Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione Course 096125 (095857) Introduction to Green and Sustainable Chemistry A.A. 2015/2016 Biomateriali Polimerici Prof. Attilio Citterio Dipartimento CMIC “Giulio Natta” http://ISCaMaP.chem.polimi.it/citterio/ Polimero Poli mer molte unità ripetute (mattoni) unità ripetitiva unità ripetitiva H H H H H H C C C C C C H H H H H H H H H H H H C C C C C C H Cl H Cl H Cl Polietilene (PE) Poli(vinil cloruro) (PVC) Scheletro di Catena di Atomi di Carbonio Attilio Citterio unità ripetitiva H C H H H C C CH3 H H H C C CH3 H Polipropilene (PP) H C CH3 Chimica e Struttura del Polietilene H H―H―H―H―H―H―H―H ―C―C―C―C―C―C―C―C― H―H―H―H―H―H―H―H Repeat unit C Tetrahedral arrangement of CH2 unit • Il polietilene è una lunga catena idrocarburica. • Le immagini in alto mostrano l’unità ripetitiva e la struttura di catena. • L’altra figura evidenzia la struttura a zigzag dello scheletro. Attilio Citterio I Materiali Polimerici Sono costituiti da molecole ad elevato peso molecolare, generalmente organiche, dette macromolecole. Le macromolecole si originano dal concatenamento di un gran numero di piccole unità, dette monomeri, fino a formare lunghissime catene che possono essere: Polimero lineare Lineari Polimero ramificato Ramificate Reticolate Polimero reticolato Attilio Citterio Usi I materiali polimerici, sia per le loro intrinseche proprietà che per la somiglianza con polimeri naturali, trovano un vasto campo di applicazioni come biomateriali. Essi possono essere prodotti sotto forma di fibre, tessuti, film, barre, pellets e liquidi viscosi. In taluni casi è possibile formare legami tra i polimeri sintetici e i costituenti dei tessuti naturali, ad esempio: per prevenire la coagulazione del sangue; per fissare protesi artificiali al tessuto osseo; per rilasciare farmaci in tessuti specifici. Attilio Citterio Classificazione dei Polimeri • Plastiche In base all’origine Polimeri sintetici • Resine • Gomme Polimeri naturali • Polisaccaridi • Proteine • Acidi nucleici In base alla struttura Omopolimeri • Casuali o random Copolimeri • A segmenti o blocchi • A innesto In base al comportamento termico In base ai meccanismi di polimerizzazione Polimeri termoplastici Polimeri termoindurenti Polimeri di condensazione Polimeri di addizione Attilio Citterio • Addizione radicalica • Addizione ionica Sequenze nella Struttura dei Polimeri AAAB B AB B B AAB AAB B B AAAAB AA Copolimero casuale o random AB AB AB A B AB AB AB AB AB AB AB AB Copolimero alternato AAAAB B B B AAAAB B B B AAAAB B B B Copolimero a segmenti o a blocchi AAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAAA B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B Copolimero a innesto Attilio Citterio Tipi di Nomenclatura a. Fonte di origine : basato sui nomi del corrispondenti monomeri Polietilene, Poli(vinil cloruro), Poli(etilene ossido) b. Nome IUPAC : basato sul CRU, un nome sistematico Poli(metilene), Poli(1-cloroetilene), Poli(ossietilene) c. Nome da gruppo funzionale : secondo il nome del gruppo funzionale nello scheletro del polimero Poliammide, Poliestere d. Nome d’uso : i nomi commerciali dati dai produttori (Teflon, Nylon) e. Nome abbreviato : PVC, PET f. Polimeri Complessi e reticoli : nomi dei componenti (per es. resina fenolo formaldeide) g. Polimero vinilico : Poliolefina Attilio Citterio Termoplastici e Termoindurenti Polimeri termoplastici Sono dei polimeri lineari nei quali le catene sono tenute insieme da forze di Van der Waals e da legami a idrogeno. Se si somministra sufficiente energia termica, le catene si staccano l’una dall’altra ed il materiale fonde. Polimeri termoindurenti Possiedono una struttura reticolata che impedisce alle catene di staccarsi le une dalle altre anche ad alta temperatura. Essi, pertanto, se riscaldati non fondono ma bruciano (se in atmosfera di ossigeno) o decompongono (se in atmosfera inerte). Attilio Citterio Processi di Polimerizzazione La moderna classificazione delle polimerizzazioni è basata sul meccanismo di polimerizzazione Polimerizzazione a stadi : I polimeri crescono in stadi successivi Polimerizzazione per crescita di catena : polimerizzazione per addizione – I pesi molecolari aumentano per addizione di un monomero alla volta. Polimerizzazione per apertura d’anello : può essere basata sia su processi a stadi che a catena. Attilio Citterio Polimerizzazione per Crescita a Stadi Il monomero possiede un gruppo bifunzionale 1. Alcuni hanno entrambi I gruppi funzionali reattivi in una molecola A R B R X O HO 2. R O CO2H R C + H 2O Altri hanno due monomeri bifunzionali A R A + B R' B O C N R N C O + HO R' OH Attilio Citterio R X R' X O O H H C N R N C O R' O I Meccanismi di Polimerizzazione: Polimerizzazione per Condensazione La catena polimerica si ottiene per condensazione di unità monomeriche e con conseguente perdita di piccole molecole, come acqua o alcoli: R1-NH2 Ammina + R2COOH R2CONHR1 Acido carbossilico Ammide + H2O Molecola di Condensazione Appartengono ai polimeri di condensazione: le poliammidi (Nylon) le proteine (enzimi, emoglobina, mioglobina, collagene, elastina) i polisaccaridi (amido, cellulosa, acido ialuronico, condroitina) i poliesteri (Dacron®) Attilio Citterio Polimeri di condensazione HO(CH2)nOH Legame estereo + HOOC(CH2)mCOOH O O HO-[-(CH2)nO-C-(CH2)m-C-O-]k-H + H2O Poliestere H2N(CH2)nNH2 Legame ammidico + HOOC(CH2)mCOOH O HO H H-[-N(CH2)nN-C-(CH2)m-C-]k-OH + Poliammide Attilio Citterio H2O Svantaggi dei Polimeri di Condensazione • Il principale svantaggio è dato alla difficoltà di ottenere prodotti di elevato PM essendo tutte le reazioni di equilibrio e quindi, oltre un certo limite, non si può inserire monomeri sulla medesima catena. • La distribuzione del peso molecolare risulta piuttosto ampia e ciò rende scadenti le proprietà fisiche del materiale. Eccezione a questo inconveniente è il nylon che, fornendo catene sufficientemente lunghe, possiede proprietà fisiche molto buone. Si adottano varie strategie per accrescere il PM (polimerizzazione in fuso, ecc.) N0 N P N0 O N N 0 1 P (DP è il numero medio di unità ripetitive di tutte le molecole presenti) DP = NO/N DP = 1 1-P Attilio Citterio (NO : numero di molecole N : molecole totali dopo un certo tempo di reazione. NO – N : La quantità reagita P: conversione della reazione) (Equazione di Carothers) Equazione di Carothers (A) Monomero non reagito A A (a) A B A B B A A B B A B A B A A B B A B A B B (B) Reagito al 50%, DP = 1.3 A (b) A B A B A B A A B B A B A A A A A B B B B B B A A A A A A (C) Reagito al 75%P = 1.7 (c) A A B A B A B A A B B B B B B B B B (D) Reagito al 100%, DP = 3 A (d) A B A B A B A A B B A B A B Attilio Citterio A B A B A B A B B Polimerizzazione per crescita di catena A. Monomero : monomero vinilico XCH=CH2 B. Reazione : Addizione iniziata da specie C. Meccanismo: Iniziazione R• + CH2=CH2 → RCH2CH2• Propagazione RCH2CH2• + CH2=CH2 → RCH2CH2CH2CH2• Terminazione 2 –(CH2CH2)nCH2CH2• → (–(CH2CH2)nCH2CH2-)2 or –CH2CH3 + –CH=CH2 Attilio Citterio Confronto tra Polimerizzazione per Reazione a Stadi e Reazione a Crescita di Catena Reazione a stadi Reazione a catena • La crescita avviene nella matrice per reazione tra monomeri, oligomeri e polimeri • La crescita avviene per successive aggiunte di unità del monomero a un numero limitato di catene crescenti • Il DP è da basso a moderato • Il DP può essere molto alto • Il monomero si consuma rapidamente • Il monomero si consuma mentre il peso molecolare aumenta relativamente lentamente, ma il peso lentamente molecolare aumenta rapidamente • Non è necessario alcun iniziatore; • I meccanismi di iniziazione e alcuni meccanismi di reazione