Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Metodi di acquisizione dei dati della linea di riva RILIEVO CON METODICHE FOTOGRAMMETRICHE MONOSCOPICHE PER IL RADDRIZZAMENTO IN BLOCCO DI PRESE AEREE DIGITALI Il “raddrizzamento” fotogrammetrico è una operazione che potrebbe essere più propriamente chiamata “deprospettivizzazione” del fotogramma; infatti una immagine fotografica, prescindendo dalle eventuali distorsioni dell’obiettivo e dalle deformazioni della pellicola, può essere considerata una prospettiva centrale, dove il “punto di vista” è costituito dal cosiddetto “centro” dell’obiettivo. Se l’oggetto rappresentato (o una sua porzione considerata) è assimilabile a una superficie piana, è possibile la trasformazione dell’immagine prospettica nella corrispondente proiezione ortogonale dell’oggetto in questione. La Geometria proiettiva infatti fornisce gli strumenti (omologie) che consentono a un programma di realizzare il ricampionamento dell’immagine digitale in modo da ottenere il cosiddetto “raddrizzamento”. La metricità dei risultati è comunque subordinata ai presupposti indicati: • assenza delle distorsioni dell’obiettivo o loro correzione efficace, • conoscenza dei parametri di orientamento interno della camera da presa, • planarità della pellicola o del CCD che capta la matrice digitale, • planarità della superficie rappresentata. Evidentemente le prime tre condizioni possono essere sufficientemente rispettate solo ricorrendo ad apparecchi cosiddetti “metrici”, mentre, come abbiamo visto al paragrafo precedente, le camere semi-metriche, dotate di caratteristiche alquanto variabili da modello a modello, solo con una certa difficoltà riescono a fornire risultati paragonabili a quelli che si possono conseguire con attrezzature fotogrammetriche. Per quanto riguarda le camere amatoriali o le scansioni di immagini parziali, acquisite con telecamere o altri apparecchi a basso costo relativo, si devono considerare i risultati a forte rischio di errore; ciò non significa l’impossibilità del loro impiego, che anzi si sta diffondendo, ma la necessità di un approccio critico e di un monitoraggio severo dei risultati, mediante l’inserimento di un numero adeguato di punti di controllo (GCP) riconoscibili sull’immagine e determinati in posizione, in modo da poter avere un riscontro oggettivo delle approssimazioni che si sono conseguite. Un altro campo di impiego di queste immagini è quello della “integrazione” del rilievo metrico: cioè dell’uso di immagini non metriche (o di porzioni di esse) ad alta risoluzione georiferite utilizzando i punti “omologhi” riconoscibili in immagini metriche a risoluzione più bassa. Si può così ottenere un incremento delle informazioni visive e un sostanziale accordo (da verificare in base a quanto sopra riportato) con la metricità predeterminata. Soprattutto per le spiagge, dove non siano presenti opere edificate o ingombri tali da determinare lacune, che hanno una forma relativamente regolare questa integrazione può risultare economicamte vantaggiosa e tecnicamente possibile, anche per eventuali aggiornamenti (si pensi ad evoluzioni della linea di riva monitorate con prese ripetute). Per queste ragioni si è decisa una sperimentazione diretta nell’area di prova. In letteratura di hanno diversi riferimenti ad esperienze, soprattutto nella integrazione dei rilievi per immagini con determinazioni puntuali di posizione mediante misure GPS. Oltre al già citato lavoro di Caprioli (2002) si hanno conferme da Livingstone (1998) che opera con diversi sensori (pancromatici e multispettrali) dotati di buona risoluzione (1pxl = 15 cm circa) aerotrasportati cercando di determinare (con GPS a bordo) la posizione del centro di presa; si riportano precisioni non molto elevate (nell’ordine del metro) ottenute con GCP determinati a terra mediante GPS con solo codice, ma in numero abbastanza elevato (6-8 markers per immagine). Una ulteriore proposta, avanzata da Tao (2001) e ripresa da Cina (2004) riguarda i metodi semplificati, basati su un numero elevato di GCP (>39 per fotogramma) e in grado di fornire un georiferimento mediante rapporti polinomiali finalizzati alla costruzione di una relazione tra punti immagine e punti a terra (Rational Function Model) indipendentemente dalla conoscenza dei requisiti metrici del sensore, quindi particolarmente adatta alla elaborazione di immagini da satellite o di loro porzioni. Un caso a parte può essere considerato quello dell’analisi di immagini ripetute dello stesso oggetto, dallo stesso punto di vista, ma in tempi diversi, come ad esempio le immagini captate da telecamere fisse posizionate su litorali in erosione o ripascimento. www.beachmed.it - 56 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali RESTITUZIONE MONOSCOPICA DELLA LINEA DI RIVA DA PRESE PANORAMICHE Per la valutazione della possibilità di utilizzare singoli fotogrammi per la restituzione della linea di costa sono state valutate due possibili strategie i cui risultati sono stati comparati sulla base delle restituzioni stereoscopiche già eseguite e sulle determinazioni dei markers a terra effettuate per “attrezzare” le riprese. I metodi approssimativi che volevamo identificare naturalmente dovevano soddisfare al requisito di essere facilmente eseguibili ed avere delle accuratezze compatibili con lo scopo di identificare la linea di costa. Come già affermato in precedenza questa operazione è ad elevato rischio di errore, infatti le proprietà metriche delle immagini sono fortemente deteriorate dai fenomeni distorsivi dell’obiettivo, non compensati dalla applicazione dei dati riportati nel certificato di calibrazione (come invece avviene nella restituzione stereoscopica). Un secondo limite alla precisione che si può ottenere con il georiferimento di immagini dipende dalla approssimazione indotta nel ritenere i GCP complanari (il software impiegato non considera la quota dei markers); tale approssimazione apparentemente lecita per una spiaggia, porta invece, come più avanti evidenziato, a disomogeneità negli scarti calcolati sui punti di controllo e a una relativa imprecisione proprio sulla linea di riva, situata ovviamente a una quota diversa da quella dei markers impiegati. Immagine circa nadirale del Gombo captata da una quota volo di circa 2000 Ft (650 m) utilizzata per la restituzione monoscopica della linea di riva 1 pixel (riportato sul terreno equivale a circa 7 cm La prima strategia ha trattato i singoli fotogrammi mediante un processo di georiferimento delle immagini usando alcune delle mire rilevate come punti di controllo a terra (GCP). Il georiferimento è stato eseguito con l’ausilio del software Erdas Image impostando un modello geometrico per la rettifica dell’immagine di tipo polinomiale di secondo ordine, computando 14 mire come “punti doppi” per il calcolo dell’ortorettifica. Sulle mire impiegate si sono avuti errori dell’ordine del decimetro, mentre sugli altri punti (utilizzati per controllo) gli scarti sono risultati pressoché uniformi e superiori di un ordine di grandezza. www.beachmed.it - 57 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Schermata del software Erdas con i parametri di precisione ottenuti nel georiferimento polinomiale di secondo grado basato su 14 GCP (Gombo) La seconda metodologia si è basata su un semplice raddrizzamento fotogrammetrico introducendo un errore dovuto all’approssimazione della superficie della costa ad un piano orizzontale. Si sono scelte di conseguenza 8 mire all’interno dei singoli fotogrammi che avessero differenze di quota modeste e si sono esegutiti 2 “raddrizzamenti” in blocco mediante il programma Archis della Siscam e mediante il già citato Erdas. Nel primo caso gli scarti sulle mire utilizzate come punti di controllo sono stati dell’ordine del centimetro mentre gli scarti sul confronto eseguito sulle restanti mire hanno evidenziato un andamento disomogeneo a seconda della quota della mira considerata, talvolta gli scarti sono risultati superiori ai 2 metri. Il passo successivo per la determinazione della applicabilità e della precisione conseguita con i due metodi già esposti è stato il confronto tra le linee di riva identificate con le due metodologie dal medesimo fotogramma e poi la loro verifica rispetto alla medesima linea di ottenuta mediante stereorestituzione digitale. Il confronto con i dati ottenuti dalla stereorestituzione mostra che il metodo del raddrizzamento in blocco per trasformazione affine risulta quello più accurato. La sovrapposizione delle due linee di costa ottenute con i due metodi citati, ha presentano andamenti diversi con uno scarto massimo di circa 1,5 m. Come accennato, una ulteriore prova è Schermata di “Archis” con i risultati della precisione ottenuta nel stata effettuata mediante il raddrizzamento