IL PERSONAGGIO IN COPERTINA 7 Intervista a Pierdavide Carone. MUSICA | LO SPARTITO 10 Spartito per strumenti in SIb: “We are the word”. MUSICA | RECENSIONE 11 Sabrina di Bella, vincitrice del Primo Premio “L’Arca del Blues” MUSICA | L’OPINIONE 13 Musica e politica. MUSICA | POESIA 14 Musica è... 14 “Canzone Amica”. MUSICA | ATTUALITÀ 15 Musica, spettacolo e tv... Cosa è cambiato? REPORTAGE 17 Suoni dai Balcani - Crozia. MUSICA E ARTE 18 Dipingere la musica. MUSICA | SOLIDARIETÀ 19 Solid’ali. MUSICA | IL GRUPPO 20 Exotic Duo: “Il nostro è un carattere funk con un pizzico di discomusic. MUSICA E LAVORO 22 Che lavoro fai? Il musicista. E poi? Il musicista. IL PERSONAGGIO IN COPERTINA PIERDAVIDE CARONE Sei tornato da qualche mese sulla scena musicale dopo una pausa con il singolo "Il Filo". Che riscontro stai avendo? Pensi che potrà portarti alla realizzazione di un nuovo album? "Diciamo che è stato un singolo di rottura rispetto alle cose che avevo proposto fino alla mia pausa che è durata tre anni, quindi i fans ci hanno messo un po' a digerirlo... Sicuramente sto realizzando un nuovo album, ma non è detto che sia la naturale conseguenza del Filo, anzi, probabilmente Il Filo resterà un capitolo a sé stante, una sorta di esperimento di laboratorio!!." Oltre a essere un bravissimo interprete ti sei distinto fin dal tuo esordio per le tue qualità di autore: come nasce la passione per la scrittura? Ti senti più a tuo agio come interprete o come autore? "Io ricordo di aver cominciato ad usare carta e penna sicuramente prima di un microfono, e molto probabilmente anche prima della chitarra stessa... Quando poi è arrivata la musica, è stato naturale che portassi le mie esigenze narrative su di essa.. Poi nei locali ho suonato tanto la musica degli artisti che mi piacevano per diversi anni; tutto questo fa sì che mi senta a mio agio con entrambe le cose." La tua carriera ha avuto la fortuna di unirsi con quella del grande Lucio Dalla, con cui hai condiviso un palco importante come quello di Sanremo: che ricordo hai di Lucio? Qual è l'insegnamento più grande che ti ha lasciato? "Mi ricordo di una persona, prima ancora che un artista, che vedeva gli altri, tutti gli altri, e vedeva me... Era facile vedere lui perché la sua fama lo precedeva, ma la cosa incredibile è che lui vedeva gli altri, e non faceva alcuna differenza, penso che fosse per la sua grande curiosità. Non ho più incontrato uno così. A proposito di Festival di Sanremo, che ricordo hai di quell'esperienza? Pensi che in futuro potrai partecipare di nuovo? "Mi ricordo di gente per cui era questione di vita o di morte, artisti e non, e forse anch'io me la sarei vissuta così se non fosse stato per Lucio, il quale aveva una sorta di 'finto menefreghismo' che gli serviva a mantenere il controllo della situazione. Sicuramente mi capiterà di parteciparvi nuovamente, quando avrò qualcosa da promuovere, è una vetrina, è promozione, quindi sì. Sei sempre stato amatissimo e seguitissimo dai tuoi fan: che rapporto hai con loro? Gestisci tu i tuoi canali social per tenerti in contatto con il tuo pubblico? "Io ho un rapporto abbastanza diretto con i miei fans, anche se probabilmente è il mio punto di vista, magari per loro non è così, e vorrebbero di più. I canali social li gestisco io, anche 7 se vado a fasi alterne, è che considero i social lo specchio amplificatore di come uno è fatto. La gente pensa sempre di poter gestire la tua vita meglio di come faccia tu, io cerco di fare del mio meglio, ma è evidente che se io non fossi un personaggio pubblico probabilmente neanche ce lo avrei Twitter o Instagram, così com'è vero che Jovanotti posterebbe la stessa quantità di materiale anche se non fosse Jovanotti. Se Battisti fosse vivo penso che neanche avrebbe un profilo, ognuno è fatto a modo suo; devo dire che a volte però mi ci metto d'impegno, proprio perché somatizzo l'esigenza dei fans di avermi un po' più spesso!!!" Da interprete ad ascoltatore: quali sono i tuoi generi musicali preferiti e cosa ascolti nel tempo libero? Quali sono i tuoi artisti di riferimento e quali i "nuovi" giovani che ti piacciono