nota storica - CAI Cividale

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STEFANO VOGRIG
Patriota delle Valli del Natisone ed Eroe del Risorgimento Italiano
di
Mariano Moro
Nel novembre del 1999, sul Municipio del Comune di San Leonardo, l’Associazione Nazionale
Combattenti – Valli del Natisone, ha fatto apporre una targa commemorativa dedicata a Stefano
Vogrig, con la seguente incisione:
AL PATRIOTA
STEFANO VOGRIG
MAGGIORE NELL’ESERCITO ITALIANO
NOBILITA’ SUI CAMPI DI VALORE
1
CALASTRA DI SAN LEONARDO DIEDE I NATALI
NEL 1° NOVEMBRE 1823
CIVIDALE LO PIANSE
NEL 27 MAGGIO 1886
COMABATTE’ PER L’INDIPENDENZA NEL 1848
CONTRO GLI AUSTRIACI NEL 1849
IN CRIMEA NEL 1855
A SAN MARTINO NEL 1859
AD ANCONA E GAETA NEL 1860
CONTRO I BRIGANTI NEL 1866
LASCIO’ INVIDIABILE ESEMPIO
DI VIRTU’ DOMESTICHE E CITTADINE
DECORATO DI 6 MEDAGLIE AL V.M.
Stefano Vogrig , di Stefano e di Maria Terlicher, nacque il 1° novembre 1823 a Calastra ed era
l’ultimo di nove figli1.
Frequentò gli studi umanistici nel seminario di Udine e il suo nome comparve nelle annate 1838 1841, ove fu giudicato studente Eminentes (Eminente) nel comportamento e nelle varie discipline.
A 18 anni si ritirò dagli studi e a 21 entrò, con la ferma di leva di anni otto, nell’Esercito del Regno
Lombardo-Veneto ed incorporato nel 26° Reggimento di fanteria “Ferdinando d’Este”, di stanza a
Udine2.
La sera del 17 marzo 1848, quando le notizie della rivoluzione viennese e delle rivolte scoppiate
nelle altre città italiane giunsero anche a Udine, Stefano Vogrig, come molti suoi compaesani e altri
400 commilitoni appartenenti al 26° Reggimento, imbracciò le armi in difesa della città di Udine e
delle Valli del Natisone che si erano sollevate contro il giogo austriaco congiuntamente alla
nascente Repubblica di San Marco. I moti patriottici udinesi furono repressi e capitolarono dopo
appena un mese dall’insurrezione3.
Dopo che la città di Udine si arrese all’Armata Austriaca del Generale Laval Nugent di Westmeath,
Stefano Vogrig raggiunse Padova e si unì alla Legione Universitaria, formata da ardimentosi
1
Stefano Vogrig, nato il 26 dicembre 1777, e Maria Terlicher di Osgnetto ebbero nove figli: Marianna, Marianna, Maria, Valentino, Maria,
Giuseppe, Giovanna e Stefano (1.01.1823).
2
A Udine era stanziato il 3° Battaglione del Reggimento di Fanteria “Ferdinando d’Este” n.26 quasi tutto composto di elementi friulani ed era
comandato dal Maggiore Giuseppe Reichlin Meldedegg.
3
Le vicende riguardanti il glorioso episodio della difesa di Udine e delle Valli del Natisone durante la Prima Guerra di Indipendenza del 1848 sono
descritte nella nota storica relativa all’escursione sul Monte San Martino effettuato dalla nostra sezione in data 3 aprile 2011.
2
studenti e altri giovani volontari, che al comando del Colonnello Gustavo Bucchia si trasferì a
Vicenza, ove la Legione era stata inviata.
Quando anche la Repubblica di San Marco stava per soccombere agli austrici4, egli non si recò,
come alcuni suoi conterranei, a Venezia per l’ultima resistenza ma si arruolò nell’Armata Sabauda
con la quale partecipò in seguito alla vittoriosa battaglia di Pastrengo5 e a quella sfortunata di
Custoza6.