affine raddrizzamento in blocco (trasformazione affine) e nel riferimento della stessa immagine circa nadirale con il geometrico dell’immagine del Gombo programma ERDAS, ma utilizzando una trasformazione omologica piana e con un minore numero di punti di controllo (6 anziché 14). I risultati ottenuti sono di qualità metricamente inferiore a quelli esposti in precedenza, ma la distribuzione degli errori sugli altri punti noti è risultata più omogenea, quindi i risultati sono globalmente comparabili. www.beachmed.it - 58 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Mediamente la posizione dei punti di controllo determinata graficamente ha uno scarto di circa 1m rispetto alle determinazioni GPS, valore un po’ alto, ma sufficiente per una valutazione approssimata della posizione della linea di riva. Particolare del confronto tra le immagini del Gombo ottenute per georiferimento polinomiale (immagine sinistra ) e raddrizzamento (immagine destra). La linea di riva blu è ottenuta con il metodo di raddrizzamento (trasformazione affine), la magenta alla trasformazione polinomiale, la nera alla restituzione stereofotogrammetrica digitale www.beachmed.it - 59 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Raddrizzamento su superficie piana e georiferimento dell’immagine digitale mediante il programma ERDAS Si sono inoltre comparati i risultati ottenuti nel raddrizzamento, sia con la restituzione stereoscopica che con un rilievo schematico della linea di riva effettuato con metodo GPS, ma circa 2 giorni prima della ripresa. Come si vede l’andamento della linea restituita per ricalco a monitor (verde) rispetto a quella GPS (rossa) e a quella della restituzione stereoscopica (blu) non differiscono molto. Parte della differenza è dovuta al fatto che per la restituzione stereoscopica si sono impiegate immagini diverse da quella impiegata per il georiferimento, quindi la posizione delle onde rispetto alla riva risulta diversa, inoltre il restitutista ha collimato la linea di cambio di colore della sabbia (livello massimo bagnato) quindi si è tenuto a una quota media più elevata dell’operatore GPS (da 47.2 m circa a 46.5 m in altezza ellissoidica). Inoltre, per quanto riguarda il rilievo GPS, come già detto, questo è stato effettuato un paio di giorni prima della ripresa, quindi le differenze sono ancora più giustificate. Con tutto ciò gli scarti massimi sono nell’ordine di 1-2 metri, per cui, nell’ambito della precisione dichiarata, si possono ritenere accettabili. Un altro aspetto da affrontare è una corretta digitalizzazione della linea di riva sulle immagini e il suo corretto riconoscimento da parte degli operatori. In Figura è riportato un esempio di tracciamento da parte di alcuni operatori, confrontato con la linea di riva rilevata con GPS (linea blu). Si nota come esistano notevoli differenze di interpret azione che Confronto fra la linea di riva GPS (rosso), posson raddrizzamento dell’immagine (verde) e restituzione o stereoscopica (blu) portare ad errori di diversi metri. Il risultato ottenuto mostra i limiti prevedibili dovuti alle approssimazioni introdotte nel procedimento di restituzione, comunque, trattandosi di un metodo a basso costo relativo, si possono considerare i vantaggi offerti assieme alla valutazione della precisione conseguita. Per quanto riguarda i metodi per il raddrizzamento, emerge che per le spiagge il metodo più idoneo è quello della omologia piana (trasformazione affine), mentre le precisioni riportate nei procedimenti basati su ricampionamenti con funzioni polinomiali di grado superiore al primo non trovano poi riscontro se non nelle immediate vicinanze dei punti di calcolo. Confronto fra le linee di riva digitalizzate da diversi operatori su Dal raffronto con la indagine stereoscopica, si di un’ortofoto digitale e quella rilevata con GPS (in blu) sulla possono quantificare differenze nell’ordine di 1-2 metri, con spiaggia del Gombo “punte” anche significativamente superiori. www.beachmed.it - 60 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali RILIEVO CON METODICHE FOTOGRAMMETRICHE MONOSCOPICHE PER IL RADDRIZZAMENTO (DIFFERENZIALE SU DEM) DI RIPRESE AEREE DIGITALI Il procedimento più corretto per la metricizzazione di immagini è basato su un raddrizzamento differenziale basato su un DEM noto che descrive la forma dell’oggetto rappresentato e consente in tale modo la deprospettivizzazione dell’immagine, trasformandola, almeno in via teorica, in una rappresentazione in proiezione ortogonale. Naturalmente la bontà del risultato dipende essenzialmente dai seguenti fattori principali: • risoluzione dell’immagine digitale – rapporto pixel/terreno, • qualità metriche dell’immagine - assenza (o conoscenza) delle distorsioni dell’obiettivo e del supporto – nel caso di immagini ottenute per scansione: metricità e/o calibrazione dello scanner, • conoscenza accurata dei parametri di orientamento interno dell’immagine – disponibilità e accuratezza dei dati riportati nel certificato di calibrazione, • determinazione (o conoscenza) della posizione del centro di presa relativamente all’oggetto – orientamento assoluto nel caso di fotogrammetria diretta (con sistemi GPS-INS) o numero adeguato di punti di controllo a terra per quella indiretta, • definizione e precisione del DEM - lato della maglia e precisione sulle quote dei nodi (la maglia può variare da 2 a 10 mm nella scala di restituzione dell’ortofoto), • morfologia del DEM (assenza di linee di frattura o di bruschi cambi di pendenza), • assenza di “scoperture” dovute ad aggetti o a zone d’ombra – solitamente si impiega la parte “centrale” del fotogramma (in dipendenza anche dall’angolo di apertura dell’obiettivo). In letteratura si trovano scarsi riferimenti ad esperienze condotte recentemente, tanto più che ci sono diversi software commerciali o programmi elaborati da ditte specializzate che operano il ricampionamento e il georiferimento delle immagini su DEM (ERDAS per citarne uno tra i più noti). Solo per casi particolari (Dequal, 2001) si ricorre ad elaborazioni più sofisticate. La tecnica di raddrizzamento differenziale inoltre si sta sviluppando in modo decisivo grazie alla possibilità di ottenere DEM tramite interferometria Radar o mediante scansione laser (Banchini, 1999). Inoltre, per rilievi a scala più ridotta si possono utilizzare le immagini da satellite (i nuovi sensori consentono risoluzioni submetriche) impiegando la cartografia numerica (carte tecniche regionali) per la generazione di un DEM di riferimento (Fiani, 2000). Per il progetto BEACHMED, nell’ambito dei rilievi integrati condotti il 22-24/01/04 nella zona del Gombo, si sono acquisite immagini con diversi sensori, tra i quali una camera digitale. Il volo è stato eseguito con un con un aereo Partenavia P68 secondo un preciso piano di volo. La camera digitale utilizzata per produrre le ortofoto è una camera metrica Rollei 6008-DB44. con risoluzione di 4048x4048 pixel. Sono state prodotte ortofoto digitali (ortoimmagini) aventi risoluzione spaziale XY pari a 0.2 m. Per avere una conferma della metricità delle ortoimmagini, si è anche in questo caso effettuato il raffronto con il rilievo GPS, eseguito però alcuni giorni prima della ripresa fotografica. La sovrapposizione delle immagini raster e vettoriali è stata eseguita con il software Arcview e, avendo utilizzato il medesimo datum per l’orientamento assoluto dei rilievi, non è stato necessario operare alcuna correzione, né di scala, né di roto-traslazione. Piano di volo delle riprese effettuate il 22/01/2004 sulla costa pisana www.beachmed.it - 61 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Si è poi ripassata a monitorare la linea di riva desunta dall’ortoimmagine e il raffronto con il rilievo GPS (in colore rosso) ha dato risultati molto buoni nella parte settentrionale della zona di interesse, mentre nella zona concava a meridionale gli scostamenti arrivano a circa 3 m. Il buon risultato complessivo era prevedibile, trattandosi di un impiego delle tecniche fotogrammetriche più rigoroso di quello riportato nel paragrafo precedente, mentre le differenze possono essere attribuite in gran parte a una diversa interpretazione della linea di riva da parte dell’operatore del rilievo GPS e ancora di più alle diverse condizioni Particolare di un’ortoimmagine (Tirrenia), la dimensione climatiche tra il giorno della ripresa digitale e quello del del pixel a terra è di circa 0.2x0.2 m rilievo. A riprova di quanto affermato, la massima differenza si ha nella zona in cui la battigia ha minima pendenza. Anche le attrezzature impiegate per la ripresa sono alquanto differenti, nel caso riportato nei 2 paragrafi precedenti, si è impiegata una camera digitale di bassa precisione relativa, anche se dotata di certificato