dott. arch. luisella taviano
RELAZIONE TECNICA GENERALE
Lavori di ristrutturazione dell'officina ex SEP
da adibire ad autorimessa, magazzino ed officina mezzi nautici della
Capitaneria di Porto di Terracina
12/CDP/L/0158/00
BREVI CENNI SULLE CARATTERISTICHE PAESAGGISTICHE, AMBIENTALI
DEI LUOGHI IN CUI SI INSERISCE L’INTERVENTO:
Terracina appartiene alla provincia
di Latina e dista 35 chilometri dalla
città e soli 100 Km da Roma. Conta
36.633 abitanti e si estende per
una superficie pari a 136,4
chilometri quadrati per una densità
abitativa di 268,57 abitanti per
chilometro quadrato circa.
La città di Terracina è dominata dal
Tempio di Giove Anxur da cui si
vede tutto l'arcipelago delle isole
pontine, sorge a 22 metri sopra il
livello del mare e risulta essere
circondata dai Monti Ausoni.
Il centro storico è pieno di strutture, fabbricati, edifici monumentali di epoche differenti,
mentre la città moderna si è ampliata intorno al settecentesco Borgo Pio fino a svilupparsi
lungo la zona costiera di Terracina.
Il grande distretto nativo di Terracina, quello litoraneo, quello di pianura e principalmente,
quello collinare dei Monti Ausoni, conserva ancora tanta parte di quella bellezza
paesaggistica-naturale nativa.
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BREVI CENNI STORICI SULLA CITTA’ DI TERRACINA
L’età Antica
Il Centro Storico di Terracina sorge su due modeste alture prospicienti il mare: quella più
bassa fu sede dell‟abitato originario, mentre quella più elevata, denominata Colle di S.
Francesco, venne destinata all‟acropoli.
Le prime fasi storiche sono conosciute solo attraverso le fonti letterarie. Dapprima centro
ausonico, alla fine del VI sec. a.C. la città dovette essere già sotto l‟influenza romana,
come dimostrerebbe la sua menzione nel primo trattato romano-cartaginese citato da
Polibio.
In seguito fu occupata dai Volsci, che le mutarono il nome da Terracina in Anxur; a questa
fase potrebbero spettare alcuni tratti delle mura in opera poligonale visibili in più punti
sotto la cinta tardo-antica.
Altri tratti appartengono invece alle fortificazioni
che i romani, dopo aver riconquistato la città
nel 406 a.C., realizzarono in occasione della
fondazione di una colonia marittima, nel 329
a.C.
Alcuni anni dopo, nel 312 a.C., la città venne
attraversata dalla Via Appia, che unendo Roma
con Capua, costituiva un fondamentale asse di
penetrazione militare e commerciale verso le
ricche zone meridionali della penisola.
Grazie all‟Appia, che consentiva rapidi
collegamenti con Roma, e alla presenza di un
porto, l‟importanza di Terracina crebbe: la città,
divenuta un notevole centro agricolo per lo
sfruttamento intensiva della fertile vallata posta
a occidente, cominciò infatti ad ampliarsi nella
parte bassa contigua al mare.
L‟originario abitato fu pertanto destinato a
divenire una zona monumentale caratterizzata
da dimore signorili. Dopo la ristrutturazione, alla
fine del II sec. a.C., dell‟area sacra dell‟acropoli, si ebbe una prima trasformazione
urbanistica in età sillana - primi decenni del I sec. a.C.), quando veri monumenti in opus
incertum (tra cui il teatro) vennero realizzati contemporaneamente alla ricostruzione del
grandioso santuario di Monte S. Angelo.
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Una nuova trasformazione avvenne nella prima
età imperiale, tra la fine del I sec. a.C. e l‟inizio
del secolo successivo: in questo periodo
Terracina alta vide infatti l‟edificazione, in forme
imponenti, del nuovo foro da parte del magistrato
locale A. Aemilius. Insieme alla piazza,
circondata da portici, furono inoltre costruiti edifici
religiosi e civili che fecero di questa area un
complesso monumentale degno delle maggiori
città dell‟impero. Il taglio del Pisco Montano, la rettifica dell‟Appia e la ricostruzione del
porto, opere probabilmente realizzate da Traiano (98-117 d.C.), dovettero contribuire ad
un ulteriore sviluppo urbanistico della parte bassa dell‟abitato; la zona alta fu invece
interessata soprattutto da ristrutturazioni e rifacimenti delle vecchie domus, come dimostra
il rinvenimento, alcuni anni fa, di un peristilio con mosaici del II-III sec. d.C. nei pressi del
"Capitolium".
