IL RAFFRESCAMENTO PASSIVO DEGLI EDIFICI Costruzione Ambiente Territorio - Ecotech I.I.S. V. Capirola – Leno Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia 10 aprile 2015 Ing. Davide Fappani 1 Cosa sono le TECNICHE DI RAFFRESCAMENTO PASSIVO DEGLI EDIFICI dette anche STRATEGIE DI RAFFRESCAMENTO PASSIVO DEGLI EDIFICI Si definiscono “passive” quelle tecniche (o strategie) progettuali, costruttive e di gestione degli edifici che consentono di garantire il comfort termico estivo desiderato senza impianto di climatizzazione estiva, ovvero in presenza di impianto di climatizzazione estiva con consumi molto modesti. SPECIFICHE •Perché l’aggettivo “ passivo “ •Comfort termico estivo - differenza tra il comfort termico invernale ed estivo - perché è importante la U.R. - standard di riferimento Inverno : 20°C Estate : 26°C - 70% U.R. 30°C 30% U.R. •Importanza del tema Ing. Davide Fappani 2 Ing. Davide Fappani 3 STRATEGIE PROGETTUALI 1. Compattezza dell’edificio (p.5) 2. Corretto orientamento dell’edificio (p.8) 3. Disposizione e dimensioni delle finestre. Distribuzione interna degli ambienti. Il ricambio naturale dell’aria. (p.10) STRATEGIE COSTRUTTIVE 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Colore degli edifici (p.15) Isolamento termico delle chiusure (p.18) Massa delle chiusure. (p.19) Tendenziale assenza di ponti termici (p.23) Ventilazione del sottotetto (p.24) Pareti ventilate (p.27) Ombreggiamento delle finestre e loro bassa termotrasmittanza (p.32) Divisori interni e solai di interpiano con massa elevata e buona termotrasmittanza (p.37) Solaio a terra (p.40) STRATEGIE EDUCATIVE 13. Corretto uso degli edifici da parte degli utenti STRATEGIE URBANISTICHE 14. Pavimentazioni esterne 15. Verde esterno 16. Alberature esterne 17. Edifici esterni 18. Viabilità locale Ing. Davide Fappani 4 1 - COMPATTEZZA DELL’EDIFICIO • Compattezza dell’edificio: Propensione a massimizzare le superfici abitabili a parità di superficie dell’involucro. E viceversa. • Parametro sintetico della compattezza: S/V. • In inverno S/V basso. • In estate S/V basso? SÌ • Diversità delle due situazioni: In inverno S/V basso in assoluto • In estate S/V basso teoricamente in rapporto al soleggiamento delle diverse superfici che costituiscono l’involucro • L’irradiazione solare di una superficie ha due componenti: diretta e diffusa. Irradiazione globale = Irradiazione diretta + Irradiazione diffusa In estate: L’irradiazione diretta dipende da orientamento ed inclinazione della superficie (massima su superficie orizzontale, etc). L’irradiazione diffusa è indipendente da orientamento ed inclinazione Ing. Davide Fappani 5 Irradiazione solare globale giornaliera massima estiva a 46° di latitudine nord (kWh/m2). Uni 10349: Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici TIPO DI SUPERFICIE IRRADIAZIONE GLOBALE Verticale sud Verticale est o ovest Verticale nord Orizzontale di cui diffusa 3,74 4,66 1,97 8,01 (1,42) I diversi tipi di superficie subiscono irradiazioni molto diverse. Il soleggiamento estivo mette in gioco quantità di energia molto elevate. Esempio: Edificio a due piani a forma di parallelepipedo dimensioni in pianta: 20 x 10 m altezza: 6m facciate longitudinali: a sud e a nord latitudine: 46° nord Irradiazione giornaliera massima estiva in kWh con facciate longitudinali a sud e nord. SUD 20 x 6 = 120 m2 x 3,74 = 448,8 kWh 2 NORD 20 x 6 = 120 m x 1,97 = 236,4 kWh 2 EST 10 x 6 = 60 m x 4,66 = 279,6 kWh 2 = 279,6 kWh OVEST 10 x 6 = 60 m x 4,66 COPERTURA 10 x 20 = 200 x 8,01 = 1.602,0 kWh __________ Totale = 2.846,4 kWh Se rapportiamo tale energia alla superficie lorda abitabile si ha: 2.846,4 / (200 x 2) = 7,12 kWh/m 2ab.,l Ing. Davide Fappani 6 Se rapportiamo l’energia alla superficie abitabile utile netta, pari mediamente al 90% di quella lorda, si ha: 2.846,4 / (200 x 2 x 0,90) = 7,90 kWh/m 2ab.,n Tale valore è la metà dell’intero consumo invernale di una casa-passiva in altre parole: In due giorni limpidi del mese di luglio arriva sull’edificio per irraggiamento solare la stessa energia che servirebbe a scaldare l’edificio, se progettato coi criteri della casa–passiva, per l’intera stagione invernale. 