Giornalino scienze maggio 2012

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2012
Il giornalino di scienze della II B
Autori: gli alunni della II B
Scuola media “I. C. De Filippo”
Impaginazione a cura di: Caterina Cosentini
09/05/2012
Indice
Otzi: il sangue più antico .................................................................................. 3
I nuovi granchi viola scoperti nelle Filippine ....................................................... 4
Formiche zombie trasformate da un fungo invadono le foreste pluviali!! ............................. 5
Nuove teorie sull’origine degli eventi sismici solari ...................................................... 6
Biomimetica , energia pulita dalla natura ........................................ 7
La Terra ha un pianeta gemello ...................................................................... 8
La primavera è arrivata, i fiori stanno sbocciando, persino nello spazio! ........................ 9
La Russia alla riscoperta della Luna ........................................................................10
L’invasione dei topi vichinghi ! .................................................................................11
Salvate la tigre!! ..............................................................................................12
La NASA ha annunciato per il 2022 il lancio di una navicella ...........................................13
Un’immagine della foto mosaico navigabile ad altissima risoluzione .................................14
Alla riscoperta del Titanic ..................................15
2
Otzi: il sangue più antico
Le più antiche tracce di sangue umano mai ritrovate sono state individuate su Ötzi, la mummia rinvenuta
in Alto Adige nel 1991.
Il corpo di Otzi è stato sottoposto a numerosi studi scientifici, ma fino ad ora non era ancora stata trovata
nessuna traccia di sangue. Da alcune ricerche si può dire che Ötzi sia morto dopo essere stato colpito da
una freccia, come mostrano le varie ferite.
“Non erano mai state trovate tracce di sangue, anche quando furono aperte alcune arterie, per cui si era
sempre pensato che il sangue non si fosse conservato o che forse Ötzi ne avesse persa una grande quantità
dalla ferita provocata dalla freccia”, spiega Albert Zink, direttore dell’Istituto per le mummie.
Analizzando le ferite, con un microscopio atomico, si è potuto registrare ogni movimento della sonda, e
ciò ha permesso una scansione molto precisa della superficie dei tessuti:
“Abbiamo ottenuto un modello a tre dimensioni dei tessuti a scala microscopica”, spiega Zink. Le
scansioni hanno rivelato la presenza di globuli rossi con la loro tipica forma. Precedenti ricerche avevano
dimostrato la presenza di sangue su alcuni strumenti preistorici, ma, come dichiara Zink, “non c’è mai
stata certezza visto che anche altre strutture hanno una forma molto simile alle cellule sanguigne umane,
come pollini o batteri”.
Per confermare che si trattasse di cellule umane, i ricercatori hanno utilizzato un’altra tecnologia che
illumina i campioni con una luce laser; poi attraverso l’analisi dello spettro della luce dispersa dai
campioni si può identificare la composizione molecolare delle sostanze. “Abbiamo ottenuto i tipici valori
che danno il sangue e l’emoglobina. Questa è l’evidenza più antica di globuli rossi”.
Con le nanotecnologie usate dai ricercatori, si sono rivelate tracce di fibrina, suggerendo così l’ipotesi di
una morte rapida. “La fibrina si forma immediatamente sulle ferite appena aperte, nel giro di pochi
minuti, ma scompare altrettanto velocemente”, spiega Zink. “La presenza di fibrina sulla ferita da freccia
conferma che Ötzi è morto subito dopo essere stato colpito dalla freccia e non nei giorni o nelle ore
successive come alcuni sostengono. Questo ormai non più sostenibile”.
Redatto da: Cosentini, Di Cairano, Loparco.
Fonte: National Geographic Italia.
3
I nuovi granchi viola
scoperti nelle Filippine
Su un'isola dell'arcipelago asiatico sono state identificate quattro nuove specie di
variopinti crostacei d'acqua dolce .
Una delle specie è stata scoperta sull'isola filippina di Palawan , da cui deriva anche il
suo nome (Insulamon palawanense) ; insieme ad altre specie Insulamon .
La particolare colorazione violetta potrebbe essersi evoluta per caso e non avere una
funzione specifica oltre a quella di costituire un segno di riconoscimento . Il granchio
viola è grande fra i 3 e i 6 centimetri circa; finora era nota solo un'altra specie
appartenente al genere, Insulamon unicorn, che era stata identificata nel 1992.
Redatto da : Santacroce – Ihnatiuc
Fonte: National Geographic Italia
4
Formiche zombie trasformate da un fungo invadono le foreste pluviali!!