di calibrazione, nel caso presente invece la camera è semi-metrica, con risoluzione complessiva circa tripla dell’altra, inoltre la quota di volo era più elevata e al direzione di presa più vicina al nadir (l’aeromobile era attrezzato con una botola), con una conseguente limitazione delle deformazioni prospettiche. Infine il procedimento di ortoproiezione è stato basato su un DEM di lato 1m rilevato con LIDAR, quindi su una superficie del terreno quasi perfettamente definita – abbiamo visto che le precisioni plano-altimetriche del rilievo arrivano al decimetro. Per quanto riguarda le immagini ottenute con il sensore multispettrale CASI, la risoluzione non è risultata paragonabile a quella delle immagini fotografiche, per cui, non dovendo individuare tematismi particolari, non sono state impiegate nel presente studio; potrebbero però rivelarsi di grande interesse per lo studio dell’inquinamento delle acque o per la definizione delle diverse vegetazioni che si trovano nell’area. In conclusione si può rilevare che il metodo applicato dà risultati di elevata precisione, ma non può essere utilizzato se non si dispone di un DEM del terreno, per cui si configura più adatto a rilievi ripetuti (monitoraggio) basati su uno studio completo della geometria della spiaggia, oppure alla estrazione del tematismo della linea di riva nell’ambito di un rilievo geometrico completo. Riportiamo di seguito le indicazioni di massima per un monitoraggio tramite rilievo fotogrammetrico di zone estese di litorali finalizzato al estrazione della linea di riva Raffronto al Gombo tra la linea di riva rilevata con GPS (rosso) e quella identificata e alla sua evoluzione nel tempo con sulla ortoimmagine (verde), lo spessore delle linee è 0.5 m sul terreno precisione richiesta ±2 m (s.q.m.). A titolo di esempio si riportano i dati relativi ad un rilievo di 100 km di spiaggia. Punti di appoggio (solo per il primo rilievo): • precisione richiesta ±1 m in planimetria ±0.2-0.5 m in quota, • numero minimo punti 200 (fino a 1000), • i punti si possono identificare su CTR 1:5000 (o sup.) per tutte le zone antropizzate o dove siano presenti opere di www.beachmed.it - 62 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali difesa artificiali e/o manufatti riconoscibili, • sono indispensabili 1-2 punti/km, si possono utilizzare fino a 10-15 punti/km, • dove non si possono rinvenire punti stabili si deve procedere alla materializzazione (duratura nel tempo e quindi accurata) di “marker” artificiali stabili di dimensioni adeguate (almeno 1x1m) e facilmente visibili, • gli eventuali “marker” artificiali devono essere georiferiti mediante rilievo GPS (anche di modesta precisione ±1 m), • per tutti i punti impiegati si devono redigere monografie (GIS dei GCP) e procedere alla ricognizione sulla base di un rilievo fotografico aereo speditivo preliminare. Attrezzature di presa: • aeromobile o elicottero con possibilità di effettuare riprese nadirali (basta una piccola botola), sul quale sia installata una piccola antenna GPS (navigazionale) e che consenta, oltre al pilota, la presenza di 2-3 operatori (navigatore – GPS, operatore riprese digitali , eventuale operatore su PC portatile per coordinare la acquisizione dei dati), • camera digitale semi-metrica con matrice minima di 4000x4000 pxl, dotata di certificato di calibrazione in grado di attenuare le distorsioni dell’obiettivo (normal angolare). Progettazione della presa digitale: • scala di acquisizione 1pxl = 20-25 cm sul terreno (abbracciamento 800-1000 m), • sovrapposizione longitudinale 60% - base 320-400 m. Condizioni per la presa: • altezza d’onda al largo inferiore a 0.2 m, • vento di velocità inferiore ai 10 km/h, • condizioni di marea note, • buona visibilità atmosferica e angolo di altezza del sole superiore ai 30°. Elaborazione fotogrammetrica digitale (solo per il primo rilievo): • realizzazione di una triangolazione fotogrammetrica basata sui punti di controllo a terra e su altri punti di legame riconoscibili sui fotogrammi, • elaborazione (possibilmente automatica) di un DEM con maglia 2x2 m circoscritto alla zona di interesse (spiaggia), • revisione del DEM automatico per la eliminazione degli “outliers” significativi e per la suturazione di eventuali lacune (anche per interpolazione), • ortoproiezione delle immagini su DEM, • elaborazione della linea di riva. Riprese successive (come sopra per la ripresa, la elaborazione consiste solo nelle ultime 2 fasi): • ortoproiezione delle immagini sul DEM già elaborato, • elaborazione della linea di riva, • eventuale ri-elaborazione parziale del DEM nelle zone più vistosamente mutate o dove si voglia una particolare accuratezza, • eventuale aggiornamento del GIS dei GCP per registrare eventuali mutamenti. IMMAGINI DA SATELLITE Il telerilevamento ha dimostrato di essere un sistema affidabile e con un favorevole rapporto costi/benefici per l’analisi territoriale a media e piccola scala. Fino a pochi anni addietro la risoluzione dei sensori posizionati su piattaforme spaziali produceva immagini con dimensioni dei pixel al suolo di 30 m (Landsat), 20 m (SPOT multispettrale) e 10 m (SPOT Pancromatico), non sufficienti per il posizionamento della linea di riva o delle opere di difesa. La messa in orbita di sensori ad alta risoluzione Ikonos (4 m multispettrale ed 1 m pancromatico) e Quickbird (2,4 m multispettrale e 0,61 m pancromatico) ha aperto nuove prospettive in questo campo, anche se non sono stati effettuati sufficienti studi per la validazione dei dati. Nell’ambito del Progetto BEACHMED sono state acquisite le immagini Quickbird II dell’intera costa bassa della Toscana per un totale di circa 300 Km di costa. Le immagini ci sono www.beachmed.it - 63 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali state fornite nell’arco di quattro mesi per cui non è stato possibile avere una copertura coeva della Regione. Durante il progetto sono state analizzate le immagini mediante il confronto fra linee di riva ottenute sia con fotointerpretazione delle stesse che con tecniche di riconoscimento automatico e linee ottenute con misure GPS condotte in contemporanea o poche ore dopo l’acquisizione del dato telerilevato. Per la digitalizzazione della linea di riva si è reso necessario avere una georeferenziazione, il più precisa possibile, delle immagini satellitari, dato che quelle fornite risultano originariamente traslate di diverse decine di metri. Si è verificato che una semplice traslazione dell’immagine ed una leggera rotazione di 0.1° (dovuta probabilmente al cambiamento di sistema di riferimento) si dimostrano sufficienti per ottenere la precisione richiesta. L’immagine così trattata risulta la più precisa possibile con errori, rispetto ad una linea di riva rilevata con GPS, inferiori al metro. Si è provveduto comunque ad effettuare una ulteriore georerferenziazione in tre modi diversi per vedere il grado di precisione ed il tempo necessario alla stessa. Per fare ciò si è deciso di utilizzare il software della Research Systems, Envi v.4.0. La prima, e più veloce, è stata effettuata per mezzo di 5 punti presi dalla Carta Tecnica Regionale vettoriale della Regione Toscana e posti in prossimità della linea di riva, in modo da avere un grado di distorsione minimo proprio in prossimità di quest’ultima. Per il warping dell’immagine è stata utilizzata la trasformazione polinomiale di 1° grado, l’unica possibile con un così ridotto numero di punti. Ogni volta, poi, che su un immagine viene applicata una trasformazione geometrica per rettificarla, il risultato è che i pixel si trovano in una nuova posizione, più accurata, ma la cui radiometria può non rappresentare i valori reali misurati sulla scena. Una stima dei nuovi valori di radianza e quindi dei nuovi numeri digitali dei pixel viene fatta mediante delle procedure di interpolazione matematica che sono dette Particolare di una immagine Quickbird II di Marina di Pisa tecniche di ricampionamento (Gomarasca, 1997). Gli traslata e confrontata con linea di riva GPS (viola) e con la algoritmi di ricampionamento più diffusi sono tre: Nearest topografia della CTR vettoriale (rosso), l’errore risulta neighbor (prossimo più vicino), Bilinear (bilineare) o Cubic inferiore al metro (cubico). Nel nostro caso si è deciso di utilizzare il ricampionamento nearest neighbor in quanto è quello che non modifica i valori digitali. Questo perché associa il valore del pixel dell’immagine “deformata” a quello più vicino dell’immagine di partenza. Gli altri due, invece, associano al pixel “deformato” la media dei 4 pixel adiacenti (bilinear) o dei 16 pixel adiacenti (cubic), modificando il valore dello stesso. Abbiamo scelto di operare in un tale modo in quanto, volendo rilevare il confine terra-mare, abbiamo reputato opportuno che