www.constructalia.com ABSTRACTS FROM ISSUES 007 - 009 - 010 - 011 - 016 OF THE PLAN In collaboration with ArcelorMittal Building & Construction Support ArcelorMittal has set up a team of professionals dedicated to the construction market: BCS (Building & Construction Support). This team supports developers, architects, engineers and contractors throughout their projects from design to completion. In a market where the decision-making chain is a long one, BCS is the link between the steel industry and the construction industry professionals. BCS acts as a clearinghouse for experience and tries true practices that have proven themselves throughout the world. Head office 19 Avenue de la Liberté L - 2930 Luxembourg Tel. +352 47 92 22 33 Fax +352 47 92 25 02 [email protected] France 5 Rue Luigi Cherubini F - 93210 La Plaine Saint-Denis Cedex Tel. +33 1 71 92 16 97 Fax +33 1 71 92 24 97 [email protected] Poland and Central Europe WFC, Emilii Plater 53 (17th floor) PL-00-113 Warsaw Tel. +48 22 540 71 90 Fax +48 22 540 71 91 [email protected] Benelux Chaussée de Zellik / Zelliksesteenweg 12 B - 1082 Brussels-Sint Agatha Berchem Tel. +32 2 509 15 52 Fax +32 2 513 95 05 [email protected] Germany, Austria and Switzerland Subbelrather Strasse 13 D - 50672 Köln Tel. +49 221 57 29 289 Fax +49 221 57 29 416 [email protected] Spain and Portugal c/ Albacete 3 - 3°Planta E - 28027 Madrid Tel. +34 91 596 95 77 Fax +34 915 96 95 85 [email protected] Brazil Alameda Santos, 700 - 12 andar 01418-100 São Paulo - SP - Brazil Tel. +55 11 36 38 65 11 Fax +55 11 3638 6802 [email protected] Italy Via San Clemente 1 I - 20122 Milano Tel. +39 02 72 73 09 11 Fax +39 02 72 73 09 12 [email protected] Rest of the World 5 Rue Luigi Cherubini F - 93210 La Plaine Saint-Denis Cedex Tel. +33 1 71 92 16 91 Fax +33 1 71 92 24 97 [email protected] 002 ■ Editoriale Sergio Luciano, Direttore Economy 003 ■ Editoriale Nicola Leonardi, Editore The Plan 006 018 008 026 010 028 012 036 014 042 016 048 006 ■ Molto più dell’acciaio a cura di Arcelor Mittal - Building & Construction Support 008 ■ Architettura e le nuove frontiere Gianluca Ferraris, Economy L’ACCIAIO NELL’ARCHITETTURA ITALIANA Renzo Piano Building Workshop 012 ■ Edificio per uffici “Bergognone 53” - Milano Mario Cucinella Architects 014 ■ Sede della Torno Internazionale - Milano Dante O. Benini & Partners Architects 016 ■ Sede Grappa Nardini - Bassano del Grappa Massimiliano Fuksas Architetto LE FACCIATE 018■ Sede della Vacheron Constantin - Ginevra indice 010 ■ Sede del giornale “Il Sole 24 Ore” - Milano Bernard Tschumi Architects 026■ Ministero della cultura e della comunicazione Parigi, Francia Francis Soler i nuovi materiali 028■ Centro tecnologico dell’acciaio - Aviles, Spagna Jovino Martinez Sierra Arquitecto 032■ SCHEDE TECNICHE edifici multipiano 036 ■ Torre Agbar - Barcellona, Spagna Ateliers Jean Nouvel + b720 Arquitectos grandi luci 042 ■ Sede centrale del dipartimento nazionale manutenzione autostradale - Lussemburgo Bruck + Weckerle Architekten 046■ SCHEDE TECNICHE LA SOSTENIBILITà 048 ■ Edificio per uffici Dockland - Amburgo, Germania BRT Architekten The Plan ringrazia Locomia-comunicazione integrata per l’ideazione e il concept di questo volume. THE PLAN, bimestrale è una tra le più autorevoli riviste internazionali di Architettura. Nelle migliori edicole e librerie 0 L’industria siderurgica italiana arriva da un ventennio che ne ha cambiato la fisionomia, registrando numerose e pesanti ristrutturazioni, qualche clamorosa cessione a proprietari stranieri, come nel caso del gruppo Lucchini, e poche grandi realtà rimaste autonome e nazionali: i gruppi Riva, Marcegaglia, Amenduni, Arvedi e pochi altri. In molti casi questi gruppi, sopravvissuti brillantemente a una lunga fase di selezione, sono riusciti a farcela apportando profonde innovazioni sia ai loro processi produttivi sia alla loro organizzazione e investendo ingenti risorse in nuove tecnologie. Quel che è però sempre mancato loro è stata una concreta possibilità di innovazione di prodotto, perchè il mercato nazionale ha continuato ad esprimere una domanda sostanzialmente molto tradizionale. Questo fenomeno è tanto più vero per l’industria edilizia italiana, che ha trascurato l’impiego di acciaio continuando ad utilizzarlo in proporzioni e tipologie uguali ai modelli di ieri. Del resto l’edilizia che ha avuto maggior sviluppo è stata quella residenziale di taglio medio-popolare mentre le grandi infrastrutture hanno segnato il passo. Insomma, la gestione del territorio nazionale, in Italia generalmente passatista e speculativa, ha scoraggiato e dequalificato la domanda di acciaio © Louis Daniel Brousseau / Artifice Images © Claude Coquilleau - Fotolia 2 0 in edilizia. Da qualche anno però, finalmente, la situazione ha iniziato a dare qualche timido accenno di cambiamento. E questo sia grazie all’aumento dell’incidenza decisionale dei grandi architetti, non solo italiani, nella gestione delle principali iniziative (sia pubbliche che private) sia grazie ad una sorta di stagionalità che sta portando simultaneamente numerose grandi città a varare importanti piani di ristrutturazione dei loro centri storici: il caso di Milano, con l’area dell’ex-Fiera, la Città della Moda, Santa Giulia e Rogoredo è emblematico. L’importante e che da queste esperienze “di bandiera” si diffonda un contagio virtuoso che liberi il Paese dal retaggio di quella vecchia “edilizia dei geometri” che, sia detto senza offesa, ha deturpato il volto di centinaia di località. Niente è irreparabile, soprattutto se un’iniezione di buon senso e di buon gusto saprà accelerare quell’edilizia di sostituzione (e di qualità) che in tanti Paesi esteri e’ da sempre un grande volano economico. Non guasterebbero leggi nazionali moderne che ridefinissero i criteri metodologi entro i quali gli enti locali possono gestire il territorio. Procedendo lungo la strategia della devolution questa è senz’altro una finalità da tenere a mente. Sergio Luciano, Direttore Economy 3 editoriale © Laurin Rinder - Fotolia Quando si parla di acciaio nell’architettura non si può non tornare con la mente alle origini della rivoluzione che le leghe metalliche hanno portato nel mondo delle costruzioni. A partire dalla metà del XIX secolo si posero le basi per un cambiamento che non fu solo tecnologico, e quindi riferito alle tecniche del costruire, ma che ebbe anche e soprattutto imponenti conseguenze dal punto di vista estetico e formale, fino a mutare l’approccio intellettuale all’architettura e più in generale la cultura del progettare e del costruire. La ghisa prima, il ferro poi ed infine l’acciaio, la più performante delle leghe metalliche per le costruzioni, permisero di alleggerire in maniera straordinaria rispetto al passato le strutture, permettendo da un lato lo svincolamento della struttura dalla distribuzione interna degli spazi, dall’altro l’apertura di grandi luci in facciata, ponendo così le basi per l’utilizzo sempre più ampio del vetro. La prima, una rivoluzione negli aspetti interni delle costruzioni, con l’ingresso nel mondo della progettazione del concetto di flessibilità. Una rivoluzione negli aspetti formali, compositivi ed estetici degli involucri, la seconda. Aspetti in evoluzione ancora oggi e tuttora temi di discussione di grande attualità. Esempi straordinari di quegli anni sono in Francia, © Courtesy of Artifice Images 4 nelle opere di Henry Labrouste, tra le quali i suoi indiscussi capolavori, la Biblioteca Sainte-Geneviève (Fig. 2), completata nel 1850, e la Grande Salle della Bibliothèque Nationale finita nel 1875, che sono rimaste un riferimento forte per tutto il movimento modernista e per l’architettura contemporanea. Oppure la Torre di Gustave Eiffel (Fig. 1,3), icona di Parigi ed esempio ineguagliabile del concetto di virtuosismo strutturale. In Inghilterra il Crystal Palace (Fig. 4) di Joseph Paxton, costruito nel 1851, successivamente spostato e purtroppo bruciato nel 1936. Ma forse uno degli esempi più emblematici si trova negli Stati Uniti ed è rappresentato dalla Scuola di Chicago, che ha tracciato le linee guida dell’architettura del XX secolo. Chicago, una città costruita in legno e nella sua quasi totalità distrutta dall’incendio del 1871, fu nei successivi decenni ricostruita in quella che è stata una delle grandi sfide dell’urbanistica e dell’architettura moderna, difficile da immaginare ai giorni nostri, se non paragonandola forse a Berlino o a Shanghai. L’Home Insurance Building (Fig. 5) di William LeBaron Jenney costruito nel 1885, il Marquette Building di Holabird e Roche del 1895 oppure l’Auditorium (Fig. 6) di Adler e Sullivan (grande maestro di Frank Lloyd Wright) del 1889, sono alcuni esempi di capolavori dell’archi- © Artifice, Inc. / Artifice Images 5 6 0 editoriale 1 © Peter Spiro - Fotolia 8 9 © Donald Corner and Jenny Young / Artifice Images tettura che imposero il concetto di struttura a scheletro in acciaio, aprendo la strada alle tecnologie e tecniche costruttive che nei decenni successivi portarono alla nascita dei grattacieli negli Stati Uniti ed in tutto il mondo. Il Chrysler Building (Fig. 10) di Van Alen, terminato nel 1930 e realizzato con struttura in acciaio è ancora oggi il grattacielo più elegante nello skyline di Manhattan ed uno degli esempi più riusciti di architettura Déco: il coronamento ornamentale ad archi sovrapposti, ma anche le finiture ed i dettagli interni sono realizzati in acciaio inox e rimangono un esempio insuperato di sintesi tra innovazione tecnologica e raffinatezza dei decori. Nel corso del XX secolo l’architettura in acciaio si evolve conquistando nuovi spazi: è del 1930 Casa Tugendhat (fig. 7, 11, 12) a Brno nella Repubblica Ceca, di Ludwig Mies van der Rohe e del 1931 Villa Savoye (Fig. 8, 9, 13) a Poissy in Francia, di Le Corbusier: esempi memorabili di architetture con struttura in acciaio a vista, applicata a partire da quegli anni anche nelle abitazioni. La Scuola del Bauhaus guidata da Gropius, suo fondatore nel 1919, e successivamente da Mies van der Rohe idealmente continua in Europa le sperimentazioni della scuola editoriale 7 © Miroslav Ambroz / Greatbuildings.com di Chicago. L’acciaio contribuisce ad aggiungere elementi nuovi alla ricerca in architettura ed è uno dei protagonisti di quello che fu chiamato l’International Style, il cui esempio più caratterizzante è forse il Seagram Building (Fig. 14, 15) a New York di Mies van der Rohe, completato nel 1958, che unisce in sé i temi della complessità tecnologica e della raffinatezza compositiva, della geometria delle forme, nella purezza dei “nuovi” materiali: l’acciaio e il vetro. Non mancano esempi storici in Italia dove l’indiscusso maestro dell’architettura in acciaio è stato Pier Luigi Nervi, il quale con le sue opere degli anni ’30 e ’40, quali le aviorimesse degli Aeroporti di Castel Viscardo e di Orbetello, dà concretezza al concetto che l’architettura è struttura e che viceversa la struttura può essere architettura: ponendo così le basi per i grandi lavori di architettura strutturale dei decenni successivi. Avvicinandosi ai giorni nostri viene da chiedersi quali saranno le nuove conquiste dell’acciaio e quali strade si possano ancora percorrere, che non siano già state percorse. Sicuramente l’acciaio è e sarà uno dei protagonisti di quella che auspico possa essere la prossima stagione dell’architettura: quella dell’architettura consapevole, conscia dei propri limiti e © Courtesy Galinsky.com dei propri doveri sul tema della sostenibilità ambientale, ovvero nei confronti del riciclo dei materiali da costruzione, di una gestione pulita dei cantieri e del controllo dei consumi energetici. Gli esempi di architetture contemporanee presentate in questo volume, estratti da diversi numeri della rivista The Plan, scevri da qualunque presunzione di analizzare l’argomento in maniera esaustiva, possono rappresentare uno spaccato di quali oggi possano essere alcune applicazioni di riferimento dell’acciaio nell’architettura, siano esse strutturali oppure di finitura di facciata. L’eterogeneicità dei progetti è voluta per dare, per quanto possibile in poco spazio, un’idea di quale sia lo spettro del possibile ai giorni nostri e di come sia forse più la creatività alla ricerca di nuove strade, piuttosto che i materiali e le tecnologie costruttive un limite nel realizzare idee all’avanguardia. Buona lettura Nicola Leonardi Editore, The Plan © Lawrence A. Martin / Artifice Images 11 12 13 14 15 0 10 Scegliere l’acciaio in edilizia significa godere di tutta una serie di vantaggi e plus intrinsecamente legati a questo straordinario materiale costruttivo, che dall’inizio del XIX secolo ha letteralmente rivoluzionato la storia dell’architettura. Non si tratta solo dell’assoluta libertà espressiva assicurata all’architetto, la cui creatività può spaziare con disinvoltura tra curve, parabole e figure antropomorfe, può giocare con una materia ubbidiente schiacciandola e allungandola, aprendola alla luce e al colore, accostando in arditi ossimori materiali diversi e talvolta contrastanti, caldo e freddo, antico e moderno, razionalità e non senso. Acciaio vuol dire anche funzionalità, rapidità costruttiva, risparmio economico. Una delle sue più spiccate caratteristiche è infatti la “prefabbricabilità”: la maggior parte degli elementi è fabbricata in officina e successivamente assemblata in cantiere. Questo assicura tempi molto veloci di realizzazione e semplificazione dei lavori. L’acciaio può essere definito un materiale “ecologically correct”, anche perché è al 100% riciclabile e, in fase di cantiere, utilizza meno acqua rispetto alle costruzioni convenzionali. Sono questi alcuni dei motivi che nell’ultimo secolo hanno causato su scala mondiale un vero e proprio boom nell’uso dell’acciaio, dagli edifici residenziali © Jörg Hempel / courtesy BRT © Fototeca Arcelor 4 0 ai padiglioni fieristici, dai capannoni industriali alle chiese, per le strutture portanti fino agli involucri e sistemi di facciata. Arcelor Mittal è il primo gruppo siderurgico al mondo e rappresenta circa il 10% della produzione mondiale di acciaio con una presenza industriale in 27 paesi Europei, in Asia, Africa e in America, ovvero in tutti i mercati strategici, da quelli maturi a quelli emergenti. La società, che nasce nel 2006 dall’integrazione dei due primi produttori di acciaio al mondo, Arcelor e Mittal Steel, è leader in tutti i maggiori mercati globali: automobile, costruzioni, elettrodomestici e imballaggi. Le costruzioni rappresentano un asset importante, per il quale il gruppo è costantemente impegnato a sviluppare prodotti innovativi: è leader nella Ricerca e Sviluppo e tecnologie con importanti capacità nell’approvvigionamento di materie prime e nella rete di distribuzione. In architettura o nelle opere di ingegneria civile, che si tratti di soluzioni ex novo oppure di ristrutturazioni, l’acciaio è adatto a una molteplicità di funzioni: strutture, coperture, facciate leggere, pareti divisorie, solai, arredamento, apparecchiature tecniche, condizionamento, riscaldamento, alimentazione idrica, ponti, tunnel, attrezzature stradali, impianti di cantiere, accessori. Con l’obiettivo di migliorare la performance globa- 5 2 3 © Manuel Renau © Richard Bryant le dei progetti e fornire un supporto a progettisti, investitori e imprese, dallo studio di fattibilità alla realizzazione, Arcelor Mittal può contare sul team di esperti e consulenti BCS (Building & Construction Support). Punto di incontro tra i bisogni dei professionisti della costruzione e le soluzioni offerte dall’acciaio, BCS si propone di migliorare la qualità dei progetti mobilitando risorse e competenze disponibili a livello mondiale. In Italia cresce sempre più l’interesse ad utilizzare l’acciaio nelle costruzioni e nelle infrastrutture, settori nei quali il gruppo è presente in tutte le fasi. Oltre alla fornitura di prodotti e servizi, il gruppo siderurgico persegue infatti da anni il concetto di soluzione di acciaio completa e globale. La società contemporanea si trova a dover affrontare nuove sfide come la crescita demografica, la mondializzazione del commercio, il surriscaldamento del pianeta e la solidarietà Nord-Sud. Un attore mondiale importante come Arcelor Mittal, con 330.000 dipendenti presenti in più di 60 paesi, non può ignorarle e per questo la società rispetta gli standard più elevati di responsabilità sociale aziendale nella prospettiva di uno sviluppo durevole. Conferma l’impegno del gruppo nella ricerca di soluzioni innovative e di sostegno anche alla creatività, il patrocinio di una monumentale © Paul Robin 6 installazione dell’artista nord americano Richard Serra, intitolata “La materia del tempo” ed esposta al Museo Guggenheim di Bilbao: otto sculture realizzate in acciaio patinabile curvato, che malgrado le dimensioni importanti appaiono leggere e flessibili. Lo spazio espositivo che ospita l’installazione, visitata in poco più di un anno da più di 1.000.000 di visitatori, è stato battezzato Sala Arcelor Mittal. A cura di Arcelor Mittal - Building & Construction Support 1 2/3 4 5 6 7 8 stadio olimpico - berlino, germania architekten von gerkan, marg und partner nuovo terminal t4, aereoporto di barajas madrid, spagna richard rogers partnership - estudio lamela complesso per uffici berliner bogen amburgo, germania brt architekten viadotto di millau, gorges du tarn, francia foster and partners / eiffage CrEaticitE centro immobiliare - BIDART, francia Patrick AROTCHAREN UTVE (Unità di trattamento e valorizzazione energetica) - calce, francia luc Arsène henry jr & alain triaud sculture di Richard Serra Guggenheim - Bilbao, spagna © Paul Robin 7 © Robert Polidori 8 0 1 © Marcus Bredt editoriale MOLTO PIU’ DELL’ACCIAIO editoriale le nuove frontiere dell’architettura Acciaio e architettura, acciaio e real estate, acciaio e sviluppo sostenibile: le coniugazioni, potenzialmente infinite, raccontano di un settore ancora in piena espansione e mai stanco, nonostante la veneranda età, di esplorare e ricercare nuove soluzioni e nuove chiavi di business. Con una terra promessa: l’Italia, destinata in futuro a giocare un ruolo sempre più importante sul fronte dell’architettura di nuova generazione. Qualche numero servirà a chiarire la portata del fenomeno. Nel 2006 la produzione di acciaio in Italia ha raggiunto 31,6 milioni di tonnellate con un aumento del 7,7% rispetto al 2005 e del 18% su base quinquennale. Con 35 miliardi di euro di fatturato complessivo e quasi 100 mila addetti, quello siderurgico è uno dei settori più in salute dell’economia tricolore. Lo dimostrano anche le numerose contaminazioni originate da questa crescita, in primis la capacità creativa delle stesse aziende italiane, che in tema di innovazione non sono mai state seconde a nessuno. Tanta energia, tuttavia, non sempre è destinata a liberarsi nel modo migliore. Anche questo sono i numeri a dirlo: se è vero che nel nostro Paese produzione e redditività dell’acciaio sono ai massimi di sempre, è altrettanto noto che buona parte di quanto sfornato viene destinata ad usi puramente industriali. Mentre l’architettura langue: in Italia le costruzioni a struttura portante in acciaio rappresentano meno del 20% del totale, contro una media europea del 60%. “Il problema è soprattutto di ordine storico” sostiene Oliviero Tronconi, docente di tecnologia dell’architettura al Politecnico di Milano “La scuola italiana ha sempre privilegiato edifici più massicci, dimostrandosi più restia di altre a un cambiamento radicale. Gli architetti della modernità italiana hanno preferito, tra le due guerre, il telaio monolitico in cemento armato alla struttura di profilati, mentre nel dopoguerra, gli ingegneri costruttori dell’autostrada del Sole non hanno mai preso in considerazione 0 © Photo Icom Engineering Up © Courtesy Arcelor Mittal l’ipotesi di ricorrere alla travata metallica. E gli esempi potrebbero continuare”. Fortunatamente anche in Italia, secondo Tronconi, si cominciano ad avvertire i primi segnali di un’inversione di tendenza: “Anche i costruttori italiani si sono resi conto che un utilizzo più esteso dell’acciaio comporta notevoli vantaggi. Prima di tutto consente una lavorazione più veloce e a costi molto contenuti, senza pregiudicare la qualità del prodotto. Inoltre, l’azione combinata dell’acciaio con altri materiali industriali, come vetro e plastiche, consente soluzioni più versatili, funzionali e sicure, anche sul piano energetico e su quello della sicurezza: l’acciaio, a differenza di cemento e calcestruzzo, è riciclabile al 100%. Da ultimo, non bisogna sottovalutare il ruolo svolto dalle università e dagli studi italiani. Pur confinata in un ruolo di secondo piano nell’attività edilizia, infatti, la costruzione metallica è stata, in questi