musicalmente parlando? “Il filo” è stato un singolo di rottura rispetto alle cose che avevo proposto fino alla mia pausa che è durata tre anni. "Se penso al mio tempo libero, penso ai Beatles, ai Rolling Stones, a Louis Armstrong, ai Queen, Led Zeppelin, Deep Purple, l'Electric Light Orchestra, di italiani sicuramente tutti i cantautori, chi più chi meno; poi ho i miei riferimenti 'psicoacustici' che sono i Coldplay e Jeff Lynne, credo che i dischi vadano prodotti in quel modo.. Di giovani mi piacciono Adele (che poi ha la stessa mia età!!), Hoozier, Gotye, i Bastille, Ed Sheeran, Damien Rice, i Sigur Ros, da chitarrista mi piace John Mayer, che comunque porta avanti un certo tipo di tradizione chitarristica.." Bianca Chiriatti Gennaio 2016 THE PAINTING PIANO L'UNICO AL MONDO =CONCERTO PER QUADRI= di Francesco Mancarella con il suo pianoforte che dipinge beatbox: BigByps clarinetto: Lorenzo Mancarella voce fuoricampo: Serena De Simone PER EVENTI LIVE E MOSTRE D'ARTE, CONTATTARE IL NUMERO 389.9913633 SPARTITO PER STRUMENTI IN SIb Gennaio 2016 10 MUSICA | RECENSIONE U Vincitrice del Primo Premio “L’Arca del Blues” n riconoscimento dedicato ai brani inediti ed agli artisti del nostro territorio che vogliono esportare i lori brani in tutta Italia, un evento unico che mette al servizio delle giovani leve, la grande professionalità dei produttori Mancarella che da anni inseriscono band e voci soliste, all’interno del panorama musicale italiano. Questo è il premio Arca del Blues, consegnato ufficialmente all’interno del Premio Barocco Giovani dello scorso anno, e che ha visto partecipare tantissime voci provenienti da tutta la puglia. Le selezioni tenutesi nelle varie tappe di Brindisi, Bari, Taranto e Lecce, hanno svelato delle voci particolarmente interessanti. Sabrina con la freschezza della sua giovane età e con il brio del suo brano inedito dal titolo “Libera a te”, ha convinto la commissione che ha deciso di premiarla con l’ambito trofeo. Nel mese di dicembre è partita la produzione del singolo che verrà pubblicato e distribuito dalla stessa etichetta discografica, in tutto il mondo. Sarà infatti possibile ascoltare lo splendido brano di Sabrina, nei primi giorni del nuovo anno 2016, con la speranza che possa portare fortuna alla sua voce e alla sua “penna”. Autrice dei suoi brani, è già a lavoro per produrre nuove hit, e chissà, 11 forse questo 2016 darà alla luce anche un primo EP di lancio prodotto e distribuito da L’Arca del bues. Nel mese di giugno, ci sarà la seconda edizione del premio con la speranza che possa portare lustro ed importanza alle giovani voci che hanno bisogno di essere scoperte e supportate. ADB www.arcadelblues.it [email protected] Gennaio 2016 MUSICA | L’OPINIONE D ue concetti apparentemente separati talvolta possono collidere o addirittura sovrapporsi. In che senso? Innanzitutto bisogna considerare che la politica interessa, direttamente o indirettamente, l’intera società. La società con le sue dinamiche, a sua volta influisce enormemente sulla qualità della vita dei singoli e dunque sulla loro percezione della vita. La maggior parte delle persone purtroppo è così assorbita dagli impegni quotidiani da non avere neppure il tempo di fermarsi a riflettere su cosa stia accadendo e sulla direzione nella quale ci si sta muovendo. Quello che spesso non si riesce a percepire è il pericolo di un “falso progresso”, a causa del quale rischiamo di perdere noi stessi e di distruggere le meraviglie della natura. Gli artisti invece riescono a penetrare nell’essenza dei problemi e a dare forma ai loro sentimenti, alle loro emozioni e ai loro stati d’animo. La musica, come d’altronde qualsiasi forma di espressione creativa, spesso nasce da un sentimento di insoddisfazione ed insofferenza verso qualcosa che viene percepito come ingiusto. Oggi l’arte e la musica, sono chiamate ad esprimere il malessere della società nei confronti di un sistema che sottomette la vita e la natura alle leggi del mercato, considerando le persone alla stregua di numeri. Cosa c’entra la politica con tutto questo? Probabilmente se la politica avesse fatto