i valori dei pixel non fossero modificati. La seconda georeferenziazione è stata effettuata per mezzo di 34 punti presi, come prima, dalla CTR vettoriale della Regione Toscana, distribuiti in modo uniforme su tutta l’immagine. Questa volta è stato possibile effettuare la georeferenziazione utilizzando le trasformazioni polinomiali di 1°, 2° e 3° ordine. Si è deciso poi di utilizzare la polinomiale di 1° ordine dato che, sebbene la georeferenziazione abbia un errore medio minore per le trasformazioni di ordine superiore, con esse si ottiene anche una distorsione maggiore nelle zone lontane dai CGP (punti di controllo) con i quali si è effettuato il warping dell’immagine. Essendo difficile trovare punti di controllo nella zona in prossimità della riva, ed in particolare in mare, le immagini georiferite con polinomiali di 2° e 3° ordine erano più precise nelle zone intensamente urbanizzate, dove maggiori erano i punti di controllo, e meno proprio dove volevamo avere il massimo grado di precisione. Anche in questo caso si è optato per il ricampionamento nearest neighbor. La terza georeferenziazione è stata effettuata mediante 6 punti di controllo rilevati per mezzo di un rilievo GPS di tipo cinematico con una precisione di circa 30 cm. Come negli altri due metodi si è optato per il ricampionamento nearest neighbor. www.beachmed.it - 64 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali migliore. A questo punto si è effettuato il confronto tra le tre immagini così georiferite per vedere quale delle tre fosse la Per fare questo si è ancora una volta confrontato le immagini con la linea di riva acquisita tramite GPS. I risultati mostrano un errore rispettivamente di: • 3 m con CTR con 34 punti, • 2 m con CTR con 5 punti, • 4 m con GCP con 6 punti. Sono comunque risultati tutti peggiori della semplice operazione di rototraslazione effettuata inizialmente. La scelta di operare con solo 6 punti rilevati col GPS è stata dettata dal fatto che il rilievo in automatico della linea di riva è economicamente vantaggioso se si riesce ad operare con tempi minori di quelli necessari al rilievo celerimetrico o al rilievo con il GPS cinematico. Per effettuare la registrazione di un punto di controllo GPS, tenendo conto anche della mobilizzazione, sono infatti, necessari circa 30 minuti sul posto, che vanno sommati ai tempi di elaborazione. L’acquisizione di un elevato numero di GCP può richiedere quindi più tempo del rilievo stesso della linea di riva con GPS e non sempre i punti di controllo rilevati per la georeferenziazione di una immagine sono utilizzabili per altre immagini. Una volta georeferenziata l’immagine è necessario estrarre la linea di riva, cosa che può essere fatta sia con i tradizionali metodi della fotointerpretazione che con quelli classici dell’image processing. In questa parte del Progetto è stata sviluppata e testata una procedura per l’estrazione automatica della linea di riva da un’immagine telerilevata che viene descritta in modo schematico: 1. Georeferenziazione dell’immagine. 2. Density slicing per la separazione terra/mare (sia sulle immagini multispettrali che su quella pancromatica. 3. Applicazione di un filtro digitale passa alto per il tracciamento della linea di riva. 4. Esportazione dell’immagine raster della linea di riva e sua vettorializzazione in Autocad. 5. Traslazione del vettore di 0,5 pixel per posizionarlo nel punto di contatto fra i pixel di terra e quelli di acqua (si ottiene così la linea di riva del momento dell’acquisizione. 6. Traslazione della linea di riva in funzione della marea e della pressione atmosferica nel momento dell’acquisizione e della pendenza media della battigia ottenuta da misure dirette e considerata invariabile. Immagine QuickBird georeferenziata con 6 GCP rilevati con GPS Il confronto della linea di riva così ottenuta con quella rilevata direttamente sulla spiaggia con GPS indica che il sistema, quale quello da noi adottato, comporta un errore medio di 1-2 pixel, cosa accettabile solo nell’ambito di un monitoraggio di lungo termine in litorali soggetti a variazioni morfologiche consistenti. Per quanto riguarda la costa toscana, solo pochi tratti mostrano uno spostamento medio annuale della linea di riva dello stesso ordine di grandezza. La possibilità teorica di frequenti ripetizioni della misura, dati i brevi tempi di rivisitazione dei satelliti, potrebbe portare ad una posizione media su breve periodo di maggiore accuratezza, ma che verrebbe ad avere un costo elevato. La frequenza di acquisizione di immagini utili è comunque assai maggiore del tempo di rivisitazione, sia per la www.beachmed.it - 65 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali presenza di copertura nuvolosa che per l’inutilità delle immagini rilevate durante eventi meteo-marini anche modesti. Georeferenziazione con CTR con 5 punti Immagine Ikonos del georeferenziata, Banda 4 (IR) www.beachmed.it Georeferenziazione con CTR con 34 punti Georeferenziazione con GCP con 6 punti 15/06/2002 Immagine Ikonos del 15/06/2002 con ubicazione della zona di studio - 66 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Density slicing in due livelli dell’Immagine Ikonos Estrazione della linea di riva mediante filtro Sovrapposizione della linea di riva passa alto all’immagine Ikonos originale Esportazione dell’immagine raster della linea di Traslazione della linea di riva in funzione della marea e della pressione riva e sua vettorializzazione in Autocad atmosferica nel momento dell’acquisizione e della pendenza media della battigia Traslazione del vettore di 0,5 pixel per posizionarlo nel punto di contatto fra i pixel di terra e quelli di acqua www.beachmed.it - 67 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali SISTEMI VIDEO Il monitoraggio dell’evoluzione della spiaggia può essere effettuato con rilievi ad elevata frequenza per mezzo di telecamere installate su punti prominenti del paesaggio o su supporti appositamente posizionati. L’immagine acquisita è obliqua e necessita di una operazione di ortorettificazione oltre che di una georeferenziazione. E’ possibile acquisire immagini in continuità per studiare la risposta della spiaggia a singoli eventi meteomarini, oppure immagini giornaliere o con periodicità più alta per valutare l’evoluzione su breve periodo, in genere a seguito della realizzazione di interventi di difesa. Dall’immagine ortorettificata e georeferenziata è possibile estrarre la linea di riva, sia con procedure automatiche che tramite fotointerpretazione. In entrambi i casi si devono affrontare tutte le problematiche messe in evidenza per le foto aeree e per le Telecamera per il video monitoraggio posta nel sito di Alassio (SV) immagini da satellite. Nell’ambito del Progetto BEACHMED sono state installate due coppie di telecamere: una nella spiaggia modello di San Rossore ed una coppia sulla spiaggia di Alassio (SV). Entrambe le telecamere acquisiscono tre immagini al giorno, una delle quali è immediatamente accessibile a chiunque su internet (www.BEACHMED.it) Le due telecamere di San Rossore sono posizionate su di un palo alto 8 m e posto dietro la prima duna e guardano, in direzioni opposte, un tratto di litorale difeso da scogliere parallele. L’operatività del sistema è stata assai ridotta dato che l’obiettivo delle telecamere viene coperto rapidamente da sale e sabbia. Le condizioni in cui opera sono estremamente delicate poiché il tratto di costa osservato presenta una falcatura che fa variare in continuità l’angolo formato fra l’asse dell’obiettivo e la linea di costa, fino ad avere un’osservazione ortogonale a riva. Sarà quindi possibile, tramite il confronto con le linee di riva rilevate con GPS, valutare l’accuratezza della linea di riva in funzione dell’angolo di osservazione. Le due telecamere di Alassio sono posizionate in condizioni assai più favorevoli sulla terrazza posta al 5° piano di un albergo posto sulla spiaggia. Una guarda un tratto di spiaggia nel quale è stato installato un impianto di drenaggio della spiaggia (BMS) con lo scopo di fare espandere l’arenile, l’altra in un tratto adiacente in condizioni naturali. Sono stati effettuati rilievi topografici della spiaggia sia per ottenere la posizione della linea di riva, da confrontare con quella estratta dalle immagini, che la pendenza della battigia, per apportare le correzioni di marea e di pressione atmosferica. Immagini riprese dalle telecamere di Alassio verso la spiaggia su cui è installato il sistema di drenaggio (sinistra) e su quella di controllo (a destra) www.beachmed.it - 68 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Immagine georeferita e ortorettificata ripresa nel tratto di litorale su cui è installato il sistema di drenaggio con sovrapposta la linea di riva estratta per