Un ultimo significativo intervento si ebbe nei primi decenni del V sec. d.C. quando, in
occasione delle invasioni barbariche, l‟antica cinta volsco-romana fu sostituita da una
nuova fortificazione comprendente anche una porzione della città bassa.
L’età Medievale
Nel corso del Medio Evo la storia urbana di
Terracina venne profondamente segnata da
una trasformazione che mutò notevolmente il
ruolo e l‟immagine della città antica.
Per quanto riguarda il Centro Storico, se la
fase Paleocristiana (IV-VI sec.) è nota solo
attraverso le fonti letterarie, maggiori dati si
hanno invece per la fase bizantina (VI-VII
sec.), quando si accentuò la funzione di piazzaforte militare che la città aveva già
acquisito, all‟inizio del V sec. d.c., con la creazione di un nuovo circuito murario in parte
sovrapposto a quello volsco-romano.
Nel periodo carolingio (VIII-IX sec.) Terracina fu
compresa nel nuovo Stato della Chiesa; di
conseguenza anch‟essa fu oggetto, a partire da
Adriano I (772-795), di quel grande tentativo di
rinnovamento spirituale e materiale che
coinvolse Roma e i suoi domini: a questa fase
infatti dovrebbero appartenere la fondazione di
alcune chiese urbane, l‟organizzazione delle
parrocchie, il sostegno alle chiese martoriali
della Valle e ai monasteri extraurbani di
S.Michele e di S.Stefano. Probabilmente alla fine del X sec., con la crisi del papato e lo
strapotere delle famiglie locali, Terracina fu interessata dal fenomeno dell‟incastellamento:
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pertanto, allo scopo di controllare politicamente
la città e il suo territorio, forse ad opera dei
Crescenzi venne avviata l‟edificazione di un
imponente
castello,
poi
denominato
"Frangipane" dalla famiglia dei nobili romani
che lo occupò dal 1153 al 1202.
A questa stessa fase appartiene, oltre al
consolidamento di una parte del circuito
murario, anche la nascita della tipica edilizia di
arroccamento nel settore urbano adiacente al
castello. Successivamente, grazie al notevole
aumento demografico determinatosi in età
romana (XI-XII sec.) a causa dell‟inurbamento,
Terracina
si
ampliò
progressivamente;
nacquero così, addossati alle mura taro-antiche
e in corrispondenza delle porte urbiche, i due
borghi murati all‟esterno di Porta Maggio (detto
"di Cipollata") e fuori Porta Albina (lungo la
Salita dell‟Annunziata) e i due borghi aperti
posti fuori Porta S.Gregorio (attorno all‟attuale
via di Porta Romana), fuori Porta Romana (lungo l‟odierna via G.Antonelli, nella città
bassa) e fuori Porta Nuova.
Il rinnovamento della fase romanica, contrassegnata dall‟istituzione del Comune, fu inoltre
reso manifesto da importanti interventi in campo edilizio, quale il rifacimento della
Cattedrale e lo sviluppo delle abitazioni private di tipo monumentale, in particolare delle
case-torri.
Con il periodo gotico (XIII-XIV sec.), si riscontra
a Terracina una riorganizzazione urbanistica
fondata non più sulle parrocchie altomedievali,
bensì sul recupero dell‟impianto antico e sulla
creazione di un‟edilizia pubblica e privata
ordinata e decorosa: oltre allo sviluppo dei
Borghi e al completamento della Cattedrale, si
assiste in questa fase al completamento del
palazzo civico e all‟erezione delle eleganti
domus gotiche a più piani.
Non meno rilevante risulta inoltre, in concomitanza con la fondazione degli ordini
mendicanti, l‟edificazione dei due conventi suburbani di S.Domenico e di S.Francesco, le
cui linee architettoniche furono direttamente ispirate dai cantieri delle abbazie cistercensi.
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L’età Moderna
La fase moderna del Centro Storico alto costituisce un riferimento importante per
comprendere l'ultima significativa trasformazione urbana di Terracina. Le Costituzioni
Egidiane (1357) aprono tale periodo avviando il
processo attraverso il quale, accanto al declino
dell'esperienza comunale, si affermerà una
nuova organizzazione politico-amministrativa
dello Stato Pontificio che si conserverà fino al
1870. Durante il '400 l'ancora incerta presenza
dello Stato, le mire espansionistiche dei re di
Napoli e il conseguente sviluppo delle lotte
intestine tra nobiltà, borghesia e popolo
provocarono la decadenza della città, ponendo
così fine al Medio Evo.
