DICEMBRE 2004 www.piacenzamusei.it pagina 4 Le lettere di Gaspare Landi: la vita a Roma Ecco la recensione alle lettere, recentemente pubblicate in un importante volume O ltre alla mostra delle opere del Landi e al relativo Catalogo Skira, contenente quattro saggi a commento delle opere esposte, la Banca di Piacenza ha pubblicato La vita a Roma nelle lettere di Gaspare Landi (1781-1817) a cura di Ferdinando Arisi, al quale si deve la trascrizione dei testi delle lettere indirizzate al marchese Giambattista Landi, suo avevano rubato e mandato a Parigi. Qui viene fuori il suo orgoglio italiano e anche la sua passione per le opere d’arte, maturata insieme alla ammirazione per il Canova, conservatore del patrimonio pontificio, con cui avrebbe stretto un’amicizia profonda. Insomma nelle lettere sono contenute informazioni e confidenze che tengono aggiornato il marchese Landi sulle vicende politiche, diplomatiche e sociali della capitale in un periodo di grandi cambiamenti dovuti alla penetrazione della cultura francese, i cui principi egualitari erano subordinati agli interessi materiali e politici. Un interesse particolare riguarda le opere del Landi e di altri pittori, che egli cita per conoscenza diretta o per interposta persona, le opere a cui sta lavorando, quelle che gli commissionano e quelle consegnate, compensi compresi. Per questo è molto utile l’indice finale delle opere e delle persone citate perché consente di andare a verificare puntualmente i singoli fatti. Sarà cura di chi scrive proporre l’edizione di un unico corpus epistolare che veda il ricongiungimento di questa serie omogenea, di quella indirizzata a Giovanni Battista Maggi, notevole letterato piacentino, Gaspare Landi, Autoritratto (1805-1810). Faenza, Pinacoteca Comunale mecenate e suo estimatore, tanto che lo adottò come “secondogenito”. Le lettere trascritte effettivamente datano dal 1792 al 1806 (circa dieci all’anno), ma nel volume si fa riferimento ad altre parti dell’epistolario con altri destinatari; ad ogni modo il vantaggio di avere pubblicato il testo integrale delle lettere, conservate presso la Biblioteca Comunale PasseriniLandi, è grande, anche se erano già state regestate nel 1992 dallo storico piacentino Giorgio Fiori, a cui non è sfuggito nulla. Le lettere erano anche state sudiate da una giovane piacentina nella sua tesi di laurea, che però non aveva avuto corso e alla quale aveva collaborato chi scrive insieme a Gian Lorenzo Mellini, il grandissimo studioso del Landi purtroppo deceduto due anni fa. Nelle lettere Gaspare Landi parla di tutto: della sua attività di pittore e delle sue opere, dei suoi incontri, dei fatti quotidiani o dei grandi eventi che gli ruotano attorno, delle vicende sue familiari; molte lettere riguardano gli sconvolgimenti portati dai francesi che avevano occupato la capitale e le reazioni della popolazione. “Chi può trattenere le lagrime?” si chiede il 20 agosto 1796, mentre allega alla lettera un elenco di cento capolavori del Museo Pio Clementino che i francesi Gaspare Landi, Ritratto di Ippolito Pindemonte (1791). Piacenza, Musei Civici e delle altre sparse indirizzate ad altri personaggi affinché sia coperto tutto l’arco dell’attività romana e non romana del grande pittore; esse sono circa una ottantina e sono state in gran parte pubblicate su periodici piacentini in periodi diversi. Stefano Pronti