Fleming - Università degli studi di Bergamo

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Facoltà di Ingegneria
Istituzioni di Economia
Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale
Lezione 31
Il modello Mundell – Fleming
Prof. Gianmaria Martini
Mercati reali e finanziari
Università degli Studi di Bergamo
Facoltà di Ingegneria
In un economia aperta la domanda di beni nazionali è data dalla
relazione IS.
1
Y =
h[ A, i, ε , Y *]
1 − c1 (1 − t ) − d1 + εq1
(1)
La domanda di moneta è descritta dalla relazione
LM.
M
= f1Y − f 2i
P
( 2)
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• Tuttavia, le variabili endogene sono tre: dobbiamo determinare
anche il tasso di cambio.
• A questo fine, ricordiamo l’equazione di parità scoperta dei tassi
di interesse:
 Ete+1 − Et  *
it = 
 + it
 Et 
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• Se le aspettative a riguardo del cambio futuro sono stabili,
possiamo risolvere la precedente equazione per il tasso di
cambio corrente:


Ete+1
Et = 

1 + it − it * 
(3)
Questa equazione deve essere rispettata, in modo
che valga la relazione di “non arbitraggio” che sta
alla base della relazione di parità scoperta.
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 Ete+1 
Et = 

1 + it − it* 
Se i=i*, Et=Et+1.
Se i>i*, Et’<Et+1.
i
Parità scoperta
it
Se gli operatori si aspettano che il
i*
tasso di cambio si deprezzi (che E
salga),
è necessario che il tasso di
interesse nazionale sia più elevato
di quello mondiale.
Ciò perché gli operatori siano
indotti a detenere anche titoli di
una nazione la cui valuta “perde
valore”!
Et Eet+1
E
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 Ete+1 
Et = 