2 x 7,90 = 15,80 kWh/m2 15,0 kWh/m2·a Ing. Davide Fappani 7 2 - CORRETTO ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO In inverno: facciate longitudinali a sud In estate: stesso orientamento? SI’ In estate muta, rispetto all’inverno, l’angolo di altezza solare: in estate il sole è “alto”, in inverno il sole è “basso”. Irradiazione solare giornaliera media mensile sulla città di Cremona, Mj/m2 UNI 10349 : Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici SUPERFICIE MESE GENNAIO LUGLIO SUD EST/OVEST ORIZZONTALE NORD 6,3 11,1 3,1 16,5 3,9 25,9 1,6 9,4 Osservazione In inverno: irradiazione massima su facciata sud In estate: irradiazione minima su facciata sud Torniamo all’esempio precedente. Supponiamo di cambiare l’orientamento: facciate longitudinale a est ed ovest. Irradiazione giornaliera massima estiva in kWh con facciate longitudinali ad est ed ovest. SUD NORD EST OVEST COPERTURA 10 x 6 = 60 m2 x 3,74 10 x 6 = 60 m2 x 1,97 20 x 6 = 120 m2 x 4,66 20 x 6 = 120 m2 x 4,66 10 x 20 = 200 x 8,01 Ing. Davide Fappani = = = = = Totale 224,4 kWh 118,2 kWh 559,2 kWh 559,2 kWh 1.602,0 kWh 3.063,0 kWh 8 Il cambio di orientamento determina un aumento del carico termico giornaliero di: 3.063 – 2.846 = 217 kWh corrispondente ad un aumento del: 216/2.846 = 7,6% Osservazioni: •Maggior parte delle finestre su facciate longitudinali; •In estate molto importante ombreggiatura finestre; •Su facciate sud (sole alto, bassa irradianza) ombreggiatura più facile che in facciate est ed ovest (sole basso, irradiazione forte); •Su facciate est ed ovest impossibile ombreggiatura con aggetti fissi. Attenzione: L’orientamento deve tenere conto anche della direzione prevalente del vento durante il periodo estivo. Direzione prevalente del vento importante per i ricambi. In teoria ricambi massimi con facciate longitudinali perpendicolari alla direzione prevalente del vento. Le due istanze (soleggiamento, direzione del vento) non necessariamente coincidono. Bisogna scegliere il “male minore”. Se l’efficienza energetica riguarda sia l’inverno che l’estate devono prevalere le esigenze invernali. Ing. Davide Fappani 9 3 - DISPOSIZIONE E DIMENSIONE DELLE FINESTRE DISTRIBUZIONE INTERNA DEGLI AMBIENTI IL RICAMBIO NATURALE DELL’ARIA Disposizione e dimensione delle finestre e distribuzione degli ambienti interni sono molto importanti. IN INVERNO per i meccanismi radiativi IN ESTATE per i meccanismi di ricambio naturale dell’aria Il ricambio naturale dell’aria si innesca per due motivi: A : L’edificio viene investito da aria esterna in movimento, cioè dal vento. B : La temperatura dell’aria interna è diversa dalla temperatura dell’aria esterna. Precondizione: le finestre devono essere aperte. Ing. Davide Fappani 10 MECCANISMO A Consideriamo: ANDAMENTO DEL FLUSSO D’ARIA INTORNO AD UN EDIFICIO: Se un edificio è investito da un flusso d’aria esterna si crea una differenza di pressione principalmente tra la facciata investita (facciata sopravento) e la facciata opposta (facciata sottovento). Differenza di pressione, più modesta, si ha anche con le facciate laterali. La differenza di pressione induce il ricambio d’aria. Precondizioni: •Almeno due finestre, appartenenti a facciate opposte, contemporaneamente aperte. •L’aria proveniente dalla finestra sopravento deve poter raggiungere la finestra sottovento. Problema fluidodinamico complesso. Il ricambio dipende da molti fattori: •Velocità dell’aria; •Dimensione delle finestre; •Dimensione delle eventuali porte interne; •Angolo di incidenza del vento sulla facciata considerata: θ; •Geometria della facciata e della copertura; •Densità urbana nell’intorno dell’edificio; •Altezza dell’edificio considerato rispetto agli edifici circostanti. Problema risolvibile con: •Equazioni che sfruttano coefficienti empiricamente rilevati. •Programmi di calcolo di termofluidodinamica. Ing. Davide Fappani 11 MECCANISMO B Consideriamo la seguente sezione di un ambiente interno. Ti > Te A1= Area della finestra superiore A2 = Area della finestra inferiore H = Distanza tra i baricentri delle due finestre Ti = Temperatura aria interna Te = Temperatura aria esterna L’aria interna più calda tende a salire ed uscire dalla finestra superiore Depressione interna Dalla finestra inferiore entra aria esterna EFFETTO – CAMINO In realtà le finestre sono alla stessa quota, tuttavia l’effetto camino permane: zona architrave zona centrale zona davanzale ≡ finestra superiore ≡ zona neutra ≡ finestra inferiore Ing. Davide Fappani 12 Problema fluidodinamico complesso, ma dipendente da un minore numero di fattori: -differenza di temperatura aria interna - aria esterna -distanza tra il baricentro zona uscita-zona entrata aria -area della zona di entrata ed area della zona di uscita aria - perdite di carico locali (forma della finestra) I due meccanismi, nelle condizioni che mediamente si verificano, non hanno la stessa efficacia. Ricambi meccanismo A > (ventilazione trasversale) Ricambi meccanismo B (effetto camino) UNI 10375/95 propone i seguenti valori: • Ventilazione trasversale: 12 m3/hm3 • Ventilazione frontale : 3 m3/hm3 (meccanismo A) (meccanismo B) Valori prudenziali appropriati per Pianura Padana •Velocità vento molto bassa •Direzione prevalente vento: est Ing. Davide Fappani 13 Velocità giornaliera del vento, media annuale. Località Alessandria Cremona Mantova Velocità del vento m/s 1,2 1,4 0,9 Direzione prevalente Sud - est Est Est Brescia 1,5 Est Milano Parma Reggio Emilia Verona Padova 1,1 1,1 1,2 0,9 1,1 Sud – ovest Est Est Est est Ricambio d’aria estivo notturno fattore determinante per il raffrescamento passivo. CONSEGUENZE PROGETTUALI a- Garantire la ventilazione passante. b- Valutare con attenzione l’orientamento: θ > 60°. c- Finestre verso nord sufficienti: ~ il 15% della dimensione della facciata. minore importanza della distribuzione interna rispetto alla distribuzione derivante dalle considerazioni sul periodo invernale. d- Sicurezza alle intrusioni: inferriate, zanzariere. e- Meglio le finestre alte (per effetto camino): base x altezza = 2 x 3 Ing. Davide Fappani 14 4 - COLORE DEGLI EDIFICI Energia da radiazione solare molto elevata. L’energia radiante che colpisce un corpo opaco viene in parte assorbita ed in parte riflessa. energia assorbita = coefficiente di assorbimento = ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ energia incidente energia riflessa ρ = coefficiente di riflessione = ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ energia incidente Primo principio della termodinamica : + = 1 I fenomeni radiativi sono fenomeni superficiali importanza del trattamento superficiale Coefficiente di assorbimento solare Superficie Alluminio lucido anodizzato in foglio Rame lucido ossidato Acciaio inossidabile lucido opaco s 0,09 0,14 0,15 0,18 0,65 0,37 0,50 Superficie Metalli placcati ossido di nickel nero cromo nero Calcestruzzo Marmo bianco Laterizio rosso Asfalto Vernice nera Vernice bianca Neve Pelle umana (razza caucasica) Ing. Davide Fappani s 0,92 0,87 0,60 0,46 0,63 0,90 0,97 0,14 0,28 0,62 15 Pareti intonacate Colore superficie esterna Pareti intonacate – UNI 10375 Bianco 0,14 Nero 0,97 Colore superficie esterna Chiaro Medio 0,30 0,60 Scuro 0,90 L’equazione che determina la temperatura superficiale esterna è: θe,t = θa e,t + α It/he θe,t θa e,t α It he = temperatura superficiale esterna all’ora t (°C) = temperatura aria esterna all’ora t (°C) = coefficiente di assorbimento dell’irradiazione solare (%) = irradianza solare incidente sulla superficie all’ora t (W/m2) = coefficiente superficiale di scambio termico convettivo/radiativo (W/m2°C) Ing. Davide Fappani 16 Concentriamo l’attenzione sull’incremento di temperatura ∆θe,t = α It/he Esempio 1: Parete chiara Supponiamo: It = 630 W/m2 (ore 8,0 parete sud-est 46° lat. Nord) he = 14,5 W/m2°C α = 0,30 ∆θe,t = (6,30 x 0,3) / 14,5 = 13°C Esempio 2: Parete scura Stesse condizioni esterne α = 0,90 ∆θe,t = (6,30 x 0,9) / 14,5 = 39°C Ing. Davide Fappani 17 5 - ISOLAMENTO TERMICO DELLE CHIUSURE In inverno •Spessore degli strati isolanti: determinante •Flusso energetico: monodirezionale In estate in assenza di impianti di condizionamento Situazione diversa: Bilancio energetico rilevante: giornata tipo prescelta In questa situazione il flusso energetico è bidirezionale: l’energia entra durante il giorno ed esce durante la notte SPESSORE DELLO STRATO ISOLANTE: IRRILEVANTE NEL PERIODO ESTIVO Alti spessori bassa termotrasmittanza entra poca energia di giorno, ma simmetricamente esce poca energia di notte. Paradossalmente: chiusure opache con alti spessori dello strato isolante possono originare un incremento della temperatura media interna rispetto alla temperatura media interna originata da chiusure opache con spessori dello strato isolante medi o minimi (irraggiamento attraverso finestre, apporti gratuiti interni). Tali differenze non sono molto rilevanti e comunque recuperabili in un quadro di corretta applicazione delle tecniche di raffrescamento passivo. Quindi: SÌ ai grandi spessori dello strato isolante, ma solo per i bilanci energetici invernali. In sintesi: Illusorio voler migliorare la temperatura interna estiva, in assenza di impianti di condizionamento, mediante gli strati isolanti. Ing. Davide Fappani 18 6 - MASSA DELLE CHIUSURE In inverno Flussi energetici monodirezionali di lunga durata Bilanci in regime stazionario massa irrilevante In estate Flussi energetici bidirezionali, di breve durata giornata tipo estiva bilanci in regime variabile Introduzione del parametro tempo Introduzione del parametro: capacità termica volumetrica Cvol = ρ·c Cvol = capacità termica volumetrica (J/m3 K) ρ = densità (Kg/m3) c = calore specifico o meglio capacità termica massica (J/Kg K) Ing. Davide Fappani 19 IN GENERALE In regime stazionario Le temperature θ (e quindi i flussi di energia) sono θ = θ (s, λ, h) con: θ = temperature punto per punto nella parete (°C) s = spessore dei vari strati (m) λ = conduttività termica dei vari strati (W/m°C) h = conduttanze superficiali (W/m2°C) In regime periodico Le temperature θ (e quindi i flussi di energia) sono θt = θt (s, λ, h, ρ, c) con: θt = temperature punto per punto nella parete al tempo t s = spessore dei vari strati (m) λ = conduttività termica dei vari strati (W/m°C) h = conduttanze superficiali (W/m2°C) ρ = densità dei vari strati (Kg/m3) c = calore specifico dei vari strati (J/Kg) Ing. Davide Fappani 20 IN PARTICOLARE Se il sistema è monodirezionale (chiusure) e se la variazione delle temperature di una faccia è di tipo armonico (faccia esterna delle chiusure) si ha: Le temperature interne sono una sinusoide sfalsata nel tempo ed appiattita, ovvero attenuata, rispetto alla sinusoide delle temperature esterne. Sfasamento: φ = intervallo di tempo tra i valori massimi (o minimi) delle temperature, misurato in ore. Fattore di attenuazione: fa = rapporto tra l’ampiezza dell’onda (o semionda) interna delle temperature e l’ampiezza dell’onda (o semionda) esterna delle temperature; grandezza adimensionale. Ing. Davide Fappani 21 1° CASO Coefficiente di attenuazione e sfasamento (in ore) per pareti verticali con isolamento ripartito. m Kg/m2 U W/(m2°C) <0,4 fa 0,45 150 φ 6 fa 0,35 200 φ 8 fa 0,25 250 φ 10 fa 0,15 300 φ 12 fa 0,10 350 φ 14 fa 0,07 400 φ 16 0,4-0,6 0,48 6 0,40 8 0,30 9 0,20 10 0,15 12 0,12 14 0,6-0,8 0,54 6 0,46 8 0,35 9 0,27 10 0,20 12 >0,8 0,60 6 0,50 8 0,43 8 0,27 10 0,20 12 U = termotrasmittanza termica della parete m = massa fisica areica della parete (ottenuta come somma dei prodotti della massa volumica di ciascuno strato per il relativo spessore) 0,14 0,14 14 14 Osservazioni sulle pareti monostrato: fa diminuisce (migliora) con la massa, aumenta con la termotrasmittanza φ aumenta (migliora) con la massa 2° CASO Coefficiente di attenuazione e sfasamento per pareti verticali con isolamento concentrato. Tipo di parete Posizione isolamento muratura portante -con isolamento concentrato muratura non portante -con isolamento concentrato pareti di tamponamento -prefabbricate multistrato interno intermedio esterno interno intermedio esterno Isolante con spessore 0,28 0,22 0,20 0,48 0,44 0,40 φ h 11 11 11 8 8 8 0,75 4 1,0 0 fa -pareti finestrate Osservazioni sulle pareti con isolamento: - Idem come pareti monostrato - Attenzione alla posizione dell’isolante (migliore posizione esterna) -Perché sfasamento e attenuazione devono essere rispettivamente alto e basso? -Norma UNI EN ISO 13786/2008 Prestazione termica dei componenti per l’edilizia. Caratteristiche termiche dinamiche. Metodi di calcolo Ing. Davide Fappani 22 7 - TENDENZIALE ASSENZA PONTI TERMICI • Importanza marginale per il periodo estivo. • Grande importanza per il periodo invernale. • Eliminazione ponti termici facilitata dall’isolamento esterno. • Isolamento esterno migliora il fattore di attenuazione fa. Ing. Davide Fappani 23 8 - VENTILAZIONE DEL SOTTOTETTO In inverno Copertura: una chiusura come le altre Unico parametro rilevante: la termotrasmittanza In estate Situazione molto diversa per vari motivi: •L’irradiazione è massima sulla copertura: 8 kWh/m 2 in un giorno (4 sulle pareti soleggiate, 2 sulle pareti nord) •Tegole o guaine: materiali scuri, quindi elevato valore di α temperature superficiali esterne molto alte e per molte ore flusso termico diurno molto alto poiché con gli strati isolanti non si va da nessuna parte unica strategia economica ed efficace VENTILAZIONE DEL SOTTOTETTO Cos’è una copertura ventilata? Perché una copertura ventilata è più efficiente? Ing. Davide Fappani 24 Determinazione quantitativa del problema da Norma UNI 10375/95 0,05 Ih,t θe,t = θa e,t + ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ 0,35 nr,t V 1 + ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ At Ut θe,t = temperatura del sottotetto all’ora t (°C) θa e,t = temperatura aria esterna all’ora t (°C) Ih,t = irradianza solare totale orizzontale sulla superficie esterna del tetto all’ora t (W/m2) 0,05 = rapporto tra coefficiente di assorbimento della radiazione solare e coefficiente superficiale di scambio termico. Valori sottintesi: α = 0,7; he = 14,5 0,35 = calore specifico aria (KWh/m3 °C) nr,t = ricambi d’aria nel sottotetto (m3/h m3) V = volume del sottotetto (m3) At = area del tetto (m2) Ut = trasmittanza termica del tetto (da calcolare con he = 8,2 W/m2 °C) Il numero dei ricambi d’aria nr,t dipende dalle dimensioni delle aperture. I valori proposti sono: 1,5 per Ap/AT < 0,01 6,0 per 0,01 < Ap/AT < 0,05 12 per Ap/AT > 0,05 dove Ap: media tra le aree delle aperture con aria in entrata e le aree delle aperture con aria in