Arabidopsis thaliana Caenorhabditis elegans Batterio influenzale Drosophila melanogaster Neisseria meningitdis Homo sapiens quanti sono i geni? I genomi degli organismi eucarioti contengono geni interrotti Sequenze chiamate “esoni” si alternano con gli “introni”, sequenze che in generale non codificano per alcuna proteina. L’insieme degli esoni di un gene rappresenta il suo RNA messaggero maturo. Gli introni vengono rimossi dall’RNA con un complesso meccanismo chiamato “splicing”. numero di geni nel genoma 517 6,275 ~ 20,000 19,099 1,743 13,601 2,158 ~ 30,000 E1 incollare