+
−
1
i
i
*
t
t 

Se i<i*, Et’>Et+1.
i
Parità scoperta
Se gli operatori si aspettano
i*
che il tasso di cambio si
it
apprezzi (che E si riduca),
è necessario che il tasso di
interesse nazionale sia
inferiore a quello mondiale.
In tal modo, gli operatori
detengono anche titoli esteri
i quali, in valuta nazionale
“perdono valore”!
Eet+1 Et
E
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Tassi di cambio flessibili
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•
•
•
Un regime di tasso di cambio flessibile è una situazione in cui
il Governo (la Banca Centrale) di un paese non si impegnano
ad intervenire sul mercato dei cambi.
E’ la situazione in cui si trovano UE, USA, Giappone…
L’equilibrio per Y, i ed E (dati i prezzi interni ed esteri) è
ottenibile semplicemente sostituendo l’equazione (3) nella (1).
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Ete+1 PF
1
Y=
h[ A, i,
, Y *]
*
1 − c1 (1 − t ) − d1 + εq1
1 + it − it P
M
= f1Y − f 2i
P
(1' )
( 2)
Formalmente, si tratta di un passaggio molto semplice,
tuttavia ha alterato la “natura” della curva IS
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•
Gli effetti di una variazione – poniamo, di una riduzione – del
tasso di interesse sono ora due.
1.
L’investimento aumenta.
2.
La riduzione nel tasso di interesse genera un deflusso di
capitale.
Il deflusso di capitale aumenta la domanda di valuta estera sui
mercati finanziari.
Gli operatori vendono infatti titoli nazionali (es. obbligazioni,
altri bonds…)
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Pertanto, la valuta nazionale si deprezza.
Il deflusso di capitale finanziario termina solo quando il cambio è
sufficientemente basso da far si che le aspettative di
rivalutazione futura (Eet+1 è dato) tengano in equilibrio il mercato
finanziario.
Il deprezzamento del cambio ovviamente ha effetti reali,
aumentando l’export e riducendo le importazioni.
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• Pertanto la curva IS è più elastica che in economia chiusa (o in
una situazione con cambi fissi).
• Infatti, una data riduzione nei tassi di interesse non stimola solo
l’investimento, ma anche la domanda estera netta.
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Politica fiscale e monetaria con cambi flessibili
• Esaminiamo un aumento della spesa pubblica in un regime di
tassi flessibili.
• Partiamo da una situazione in cui i tassi di interesse sono
allineati a quelli mondiali.
• E non vi siano aspettative di variazione nel tasso di cambio
futuro.
• Nei termini del grafico successivo, il sistema economico si trova
nel punto A.
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G1>G0
Parità scoperta
i
B
A
i=if
IS(G1)
LM
IS(G0)
E0=Eet+1
Y
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E1
E
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• L’aumento nella spesa pubblica, inducendo un aumento nei
tassi di interesse, provoca un afflusso di capitale ed un
apprezzamento.
• L’apprezzamento scoraggia le export ed incrementa le import.
• Nell’equilibrio finale (punto B) si verifica che la politica fiscale è
stata scarsamente efficace, in quanto ha indotto un effetto
negativo tramite NX.
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M1>M0
Parità scoperta
i
A
i=if
B
LM0
LM1
IS(G0)
Y
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E0=Eet+1
E1
E
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• L’aumento di moneta, inducendo una riduzione nei tassi di
interesse, provoca un deflusso di capitale ed un deprezzamento.
• Il deprezzamento scoraggia le import ed incrementa le export.
• Nell’equilibrio finale (punto B) si verifica che la politica monetaria
è stata particolarmente efficace, in quanto ha indotto un effetto
positivo sul mercato dei beni tramite NX.
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Regimi di cambio fisso
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• Un regime di cambi fissi è una situazione in cui la banca
centrale si obbliga a “difendere” una data parità tra valuta
nazionale e valute estere.
• Ciò implica che – se al “prezzo” implicato dal tasso nominale –
la domanda di valuta nazionale è diversa dall’offerta, la banca
centrale copra tale “gap”.
• Per fissare le idee, consideriamo un modello in cui non siano
possibili movimenti di capitale.
• Domanda ed offerta di valuta nazionale derivano quindi solo da
import ed export.
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• Sempre per fissare le idee, possiamo pensare che l’offerta di
Euro derivi dall’attività degli importatori che vogliono acquisire
valuta (per acquistare beni).
• Es. offerta di Euro per acquistare USD.
• La domanda di € deriva dall’export. Gli agenti esteri devono
acquisire euro (per acquistare beni europei).
• Es. domandano Euro, offrendo USD.
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Domanda di
Euro (export)
E(€,$)
Parità Euro/USD
Offerta di Euro
(import)
Qs€
Qd€
€
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•
La differenza tra quantità domandata e offerta (l’eccesso di
domanda) deve essere fornita dalla banca centrale.
• La B.C. vende Euro sul mercato valutario, acquistando dollari.
• Cosi facendo, la Banca Centrale:
1. aumenta le proprie riserve di valuta estera.
2. aumenta l’offerta di moneta nazionale.
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• Pertanto, un saldo positivo delle partite correnti (export>import)
ha generato un aumento delle riserve (ed un aumento di
moneta.)
• Simmetricamente, un saldo negativo delle partite correnti
(export<import) genera una riduzione nelle riserve (ed una