Nel '500 questa tendenza si accentuò: alla
perdita progressiva dell'autonomia comunale,
determinata anche dal continuo intervento
dell'autorità centrale per in conflitti interni e i
frequenti abusi, si aggiunsero molti problemi
derivati dai saccheggi dai pirati barbareschi
lungo le coste tirreniche e, soprattutto, il
flagello dell'infezione malarica, che dal 1520
circa falcidiò con falsi alterne la popolazione,
provocando un vero collasso demografico nella comunità terracinese. Tuttavia è proprio in
questo periodo che si registrarono le prime concrete testimonianze della trasformazione, in
senso moderno, della struttura urbana ad opera delle nuove famiglie (i Savio, i Garzonio, i
Goffredi, i de Taxis, i de Romains, i Gavotti ecc.) che non solo acquistano e restaurano le
antiche domus medievali, modificandole nel tipo del palazzo rinascimentale, ma ne
costruiscono ex novo delle altre.
Sin dai primi decenni del '600 l'impegno dello Stato Pontificio verso il ripopolamento,
attuato richiamato famiglie dei paesi vicini attraverso la distribuzione gratuita di terre e le
esenzioni fiscali, favorì una lenta ma continua ripresa, i cui riflessi maggiori si trovano,
oltre che nell'edilizia civile, sopratutto in quella religiosa.
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Vanno almeno ricordati in tal senso la ricostruzione della chiesa di S. Giovanni (già di
S.Lorenzo), l'erezione della cappella di S. Domitilla per volontà del vescovo Pomponio de
Magitris (1608-1614), il rifacimento della chiesa della Madonna delle Grazie e del
Vescovado ad opera del vescovo Cesare Ventimiglia (1615 - 1645). Con il '700 si assiste
alla completa rinascita della città e alla sua
ultima trasformazione, completata nel corso
dell'800, che ha dato l'attuale fisionomia. Se
nella prima metà del secolo continua la
crescita urbana con la realizzazione di alcune
grandi fabbriche, tra cui il Palazzo Vitelli e il
Palazzo de Vecchis, è tuttavia nella seconda
metà che si riscontra una svolta decisiva,
quando Terracina diviene il centro politico,
amministrativo e tecnico della grande bonifica
delle Paludi Pontine voluta da Pio VI.
La città alta, completamente smilitarizza mediante la modifica dell'antica funzione di
piazzaforte, venne resa residenziale anche nelle strutture fortificate e fu collegata con la
pianura abbattendo le due porte principali e parte del circuito muratorio tardo-antico posto
a sud. In campo religioso e civile, oltre ad alcuni notevoli edifici privati, spiccano
particolarmente la Cattedrale e il Vescovato. Il Palazzo Braschi e quello della
Bonificazione Pontina, la chiesa del Purgatorio e il Palazzo dei Forni, Porta Romana e
Palazzo Risoldi, Palazzo Cardinali e le Case Angeletti.
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-
A LIVELLO DI PIANIFICAZIONE COMUNALE:
In relazione agli strumenti di pianificazione di livello comunale, il Comune di Terracina
dispone di PIANO REGOLATORE GENERALE, la cui adozione è stata sancita con
deliberazione del Consiglio Comunale n° 4 del 19/01/1971 e successivamente approvata
dalla Regione Lazio con deliberazione di Giunta n°873 del 28/11/1972.
-
A LIVELLO SOVRACOMUNALE:
In relazione agli strumenti di pianificazione e di programmazione del territorio di livello
sovracomunale, l‟area oggetto di studio è compresa nel:
P.T.P. AMBITO TERRITORIALE N. 13 - "TERRACINA-CEPRANO-FONDI" SUB. AMBITO 2
(L.R. n. 24 del 06.07.1998 suppl. ord. N. 1 al BUR n. 21 del 30 luglio 1998)
ricade negli ambiti del P.T.P. zona O/d - area di tutela orientata normata dall‟art. 46
P.T.P.R. (L.R. 24/98) ricade nella TAVOLA N. 40 ed in particolare:
nella Tav. 40/A – Sistemi ed ambiti del paesaggio
nella Tav. 40/B – Beni paesaggistici
nella Tav. 40/C – Beni del patrimonio naturale e culturale e azioni strategiche del
P.T.P.R.