bene il suo lavoro e non avesse “giocato sporco” per tutto questo tempo, il mondo sarebbe un posto migliore e di conseguenza molti artisti sarebbero stati ispirati dal bello della vita piuttosto che dal marcio della società! Si consideri inoltre che esiste una differenza sostanziale tra la politica in senso stretto e la politica in senso lato. Mentre la prima è circoscritta all’ambito delle funzioni amministrative della vita pubblica, la seconda interessa 13 ognuno di noi, con le sue scelte quotidiane, i suoi comportamenti, la sua coscienza e la sua consapevolezza. Pensare che gli unici a fare politica siano i politici è una follia, dal momento che fare politica vuol dire occuparsi del bene pubblico e non solo legiferare e amministrare enti locali. Una comitiva di ragazzi che sono soliti distruggere panchine e imbrattare i muri, sono l’esempio di quanto anche i cittadini, con le loro abitudini contribuiscano a portare avanti politiche lesive e dannose! Così anche un cantante che scelga di sensibilizzare la società, cercando di orientare le scelte dei singoli verso una maggiore consapevolezza e mettere a nudo le incongruenze ed i paradossi del sistema, di fatto sta facendo politica (di sensibilizzazione ed informazione), anche se indirettamente. Oggi purtroppo la gente tende a prendere le distanze o a storcere il naso non appena si inizia a parlare di politica, poiché nutre un sentimento di sfiducia nei suoi confronti e avverte una distanza tra cittadinanza ed istituzioni. Si ritiene erroneamente che la politica sia qualcosa di separato dalla società, ignorando che il concetto stesso di società, presuppone un’accettazione di regole e valori comunemente condivisi, una sorta di contratto sociale per dirla in termini roussoiani, grazie al quale si dovrebbe garantire un ragionevole livello di ordine e giustizia. Naturalmente la coesione e la giustizia sociale sono direttamente proporzionali al grado di consapevolezza dei cittadini. Assumere un atteggiamento di passività non può che alimentare l’autoreferenzialità delle istituzioni, l’allontanamento della classe politica dalla società e la separazione tra i cittadini stessi. Oggi siamo chiamati a compiere una sfida importantissima: riscoprire l’importanza della partecipazione popolare nelle decisioni, ritrovare l’entusiasmo del confronto e della collaborazione e condividere una visione del futuro virtuosa sulla quale lavorare. Il punto di partenza per realizzare un tipo di cambiamento come questo è lasciare da parte le bandiere, i colori e le forme, per concentrarsi sulla sostanza, sulle idee e sull’essenza delle cose. La musica e l’arte possono dare e stanno dando un contributo prezioso in questo senso. A questo punto il nostro obiettivo è sostenere cantanti e artisti che si impegnano per un futuro migliore e fare tesoro dei loro messaggi, consci che per realizzarlo è indispensabile l’aiuto e il contributo di ognuno. Mahatma Gandhi diceva “sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Gennaio 2016 Matteo buttazzo MUSICA | POESIA L a Musica è una delle colonne portanti del magnifico edificio costruito dalla creatività dell’Uomo lungo tutta la sua storia. Una delle forme espressive in cui, più di altre, l’energia artistica realizza se stessa conservando al massimo l’immaterialità, grazie alla quale il linguaggio di bellezza, essenza dell’arte, viene diffuso con la maggiore pervasività possibile. La Musica è una fedele compagna di viaggio, che, al momento opportuno, conferisce valore aggiunto agli eventi - piccoli e grandi, fondamentali, ma anche semplicemente piacevoli- dell’esistenza di ognuno: completandone la fisionomia, integrandone la struttura, impreziosendone il risultato finale. Pensate - ad esempio - cosa sarebbe un matrimonio senza musica, ossia privo della fatidica marcia nuziale o, per le giovani generazioni, dei più originali ed emozionanti motivi rock-melodici; o, ancora, un festeggiamento, pubblico o privato, senza le note solenni dell’inno o quelle semplici, che scaldano il cuore, di Happy Birthday… Anche per questo, la Musica può definirsi, molto più semplicemente, la colonna