anni, oggetto di costante e interessante sperimentazione”. A contribuire al rilancio di questa tecnolo- © Courtesy Dante O. Benini gia sarà, tuttavia, soprattutto il fattore economico. Nell’ultimo decennio lo sbarco sul mercato italiano degli imprenditori stranieri, il boom degli acquisti residenziali e la vendita da parte dello Stato di una cospicua quota di immobili pubblici hanno fatto correre il real estate nazionale, con tassi di crescita a due cifre (nel solo 2006 i fatturati del settore hanno messo a segno un lusinghiero +16%). Se sul fronte dei consumi il rischio-bolla oggi è tangibile, su quello della tecnologia edile il processo in corso sembra avere dato una sferzata decisiva a un comparto spesso poco incline alla sperimentazione. I primi segnali già si vedono: costruzioni avveniristiche a struttura portante in acciaio stanno sorgendo a Milano, Roma, Torino, Genova, Bari, mentre la nuova stagione dell’architettura residenziale e industriale crea nuove professionalità. “E questo» assicura Tronconi «è soltanto l’inizio del cambiamento”. Gianluca Ferraris, Economy © Thomas Hansson - Fotolia 0 © Courtesy Arcelor Mittal sede del giornale “il sole 24 ore” - milano l’acciaio nell’architettura italiana RENZO piano building workshop ■ DETTAGLI G, H - SCALA 1:30 1 2 34- 5 6 potenziale di trasformazione. Il lavoro parte dalla ristrutturazione di un edificio industriale preesistente. La leggerezza del volume deriva dalla rottura dei fronti stradali e dei corpi dell’edificio con l’inserimento di blocchi di collegamento verticale e servizi, con rivestimento in cotto a listelli orizzontali. La permeabilità visiva dei fronti vetrati permette la proiezione del parco interno verso l’esterno. Una vera e propria onda di verde è contenuta dai corpi dell’edificio che ne assorbono la gradevolezza ed i benefici aspetti climatici, senza interromperne l’espandersi al quartiere circostante. La collina artificiale contiene una mensa per 500 persone, un auditorium, spazi adibiti a magazzino e un parcheggio. Questi ambienti ricavano luce dal soffitto vetrato e schermato che rompe la continuità del verde della collina ed è sostenuto da travi reticolari in acciaio disegnate a sagoma lanceolare, che sbordano sul piazzale interno. Le facciate vetrate, con strutture in acciaio, sono dotate di un irrigidimento in lamine di vetro e sono staccate dai solai con vetri termoresistenti a chiusura del piano calpestabile. A copertura dell’intero edificio una struttura in acciaio sostiene una pennellatura alternativamente in griglia metallica, in vetro serigrafato, ma più frequentemente in lamelle frangisole. L’insieme forma un piano continuo, sospeso, che sembra “volare” al di sopra dell’ultimo solaio. elementi di copertura in acciaio zincato a caldo sp. 40 mm piatto di rinforzo della struttura in acciaio verniciato profilo a T in acciaio sp. 40 mm struttura secondaria: IPE 240 in acciaio con perforazioni Ø 140 mm ogni 223 mm verniciato struttura primaria: 2 elementi UAP 300 in acciaio con vernice micacea elementi di contrasto: tubolare in acciaio Ø 33 sp. 4 mm con vernice micacea CREDITI Cliente: Il Sole 24 Ore SpA Architetto: Renzo Piano Building Workshop Strutture e impianti: Ove Arup & Partners + Milano Progetti Illuminazione: P. Castiglioni Facciate continue e coperture vetro acciaio: Officine Tosoni Lino, Metalsigma Tunesi Carpenteria metallica: Cometal Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Alberto Piovano, courtesy The Plan 011 Sulla scena italiana si respira aria di rinnovamento: già a partire dalla metà degli anni Novanta si cominciano a rilevare una serie di fenomeni nuovi e una diversa attenzione ai problemi della qualità sociale dello spazio costruito. L’architettura diventa un elemento di trasformazione consapevole della società. Come mostrano opere già completate: il nuovo polo fieristico di Milano di Massimiliano Fuksas, la nuova Fiera di Roma di Tommaso Valle, il complesso industriale Alenia a Taranto di Alfredo Amati. Oppure le grandi opere in costruzione - i musei MAXXI di Zaha Hadid e Macro di Odile Decq a Roma - e i progetti di recupero di aree dismesse da riconvertite a nuove funzioni urbane: il masterplan di Renzo Piano per l’area delle ex acciaierie Falk a Sesto San Giovanni e il progetto di Hadid-Isozaki-Libeskind per l’area della vecchia sede della Fiera di Milano. Segni che una trasformazione è in atto. Che qualcosa sta cambiando, nel rapporto tra progetto e struttura, nella concezione di un edificio come porzione armonica di un ambiente. Il connubio tra innovazione e sostenibilità sta finalmente trovando un proprio spazio anche in Italia. L’acciaio ha tutte le caratteristiche per essere uno degli indiscussi protagonisti della nuova era del costruire. Il complesso progettato da Renzo Piano a Milano, per la nuova sede del giornale “Il Sole 24 ore” si trova in un quartiere, quello della “vecchia” fiera, ad alto 010 sezione longitudinale EDIFICIO PER UFFICI “BERGOGNONE 53” - milano ■ prospetto su via tortona CREDITI Cliente: Hines Italia Architetto: Mario Cucinella Architects Strutture: Iascone Ingegneri Struttura della vela in vetro di copertura della corte: Odine Manfroni MEW Impianti: Ove Arup & Partners, Studio Isoclima, A&T Systems Illuminazione: DHA Lighting Impianto di climatizzazione: Climaveneta Infissi e facciate continue: C.N.S. Spa Vetri: Guardian Carpenteria metallica: Longianese Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Alberto Piovano, courtesy The Plan condizionamento interno. La scelta architettonica si integra con la nuova impiantistica per l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi. L’utilizzo della tecnologia delle “travi fredde” a soffitto, connesse all’impianto di ventilazione, in parte integrate nel sistema di illuminazione e in parte nel controsoffitto forato e collegate ad una batteria alettata alimentata con acqua calda a bassa temperatura in inverno e con acqua refrigerata in estate, consente un elevato comfort climatico puntuale negli ambienti ed il loro raffrescamento, associando un’elevata efficacia di ventilazione a velocità massime dell’aria. Il dato rilevante e conseguente alla strategia di progettazione è il valore globale di consumo: 145 kW/mq per l’edificio “A”, mentre per un edificio uguale realizzato con materiali standard sarebbe 280 kW/mq. 013 012 Il complesso immobiliare “Bergognone 53” a Milano nasce invece da un concorso internazionale promosso dalla società immobiliare Hines e si colloca in una zona ad alta concentrazione di edifici industriali in via di dismissione nei pressi di Porta Genova. Il progetto ha attuato l’integrale ristrutturazione del complesso già delle Poste Italiane. L’accesso principale è stato creato demolendo parte dell’edificio su via Tortona in modo da generare nuove visuali verso il giardino interno. La corte, parzialmente coperta, pavimentata in pietra e protetta dai blocchi dei volumi, è su livelli diversi che creano una sovrapposizione di giardini: uno spazio unitario su cui affacciano le hall dei singoli edifici. La vela di copertura utilizza il principio strutturale della catenaria ed è composta da una struttura in acciaio e da “scaglie” di copertura in vetro trasparente sulle quali l’acqua meteorica può scorrere. Il nuovo prospetto del fronte principale ad involucro trasparente dona un’immagine unitaria di contemporaneità ed è realizzato con ampie campiture in vetro su maglia strutturale in acciaio, corrispondenti alla struttura modulare del blocco; il lato sud-ovest maggiormente esposto si caratterizza per l’aggiunta di una “seconda pelle” con uno sbalzo di 60 cm. Questa protezione funziona come una persiana, un filtro passivo: i vetri selettivi riducono l’impatto dell’irraggiamento solare e limitano il ricorso a sistemi di l’acciaio nell’architettura italiana MARIO CUCINELLA ARCHITECTS SEDE DELLA TORNO INTERNAZIONALE - MILANO CREDITI Cliente: Torno Internazionale Architetto: Dante O. Benini & Partners Architects Strutture: Arup Italia, DLC S.r.l. Carpenteria metallica edificio e vela: Lorenzon Techmec System Carpenteria Metallica corpo basso: Stahlbau Pichler contrappunto, sul lato corto dell’edificio più alto, un’altra superficie metallica in inox curvata. Serve a bilanciare figurativamente la prima e a nascondere i tubi del condizionamento e le salite e discese degli altri impianti (a questa funzione di decentramento e, insieme, occultamento impiantistico provvedono anche, sul retro, alcune strutture metalliche lasciate al loro interno appositamente cave). Si riesce così a evitare l’attraversamento degli impianti all’interno dell’edificio, migliorando la flessibilità dello spazio lavorativo e, insieme, ottenendo un notevole risparmio di cubatura edificabile con un conseguente aumento dei metri quadri utili. Giocato sulle superfici riflettenti dei vetri e su quelle traforate delle vele, l’edificio della Torno cambia aspetto sia nelle diverse ore del giorno, con il modificarsi della posizione del sole e del suo raggio d’incidenza, sia di notte, quando entra in funzione l’illuminazione artificiale. Luigi Prestinenza Puglisi 015 014 Tra le opere più emblematiche realizzate da Dante Benini vi è il complesso per la Torno Internazionale a Milano, eseguito in due fasi tra il 2000 e il 2005. Si tratta, piuttosto che di un edificio, di un intervento esemplare di recupero urbano che avviene, in primo luogo, attraverso la ristrutturazione e il ridisegno di un precedente immobile di scarsa qualità, con la realizzazione di una facciata ventilata racchiusa da pannelli vetrati che alleggeriscono l’altrimenti pesante costruzione e mettono in atto un mutevole gioco di riflessi. Vi è poi l’aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica, destinato ad ospitare una sala per eventi che arretra rispetto al filo stradale per consentire una migliore fruibilità dello spazio pubblico. A rendere percettivamente intenso l’impatto con il contesto urbano provvede, inoltre, un volume emergente, la vela: è una forma plastica che raccorda il volume edilizio preesistente di maggiore altezza con quello della nuova costruzione di dimensioni più contenute. Ha funzione di brise soleil: la superficie metallica in acciaio inossidabile a finitura opaca è stata, infatti, traforata in modo da garantire protezione dai raggi del sole, riparo dall’introspezione, consentendo, al contempo, a chi sta all’interno, una certa trasparenza. Quando