uscita. Ing. Davide Fappani 25 Osservazioni • La temperatura del sottotetto diminuisce con: aumento dei ricambi aumento dell’altezza media V/AT con la diminuzione della termotrasmittanza del tetto • Si può passare da valori della temperatura superficiale esterna di 70°C a valori di 40°C. Considerazioni sulle diverse tipologie di coperture. Considerazioni sulle leggi regionali che consentono il recupero dei sottotetti. L.R. 22/99 L.R. 12/05 L.R. 20/05 ESEMPIO NUMERICO 1° caso: buona ventilazione (nr,t= 12 m3/hm3) la temperatura del sottotetto vale: 0 , 05 810 e 32 32 9 ,8 41 ,8 ( C ) 0 , 35 12 1,5 1 2 2° caso: nessuna ventilazione (nr,t= 0) la temperatura del sottotetto vale: 0,05 810 e 32 32 40,5 72,5(C ) 0,35 0 1,5 1 2 Ing. Davide Fappani 26 9 - PARETI VENTILATE Stratigrafia di base della parete ventilata Ing. Davide Fappani 27 • La copertura ventilata appartiene “da sempre” alla tradizione costruttiva del nord Italia. • Viceversa la parete ventilata è una soluzione costruttiva elitaria e recente o Si diffonde negli anni ’80 per il terziario di rappresentanza. o E’, ancora oggi, assente nell’edilizia residenziale. o Motivazioni estetiche (tipologia infinita di rivestimenti) o Motivazioni che riguardano il miglioramento di processo. o Solo negli ultimi tempi accento sul contributo al buon comportamento estivo (nei primi sistemi di supporto: spazio disponibile per isolante e ventilazione di soli 8 cm; poca importanza ai dispositivi di entrata ed uscita aria). o Situazione cambiata solo recentemente con le pareti “a doppia pelle” • Ancora oggi la parete ventilata è percepita come soluzione che offre alte prestazioni, ma complessa e costosa. • Percezione falsa per le pareti ventilate con paramento esterno autoportante o Soluzioni costruttive a doppio paramento con isolante intermedio molto diffuse, ma usate per le pareti “con intercapedine”. o Differenze tra pareti “con intercapedine” e pareti ventilate. o Pareti ventilate con paramento esterno autoportante: soluzione “povera”, ma efficace; poco utilizzata. Ing. Davide Fappani 28 Schema flussi termici di parete ventilata Problema complesso. Da cosa dipende l’energia trasmessa. Immaginando di essere in regime stazionario, l’energia trasmessa (per unità di tempo) dipende da: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. temperatura aria esterna; radianza solare; velocità e direzione locale del vento rispetto alla parete considerata; temperatura media radiante ambiente esterno; emissività media ambiente esterno; rugosità esterna della parete; coefficiente di assorbimento solare della parete; altezza dei canali; spessore dei canali; larghezza dei canali; conformazione delle aperture di entrata dell’aria nei canali; conformazione delle aperture di uscita dell’aria dai canali; rugosità interna dei canali; emissività delle facciate interne dei canali; termotrasmittanza della parete interna vera e propria (la quale a sua volta dipende dallo spessore e dalla conducibilità degli strati che la compongono e dal coefficiente superficiale interno). Ing. Davide Fappani 29 Ordine di grandezza: una buona parete ventilata può tranquillamente dimezzare l’incremento della temperatura esterna e quindi il flusso di energia trasmesso verso l’interno rispetto ad una parete con gli stessi strati, ma senza ventilazione. Tuttavia prima di decidere se adottare una parete ventilata tenere presente che: •Non sensato adottare pareti ventilate e dimenticarsi di realizzare coperture ventilate (irradiazione su pareti soleggiate pari a 1/2 e su pareti nord pari a 1/4 di quella sulla copertura). •La temperatura superficiale esterna (quindi l’energia trasmessa verso l’interno) dipende anche dal coefficiente di assorbimento solare α. L’equazione che determina la temperatura superficiale esterna è : θe,t = θa e,t + α It/he θe,t θa e,t α It he = temperatura superficiale esterna all’ora t (°C) = temperatura aria esterna all’ora t (°C) = coefficiente di assorbimento dell’irradiazione solare (%) = irradianza solare incidente sulla superficie all’ora t (W/m2) = coefficiente superficiale di scambio termico convettivo/radiativo (W/m2°C) Ing. Davide Fappani 30 Concentriamo l’attenzione sull’incremento di temperatura ∆θe,t = α It/he Esempio 1: Parete chiara Supponiamo: It = 630 W/m2 (ore 8,0 parete sud-est 46° lat. Nord) he = 14,5 W/m2°C α = 0,30 ∆θe,t = (6,30 x 0,3) / 14,5 = 13°C Esempio 2: Parete scura Stesse condizioni esterne α = 0,90 ∆θe,t = (6,30 x 0,9) / 14,5 = 39°C •Gli incrementi di temperatura esterna determinano gli incrementi di energia in entrata sia per le pareti con ventilazione sia per le pareti senza ventilazione. •E’ vero che una buona parete ventilata dimezza l’incremento di energia