L‟area è classificata come
Tav. 40/A : paesaggio insediamenti urbani
Tav. 40/B : fascia di protezione coste marittime normata dall‟art. 33
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DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO E DELLE CARATTERISTICHE
DELL’OPERA
La presente relazione tecnica riguarda i lavori di ristrutturazione degli edifici siti
nel Comune di Terracina, via del Molo da adibire ad autorimessa, magazzino ed
officina mezzi nautici della Capitaneria di Porto di Terracina.
Detti fabbricati sono ubicati all‟interno di un‟area più vasta dove insistono altri edifici
oggi parzialmente utilizzati dalla capitaneria.
Tutta l‟area cortilizia risulta delimitata da recinzione provvista di cancelli di ingresso.
I fabbricati, individuati nei grafici di progetto con le lettere A e B risultano realizzati
intorno agli anni ‟50 con struttura portante in c.a.: le fondazioni dell‟immobile sono
in c.a. del tipo a plinti isolati con travi di collegamento, le strutture portanti in
elevazione, sempre in c.a.
risultano costituite da pilastri e
travi.
La copertura dell‟edificio B risulta
a doppia pendenza, realizzata in
lamiera grecata poggiante su
una struttura reticolare spaziale
molto esile e con spessori
minimi, mentre per quanto
riguarda l‟edificio A la struttura
portante dei due ambienti
sempre a doppia falda è stata
realizzata con travi reticolari
composte da più elementi di
diverso spessore, misura e
tipologia non rispondenti alla
normativa vigente dal punto di
vista statico e con ancoraggi
non idonei.
Il tutto risulta non solo non
rispondente
alla
normativa
antisismica,
ma
anche
difficilmente
verificabile
dal
punto di vista sismico.
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E‟ bene evidenziare che una falda dell‟edificio A risulta essere stata realizzata in
cemento amianto (eternit).
Questa
presenza
comporta
lo
smontaggio delle lastre di copertura, il
loro trasferimento a terra e successivo
imballaggio e trasporto in discarica.
La
bonifica
amianto
mediante
rimozione è il metodo di bonifica che
elimina radicalmente e definitivamente
ogni rischio di emissione di fibre
nell‟aria.
Tutte le fasi dell'intervento per la
bonifica amianto devono essere
impostate e realizzate adottando idonee misure per limitare al minimo la
dispersione di fibre nell‟ambiente. Le lastre da rimuovere durante la bonifica
amianto devono essere preventivamente trattate superficialmente con resine
sintetiche la cui azione pellicolante impedisce l‟emissione di fibre sia durante lo
smontaggio che durante le fasi successive.
Lo stato di conservazione del manufatto può considerarsi, nonostante lo stato di
totale abbandono della struttura e la evidente assenza di opere di manutenzione e
mantenimento della stessa, in parte buono per quanto attiene la struttura primaria
verticale in c.a. e delle tamponature perimetrali, mentre per quanto riguarda le
opere di rifinitura, intonaci e tinteggiature e soprattutto gli infissi, in stato di
abbandono e degrado.
Le strutture a supporto delle coperture, risultano per lo più ossidate, ma cosa molto
più importante, non idonee dal punto di vista statico a supportare qualunque tipo di
copertura, anche la più leggera.
Le pavimentazioni, completamente isolate dai sottostanti massetti, sono
parzialmente presenti e leggibili nelle loro diverse tipologie, klinker e marmittoni di
graniglia; l‟impianto elettrico risulta non rispondente alla normativa vigente.
Il recupero a livello strutturale, impiantistico ed architettonico dovrà conferire agli
edifici oggetto del presente appalto, il ruolo di supporto all‟attività della Capitaneria
di Porto di Terracina all‟interno dei quali realizzare un‟autorimessa, un deposito ed
un magazzino dei materiali sottoposti a sequestro.
Sarà inoltre eseguito l‟impianto elettrico e quanto altro occorra per rendere gli edifici
agibili secondo le disposizioni e normative vigenti ed in ogni caso gli stessi saranno
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oggetto di idonei collaudi e successive certificazioni come attualmente previsto per
legge.
Da un‟attenta analisi dello stato di fatto ed individuando quelle che dovrebbero
essere le future destinazioni delle strutture esistenti, si può evidenziare che i lavori
riguarderanno principalmente il recupero dell‟edificio nella sua originalità ed il
recupero di tutte quelle matrici tipologiche e materiche proprie dell‟edificio così
come pensato all‟epoca di costruzione.