l’edificio è illuminato, la vela assomiglia ad una gigantesca lampada, diventando un segnale urbano di sicuro effetto scenico. Alla vela fa da Serramenti: Metalsigma Tunesi, Somec Vetri: Pilkington Acciaio del rivestimento: Ugitop di Ugine & Alz, gruppo Arcelor Mittal Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Toni Nicolini, courtesy Dante O. Benini l’acciaio nell’architettura italiana DANTE O. BENINI & PARTNERS ARCHITECTS sede grappa nardini - bassano del grappa ■ Sezione del complEsso crediti Cliente: Giuseppe e Cristina Nardini Architetto: Massimiliano Fuksas Architetto Interior design: Arch. Doriana O. Mandrelli Engineering: Ing. Gilberto Sarti Lavorazione e montaggio dei vetri: Sunglass Vetri: Glaverbel Riscaldamento a pavimento: Velta Italia Impianto di climatizzazione: Climaveneta Carpenteria metallica: SAIV snc Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Matteo Danesin spaccato strutturale dell’ellissoide specchio d’acqua crea riverberi nella zona ingresso sotto le due bolle. I lucernari subacquei diffondono nello spazio ipogeo la luce del giorno, mentre di notte divengono sorgenti luminose. L’asimmetria degli elementi architettonici genera viste mutevoli: gli ellissoidi sfalsati e sovrapposti, l’ascensore obliquo opposto alla scala aerea, la rotazione della rampa d’ingresso. Elementi strutturali di rilievo: i muri portanti sfaccettati in calcestruzzo dei piani interrati; gli ellissoidi, con basamento portante e sovrastruttura in profili a doppia T in acciaio centinati, a conferire la curvatura, sono in vetro trasparente al di sopra del pavimento e opaco nella parte inferiore. Il vano ascensore obliquo connette tutti i livelli del complesso e rappresenta un punto di appoggio per i piani. L’impalcato a travi in acciaio al piano terra poggia di lato sui muri perimetrali in c.a., al centro su due setti portanti in c.a. e sul vano ascensore. Il sistema di fissaggio alla struttura principale del rivestimento trasparente si basa sul concetto di “vincolo”. Ogni pannello vetrato non è ancorato alla struttura, ma appoggiato su cerniere tridimensionali, giunti sferici che assorbono le tolleranze di vetri e struttura a dilatazioni differenziali. Lo specchio d’acqua bioclimatico copre il volume ipogeo; l’evaporazione estiva induce raffreddamento al piano sottostante e all’ambiente. L’acqua si mantiene in costante movimento, con filtraggio osmotico. 017 016 Un altro esempio straordinario dell’utilizzo dell’acciaio nell’architettura d’avanguardia è il nuovo centro ricerche della distilleria Nardini, progettato da Massimiliano Fuksas: due corpi a ellisse trasparenti sopra uno specchio d’acqua, che si integrano con le querce americane piantate negli anni ’70 nel terreno antistante. Una rampa conduce gli ospiti allo spazio sotterraneo, definito da aspri setti in calcestruzzo a vista e tagli luminosi dati dai lucernari subacquei. L’intervento si caratterizza per i due ellissoidi sfalsati tra loro e sospesi nell’aria. Li reggono esili colonne oblique stabilizzanti, che spiccano dai muri in c.a. del piano interrato. Ingresso, auditorium e gli altri spazi illuminati dall’alto sono scavati in un banco di ghiaia alluvionale. “Il progetto aveva bisogno di un punto di appoggio, di una spina dorsale e l’ascensore obliquo mi sembrò immediatamente risolvere la questione” afferma Fuksas. La scala, costruita su una lastra di acciaio, collega le bolle, luogo di luce, con il teatro, attraversando il piano d’acqua. Sono due mondi: uno “sospeso”, gli ellissoidi trasparenti, con vista a 360° sul paesaggio, che danno spazio ai laboratori di ricerca; uno “sommerso”, lo spazio scolpito in forma di canyon con un auditorium da 100 posti cui si accede dalla rampa, utile anche come platea all’aperto. Le due platee formano un’unica arena in cui lo spettatore è circondato dall’andamento aritmico delle pareti inclinate. Uno ■ l’acciaio nell’architettura italiana massimiliano fuksas architetto sede della Vacheron Constantin - ginevra le facciate BERNARD TScHUMI ARCHITECTS Nel 2001 Vacheron Constantin, la più antica casa svizzera di orologeria, indice un concorso internazionale per la definizione della nuova sede a Plan-lesOuates, nei pressi di Ginevra. Bernard Tschumi si aggiudica il concorso e nell’agosto 2004 l’edificio è inaugurato. Con una veste unitaria, il complesso tuttavia separa distintamente le funzioni direzionali dalle attività di progettazione e produzione, attraverso due corpi raccordati ma diversi in altezza e volume. L’architettura è caratterizzata dal rivestimento metallico che copre l’intero complesso. Il sottile involucro esterno in aggetto sulle alte pareti vetrate laterali, è costituito da una lamina ad andamento flessuoso, che si distende sulla copertura, a cui si àncora incurvandosi e inserendosi nel corpo del volume direzionale. Il volume verticale costituisce l’accesso all’intero complesso per impiegati e visitatori: la facciata si compone in due fasce, lo “zoccolo” di base, vetrato, e la parete rivestita in acciaio inossidabile, in leggero aggetto sulla verticale e interrotta dai lunghi tagli orizzontali delle finestre ai piani. All’interno, il volume direzionale ottiene controllate condizioni di luminosità; la parete vetrata a nord lascia penetrare ampiamente la luce neutra e indiretta dall’esterno, mentre l’opposta parete vetrata a sud filtra l’intensità dell’irraggiamento solare. Negli spazi interni del complesso, l’idea architettonica del rivestimento continuo si ripresenta: all’esterno la lucida lamina metallica suggerisce precisione e sicurezza, all’interno si propone l’accogliente sensazione di calore del legno. Si utilizza un unico tipo di legno, il ciliegio americano. Per contrasto, le zone di transito e circolazione all’interno sono concepite come successione di spazi e percorsi vetrati: nell’ampio atrio d’ingresso a tutta altezza predominano l’imponente scala a rampe contrapposte, gli elementi distributivi a ballatoio per gli ambienti ai vari piani, il vano ascensori, tutti realizzati in vetro e acciaio. Il basso volume che ospita le attività produttive e di progettazione si affaccia su un cortile interno silenzioso e luminoso, e nello stesso tempo funge da copertura del parcheggio interrato, illuminato da luce naturale e ricavato su un avvallamento artificiale del terreno. Francesco Pagliari 019 018 © Peter Mauss / Esto ■ © Christian Richters 020 ■ sezione yy - scala 1:600 le facciate sezione xx - scala 1:600 prospetto est - scala 1:600 © Christian Richters ■ sezione yy - scala 1:600 021 ■ le facciate © Christian Richters © Christian Richters 022 1- rivestimento in lamiera d’acciaio inossidabile UGITOP perforato 2- Trave a C UPE 240 3- Canaletta di raccolta delle acque meteoriche con profilo di tenuta fissato alla struttura secondaria 4- Membrana bituminosa multistrato impermeabile e ignifuga sp. 7 mm 5- Profilo in acciaio tubolare h. 180 mm 6- Profilo hea 180 calandrato 7- scossalina di colmo 8- distanziatore 9- lamiera grecata di rivestimento curvato sp. 26 mm 10- isolamento 60 kg/m3 sp. 80 mm 11- isolamento 110 kg/m3 sp. 50 mm 12- membrana sp. 3 mm in polietilene antivapore 13- Profilato Z di fissaggio 14- isolamento 120 kg/m3 sp. 120 mm 15- tavole in legno OSB sp. 12 mm 16- Lamieragrecata trapezoidale sp. 160 mm 17- Profilo tubolare in acciaio h.140 mm a supporto della struttura 18- Trave a C h.180 mm 19- pannello fono assorbente sp. 17 mm 20- alloggiamento delle tende avvolgibili 21- tenda a lamelle orientabili con controllo elettronico 22- lamiera forata 23- finitura in alluminio sp. 2 mm 24- Massello di ciliegio americano su soletta di calcestruzzo alleggerito 023 Dettagli A,B,C - Facciata ovest Sezione verticale - scala 1:10 le facciate © Peter Mauss / Esto Dettaglio D - Facciata est sezione verticale - scala 1:30 crediti Cliente­­­­­­­: Vacheron Constantin, Richemont, Intl. Architetto: Bernard Tschumi Urbanistes Architectes Strutture: OVE ARUP (Matt King) and SGI Impianti: Enerconom Consulente per le facciate: BCS Facciate e Coperture: Hevron Illuminazione: Badel + Cie Acciaio del rivestimento: Ugitop di Ugine & Alz, gruppo Arcelor Mittal Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: courtesy Bernard Tschumi Architects 025 024 1- Trave IPE 240 2- Membrana bituminosa multistrato impermeabile e ignifuga sp.7 mm 3- isolamento in lana di roccia 4- membrana sp. 3 mm in polietilene antivapore 5- Trave HEB 240 6- rivestimento in lamiera d’acciaio inossidabile UGITOP perforato 7- armatura secondaria trave HEB 180 8- lamiera grecata di rivestimento curvato sp. 26 mm 9- lamiera d’acciaio 10- pannello fonoassorbente sp. 17 mm 11- armatura principale per fissaggio dei pannelli di facciata 12- pannelli fonoassorbenti in MDF forato con finitura ciliegio americano 13- supporti longitudinali e trasversali del controsoffitto, appesi 14- cavi di sospensione del controsoffitto 15- Livello delle aperture 16- pannelli di legno non forato in MDF con finitura ciliegio americano 17- pannelli di legno rinforzato non forato in MDF confinitura ciliegio americano 18- profilo angolare per fissaggio degli elementi di facciata 19- isolamento termico in lana di vetro 20- pavimento sopraelevato in massetto di ciliegio americano 21- soletta di calcestruzzo alleggerito SEZIONE VERTICALE DEL sistema di FACCIAtA Pannelli di acciaio inossidabile uranus 35N dello spessore di 12 mm (450 pannelli da 3800x3020x3 mm) velano tutto il fronte verso la strada estendendosi fino al tetto. L’intelaiatura a traliccio è composta da sei motivi, riprodotti da un affresco di Giulio Romano e ampliati grazie alla tecnologia digitale. Sia per l’impostazione sia per il materiale impiegato il sistema adottato a Les Bons Enfants contribuisce a risolvere alcuni problemi funzionali: 1- controllo della luce solare (i pannelli sono composti da 40% di materiale e 60% di vuoto) 2- l’intelaiatura a traliccio, semplicemente sfalsata rispetto alla facciata, diventa parte della barriera di sicurezza. I pannelli in acciaio inossidabile sono saldati a formare telai montati su staffe e applicati alla facciata. L’acciaio è del tipo inossidabile duplex. Si è scelto il metodo del taglio al laser per contenere al minimo il fenomeno delle zone colpite dal calore. le facciate © Nicolas Borel les bons enfanTs MINISTERO DELLA CULTURA E DELLA COMUNICAZIONE PariGI, FrancIA francis soler continua nel suo aspetto l’intelaiatura a traliccio scintilla