in entrata rispetto alla stessa parete non ventilata, ma è altrettanto vero che posso ridurre di 3 volte (39/13 = 3) tali incrementi usando colori chiari, anziché colori scuri. •Prima di decidere se è necessario usare una parete ventilata valutare se è sufficiente l’adozione di colori chiari (tinteggiare di bianco un edificio costa molto meno che fare una parete ventilata). •Ventilazione difficoltosa in corrispondenza della porzione di parete tra due finestre. •Tecnica molto efficace ma poco utilizzata: pergolati a parete che sostengono arbusti rampicanti. Ing. Davide Fappani 31 10 - OMBREGGIAMENTO DELLE FINESTRE E LORO BASSA TERMOTRASMITTANZA In inverno •Massimizzare i contributi solari delle superfici trasparenti. •Finestre grandi rivolte a sud. In estate Situazione esattamente capovolta: minimizzare i contributi solari delle superfici trasparenti. •Architettura mediterranea. •Architettura lombarda: i grandi porticati •Limiti di queste scelte. •Balconi ed aggetti orizzontali INCLINAZIONE RADIAZIONE SOLARE •Altra schermatura fissa: i frangisole Ing. Davide Fappani 32 SCHERMATURE MOBILI ‐ UNI 8369 Schermature interne: le tende interne; gli scuretti; le tende alla veneziana. Schermature esterne: le imposte o ante esterne; le persiane avvolgibili o “avvolgibili” o “tapparelle”; le tende alla veneziana; i frangisole verticali o orizzontali mobili; le tende esterne. Schermature esterne: più efficaci Radiazione assorbita e riflessa prima che colpisca il vetro, che rimane circa alla temperatura dell’aria. Energia assorbita dallo schermo scalda l’aria e l’ambiente esterno. Schermature interne: meno efficaci La radiazione colpisce direttamente il vetro che si scalda di più. La radiazione trasmessa dal vetro colpisce lo schermo interno che a sua volta riflette, assorbe e trasmette. L’energia assorbita dallo schermo scalda questa volta l’aria e l’ambiente interni. In altre parole: la schermatura interna riduce molto meno “l’effetto serra” dei vetri. Per le schermature interne attenzione anche ai colori. Ing. Davide Fappani 33 Fattori di trasmissione solare τeq. Tipo di vetro Vetro senza schermi Finestra con tenda leggera media pesante Finestra con veneziana interna a 45° chiara scura 1 Vetro . 2 Vetro . 1+1 Vetrocamera 3 Vetro assorb. 0,87 0,76 0,76 0,46 0,52 0,47 0,46 0,29 0,25 0,24 0,23 0,18 0,06 0,06 0,05 0,04 0,29 0,28 0,26 0,17 0,29 0,28 0,26 0,17 3+1 0,40 0,26 0,13 0,05 0,15 0,15 4 Vetro rifl. 24-48 0,28 0,17 0,08 0,03 0,11 0,10 4+1 0,24 0,16 0,08 0,03 0,09 0,09 Finestra con veneziana esterna a 45° chiara scura 0,29 0,28 0,27 0,29 0,28 0,27 Fattori di assorbimento solare αeq. Tipo di vetro Vetro senza schermi leggera 1 Finestra con veneziana interna a 45° Finestra con tenda media pesante chiara scura 1+1 3 0,02 0,05 0,08 0,27 0,15 0,18 0,17 0,35 0,42 0,42 0,41 0,5 0,72 0,68 0,68 0,63 0,15 0,19 0,19 0,39 0,33 0,38 0,34 0,45 3+1 0,18 0,27 0,40 0,53 0,29 0,36 4 0,34 0,39 0,57 0,49 0,41 0,45 4+1 0,23 0,26 0,34 0,41 0,28 0,32 2 Finestra con veneziana esterna a 45° chiara scura 0,02 0,05 0,04 0,04 0,02 0,06 Situazione migliore: Situazione peggiore: veneziana esterna chiara schermo interno scuro Tende alla veneziana: consentono di dosare con continuità la luce e quindi di regolare al meglio i flussi Altre schermature: regolazione del tipo tutto – niente – poco. Ing. Davide Fappani 34 Osservazioni: •Nel caso di schermi interni la regolazione del flusso di luce ha importanza ai fini dell’abbagliamento, ma ha importanza relativa dal punto di vista energetico, perché la riduzione del flusso si traduce in un aumento non dissimile dall’assorbimento di energia da parte dello schermo che si scalda. Tale energia viene poi restituita all’ambiente sotto forma di onde lunghe (reirraggiamento) e per convezione. •Nel caso di schermi esterni la diminuzione del flusso di luce si traduce quasi integralmente in una riduzione del flusso di energia entrante. •Non tutti gli ambienti necessariamente vengono utilizzati durante le ore diurne: non illuminare serve se gli schermi sono esterni, serve a poco se gli schermi sono interni. In sintesi: Schermi esterni, chiari, chiusi quando gli ambienti interni non sono utilizzati, aperti quanto basta quando gli ambienti interni sono utilizzati. Strategia indispensabile nel caso di grandi vetrate (diversamente surriscaldamento inaccettabile). Ing. Davide Fappani 35 TERMOTRASMITTANZA DELLE VETRATE Teoricamente in un edificio privo di condizionamento: scarsa importanza estiva dell’iperisolamento delle vetrate (cioè della loro bassa termotrasmittanza come per le pareti e le chiusure opache in genere). Differenza fondamentale tra le finestre e le pareti: • Le pareti sono fisse • Viceversa le