Le spore lasciate da un fungo (del genere Ophiocordyceps) trasformano le formiche in zombie. Questo
fungo prende il controllo del cervello della formica,costringendola ad andare in posti freddi e umidi per
poi ucciderla.
Dopo la morte le spore fuoriescono dalla testa e vanno a contagiare altre formiche. Si potrebbe quindi
pensare che le foreste pluviali siano pericolose per le formiche, invece non è così perché c’è un altro
fungo di cui non si conosce il nome che neutralizza l’ effetto dell’Ophiocordyceps. Infatti, poiché solo il
6.5% dei funghi riesce a produrre spore, l’effetto dell’altro fungo riesce la maggior parte delle volte a
neutralizzare le spore.
Redatto da: Ciccone-Pierdominici
Fonte:National Geographic Italia
5
Nuove teorie sull’origine degli eventi sismici solari
Nel Febbraio dell’anno scorso si sono verificati
dei nuovi brillamenti solari, e alcuni astrofisici
hanno valutato una nuova teoria circa i
terremoti solari che causano l’espulsione di
flussi di raggi-x, luci ultra violetti e materia.
Nel 1998 un’èquipe di ricercatori annunciò che
sul Sole era stato rilevato un terremoto di
magnitudo 11.3, 40.000 volte superiore a
quello di San Francisco nel 1906. E nel
Febbraio del 2011 è stato rilevato un altro
terremoto di 1.000 volte superiore a quello del
Giappone del marzo passato. Le nuove
osservazioni di Zharkov e colleghi suggeriscono
che i terremoti solari non possono essere
scatenati solo dai brillamenti solari ma da altre
forze. Un’altra teoria è che vengono diffusi campi magnetici in tutta l’atmosfera solare che
potrebbero creare questi eventi sismici.
Fonte:National Geographic Italia
Redatto da: Lobello, Pieri.
6
Biomimetica , energia
pulita dalla natura
Nuove tecnologie “verdi” ispirate a processi naturali potrebbero spianare la strada a un futuro di maggiore
efficienza energetica e sostenibile.
La biomimetica consiste nel trarre ispirazione dai processi biologici della natura per risolvere problemi
umani.
Le alghe kelp, della famiglia delle Lessoniaceae sono tra le piante marine più resistenti e flessibili al mondo,
e possono crescere fino a 30 metri di altezza dal fondo marino.
Il movimento delle foglie dell'alga ha ispirato un'azienda australiana, la quale vorrebbe commercializzare un
sistema in grado di generare energia attraverso il movimento di galleggianti in movimento con le onde.
Queste alghe offrono una delle tante "tecnologie" naturali alle quali si ispirano i ricercatori nella
progettazione di sistemi energetici più puliti ed efficienti.
REDATTO DA : Santacroce-Ihnatiuc
FONTE : National Geographic Italia
7
La Terra ha un pianeta gemello
Per la prima volta la NASA conferma l'esistenza di un lontano pianeta che orbita nella zona
abitabile della sua stella: si chiama Kepler-22b e si trova 600 anni luce da noi e potrebbe
consentire la presenza di forme di vita
Le dimensioni sono inferiori a quelle di Nettuno. La regione abitabile - detta zona Goldilocks o
Cintura Verde - è quella attorno a una stella che permette alla superficie del pianeta di non
essere troppo calda o troppo fredda perché vi sia acqua allo stato liquido, permettendo quindi
alla vita come noi la conosciamo di esistere.
Sono stati trovati altri pianeti delle dimensioni di Giove e Nettuno quindi non in grado di ospitare
forme di vita.
Kepler-22b è tra i 54 pianeti di dimensioni grossomodo simili alla Terra. Ma il satellite necessita
di almeno tre rilevazioni per confermare la sua esistenza.
A quanto sembra, il nuovo pianeta ha circa 2,4 volte il raggio della Terra, ma gli astrofisici non
ne conoscono ancora la composizione: al momento infatti manca ancora un'informazione
cruciale, ovvero la massa del pianeta.
La massa di di Kepler-22b può essere calcolata con l'aiuto del nuovo megatelescopio terrestre
delle isole Canarie, che inizierà le proprie osservazioni dalla prossima primavera.
Redatto da: Coccia-Fazio
Fonte : National Geographic Italia
8
La nebulosa
La primavera è arrivata, i fiori stanno sbocciando, persino nello spazio!
Questa è NGC 7023, chiamata anche la nebulosa Iris per la sua somiglianza con il fiore.