alla luce o la assorbe, secondo l’angolo di incidenza, portando il grigio del cielo di Parigi giù fino a terra. Francis Soler © Nicolas Borel crediti Cliente: Ministry of Culture and Communication Architetto: Francis Soler Interior Design: Frédéric Druot Strutture: Sechaud Bossuyt Sistemi di facciata: Portal Laubeuf Acciaio del rivestimento: Uranus 35N di Industeel, gruppo Arcelor Mittal Foto: courtesy Arcelor Mittal 027 026 L’esistenza di due edifici di periodi diversi nel sito di Les Bons Enfants costituisce il punto di partenza per un nuovo intervento. Il concetto di cultura è inestricabilmente legata alla nozione di patrimonio ereditato e trasmesso nel tempo. Ho iniziato la progettazione riesaminando gli strati dell’edificio, rivalutandone le profondità, rimodellando i contorni delle falde del tetto ed eliminando tutto ciò che sporgeva senza motivi. Si trattava anzitutto di definire la nuova “pelle” dell’edificio esistente. L’intelaiatura a traliccio in acciaio inossidabile copre interamente le facciate dell’intero complesso, come un involucro. Luce, sicurezza, funzionalità, percezione, motivo conduttore e tecnica, uniti e intersecati, hanno realizzato un processo di sviluppo di forze capaci di modificare la geometria, lo spessore o i contorni del progetto. Le applicazioni del software ci hanno aiutato a raffigurare con grande rapidità tutte le deformazioni e a sceglier poi la versione migliore. Leggera e CENTRO TECNOLOGICO DELL’ACCIAIO AVILES - SPAGNA Il Centro Tecnologico dell’Acciaio e Materiali Metallici delle Asturie si trova all’interno del Parco Industriale del Principato delle Asturie, in una delle aree di maggiore spessore storico e del patrimonio industriale della regione, compresa tra l’estuario del fiume Avile ed il sito produttivo Arcelor Mittal. Il complesso si divide in tre aree in funzione delle differenti attività che si svolgono al suo interno. La prima è di ricezione, di rappresentanza e di amministrazione, con l’atrio come elemento di articolazione dei corridoi e dello spazio interno. In posizione intermedia si colloca l’area dei laboratori e, nella zona posteriore, il volume di maggior grandezza che è destinato agli uffici delle attività industriali e delle installazioni. La forza espressiva del progetto risiede nella composizione geometrica dei volumi ma soprattutto nella scelta del materiale usato per i rivestimenti esterni: l’acciaio autopatinabile di tipo cor-ten, che caratterizza l’intera architettura grazie alla colorazione che dona alle pareti ed all’effetto materico delle superfici esterne che dà una connotazione tecnologica e contemporanea all’insieme. Tra i componenti ci sono spazi interstiziali che a volte sono corridoi, a volte corti interne, vuote o vie di passaggio per la luce, che qualificano gli spazi generati all’interno. Questo sistema organizzativo risponde a tutti i requisiti funzionali di produzione, di analisi e di controllo che si svolgono all’interno, creando uno spazio continuo al piano terra, che si differenzia via via salendo di livello. La parte più rappresentativa anche come segno architettonico è l’auditorium che si protende in aggetto sopra l’entrata. Si utilizzano tre strategie nel trattamento della luce. Luce filtrata attraverso i vetri traslucidi delle facciate interne degli uffici, e quindi controllata per le aree di lavoro. Luce zenitale nell’atrio e nei magazzini attraverso i lucernari delle coperture. Luce indiretta nel piano interrato attraverso le corti interne. Un complesso semplice e tecnologico all’esterno che dà spazio al suo interno a luoghi di lavoro confortevoli capaci di relazionarsi contemporaneamente al contesto industriale in cui si colloca. 029 028 i nuovi materiali JOVINO MARTINEZ SIERRA ARQUITECTO prospetto sud-est scala 1:500 ■ prospetto sud-ovest - scala 1:500 prospetto nord-est - scala 1:500 i nuovi materiali ■ ■ crediti 031 030 Cliente: Fundación para el fomento en Asturias de la Investigación Científica Aplicada y la Tecnología Architetto: Jovino Martínez Sierra Strutture: Eduardo Bárzana Coca Acciaio del rivestimento: Indaten, gruppo Arcelor Mittal Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Marcos Morilla y Estudio JMS, courtesy Arcelor Mittal schede tecniche UNA NUOVA PELLE PER L’ARCHITETTURA GRAZIE A MATERIALI INNOVATIVI Il Novecento ha visto l’affermarsi e il diffondersi di nuovi materiali, nuove tecniche e tecnologie per le costruzioni che spingono oggi a sperimentare forme espressive innovative. Le modalità e di realizzazione di un progetto architettonico sono in continua evoluzione e la sperimentazione di nuove forme rende necessario uno sforzo costante di ricerca sulle possibilità tecniche del progetto e sui nuovi materiali da impiegare. L’involucro, le cui funzioni principali sono quelle di proteggere dagli agenti atmosferici e di definire i volumi, funge da interfaccia tra l’edificio e l’ambiente urbano circostante ed è il primo elemento oggetto di questa evoluzione. La facciata, in particolare, è il lato dell’edificio esposto al pubblico ma è anche parte dell’ambiente esterno. I materiali usati, le loro proprietà, il colore acquistano così grande importanza e giocano un ruolo determinante sull’estetica del progetto, al pari di tutti gli aspetti: forma, definizione spazi, funzione. Nel corso del tempo le conquiste tecniche e tecnologiche hanno modificato la produzione dei materiali per l’architettura: texture di superficie e cromatismi diversi, prestazioni tecniche crescenti sono oggi aspetti imprescindibili che assecondano il progetto e ne influenzano il risultato finale. In questo scenario è ampia la gamma degli acciai che consentono agli edifici di dialogare con l’ambiente esterno, con un risultato funzionale ed estetico moderno, tecnologico e di grande qualità. La scelta di utilizzare acciaio per l’involucro edilizio può avere un ruolo non solo puramente decorativo: la resistenza alle intemperie e l’isolamento termico ed acustico sono fattori essenziali per assicurare il massimo comfort generale e migliorare il bilancio energetico della costruzione. Da quando è disponibile in grandi quantità, l’acciaio ha radicalmente modificato la storia dell’architettura facendo emergere possibilità impreviste e contribuendo a rinnovarne i caratteri, facilitando la realizzazione di soluzioni d’isolamento dall’esterno, molto favorevoli al bilancio energetico ed al controllo dei ponti termici. Il ricorso a materiali isolanti permette oggi di raggiungere livelli eccezionali di comfort acustico, termico e vibratorio, rendendo la vita quotidiana più serena e piacevole, in ambienti con aperture ampie che filtrano una luce morbida e offrono una veduta sull’esterno. In particolare, all’interno della famiglia degli acciai, l’acciaio inossidabile è una scelta che riscontra sempre più interesse in architettura. Grazie ad un alto contenuto di cromo (min. 10,5%) che reagisce con l’ossigeno creando una fine patina superficiale autoprotettiva, garantisce ottima resistenza alla corrosione. E’ caratterizzato da un’estrema duttilità, dalle elevate proprietà meccaniche, ed è rispettoso dell’ambiente perché non inquinante e, come tutti gli acciai, è riciclabile al 100%. All’interno della gamma degli acciai inossidabili, Arcelor Mittal offre ai progettisti prodotti e sistemi studiati appositamente per l’involucro degli edifici. UGITOP® Adottato nell’involucro dell’edificio Torno a Milano (Fig. 1) e in quello della sede Vacheron Constatin a Ginevra, è un acciaio inox rifinito in modo opaco ed omogeneo, così da evitare i riflessi luminosi sugli edifici. Offre semplicità di posa in opera ed è saldabile con le tecniche convenzionali; un coefficiente di dilatazione particolarmente favorevole rende possibile l’assemblaggio di un unico elemento a nastro, che può raggiungere i 20 metri di lunghezza. Il peso contenuto del materiale - 3 o 4 kg/m² - consente il suo utilizzo su strutture leggere. Oltre alle elevate proprietà meccaniche, Ugitop ® garantisce un’elevata resistenza alla corrosione. Dal punto di vista dell’economia a lungo termine, inoltre, si dimostra uno dei prodotti più competitivi tra quelli disponibili sul mercato delle coperture tradizionali. Ugitop ® è prodotto da Ugine & Alz del gruppo Arcelor Mittal, è impiegato per coperture e rivestimenti di facciata ed è disponibile in nastri o fogli di spessori da 0,5 a 2 mm, con larghezze variabili in funzione dello spessore, con un massimo di 1250 mm. I tipi disponibili sono AISI 304 (EN 1.4301) ed AISI 316L (EN 1.4404). UGIBRIGHT® Scelto per la copertura della passerella della nuova Fiera di Roma (Fig. 2), è un acciaio inox con finitura a specchio, ottenuta con il processo di ricottura dell’acciaio laminato in atmosfera inerte. Ugibright ®, prodotto da Ugine & Alz - gruppo Arcelor Mittal, ha una superficie brillante ed omogenea. In architettura e nell’arredo urbano, Ugibright ® permette alla costruzione di “vivere” al ritmo delle ore della giornata, al variare delle diverse condizioni di illuminazione, specchiando l’ambiente circostante e creando dei suggestivi e vibranti effetti di riflessione. Oltre alla brillantezza e alla riflessività, le sue principali caratteristiche sono la resistenza meccanica e l’alta resistenza alla corrosione per i gradi AISI 304 (EN 1.4301) e AISI 316L (EN 1.4404), e, per il grado AISI 430 (ferritico, EN 1.4016), indicato principalmente per l’uso interno, un basso coefficiente di dilatazione termica. Ugibright ® è disponibile in nastri o fogli di spessori da 0,4 a 2 mm. URANUS 35N ® Impiegato nella facciata del Ministero della Cultura e della Comunicazione di Parigi, è un acciaio inossidabile duplex, ovvero un acciaio austeno-ferritico con un’ottima resistenza alla corrosione e dai costi minimi di manutenzione. Grazie al basso tenore di nichel e molibdeno nella sua lega, offre un eccellente rapporto qualità/prezzo. Prodotto da Industeel - gruppo Arcelor Mittal, nel tipo AISI S32304 (EN 1.4362), ha elevate caratteristiche meccaniche che consentono il suo impiego anche in parti strutturali di infrastrutture quali ponti stradali e pedonali (ad esempio, il ponte Malizia e la passerella Ruffolo di Siena, il ponte stradale di Piove di Sacco, Padova oppure il ponte pedonale Pedro Arrupe a Bilbao (Fig. 3), consentendone una sostanziale riduzione in peso. Di facile saldabilità, può essere utilizzato con una finitura brillante o opaca. E’ disponibile in lamiere di spessore da 5 a 200 mm e di dimensioni fino a 3500x14000 mm. © J.