finestre possono essere aperte durante la notte In questo caso l’iperisolamento delle vetrate diventa positivo: riduce il flusso di energia in entrata durante il giorno, non limita il flusso in uscita durante la notte. Ing. Davide Fappani 36 11 - DIVISORI INTERNI E SOLAI DI INTERPIANO CON MASSA ELEVATA E BUONA TERMOTRASMITTANZA Tutte le 10 strategie finora illustrate hanno un unico obbiettivo: minimizzare il valore medio della temperatura dell’aria interna all’edificio ovvero di minimizzare il valore della temperatura di equilibrio tra i flussi entranti di energia (ore diurne) e i flussi uscenti (ore notturne). La temperatura media è appunto un valore medio. In realtà essa varia ora per ora: assume valori più alti durante il giorno, valori più bassi durante la notte (regime non stazionario). L’entità di tali scostamenti dipende dalla “inerzia termica” dell’edificio nel suo complesso, cioè dalla “lentezza” del sistema a reagire alle perturbazioni. Attenzione: L’inerzia termica è determinata non solo dalle chiusure opache (pareti perimetrali, coperture, solai a terra, solai su spazi aperti), ma anche dalle partizioni interne sia verticali che orizzontali (divisori e solai di interpiano). Determinazione quantitativa degli scostamenti: Operazione complessa: Una modellizzazione semplificata ed elegante è quella in UNI 10375: θa,t am T,t H T am YT θa,t = temperatura aria interna all’ora t (°C) θam = temperatura media giornaliera dell’aria interna (°C) ΦT,t = carico termico all’ora t (W) HT = coefficiente di trasmissione termica globale della struttura (W/°C) YT = ammettenza termica globale della struttura (W/°C) Ing. Davide Fappani 37 Invece che la “inerzia termica” il modello UNI 10375 utilizza la: Ammettenza: grandezza fisica (il cui nome deriva dall’analogia con i fenomeni e le grandezze che connotano i circuiti elettrici) che indica il flusso di energia in regime variabile che attraversa il sistema per ogni °C di variazione della temperatura. L’equazione dice che lo scostamento della temperatura media dell’aria interna all’ora t, pari a θa,t ‐ θam, a causa del carico termico ΦT,t che entra (o esce) nell’ora t, è, a parità di altre condizioni, inversamente proporzionale alla ammettenza termica globale YT : se YT aumenta lo scostamento si riduce; e viceversa. Procedimento di calcolo di YT piuttosto laborioso. In questa sede è sufficiente osservare che YT: • Cresce al crescere della termotrasmittanza U dei divisori e dei solai; • Cresce al crescere della massa dei divisori e dei solai; • Mal sopporta la presenza di strati di isolamento termico superficiali (esempio: controsoffitti isolanti, pavimenti sopraelevati isolanti). Divisori e solai di interpiano devono essere: • Tendenzialmente pesanti; • Con buona termotrasmittanza; • Senza strati di isolamento termico superficiali. Ing. Davide Fappani 38 Osservazione: In realtà la YT è determinata, oltre che da divisori e solai di interpiano, anche dalle chiusure opache sia verticali che orizzontali (per le quali valgono le stesse considerazioni). Poiché però nelle chiusure sono necessariamente presenti forti strati di isolamento esterni (bilanci invernali) unico modo per avere buone ammettenze è quello di avere masse elevate. Ricordo inoltre che le chiusure con isolamento esterno e masse elevate all’interno danno buoni risultati in merito ad attenuazione e sfasamento. In sintesi la massa dell’edificio, sia nelle chiusure che nelle partizioni interne, è un fattore decisivo nel comportamento estivo di un edificio in assenza di impianto di condizionamento. Insufficienza delle strategie progettuali che trascurano la massa: • Molte case passive. • Costruzioni “stratificate a secco” ovvero “struttura/rivestimento”. Ing. Davide Fappani 39 12 - SOLAIO A TERRA La temperatura del sottosuolo varia durante l’anno in funzione: •della profondità considerata; •del periodo di tempo considerato; •della natura del terreno (λ del terreno); •del trattamento superficiale (pavimentazione assente/presente, vegetazione assente/presente). •Man mano che la profondità aumenta le variazioni si riducono e la temperatura tende a stabilizzarsi. •Oltre una certa profondità temperatura rimane costante. Durante l’estate la temperatura interna degli edifici è maggiore di quella del sottosuolo, per cui si verifica un benefico flusso di energia dagli ambienti in contatto con il terreno al terreno stesso. La determinazione dei flussi di energia risulta complessa: conduzione termica in regime variabile in solidi semi-infiniti. UNI 10375 semplifica il problema in modo prudenziale e stabilisce: •spessore convenzionale del sottosuolo; •temperatura convenzionale del sottosuolo: 22°C Poiché la temperatura