sonora della nostra vita. Quante volte lo abbiamo pensato, mentre, rapiti da una canzone o semplicemente da una melodia che ci riportava indietro negli anni, stavamo rivivendo momenti e sensazioni che ritenevamo ormai dispersi nel mare oscuro dell’oblio, ma che, invece, erano soltanto custoditi nell’archivio dei ricordi, pronti a riemergere sotto l’impulso dello stimolo giusto! Giancarlo Alberti di Catenaja Gennaio 2016 CANZONE AMICA Lungo la via diritta, lente le ruote girano sotto pensieri pigri. Improvvise le note volano: proprio quelle. E’ musica che imbriglia la mente, è musica che imbroglia le carte, che stira le rughe e ruba l’argento ai capelli. Scossa è nel sangue, e fino al cuore viaggia quel volto, e fino a sempre suonerà il suo nome. Inattesa magia di una canzone amica, muoio e rinasco, poi ancora muoio, dietro la voce tua che va sparendo. Ma, pur finita, resti melodia perenne quando rallenta il batticuore e, piano, placa il suo giro la giostra dei pensieri andati. Sarà così che tra le brevi note, ancora, un giorno e all’improvviso, mi perderò con te, canzone cara, lungo la via diritta, mentre lente le ruote gireranno di nuovo sotto pensieri pigri. 14 MUSICA|ATTUALITÀ D a anni ormai sia l'industria musicale che il suo indotto, inteso come TV, radio e web vivono un periodo di profonda trasformazione sia dal punto di vista artistico, sia da quello prettamente commerciale. Infatti non è luogo comune dire che oggi siamo più interessati alle classifiche delle tracce più scaricate da Itunes o da Play Music piuttosto che al quelle dei CD più venduti, oppure è più facile vedere un video musicale su Youtube che non accendendo la TV. Infatti molti preferiscono la frammentarietà dei video provenienti dai Social alle lungaggini pubblicitarie delle TV in chiaro. Per questo motivo, attribuire la conclamata flessione della curva d'interesse verso le modalità tradizionali di fruizione della musica e della TV in generale sembra facilmente attribuibile a nuove abitudini sociali e tecnologiche. Non a caso le principali piattaforme televisive a pagamento hanno attivato dei servizi mobili per la fruizione in streaming tramite Smart TV, PC, Tablet e Cellulari di contenuti in diretta oppure on demand. Insomma una rivoluzione crossmediale che coinvolge diversi strati sociali, in primis i giovani. L'apprezzamento da parte di questo tipo di pubblico nei confronti dei contenuti on demand ha fatto crollare l'interesse verso le programmazioni televisive tradizionali. Stesso discorso vale per la programmazione musicale di alcune emittenti. Prendiamo come esempio lampante quello della crisi di MTV Italia, il principale canale musicale italiano che negli ultimi anni ha cercato di frenare l'emorragia di ascolti puntando sempre più su contenuti diversi da quelli musicali. La rete ha cercato di attrarre audience del pubblico più giovane puntando su reality show di varia natura e altri format innovativi. Un paradosso che no ha portato risultati convincenti, tantoché oggi il canale ha cambiamo proprietario diventando un'emittente satellite di SKY dove vengono replica- 15 ti, come su Cielo, alcuni programmi e film provenienti dal colosso di Murdoch. Diverso è il caso di alcuni format televisivi di grande successo che propongono la formula dei Talent show musicali. Da X-Factor ad Amici, per finire a tutti i loro cloni come The Voice, riescono a catturare l'attenzione del pubblico attraverso un mix di personaggi famosi e nuove leve della musica. Che questo successo sia diventato un fenomeno sociale lo dimostra il fatto che ultimamente anche la politica sia "scesa in campo" per commentare le ultime vicende legate ai Talent di successo. Sembra chiaro il tentativo d'intercettare l'interesse dei giovani verso questi fenomeni per portare a casa qualche voto in più. E proprio in questo contesto di profonda trasformazione le giovani generazioni non possono non essere coinvolte in questo processo sia come future figure professionali, sia come semplici utenti. La scuola quindi, essendo un'agenzia formativa, ha il dovere di creare le condizioni per consentire agli studenti di porsi