propagazione sono differenti coinvolgono catalisi acida • Normalmente sono coinvolte stadi di • Nessuno stadio di terminazione; i gruppi terminali sono ancora reattivi • La velocità di polimerizzazione diminuisce improvvisamente come i gruppi funzionali sono consumati. Attilio Citterio terminazione di catena • La velocità di polimerizzazione aumenta inizialmente al generarsi di unità d'iniziatore; rimane quasi costante fino a scomparsa del monomero. Polimerizzazione per Addizione La catena si ottiene per addizione di monomeri insaturi attraverso meccanismi radicalici o ionici di diverso tipo (cationico, anionico, di coordinazione). Tipici esempi di polimeri di questo tipo sono: il polietilene, il polipropilene, il polibutadiene. CH3 CH2=CH CH2=CH2 → *-(CH2-CH2)n-* → polipropilene polietilene CH2=CH-CH=CH2 CH3 *-(CH2-CH)n-* → *-(CH2-CH=CH-CH2)n-* polibutadiene Attilio Citterio Meccanismo della Polimerizzazione di Addizione Radicalica È suddivisibile in tre fasi distinte: Iniziazione: produce radicale(i) dai reagenti Propagazione: forma prodotti e rigenera altri radicali Terminazione: i radicali si combinano a dare prodotti non radicalici Nella fase di iniziazione, si forma un radicale libero per rottura omolitica di un legame dell’iniziatore di reazione, generalmente costituito da un perossido o da un azocomposto. ∆ Perossido di Benzoile O O· Attilio Citterio . O C O Propagazione La successiva fase di propagazione può essere suddivisa in due parti: l’addizione ed il trasferimento di catena. Nella fase di addizione il radicale originatosi dall’iniziatore si addiziona ad una molecola di monomero, rappresentata da un alchene, per formare un secondo radicale libero, che diventa così l’inizio di una catena in crescita: . . Monomero (alchene) Attilio Citterio Inizio della Catena Trasferimento di Catena Nella fase di trasferimento, il radicale del carbonio reagisce con una nuova molecola di monomero generando un altro radicale: Questa fase si ripete producendo l’inserimento di molte molecole di monomero che conducono a catene di polimero sempre più lunghe. Attilio Citterio Terminazione Nell’ultima fase detta di terminazione, due radicali reagiscono tra loro dando luogo alla terminazione della catena: Per dimerizzazione Per disproporzione Per reazione redox R-Rn R• kd kp R• R• n kd kox Ox. /Red. Terminazione per dimerizzazione R-H + R+H Terminazione per disproporzione R+(-) Terminazione per redox Attilio Citterio Peculiarità delle Polimerizzazioni Radicaliche Una caratteristica della polimerizzazione radicalica è di portare alla formazione di catene molto ramificate. Infatti, il radicale libero della catena in crescita nella reazione di propagazione può reagire con una molecola polimerica già formata con trasferimento di un atomo di idrogeno dal polimero al radicale: · H2C C H2 C H2 C H2 C H 2C H C H 2C H 2 n Si ottiene così un nuovo radicale, in cui l’elettrone spaiato non è localizzato all’interno della catena, dove per reazione con un monomero inizia una ramificazione. Attilio Citterio Polimerizzazione Cationica per Addizione Anche la polimerizzazione per addizione ionica procede secondo un meccanismo caratterizzato da un stadio di inizio ed uno di propagazione. Nel caso della polimerizzazione cationica, l’iniziatore è un acido, come l’acido solforico, AlCl3 o BF3 in presenza di tracce d’acqua. Y+ Acido X = Gruppo elettron-donatore Carbocatione Stadio di Iniziazione reazione a catena Stadio di Propagazione Attilio Citterio Polimerizzazione Anionica per Addizione Nel caso della polimerizzazione anionica l’iniziatore è un base, come LiNH2 o composti organometallici quali il n-butil-litio: Z: Base X = Gruppo elettron-attrattore Z Carbanione Fase di Iniziazione Z Z Fase di Propagazione Attilio Citterio reazione a catena La Polimerizzazione di Coordinazione Avviene impiegando