NGC 7023 è in realtà una nebulosa a riflessione. Questa nube non brilla perché la sua
polvere e i suoi gas vengono riscaldati, ma perché viene illuminata dal riflesso delle stelle
vicine (appunto riflettendo la luce).
La nebulosa è circondata da piccole stelle, tra le quali si trova la HD 200775, responsabile
dell’illuminazione particolare che subisce Iris. Il colore blu infatti viene preso da
quest’enorme stella, battezzata ‘stella di settima grandezza’. Questa luce viene poi
diffusa dalla polvere, dando a NGC 7023 il suo colore distintivo.
Fu scoperta da William Herschel nel 1794, è visibile nella costellazione boreale di Cefeo di
cui ne fa probabilmente parte. (La sua visibilità è limitata alle regioni comprese fra
l'equatore e il Tropico del Capricorno).
La nebulosa può essere visibile con un potente binocolo, se le condizioni di osservazione
sono ottimali. Un telescopio di medie dimensioni è già in grado di rivelare alcuni particolari
della nebulosa.
La nebulosa dista da noi circa 1400 anni luce e ne misura circa 6.
Fonti: National Geographic.
Redatto da:Rossi-Catacchini
9
La Russia alla riscoperta della Luna
Mosca sogna una base permanente. Ma Europa e USA tentennano, solo la Cina sembra interessata.
I cosmonauti russi sbarcheranno sulla Luna nel 2030, il piano è stato diffuso dall’agenzia spaziale Roscosmos,
stabilendo le prime tappe nel 2020 necessarie per raggiungerla. Per la prima tappa Roscosmos sta costruendo
una sonda automatica: Luna-Glob; seguirà Luna-Resurs il cui scopo è esaminare in luogo le risorse minerarie
utilizzabili sulla Terra.
I russi sono interessati a indagare il modo opportuno per recuperare l’elio-3, che in futuro servirebbe per le
centrali a fusione nucleare, per produrre energia elettrica sulla Terra. Nel nuovo piano si precisa che è già
stato avviato lo studio per la realizzazione di un nuovo veicolo spaziale, si sta anche mettendo a punto un
nuovo e più moderno razzo vettore con varie capacità di carico, a seconda delle necessità che emergeranno
dall’esplorazione. Queste sembrano le molle che spingono i Russi verso la nuova avventura, che non sarà una
toccata e fuga come quarant’anni fa.
Infatti, Mosca vuole costruire una colonia abitata in permanenza, come sogna dall’inizio dell’era spaziale,
Vladimir Popovkin ha proposto sia all’Europa che all’America di costruire insieme la base sulla Luna. Questi
propositi resi noti anche a Pechino, cominciano a produrre i primi frutti. Mentre Mosca risponde, Washington
e le capitali europee stanno a guardare, negli Stati Uniti il presidente Obama non condivide molto la
prospettiva dell’esplorazione cosmica; in Europa invece gli interessi sono troppo divisi circa il futuro. Esiste
una disponibilità e un impegno contenuto della Germania nei confronti della Luna.
La società Astrium-Eads sta progettando a Brema un modulo di sbarco automatico, ma quello che potrebbe
cambiare le cose sarebbe un pronunciamento dei ministri della Ricerca; si riuniranno in novembre per
decidere i nuovi programmi dell’agenzia spaziale ESA. Per il momento, le previsioni non sono molto
ottimistiche su questo fronte.
Redatto da: Cordiglia e Lippo
Fonte: Corriere della Sera
10
L’invasione dei topi
vichinghi !
I ricercatori studiano il topo domestico , la ricerca ha analizzato animali odierni e resti
antichi prelevati in siti in cui sorgevano le colonie vichinghe rilevando le medesime
caratteristiche genetiche, il che ha rafforzato l'ipotesi che i topi fossero arrivati al
seguito dei coloni vichinghi in diverse regioni del Nord .
Storia:
Tra l'VIII e il X secolo d.C. i Vichinghi stabilirono nuo ve colonie in svariate regioni, tra cui
la Scozia, l'Irlanda, l'Islanda, le isole Fær Øer, Terranova e la Groenlandia.
I topi si nascondevano fra il fieno e i cereali a bordo delle navi vichinghe. In genere, come
il suo nome suggerisce, il topo domestico cerca la vicinanza con l'uomo, e l'evoluzione
della specie potrebbe essere stata determinata da questa circostanza. Le prime
testimonianze di coesistenza tra uomini e topi sono state rinvenute nella cosiddetta
Mezzaluna Fertile e vanno dall' 8.000 al 6.000 a.C. circa.