fotointerpretazione e quella rilevata con GPS. Sono indicati anche i settori per i quali viene calcolato lo spostamento medio della linea di riva L’elaborazione ed il confronto fra i dati mette in evidenza che in condizioni di mare calmo il riconoscimento della linea di riva sulle immagini generate dalla telecamera è affetto da un errore medio di circa 0.5 m, valore accettabile anche in considerazione dell’elevato numero di immagini acquisibili che può portare ad una riduzione dell’errore inerente a ciascuna singola misura. Il calcolo è stato fatto su tutto il tratto di costa ripreso dalla camera e diviso in 21 settori di lunghezza omogenea con un applicativo di AutoCAD appositamente creato per il calcolo diretto delle aree e della linea di riva media. Questa tecnologia di video monitoraggio non consente comunque la realizzazione di un modello digitale del terreno e la valutazione delle variazioni volumetriche della spiaggia. www.beachmed.it - 69 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Grafico dello scostamento della linea di riva digitalizzata su immagine da telecamera rispetto a quella rilevata con GPS. Le due telecamere sono posizionate nel settore 11; si nota uno scostamento minore per la telecamera che guarda i settori 12 – 21, quelli oggetto dell’intervento di stabilizzazione Il monitoraggio dell’evoluzione della spiaggia di Alassio è stato condotto attraverso il calcolo della linea di riva media mensile ottenuta mediante l’estrazione della linea di riva di 5 giorni consecutivi al mese. La scelta dei giorni in cui vengono estratte le linee di riva è effettuata in base al grado di visibilità e risoluzione delle immagini ortorettificate e georeferenziate acquisite dalle telecamere. La linea di riva media mensile è stata calcolata sia per il tratto di spiaggia nel quale è installato il BMS sia per il tratto in condizioni naturali. Lo stesso risultato nel calcolo della linea di riva media è stato ottenuto ricavandola dai valori delle aree che ciascuna linea di riva forma all’interno dei settori in cui i due tratti di spiaggia (Nord e Sud) sono stati suddivisi e dal calcolo diretto delle linea di riva media ottenuta tramite l’applicativo di AutoCAD. Una ulteriore analisi per la spiaggia di Alassio si è basata sullo studio dell’evoluzione della spiaggia oggetto di studio nei due tratti (con il BMS e senza) post eventi di mareggiata. Il confronto fra le linee di riva medie calcolate per giorni consecutivi di mare grosso e le linee di riva di giorni di mare calmo permette anche di valutare la dinamicità della spiaggia e quindi il diverso grado di erosione della stessa da un settore all’altro ed anche in questo caso si sono riscontrate variazioni significative. Questi dati ci indicano il forte grado di variabilità di un arenile anche se con caratteristiche di bassa energia come quello in questione. I grafici delle variazioni mensili mettono in evidenza scostamenti massimi di oltre dieci mesi fra stagioni differenti, inoltre è evidente come anche eventi di mareggiate giornaliere provochino arretramenti dell’ordine del metro. Risulta quindi intuitivo che per avere una stima delle variazioni storiche della linea di riva andrebbero considerati rilievi almeno dello stesso mese dell’anno, nella stagione estiva ed effettuati in giorni distanti da eventi mareggiata. Inoltre la precisione del metro, ottenibile da alcune tecniche di rilievo più speditive, può risultare quindi accettabile alla luce delle considerazioni appena fatte. SCHEMA RIASSUNTIVO DI CONFRONTO FRA LE TECNOLOGIE DI RILIEVO DELLA LINEA DI RIVA Abbiamo visto all’inizio come il semplice monitoraggio della linea di riva possa solo essere indicativo dello stato di avanzamento o erosione di un litorale e che solo il rilievo di tutta la spiaggia, fino alla profondità di chiusura, è utile per definire il bilancio sedimentario e per valutare l’efficacia di progetti di difesa del litorale. In questo capitolo sono è stata omessa la descrizione della tecnologia di rilievo tradizionale e con GPS già ampiamente descritta nelle metodologie di rilievo delle spiagge emerse. Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte per lo schema riassuntivo delle metodologie di rilevo della spiaggia emersa ovvero che ogni metodologia può essere adatta a diverse esigenze di monitoraggio in termini di precisione richiesta, estensione dell’area da investigare, tempi e costi di realizzo e che la tabella seguente vuole essere solo uno schema riassuntivo ed è perciò solo indicativa. Le precisioni riportate si riferiscono infine ad elaborazioni e www.beachmed.it - 70 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali tecniche effettuate al massimo della loro potenzialità. Metodo Precisione Tempi di rilievo (Km/gg) Costi minimi di rilievo - €/Km Note Stazione Totale 5 cm 10 200 Necessita inquadramento (solo per il primo rilievo) GPS geodetico 5 cm 20 150 Necessita inquadramento iniziale (solo per il primo rilievo) e post-elaborazione. GPS solo codice 30 cm 20 100 Necessita post-elaborazione con Stazione Permanente. Video sistemi 0.5 m 1 15000/numero riprese Aerofotogrammetria non convenzionale 2m 100 50 Immagini da satellite 1m 50 100 Solo per zone limitate e montata su edificio. Consente più riprese giornaliere. Necessita punti di appoggio (anche CTR) ed elaborazione fotogrammetrica digitale (solo per il primo rilievo). Solo per aree estese (min 50 Km2), necessita punti di appoggio (anche CTR). Possibilità di ripresa con mare mosso e di copertura non coeva della stessa zona. Schema riassuntivo delle metodologie di rilievo della linea di riva Metodi di acquisizione dei dati della spiaggia sommersa Sea Sled, Crab (Coastal Research Amphibious Buggy) La sea sled è una slitta (con varianti su ruote) sulla quale è posta un’asta graduata in posizione verticale. La slitta, che poggia sul fondo del mare, viene prima trainata verso il largo da una imbarcazione e poi recuperata verso riva tramite un verricello le cui rotazione segna la lunghezza del cavo recuperato e quindi del tratto che viene coperto dalla slitta. L’asta che emerge dalla superficie del mare indica la profondità dell’acqua che viene letta da terra con un cannocchiale. Con questo sistema si possono eseguire profili di spiaggia di buona precisione (3 cm in quota), ma l’operatività è ridotta ed i tempi di esecuzione assai lunghi. Il sistema, molto utilizzato negli Stati Uniti, ha trovato una ridotta applicazione in Europa e non risulta che in Italia siano mai state costruite o adottate slitte di questo tipo. Sono stati sviluppati anche veicoli semoventi in grado di acquisire la propria posizione e profondità, tramite GPS cinematico, fra i quali il CRAB (Coastal Research Amphibious Buggy) è il più collaudato (Dean, 2002). Esempio di CRAB in azione sulle coste statunitensi RILIEVO CON ECOSCANDAGLIO (SINGLEBEAM) Il rilievo batimetrico con ecoscandaglio (singlebeam) è il sistema attualmente più utilizzato per effettuare i rilievi idrografico. Viene eseguito con una imbarcazione di contenuto pescaggio, capace quindi di rilevare anche in bassi fondali, e opportunamente attrezzata che percorre, a bassissima velocità, le rotte di progetto, spesso perpendicolari alla www.beachmed.it - 71 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali linea di riva. Queste generalmente rappresentano il proseguimento delle sezioni utilizzate per il rilievo della spiaggia emersa. Vengono spesso effettuate anche alcune rotte perpendicolari alle precedenti come controllo delle quote agli incroci. Il rilievo viene effettuato a mare calmo ed in assenza di vento. Esempio di rilievo singlebeam a rotte parallele nell’area test Tenuta di San Rossore Il sistema è generalmente composto da un calcolatore di bordo in cui è installato il software di navigazione ed un ecoscandaglio in asse con il sistema ricevente (GPS-DGPS-Prismi). Questo consente anche ad un solo operatore di svolgere il rilievo. Una configurazione completa di un sistema integrato singlebeam dovrebbe essere composta dai seguenti apparati: • Sistema di posizionamento superficiale (DGPS, RTK, sistemi ottici, sistemi range-range, sistemi range bearing); • Sistema di acquisizione ed elaborazione dati composto da hardware e software generalmente dedicati a questo specifico scopo; • Ecoscandaglio idrografico professionale; • Compensatore d’onda per la correzione delle profondità rilevate in relazione al moto ondoso; • Compensatore di moto per la correzione delle profondità rilevate in funzione dei movimenti di rollio e beccheggio del trasduttore dell’ecoscandaglio (generalmente non utilizzato); • Sonda di velocità del suono in acqua (non sempre utilizzata); Ecoscandaglio idrografico Odom • Mareografo (non necessario se si utilizza un sistema di posizionamento Hydrotrac RTK). L’uso di un GPS “RTK” offre notevoli vantaggi in quanto, oltre alle coordinate planimetriche, calcola anche la quota assoluta del trasduttore in tempo reale e con precisione centimetrica. Diventa possibile, in abbinamento con i dati provenienti dall’ecoscandaglio, correggere così automaticamente tutte le oscillazioni della superficie marina (marea, onde, sovralzo dovuto alla massa d'acqua spinta dal vento) durante il rilievo batimetrico. Gli ecoscandagli singlebeam utilizzati sono di tipo idrografico con risoluzione digitale di 1 cm. Il trasduttore emette un impulso sonoro, il segnale di ritorno dell’onda riflessa dal fondo viene rilevato dalla sonda. Il tempo di ritorno del segnale dipende dalla velocità del suono in acqua. Il rilievo risulta quindi puntuale sotto la traiettoria dell’imbarcazione. La frequenza adottata è generalmente di 200 KHz; un buon compromesso per garantire un rilievo accurato del fondale con poca interferenza della colonna d'acqua. In generale le frequenze più usate sono da 100-1000 Khz. La determinazione della velocità del suono in acqua è forse la procedura più difficile di tutta l’operazione. La velocità del suono varia infatti con la densità e le proprietà elastiche dell’acqua che sono funzione della temperatura, dei www.beachmed.it - 72 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali materiali in sospensione o dissolti e della salinità. L’ecoscandaglio viene quindi tarato per la temperatura dell’acqua e la salinità, o direttamente ad una profondità nota tramite il metodo “bar check”, ovvero facendo riferimento ad una apposita piastra metallica calata in acqua a profondità note. Nelle acque basse la temperatura e la salinità variano notevolmente. Un aumento di 5° in 5 metri di profondità può causare un errore fino a 10 cm (Gibeaut,1998). Anche il cono di apertura del segnale dei vari trasduttori influenza notevolmente la precisione del rilievo. La porzione di fondale insonificata dal sonar è uguale a: P = 3.14 D2 tan2 (a/2), dove D è la profondità ed “a” rappresenta l’angolo di illuminazione in gradi del segnale. Ad esempio ad una profondità di 15 m un trasduttore con apertura di 1.5 deg copre un area di 40 cm contro i 5.5 m per uno a 20 deg. Ulteriori sensori permettano le correzioni per il rollio ed il beccheggio dell’imbarcazione che provocano errori anche notevoli nelle misure. Ad esempio, 8° di inclinazione a 10 metri di profondità causano un errore di 10 cm sulla quota e 150 sulla planimetria (Gibeaut,1998). E’ quindi fondamentale eseguire il rilievo a mare completamente calmo. L’errore probabile sulle misure di profondità, tenendo conto anche dell’errore proprio di un ecoscandaglio di precisione, può essere stimato in condizioni ottimali pari a circa ±7 cm, normalmente invece la precisione dei rilievi è dell’ordine di ±17 cm. La precisione scende ulteriormente se non vengono effettuate le correzioni di marea o se non viene controllata periodicamente la taratura dell’ecoscandaglio (Aminti, 1999). Per il progetto BEACHMED, nel gennaio 2004, è stato effettuato un rilievo dalla foce del Fiume Arno fino a quella del fiume Morto (PI). Sono state effettuate circa 90 sezioni con equidistanza da 50 a 100 metri fino alla profondità di dieci metri, sul prolungamento delle sezioni a terra. Il rilievo è stato eseguito con una imbarcazione predisposta per lavorare su bassi fondali (Canadian 4.30 della Italmarine) adeguata alle esigenze della rilevazione con stabilizzatori di rollio e fornita, per la determinazione della posizione planimetrica, di un sistema GPS differenziale LandStar Surveyor, dotato del sevizio satellitare di trasmissione delle correzioni differenziali. L’imbarcazione inoltre era equipaggiata con il programma di navigazione WinBat e di un ecoscandaglio idrografico a singola frequenza 500 KHz HSL-ES 305 con cono di emissione di 4° e range di impiego che di 0.30 a 60 metri. Sono state misurate 5 verticali al secondo ad una velocità di crociera di circa tre nodi. Per ogni sezione di lavoro si è provveduto alla taratura dello scandaglio tramite piastra equidistante collocata alla profondità di 2 e 9 metri (metodo bar check). L’editing della strisciata digitale ha visto la correzione tramite programmi adeguati dei disturbi dovuti al moto ondoso, alla marea, che è stata rilevata contestualmente. Il rilievo in mare è stato integrato con quello topografico del fondo in prossimità della riva e della parte emersa. E’ stato quindi effettuato il controllo delle sezioni attraverso il confronto con i dati provenienti dal rilievo di ulteriori sezioni trasversali. Oltre ai dati originali di rilievo sono stati prodotti profili di sezioni a scala 1:2000/1:200 e la cartografia a scala 1:2000/1:5000. Questo rilievo è stato eseguito in contemporanea ad un rilievo con tecnologia Multibeam per effettuare un confronto fra le due tecnologie. Nel Febbraio 2004 sono stati eseguiti ulteriori rilievi di confronto all’Iisola d’Elba nei Golfi di Procchio, Spartaia e Sant’Andrea ed ulteriori test sono attualmente in fase di svolgimento. Una prova che è stata ulteriormente effettuata nel Golfo di Procchio è stata la verifica di un rilievo singlebeam eseguito senza correzione della quota del GPS “RTK”. I dati riferiti alla quota sono stati infetti registrati separatamente all’interno del ricevitore GPS e quindi non sono stati accoppiati in tempo reale a quelli di profondità provenienti dall’ecoscandaglio. Il rilievo è stato effettuato a mare completamente calmo. I dati di profondità sono stati quindi corretti con i dati di marea e paragonati successivamente a quelli aventi la correzione di quota GPS. Il risultato ottenuto mostra due set di dati sono praticamente identici durante tutto l’arco del rilievo. www.beachmed.it - 73 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali RILIEVO CON MULTIBEAM Il sistema multibeam è una tecnologia che consente di avere una mappatura di alta definizione del fondale marino investigato. Rispetto alle classiche metodologie di rilievo batimetrico con un normale ecoscandaglio, questa tecnica si caratterizza per la notevole mole di dati acquisiti nella stessa unità di tempo. Si tratta di una strumentazione che, anziché misurare una sola profondità ne misura 60, 100 o 240 contemporaneamente a seconda della sua apertura angolare. Oggettivamente l’utilizzo di un sistema multibeam aumenta in modo esponenziale le potenzialità di un singolo ecoscandaglio (Maso, 2002). Tecnicamente esso può essere descritto come un sonar acustico che rileva le distanze tra il trasduttore ed il fondale marino o qualsiasi altro target presente sul fondo. Il trasduttore del sistema è composto da tanti ricevitori che rilevano l’eco di ritorno proveniente dal suono emesso dal trasmettitore e riflesso dal fondo. Uno strumento con apertura di 90° rileva una porzione di fondale pari a due volte la profondità presente al di sotto del trasduttore, mentre un’apertura Esempio di fascia di acquisizione di un sistema multibeam (sinistra) e singlebeam (a di 150° arriva fino a sette volte. destra) La spaziatura tra i singoli segnali, a sua volta, determina il grado di risoluzione spaziale con cui uno strumento è in grado di discernere gli oggetti presenti sul fondo; uno strumento con una spaziatura di 0.5°, in opportune condizioni, sarà in grado di rilevare anche una piccola condotta presente sul fondo. In ogni istante il fascio emesso e rilevato dal trasduttore di un multibeam deve essere posizionato correttamente rispetto al sistema di riferimento utilizzato per eseguire i rilievi. Ciò comporta che per poter funzionare adeguatamente, un sistema multibeam necessita dei seguenti strumenti di misura: Sistema 8101 Reson: trasduttore, unità di superficie e • sistema di posizionamento GPS differenziale, schermo di controllo • girobussola, • sensore di moto, • sonda di velocità del suono in acqua. Il sistema di posizionamento è necessario per poter georeferenziare ogni singola distanza misurata dai beams di cui è composto il trasduttore; la girobussola fornirà l’informazione riguardante l’orientamento del fascio del multibeam, il sensore di moto correggerà i movimenti del trasduttore relativi al moto ondoso, al rollio ed al beccheggio dell’imbarcazione, ed infine la sonda di velocità del suono fornirà il giusto valore di propagazione acustica lungo tutta la colonna d’acqua. I dati misurati dai singoli strumenti sono gestiti da un sistema di navigazione ed acquisizione che provvederà ad associare ad ogni distanza misurata dal trasduttore una terna corretta di valori X,Y e Z nel sistema di riferimento utilizzato. I dati ottenuti sono trasferiti ad un PC per il Esempio di filtraggio dati eseguito durante il rilievo a San processamento che comporta quanto segue (Matsumoto et al, Rossore www.beachmed.it - 74 