L‟obiettivo è quello di realizzare una struttura attuale, capace di vivere e rispondere
a buona parte delle attuali esigenze del capitaneria senza stravolgere la memoria
del luogo e del manufatto.
Per quanto riguarda le finiture del nuovo corpo di fabbrica (pavimentazioni,
tinteggiature, infissi, ecc.), queste saranno realizzate in continuità con quanto già
presente negli immobili esistenti, senza alterare internamente ed esternamente
l‟originale aspetto dei fabbricati.
Da ciò scaturiscono una serie di scelte progettuali che possono così individuarsi:
recupero ex struttura SEP attraverso la conservazione degli infissi che
verranno smontati puliti - carteggiati- trattati con antiruggine e tinteggiati,
sostituiti i vetri non rispondenti alla normativa vigente in materia di sicurezza
e di prevenzione degli infortuni, con infissi del tipo VISARM;
conservazione della copertura a tetto, con copertura a falde inclinate che
verranno unicamente sostituite con pannelli leggeri tipo ISOPAN;
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conservazione di tutte le finestrature ed aperture originali;
recupero quanto più possibile di tutto ciò che costituisca “memoria” del
luogo;
riproposizione di materiali di finitura, ancora oggi in produzione, simili a quelli
originali;
I lavori di ristrutturazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria possono
essere così descritti:
RIMOZIONI :
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
RIMOZIONE DEL MANTO DI COPERTURA IN AMIANTO (1 FALDA)
RIMOZIONE DEL MANTO DI COPERTURA IN LAMIERA GREGATA
RIMOZIONE CAPRIATE RETICOLARI A SOSTEGNO COPERTURA
RIMOZIONE VETRI DEI PORTONI E FINESTRE ESISTENTI NON RISPONEDENTI ALLA NORMATIVA VIGENTE
RIMOZIONE IMPIANTO ELETTRICO ESISTENTE NON RISPONEDENTE ALLA NORMATIVA VIGENTE
DEMOLIZIONE PORZIONI DI MURATURA PERIMETRALE PER CREAZIONE ACCESSI AL GARAGE MEZZI C.P.
RIMOZIONE PAVIMENTAZIONE ESISTENTE
PARZIALE SPICCONATURA INTONACI
NUOVE OPERE:
9) PONTEGGIO ESTERNO DI FACCIATA IN STRUTTURA METALLICA TUBOLARE, SISTEMA A TELAIO :
10) NUOVA STRUTTURA METALLICA ORIZZONTALE-VERTICALE (STUTTURA INDIPENDENTE) PER SOSTEGNO
NUOVA COPERTURA
11) NUOVA COPERTURA LEGGERA A TETTO SPIOVENTE “ TIPO ISOPAN”
12) SMONTAGGIO E RIMONTAGGIO INFISSI ESTERNI PREVIA MANUTENZIONE/REVISIONE ESEGUITA
MEDIANTE CARTEGGIATURA, PULIZIA, VERIFICA DELLE CHIUSURE, SOSTITUZIONE DI FERRAMENTA E
SUCCESSIVO TRATTAMENTO ANTIRUGGINE E TINTEGGIATURA
13) MANUTENZIONE/REVISIONE DEL CANCELLO di ingresso ESISTENTE
ESEGUITE MEDIANTE
CARTEGGIAUTURA, TRATTAMENTO ANTIRUGGINE E SUCCESSIVA VERNICIATURA
14) NUOVE LASTRE DI VETRO ANTISFONDAMENTO, TRASPARENTI, TIPO VISARM O SIMILARI PER PORTONI
ESISTENTI E FINESTRE PREVIO FISSAGGIO CON NUOVO TELAIO INTERNO IN FERRO
15) POSA IN OPERA SERRANDE BASCULANTI O AVVOLGIBILI PER ACCESSI CARRABILI GARAGE MEZZI
CAPITANERIA DI PORTO
16) REALIZZAZIONE DI SOLETTA IN CEMENTO carrabile ARMATA CON DOPPIA RETE ELETTROSALDATA
17) REALIZZAZIONE TRAMEZZATURA (di divisione garage mezzi capitaneria) IN BLOCCHI DI LATERIZIO
FORATI DI SPESSORE cm 20
18) MASSETTO DI SOTTOFONDO PAVIMENTAZIONE
19) NUOVA PAVIMENTAZIONE:
- DEL TIPO CARRABILE ESEGUITO IN PIASTRELLE DI KLINKER O SIMILARI
- IN PIASTRELLE DI KLINKER O MONOCOTTURA
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20)
21)
22)
23)
24)
25)
26)
27)
IMPIANTO ELETTRICO
IMPIANTO IDROSANITARIO DI RACCORDO ALLA FOGNATURA ESISTENTE
REALIZZAZIONE INTONACO PREMISCELATO DEL TIPO CIVILE PER INTERNI
REALIZZAZIONE INTONACO PREMISCELATO PER ESTERNI