Nel marzo del 1848 combatté ancora contro gli austriaci nella battaglia di Novara7 dove, in seguito
alla sconfitta dell’esercito piemontese, il re Carlo Alberto fu costretto ad abdicare.
Nel 1855 partì con il corpo di spedizione sabaudo, forte di 18.000 uomini, al comando del Generale
Lamarmora, per la Campagna di Crimea (1853-1856)8, voluta dal Covour per guadagnare un
appoggio internazionale al Regno di Sardegna. Il contingente piemontese durante la campagna
militare si coprì di gloria nella battaglia della Cernaia e nel successivo assedio di Sebastopoli.
Nel 1859 il Vogrig affrontò nuovamente gli austriaci nella cruenta battaglia di San Martino9, dove il
Regno di Piemonte alleato della Francia di Napoleone III sconfisse gli asburgici.
In seguito Vogrig con le truppe del Generale Cialdini partecipò il 29 settembre 1860
all’occupazione della città pontificia Ancona e il 12 novembre 1860 alla conquista di quanto
rimaneva della fortezza di Gaeta.
4
La città di Venezia capitolò il 22 agosto 1849.
La Battaglia di Pastrengo si svolse il 30 aprile 1848. Lo scontro si concluse con la vittoria dell’Esercito Piemontese su quello Austrico che lasciò sul
campo 1.200 uomini tra morti e feriti e 500 prigionieri.
6
La Battaglia di Custoza fu combattuta tra il 22 e il 27 luglio 1848. Fu caratterizzata da una serie di azioni che abbracciarono un tempo di ben 5
giorni, durante i quali austriaci e piemontesi si alternarono tra di loro in attacchi e contrattacchi che alla fine diedero la vittoria agli austrici che
costrinsero i piemontesi al ripiegamento su Goito.
7
La Battaglia di Novara fu ricordata anche come battaglia della Bicocca dal nome del sobborgo presso Novara ove gli scontri ebbero inizio. La
battaglia fu la conseguenza della rottura, il 12 marzo 1849, del trattato con l’Austria seguito dopo la sconfitta di Custoza.
Il 19 e il 20 marzo 1849 gli Austriaci passarono il Ticino e durante la loro avanzata ottennero una vittoria a Mortasa. Nello stesso giorno i
Piemontesi furono vittoriosi a Gambolo, a San Siro e alla Sforzesca. Il 23 marzo 1849 il grosso dell’esercito asburgico, comandato dal generale
Radetzki, giunse a Novara e attaccò la città, conquistandola.
Carlo Alberto, dopo la sconfitta, decise di abdicare e andò in Portogallo dove morì in esilio pochi mesi dopo. Il suo successore Vittorio Emanuele II
firmò l’armistizio a Vignale il 24 marzo 1849.
8
La guerra di Crimea scoppiò per la volontà della Russa di rafforzare la propria presenza nella penisola Balcanica per avere uno sbocco verso il
mediterraneo nell’errato convincimento che le grandi potenze europee, Gran Bretagna, Francia e Austria, non sarebbero intervenute. La Russia
occupò i principati Danubiani della Moldavia e Valacchia allora protettorati della Turchia con la conseguente dichiarazione di guerra tra i due stati
il 23 ottobre 1853.
Il 27 marzo 1854 anche Francia e l’Inghilterra con l’intento di impedire l’espansionismo russo dichiararono guerra alla Russia che tra l’altro
rifiutava di abbandonare le due regioni occupate.
La guerra, dopo l’abbandono dei principati di Moravia e Valacchia da parte della Russia, la quale temeva un possibile intervento anche da parte
dell’Impero Asburgico, si spostò in Crimea ove i Franco-Inglesi misero sotto assedio la fortezza di Sebastopoli.
Sul finire del 1854 il corpo di spedizione alleato si venne a trovare in gravi difficoltà sia per ricevere i necessari rifornimenti dal territorio
metropolitano sia per l’inclemenza del clima ma soprattutto per la diffusione delle malattie infettive, in particolare il colera, che falcidiò le truppe
più che gli stessi combattimenti.