un particolare tipo di catalizzatori: i catalizzatori di Natta-Ziegler, scoperti da Giulio Natta e Karl Ziegler e all’inizio degli anni ’60 e successivamente estesamente ampliati. Nella versione originaria essi erano costituiti da un sale di un metallo di transizione, in genere tricloruro di titanio, e da un metallo alchile, come l’alluminio trietile. Il catalizzatore effettivo è un complesso del titanio che ha legato un gruppo etilico. Attilio Citterio Meccanismo della Polimerizzazione per Coordinazione La reazione di polimerizzazione avviene con un meccanismo che prevede il legame dell’alchene (monomero) al titanio mediante un legame , cioè con sovrapposizione dell’orbitale molecolare di legame dell’alchene ad un orbitale vuoto del metallo. Cl H 3 CH 2 C H3C Al H C H3 H H C H2 Cl Ti Cl Cl Cl Complesso del titanio Attilio Citterio Meccanismo della Polimerizzazione per Coordinazione Successivamente, l’unità monomerica si inserisce tra il metallo e il gruppo etilico per formare un gruppo n-butilico legato al titanio: Cl CH3 CH2 Al H H3C CH2 Cl Cl Ti Cl C CH 3 C H H Cl Cl CH3 CH2 H3C Al C C H2 CH2 Cl Cl Attilio Citterio H C H3 Ti Cl Cl Meccanismo della Polimerizzazione per Coordinazione A questo punto, una nuova molecola di alchene può legarsi al titanio e un nuovo processo di addizione inizia: C H3 H Cl CH3 CH2 H3C Al H C C H3 C H2 CH2 Cl Cl Ti Cl H3C Cl + Cl CH3 CH2 H3C Al H C C C H2 C H2 CH2 Cl Cl Ti Cl Cl Il processo continua così, con il gruppo alchilico legato al titanio che ad ogni stadio si allunga di due unità. Alla fine, forse tramite inserimento di un atomo d’idrogeno, la catena del polimero si stacca dal metallo. Attilio Citterio Peculiarità della Polimerizzazione per Coordinazione La polimerizzazione di coordinazione con catalizzatori di Natta-Ziegler: porta alla sintesi di catene lineari; permette il controllo stereochimico del processo in presenza di alcheni asimmetrici. Queste caratteristiche peculiari rappresentano due importanti vantaggi sulla polimerizzazione radicalica. I polimeri lineari, rispetto a quelli ramificati, formano infatti materiali con elevata cristallinità, alto punto di fusione, maggiore densità e resistenza meccanica. Attilio Citterio Peculiarità della Polimerizzazione per Coordinazione Nella polimerizzazione il controllo stereochimico conduce alla sintesi di catene che sono o isotattiche, o sindiotattiche, o atattiche. H C H C H C H C H C H C H C H C H C H C H H H H H isotattico C H C H H C H H H C H H C H C H C H C H H C H H C H C H H C H C H C H C H C H C H C H H C H H C sindiotattico Attilio Citterio H H atattico Peculiarità della Polimerizzazione per Coordinazione In un polimero isotattico i gruppi sostituenti (gruppi metilici nel caso del polipropilene) si trovano tutti dalla stessa parte della catena: Attilio Citterio Peculiarità della Polimerizzazione per Coordinazione In uno sindiotattico essi si trovano alternati dall’una e dall’altra parte: Attilio Citterio Peculiarità della Polimerizzazione per Coordinazione Infine, in un polimero atattico, l’orientamento dei gruppi sostituenti è casuale: Attilio Citterio Plastiche 1) Plastiche di largo uso LDPE, HDPE, PP, PVC, PS 2) Plastiche a prestazioni (Ingegnerizzate) Acetale, Poliammide, Poliammideimmide, Poliacrilato, Polibenzimidazolo, ecc. 3) Pastiche Termoindurenti Fenolo-formaldeide, Urea-formaldeide, Poliestere insatura, Epossidica, Melammina-formaldeide 4) Plastiche funzionali Ottiche, Biomateriali, ecc. Attilio Citterio Lo Stato Fisico di un Polimero Dipende strettamente dalla posizione e dalla mobilità delle catene che lo costituiscono. I due aspetti che caratterizzano ogni singolo filamento: la struttura della catena, se essa cioè è lineare (catena estesa), o ripiegata ("folded chain"), o a gomitolo; il tipo di interazioni esistenti tra le diverse catene, che possono