REDATTO DA : Santacroce – Scoppettuolo
FONTE: National Geographic Italia
11
Salvate la tigre!!
Ne sono rimaste meno di 4.000. Gli ecologi stanno cercando di far convivere il felino
più possente con gli esseri umani. I mezzi per impedire l’estinzione non mancano. Le
tigri possono vivere in molti habitat diversi, dalle fredde pendici dell’Himalaya ai
mangrovieti tropicali dell’India e del Bangladesh. La tigre, Panthera tigris, è il più
grande dei grandi felini. Uno dei carnivori più micidiali, eppure, con quel manto
color miele ravvivato da fiamme nere, è fra le più belle creature del mondo. Artigli
lunghi anche dieci centimetri, denti che spezzano le ossa. Va a 55 km orari, gli occhi
hanno una membrana che riflette la luce; è questo il segreto della sua vista notturna
e degli occhi che brillano al buio. Il suo ruggito può essere udito a quasi due
chilometri di distanza. I nemici della tigre sono: la perdita dell’habitat, esasperata
dal boom demografico; la povertà, che induce al bracconaggio delle prede e,
soprattutto, il brutale contrabbando di parti del corpo di tigre per il mercato nero
cinese.
Fonte:National Geographic Italia
Scritto da: FAZIO -IHNATIUC
12
La NASA ha annunciato per il 2022 il lancio di una navicella
La navicella spaziale avrà il nome JUICE = JUPITER ICY MOON EXPLORER, e sarà
destinata all’esplorazione di Giove e dei suoi 3 satelliti.
"Sarà la prima sonda robotizzata progettata espressamente per esplorare un
oceano extraterrestre. Pensiamo che sotto le coltri di ghiaccio di Ganimede ed
Europa ci siano oceani di acqua liquida: e la Terra insegna che dove c'è acqua
liquida di solito c'è vita" ha affermato Kevin Hand, planetologo del Jet
Propulsion Laboratory della NASA . La navicella arriverà nel sistema di Giove
nel 2030. Invierà sulla Terra caratteristiche di Giove e dei suoi satelliti.
La missione durerà 3 anni ed esaminerà la
crosta ghiacciata del satellite Europa, e ci
atterrerà. Nel 2032 la sonda entrerà
nell’orbita della luna più grande di Giove
(Ganimede).
La sonda svelerà informazioni sulla
composizione chimica dell’acqua dei
ghiacciai.
Un altro compito della sonda è individuare
eventuali segnali di vita, inoltre, la sonda
raccoglierà dati sulla formazione e
l’evoluzione del pianeta. L’ Italia
contribuirà nella missione costruendo parte
dell’ equipaggiamento.
Redatto da: De Propris, Lobello, Pieri
Articolo preso da: National Geographic
13
Un’immagine della foto mosaico navigabile ad altissima
risoluzione
Il 17 aprile il Discovery,lo shuttle più “anziano” è stato trasportato sulla groppa di un Boeing 747
all’aeroporto Dulles di Washington. Questo sarà esposto al pubblico in un museo in Virginia.
I visitatori non saranno autorizzati a entrare nella cabina di comando quindi i fotografi del
National Geographic hanno scattato una serie di foto ad alta risoluzione.
La NASA e la United Space Alliance hanno consentito l’accesso alle navette subito dopo le loro
ultime missioni.
La vicepresidente Susan Poulton e il fotogiornalista Jon Brack hanno passato 30 ore dentro e
intorno ai tre shuttle pensionati: Discovery, Endeavour e Atlantis riprendendoli in ogni dettaglio.
Poulton è da sempre una fan degli shuttle ed ha assistito a 19 decolli e 57 tentativi.
Nella foto interattiva del ponte di comando, si può zoomare fino a svelare un elemento della
leva “Bob” . Questa leva dall'aspetto insolito controlla il carrello anteriore del velivolo. Per
renderlo più semplice da manovrare, è avvolta da un tubo di plastica. Durante il viaggio
inaugurale dell'Atlantis, nell'ottobre del 1985, il comandante Karol J. Bobko scoprì che era molto
difficile manovrare la leva durante l'atterraggio con le mani avvolte dai pesanti guanti della tuta
pressurizzata. Dopo la missione, un po' per scherzo, un po' per effettiva necessità, gli addetti
alla manutenzione dello shuttle aggiunsero il tubo di plastica, presto adottato in tutte le navette
e soprannominato "Bob" dal nome del comandante. Il programma shuttle non si limita alle
navette, e Poulton e Brack vogliono immortalare anche altri elementi prima che siano distrutti:
"Le piattaforme di lancio, gli alloggi per l'equipaggio, i pulmini che li trasportavano al decollo:
vogliamo documentare tutto", afferma Brack .