Questa situazione indusse Francia e Inghilterra a richiedere la partecipazione alla guerra dello Stato Sabaudo con il quale il 26 gennaio 1855 venne
stipulato un accordo che impegnava il Regno di Piemonte a fornire un corpo di spedizione.
Il contingente italiano fu dislocato sulle colline di Karani ma non venne impiegato fino al 16 agosto 1855 quando i russi tentarono di rompere
l’assedio attaccando le linee tenute dai francesi e piemontesi lungo il corso del fiume Cernaia.
Nel combattimento che ne seguì le truppe italiane si comportarono egregiamente e la loro vittoria, ottenuta a prezzo di 14 morti e 170 feriti, ebbe un
notevole effetto psicologico in Patria. Con la caduta di Sebastopoli ebbe termine la guerra e durante il congresso di Parigi indetto nel febbraio 1856
la delegazione sabauda guidata dal Cavour pur non ottenendo alcun compenso territoriale, ebbe comunque la possibilità di porre il problema
italiano all’attenzione europea suscitando le simpatie verso il Piemonte.
9
La battaglia di san Martino si svolse il 24 giugno1859 (Seconda Guerra di Indipendenza) quando l’esercito Austrico dopo settimane di sconfitte e
ripiegamenti tentò una controffensiva scontrandosi con l’esercito Piemontese a San Martino e con quello Francese a Solferino. La durissima
battaglia dall’esito incerto fu infine vinta dai Franco–Piemontesi. Alla fine della guerra la pace di Villafranca comportò per il Regno di Piemonte
l’annessione della Lombardia.
5
3
Infine nel 1866, quando negli ex territori delle Due Sicilie si sviluppò il fenomeno del brigantaggio
che costrinse il Regno d'Italia, per ristabilire l'ordine, a far intervenire l'esercito, anche Stefano
Vogrig, fu impiegato negli scontri con le bande armate di quelle regioni.
Terminato il ciclo bellico, nel 1870 finalmente sposò la sua conterranea Benvenuta Bevilacqua dalla
quale ebbe l’unico figlio Dante (laureatosi a Padova fu sindaco di San Pietro al Natisone dal 1902 al
1906).
Dopo il congedo, rientrato al suo paese, volle dare il proprio contributo anche nella pubblica
amministrazione locale e divenne sindaco di san Leonardo. Anche nel campo politico egli diede il
suo instancabile apporto sino a pochi anni prima della sua morte. L’ultima apparizione pubblica
avvenne il 18 maggio 1886, appena pochi giorni prima della sua dipartita quando presiedette una
riunione di alcuni elettori progressisti presso l’albergo in Largo Bojani a Cividale.
Il 27 maggio 1896, a soli 63 anni, assistito dai famigliari Stefano Vogrig terminò la sua nobile vita
terrena e, per sua espressa volontà, volle essere sepolto a San Pietro al Natisone, nel cimitero delle
sue amate Valli.
Per rendere l’ultimo tributo di stima e di affetto al valoroso Ufficiale al suo funerale parteciparono
diversi personaggi del Risorgimento che con lui condivisero ideali e battaglie, numerose autorità e
comuni cittadini. Nel lungo corteo, che si mosse alla volta del cimitero, furono presenti la Civica
Banda, i soldati della 72a compagnia alpina, il Commissario Distrettuale, il Sindaco di San Pietro al
Natisone, i rappresentati della società Reduci delle Patrie Battaglie con Bandiera e corona, la
Società di Tiro a Segno con Bandiera, la rappresentanza del Municipio di San Leonardo con corona,
gli alunni del Collegio Convitto con bandiera, le Società Operaie Locali e di San Pietro, quella dei
fornai, il consorzio agrario, tutti con bandiera, le Guardie Doganali, una lunga fila di parenti ed
amici del defunto e infine un drappello di soldati alpini.
All’interno del cimitero di San Pietro al Natisone, ancora oggi rimane il piccolo seminascosto
monumento sepolcrale eretto in suo ricordo.