media dell’aria interna è maggiore di 22°C, si verifica un flusso dall’edificio al terreno. Teoricamente tale flusso andrebbe incentivato: •assenza di strati di isolamento termico; •sottofondi e pavimenti con buona conducibilità termica. Praticamente ciò non è possibile: gli incentivi (assenza di strati di isolamento termico e sottofondi con buona conducibilità termica) permangono anche in inverno, quindi dispersioni termiche inaccettabili. Ing. Davide Fappani 40 Tra le due esigenze antitetiche deve prevalere quella invernale Termotrasmittanza bassa anche nel solaio a terra La bassa termotrasmittanza è ottenibile in due modi: 1. Sottofondi con λ bassi (calcestruzzi alleggeriti) ed elevati spessori; 2. Specifico strato di isolamento termico, più sottofondi in calcestruzzo normale. Meglio la seconda soluzione: il flusso di energia dall’interno al sottosuolo rimane basso, ma questa soluzione da un contributo importante all’aumento della ammettenza totale (massa elevata e conduttività elevata degli strati che precedono l’isolante termico). Ing. Davide Fappani 41 SIMULAZIONE secondo UNI 10375 Confronto tra diverse tipologie costruttive Tipologia costruttiva Tecniche di raffrescamento Casa Storica θam θmax θmin ∆θ Nessuna 31,10 31,35 30,10 1,20 Tutte 24,30 24,80 23,95 0,85 Casa Attuale Nessuna 31,55 32,35 30,80 1,50 Tutte 24,30 24,80 23,75 1,00 Casa Passiva Nessuna 46,40 60,95 37,70 23,25 Tutte 28,90 35,75 22,35 13,40 PRINCIPALI CARATTERISTICHE - Casa storica: muri esterni in mattoni sp. 50 cm, muri interni in mattoni sp. 50 cm, solai pesanti, finestre facciata sud = 10% - Casa Attuale : muri esterni con intercapedine isolata, muri interni in mattoni forati, solai pesanti, finestre facciata sud = 15% - Casa Passiva: muri esterni leggeri superisolati, muri interni in cartongesso, solai leggeri in legno, finestre facciata sud = 40% Ing. Davide Fappani 42 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DI EDIFICI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA . Edifici “passivi” RILEVANZA DEI SINGOLI FATTORI IN MERITO ALLA EFFICIENZA ENERGETICA DELL’EDIFICIO = = IMPORTANTE = MOLTO IMPORTANTE DANNOSO /// = IRRILEVANTE STRATEGIE PROGETTUALI: FATTORI ARCHITETTONICI E COSTRUTTIVI 1 2 Edificio tendenzialmente compatto Corretto orientamento dell’edificio Facciate longitudinali a sud ed a nord 3 Chiusure opache molto isolate: spessore isolante termico ≥ . BUON COMPORT. INVERNALE BUON COMPORT. ESTIVO /// /// /// Pareti perimetrali, coperture, solai su spazi aperti 4 Tendenziale assenza di ponti termici 5 6 Collocazione tendenzialmente esterna dell’isolante termico nelle chiusure opache Grandi superfici finestrate a sud 7 Finestre ad alta efficienza energetica Telai con bassa termotrasmittanza, vetri a doppia camera e basso-emissivi 8 Assenza di ombre portate su finestre soleggiate Portici, edifici antistanti, edifici laterali, edifici a corte, alberature sempreverdi Ing. Davide Fappani 43 STRATEGIE PROGETTUALI: FATTORI ARCHITETTONICI E COSTRUTTIVI 9 Colore delle chiusure opache molto chiaro: tendenzialmente bianco Pareti perimetrali, coperture 10 Coperture iperventilate 11 Pareti perimetrali ventilate Est, sud, ovest 12 13 14 Dispositivi di oscuramento delle finestre: esterni e regolabili Abbondanza di superfici finestrate anche in lato nord Massa elevata delle chiusure esterne opache: Pareti perimetrali, primo solaio o solaio a terra, ultimo solaio 15 Partizioni interne con massa elevata e buona termotrasmittanza Solai intermedi, divisori 16 17 Isolanti termici nelle partizioni interne in posizione tendenzialmente centrale Pavimenti ovvero solai su terra: molto isolati 18 Collocazione dell’isolante termico dei pavimenti ovvero solai su terra il più esterno (ovvero in basso) possibile 19 Ventilazione notturna passante delle masse dell’edificio Ing. Davide Fappani BUON COMPORT. INVERNALE BUON COMPORT. ESTIVO /// /// /// /// /// /// /// /// /// 44 TERRITORIO US O IMPIANTI ALTRE STRATEGIE: FATTORI IMPIANTISTICI, GESTIONALI, URBANISTICI 20 Tenuta all’aria dell’edificio e ricambi d’aria controllati 21 Presenza di scambiatori interrati 22 Scambiatori per recupero calore dall’aria in uscita 23 Corretto utilizzo degli edifici da parte degli utenti 24 Minimizzare le superfici esterne pavimentate nell’intorno degli edifici 25 Massimizzare le superfici esterne a verde nell’intorno degli edifici (prati, arbusti) 26 Alberature: solo dove necessarie per ombreggiare le superfici pavimentate 27 Controllo rigoroso della viabilità locale minimo inquinamento acustico nell’intorno degli edifici Ing. Davide Fappani BUON COMPORT. INVERNALE BUON COMPORT. ESTIVO /// /// /// /// /// 45 Grazie per l’attenzione Ing. Davide Fappani 46