essere forze di Van der Waals, dipolo-dipolo, ioniche, legami ad idrogeno, ecc. Attilio Citterio Struttura della Catena Catena estesa (polimero fibroso) Catena ripiegata “folded chain” (polimero cristallino) Attilio Citterio Stato Fisico di un Polimero Nei polimeri, la caratteristica che condiziona in maniera maggiore le proprietà allo stato solido è la dimensione delle molecole. Infatti, nel processo di passaggio dallo stato liquido a quello solido: la viscosità di un materiale polimerico aumenta; le macromolecole, a causa delle loro dimensioni, hanno difficoltà a muoversi e a sistemarsi con una regolarità tale da formare un cristallo. Di conseguenza: le lunghe catene si “ingarbugliano” e le situazioni limite, corrispondenti al perfetto stato cristallino e allo stato completamente amorfo, non possono essere raggiunte dai polimeri se non in casi rari e particolari; al variare della temperatura, i polimeri passano dallo stato vetroso allo stato semifluido. Attilio Citterio Le Fibre Le fibre sono dei materiali lunghi, sottili e filiformi. Esempi tipici sono rappresentati dalle fibre naturali come cotone, lana, seta, etc. Caratteristica peculiare delle fibre è la notevole resistenza all’estensione e allo stiramento nella direzione della fibra stessa. A livello molecolare, le fibre sono costituite da catene polimeriche lunghe e lineari, che giacciono allineate in direzione della fibra stessa. Pertanto: la resistenza di una fibra allo stiramento è data dalla forza dei legami covalenti della catena del polimero; la stabilità della struttura dipende dalle forze di attrazione intermolecolari (legami ad idrogeno, forze dipolo-dipolo, forze di Van der Waals) che impediscono alle catene estese di ripiegarsi. Attilio Citterio Le Fibre Elevata resistenza all'estensione in direzione della fibra stessa Scarsa resistenza alla trazione in direzione perpendicolare alla fibra stessa Attilio Citterio Polimeri Fibrosi Nylon 6,6 Attilio Citterio Principali Polimeri Fibrosi Poliammidi (Nylon, Kevlar) Polietilene (HDPE, UHMWPE) Polipropilene isotattico Poliesteri (poli-etilenetereftalato) Poliacrilonitrile Cellulosa Poliuretani Attilio Citterio Polimeri Cristallini: Struttura Lamellare I polimeri regolari possono formare dei cristalli lamellari di 10-20 nm di spessore nei quali le catene parallele sono perpendicolari alla faccia dei cristalli. Attilio Citterio Polimeri Cristallini: Struttura Lamellare Cristallo lamellare Attilio Citterio Alcuni Polimeri Altamente Cristallini Polistirene sindiotattico Nylon Kevlar Polichetoni Attilio Citterio Polimeri Amorfi Catene polimeriche con ramificazioni o gruppi laterali disposti irregolarmente non sono in grado di impacchettarsi con ordine sufficiente a formare un cristallo. Attilio Citterio Polimeri Amorfi Esempio di polimero amorfo reticolato: la bachelite (fenolo-formaldeide). Attilio Citterio Polimeri Amorfi Esempio di polimero amorfo reticolato: un policarbonato Attilio Citterio Alcuni Polimeri Altamente Amorfi Poli-metilmetacrilato Polistirene atattico Policarbonati Poli-isoprene Poli-butadiene Attilio Citterio Polimeri Semi-Cristallini Assumono strutture nelle quali sono presenti zone cristalline (lamellari), dette cristalliti, inserite in zone amorfe. Attilio Citterio Polimeri Semi-Cristallini Sferulite: le regioni lamellari si sviluppano nelle tre direzioni. Attilio Citterio Grado di Cristallinità di un Polimero È definito come la percentuale in peso della sostanza allo stato cristallino rispetto al peso totale. Il grado di cristallinità dipende: dalla struttura delle molecole componenti; dalla storia meccanica e termica della sostanza. Attilio Citterio Grado di Cristallinità di un Polimero In generale, il grado di cristallinità: è molto elevato nei polimeri a struttura lineare non ramificata; diminuisce drasticamente per i monomeri