in maniera attiva, critica e indipendente nei confronti dei nuovi mass-media, per non essere solo semplici bersagli di messaggi pubblicitari più o meno mascherati. Per questo motivo esistono scuole che consentono ai ragazzi di partecipare attivamente ad una web tv in modo da renderli protagonisti consapevoli di messaggi mediati. Un esempio su tutti è quello degli studenti dell'Indirizzo Audiovisivo dell' Istituto d'Istruzione Statale Superione "Antonietta De Pace" di Lecce. Infatti la loro web tv (www.ipdepacewebtv.com) è un contenitore che racchiude servizi di musica, eventi, notizie, spettacoli e attività scolastiche, visti attraverso l'occhio critico e attento degli studenti. Insomma un fulgido esempio di come l'istruzione sia capace di curare sia l'aspetto professionale che quello critico dei propri studenti. Gennaio 2016 AdB REPORTAGE N SUONI DAI BALCANI on si può dire di conoscere i popoli balcanici se non si è ascoltata la loro musica. Come una magia, la musica popolare dei paesi dell’ex Jugoslavia, diversa da regione a regione, supera i confini nazionali e unisce nuovamente genti lontane, perlomeno sul piano emotivo e passionale. Ogni nazione ha la sua musica popolare, è vero, ma oggi queste distinzioni vengono annullate da autori di altissimo livello. Esempio più illustre è il bosniaco Goran Bregović, autore delle bellissime colonne sonore dei film di Emir Kusturica e amato in tutta l’area balcanica. Dalla sua opera di diffusione è nato un genere, il turbofolk, amato dai giovani croati e che coniuga la tradizione popolare con strumenti contemporanei ed elettrici. La musica popolare in Croazia è sempre stata la radice di ogni attività compositiva, antica e moderna. Autori classici nel XVIII e XIX secolo risentì della sua influenza in molte composizioni fondamentali per lo sviluppo della musica classica.Per quanto la musica popolare croata sia varia, tre sono i suoi elementi essenziali, a seconda della regione di appartenenza. La klapa è alla base di tutte le forme musicali vocali e deriva dai cori religiosi, composti da circa una decina di persone, in origine di sesso maschile. La tamburica è un mandolino di derivazione turca: può essere a tre o cinque corde ed è lo strumento principale della musica popolare croata. Lo strumento, diffusosi principalmente in Slavonia, ha resistito allo scorrere dei secoli ed oggi è utilizzato da molti gruppi pop e rock, che gli affiancano bassi elettrici e chitarre. La cetra (citura) è lo strumento principe del nord-est croato ed è sempre stata al centro di composizioni che ricordano da vicino la tradizione musicale magiara. Anch’essa, oggi, è riproposta al fianco di strumenti moderni e in chiave pop o rock da gruppi locali saliti alla ribalta negli anni Novanta. Il trionfo della musica 17 popolare, tuttora molto sentita in Croazia, avviene naturalmente durante le feste locali: in queste occasioni la popolazione di città e villaggi si lancia in danze vivaci e persino scatenate. Tra le tante versioni del ballo popolare, ricordiamo il Kolo, particolarmente vivace e sorretto da una musica tzigana. Per quanto riguarda i più giovani, le radici popolari della musica croata non vengono a mancare ma si affiancano a suoi moderni, sulla scorta dell’insegnamento di Bregović e di altri compositori a lui affini. Molti gruppi dal vivo suonano un rock ricco di influenze etniche ed anche in quelli più duri è ravvisabile l’influenza della tradizione. Infine, è da sottolineare un movimento significativo di musica elettronica, house e techno ma anche drum’n’bass e minimal, che ha portato alla ribalta internazionale alcuni talentuosi dj croati e sloveni degli ultimi anni. La nazione pullula di festival di ogni genere ed in ogni stagione. Il panorama musicale, soprattutto nella capitale Zagabria, è in continua evoluzione e fermento. Performance di musicisti, Dj e autori famosi in ogni parte del globo sono all’ordine del giorno, specialmente nella capitale nella quale non mancano tuttavia anche eventi “minori”, underground e dedicati ai giovani. Esempio recente di un evento di questo genere è stato “ARTichoke festival” un