riduzione della massa monetaria.)
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“Sterilizzazione”
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• Abbiamo visto che la variazione nelle riserve induce variazione
nella moneta.
• Questo legame può essere spezzato, con una operazione
simmetrica sul mercato aperto.
• Ad esempio, se NX>0, le riserve aumentano e per questo canale
si genera moneta.
• L’aumento della moneta può essere controbilanciato da una
vendita di titoli nazionali, con conseguente assorbimento di
moneta.
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•
•
1.
2.
•
Questa operazione di definisce “sterilizzazione”.
Notate che essa è possibile:
Se NX>0 quando la banca centrale dispone di titoli nazionali.
Se NX<0 quando la banca centrale dispone riserve in valuta
estera.
Vi sono quindi dei vincoli per le operazioni di “finanziamento” o
di sterilizzazione delle partite correnti.
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Politica fiscale con cambi fissi
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• Esaminiamo un aumento della spesa pubblica in un regime di
tassi fissi e movimenti di capitale.
• Partiamo da una situazione in cui i tassi di interesse sono
allineati a quelli mondiali.
• Supponiamo inoltre che le partite correnti siano in equilibrio al
tasso di cambio fissato dalla B.C.
• Nei termini del grafico successivo, il sistema economico si trova
nel punto A.
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E(€,$)
i
D(€)=X
D(€)=X+MK
B
A
i=if
C
Parità
O(€)=Q’
IS(G1)
LM0
LM1
O(€)=Q
IS(G0)
€
Y
∆RES
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• L’espansione fiscale sposta il sistema nel punto B, dove i tassi di
•
•
•
•
interesse sono più elevati che “nel resto del mondo”.
Ciò provoca un afflusso di capitale che implica un aumento nella
domanda di valuta nazionale.
Ciò induce un aumento delle riserve valutarie.
e quindi un aumento della massa monetaria ed uno
spostamento della LM.
Questo processo si arresta quando i tassi di interesse sono di
nuovo “allineati” (punto C).
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• Ciò costituisce un esempio dell’efficacia della politica fiscale con
cambi fissi.
• Naturalmente, se avessimo ipotizzato una riduzione della spesa
pubblica, ciò avrebbe indotto una diminuzione della moneta
reale.
• Notate che la curva che descrive l’offerta di valuta si sposta
(marginalmente) verso destra per effetto dell’incremento di
reddito che si registra in B.
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Politica monetaria con cambi fissi
• Esaminiamo un aumento della massa monetaria in un regime
di tassi fissi.
• Partiamo da una situazione in cui i tassi di interesse sono
allineati a quelli mondiali.
• Supponiamo inoltre – come in precedenza – che le partite
correnti siano in equilibrio al tasso di cambio fissato dalla B.C.
• Nei termini del grafico successivo, il sistema economico si trova
nel punto A.
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E(€,$)
D(€)=X
i
O(€)=Q’+MK
A
i=if
Parità
B
LM0
LM1
O(€)=Q
IS(G0)
€
Y
∆RES<0
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• L’espansione monetaria sposta il sistema nel punto B, dove i
•
•
•
•
tassi di interesse sono più bassi che “nel resto del mondo”.
Ciò provoca un deflusso di capitale che che implica un aumento
nell’offerta di valuta nazionale.
Ciò induce una riduzione delle riserve valutarie.
e quindi una diminuzione della massa monetaria ed uno
spostamento della LM verso sinistra.
Questo processo si arresta quando i tassi di interesse sono di
nuovo “allineati” (punto A).
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• Con cambi fissi, la politica monetaria è inefficace.
• Più precisamente: in un economia aperta con libertà nei
movimenti di capitale e tassi di cambio fissi, non è possibile
gestire la politica monetaria.
• I tassi di interesse non possono infatti discostarsi
significativamente da quelli mondiali.
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Effetti di una svalutazione
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• Esaminiamo ora gli effetti di una svalutazione in un regime di
tassi fissi.
• Partiamo da una situazione in cui i tassi di interesse sono
allineati a quelli mondiali.
• Nei termini del grafico successivo, il sistema economico si trova
nel punto A.
• Si noti che NON abbiamo ipotizzato l’equilibrio NX: il nostro
paese registra un deficit di parte corrente.
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E(€,$)
D(€)=X
i
D(€)=X+MK
B
A
i=if
Parità
C
O(€)=Q’
IS(E1)
LM0
LM1
IS(E0)
O(€)=Q
∆RES>0
€
Y
∆RES<0
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• La svalutazione genera un aumento dell’export ed una riduzione
•
•
•
•
dell’import, spostando il sistema nel punto B, dove i tassi di
interesse sono più elevati che “nel resto del mondo”.
Ciò provoca un afflusso di capitale che implica un aumento nella
domanda di valuta nazionale.
Ciò induce un aumento delle riserve valutarie.
e quindi un aumento della massa monetaria ed uno
spostamento della LM.
Questo processo si arresta quando i tassi di interesse sono di
nuovo “allineati” (punto C).
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• Ciò costituisce un esempio dell’efficacia di una svalutazione (se
le condizioni di Marshall-Lerner sono soddisfatte).
• Si noti che la svalutazione consente anche di accumulare
riserve.
• Non necessariamente migliora le partite correnti, soprattutto se il
reddito aumenta significativamente.
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