-Y. l’Hostis 2 3 033 032 1 ALUZINC ® Lamiera d’acciaio rivestita da alluminio e zinco legati insieme in parti quasi uguali, con cui si realizzano coperture ed involucri di facciata. L’acciaio conferisce la resistenza meccanica, mentre il rivestimento metallico, oltre a dare alla superficie del prodotto un interessante aspetto con stellature brillanti argentate, garantisce un’eccellente resistenza alla corrosione atmosferica, grazie appunto all’azione protettiva combinata dell’alluminio e dello zinco. Garantito per un periodo di 20 anni contro la perforazione dovuta alla corrosione, Aluzinc ® mantiene a lungo il suo colore naturale e la sua brillantezza. Funge da scudo termico dell’edificio, grazie ad un’elevata capacità di riflessione del calore e della luce, offrendo un eccellente rapporto qualità/ prezzo. Aluzinc ®, lamiera in acciaio al carbonio (EN 10215), rivestita da lega di alluminio (55%), zinco (43,4%) e silicio (1,6%), è prodotto da Arcelor Mittal, e si usa in spessori di 0,5-0,7 mm per le coperture e 0,7-0,8 mm per le facciate. E’ disponibile in fogli di larghezza da 700 a 1500 mm. Oltre alle già menzionate proprietà, presenta caratteristiche di resistenza all’abrasione, resistenza al fuoco, elasticità, malleabilità, lavorabilità ed ecocompatibilità. L’involucro esterno del centro di ricerca metallurgica di Liegi (Fig. 5) è fatto con Aluzinc ®. 034 4 5 schede tecniche INDATEN ® Utilizzato nel rivestimento del Centro Tecnologico dell’Acciaio è un acciaio da costruzione autopatinabile di tipo cor-Ten, che presenta un’ottima resistenza alla corrosione atmosferica. È caratterizzato da un colore di tonalità calda, che si ottiene naturalmente con l’esposizione agli agenti atmosferici, grazie allo sviluppo di una “patina”- uno strato di ossido fortemente legato alla superficie dell’acciaio. Se tale patina si danneggia, l’acciaio si ossida di nuovo ripristinando lo strato che funge da barriera protettiva. E’ dunque un materiale che “vive” e si autoprotegge, si utilizza in architettura per facciate e rivestimenti, sia all’esterno che all’interno. Indaten 355A è un prodotto di Arcelor Mittal, laminato a caldo, a grana fine ed alto limite di snervamento, conforme alla norma EN 10025-5:2004. Dimensioni delle lamiere: larghezza da 600 mm a 2100 mm, spessore da 1,7 a 16 (spessori inferiori disponibili in laminato a freddo), con finiture nera o decapata. Indaten ® può essere lavorato come gli acciai da costruzione classici (taglio, piegatura, saldatura, etc.) oppure può essere rivestito (verniciatura, rivestimenti metallici, etc.). L’acciaio autopatinabile trova inoltre impiego nella realizzazione di ponti, come nel caso della ricostruzione del Pont Trencat in Spagna (Fig. 4), essendo disponibile in lamiere di spessori più elevati a funzione strutturale e dimostrando un’ottima resistenza alla corrosione. LE SOLUZIONI ARVAL ® Le soluzioni Arval, azienda del gruppo Arcelor Mittal specializzata in sistemi completi per facciate, coperture, pavimenti, soffitti e rivestimenti interni, sono il risultato di una nuova ricerca tecnica ed estetica. I progettisti sono accompagnati durante tutta la fase di progettazione fino alla posa in opera dell’involucro stesso. Arval offre la possibilità di personalizzare le soluzioni sia per quanto riguarda la scelta del materiale (acciaio inossidabile, preverniciato, zincato, etc) sia per la scelta della tipologia del sistema di facciata (a cassetta, a scaglie, a doghe, brises-soleil, etc.). Di concezione modulare e semplici da posare, le soluzioni Arval riuniscono in un unico sistema tutte le risposte necessarie alle esigenze dei progettisti: estetica, resistenza al fuoco, tenuta all’acqua, comfort termico ed acustico. Caïman ®, è un sistema di facciata a scaglie, di dimensioni personalizzabili, adatto agli edifici con forme organiche (Fig. 6) ed in grado di dialogare con l’ambiente circostante, grazie ai vibranti giochi di luce che rendono “vivo” l’edificio. Mascaret ®, profilo ad onde oblique perforato, e ST Lumiere 300 ®, profilo con fori tondi e oblunghi in rilievo, sono soluzioni utilizzate per sovracoperture e brise soleil per facciate, che possono essere posate sia in orizzontale che in verticale. Offrono una visuale dinamica all’edificio, conferendo trasparenza o filtrando la luce. I sistemi a cassetta ST Evolution ®, sono adottati nel rivestimento di facciate sia in caso di nuova edificazione che in interventi di recupero. Di posa agevole e rapida e di planarità ottimale, sono disponibili in moduli di diverso formato, adattandosi alle più svariate condizioni d’impiego. L’ACCIAIO PREVERNICIATO ® L’acciaio preverniciato, utilizzato negli involucri dell’hangar Alenia (Fig. 7), è un prodotto tecnologico, ecologico ed economico. Il supporto in acciaio zincato viene rivestito da due strati di vernice: il primer e lo strato di finitura. Il processo produttivo è in continuo, quindi permette di avere una produzione controllata dando così un’alta qualità al prodotto finale, sia in termini estetici che in termini economici. Tutti questi strati concorrono per un’eccellenza delle caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione dell’acciaio stesso, oltre a garantire una buona resistenza all’abrasione, resistenza al fuoco, elasticità, malleabilità e lavorabilità. Questi tipi di acciai in edilizia sono utilizzati per rivestimenti sia per parti interne (controsoffittature, porte, etc.) che per parti esterne (pannelli sandwich, rivestimenti di facciate). Gli acciai preverniciati, prodotti dal gruppo Arcelor Mittal, possono avere uno strato di verniciatura diversificato a seconda delle destinazioni d’uso (spessore finale della lamiera da 0,17 a 3 mm) e sono disponibile in fogli e nastri di larghezza da 600 a 1850 mm. 6 7 035 Arcelor Mittal produce una vasta gamma di acciai piani al carbonio che offrono ulteriori possibilità per gli involucri d’architettura. 036 edifici multipiano ateliers jean nouvel + b720 Arquitectos La Torre Agbar, 35 piani e 142 m di altezza, si trova in Plaza de las Glories Catalanes, inserita nell’angolo formato dall’Avenida Diagonal e dalla Calle Badajoz. Nella percezione, richiama il volume d’acqua di una fontana a pressione costante. Quattro piani interrati occupano l’intero lotto, accogliendo parcheggi e funzioni di servizio. L’auditorium al primo livello interrato forma un rilievo nella topografia ondulata dello spazio aperto circostante la torre. Il sistema portante dell’edificio, costituito da un nucleo interno e da una struttura perimetrale esterna, consente di liberare i piani dalla griglia di pilastri strutturali. Due “cilindri” in calcestruzzo a sezione ovale sostengono un sistema di travi metalliche di supporto ai solai collaboranti in calcestruzzo e lamiere grecate in acciaio. L’eccentricità del nucleo rispetto all’involucro esterno definisce la pianta tipo dei piani. La superficie libera si comprime nella zona di accesso agli ascensori e si espande nella rimanente parte, dando spazio all’area per gli uffici. La parete esterna è formata da un reticolo irregolare di moduli quadrangolari ed appare come punteggiata da pixel. Le aperture delle finestre sono disposte su questa maglia: si determina una “calligrafia” per l’accumulo puntuale di tensioni strutturali, per la flessibilità degli uffici e per la densità delle perforazioni nella parete, in rapporto all’esposizione ai raggi solari nelle varie direzioni. L’interno si modella sullo stesso schema reticolare che si trasmette quasi per processo osmotico, generando il decoro e la conformazione dell’arredo. La geometria frattale che governa la definizione della parete perimetrale sviluppata dai progettisti ha consentito di realizzare con procedure industrializzate gli elementi componibili. In conseguenza della conformazione a reticolo, la facciata si articola attraverso moduli in lamiera di alluminio ondulato, laccati in 25 colori. Il rivestimento, con uno strato incorporato in lana di roccia fissato sul lato esterno della parete, definisce l’involucro dell’edificio, dai colori gradualmente cangianti: alla base, i toni rossastri simili al colore del terreno; progressivamente si ottengono le sfumature blu dei piani superiori, a fondersi con il cielo. Il cilindro esterno ha sviluppo perpendicolare fino al 18° piano, a partire dal quale le linee generatrici iniziano a curvarsi verso l’interno. La sezione si riduce gradualmente fino al 26° piano, dove il calcestruzzo non viene più usato; la torre si completa raccordandosi ad una cupola a struttura in vetro e acciaio. Gli ultimi sei piani, strutturati con solai in calcestruzzo post-teso a spessori differenziati, sono costruiti a sbalzo dal nucleo centrale e occupano il grande spazio sottostante la cupola. Questi piani saranno adibiti a funzioni gestionali. L’intero edificio è circondato da un secondo involucro in lamelle di vetro stratificato a differenti gradi di trasparenza, che sfumano i colori della facciata retrostante, fungendo da velo vibrante che cela ed avvolge la torre. Le lastre vetrate sono trattate e inclinate in funzione della loro posizione e dell’incidenza dei raggi solari. Gisella Barbieri 037 torre agbar - barcellona, spagna pianta piano tipo fuori scala ■ prospetto nord - fuori scala 039 038 ■ edifici multipiano Non è una torre o un grattacielo nel senso americano. E’ piuttosto un’apparizione, che emerge singolare dal centro di una città in genere tranquilla. Al contrario delle sottili guglie e dei campanili che tipicamente trafiggono l’orizzonte nelle città orizzontali, questa è una massa fluida che sgorga dalla terra come un geyser sotto pressione calcolata e permanente. La superficie dell’edificio evoca l’acqua: fluida e ininterrotta, scintillante e trasparente, i materiali si svelano in sfumate ombre di colore e luce. Un’architettura della terra senza la pesantezza della pietra, una lontana eco delle antiche ossessioni formali catalane, che un vento misterioso porta dalle alture del Montserrat. Le ambiguità di materiali e luce conducono la Torre Agbar ad entrare in risonanza con il profilo di Barcellona, notte e giorno, come un miraggio in lontananza a contrassegnare l’ingresso all’Avenida Diagonal dalla Plaza de las Glories Catalanes. Questo oggetto singolare sarà il nuovo simbolo di Barcellona, città internazionale, e ne diverrà uno dei suoi migliori ambasciatori. Jean