festival organizzato da “ Syncro – Synergy Croatia”, tenutosi a Zagabria nel mese di ottobre che ha visto partecipi giovani talenti provenienti da ogni parte della Croazia. Ancora, il calendario di eventi per i prossimi mesi prevede la presenza di nomi illustri nel panorama mondiale. Matea Klasić Gennaio 2016 MUSICA E ARTE C ome potrebbe un quadro trasmettere suoni? Nella storia dell’arte come hanno potuto i pittori ritrarre, ad esempio, la musica? E’ una sfida non semplice se si considera che l’unico senso utile per un dipinto è la vista! Ci sarebbe da scrivere libri su questo argomento per cui di numero in numero si prenderanno in considerazione due opere d’arte, una antica e una moderna, per capire meglio questo aspetto. Ad esempio il Caravaggio, noto pittore vissuto tra il ‘500 e il ‘600 e conosciuto per la sua pittura reale, ha realizzato un insolito Riposo durante la fuga in Egitto, insolito perché oltre ai personaggi normalmente raffigurati vi è un elegante angelo di spalle con un violino nell’atto di eseguire la musica scritta nello spartito che san Giuseppe regge, mentre Maria e Gesù dormono teneramente. Lo spartito è il “Cantico dei Cantici” di un compositore fiammingo che narra, in senso allegorico, l’amore tra Cristo e la Chiesa. La musica in questo caso trasmette un senso di pace e tranquillità che proviene direttamente dal divino. L’opera è esposta all’in- terno della meravigliosa Galleria Doria Pamphilj di Roma. Spesso il Caravaggio ha dato spazio alla musica nelle sue opere come ad esempio: Il suonatore di Liuto, I musici e l’Amore vincitore sui quali torneremo prossimamente. Un’altra opera, appartenente ad un periodo artistico e storico completamente diverso, è La Risata di Umberto Boccioni del 1911 custodita nel Museum of Modern Art di New York. Umberto Boccioni è stato uno degli esponenti di spicco del Futurismo, ossia l’avanguardia artistica italiana nota in tutto il mondo facente capo a Tommaso Marinetti; gli artisti come Boccioni hanno rinunciato alle regole accademiche per abbracciare un proprio sentire e cercare di riportare nelle opere la loro contemporaneità. Nell’opera presa come esempio notiamo una donna in primo piano con un grosso sorriso, abbigliata secondo la moda del tempo, intorno a lei una miriade di personaggi, luci, contrasti di colori che ci fanno percepire la confusione, il chiasso e, appunto, la risata. Il dipinto di Boccioni è assai differente da quello di Caravaggio ma entrambi i maestri sono riusciti in qualche modo a rendere il suono protagonista delle loro opere; nel primo caso il senso di pace pervade non solo i protagonisti dell’opera ma anche chi contempla il quadro, nel secondo caso, invece, il caos è chiaramente descritto e percepibile da chi osserva l’opera. Per rispondere al quesito posto all’inizio: un dipinto può far percepire un suono, perché la nostra mente, che custodisce le esperienze vissute, sa che alcuni colori o particolari sono collegabili a determinate situazioni abbinabili al suono ma anche al tatto e al gusto. Gian Piero Personè Gennaio 2016 18 MUSICA Q uando l'arte si dona al cuore nasce il desiderio e la necessità di fare qualcosa per chi soffre e vive la sua quotidianità in un mondo parallelo. Il progetto nasce dal sentimento che affiora quando qualcuno è in difficoltà, ed è per questo che Lilla Melillo e Serena De Simone hanno raccolto in pochissimo tempo un folto gruppo di artisti che si sono prestati con con- 19 vinzione, immediatezza e sensibilità alla realizzazione di una grande manifestazione il giorno 18 dicembre al Politeama Greco di Lecce. Arti peformative diverse hanno espresso la propria creatività. Dalla danza alla musica pop, dal teatro alla musica lirica, a quella strumentale, nell'ottica di destinare il ricavato della manifestazione all'associazione onco-ematologica pediatrica "per un sorriso in più". L'organizzazione musicale affidata all'Arca del Blues ha permesso di avere un cast di tutto rispetto. Dal videosaluto di Albano ai Ciciri e Tria, da Martino Meuli a Francesca Giaccari, a Zetah e Cesare, a Francesca Miccoli, a Fabio de Benedetto, al Coro a.m. family