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali 2001): Compensazione dei sensori di moto e latenza di tempo (patch test), • Correzione della velocità del suono e della marea, • Identificazione e rimozione del rumore, • Considerazioni sulla distribuzione degli ostacoli e bassi fondali, • Selezione del suono. Il criterio di acquisizione dati multibeam si basa sulla copertura totale di un’area da indagare. Fondamentalmente tanti più dati verranno rilevati sulla superficie di quest’area tanto più dettagliata sarà la definizione della morfologia del fondale. A tale scopo, prima di eseguire i rilievi, viene definita la cosiddetta “maglia di acquisizione”, che verrà ad essere costituita da tante piccole celle di una determinata ampiezza (es. 1x1 m o 0.5x0.5 m) a seconda del grado di risoluzione desiderato. Durante l’acquisizione, ogni volta che il sistema rileverà delle profondità all’interno di quelle celle provvederà ad eseguire la media di tutte le misure effettuate ed a fornire la profondità media per quella unità di superficie. Al termine del processo tutta l’area indagata sarà uniformemente coperta da una densità di punti tale da definire con un alto grado di dettaglio la batimetria della zona. Uno degli svantaggi di questo sistema è la scarsa operatività nei bassi fondali. In generale esso può operare in acque profonde da un minimo di 1.5-2 m in poi. Un altro problema è la falsa rifrazione indotta dalla presenza di pendii laterali estremamente ripidi (Piccin et al, 2002). Vale inoltre la pena di citare la tecnologia GeoSwath. Si tratta di uno strumento disponibile solo recentemente sul mercato specialmente in Italia, costituito da un interferometrico multiraggio per il rilievo a larga fascia completamente integrato, adatto al rilievo di bassi fondali, ed economicamente vantaggioso. Il GeoSwath è un sonar progettato per fornire una alta risoluzione di rilievo. Usa la tecnologia di misura di fase (interferometrica) che offre il vantaggio di coprire un’amplia fascia di fondale (10-30 volte la profondità) con una notevole risoluzione attraverso un sistema compatto, adatto per operare in bassi fondali, laddove, come abbiamo visto, i sistemi multibeam hanno particolari problemi. Inoltre tale sistema offre il vantaggio di poter acquisire dati tipo “sidescan sonar” di ottima qualità. Per il progetto BEACHMED, nel periodo Dicembre 2003 Gennaio 2004, è stato effettuato un rilievo in un tratto di costa di 6 km dalla foce del Fiume Arno fino a quella del Fiume Morto fino alla batimetria 10 m. E’ stato inoltre rilevato il fondale antistante una spiaggia in ghiaia posta a sud dell’abitato di Marina di Pisa. In contemporanea, come descritto nel precedente paragrafo, è stato eseguito un rilievo singlebeam. L’imbarcazione utilizzata per il rilievo è una “Yeanneau Merry Fischer 625”. L’imbarcazione era equipaggiata con unità di posizionamento e navigazione con software PDS 2000, DGPS, sensore di moto iXsea “Octans”, unità di calibrazione per la velocità del suono, sonda CTD Hydrolab Datasonde 4 ed unità Multibeam modello Reson 8101. Per il rilievo batimetrico si è utilizzata una versione evoluta, in termini di ampiezza di swath/spazzata, del sistema 8101 standard della Reson. Questo strumento, operante a 240 kHz, garantisce un rilievo di massima accuratezza, in linea teorica, da 0.5 metri fino a 300 metri di profondità di fondale. Il Unità di posizionamento sull’imbarcazione con sistema SeaBat 8101ES utilizza 101 beams/fasci spaziati di 1.5° tra software PDS2000 loro. Il settore d’indagine del trasduttore è di 150° con una ampiezza lineare di swath superiore a 7 volte la profondità. Questo sistema raggiunge l’accuratezza di 2.5 -3.0 cm. Grazie alla elevata frequenza di ripetizione degli impulsi emessi, lo strumento è in grado di effettuare rilievi ad oltre 11 nodi di velocità mantenendo un dato di qualità ottimale. Ciò consente di effettuare 40 profili completi per secondo e mantenendo una copertura del fondale pari al 100% . • www.beachmed.it - 75 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Nel Febbraio 2004 sono stati eseguiti ulteriori rilievi all’Isola d’Elba, nei Golfi di Procchio, Spartaia e Sant’Andrea, ed ulteriori test sono in corso di svolgimento. Tutti i rilievi sono stati effettuati in contemporaneità anche con metodologia singlebeam al fine di poter verificare le singole precisioni e potenzialità di utilizzo. Si è anche valutata la possibilità di impiego del sistema Geoswath, la cui operatività è stata analizzata durante un test svoltosi nel Golfo di La Spezia. Il sistema Esempio di restituzione dei dati acquisiti con il Swathplus in prossimità della utilizzato era un Swathplus (234 Khz) della SEA Ltd. Il rilievo è avvenuto con una diga foranea del porto di La Spezia imbarcazione “Blue Dream” equipaggiata anche con DGPS e sensore di moto Coda Octopus F180. Il rilievo è avvenuto nella parte orientale del porto ed in prossimità di alcune scogliere. I primi risultati, come da aspettative, confermano la validità di questa tecnologia in termini di accuratezza e copertura laterale. Viene di seguito riportato il risultato delle elaborazioni sul confronto effettuato fra rilievi singlebeam e multibem nelle zone oggetto di rilievo contemporaneo. Le immagini mostrano una restituzione dei due rilievi con isobate ogni metro. Come accennato, uno dei limiti del multibeam è il non poter operare in bassi fondali. Le due carte infatti, per problemi di confrontabilità, iniziano da una profondità di circa 2 m anche se il singlebeam aveva rilevato fino a 0.5 m. Si può notare meglio come non sussistono evidenti differenze nella restituzione delle due differenti metodologie di rilievo. www.beachmed.it - 76 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Carta batimetrica prodotta con i dati provenienti da acquisizione multibeam (a sinistra) e con acquisizione singlebeam (a destra) nell’area test di San Rossore Carta batimetrica prodotta con i dati provenienti da acquisizione multibeam (a sinistra) e con acquisizione singlebeam (a destra) nell’area test di Marina di Pisa www.beachmed.it - 77 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Nella figura a lato si può notare come l’andamento delle isobate risulti simile nel basso fondale mentre a profondità maggiori si nota uno sfalsamento fra i due rilievi. Questo potrebbe essere dovuto ad una minima differenza nelle quote rilevate che accentua lo sfalsamento sul piano a pendenza minore o ad un errore della strumentazione che si accentua con la profondità. La disomogeneità delle quote può essere stata causata ad una diversa correzione dei dati di marea fra i due rilievi e forse alla precisione intrinseca del sistema. L’andamento simile delle isobate indica comunque che un corretta spaziatura delle linee di rilievo singlebeam permette di ottenere un risultato equiparabile a quello del rilievo multibeam. Le figure a seguire mostrano le carta delle differenze altimetriche fra i due rilievi. Le carte sono state ottenute attraverso una elaborazione in Surfer 8.0 eseguendo un operazione di sottrazione di quote nei punti di griglia, fra i dati rilevati in acquisizione multibeam e quelli rilevati in acquisizione singlebeam. In questo caso sono più evidenti le differenze fra le due metodologie. Anche se in molte zone la differenza è contenuta all’interno dei 10 cm, ordine di errore intrinseco nell’accuratezza della strumentazione, non sempre però l’interpolazione delle linee di rilievo (equidistanti dai 100 ai 50 m) ottenuta dal singlebeam è in grado di identificare le minime variazioni morfologiche rilevate dal multibeam; questo risulta più evidente in aree Confronto dell’andamento delle isobate dedotte dai due rilievi a con morfologia più contrastata come potrebbe ad Marina di Pisa esempio essere un fondale roccioso. La differenza non costante fra i due rilievi può essere in parte dovuta alla non esatta contemporaneità delle acquisizioni. I due rilievi del tratto meridionale sono sfasati di alcuni giorni ed è probabile che parte delle differenze sia dovuta alle variazioni morfologiche intervenute, come è evidente nella zona delle barre. La differenza di volume fra i due rilievi calcolata in un tratto della spiaggia di Marina di Pisa, su una superficie di circa due milioni di metri quadri, è risultata di 1750 m3, anche se l’errore reale è assai superiore dato che le differenze di segno opposto tendono ad annullarsi vicendevolmente. Successivamente sulla zona test di Marina di Pisa, nel tratto in cui le linee di rilievo presentano un’equidistanza di 50 m, sono stati effettuati ulteriori controlli. Si è cercato di identificare la distanza massima fra le linee di rilievo di singlebeam per ottenere un informazione comunque paragonabile a quella proveniente dal multibeam. Il controllo ha previsto l’elaborazione