Nouvel edifici multipiano Dettaglio A - cupola Sezione verticale - scala 1:60 1- Oculo esterno 2- Oculo interno: vetro laminato con duplice curvatura 3- Struttura di supporto: profili in alluminio laccato 4- Struttura della pelle esterna: materiale composito permeabile alle onde elettromagnetiche 5- Piattaforma formata da griglie in acciaio zincato per l’installazione delle antenne 6- Lamelle in vetro motorizzate per l’aerazione e lo scarico dei fumi 7- Profilo in acciaio zincato a caldo con trattamento di protezione all’umidità 8- Montanti in tubolari ad incastro maschio-femmina in alluminio anodizzato 9- Lamelle in vetro laminato 4+8, con quattro diverse trasparenze e applicazione di differenti serigrafie in funzione dell’ orientamento, fissate ai supporti mediante silicone strutturale 10- Supporto delle lamelle 11- Passerella di manutenzione per la facciata della cupola: piattaforma formata da griglie in acciaio zincato 12- Struttura di sostegno della piattaforma 13- Profili in tubolare di acciaio zincato 14- Vetrata interna della cupola formata da profili in alluminio anodizzato e vetrocamera 10/15/5/5 con pellicola pvb incorporata 15- Profilo in alluminio anodizzato con trattamento di protezione all’umidità Cupola Serigrafia delle lamelle in vetro 1- 2- 3- 4- 5- 6- 7- 8- Est Nord-est Nord Nord-ovest Ovest Sud-ovest Sud Sud-est 15% 40% 20% 45% 25% 50% 30% 55% 35% 60% 65% crediti 041 040 Cliente: Layetana Inmuebles, S.L. Tenant: Aguas de Barcelona (Agbar) Architetto: Jean Nouvel (AJN), Fermín Vázquez (b720 Arquitectos) Project Manager: Argos Management Interior design: Jean Nouvel (AJN), García Ventosa arquitectura Strutture: R. Brufau & A. Obiol Impianto di climatizzazione: Climaveneta Carpenteria metallica: ELTE S.A. Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Rafael Vargas grandi luci 1 accessibili da tutte le entrate. Il parcheggio periferico per lo staff e i visitatori evita qualunque intralcio al traffico interno. Come struttura a sostegno delle coperture sono state usate un totale di 54 travi travi alveolari Arcelor Cellular Beams in acciaio, di 20 metri di lunghezza. Per scelta degli architetti le travi HEA 300 utilizzate come pilastri di supporto e le travi alveolari sono state lasciate in vista come segno architettonico e per dare ai volumi interni un ritmo ed una organizzazione spaziale. La particolare composizione delle travi alveolari permette di risolvere anche le problematiche di flessibilità impiantistica. In questo caso ad esempio l’elevata concentrazione di installazioni tecniche all’interno del complesso esigeva da un lato una elevata quantità di impianti e dall’altro la possibilità di modificarne la disposizione e di conservare la possibilità di aggiungerne altri. I grandi fori circolari nelle travi permettono di risolvere con semplicità queste problematiche. Infine tutta l’impiantistica di riscaldamento, raffrescamento, e condizionamento dell’aria, oltre all’elettricità è inserita nello spessore delle travi, senza rubare per le tubazioni uno spessore in più rispetto alle strutture. Fanno parte del complesso anche alcuni edifici con funzioni più specifiche. Uno di questi è il nuovo magazzino che contiene le riserve di sale, i silos ed i mezzi meccanici. E’ costituito da due hangar, ognuno dotato della capacità di 3500 tonnellate, e due silos da 200 tonnellate. La particolare funzione dell’edificio ha determinato l’attenta scelta dei materiali adatti: legno ed acciaio inossidabile, che non si deteriorano facilmente a contatto con il sale. Il rivestimento in policarbonato semitrasparente usato per la facciata esterna lascia intravedere la struttura retrostante, creando un gioco di contrasti con l’esterno, tra luce e riflessi. ■ Planimetria generale - fuori scala 1- deposito del sale 2/3 magazzini e garage 1 Sede centrale del dipartimento nazionale manutenzione autostradale, lussemburgo BRUCK + WECKERLE ARCHITEKTEN garage, paralleli alla linea ferroviaria e alla strada adiacente, ha consentito un uso ottimale della superficie, sia per quello che riguarda il luogo, sia l’organizzazione delle operazioni logistiche. Questo conferisce al complesso edilizio confini chiaramente definiti e protetti dall’esterno, e le operazioni possono continuare all’interno senza interferenze. I grandi edifici che ospitano i garage garantiscono protezione all’ambiente circostante, in cui si trovano zone abitative, sia dal punto di vista acustico sia visivo. Esistono anche due ampie arterie di traffico interno, accessibili a tutti i veicoli di servizio, camion compresi. Lungo il perimetro della zona gli edifici sono chiusi, e rivestiti da una struttura metallica uniforme in alluminio. I garages e le officine, con i relativi accessi incassati in vetro, garantiscono agli spazi un’illuminazione naturale ottimale. La regolarità della sezione trasversale è proporzionale alle dimensioni dei veicoli ospitati. Gli uffici per la gestione delle officine, le sale riunioni e la mensa aziendale sono direttamente ■ sezione del deposito del sale fuori scala 043 042 Situata in una zona produttiva a circa 10 km di distanza dalla città di Lussemburgo, il complesso di edifici per la nuova sede delle officine centrali dell’Amministrazione Autostradale del Lussemburgo (Administration des Ponts et Chaussées) occupa un terreno di 7 ettari. Queste strutture comprendono le officine ed i garage, i magazzini centrali del sale e relativi silos, un laboratorio per i controlli sui materiali, gli uffici e le strutture per i vari servizi. Diversi edifici ancora in uso verranno trasformati successivamente per essere resi più armonici con l’architettura del nuovo complesso. Le dimensioni del progetto, la sua ambientazione in una zona eterogenea, e l’esigenza di portare avanti il progetto in fasi successive, in modo da consentire l’esercizio continuativo delle varie funzioni, ha richiesto una progettazione meticolosa: una struttura semplice che potesse essere duplicata ed ampliata, per assecondare sia le necessità del programma sia i requisiti funzionali delle attività svolte, rispettando comunque i vincoli urbanistici. L’allineamento dei grandi luci 2 3 ■ dettaglio della trave alveolare di copertura - fuori scala ■ dettaglio della facciata esterna con apertura - fuori scala 2 crediti 3 045 044 Architetto: Bruck + Weckerle Architekten Carpenteria metallica: Timmers Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Lukas Roth, courtesy Arcelor Mittal Sagome complesse ed insolite, lontane dalle forme tradizionali degli edifici, pongono in primo piano la questione della realizzazione tecnica, aprendo la strada alla sperimentazione di tecnologie avanzate e di sistemi costruttivi innovativi, soprattutto in un’ottica di sviluppo ecosostenibile. E’ di grande attualità il dibattito sull’opportunità di edificare edifici multipiano che coniughino i concetti di solidità delle strutture e di leggerezza estetica. Grazie alle eccellenti proprietà meccaniche, l’impiego dell’acciaio per la realizzazione di una struttura portante di edifici multipiano garantisce un eccellente rapporto tra peso e resistenza e consente la realizzazione di edifici più leggeri anche del 50%, rispetto ai metodi costruttivi tradizionali: le fondazioni sono ridotte ed è possibile costruire con facilità anche su terreni poco portanti cioè il numero dei pilastri è inferiore, così da poter coprire luci più grandi, ampliando i volumi e rendendo flessibili gli spazi. I costi di manutenzione contenuti ed i minori oneri finanziari connessi alla riduzione dei tempi di costruzione fanno oggi delle opere in acciaio una soluzione di successo. Nelle acciaierie del gruppo Arcelor Mittal si producono profili laminati e acciai strutturali, oltre alla vasta gamma di prodotti ed alle soluzioni tecnologi- camente più avanzate, tecnici specializzati affiancano i professionisti ottimizzando le scelte strutturali nelle varie fasi della progettazione. © Rafael Vargas DETTAGLIO DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE COMPOSTA ACCIAIO/CALCESTRUZZO UTILIZZATA PER LA TORRE AGBAR - scala 1:80 1- Pavimento sopraelevato con finitura in marmo Thassos, solaio collaborante formato da lamiera in acciaio zincato e calcestruzzo armato, strato antincendio in malta di cemento e vermiculite 20 mm, isolamento in lana di roccia 40 mm, doppio strato di cartongesso 15 +15 mm, isolamento in lana di roccia 40 mm 2- trave in acciaio laminato ignifugata con malta composta da miscela di perlite e vermiculite 3- Tiranti in metallo 4- Rivestimento in lastre di fibrosilicato 5- Pavimento in vernice poliuretanica 2 mm, soletta in calcestruzzo, pellicola di protezione in pvc, conglomerato di poliuretano 20 mm, solaio collaborante formato da lamiera in acciaio zincato e calcestruzzo armato, isolamento in lana di roccia 40 mm, doppio strato di cartongesso 15 +15 mm 6- Lastra in acciaio zincato 600x600 mm con pellicola termosigillata internamente sovrastata da isolamento acustico in fibre geotessili e con finitura in vernice trasparente 7- Doppio strato in pannelli PLADUR 15 +15 mm, isolamento in lana di roccia 40 mm, struttura in calcestruzzo armato, isolamento ­­­­­in lana di roccia 40 mm, intercapedine, lamiera ondulata in alluminio laccato LE TRAVI ALVEOLARI ACB ® (ARCELOR CELLULAR BEAMS) Le travi alveolari ACB ® (Arcelor Cellular Beams), utilizzate per il progetto dell’Atelier des Ponts et Chaussées del Lussemburgo, sono soluzioni in acciaio leggere per coperture o solai che consentono di guadagnare spazio, offrendo funzionalità, estetica, leggerezza, flessibilità, risparmio e, poiché prefabbricate, rapidità di esecuzione. A partire da un profilo laminato di base ad H o ad I tagliato lungo l’anima, secondo una tecnica brevettata, si ottengono due elementi a T che vengono poi tra loro risaldati: si ottiene alla fine una trave con aperture circolari e con altezza e rapporto inerzia/peso aumentati rispetto a quella di partenza. A seconda delle esigenze progettuali, sono possibili un’infinità di configurazioni (scelta del diametro e dell’interasse delle aperture, centinatura, etc.) con aperture di diametro fino all’80% dell’altezza finale della trave. Le luci che possono coprire variano in funzione dell’utilizzo: per le coperture fra i 10 e i 45 m, per le travi di solaio fra gli 8 ed i 25 m. Le travi alveolari consentono una riduzione di 25-40 cm dell’altezza finale di ogni impalcato grazie al passaggio