La isla mínima

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La isla mínima
Inviato da Domenico Astuti
venerdì 18 dicembre 2015
Titolo: La isla mínima
Titolo originale: La isla mínima
Spagna 2014 Regia di: Alberto Rodríguez Genere: Thriller Durata: 105'
Interpreti: Javier Gutiérrez, Raúl Arévalo, María Varod, Perico Cervantes, Jesús Ortiz., Jesús Carroza, Salva Reina,
Antonio de la Torre, Nerea Barros
Sito web ufficiale: www.atipicafilms.com/laislaminima
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 03/12/2015
Voto: 6,5
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Classico
Scarica il Pressbook del film
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La Isla Minima è la pellicola spagnola che ha trionfato quest’anno con ben 10 statuette – tra cui quello per la migliore
sceneggiatura, la migliore regia e il miglior film – ai Premi Goya dell’’Academia de las Artes y las Ciencias
Cinematográficas de España.
Il regista Alberto Rodrìguez Librero è un regista molto stimato dagli addetti ai lavori spagnoli e già con il suo primo film El
factor Pilgrim nel 2000 ha ottenuto una Menzione speciale al Festival più importante in Spagna, quello di San Sebastian.
Nel 2005, la sua pellicola, 7 virgenes lo ha collocato tra i registi giovani più interessanti spagnoli.
Nel 2012, con il film Grupo 7 ha ottenuto altri due Premi Goya. In Italia è ancora un regista poco conosciuto, questo La
isla minima è il primo film che giunge nelle nostre sale.
Il film è una via di mezzo tra la prima serie Tv True Detective e un film dallo stile minimalista; in alcuni momenti ci ha
ricordati per atmosfere e location solitarie il bel film d’esordio del compianto Mazzacurati, Notte Italiana.
La descrizione è di un luogo alla fine del mondo, desolato, claustrofobico, inquietante, immobile, in cui alcune giovani
ragazze scompaiono e dove anche i parenti rischiano di essere sospettati; tutto risulta torbido e corrotto
irrimediabilmente; si aggiunga che ci troviamo nel 1980 in Spagna, il boia Franco è morto da qualche anno, la cultura
franchista è ancora nei gangli del potere e degli apparati dello stato e la democrazia è ancora troppo debole per potersi
imporre.
Basti ricordare che pochi mesi dopo l’ambientazione di questo film i tenente colonnello Antonio Tejero Molina tentò un
colpo di Stato occupando il parlamento. Insomma ci sarebbero stati tutti i presupposti per poter sviluppare un film
politico, corposo, importante e complesso, un’autoanalisi di come eravamo, ma anche di rilettura di un mondo che resiste
prima di scomparire.
I luoghi in cui è ambientata la storia avrebbero favorito queste passioni sotterranee, analizzare l‘antropologia di un popolo
dopo quarant’anni di fascismo, di garrote e corruzione, invece il film preferisce abbozzare piuttosto che analizzare,
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sfiorare piuttosto che raccontare decisi e tutto in fondo è così vago, complice, assuefatto, che sembra soprattutto
un’indagine su un omicida seriale di cui non sapremo praticamente nulla, né le motivazioni né le ragioni.
Anche il classico scontro tra i due poliziotti protagonisti ( uno giovane, simildemocratico che aspetta un figlio dalla moglie
amata e l’altro adulto, puttaniere, con dei trascorsi immondi nella polizia segreta franchista, forse un torturatore e un
assassino ) risulta ondivago, un po’ generico e in fondo poco conflittuale. Dal nostro punto di vista un’occasione sprecata
come film necessario e nuovo, ma un buon film poliziesco di atmosfera.
Siamo nel 1980, sulle rive del fiume Guadalquivir, un luogo sperduto, solitario, nell’estremo sud della Spagna, dove si
coltiva riso e la malavita traffica in droga e nella prostituzione. In un’atmosfera immobile, che sembra lontana anni luce
dai nostri giorni ma anche dalla Barcellona e dalla Madrid di quegli anni.
Dopo una festa patronale, due sorelle ancora minorenni scompaiono, e quindi vengono chiamati due poliziotti per
indagare: come nel genere più classico, i due uomini più diversi non potrebbero essere, uno è giovane, figlio dei nuovi
tempi, che guarda al futuro con speranza; l’altro invece è un uomo malato, che conserva segreti ignobili e cerca di
godersela fin che può, e tra loro non ci potrà mai essere empatia o solidarietà. Inizia così l’indagine, tra interrogatori, sospetti,
diffidenze e ostilità che si trovano ad affrontare, uno si ritroverà un coltello alla gola, un altro prenderà una botta in testa
mentre sorveglia un sospettato, entrambi accetteranno di ascoltare un malavitoso che traffica in eroina pur di avere
qualche notizia, mentre il capo della polizia si mostra così ligio alle regole che sembra quasi connivente.
Naturalmente, in una scena assai efficace per semplicità e poco eroismo, riusciranno a bloccare il serial kiiller e a salvare
l’ultima vittima già legata e pronta per essere squartata…
Trailer
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