di successive carte con equidistanza da 50 a 200 m con utilizzo del software Surfer 8.0, ed il confronto con la carta ottenuta dai dati del multibeam per la medesima zona. Per la costruzione delle singole carte sono state utilizzate 18 strisciate di acquisizione singlebeam ad equidistanza di 50 m successivamente diradate fino a 200 m. www.beachmed.it - 78 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Nella figura soprapresentata è visibile l’area di studio e le 18 sezioni utilizzate che corrispondono a quelle centrali di minor lunghezza a cui fanno da limite le prime più estese. Un controllo sulle differenze volumetriche ha evidenziato un aumento del valore in termini di valore assoluto, in funzione dell’equidistanza, anche il valore della media rilevata sui singoli dati in termini di valore assoluto ha mostrato un aumento. Questo indica che all’aumentare della distanza di acquisizione ovviamente aumenta il grado di interpretazione e conseguentemente la carta ottenuta risulta avere un grado di incertezza maggiore, che si esprime, in un aumento delle differenze volumetriche tra le due carte e in un aumento del valore della media dei dati assoluti, che può essere considerato come indicativo di quanto le quote interpretate si allontanano dalla realtà (considerata come il multibeam). Come si vede le informazioni a quote inferiori alla batimetrica -5.5 m si sono mantenute anche con elevate equidistanze mentre a quote superiori, dove la morfologia è meno regolare, risulta evidente una perdita di informazione. Un limite massimo di accettabilità potrebbe essere considerato 150 m per le zone con una discreta variabilità morfologica, mentre per zone a bassa variabilità possono essere considerate anche equidistanze di 200 m. Carta delle differenze altimetriche fra singlebeam e multibeam a San Rossore www.beachmed.it - 79 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali Carta delle differenze altimetriche fra singlebeam e multibeam a Marina di Pisa Confronto fra le carte batimetriche ottenute dalle linee di rilievo di singlebeam a equidistanze crescenti (50,100,150,200 m) www.beachmed.it - 80 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali RILIEVO CON LIDAR MARINO (ALB) L’Airborne Laser Bathymetry (ALB) è una tecnica che consente di effettuare rilievi batimetrici a bassa profondità usando impulsi laser trasmessi da un apparecchiatura avio-trasportata. Questa tecnologia è nata negli stati uniti per scopi militari (ricerca di sottomarini) negli anni ‘60. Negli anni ‘90 il sistema è divenuto operativo in ambito commerciale negli Stati Uniti (SHOALS), in Australia (LADS-LADSII) ed in Svezia (Hawk Eye). Il sistema, a seconda della tipologia, può essere montato o su piccoli aerei o su elicottero. Le principali ragioni per l’utilizzo di questa tecnica sono la possibilità di: • eseguire rilievi in tempi rapidi anche in ampie aree, • effettuare rilievi in zone dove la metodologie tradizionali potrebbero essere difficoltose da applicare o pericolose, • eseguire contemporaneamente rilievi del fondale e della zona emersa come anche le strutture costiere. Il Lidar marino è particolarmente adatto in rilievi di bassa profondità. Uno dei vantaggi è la possibilità di poter rilevare simultaneamente la parte emersa e quella sommersa della spiaggia, anche a basse profondità dove sistemi come il multibeam non possono operare. Questa tecnica utilizza due impulsi laser, uno verde ed un infrarosso. Il primo penetra attraverso l’acqua per la sua particolare frequenza, mentre il secondo viene riflesso dalla superficie del mare e dalla spiaggia emersa. La profondità dell’acqua è derivata dalla differenza di tempo di ritorno fra il segnale riflesso dalla superficie marina e quello riflesso dal fondale. Si tratta di una apparecchiatura complessa, che varia leggermente a seconda delle case costruttrici, in generale costituita da un trasmettitore laser che può generare fino a 1000 impulsi al secondo, da alcuni ricevitori del segnale di ritorno, da un GPS differenziale per seguire la rotta impostata, da una tecnologia GPS per il “real time” e “post-flight data processing”, da un insieme di sensori per le correzioni automatiche di rollio e beccheggio e da un sistema inerziale. L’altezza di volo è compresa fra i 200-5000 metri. La massima inclinazione dello scanner laser è di circa 20° con una fascia di indagine pari a circa la metà della quota di volo. I rilievi generalmente avvengono con una densità di un punto ogni 16 m2, ma può essere raggiunta anche una densità maggiore, con coperture areali di circa 60 Km2/ora. I dati, una volta raccolti e processati anche da particolari algoritmi per la correzione delle fluttuazioni della superficie e delle proprietà ottiche dell’acqua, vengono elaborati e restituiti secondo le metodologie tradizionali. La limitazione principale di questo sistema è la scarsa penetrazione in acque non estremamente limpide e con bassa riflettività del fondale. In generale possiamo dire che la profondità massima raggiungibile è pari a 2-3 volte quella di “Secchi”. In termini più specifici la profondità massima rilevabile è data da n/K, dove n è una costante che varia da 3 a 5 a seconda che sia giorno o notte, mentre K è un fattore esponenziale per il quale il vettore della irradianza della luce incidente decresce con la profondità. Il raggio laser in acqua viene disperso oltre che dalle onde anche dalla presenza di materiale organico ed inorganico. In acque caraibiche di notte sono stati raggiunti i 70 m di profondità. La precisione verticale potenzialmente raggiungibile dall’ALB è di ± 15 cm; che rientra nello standard generalmente accettato per i rilievi idrografici e stabilito dall’International Hydrographic Organization (IHO). In maniera semplificata l’accuratezza verticale per rilievi idrografici a bassa profondità è di ± 25 cm (1σ). Possiamo dire che tutti i sistemi ALB esistenti hanno potenzialmente una accuratezza maggiore. Una nuova funzionalità del sistema SHOALS 1000 permette di avere immagini di pseudo-riflettanza del fondale utili per la sua caratterizzazione. Per il progetto BEACHMED, nell’Ottobre 2003, è stata svolto un test con la società australiana Tenix LadsII per effettuare il rilievo della spiaggia emersa e sommersa tra la foce del Fiume Arno fino a quella del Fiume Morto. In Italia infatti non esistano allo stato attuale ditte in possesso di tale tecnologia. Precedente al volo è stata fatta una campagna in mare per verificare la trasparenza della acque con il disco di Secchi. I risultati sono stati negativi e tali da non poter effettuare la scansione. E’ stato fatto comunque un tentativo di rilievo nelle acque antistanti Massa, dove è presente una maggiore trasparenza delle acque, ma la strumentazione non è stata in grado di acquisire dei dati utilizzabili. E’ in corso un’analisi dei dati disponibili sulla trasparenza delle acque delle coste toscane al fine di valutare le effettive possibilità di utilizzazione di questa metodologia, che risulta comunque estremamente costosa. Sono stati www.beachmed.it - 81 - Projet BEACHMED – Phase C Attività 1: Fabbiso-gni di sabbia per la ricostruzione e la-manutenzione dei li-torali elaborati i dati forniti dall’ARPAT relativi al monitoraggio dal 2001 ad oggi di circa 40 stazioni distribuite sull’intera costa toscana (vd tabella). Si può notare in grassetto le stazioni in cui la profondità del fondale è inferiore a tre volte quella di “Secchi”. LAT. LONG. Dist. Costa (m) 5 43°58’.480 N 10°08’.340 E 500 4.0 10 43°58’.242 N 10°07’.917 E 1000 3.5 14 43°57’.572 N 10°06’.744 E 3000 Data Ora Temp Sal. Torb. Stazione Chla Secchi P (m) 11/01/02 11.45 9.822 36.446 7.2 01BWCN05 5.54 3.0 11/01/02 11.37 9.626 36.722 8.8 01BWCN10 4.75 11/01/02 11.26 12.079 37.745 6.5 01BWCN30 2.15 Esempio di dati raccolti dall’ARPAT nella stazione del Cinquale (MS) SCHEMA RIASSUNTIVO DI CONFRONTO FRA LE TECNOLOGIE DI RILIEVO DELLA SPIAGGIA SOMMERSA Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte per i precedenti schemi riassuntivi delle metodologie di rilevo ovvero che ogni metodologia può essere adatta a diverse esigenze di monitoraggio in termini di precisione richiesta, estensione dell’area da investigare, tempi e costi di realizzo e che la tabella che segue vuole essere solo uno schema riassuntivo ed è perciò solo indicativa. Metodo Precisione Tempi di rilievo (Km2/gg) Costi minimi di rilievo €/Km2 Note Singlebeam 10 cm 10 1000 Dati riferiti a sezioni distanziate 100 m. Multibeam 15 cm 10 5000 Difficoltà di rilevare la fascia compresa fra 0 e –2 m. ALB 15 cm 50 4000 Risente della trasparenza delle acque. Non ancora disponibile stabilmente in Europa. Rileva anche la spiaggia emersa. Schema riassuntivo delle metodologie di rilievo della spiaggia sommersa www.beachmed.it - 82 -