una conversazione con simona barbera

UNA CONVERSAZIONE CON SIMONA BARBERA
Cercare il senso equivale a portare alla luce ciò che è somigliante.
Cercare la legge dei segni equivale a scoprire le cose che sono simili.
Michel Foucault
EP La dottrina delle signaturae di Paracelso individua analogie, tra
diverse sostanze o elementi, sulla base della loro somiglianza
esteriore.
E’ un concetto molto interessante da attualizzare: Agamben in
Signatura Rerum ne propone una lettura che, partendo proprio da
Paracelso, giunge alla contemporaneità attraverso la ricerca di
Foucault, Warburg, e Benjamin tra gli altri.
Foucault in Le parole e le cose, afferma come non esista somiglianza
senza segnatura; una pratica medico-alchemica può così diventare un
criterio operativo, nel tuo caso forse inconsapevole.
Questo slittamento nel presente di un’attitudine antica, è ricco di
spunti per una lettura delle posizioni, che si assumono operando con
la storia.
E’ anche una marcata tendenza di alcune sottoculture giovanili.
Per esempio, il vestiario vintage, può contro ogni apparenza essere
portatore d’innovazione; perché “l’attualità, che si tratta ogni
volta di riconoscere, si costituisce sempre attraverso una rete
incessante di rimandi temporali”1.
Lo storico sceglie i suoi documenti seguendo il nesso suggeritogli da
un certo indice di segni, e Benjamin individua il valore di un
ricercatore da questa specifica abilità.
La tua arte è un processo che continua indipendentemente da tutto il
resto, è’ una necessità, non un progetto limitato a un periodo di
tempo.
Il metodo delle signaturae può quindi essere una metafora del tuo
lavoro, che assimila e rielabora principi incorporei, inserendoli in
un sistema di suggestioni e creando una rete di rimandi storici.
L’utilizzo di fonti anacronistiche diviene un dialogo aperto tra
epoche che entrano in comunicazione tra loro: “immagine è ciò in cui
quel che è stato si unisce come in un lampo con l’ora in una
costellazione”2.
Mario Praz vedeva nel Romanticismo una sensibilità legata
indissolubilmente a un’epoca. Grazie alla prospettiva aperta da
Benjamin si possono invece mettere in connessione diversi periodi
storici con la contemporaneità, oltrepassando il citazionismo o
l’interpretazione, ma procedendo per affinità.
La musica dà maggior valore alla ripresa di questi temi e ne permette
una ri-contestualizzazione in chiave attuale.
SB Uno dei momenti più interessanti legati alla musica è il
riconoscimento della sua indipendenza dalle immagini e dalla
necessità di crearne.
Concepito come frammento temporale, l’evento sonoro si inserisce
nello spazio come progetto, con una serie di elementi che
ricostruiscono una forma complessa, così come la musica elettronica
costruisce elementi sonori complessi e non solo narrazione.
La possibilità di usare l’intero spazio di una galleria e di farlo
confluire a partire dal suono, ha generato nel tempo l’inevitabile
uso di immagini, con forti richiami alla storia dell’arte e alla
musica, ma soprattutto ad un ambiente sonoro connotato da forti
1
2
Giorgio Agamben, Signatura Rerum
Walter Benjamin,
Das Passagenwerke
richiami o ‘invocazioni’ visive. Uso questo termine anticipando i
contenuti visivi del progetto pensato per TBS.
I miei progetti sonori nascono a partire da una musica creata
nell’incontro tra computer music, strumenti analogici ed acustici,
come la voce. La voce fuori campo esegue un testo, un racconto fatto
di immagini come in una sequenza cinematografica.
Le lunghe tracce sonore elettroniche creano stratificazioni di
eventi, tra i quali feedbacks continui che culminano nel momento in
cui la narrazione cessa, o anticipano un momento di vuoto totale
nello spazio musicale (che io spesso indico come allusione alla
sensazione dell’accecamento).
Nella fase recente dei miei lavori mi sono avvicinata ai black
ambients di Burzum e Deathprod, entrambi norvegesi: il nero totale di
Deathprod e la magica foresta dei paesaggi nordici descritta nelle
illustrazioni di Theodor Kittelsen nelle copertine di Burzum . Per
Burzum, il cui nome significa ‘oscurità’, tali immagini corrispondono
al cosiddetto ‘linguaggio nero’ e alla mitologia nordica.
Negli ultimi progetti sono partita dalla creazione di Black
Fragments..landscapes, traducendo il principio musicale nel visivo,
concatenandolo ad una serie di figure della storia dell’arte e della
musica.
I Black Fragments introducono la presenza di frequenze sonore molto
basse e l’esplorazione delle valenze psicoacustiche del suono
(popolato anche da una serie di ‘esseri’), contestualizzando le
composizioni musicali elettroniche nella confluenza tra noise e
composizione elettro-acustica.
EP Come spieghi la necessità di relazione con il passato? Da dove
viene?
SB La musica e il cinema hanno influenzato il mio modo di operare.
Il legame con il passato o con alcune figure del passato è
certamente legato alla forte ascendenza che certi artisti hanno avuto
nella costruzione del mio percorso musicale e visivo. Da Alfred Kubin
a William Blake, Derek Jarman, da Kenneth Anger a Karlheinz
Stockhausen, Deathprod, Burzum.