fortemente asimmetrici, fortemente ramificati, o con frequenti legami trasversali, ossia reticolati. Un elevato grado di cristallinità determina un maggiore impaccamento delle catene con conseguente aumento della densità, rigidità, durezza, resistenza all’attrito, all’usura, all’aggressione ambientale e al creep, cioè ad una lenta e progressiva deformazione di un materiale sottoposto ad uno stress costante. Attilio Citterio Gli Elastomeri Come le fibre, sono formati da molecole lunghe e sottili. Esse sono però allineate solo quando il materiale è stirato. A differenza delle fibre, un elastomero sottoposto ad una forza subisce una deformazione per poi tornare alla sua forma originale, una volta cessata l’azione della forza stessa. Infatti, le catene di cui è composto, finito lo stiramento, non restano estese, ma si ripiegano nella loro conformazione casuale originale. Tale comportamento è dovuto alla mancanza nelle molecole di gruppi fortemente polari o adatti a formare legami ad idrogeno. Attilio Citterio Elastomero Attilio Citterio Elastomero Un tipico esempio di elastomero: la gomma naturale per la quale l’interazione intermolecolare è dovuta alle sole forze di Van der Waals, che risultano deboli a causa di tutte le configurazioni cis dei doppi legami. Nell’isomero trans del 1,4-poliisoprene, presente nella guttaperca, la disposizione delle catene risulta invece molto regolare; la guttaperca è infatti molto cristallina e non è elastica. Attilio Citterio Proprietà Fisiche dei Polimeri Le proprietà fisiche dei polimeri dipendono da molti fattori, tra i quali: il grado di polimerizzazione; il peso molecolare e relativa distribuzione; la temperatura; l’arrangiamento delle catene; la composizione chimica. Attilio Citterio Il Grado di Polimerizzazione (DP) È uno dei parametri più importanti per determinare le proprietà fisiche di un polimero. È definito come il numero d’unità monomeriche (Mer) per catena lineare di polimero. La relazione tra peso molecolare della catena (MP) e grado di polimerizzazione è : M p DP M Mer dove MMer è il peso molecolare del monomero. Attilio Citterio Peso Molecolare Medio Ciascuna catena può avere un numero più o meno grande di unità monomeriche a seconda delle condizioni di polimerizzazione. Pertanto per i polimeri vengono definiti due pesi molecolari medi: il peso molecolare medio numerale MN n MN X i 1 i Mi n X i 1 dove Xi è il numero di molecole di peso molecolare Mi i (proprietà colligative e analisi dei gruppi terminali) Attilio Citterio Peso Molecolare Ponderale Il peso molecolare medio ponderale risulta: n Mw Wi M i i 1 n W i 1 n i 2 X M i i i 1 n X M i 1 i (dispersione luce) i dove Wi è il peso delle molecole di peso molecolare Mi . Risulta pertanto che MW > MN. Attilio Citterio Definizione di Massa Molare Media c. Massa molare media z ( MZ ) n Mz 3 X M i i i 1 n 2 X M i i (ultracentrifugazione) i 1 d. Equazione generale di massa molare media : n M 1 X M i i i 1 n X M i i i 1 e. Mz > Mw > Mn Attilio Citterio a=0 , Mn a=1 , Mw a=2 , Mz Indice di Polidispersione (PI) È dato dal rapporto MW /MN. Indica l’uniformità di distribuzione dei pesi molecolari in un determinato polimero. Quando le catene hanno tutte la medesima lunghezza l’indice di polidispersione è uguale ad 1, ed il polimero, che ha un peso molecolare ben definito, si definisce monodisperso. Generalmente i polimeri commerciali hanno un indice di polidispersione compreso tra 1,5 e 2,5. Attilio Citterio Classificazione dei Polimeri (DP) Le proprietà fisiche e meccaniche di un polimero dipendono sia dal grado di polimerizzazione che dall’indice di dispersione. I polimeri vengono pertanto classificati secondo il loro grado di polimerizzazione DP in: oligomeri (2<DP<100) bassi polimeri (10<DP<100) medi polimeri (100<DP<1000) alti polimeri (DP>1000) Attilio Citterio Proprietà