Sulla parte superiore del monumento sono incise la stella, simbolo dell’esercito, due sciabole
incrociate annodate da un nastro e le medaglie al valor militare concesse al valoroso Ufficiale per le
campagne militari: la Medaglia Inglese distribuita nel 1856 ai veterani piemontesi della Guerra di
Crimea, la Medaglia d’Argento al Valor Militare10 e l’ambito riconoscimento, eccezionale per quei
tempi, della Croce di Cavaliere dell’ Ordine della Corona d’Italia.
Sotto a tutto vi è l’epigrafe che recita:
10
Motivazione: VOGRIG Stefano. Luogotenente 26° Reggimento Fanteria. Brigata Bergamo. 7a Divisione Attiva.4° Corpo d’Armata: “Per essersi
particolarmente distinto nel combattimento di San Giuliano e nell’assedio di Gaeta”.- 26 ottobre e 12 novembre 1860. (Regio Decreto in data 1°
giugno 1861: Bollettino delle nomine e Disposizioni:anno 1861, supplemento al n.6 pag.28. La concessione della medaglia d’Argento al V.M. a
Stefano Vogrig è stata confermata dalla Federazione Provinciale di Roma dell’Istituto Nastro Azzurro che ha gentilmente inviato le due pagine del
B.U. nel quale risulta il conferimento all’interessato della particolare onorificenza al V.M.
4
A STEFANO VOGRIG DI CLASTRA
MAGGIORE NELL'ESERCITO ITALIANO.
NOBILTA SUI CAMPI DI VALORE.
CLASTRA GLI DIEDE I NATALI NEL 1 NOVEMBR E 1823
CIVIDALE LO PIANSE MORTO NEL 27 MAGGIO 1886.
COMBATTÉ PER L’ INDIPENDENZA NEL 1 848
CONTRO GLI AUSTRIACI NEL 1849
IN CRIMEA NEL 1855
A SAN MARTINO NEL 1859
ED ANCORA A GAETA NEL 1860
CONTRO I BRIGANTI NIEL 1866
LASCIO' INVIDIABILE ESEMPIO
DI VIRTU' DOMESTICHE E CITTADINE.
A cento e dieci anni dalla morte di Stefano Vogrig, l'Amministrazione Comunale di San Leonardo
ha voluto erigere, anche nella natia Clastra, un cippo, in memoria dell’insigne cittadino sul quale si
legge:
5
AL MAGGIORE STEFANO VOGRIG
EROE NAZIONALE
NACQUE A CALASTRA IL 1° NOVEMBRE 1823
COMBATTE’ PER L’INDIPENDENZA ITALIANA
FU INSIGNITO DI SEI MEDAGLIE
AL VALOR MILITARE
QUANTE FURONO
LE GLORIOSE CAMPAGNE
NELLE QUALI COMBATTE’
TORNATO AL SUO PAESE
DIVENNE SINDACO DI SAN LEONARDO
MORI’ A CIVIDALE IL 27 MAGGIO 1866
FU ESEMPIO DI VIRTU’ MILITARI E CIVILI
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BIBLIOGRAFIA
Per approfondire l’argomento:
CAUCIG DON PAOLO, Clastra e la sua piccola storia, Tipografia Congraf, agosto 1996,
Premariacco (UD) ;
CAUCIG DON PAOLO, Clastra e la sua storia recente e passata – 2a Edizione, Most s.c.a.r.l.;
EGIDIO SCAUINIG, Convalli del Natisone, Udine,1988.
VANNI ZULIANI Stefano Vogrig, patriota delle Valli, articolo de il Messaggero Veneto del 23
aprile 1987.
SITOGRAFIA:
www.lintver.it
RINGRAZIAMENTI:
Si ringrazia la Federazione Provinciale di Roma dell’Istituto Nastro Azzurro che ha gentilmente
inviato le due pagine del B.U. nel quale risulta il conferimento a Stefano VOGRIG della Medaglia
d’Argento al V.M. e la Direzione Generale per il Personale Militare – III Reparto – Servizio
Ricompense e Onorificenze del Ministero della Difesa per aver fornito la motivazione e gli estremi
della registrazione della particolare onorificenza all’Ufficiale.
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