capitanato dalla voce di Elisabetta Guido, alla pianista Carla Petrachi e Salvatore Cosentino, alla musica new age del pianoforte di Nando Mancarella, alle voci di Alessandra Picariello e Michela De Luca, a Franco Contaldi e al corpo di ballo del Pantarei Ballet Company e Centro Formazione Danza, al piccolo coro dell'Arca con le voci soliste di Annalisa Mancarella, Chiara Uglia e Chiara Corallo, da Monica Stenti alla splendida violinista Daniela Aloisi,al giovane stilista Gabriele Greco con la regia di Matteo Giua, il tutto sotto la sapiente conduzione di Tommaso Barone. Radio System e Radio Venere sono stati i media partner dell'evento. Tale iniziativa mette in evidenza il desiderio dei giovani artisti salentini di mettersi in gioco, in particolare quando le emozioni e le voci dell'anima trovano riscontro in un'occasione senza precedenti dove riunirsi, rincontrarsi e abbracciarsi tutti animati da un'unica idea. Sarà stata l'atmosfera legata in particolar modo al video solid'ali ma si palpava nell'aria la dolcezza e l'amore che il video ispirava al pubblico e agli artisti. L'organizzazione della manifestazione, con convinzione ha sposato la solidarietà come idea universale di fratellanza, come codice di lettura etico in cui arte, amore e abnegazione si intersecano al servizio dei meno fortunati. AdB Gennaio 2016 MUSICA | INTERVISTA T <<Il nostro è un carattere funk con un pizzico di discomusic>> ra il funk e il Jazz, tra l’r’n’b e il new soul, portano un nuovo sound con loro: Vincenzo Destradis, in arte “Vinz”, e Andrea Gerardi, detto “Gerry” sono due salentini fuori sede in quel di Bologna, il nome del loro gruppo è “Exotic Duo”. Noi abbiamo avuto l’occasione di intervistare Andrea, chitarrista d’eccezione, che ci ha raccontato un po’ la loro storia. Come nasce il progetto “Exotic Duo”? Il duo nasce tra i banchi di scuola del conservatorio jazz di Bologna, due salentini entrambi amanti del nuovo jazz e del new soul, due persone abbastanza alla mano, con un forte carattere funk e con uno sguardo anche all’hip hop. Il progetto è nato perchè, in qualche modo, ce lo ha imposto Bologna stessa: una città con un panorama musicale troppo importante per non volerci mettere lo zampino. Il vostro sembra essere un gruppo dalle mille “sfaccettature musicali” ma in cosa consiste di fatto il vostro repertorio? Il nostro è un carattere funk con un pizzico di discomusic, abbiamo un vasto repertorio hip hop ma ci piace suonare molto il jazz, dalle grandi ballade agli standard musicali alla “Round Midnight” di TheloniousMonk. Il duo comunque offre molte possibilità di adattamento ai generi più disparati ed è per questo che il nostro è un reper- Gennaio 2016 20 torio molteplice. Come pensate di poter emergere nel panorama musicale Bolognese? Il panorama musicale, o perlomeno, quello dal punto di vista jazzistico ci ha interessato da sempre; noi due stiamo cercando di produrre qualcosa di originale, in grado di impressionare, vogliamo costruire un sound ricco e variegato: io suono la chitarra ma riesco a suonare in contemporanea anche le linee di basso gli accordi e le melodie, Vincenzo oltre ad avere una grande conoscenza dell’armonia se la cava anche con ilbeatbox. Puntiamo ad emergere rimanendo sull’analogico, senza l’ausilio di strumenti digitali, mantenendoci sulla “purezza del sound”, vogliamo distinguerci dal vecchio jazz promuovendo un suono a metà tra Kendrick Lamar e James Brown e la nostra mission per ora è farci conoscere sempre di più in giro soprattutto dal vivo. Raccontaci qualche aneddoto a proposito del vostro esordio in Emilia. Il nostro esordio è stato abbastanza pittoresco siamo andati spesso a suonare nella “bassa” di Bologna, in quelle zone, sui monti dell’appennino la gente del posto era abbastanza particolare, non era abituata alla nostra musica, ci guardavano come se fossimo stranieri, soprattutto per il genere di sound che portiamo, erano tutti più abituati ad un tipo di musica vicina al metal e al rock, ma il connubio tra questa tipologia di pubblico e la nostra musica ha prodotto un tour figo dove abbiamo mangiato e bevuto