Stockhausen era un compositore, e come tale il suo obiettivo era
quello di indagare gli elementi di un intero evento musicale
all’interno di un’ampio spazio; cercando la sperimentazione, le
sorgenti sonore, la luce, lo spazio. La sua musica allude a luoghi
complessi,‘ibridi’.
EP Parlami di questo progetto.
SB Il procedente progetto This stones will not dance or clap hands at
the solstice (realizzato recentemente per la Galleria Federica
Schiavo), prende il titolo da una poesia di Derek Jarman. Era pensato
per lo spazio della Galleria, ed è stato realizzato in coincidenza
con il solstizio invernale. La lunga poesia di Jarman, accenna alla
presenza di esseri (sassi, ma anche gli Orchi descritti da Kittelsen)
che con l’avvento dell’oscurità parleranno di mondi meravigliosi…
paesaggi in trasformazione, ma anche presenze minacciose, come il
gatto nero selvatico (pensando all’interpretazione di Diamanda Galas
del The black cat di Edgar Allan Poe. Gli orchi giganteschi dipinti
direttamente su muro erano una sorta di trasformazione
dell’immaginario che Burzum concentra nelle copertine dei suoi
dischi.
L’operazione dei wall drawings è ispirata alle azioni di Aleister
Crowley nella sua dimora di Cefalù: ha quindi una derivazione
ritualistica. Il progetto attuale segna un cambiamento anche nel modo
in cui sono state concepite le pitture murarie, con una tecnica che
muta in base allo spazio con cui mi devo relazionare.
EP Saturno ha un’accezione controversa: in astrologia e in alchimia
viene indicato spesso come causa di modi d’essere malinconici e
scostanti, ma anche come generatore di luce intuitiva. La figura di
un essere in trasformazione sembra prevalere ora; cos’è Saturno in
questa mostra?
SB L’immagine di Saturno suggerisce il passaggio dall’oscurità alla
luce e la conformazione spaziale della Galleria ha dato la
possibilità di accentuare queste caratteristiche. Posso considerare
lo stesso caveau una vera esperienza fisica.
Non ho mai avuto occasione di lavorare in uno spazio simile in
precedenza.
EP A proposito della tua musica, hai definito esperienze fisiche
anche i feedbacks che si producono quando suoni. Sono momenti di
trasformazione, di passaggio.
Sono da considerare come una sorta di accecamenti. Richiamano la
figura di Lucifero, assolutamente presente nei disegni esposti come
elemento simbolico di luce, come possibilità di arrivare in una nuova
dimensione di conoscenza e di esperienza. La figura del bellissimo
angelo dannato è fortemente considerata dal decadentismo come
sinonimo di ribellione ed energia.
SB Infatti è così, in questo contesto il suono agisce fisicamente
nella percezione acustica delle frequenze molto basse e distorte. Per
questo progetto mi sono concentrata sul percorso della Galleria, e
soprattutto alla possibilità di usare un luogo fortemente isolato,
totalmente nero, per l’esperienza sonora.
Le immagini si articolano secondo un percorso: the beast, vapours,
lucifer…
EP Cosa significa per te la figura di Fata Morgana, che tra varie
accezioni ha anche quella di Femme Fatale? Potrebbe riferirsi al tuo
utilizzo della voce, che risulta maliziosa ed evanescente, ed ha
sicuramente una forte ascendenza emotiva su chi ascolta.
SB Il riferimento a ‘Fata Morgana’ è soprattutto legato all’ultimo
progetto musicale di Nico, alla sua fase più scura e misteriosa ed
ovviamente all’idea del miraggio. In quest’ultima fase la voce di
Nico rivela una sorta di oblio al suo esserci e scomparire.
William Blake, Composition avec taches
“Un demone fiammeggiante si lancia nella notte in direzione di una
stella, a significare il passaggio da uno stato caotico a uno stato
ordinato e più sicuro. La stella rappresenta la totalità
trascendente. Il demone corrisponde all’Animus che, come l’Anima fa
da mediatore tra la coscienza e l’inconscio. […] l’anima è solo in
parte nel corpo; per l’altra parte è al di fuori di esso, si libra
sopra l’uomo come una stella e rappresenta il suo genio. La medesima
concezione si ritrova anche nell’alchimia.”
“Eseguita dalla stessa paziente della figura precedente. Dalle fiamme
emerge, come nuotando, un’anima. Esso si trova anche, e con lo stesso
significato, nel Codex Alchemicus Rhenovacensis […]. Le anime della
prima materia calcinata nel fuoco fuoriescono (come vapori) nella
forma di figure umane simili a bimbi (homunculi).”
C.G. Jung, Gli Archetipi e l’inconscio collettivo
calcination-.------The intensity of calcination fres varies for each person, though
Calcination always represents the beginning of a Black Stage in our life; reducing us to our
most basic components, even if we are completely unaware. Calcination is working with Fire
to burn away mental constructs and reveal a person’s truest nature
Paracelsus , Of The Chymical Transmutation, Genealogy And Generation Of Metals And Minerals
C. G. Jung, Immagini di una paziente sessantenne
Testi e immagini a cura di Emmanuela Panza