TINTEGGIATURA PER ESTERNI CON PITTURA MINERALE A BASE DI SILICATI A DUE MANI A COPRIRE
TINTEGGIATURA SEMILAVABILE DEL TIPO CIVILE PER INTERNI
TUBI DI LAMIERA IN RAME O IN FERRO ZINCATO DELLO SPESSORE DI 6/10 mm PER PLUVIALI
CANALE DI GRONDA IN RAME O LAMIERA DI FERRO ZINCATO, COMUNQUE SAGOMATO DELLO
SPESSORE DI 6/10 mm
24) REALIZZAZIONE NUOVO SERVIZIO IGIENICO
- TRAMEZZATURE CON LATERIZI AD UNA TESTATA DI SPESSORE cm 12
- PAVIMENTO ESEGUITO CON PIASTRELLE DI GRES FINE PORCELLANATO O IN MONOCOTTURA
- RIVESTIMENTI IN CERAMICA SMALTATA h.ml 2,00
- N. 2 PORTE IN PVC cm 80x210 COMPLETE DI TELAIO E CONTROTELAIO
- SANITARI ( 1 WC, 2 LAVABI, 1 PIATTO DOCCIA )
Le predette opere non risultano in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o
approvati e con i regolamenti edilizi vigenti, non modificano la destinazione d'uso
né la sagoma del fabbricato, non comportano aumento delle superfici utili e
verranno realizzate nel rispetto delle caratteristiche originali strutturali, tipologiche e
funzionali della costruzione senza recare danno alla statica dell'immobile e nel
rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie.
I lavori saranno tutti eseguiti nel rispetto della tipologia originale del fabbricato
oggetto della presente relazione e dei fabbricati limitrofi, finalizzati alla
conservazione, al recupero e alla valorizzazione dei caratteri architettonici
dell‟edificio.
Le opere d‟intervento saranno tutte eseguite nel rispetto del contesto paesaggistico
circostante senza alterare l‟aspetto originale del fabbricato stesso.
I suddetti interventi di riqualificazione hanno l'obiettivo di contribuire al
miglioramento della qualità architettonica degli edifici e in virtù della conservazione
della memoria storica in ogni suo aspetto e carattere, s‟intende intervenire con
l‟impiego di materiali e tecniche originarie o ad esse affini.
EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
L‟impatto dell‟intervento oggetto della presente relazione tecnica risulta nel
complesso estremamente limitato, in quanto trattasi esclusivamente di opere di
manutenzione ordinaria e straordinaria e di ristrutturazione da eseguirsi in un
fabbricato realizzato intorno agli anni „50.
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L‟intervento dunque non arrecherà danni temporanei e/o permanenti all‟area in
oggetto né dal punto di vista paesaggistico né sotto il profilo vegetazionale.
Nell‟ambito delle opere di mitigazione e nelle prescrizioni operative in fase di
cantiere saranno messe in atto tutte le misure preventive necessarie al fine di non
arrecare danni agli immobili circostanti.
L‟intervento edilizio, così come pensato e progettato, verrà realizzato senza creare
alcuna distonia o disomogeneità con gli edifici circostanti, valorizzando il contesto
urbano in cui si trova.
In particolare, per quanto riguarda il rifacimento della tinteggiatura esterna,
verranno proposte colori chiari e tonalità cromatiche in analogia con quelle
esistenti.
Gli eventuali cambiamenti indotti dalla cantierizzazione e dalla fase operativa
dell‟opera in progetto possono così riassumersi:
1occupazione del suolo per installazione di cantiere o depositi provvisori;
2 - emissione di gas di scarico, rumori e vibrazioni, anche se minimo e
temporaneo.
In relazione ai flussi di traffico, la realizzazione e l‟esercizio delle opere in progetto
non comportano aumenti di nessun genere che possano alterare la qualità dell‟aria.
Non si individuano pertanto particolari misure di mitigazione.
Il Tecnico
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