REDATTO DA : Tarquini , Lommi
FONTE : National Geographic
14
Alla riscoperta del
Titanic
Deterioramento del Titanic
Il Titanic scomparve il 15 aprile del 1912. Solo nel 1985, una spedizione riuscì a
localizzare il relitto nell'Atlantico del Nord. Ora, secondo gli scienziati il transatlantico è
vittima di organismi che corrodono il metallo,di correnti sottomarine e forse di
negligenza umana. Quello che ne resta potrebbe dissolversi per sempre.
Tetti sfondati, la poppa che sta per crollare, la coffa (da dove fu avvistato l’iceberg) che
non esiste più: le spedizioni precedenti hanno mostrato che il relitto è in un grave stato
di degrado.
"Ognuno ha la sua opinione", dice il ricercatore Bill Lange."C'è chi dice che la prua
crollerà nel giro di un paio d'anni, e chi pensa che il Titanic resterà più o meno intatto
per altri secoli".
In fondo all'oceano, sullo scafo del Titanic,cresce una specie di batteri mai
identificata prima,che potrebbe essere responsabile del rapido degrado del relitto.
Gli scienziati della Dalhousie University hanno raccolto campioni delle formazioni di
ruggine (icicles in inglese) che crescono sul Titanic. Si sapeva già che gli icicles pullulano
di funghi e batteri, ma nessuno aveva ancora identificato le singole specie.
Le studiose Henrietta Mann e Bhalveen Kaur, ricercatrici all'Ontario Science Centre,
hanno scelto di isolare e studiare uno dei batteri che infestano lo scafo,scoprendo che si
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tratta di una nuova specie e che appartiene a una famiglia che non era mai stata trovata
in acque così profonde.
Alcuni esperti vorrebbero arrestare il degrado, uccidendo i parassiti e isolando lo scafo
dalle correnti con uno scudo protettivo. In questo modo il Titanic resterebbe intatto per
anni e visibile ai turisti e ai realizzatori di documentari.
Ma, ribatte Kaur, "se proteggiamo il relitto, non potremo più studiare l'avanzamento del
degrado, che invece è un processo interessante per la scienza". Analizzare i batteri che
"divorano" i metalli a tali profondità. infatti, potrebbe essere utile per capire come
proteggere i pozzi petroliferi o come smaltire i relitti delle altre navi.
Bill Lange fa parte di una nuova spedizione la quale partirà dal Canada, non molto
distante dal relitto della nave, adagiata sul fondo marino a 3.800 metri di profondità.
Questa spedizione è programmata per cercare di determinare in che stato è il
relitto,quanto potrà durare e creare un modello che possa preservarlo almeno
virtualmente.
La missione durerà 20 giorni e verranno utilizzati dei sommergibili telecomandati per
effettuare una completa analisi archeologica del fondale,su cui sono adagiati i resti della
nave. Il Titanic si spezzò in due parti prima di affondare e ora poppa e prua giacciono a
circa mezzo chilometro di distanza l'una dall'altra.
Grazie a migliaia di fotografie e video ad alta definizione e a misurazioni raccolte con il
sonar sarà creata una riproduzione tridimensionale dell'intero sito, che permetterà a
scienziati ed esploratori di esaminarlo in ogni dettaglio. Inoltre, sarà studiata l'acqua
circostante per determinare la sua capacità di sostentare la vita marina, una delle
principali cause del deterioramento del relitto.
Dettagli di affondamento sul Titanic
Qualche minuto prima dell’affondamento del Titanic,la nave stava virando a babordo ad
una velocità di 22 nodi,e colpiva l’iceberg con la fiancata,il capitano (Murdoch) cercò di
allontanarsi dal pezzo di ghiaccio tentando di evitare di compromettere le eliche. In
poco tempo si allagarono i primi cinque compartimenti e la prua cominciava a colare a
picco,l’inclinazione era intorno ai 9° e tutta la nave iniziava ad affondare. A questo
punto la base dei fumaioli collassò, la poppa iniziò ad alzarsi e dopo poco tempo si
spezzò in due parti,la prua affondò,infine la poppa si mise in posizione verticare e
implose.
Fonte:National Geographic
Redatto da: Di Cairano, Loparco
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