degli impianti nelle aperture delle travi ed un risparmio in peso del 25-30% rispetto a profili in acciaio laminati tradizionali, da cui consegue un risparmio economico ed una maggiore facilità nel trasporto e montaggio. LE SOLUZIONI COMPOSTE ACCIAIO/CALCESTRUZZO Utilizzate nel progetto della Torre Agbar di Barcellona, rappresentano la scelta ottimale per gli edifici multipiano. Le travi in profili laminati in acciaio che compongono la struttura sono collegate alla soletta (lamiera grecata in acciaio e getto collaborante in calcestruzzo) tramite connettori saldati sull’ala della trave, così da rendere solidale la struttura in tutte le sue parti, e garantendo migliori performance anche in caso di sisma. La soletta in calcestruzzo quindi non è solo una semplice partizione orizzontale, ma è l’elemento compresso nella sezione composta: questa tipologia costruttiva presenta notevoli vantaggi quali l’aumento della resistenza e della rigidezza, diminuzione della freccia, riduzione dell’altezza dell’impalcato. La soluzione composta acciaio-calcestruzzo per i pilastri (colonna in acciaio e calcestruzzo armato tra le ali) rappresenta un ulteriore vantaggio sia in termini di resistenza che di sicurezza al fuoco, oltre che offrire una riduzione nell’ingombro del pilastro rispetto alla soluzione tradizionale in solo calcestruzzo armato. Nella costruzione di strutture ad ossatura metallica, è possibile utilizzare diversi tipi di profili laminati a caldo, da quelli più tradizionali ad H o a I, fino alla gamma più innovativa. TRAVI INTEGRATE IFB ® (INTEGRATED FLOOR BEAMS) & SFB ® (SLIM FLOOR BEAMS) Un’altra soluzione costruttiva che permette la riduzione dello spessore di solaio è l’utilizzo delle travi integrate IFB ® (Integrated Floor Beams) e SFB ® (Slim Floor Beams), o più semplicemente travi ad ali asimmetriche, ovvero dove l’ala inferiore è più larga dell’ala superiore. Questo permette di appoggiare la soletta prefabbricata (predalles, lastre alleggerite, etc.) o la lamiera grecata sull’intradosso dell’ala inferiore della trave, completando il solaio con un getto collaborante in calcestruzzo. Anche in questo caso si parte da un profilo laminato a caldo che, nel caso delle travi IFB, viene tagliato lungo l’anima ottenendo una sezione a T, alla quale viene saldato un piatto in acciaio; nel caso delle SFB, invece, al profilo laminato standard viene saldato un piatto all’estradosso dell’ala inferiore. Questo tipo di soluzione è adottata principalmente nella realizzazione di parcheggi e costruzioni multipiano, consentendo di coprire luci di 8-10 m con una riduzione dell’altezza dell’impalcato. Prodotte dal gruppo Arcelor Mittal le travi IFB e SFB sono compatibili con la normativa antincendio. TRAVI HISTAR ® Gli acciai strutturali Histar ®, scelti per la costruzione della Freedom Tower di New York e del World Trade Center di Shanghai, costituiscono una tipologia di acciaio laminato bassolegato con elevata resistenza allo snervamento e migliorata saldabilità. Prodotti con il trattamento termico innovativo “in-line” QST (Quenching and Self Tempering - tempra ed auto-rinvenimento), hanno caratteristiche meccaniche tali da risultare ideali nella concezione di edifici multipiano. Poiché più resistenti degli acciai da costruzione convenzionali consentono, a parità di carichi agenti, di ridurre il peso ed il costo della struttura e di semplificare le operazioni di saldatura e montaggio (dato il basso contenuto di carbonio equivalente non richiedono generalmente il preriscaldamento). Offrono ottime prestazioni se utilizzati nelle costruzioni composte acciaio-calcestruzzo, nelle strutture con colonne sottoposte a forte compressione, nelle zone sismiche e nelle strutture offshore. Gli acciai Histar S355 e S460 sono disponibili per sezioni HE con un’altezza h ≥ 260mm e per sezioni IPE con h ≥ 500mm. 047 046 schede tecniche UN AMPIO SPETTRO DI SOLUZIONI PER LE STRUTTURE la sostenibilità ■ prospetto SUD - scala 1:1000 ■ PIANTA PIANO SESTO - scala 1:1000 edificio per uffici dockland amburgo, germania brt architekten arrivando in barca nel porto privato oppure dalla terraferma utilizzando i parcheggi. In caso di acqua alta, il piano terra può essere allagato senza problemi. La struttura portante è composta da due tralicci d’acciaio alti come il fabbricato, posizionati dietro la facciata e quindi protetti dagli agenti atmosferici, e da un telaio d’acciaio in posizione assiale (senza tiranti diagonali). I pilastri a distanza di m 6.75 all’interno del telaio d’acciaio reggono i carichi dei solai; ne risulta un modulo utile di m 1,35. I piani destinati ad uffici dispongono di circa 1500 mq di superficie utile ciascuno. La larghezza dell’edificio permette di dislocare zone di comunicazione e servizio nella parte centrale: cucine, servizi sanitari, archivi, sale riunione, sale d’attesa, locali per stampanti, centri di calcolo, zone per mostre. Le ampie zone aperte, arredate liberamente, creano un ambiente di lavoro arioso. Grazie al ristorante dell’ultimo piano, l’edificio verrà frequentato anche nelle ore serali, soprattutto in estate. Dal terrazzo aperto al pubblico si può godere lo stupendo panorama del porto. 049 048 La spettacolare posizione del progetto “Dockland”, all’estremità di una banchina protesa sul fiume Elba alle porte della città, impone un forte e significativo gesto architettonico per inserire con armonia il nuovo edificio nella serie di costruzioni affacciate sull’Elba. Il luogo orienta le idee: poiché qui era l’attracco dei traghetti per l’Inghilterra, l’architettura ricorda una nave, o meglio un futuristico yacht. L’architettura dell’edificio è fortemente caratterizzata dalla “prua”, un volume in aggetto diagonale con 40 m di sbalzo libero, che forma il complemento dinamico alla “poppa”, ovvero l’ingresso lungo il terminale dei traghetti, creando un insieme unitario. La forma semplice ma efficace dell’edificio è governata dalla scalinata esterna aperta al pubblico che collega tutti i piani, fino all’ampio terrazzo sul tetto con ristorante e bar. In questa idea-base di progetto si coglie la forza espressiva e concettuale del richiamo alla scala di villa Malaparte a Capri. Altri ingressi all’edificio sono offerti da ascensori obliqui a cremagliera, paralleli alla scalinata. Si accede al piano terra anche da ovest, dove è collocato un secondo blocco ingressi, sezione longitudinale - scala 1:1000 ■ dei ponti termici, l’acciaio offre agli edifici soluzioni innovative, quali le doppie pelli, per involucri che raggiungano eccellenti proprietà di isolamento termico, garantendo un risparmio energetico e contribuendo dunque ad una riduzione della produzione di CO2 durante il ciclo di vita dell’edificio. Il progetto Dockland ad Amburgo, è dimostrazione di come il concetto di sostenibilità si sposi con quello di prefabbricazione. Grazie alla produzione a scala industriale degli elementi costruttivi in acciaio, alla loro lavorazione con tolleranze dell’ordine dei millimetri ed al premontaggio in officina, si è ottenuta una notevole riduzione degli scarti e degli sprechi. La prefabbricazione contribuisce a migliorare la qualità del costruito, ad ottimizzare i costi e ad aumentare la velocità di costruzione, che si riflette positivamente sugli aspetti finanziari di un’operazione immobiliare. la sostenibilità ■ Applicato ai sistemi sociali il termine sostenibilità significa vivere in modo tale da non pregiudicare le future possibilità di sviluppo. Le costruzioni in acciaio, efficienti sul piano economico grazie alla riduzione dei tempi costruzione, del consumo e della movimentazione di materiali ed ecologiche per la riciclabilità degli elementi, i cantieri più ordinati, senza polveri e di gestione semplificata oltre che la conservazione delle risorse del pianeta, garantiscono sicurezza e praticità per chi le utilizza e per chi le mette in opera. A fine vita, l’edificio può essere “decostruito” separando e riciclando i diversi materiali. Il 100% dell’acciaio impiegato nell’edilizia ed infrastrutture è riciclabile e l’80% di quello presente nel mercato è già prodotto da acciaio riciclato. In abbinamento ad altri materiali e soprattutto alle nuove generazioni di vetri ad alto rendimento termico ed attraverso il controllo sezione trasversale - scala 1:1000 crediti sezione di dettaglio - fuori scala 051 050 ■ Cliente: Dockland GmbH & Co. Architetto: BRT Architekten, Bothe Richter Teherani Tecnologie di facciata e strutture: DS-Plan Sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante: Velta Sistemi di facciata e serramenti: Frener & Reifer IIluminazione: Zumtobel Staff Acciaio: gruppo Arcelor Mittal Foto: Joerg Hempel, courtesy Frener & Reifer The Plan colophon Direttore Responsabile Editor in Chief NICOLA LEONARDI Direttore Artistico e Capo Redattore Art Director and Editorial Co-ordinator CARLOTTA ZUCCHINI Senior Editors MARCO LEONARDI GERARDO DALL’OCCA DELL’ORSO GIULIANO RE Coordinamento di redazione Managing Editor ADRIANA DALL’OCCA DELL’ORSO Creative Director RICCARDO PIETRANTONIO Collaboratori Speciali Special Contributors LUCY BULLIVANT STEFANO CASCIANI CRISTINA MOROZZI ALESSANDRA ORLANDONI LUIGI PRESTINENZA PUGLISI RAYMUND RYAN Corrispondenti Correspondents CARLO VITTORIO MATILDI, GREAT BRITAIN GRAHAM FORD, NEW ZELAND UGO CAVALLARI, SPAIN FELIX FREY, SWITZERLAND SERGIO GHETTI, USA EMILIANO GANDOLFI, THE NETHERLANDS Grafica e Impaginazione Graphic & Editing GIANFRANCO CESARI GIANLUCA RAIMONDO Redazione Editorial Staff ANGELA MACCHI ELISABETTA MADRIGALI SILVIA MONTI MASSIMO STANZANI Editor dei testi Text Editors MADDALENA DALLA MURA - Italiano FRANCESCO PAGLIARI - Italiano STEVIE JOHNSON - Inglese RALPH NISBET - Inglese Traduttori/Translators Cora Annoni, Lisa Badocco Catherine de Coataudon Stevie Johnson, Celina Zavala, Christopher John Turner Jacopo Tenani, Johannes Rösing Maria Rosa Cirillo Direttore Pubblicità e Marketing Advertising and Marketing Manager COSTANZA DALL’OCCA DELL’ORSO Direttore Distribuzione Distribution Manager GUGLIELMO BOZZI BONI 052 Abbonamenti/Subscriptions ILARIA ROSSI Editore/Publisher THE PLAN Art & Architecture Editions CENTAURO srl Edizioni Scientifiche Via del Pratello, 8 40122 Bologna - Italy Tel.+39. 051.227634 Fax +39. 051.220099 www.theplan.it Distribuzione in Italia - Librerie Distribution in Italy - Bookshops JOO DISTRIBUZIONE Via F. 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