tantissimo. Ora però siamo entrambi a Lecce a fare nuovi live con nuove collaborazioni, questo Natale ci ha poi ispirato particolarmente: stiamo rispolverando tutto il nostro repertorio funk e presto arriveranno nuovi inediti. Cos’è l’Exotic Duo? E’ un tandem atipico, dal vivo la gente si aspetta il chitarrista statico o il cantante che esegue il brano raccolto in sé, noi facciamo abbastanza casino improvvisando balletti per coinvolgere sempre di più il pubblico nonostante la tranquillità del genere che suoniamo, magari non abbiamo un groove di fondo come i gruppi più completi ma diamo vita a qualcosa di nuovo. Tutto questo perché la musica ci esce dalle mani, non possiamo ignorarla. Francesco Leone MUSICA E LAVORO Q uante volte abbiamo sentito il botta e risposta che è sopra indicato: bene, se sei un musicista lo avrai sentito spesso soprattutto quando sei giovane e vieni presentato ai tuoi futuri suoceri che ti squadrano dalla testa ai piedi e che dentro se stessi pensano? Ma da grande cosa farà?... “Mia figlia da grande farà il medico, o l’architetto, o male che vada l’infermiere perché è facile trovare lavoro”. E bene chi sceglie di fare musica a tempo pieno è un folle ai nostri giorni è vero, perché purtroppo con un’ economia di sussistenza che in Italia ci sta logorando, pensare di poter fare il “botto” con la musica rimane sempre più un’ utopia. Nonostante questo cresce il numero dei musicisti che vogliono farlo di “professione” o che lo fanno per passione e per arrotondare lo stipendio. Analizziamo le prospettive: Vuoi fare il pianista? : ti iscrivi al conservatorio, dopo una lunga preparazione riesci finalmente ad entrare ed essere ammesso, inizi il tuo percorso alla tenera età di 8/9 anni non capendo bene a cosa ti porterà e soprattutto alla fine del percorso di studio sarai un uomo di 18 anni che ha un titolo pari alla laurea ma che effettivamente può fare ben poco se non il pianista concertista. Ma per farlo serve talento e moltissimo studio. L’approccio agli altri stili di musica non è sempre scontato, se non si sviluppa un piano parallelo di studio della musica pop, jazz ecc, è praticamente impossibile considerarsi un pianista completo nonostante i tantissimi anni dedicati allo strumento. E allora ecco che si riinizia a valutare l’ipotesi di un completamento di percorso con specialistica in jazz o pop music (attualmente nei conservatori italiani esiste un percorso di studio di musica jazz ed in alcuni casi pop) che possa dare la possibilità di inserimento nei circuiti musicali dove in un modo o nell’altro si può tirare a campare. La gavetta sul campo è molto importante, collaborare con strumentisti più grandi, più bravi e con più esperienza aiuta lo sviluppo del proprio sound che può dirsi tale solo a contatto con altri colleghi che possono supportarti. Ad esempio per un pianista, avere una sezione ritmica che “funzione” è sicuramente un punto a favore per lo sviluppo delle idee dell’improvvisazione su una base ritmica forte e senza lacune. E allora questo limbo non finisce mai poiché c’è sempre da imparare, da perfezionare da sapere, da leggere, da interpretare, da piacere agli altri per poter lavorare. Certo, ti deve piacere, se è la tua passione non lasciare che qualcuno te lo impedisca perché trasmettere le proprie emozioni con uno strumento, è la cosa più bella del mondo, ripaga i tuoi sacrifici e ti fa sentire vivo. Sono emozioni che difficilmente puoi provare con un altro impiego. Ma se hai paura del lavoro futuro, dei pregiudizi (perché ci sono, fino a quando non diventi “qualcuno”) forse sarebbe meglio investire 10 anni di studio per fare il medico o il dentista: sicuramente il futuro sarà più tranquillo e magari come tanti altri farai anche tu il musicista come secondo lavoro, ma non sarà mai la stessa cosa perché chi vive di musica ha un rispetto per la stessa che nessuno può immaginare e che solo un musicista ha nel cuore con la melanconia che contraddistingue tutti gli artisti che con la loro arte hanno vissuto le loro vite sregolate. La musica è un lavoro per chi con essa vive. Il resto è solo un hobby. AdB Gennaio 2016 22