Polimero e DP Proprietà del polietilene in funzione del grado di polimerizzazione DP DP M Tr (°C) Aspetto fisico 70 280 500 850 1500 2700 1000 4000 7000 12000 21000 38000 37,5 93,0 98,0 104,0 110,0 112,0 oleoso ceroso solido malleabile solido rigido solido rigido solido rigido M, peso molecolare; Tr, temperatura di rammollimento. Nel caso di un polimero lineare, l’aumento del DP provoca l’innalzamento della temperatura di rammollimento (Tr) con conseguente miglioramento delle proprietà meccaniche del materiale. L’aumento della lunghezza delle catene, infatti, aumenta sia i vincoli che legano tra di loro le catene stesse, sia quelli che si oppongono allo scorrimento di queste quando il materiale è sottoposto ad una forza. Attilio Citterio Proprietà Polimero e DP Le caratteristiche di un polimero dipendono strettamente dal grado di uniformità dei pesi molecolari, cioè dall’indice di dispersione. Pertanto è evidente che si deve cercare di ottenere polimeri il meno polidispersi possibile. Le molecole più corte, infatti, agiscono da plasticizzanti e, in definitiva, abbassano la temperatura di fusione e di transizione vetrosa e quindi la rigidità del polimero. Questo effetto è dovuto al fatto che le piccole molecole hanno una certa facilità di movimento che intralcia l’efficiente impaccamento nel cristallo formato dalle catene più lunghe. Attilio Citterio Effetto della Temperatura I polimeri subiscono sostanziali variazioni delle loro proprietà in funzione della temperatura. I materiali cristallini alla temperatura di fusione passano dallo stato solido allo stato liquido. Il passaggio è più complicato nel caso dei materiali amorfi o non cristallini a causa della ridotta mobilità delle molecole costituenti. Attilio Citterio Effetto della Temperatura I materiali polimerici amorfi, all’aumentare della temperatura, presentano due transizioni che avvengono in corrispondenza di due intervalli di temperatura, cioè nell’intorno delle temperature dette rispettivamente di transizione vetrosa (Tg); di rammollimento (Tr). La transizione vetrosa Tg costituisce il passaggio da una situazione in cui il polimero è relativamente rigido (stato vetroso) ad una situazione di notevole malleabilità, costituita dallo stato detto gommoso. Il rammollimento rappresenta invece la transizione dallo stato gommoso a quello liquido. Attilio Citterio Effetto della Temperatura Nel caso di un polimero parzialmente cristallino, la transizione vetrosa modifica poco le proprietà meccaniche del materiale. Esse, invece, peggiorano decisamente quando il polimero fonde (Tm, temperatura di fusione). Nel caso di un polimero reticolato tridimensionale non esistono le transizioni vetrosa e di rammollimento. Per questo tipo di materiali, infatti, non si osservano significative variazioni di proprietà all’aumentare della temperatura, ovviamente sino al limite di stabilità chimica. Per tutti i tipi di materiali polimerici esiste, infatti, la temperatura limite di stabilità chimica (TL) oltre la quale il polimero subisce trasformazioni irreversibili e/o degradazioni. Attilio Citterio Effetto della Temperatura I comportamenti appena descritti stanno alla base della classificazione dei polimeri in termoplastici e termoindurenti. I termoplastici, costituiti da catene lineari o ramificate, hanno Tg e Tr ben definite, e sono modellabili plasticamente nell’intervallo tra le due temperature di transizione. I termoindurenti, invece, formati da catene reticolate, dopo un determinato stadio del processo di ottenimento non sono più modellabili. Al contrario, il riscaldamento di questi materiali provoca il loro ulteriore indurimento, dato che, durante la lavorazione e la formatura del polimero nello stampo, il calore applicato provoca la reticolazione tra le catene. Attilio Citterio Effetto della Temperatura Attilio Citterio